Il bacio con la lingua di Junker

Aperto da InVerno, 06 Maggio 2017, 20:22:41 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

InVerno

Il titolo è goliardico come è goliardica l'uscita di Junker che annuncia "ho deciso di parlare francese, perchè l'inglese è una lingua che perderà d'importanza nell'EU".
I cugini francesi si sentiranno di certo ringalluzziti da questa "notizia", visto che da sempre difendono orgogliosamente la propria lingua.
Le domande che però sorgono a riguardo, sono vecchie e nuove, proverò a fare un elenco puntato della questione.
- La famosa "unione politica" che viene spesso e sovente millantata come passo che deve antecedere qualsiasi unione monetaria, passa da qui, dall'unione linguistica. Non esistono, in nessun caso, elezioni politiche europee degne di questo nome, se non prima i contendenti saranno comprensibili perlomeno attraverso seconda lingua, potendo cosi superare le barriere nazionali, da una vasta maggioranza della popolazione europea. Se la politica non è solo cifre e trattati, se la politica è partecipazione ad un progetto comune, non esiste progetto comune a un unione che non venga percepito e affrontato da tutti. Come diceva Emil Cioran "non si abita un paese, si abita una lingua". Quando si parla di "stati uniti d'europa" ci si dimentica infatti che gli stati uniti d'america innanzitutto parlavano una stessa lingua (in questo caso davvero, visto che l'inglese al tempo erà già una lingua omogenea, a differenza del "recente francese").
- Tanto si è fatto per far si che la lingua franca Europea fosse l'inglese, per questioni non di stile o di eleganza, ma di comodità, per via del fatto che l'inglese a seguito del colonialismo e del dollaro, era già lingua franca di vasta parte del mondo. Ma può la Brexit avere la conseguenza di modificare questa realtà? Almeno due generazioni sono state allevate nelle nostre scuole avendo come seconda lingua l'inglese, le cosidette generazioni "Erasmus", unica vera speranza Europea di un unione culturale e linguistica. Possono essere codeste generazioni tradite nel nome dei trattati, tradite nell'intimo della lingua che avevano imparato e vissuto come "Europa"? Il paradosso è che qui il traditore non è chiaro, se Junker che racconta queste castronerie, o la Brexit in se stessa. Come se avesse senso un Europa senza inglese, un Europa senza Partenone, o un Europa senza Colosseo.
- La Brexit è stata votata dai cittadini inglesi.. ma era davvero soltanto affare loro? Se ipoteticamente la loro uscita dall'unione significasse abbandonare la loro lingua franca, non avevano diritto di voto anche tutti quelli che quella lingua non volevano abbandonare? (e direi anche quei trattati, ma ci spingeremmo oltre alle questioni di "stomaco") .Non sono inglesi anche coloro che parlano inglese ogni giorno, ventiquattrore su ventiquattro, perchè non si abita un paese, ma una lingua, non hanno diritto di scegliere se abbandonare la propria lingua o meno? Questi sono i paradossi di un unione culturale che accenna a farsi vedere, ma è ancora una realtà in transizione.
- E' parossistico che Junker si rifaccia al francese. La stessa lingua che si difende "dagli inglesismi" da anni, assolutamente ostile ad ogni intrusione come a salvaguardare un unità "storica" che invece di storico non ha un bel nulla, visto che nel 800 da Nizza a Marsiglia le persone non si capivano tanto erano brave a "parlare francese". Una lingua che anche dal punto di vista coloniale, può valere qualcosa soltanto in nord Africa, una lingua che si mantiene ma nel mantenersi distrugge l'Europa. Ma che fare? Se la lingua Franca d'Europa cambia al cambiare dei paesi partecipanti, quante generazioni dovremmo allevare prima che nessuna si rifiuti, se ipoteticamente dovessimo vedere un uscita francese fra vent'anni, cambieremmo di nuovo lingua? E che speranze ha questa unione con queste prospettive?

Ho buttato un po di carne al fuoco, ne butterò semmai altra e darò le mie considerazioni più avanti. Penso che tuttavia l'argomento sia interessante per chiunque parli di "unione politica".
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

:)  


E se il tradimento consistesse proprio nella costituzione della UE? Chi l'ha deciso, è stata volontà popolare? Ad esempio io non amo questa UE, detesto l'EURO e pure la lingua inglese, allora?
La Brexit è stata votata dai cittadini inglesi.. ? Almeno hanno avuto la libertà di votare, noi non l'abbiamo.

" Ma era davvero soltanto affare loro? Se ipoteticamente la loro uscita dall'unione significasse abbandonare la loro lingua franca, non avevano diritto di voto anche tutti quelli che quella lingua non volevano abbandonare?"
Eeeeeeh, e stiamo freschi! Non cambierebbe mai più niente! Ecco perché aborro la UE.
Mi viene da sorridere tuttavia, sai, tranquillo, la lingua inglese non è tanto amata da noi neolatini; io la studiai alle scuole medie ma poi mi resi conto di quanto sia scarsa e riduttiva. Pertanto una sua sparizione dalle nostre malandate scuole non sarebbe un trauma per nessuno, anzi. Mi sto chiedendo come diamine facciamo a non tradurre le espressioni "stepchild adoption" o "jobs-act" che mi viene un colpo al cuore ogni volta che le sento pronunciare...
"Non sono inglesi anche coloro che parlano inglese ogni giorno, ventiquattrore su ventiquattro, perchè non si abita un paese, ma una lingua, non hanno diritto di scegliere se abbandonare la propria lingua o meno? Questi sono i paradossi di un unione culturale che accenna a farsi vedere, ma è ancora una realtà in transizione."
Non so a cosa ti riferisci, ma vedo per esempio che gli stranieri in Italia conoscono, causa forza maggiore, anche l'italiano (e pure il francese), quindi.., di cosa ti preoccupi? Sottovaluti le nostre capacità di adattamento.
Con me gli stranieri sono obbligati a parlarmi in italiano se vogliono interloquire... e ci riescono molto bene.
" Ma che fare? Se la lingua Franca d'Europa cambia al cambiare dei paesi partecipanti, quante generazioni dovremmo allevare prima che nessuna si rifiuti, se ipoteticamente dovessimo vedere un uscita francese fra vent'anni, cambieremmo di nuovo lingua? E che speranze ha questa unione con queste prospettive?

Ho buttato un po di carne al fuoco, ne butterò semmai altra e darò le mie considerazioni più avanti. Penso che tuttavia l'argomento sia interessante per chiunque parli di "unione politica".

Un'uscita della Francia tra 20 anni? Mi auguro anche prima.
Mah, più che interessante l'argomento mi sembra pretestuoso. E fortuna che la lingua franca d'Europa non sia il tedesco!altrimenti immagino alzereste barricate per indire referendum per la sua eliminazione. Ma, guarda, fossi in te prenderei in considerazione anche la lingua araba (come lingua ufficiale dell'Europa futura) visto che ormai stiamo creando felici e contenti l'Eurabia.
Tagliamo la testa al toro? ITALIANO per tutti! che è una lingua tanto amata, forse molto più amata dagli stranieri che da noi italiani.

green demetr

Inverno hai ragione,
ma ritengo che quando si parli di unione si parli anzitutto di economia.
(giusto o sbagliato che sia).
Ovviamente di economia politica sarebbe meglio....secondo me la partita è sopratutto lì.

E' inutile che l'economia se la prende col politico, e il politico con l'economista.
Devono trovarsi d'impegno in un campo del sapere umano che esiste da secoli.
 (da adam smith in poi per l'esatezza).
la politica economica.
potrebbe essere d'altronde al di là della scelta politica con chi stare, semplicemente un fatto storico, che fatica a maturare.
Ovviamente per quello che dici tu, la differenza di lingua e cultura.
In linea di principio potrebbe anche essere il fio che si paga alla storia.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

baylham

Sostengo il rafforzamento politico dell'Unione Europea perché i drammatici problemi contemporanei sono affrontabili soltanto a livello internazionale, globale, attraverso la collaborazione di superstati.

Per cui sono favorevole ad una lingua universale. A livello mondiale si è affermata la lingua inglese, espressione della civiltà occidentale, per cui non vedo motivi per cambiare, tornare indietro.

L'Inghilterra certamente non avrà motivi di lamentela, ciò potrà migliorare i rapporti futuri con l'UE e un loro ripensamento.

InVerno

#4
@Farnheit, la tua posizione non ha niente a che fare con la questione europea ma con il vissuto quotidiano. Da questo punto di vista posso solo dirti che, se non hai mai avuto necessità di una lingua franca (mai avuto contatti commerciali\lavoritivi con l'estero) mi spiace per te che non capisci l'importanza di un terreno comune, e neutro. Sottolineo neutro perchè gli stranieri che tu "obblighi a parlare Italiano" molto probabilmente non sono solamente inglesi, ma anche altre persone di altre nazionalità che hanno speso il loro tempo per imparare la lingua franca come seconda lingua per parlare proprio con te, te che però non hai alcuna intenzione di farlo. Poi lamentatatevi che non trovate lavoro. Trovo un atto di rispetto e gentilezza per il prossimo utilizzare la lingua franca con chi non capisce la mia, perchè obbliga entrambi ad uno sforzo espressivo per un terreno comune (solidarietà), anzichè lo sforzo di uno a favore dell'altro (autorità). Non ho voglia di fare discorsi di linguistica con chi ha per sua ammissione terminato gli studi di essa alle media, tuttavia solo per dire, l'inglese è una lingua con una storia perlomeno, a differenza dell'Italiano, nato mezzo secolo fa.
Per quanto riguarda la Francia, la vittoria di Macron è una vittoria generazionale, un concetto che assimilerai nel tempo.

@Green Demetr. Sono d'accordo che si parli innanzitutto d'economia, perchè noi (europei) gliene lasciamo parlare. Quando affermazioni come quelle di Junker non ottengono nemmeno la quindicesima pagina di un quotidiano e si parla di un bene comune (lingua franca) a decine di milioni di persone, si capisce quanto poco siamo "europei" e quanto ci meritiamo che ci trattino come animali da soma. Perchè lo siamo,altro che "banche cattive". La lingua non è una questione periferica, è l'intimo della comunicazione, il mattone che costruisce la nostra esistenza, la nazione che ci da rifugio. Anche il basso numero di risposte a questo argomento su questo forum, è un indice di quanto la percezione del problema sia lontana dalla realtà.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

InVerno, hai un'opinione molto diversa dalla mia, la tua mentalità è quella, è assodata e ossidata. La cosa che disprezzo in certe persone è la presunzione o la follia di pensare che solo il loro punto di vista è quello giusto, e spesso chi ha tale presunzione invece si sbaglia.  Su molte questioni i punti di vista possono essere molto differenti e quindi molto differenti sono anche le conclusioni a cui si arriva.
Se uno è servile e accondiscendente metterà in primo piano l'accogliere gli altri a proprio discapito o piú facilmente a discapito dei piú deboli, amerà la lingua inglese perché  è quella che si è imposta dal dopoguerra, e cosí via. Chi ha il senso della propria identità e dignità (che non vuol dire necessariamente orgoglio o vanità) piú sviluppato amerà maggiormente la propria lingua e la valorizzerà sempre, anche quando andrà all'estero, pur conoscendo e parlando altre lingue. È anche questione di personalità, di mentalità, di ideologia secondo cui si plasma la propdia mente. In Francia, in Spagna, ad esempio, sono molto piú orgogliosi di noi e meno servili nei confronti della lingua inglese. Ho detto che, studiando l'inglese, sin dalle medie mi sono resa conto di quanto sia una lingua riduttiva, molto meno bella  ed espressiva dell'italiano, non ho detto che i miei studi sono terminati alla scuola media, ahimé, l'inglese me lo son dovuto sorbire anche alle superiori, e dato che non lo soppotravo piú all'università scelsi lo spagnolo. Non so fino a che punto saresti in grado di fare un discorso serio di linguistica, visto che da come scrivi, non penso tu abbia una laurea in Lettere.
Per quanto riguarda la Francia, la vittoria di Macron è un'altra battaglia vinta dalla élite, dalla oligarchia UE, dalla dittatura della globalizzazione, che ha visto, per il momento, affermare l'europeismo, come è già stato detto e ridetto altrove, inoltre bisogna considerare che molti francesi non hanno votato oppure  è stato un voto contro la Le Pen, per una nazione che ha sempre amato la sinistra. Una mossa ben riuscita, tutto sommato. Ma è un concetto che temo non assimilerai mai.

La Francia socialmente è ridotta male, mi dice un'amica che ci vive che sono ridotti peggio di noi le periferie delle città. Chi vivrà vedrà come andrà a finire. Di certo la bella sana società monorazziale, tranquilla, nobile e sicura, l'abbiamo persa, spero non per sempre. Ci rimane ancora quel residuo di benessere economico che ancora, pur barcollando, tiene per buona parte della popolazione (in Francia come in Italia), quando crollerà pure quello, e crollerà vista l'invasione massiccia,  ci faremo quattro risate, io, te e il tuo tanto amato europeismo del...

InVerno

#6
Citazione di: Fharenight il 23 Maggio 2017, 11:03:23 AM
InVerno, hai un'opinione molto diversa dalla mia, la tua mentalità è quella, è assodata e ossidata. La cosa che disprezzo in certe persone è la presunzione o la follia di pensare che solo il loro punto di vista è quello giusto, e spesso chi ha tale presunzione invece si sbaglia.  Su molte questioni i punti di vista possono essere molto differenti e quindi molto differenti sono anche le conclusioni a cui si arriva.
Se uno è servile e accondiscendente metterà in primo piano l'accogliere gli altri a proprio discapito o piú facilmente a discapito dei piú deboli, amerà la lingua inglese perché  è quella che si è imposta dal dopoguerra, e cosí via. Chi ha il senso della propria identità e dignità (che non vuol dire necessariamente orgoglio o vanità) piú sviluppato amerà maggiormente la propria lingua e la valorizzerà sempre, anche quando andrà all'estero, pur conoscendo e parlando altre lingue. È anche questione di personalità, di mentalità, di ideologia secondo cui si plasma la propdia mente. In Francia, in Spagna, ad esempio, sono molto piú orgogliosi di noi e meno servili nei confronti della lingua inglese. Ho detto che, studiando l'inglese, sin dalle medie mi sono resa conto di quanto sia una lingua riduttiva, molto meno bella  ed espressiva dell'italiano, non ho detto che i miei studi sono terminati alla scuola media, ahimé, l'inglese me lo son dovuto sorbire anche alle superiori, e dato che non lo soppotravo piú all'università scelsi lo spagnolo. Non so fino a che punto saresti in grado di fare un discorso serio di linguistica, visto che da come scrivi, non penso tu abbia una laurea in Lettere.
Per quanto riguarda la Francia, la vittoria di Macron è un'altra battaglia vinta dalla élite, dalla oligarchia UE, dalla dittatura della globalizzazione, che ha visto, per il momento, affermare l'europeismo, come è già stato detto e ridetto altrove, inoltre bisogna considerare che molti francesi non hanno votato oppure  è stato un voto contro la Le Pen, per una nazione che ha sempre amato la sinistra. Una mossa ben riuscita, tutto sommato. Ma è un concetto che temo non assimilerai mai.

La Francia socialmente è ridotta male, mi dice un'amica che ci vive che sono ridotti peggio di noi le periferie delle città. Chi vivrà vedrà come andrà a finire. Di certo la bella sana società monorazziale, tranquilla, nobile e sicura, l'abbiamo persa, spero non per sempre. Ci rimane ancora quel residuo di benessere economico che ancora, pur barcollando, tiene per buona parte della popolazione (in Francia come in Italia), quando crollerà pure quello, e crollerà vista l'invasione massiccia,  ci faremo quattro risate, io, te e il tuo tanto amato europeismo del...
Il paradosso è che, voi che per qualche barcone sbraitate della sconfitta della nostra civiltà e già piangete sulla sua tomba dovreste essere i "difensori dell'identità nazionale" (si ricordano con tenerezza le stesse profezie ai tempi dei barconi da Tirana). Mentre invece chi non ha nessun timore di ciò perchè sa che difenderà i propri valori fino alla morte, e perciò da vivo non li vedrà mai scomparire, sarebbe la "prostituta degli islamici". Io non contemplo nemmeno la più vaga possibilità di vivere sotto la sharia, per questo non ne ho paura, tu te la vedi già sotto le coperte per colpa dei tuoi "idioti connazionali". Dovrebbe essere chi vede la propria comunità come ad un gruppo di succubi idioti, il nostro difensore dell'identità nazionale? No grazie, abbiamo bisogno di persone fiere e pronte ad affrontare sfide culturali immense, con fermezza e intelligenza, con lungimiranza e organicità; non di becchini e medici legali che fanno la corsa a verbalizzare l'ora del decesso per assecondare le proprie fobie e insicurezze. Con voi il terrorismo vince, perchè lo scopo non sono i morti, è il terrore, e in voi c'è già. Il discorso della lingua è un discorso importante, perchè è il mattone che costruisce la nostra esistenza, non è cosa ne da superiori ne da università, è da esseri umani.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

#7
Solo qualche barcone? Sí sí, continuate a prenderci in giro; quando la festa finirà, allora mi sa che smetterete di sorridere. Come si dice, "ogni bel gioco dura poco".

Non ho mai detto che la nostra cultura sia morta, tutt'altro, io, Anthoniy, Altamarea, Duc,  in questo forum ne siamo un esempio. Chi dice che la nostra cultura cristiana e laico razionalista sia morta, e si è messo la tuta da becchino, parla innanzitutto di sé e per sé stesso, per la sua morte interiore, perché ammalato di autolesionismo o abbagliato da un'ideologia che, nella situazione attuale, non ha piú alcun valore. Certamente la nostra cultura è in crisi poiché grazie alle sinistre, specialmente le piú radicali, in 70 anni dal dopoguerra non solo si è cercato di abbattere ingenuamente molti dei nostri valori non accontentandosi di evitare l'ingerenza della Chiesa nella politica, ma distruggendo ogni anelito, respiro e sussulto di spirito cristiano, anche quei valori  piú belli che hanno donato lustro alla nostra civiltà, con la conseguanza che si è creato un vuoto valoriale, morale e spirituale. E i vuoti  sono pericolosi specie per l'Occidente abituato a non essere vuoto. L'unico vuoto che ha assimilato, derivante dal cristianesimo, è il vuoto inteso come silenzio interiore per far emergere dalla coscienza la verità. Gli dioti  "tuoi connazionali" chi sarebbero? Ecco come offendete gli italiani, ecco cosa siete,te e siete poco riconoscenti verso un popolo troppo generoso.

Sono idioti tutte le anime belle ipocrite, troppo sicuri di avere ragione e mettono a tacere la propria coscienza.
io invece ho paura degli utili idioti di casa nostra, dei traditori e buonisti vari a causa dei quali il terrorismo ha già vinto.
Personalmente non ho bisogno che qualcuno mi dica se e di chi dovrei aver paura. È tutto sotto gli occhi, e sono capace di intendere e di volere, a differenza della massa intontita.
Quelli come te invece si ritroverebbero  probabilmente con la sharia sotto il letto senza neppure accorgersene, ma prima della sharia si andrà per ordine. Non è la shiaria che mi preoccupa adesso, quella semmai potrebbe essere una conseguenza di ciò che deve preoccuparci ora.
Se l'Europa si salverà ancora, sarà grazie a noi, pochi poveri illusi "rassisti e fassisti".
  Noi non abbiamo paura dell'islam (che farebbe ridere pure un bambino) ma degli utili idioti che per pura ideologia e fissati coi fantasmi del passato stanno distruggendo la nostra identità e il nostro Paese. È questo che mi fa rivoltar la stomaco e che non perdonerò MAI.  Il terrorre è di chi è già morto dentro, e chi è già morto non può neppure pensare di ribellarsi, di lottare per riprendersi la propria dignità. Il terrorre è di chi dice chr non si può cambiare nulla, di chi dice che non si possono fermare gli sbarchi, che non si possono prendere determinati immigrati e rispedirli indietro poiché temono reazioni violente; questa è viltà!
Io sto già lottando contro il degrado della nostra  società e per la nostra identità. 




Discussioni simili (5)