Identità sociali, culturali, nazionali esistono? Hanno senso di esistere?

Aperto da Gasacchino, 11 Maggio 2016, 22:22:37 PM

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Gasacchino

Mi è capitato di trovarmi davanti alla questione dell'essere patriottici, del definirsi "italiani", come se ciò dovesse comportare un qualcosa di forte e sentito, quasi naturale, che per me non è. Partendo da questo punto mi son poi espanso arrivando alla classica diatriba del prima l'individuo o prima il gruppo? Io personalmente son abbastanza convinto che venga prima l'individuo, senza nulla togliere al vivere in una società, che credo sia uno degli aspetti in grado di rendere tanto forte l'essere umano al confronto con le altre specie animali, ma non amo questa pretesa di dover vivere secondo un qualcosa nel quale ci si trova alla nascita, senza un mao un perché.
Io personalmente non sento mia la storia romana o di qualsiasi altro popolo stato in Italia prima di me, certo che per arrivare ad oggi, come siamo oggi il passato è stato fondamentale, non per questo lo sento mio. Allo stesso modo non mi sento più in contatto con un piemontese o un pugliese piuttosto che con un canadese: ovviamente ci sono meno barriere comunicative, ma non li preferirò ad un'altra persona solo perché parlano la mia lingua, è plausibile che mi compiaceranno più i primi o la seconda e tutto ciò dipenderà dal tipo di persona che mi trovo davanti, non da un'etichetta che mi accomuna in quanto "italiano". Il mio gruppo, in quanto individuo che si deve autodeterminare, intendo crearmelo io: forse sarà composto da più italiani per ovvi motivi, ma non per questo è scontato che debba preferirli.In generale penso che il concetto di nazionalità non sia poi molto forte, sono pochi i collanti tanto potenti da poter ambire ad unire delle persone al fine che si sentano un unico popolo. Un esempio potrebbe essere la religione: che tende a definire maggiormente uno stile di condotta morale e di vita, anche se come dimostrano i fatti del nostro tempo e della storia complessivamente, nemmeno questa risulta essere poi tanto unita. Pure in questo caso il motivo credo sia l'individuo che non può accettare un qualcosa di dato e cerca la sua via, la quale non sempre coincide con quanto prestabilito dal gruppo. 
Questa è solo un'opinione, che d'altronde non può nemmeno essere attuata nell'attuale situazione delle cose, ma sarei comunque curioso di sapere cosa ne pensate.

paul11

Penso che le crisi aiutino ai processi di identificazione.
Nei ragazzi delle crisi adolescenziali; nelle famiglie; nei popoli.
E' la storia che costruisce il termine Patria. Come il luogo che storicamente è la radice,l'origine identificativa di persone.
E' la casa in cui siamo nati,il suo quartiere e le sue persone, i nostri vecchi coetanei.
L'identificazione non è quindi un processo statico, è una dinamica che ritornando al concetto di crisi, o separa o unisce, ma mai è più come prima,proprio perchè c' è altra storia che si è sedimentata su storia precedente.
L'Italia ha poco il concetto di patria che non è da scambiare per sciovinismo,nazionalismo, ma come "casa" ,quell'origine che ci attrae in qualunque altro luogo del mondo ci troviamo. E' un legame affettivo,prima ancora che concetto logico,ideologico, sociologico e appunto culturale .Perchè queste sono "mode", vanno e vengono,Un concetto come Patria si sedimenta per storie, per tradizioni, per costumi e consuetudine e tramandata per generazioni.E quel termine crisi è il passaggio necessario affinchè vi sia una conquista,un diritto, una libertà, un autodeterminazione di appartenenza. Un affrancamento legato ad un luogo da trasmettere ad altre generazioni.
Anche quì sotto sotto, scavando, c'è una sacralità laica, dei simbolii.
Stiamo perdendo anche questi. una memoria da ricordare,dei figli da rispettare.

Jacopus

Tutte identità che esistono ancora ma che sono messe in profonda crisi dal modello del capitalismo globale attuale. L'individuo è il prototipo ideale per questo modello, perchè nella sua singolarità è un consumista perfetto, incapace inoltre di opporre qualunque resistenza e qualunque ideologia oppositiva al capitalismo globale. E' un po' come entrare in un non-luogo come i centri commerciali: merci in vendita per singoli individui in luoghi senza storia e senza anima. Del resto questo modello esasperato finisce per stritolare lo stesso capitalismo globale perché rende le strutture di potere anomiche, fa perdere il concetto di "padre" di "autorità" di "gerarchia" in nome del "no limits", del diritto a consumare, della ricerca della felicità ad ogni costo. Ma il capitalismo globale nella sua ricerca del massimo profitto non sempre è in grado di darsi dei limiti, anche quando quei limiti potrebbero garantirgli la sopravvivenza. Staremo a vedere quello che accadrà nel prossimo futuro.

Proprio per tutto ciò che ho esposto sono patriota, mi riconosco anzi di più nella antica storia romana che nell'Italia di oggi. Allora infatti Roma, senza alcuna vanagloria o imperialismo nostalgico, creò il primo impero occidentale, la prima cultura occidentale e permise la trasmissione di quei valori che ci distinguono da ogni altra cultura, prima assorbendo la civiltà ellenistica e poi quella giudaico-cristiana. Come si fa a non essere orgogliosi di questa romanità? Come si fa a non considerare l'importanza della lingua latina parlata in gran parte del mondo occidentale dal 200 A.C. al 1600 D.C? Per ben 1800 anni, mentre il tanto amato inglese è lingua comune del mondo da appena 70 anni.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Gasacchino

Quindi vi considerate patriottici? Vi identificate nell'etichetta italiano, riconoscendovi in tutti coloro che appartengono a questo gruppo? Ed in base a questa appartenenza le vostre decisioni vengono condizionate?

Jacopus permettimi inoltre un'osservazione: non discuto il tuo amore per l'Impero Romano (mi sento di non condividere questa immedesimazione), devo però farti notare che come l'inglese è la lingua internazionale da soli 70 anni, anche il latino in un preciso momento fu la lingua più diffusa da soli 70. L'inglese, come l'allora latino, parte da zero per poi essere o meno la base di un futuro che verrà.

paul11

Citazione di: Gasacchino il 16 Maggio 2016, 23:13:35 PMQuindi vi considerate patriottici? Vi identificate nell'etichetta italiano, riconoscendovi in tutti coloro che appartengono a questo gruppo? Ed in base a questa appartenenza le vostre decisioni vengono condizionate?
Da cosa deduci che sarei patriottico,cosa significa per te patriottico? Che cosa vuol dire etichetta italiana?Io vedo molti modi di vivere e sentirsi italiani, addirittura regionalizzato. Non sono condizionato dall'essere italiano, ma sicuramente influisce implicitamente, è indotta una tradizione educativa che non è una scelta, nella educazione fino all'adolescenza. E questa è un'identità con cui ci si incontra e si scontra.

anthonyi

La discussione sulle identità nazionali richiama, come è logico, il riferimento allo scarso senso patriottico del nostro paese. Non possiamo dimenticare che noi Italiani siamo stati separati da differenti staterelli fino a 150 anni fa. Uno dei più forti meccanismi di identificazione patriottica scatta nelle guerre o sommosse che chiamano in causa il popolo ma noi non ne abbiamo avute pochissime.

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