Il "sistema" (capitalismo e mercatismo)

Aperto da 0xdeadbeef, 01 Gennaio 2019, 12:50:49 PM

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0xdeadbeef

"Alle origini della disuguaglianza aggiungerei il caso, contro il quale non c'è politica o ideologia
che tenga.
Sebbene condivida molte analisi e proposte di Stiglitz, la candida ingenuità dei tardo keynesiani sulla
possibilità di controllo di un sistema economico, di stabilizzarlo e di ridurre le disuguaglianze è
veramente stupefacente.
Infatti credono che i grandi capitalisti o le classi dirigenti abbiano questo potere, per cui basta un
cambio di politica per risolvere i problemi".

Vorrei, prendendo spunto da questo intervento dell'amico Baylam in: "L'origine della diseguaglianza",
dire qualcosa sul cosiddetto "sistema", e spiegare un attimo perchè, a parer mio, Baylam ha ragione.
La diseguaglianza non è, come molti credono, una scelta politica. O meglio, lo è "anche", ma non
principalmente.
La diseguaglianza è nei fatti; è "naturale"; non naturale è semmai che divenga, poi, diseguaglianza sociale.
L'intera storia dell'occidente è la storia di un progressivo e sempre più prepotente emergere dell'individuo.
Vi sono, invero, importanti fasi un cui la "comunità" ri-prende il sopravvento; non saprei francamente dire
se l'emergere dell'individuo sia da condiderarsi ormai definitivo o meno; una specie di "filo rosso" mi
sembrerebbe però ben individuabile (nel senso di un progressivo emergere).
Insomma, secondo la mia tesi non vi è più eguaglianza sociale essenzialmente perchè non vi è più una sfera
del "sociale".
Il punto di vista della filosofia anglosassone (che, ricordo, nasce con G.d'Ockham proprio come negazione
degli "universali" - cos'altro è il celebre "rasoio" se non l'affermazione più radicale della particolarità?)
è ormai diventato il punto di vista non solo dell'intero occidente, ma di buona parte dell'intero pianeta.
E' all'interno di quel punto di vista (di quella che con termine ultraaccademico chiameremmo "weltanschauung")
che nasce la teologia dell'individuo (il Protestantesimo), seguita poi dall'economia dell'individuo...
Nel pensiero di Adam Smith, che è ancora oggi uno dei pilastri della moderna economia di mercato, il
perseguimento dell'utile individuale diventa, attraverso la mediazione di una "mano invisibile", perseguimento
dell'utile collettivo (concetto ancora ben visibile oggi, nella sua intrinseca assurdità, nei programmi
di insegnamento di molte delle più celebri facoltà universitarie di economia - sotto la denominazione di
"teoria dell'equilibrio perfetto dei mercati").
Queste radici concettuali arrivano fino al 900 all'interno di quello che viene comunemente definito "capitalismo".
Nel "capitalismo" comunemente inteso, però, il potere dello "stato", quindi il potere della comunità, è ancora
ben presente (basti guardare, ad esempio, al pensiero di J.Stuart Mill). E' esso, il potere dello stato, che
ancora impone all'economia le sue "regole".
Il capitalismo, cioè, non è ancora diventato "sistema"; lo diventerà durante il 900 per opera del cosiddetto
"Marginalismo", e soprattutto di F.A. Von Hayek.
La base filosofica (quella "tecnica" è in un concetto del valore economico come valore di scambio fra gli
individui) di Von Hayek è che ogni cosa che riguarda la "politica"; gli stati; il Diritto; nasce dal continuo
interscambio fra privati individui. Nulla vi è di "costruito" (Von Hayek infatti parla della filosofia europea
tradizionale come di una filosofia "costruttivista"), cioè di imposto dall'alto da un potere sovrano.
Dunque tutto nasce in maniera "spontanea", dal perseguimento privato di un preciso interesse (si noti come
sia evidente, in Von Hayek, il concetto basilare di Adam Smith).
Il potere politico, lo stato, diventa allora non quel potere che può risolvere i problemi, ma quel potere che
alla risoluzione dei problemi è d'impaccio (come nel celebre: "lo stato non è la soluzione del problema, lo
stato è il problema" di R.Reagan).
Ecco allora che il "capitalismo", cioè quel sistema nel quale lo stato ancora imponeva le sue regole, diventa
"mercatismo", cioè diventa quel sistema in cui è il mercato, è l'economia, a dettare le regole allo stato.
Ora, riprendendo un attimo la tesi di Baylam, come lui osservo che non basta certamente un cambio di politica
"spiccia" per mutare un quadro culturale venuto a formarsi così, in questo modo, nei secoli.
E come lui aggiungo che non vi è nessuna classe dirigente che ha questo potere (alla classe dirigente sta
semmai molto bene questo stato di cose - essendo già classe dirigente che interesse avrebbe a cambiarlo?).
Perchè questo è il "sistema", ed il "sistema" siamo noi stessi.
saluti ed auguri di Buon Anno

anthonyi

Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Gennaio 2019, 12:50:49 PM
Nel pensiero di Adam Smith, che è ancora oggi uno dei pilastri della moderna economia di mercato, il
perseguimento dell'utile individuale diventa, attraverso la mediazione di una "mano invisibile", perseguimento
dell'utile collettivo
.....
Nel "capitalismo" comunemente inteso, però, il potere dello "stato", quindi il potere della comunità, è ancora
ben presente (basti guardare, ad esempio, al pensiero di J.Stuart Mill).
.....

saluti ed auguri di Buon Anno

Ciao 0xdeadbeef, ti ricambio gli auguri di Buon Anno, ho notato che nei tuoi ragionamenti tendi a sovrapporre il rapporto economia/società, con il rapporto stato/mercato, questo è evidente quando parli di Mill, ma lo stato e la comunità (O dimensione sociale) non sono la stessa cosa.
Non so se sai che Smith ha dedicato alla produzione di un'opera (Teoria dei sentimenti morali) che parla delle fondazioni della realtà sociale, e dei comportamenti comunitari più tempo di quanto ne ha dedicato alla Ricchezza delle nazioni, creando anche un forte problema interpretativo sull'essenza del suo pensiero, tuttora irrisolto (Smith sociale o individualista?).
Una forte socialità può essere la premessa di una maggiore eguaglianza (Perché esiste una maggiore predisposizione all'aiuto di chi è più debole, e perché le informazioni si trasmettono meglio e quindi vi è maggiore eguaglianza di opportunità) e questo non si realizza in alcun modo in antitesi con il libero mercato.
Al contrario un egualitarismo imposto dallo stato, è certamente in antitesi al libero mercato e allo stesso tempo può entrare in contrasto con i valori stessi della società che incarna ordinariamente valori di tipo meritocratico.

Un saluto.

Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Gennaio 2019, 12:50:49 PM

Vorrei, prendendo spunto da questo intervento dell'amico Baylam in: "L'origine della diseguaglianza",
dire qualcosa sul cosiddetto "sistema", e spiegare un attimo perchè, a parer mio, Baylam ha ragione.
La diseguaglianza non è, come molti credono, una scelta politica. O meglio, lo è "anche", ma non
principalmente.
La diseguaglianza è nei fatti; è "naturale";
....
Queste radici concettuali arrivano fino al 900 all'interno di quello che viene comunemente definito "capitalismo".
Nel "capitalismo" comunemente inteso, però, il potere dello "stato", quindi il potere della comunità, è ancora
ben presente (basti guardare, ad esempio, al pensiero di J.Stuart Mill). E' esso, il potere dello stato, che
ancora impone all'economia le sue "regole".
Il capitalismo, cioè, non è ancora diventato "sistema"; lo diventerà durante il 900 per opera del cosiddetto
"Marginalismo", e soprattutto di F.A. Von Hayek.
La base filosofica (quella "tecnica" è in un concetto del valore economico come valore di scambio fra gli
individui) di Von Hayek è che ogni cosa che riguarda la "politica"; gli stati; il Diritto; nasce dal continuo
interscambio fra privati individui. Nulla vi è di "costruito" (Von Hayek infatti parla della filosofia europea
tradizionale come di una filosofia "costruttivista"), cioè di imposto dall'alto da un potere sovrano.
Dunque tutto nasce in maniera "spontanea", dal perseguimento privato di un preciso interesse (si noti come
sia evidente, in Von Hayek, il concetto basilare di Adam Smith).
Il potere politico, lo stato, diventa allora non quel potere che può risolvere i problemi, ma quel potere che
alla risoluzione dei problemi è d'impaccio (come nel celebre: "lo stato non è la soluzione del problema, lo
stato è il problema" di R.Reagan).
Ecco allora che il "capitalismo", cioè quel sistema nel quale lo stato ancora imponeva le sue regole, diventa
"mercatismo", cioè diventa quel sistema in cui è il mercato, è l'economia, a dettare le regole allo stato.
Ora, riprendendo un attimo la tesi di Baylam, come lui osservo che non basta certamente un cambio di politica
"spiccia" per mutare un quadro culturale venuto a formarsi così, in questo modo, nei secoli.
E come lui aggiungo che non vi è nessuna classe dirigente che ha questo potere (alla classe dirigente sta
semmai molto bene questo stato di cose - essendo già classe dirigente che interesse avrebbe a cambiarlo?).
Perchè questo è il "sistema", ed il "sistema" siamo noi stessi.
saluti ed auguri di Buon Anno

Il capitalismo non ha inventato nulla in termini di gestione del potere. L'artificio di rendere "naturale" la disuguaglianza e la iniqua divisione delle funzioni sociali era già maturo all'epoca di Menennio Agrippa che ammansiva la plebe spiegando come funziona il corpo umano. Ma la retorica connessa era derivata direttamente dalla religione che in base ad una presupposta "legge divina" ungeva sovrani e ordinava preti per governare meglio la plebe e convincerla della "naturalezza" del marchingegno.

Il dio Capitale è l'evoluzione attuale della retorica e sostanza della specie dominante coi suoi sovrani-imprenditori e economisti-preti. Con la loro natura-mercato, ribellarsi alla cui "legge naturale" diventa sacrilego e illusorio. Il tutto esercitato dentro i templi della modernità dove si stampano santini monetari e si brucia incenso nei centri commerciali mentre i vescovi-finanzieri si ritrovano full time nelle cattedrali della borsa e delle banche centrali ove troneggiano i papi-governatori avvolti da un'aura di intangibile sacralità. Nulla di nuovo sotto il sole del potere.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

0xdeadbeef

Citazione di: anthonyi il 02 Gennaio 2019, 08:24:47 AM
Ciao 0xdeadbeef, ti ricambio gli auguri di Buon Anno, ho notato che nei tuoi ragionamenti tendi a sovrapporre il rapporto economia/società, con il rapporto stato/mercato, questo è evidente quando parli di Mill, ma lo stato e la comunità (O dimensione sociale) non sono la stessa cosa.
Non so se sai che Smith ha dedicato alla produzione di un'opera (Teoria dei sentimenti morali) che parla delle fondazioni della realtà sociale, e dei comportamenti comunitari più tempo di quanto ne ha dedicato alla Ricchezza delle nazioni, creando anche un forte problema interpretativo sull'essenza del suo pensiero, tuttora irrisolto (Smith sociale o individualista?).
Una forte socialità può essere la premessa di una maggiore eguaglianza (Perché esiste una maggiore predisposizione all'aiuto di chi è più debole, e perché le informazioni si trasmettono meglio e quindi vi è maggiore eguaglianza di opportunità) e questo non si realizza in alcun modo in antitesi con il libero mercato.
Al contrario un egualitarismo imposto dallo stato, è certamente in antitesi al libero mercato e allo stesso tempo può entrare in contrasto con i valori stessi della società che incarna ordinariamente valori di tipo meritocratico.

Un saluto.

Ciao Anthony
Mah, in sostanza dico che l'economia è diventata a tutti gli effetti potere politico...
Stato e comunità non sono "esattamente" la stessa cosa; ma è se mi permetti un sofisma, visto che in questo
genere di ragionamento (che non ha per scopo una distinzione "tecnica" fra le forme della politica) ritengo
che quel che importa è l'individuazione di un potere politico che sempre si instaura all'interno della
comunità (che sarebbe invero da distinguere dalla società). Un potere politico che, in genere, si identifica
con lo "stato" (tant'è che anche nei paesi anglosassoni quello è).
A me sembra che il pensiero morale di Smith sia riassumibile nel modo seguente: ognuno persegua il proprio
interesse personale e questo, per via di una naturale com-passione verso il prossimo, diverrà interesse
collettivo (in maniera del tutto identica al pensiero economico).
Questo genere di assiomi (in quanto tali evidentemente di matrice metafisica) nascono perchè si pretende
di conoscere l'"essenza" di una fantomatica "natura umana" (chiaramente ricondotta da Smith, in ossequio
alla cultura di cui è parte, all'"homo homini deus" di spinoziana origine), in maniera del tutto
speculare a coloro che ne ne parlano invece in maniera negativa (come l'"homo homini lupus" di Hobbes).
Il problema non è tanto nell'origine, quanto nel fatto che questi articoli di fede reggano
oggi tutta una impalcatura che si pretende "scientifica" (nella modernità si chiama "trickle and down";
consiste nel ritenere "automatico" il movimento di "sgocciolamento" della ricchezza dalle classi più
abbienti verso le meno, e la si insegna nelle più prestigiose - si fa per dire-  facoltà di economia.
saluti

0xdeadbeef

Citazione di: Ipazia il 02 Gennaio 2019, 09:55:24 AM
Il capitalismo non ha inventato nulla in termini di gestione del potere. L'artificio di rendere "naturale" la disuguaglianza e la iniqua divisione delle funzioni sociali era già maturo all'epoca di Menennio Agrippa che ammansiva la plebe spiegando come funziona il corpo umano. Ma la retorica connessa era derivata direttamente dalla religione che in base ad una presupposta "legge divina" ungeva sovrani e ordinava preti per governare meglio la plebe e convincerla della "naturalezza" del marchingegno.


Ciao Ipazia
Ti faccio però notare che anche il marxismo condivide con il liberalismo quest'idea dell'uomo come
"homo homini deus" (tant'è che la sovrastruttura statuale andrà annullandosi nel "comunismo").
Come per Smith il perseguimento dell'utile individuale va necessariamente a formare l'utile
collettivo (appunto perchè si pensano tutti gli uomini come dei S.Francesco), così per Marx
tutti gli uomini vivranno necessariamente in pace e prosperità una volta annullate le
strutture economiche e le sovrastrutture ideologiche che li opprimono. Perchè? Ma naturalmente
perchè tutti gli uomini sono pensati come buoni...
Mi spiace ma non credo che con certe basi culturali ci si possa efficacemente opporre al "mercatismo",
cioè al capitalismo divenuto sistema totalitario, ontologico direi.
saluti

Ipazia

Ciao Ox
Non vedo alternativa all'umanesimo per opporsi efficacemente all'inumanità del capitalismo. Non l'umanesimo ingenuo dei buonisti, ma un umanesimo che conoscendo il proprio nemico interno adotti gli opportuni correttivi razionali. Cos'altro suggeriresti ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

0xdeadbeef

Citazione di: Ipazia il 02 Gennaio 2019, 16:19:33 PM
Ciao Ox
Non vedo alternativa all'umanesimo per opporsi efficacemente all'inumanità del capitalismo. Non l'umanesimo ingenuo dei buonisti, ma un umanesimo che conoscendo il proprio nemico interno adotti gli opportuni correttivi razionali. Cos'altro suggeriresti ?

Ciao Ipazia
Mah guarda, anche Marx aveva perfettamente capito che con un generico "universalismo dei buoni sentimenti"
non si va da nessuna parte...
Aveva altresì, in nome del materialismo, rigettato il "soggetto storico" (nel nostro caso la comunità come
potere politico; come "stato"), ma per abbracciare l'"oggetto storico", cioè la "classe".
E', penso, inutile che io ti dica come e quanto questi argomenti siano stati dibattuti nel clima politico
successivo a Marx (come il "soggetto storico" sia ri-diventato centrale, ad esempio in Gramsci o in Lenin).
Ecco, secondo me va recuperata una visione nella quale il soggetto storico ridiventa centrale (non è uno
scherzo, perchè vuol dire rimettere in discussione l'intero materialismo storico; l'intera teoria per
cui la sovrastruttura ideologica è determinata dalla struttura economica).
Va, in parole povere, preso atto che la "classe" è risultata storicamente perdente (non è dunque questione
di giusto o ingiusto; ma, marxianamente, di crudo realismo), e che l'unico soggetto che può efficacemente
opporsi alla globalizzazione mercatistica è la comunità come "nazione".
E', naturalmente, un discorso molto lungo ed articolato (c'è anche da essere consapevoli di quanto "a destra"
esso possa portare...)
saluti

Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 02 Gennaio 2019, 16:40:26 PM

Va, in parole povere, preso atto che la "classe" è risultata storicamente perdente (non è dunque questione di giusto o ingiusto; ma, marxianamente, di crudo realismo), e che l'unico soggetto che può efficacemente opporsi alla globalizzazione mercatistica è la comunità come "nazione". E', naturalmente, un discorso molto lungo ed articolato (c'è anche da essere consapevoli di quanto "a destra" esso possa portare...)
saluti

Aspetta che gli operai cinesi e i minatori africani si rendano conto di che cosa può fare la classe operaia e poi ne riparliamo. L'antagonismo "nazionale" può essere solo un momento tattico di una fase storica in cui il Capitale si presenta in forma finanziaria globalizzata. Ma alla lunga (forse mica tanto) bisognerà tornare a fare i conti con l'internazionalismo proletario, con la reale classe dei produttori di ogni ricchezza e bene, globalizzati pur'essi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

0xdeadbeef

Citazione di: Ipazia il 02 Gennaio 2019, 17:01:25 PM
Aspetta che gli operai cinesi e i minatori africani si rendano conto di che cosa può fare la classe operaia e poi ne riparliamo. L'antagonismo "nazionale" può essere solo un momento tattico di una fase storica in cui il Capitale si presenta in forma finanziaria globalizzata. Ma alla lunga (forse mica tanto) bisognerà tornare a fare i conti con l'internazionalismo proletario, con la reale classe dei produttori di ogni ricchezza e bene, globalizzati pur'essi.


Ciao Ipazia
Non so, i camerieri delle catene "wok" dove a volte vado a mangiare mi sembrano molto orgogliosi di essere
cinesi, non camerieri...
Quanto agli africani, mi sembra si stiano ammazzando per la religione.
E comunque ritengo sia ancora troppo presto per una "proposta". Nel mio piccolo, visto che si parlava di
"battaglie" (perse in partenza) cerco quanto posso di sensibilizzare sui guasti del sistema mercatista;
sulla sua incongruenza; sulle sue basi falsamente scientifiche (e realmente teologiche).
Alle ultime elezioni ho votato Lega per disperazione. Non c'è nessun partito di sinistra che mi rappresenti
(tutti liberali, compreso quel Liberi e Uguali che inizialmente pensavo di votare, cioè tutti favorevoli
alla globalizzazione mercatista); forse "Potere al Popolo", ma ho pensato che la Lega fosse più vicina
di questi al, appunto, "popolo".
Ci vorranno decine di anni per fare un pò di chiarezza...
saluti

viator

#9
Salve. Mercatismo no. Idealismo ideologico no. Cos'altro ? Ci sarebbe una terza via.......purtroppo ripugna sia ai capitalisti che al popolo bue che agli idealisti acculturati.

Utopia più, utopia meno, diciamola : Una struttura di potere demomeritocratica avulsa da ogni possibilità personalistica, in cui i "rappresentati del popolo" vengono scelti e candidati da associazioni a base popolare, vengono eletti in democratiche elezioni nel corso delle quali essi non possono presentare la loro faccia ma solo i propri curricula certificati, una volta eletti diventano legislatori sindacando proposte di legge generate al di fuori della loro assemblea e conventicola (separazione dei poteri), lo fanno solamente attraverso votazioni segrete "piombate" per chiunque, rispondono non al territorio, non al partito (che non c'è più), non a chi li ha votati, ma unicamente alla propria coscienza e maturità di giudizio.

Ovviamente anche la restante struttura di una simile Repubblica ne vedrebbe delle belle (ma attualmente non ci sarebbe la divisione dei poteri ? Il Governo è il vertice del Potere esecutivo, come mai non viene espresso dell'interno di tale potere? Che significa l' esistenza di un Ministero della Giustizia, Che deve essere il Governo a stanziare i fondi per la Giustizia ? Ma per piacere ! I soldi li distribuisce chi sta al di fuori dei Poteri "operativi". Ad esempio la Presidenza della Repubblica o chi per essa, ovviamente sulla base delle disponibilità di Bilancio.
Vi assicuro che una simile utopia (della quale vi risparmio ulteriori numerosi e sorprendenti dettagli) è sia non meno seria che non meno ridicola di alcune altre che sono state coltivate (fallimentarmente) anche per decenni in tempi recenti grazie al seguito di centinaia di milioni di persone coinvolte in alcune decine di guerreggiamenti..

Sarebbe, nonostante la propria arida ed inconcepibile, disumana "impersonalità" solo molto mento sanguinaria.......ed oltretutto prontamente modificabile se non dovesse funzionare ammodino.

Ipotesi quest'ultima purtroppo certa, visto che il tallone d'achille di una simile costruzione sarebbe la mancanza di veri garanti, che invece per il mercatismo sono i plutocrati mentre per l'idealismo ideologico lo fu l'apparato militar-poliziesco. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 02 Gennaio 2019, 21:39:04 PM
vengono eletti in democratiche elezioni nel corso delle quali essi non possono presentare la loro faccia ma solo i propri curricula certificati,

0xdeadbeef, la tua utopia è in fondo l'esatto contrario del populismo (E dire che ti consideravo un populista), l'impero dei tecnocrati. Prova a riflettere poi su un punto, chi certifica i curricula, ma soprattutto come si costruiscono gli stessi, se io ho chi mi assume con ruoli di responsabilità da qualche parte questo fa curricula, ma chi è che mi assume, un tecnocrate, che quindi ha il potere oltre che di darmi lavoro, anche di farmi fare carriera politica.
Un saluto.

0xdeadbeef

Citazione di: anthonyi il 03 Gennaio 2019, 11:13:50 AM
Citazione di: viator il 02 Gennaio 2019, 21:39:04 PM
vengono eletti in democratiche elezioni nel corso delle quali essi non possono presentare la loro faccia ma solo i propri curricula certificati,

0xdeadbeef, la tua utopia è in fondo l'esatto contrario del populismo (E dire che ti consideravo un populista), l'impero dei tecnocrati. Prova a riflettere poi su un punto, chi certifica i curricula, ma soprattutto come si costruiscono gli stessi, se io ho chi mi assume con ruoli di responsabilità da qualche parte questo fa curricula, ma chi è che mi assume, un tecnocrate, che quindi ha il potere oltre che di darmi lavoro, anche di farmi fare carriera politica.
Un saluto.

Ciao Anthony
Non pretendo di essere coerentissimo nelle mie affermazioni, ma certo che se mi contraddicessi in
questo modo...
Mi hai scambiato per Viator, al quale mi riprometto di rispondere prima possibile.
saluti

viator

Salve Anthonyi. Tizio, il quale vorrebbe CANDIDARSI alla carica di Legislatore (=attuale deputato), dovrà risultare iscritto ad una delle ASSOCIAZIONI PROPOSITIVE (= (circa) attuali Partiti Politici). Presenterà a tale As.Pro. richiesta di venir da essa candidato, accompagnandola con un curriculum da egli stesso stesso (ovviamente tutti i dettagli procedurali vengono qui omessi).
Se l' As.Pro accetta la richiesta dell'aspirante candidato, il suo curriculum viene inviato ad apposita Autorità che ne verifica i contenuti certificandone la correttezza.
A tal punto Tizio diventa CANDIDABILE all'interno delle liste elettorali dell'As.Pro. di sua appartenenza. (potrà tuttavia ritirarsi in qualsiasi momento).
In occasioni di elezioni di un nuovo Potere Legislativo (= una delle due Camere, cioè l'Assemblea dei Legislatori (200 membri) - l'altra Camera sarebbe il Potere Rappresentativo (200 membri), di cui qui ora non parlo), la candidatura di  Tizio viene presentata e supportata dalla "sua" As.Pro. alla opinione pubblica degli Elettori.
I quali decideranno il loro voto sulla base dei contenuti del curriculum del Candidato, accompagnato da una sua libera "dichiarazione di intenti" relativa alle proprie opinioni, convinzioni, intenzioni. Vietato produrre immagine della propria faccia. Che importanza dovrebbe avere il viso di un futuro Legislatore ?.
Una volta eletto, Tizio, entrando a far parte di un nuovo, diverso, distinto e del tutto indipendente Potere dello Stato, verrà cancellato dagli iscritti della As.Pro. grazie alla quale si è candidato. Egli dovrà rispondere solo a sè stesso e resterà in carica con mandato a tempo indeterminato (ometto dettagli sull'Istituto della Censura nei confronti dei singoli Poteri, dei loro membri, della "decadenza" e delle dimissioni). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Freedom

Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Gennaio 2019, 12:50:49 PM
"Alle origini della disuguaglianza aggiungerei il caso, contro il quale non c'è politica o ideologia
che tenga.
Certo la disuguaglianza è del tutto naturale. Così come è altrettanto vero che se stamattina ci alzassimo tutti con la stessa cifra in tasca ognuno arriverebbe a sera con somme del tutto differenti da quelle iniziali.

Se tuttavia ti riferisci, per esempio, all' Égalité della Repubblica francese e comunque alle idee socialiste/comuniste o a una non meglio specificata uguaglianza che dovrebbe regolare le relazioni umane......bè il discorso cambia.

Sin dall'alba dei tempi un ristrettissimo gruppo di persone si è assunto l'onere, chiamiamolo così, del comando sugli altri. Per incapacità o impossibilità di fare altrimenti ha ritenuto di esercitare il comando medesimo usando ogni mezzo a sua disposizione. Per lo più servendosi della violenza.

Tranne brevissime parentesi storiche fortunate il gruppo di comando non ha esitato ad usare gli altri esseri umani come se non fossero persone umane ma animali. Spesso trattandoli peggio delle bestie.

Sorprende come poche persone (oggi qualcuno le quantifica nel uno per cento della popolazione mondiale ma probabilmente sono molti meno) siano riusciti, nei millenni, a sottomettere la maggioranza degli abitanti del pianeta ma tant'è.

Verosimilmente la ragione risiede nell'individualismo nonché egoismo esasperato che sottende la maggioranza delle azioni umane. Paradossalmente, pensando a Marx, la lotta di classe è stata vinta, stravinta dalla minuscola ma efficientissima classe dominante. Che ha stimolato, spingendolo fino a limiti inverosimili, ogni meschino egoismo e cecità intellettuale dei dominati.

Che oggi, stravolgendo ogni senso della realtà, belano ed inneggiano alle inderogabili necessità del mercato ed avallano, gaudenti, la soddisfazione di ogni desiderata della classe dominante. Non solo ritengono la povertà che avanza dirompente come necessaria ma persino giusta e sacrosanta. Applaudono felici alla disintegrazione della sanità e dell'istruzione pubblica (unico baluardo rimasto contro l'imbarbarimento finale della società) e fanno propri i disvalori inculcati dai dominati. E' oggi ritenuto giusto e naturale inseguire ogni sorta di piacere, ancorchè illusorio e malato, come quelli promessi dal successo ad ogni costo, dal rifacimento del proprio corpo a scopi estetici, dalla droga, dal sesso mercenario (non sto parlando della prostituzione!), dall'alienazione incarnata dai dispositivi tecnologici, etc.

C'è stato un tempo nel quale i dominati potevano vantare valori etici decisamente superiori ai dominanti. Valga per tutti la significativa solidarietà. I comunisti la chiamavano solidarietà di classe. Oggi, gli schiavi moderni, hanno perso quasi tutte le peculiarità che nobilitavano, nonostante la povertà materiale, il loro animo. Oggi scimmiottano, pateticamente, i loro padroni. 

Purtroppo la guerra è stata persa prima sul piano culturale, azzarderei spirituale, che su quello materiale.

Attualmente l'unica speranza di riscatto è affidata alle contraddizioni che, purtroppo o per fortuna, la classe dominante non è in grado di risolvere. In altre parole quando tornerà la fame.

Ma a quel punto, possiamo giurarci, rispolvereranno l'antico e nodoso bastone. E non penso che finirà bene.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

0xdeadbeef

Citazione di: viator il 02 Gennaio 2019, 21:39:04 PM
Utopia più, utopia meno, diciamola : Una struttura di potere demomeritocratica avulsa da ogni possibilità personalistica, in cui i "rappresentati del popolo" vengono scelti e candidati da associazioni a base popolare, vengono eletti in democratiche elezioni nel corso delle quali essi non possono presentare la loro faccia ma solo i propri curricula certificati,
Ciao Viator
Mah guarda, il problema che intendevo sollevare non era certo quello del ricambio delle elites...
Era invece quello di un "sistema" venuto a configurarsi in questo modo addirittura da secoli; un
"sistema" che non permette politiche diverse da quelle attualmente in uso (quindi il problema non
sono i politici, ma le politiche...)
saluti

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