I vantaggi dell'urbanistica preindistrustriale ed europea

Aperto da InVerno, 11 Ottobre 2022, 09:08:37 AM

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InVerno

Topic teoricamente molto lungo, ma svilupperò il resto solo se vedrò che c'è interesse, cosa che dubito, ma vediamo.


L'altro giorno sono stato colpito da un affermazione di un magnaschei produttore di automobili che denunciava il clima di "antagonismo ideologico" verso le automobili, che ha definito "autofobia". Prevedendo, io,  che l' "autofobia" prenderà il sopravvento nei prossimi anni, nonostante le migliori pubblicità, man mano che le automobili raddoppiano di prezzo e dimezzano l'autonomia (elettriche) e diventano sempre più un oggetto di lusso (continuate pure a sperare nell'economia di scala), mi volevo lanciare in un analisi riguardo al fatto che l'urbanistica europea parte con un grande vantaggio in questa transizione, comparativamente a quella americana, e che questo potrebbe essere, se adeguatamente sfruttato, un gigantesco vantaggio per un economia del futuro.

Zoomando dal satellite in una periferia qualsiasi periferia americana troverete questo:




Come si è arrivati a questo disastro, che conoscerete bene dalla moltitudine di film americani che lo rappresentano, è una storia lunga e complicata, che mescola segregazione razziale, schemi di Ponzi, e assoluta prioritarizzazione del profitto davanti ad ogni altra logica. Non è realmente importante, importante è che vivere in questo luogo senza un automobile è semplicemente impossibile. Mettete "il pallino" in una qualsiasi di queste periferie, e scorprirete che siete a chilometri da scuole, negozi, ristoranti e qualsiasi altra forma di servizio di base. Presa l'auto, vi toccherà incolonnarvi su una delle arterie principali dove stanno costruendo un'altra corsia in sfregio a qualsiasi nozione di domanda indotta, morire nel traffico per arrivare in centro dove sono accumulati tutti i servizi, cercare un gigatesco parcheggio per automobili sovradimensionate, e tentare di raggiungere il servizio che desiderate mentre traversate una città pensata per le auto, non le persone, mentre vi tentano di tirare sotto il cofano da destra e sinistra, senza alcuna possibilità di movimento pedonale e ciclistico. La chiamavano "rapallizzazione" in sfregio alla simpatica città di Rapallo, che in confronto a questo disastro urbanistico è una pallida imitazione, perciò sarebbe meglio chiamarla "suburbanizzazione americana".

Ma InVerno, checcevole, basta metterce er bus. E invece no, l'inculata di questo modello urbanistico è data dal fatto che è praticamente irriformabile, se non attraverso una sana dose di bulldozer. Il motivo è presto detto: la densità abitativa è talmente bassa, che per qualsiasi mezzo pubblico che ragionevolamente lavorerà "a fermata" è praticamente impossibile da adattare e rendere economico, perchè ovunque voi piazziate "la fermata" servirete in un ragionevole raggio di distanza da percorrere a piedi un centinaio di utenze, mentre se piazzate una fermata in un qualsiasi centro urbano europeo, potrete servire (e farvi pagare) da venti volte le utenze, e nel caso americano le distanze da percorrere per raggiungere il servizio sono triplicate necessitando, di capienze mastodontiche. Se guardate infatti una periferia a caso italiana, non solo troverete una mescolanza di fabbricati a diversa densità abitativa, ma anche una moltitudine di servizi entro una ragionevole distanza, che potrebbero anche convincervi a camminare o prendere la bicicletta. (nota a margine: mentre gli oligo\monopoli internazionali se magnano tutta la libera impresa a favore di grandi magazzini sovietici - Liberismo yuhu! - questo vantaggio sta in realtà svanendo, ma può essere ripristinato)

L'urbanistica americana è progettata sulla macchina e per la macchina, se togli la macchina, l'urbanistica non ha senso. E' anche per questo che i geniali inventori americani come Elon Da Vinci, propongono boiate tragicomiche come queste per affrontare la transizione: https://www.youtube.com/watch?v=NFWZWDqyV2I
Sicuro che non vi sarete fatti ingannare dalle mirabolanti promesse del Ponzi dei Gonzi, sapete già qual'è l'unica invenzione di cui abbiamo bisogno per una mobilità senza automobile, energeticamente ed umanamente efficiente: il treno. Su strada, su binario, sott'acqua, nel tunnel, il treno è senza ombra di dubbio il mezzo di trasporto del futuro, per qualsiasi tratta che non preveda l'attraversamento di un oceano o debba servire zone rurali e sperdute.

Ma InVerno, gli USA so stati fatti sulla ferrovia, la ferrovia è la storia dell'america. Lo era, nel 1800. Ma se vi piacciono i dindini sonanti, sui treni non ci mettete le persone, puzzano, sono irrazionali, pagano poco.. ci metti le merci, quelle si che pagano bene e del trasporto di persone te ne strafotti, fai passare i binari nelle zone industriali non quelle abitate etc etc. E una volta che la frittata urbanistica è fatta, se volete costruire sei binari nel centro di NewYork, auguri.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Va bene, inverno, le nostre città hanno spesso origine medioevale o addirittura si sviluppano sulla pianta romana, sono carine, ma la loro parte bella é solo per pochi eletti. Gli altri o vanno nel semicentro con i palazzoni, oppure i più fortunati stanno in periferia nelle loro villette.
Dico più fortunati perché mentre in Italia le villette costano care, negli USA e in Canada il costo di una villetta é tale che in tanti se la possono permettere.
La differenza é che mentre in Italia quelli che stanno nelle villette in periferia, quando devono andare al centro, rimangono imbottigliati in strade che originariamente erano state previste far transitare carri e cavalli, in America si circola bene perché tutto é progettato per le automobili. 

InVerno

#2
Estetica e costi, temi che non ho affrontato, ma che effettivamente possono completare.
Va da se che l'estetica è soggettiva, io personalmente avrei difficoltà a scegliere tra una periferia monoresidenziale di villette identiche una all'altra ed i "palazzoni" simil-krushovka che si trovano spesso nelle periferie italiane, estensione verticale od orizzontale, tuttavia, dal punto di vista funzionale, sia logistico che energetico, i secondi vincono a mani basse, a partire dal fatto che possono ospitare servizi pubblici economici e permettono servizi diffusi vista la densità abitativa. I primi, con quelle  tre are di giardino e un pezzo di garage, saranno leggermente più "carini", ma è una carineria che costa cara per via dell'estensione territoriale di tutte le infrastrutture necessarie a farle funzionare. Tu sostieni che i costi siano inferiori.. Ma inferiore è anche quello che ottieni. Sono case prefabbricate in legno, vita media 70-100 anni, non sono usa e getta come quelle giapponesi (circa 30anni di durata) ma il punto è che stai comparando mele e pere, la storia è un pò quella dei tre porcellini.
In generale comunque, mentre il valore del denaro va a ramengo, il valore del "mattone" aumenta, tanto che in generale, è difficile permettersi sia uno che l'altra, e infatti dal punto di vista "housing" la crisi è generalizzata in entrambi i sistemi.
Riguardo al traffico invece ti sbagli di grosso: controlla le statistiche di quanto tempo viene passato in auto, e vedrai. Aumentare le corsie di una strada induce solamente domanda di altre auto, avrai 16 corsie, ma sempre imbottigliato stai


Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

La comparazione tra i costi delle case é fatta a parità di qualità, non parliamo solo di tecnologie basate sul legno, ma anche di quelle in muratura. La storia poi che le case fanno il loro tempo dovrebbe valere anche per noi, sempre poco attenti alla sicurezza, aspettiamo che la casa ci caschi in testa, spendiamo tanti di quei soldi per manutenere edifici vetusti, pericolosi, poco isolati e poco tecnologici. Nel conto hai dimenticato la qualità della vita e quanto siano importanti gli spazi verdi per essa. Io sono sempre vissuto con un giardino ad accesso immediato e, quelle volte che mi sono trovato a non averlo, a non poter vedere il verde dalla finestra, la depressione é stata grande.
Sul traffico non ti so dire, sul gra situazioni come quella della foto che riporti non sono eccezionali.
A Roma centro c'é ancora chi ricorda mitologica ente di avere partecipato al grande ingorgo, alla fine degli anni 80, quando i vigili a sera tarda passarono tra le automobili bloccate invitando tutti ad andare a casa a piedi, dormirci su, e poi con calma tornare il giorno dopo per cercare, con la luce del giorno, di sbrogliare la matassa. 

InVerno

Condivido la claustrofobia di cui parli, salvo che, sarò viziato, ma avere uno zerbino verde di 10metriquadri fuori dalla porta non mi solleva particolarmente da questa sensazione di oppressione esistenziale. Il verde è ottimo per ogni cosa, ma è inutile far finta di avere ciò che non si ha, quando si potrebbe avere molto di più.
Urbanisticamente si può prendere l'esempio del cosidetto superblock o della supermanzana, che ho visto all'opera a Barcellona, e che è un modello applicabile a qualsiasi periferia europea, ma non americana. Si tratta di pedonalizzare quartieri razionalizzando la viabilità motorizzata, l'esempio classico è questo:



Con queste semplici restrizioni, lo spazio fuori dall'uscio dei palazzoni, al netto degli zerbini verdi, diventa di nuovo antropico. Quella che era una strada trafficata su due corsie + linea parcheggi, diventa una zona antropica dove i bambini possono uscire a giocare, dove le attività commerciali riaprono e dove c'è di nuovo comunità e socialità, la stessa che c'era ed era la normalità nelle città preindustriali, ma ci siamo così dimenticati di essa, che ci siamo dimenticati non solo della possibilità di averla, ma anche del bisogno di essa. Ogni spazio dato all'auto è uno spazio tolto alla vita umana, costruire più corsie per togliere il traffico, non solo è stupido ed inefficiente, ma è un ulteriore tassello nella deumanizzazione sociale.


Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

In realtà c'é una soluzione ancora migliore, intuita addirittura da Leonardo da Vinci in un progetto di ristrutturazione presentato(e bocciato) per la città meneghina.
Una città a due livelli, quello inferiore, sotterraneo, per il transito dei veicoli, commerciali e non, quello superiore, per la bellezza e la vivibilità umana. 

Jacopus

#6
Se vogliamo fare un discorso molto generale su estetica, vivibilità e architettura, credo che ancora una volta, dovremmo implementare il livello culturale prima di quello economico. Sono i tanti parvenu, "i truzzi coi sordi", uno dei mali dell'Italia. Gente con buona disponibilità di soldi ma che non ha nessuna pretesa estetica o dì sensibilità storico/culturale. Nel mio paese ligure, ad esempio, c'è un bel centro storico, esattamente come uno se lo aspetta. Case colorate, persiane. Attorno casermoni per i villeggianti padani. Il pensiero fortemente depressivo si fa largo quando si constata che i casermoni non sono solo quelli costruiti negli anni 60/70, in pieno boom economico. Recenti obbrobri hanno fatto la loro apparizione. Case che starebbero bene in un territorio anonimo, ma non in un paese con notevoli resti medioevali e un centro storico integro. Ma gli acquirenti dei casermoni non hanno, appunto, la sensibilità per comprendere la bruttezza di quelle case. Hanno sempre vissuto nella bruttezza e non hanno mai avuto tempo, voglia, stimoli necessari per comprendere cosa significa armonia, bellezza, assonanze, paesaggistica. Materialisticamente, basta avere un tetto, che costi poco (poco è un eufemismo, diciamo che le case si sono ridotte a 30-40 mq e si pagano comunque tanto) e dire di avere la casa in riviera. Il consumo del territorio diventa così stratosferico e il turismo internazionale si riduce, inevitabilmente. Sono stato nuovamente in Francia. Mi serve per disintossicarmi. Avete mai visto i paesini della campagna francese. Poche deturpazioni, un richiamo all'architettura tradizionale anche quando si costruisce ex-novo. I paesi si inseriscono così armoniosamente nel territorio. Altro esempio molto interessante. Andate a Bordighera. C'è la Bordighera medioevale. Un gioiello racchiuso nelle mura. Poi c'è la Bordighera degli inglesi. Grandi ville sulle pendici del paese, attorniate da giardini e strade dritte. Poi c'è il lungomare, costruito in pieno boom edilizio. Vi accoglierà un caos da pulp fiction, la pagoda giapponese, accanto al ranch texano, che si appoggia al grattacielo in stile brasiliano e più  avanti la casetta alpina. Racchiusa in una città la storia dell'Italia e la sua incapacità a disciplinare il suo gusto estetico.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 12 Ottobre 2022, 13:01:42 PMIn realtà c'é una soluzione ancora migliore, intuita addirittura da Leonardo da Vinci in un progetto di ristrutturazione presentato(e bocciato) per la città meneghina.
Una città a due livelli, quello inferiore, sotterraneo, per il transito dei veicoli, commerciali e non, quello superiore, per la bellezza e la vivibilità umana.
Il problema di questa idea, che è in buona parte utilizzata correntemente, è che ha  margini di utilizzo complicati quando si tratta di adattare l'esistente, è invece ottima nella pianificazione di nuove città, ma chi le costruisce più? Le costruiscono i Saudi, che hanno presentato un progetto che sfrutta il concetto che proponi, la città di Neom, una città lineare di 170km di lunghezza con transiti sotterranei.


https://www.youtube.com/watch?v=0kz5vEqdaSc

Purtroppo le buone notizie finiscono qui, il resto è esattamente quello che ci si aspetta quando un dittatore pianifica città, l'urbanistica deve dimostrare quanto è lungo il suo pene (170km!), non essere funzionale o intelligente. Non mi metto a fare la critica di queste vele di Scampia luccicanti costruite in una dittatura che la trasformerà in un panopticon di sorveglianza millimetrica, però penso che già dal video un idea ve la potete fare da soli, la distopia presentata con i fiocchi. Ci faranno anche le olimpiadi invernali, nel deserto!

@Jacopus. Mentre vai in Francia ti consiglio, se non conosci ancora, di visitare due paesi, uno è Baiardo l'altro è Bussana Vecchia. Sono molto interessanti perchè entrambi sono stati colpiti gravemente da un terremoto che ha fermato il tempo, ma le filosofie di ricostruzione e reabitazione sono molto diverse. A Baiardo troverai un esempio di conservazione della parte medievale\celtica e di contaminazione con l'architettura del primo novecento molto affascinante a ridosso delle alpi, mentre Bussana è stata praticamente occupata da hippy e artisti ed è penetrata da spontaneismo artistico e fantasia, e migliaia di microabusi edilizi. Perchè chi è mai andato a vedere un fabbricato costruito secondo i piani regolatori? Nessuno. Tralaltro se vedi il pirata di Bussana (noterai un maiale grufolante all'ingresso e un jolly roger) vallo a conoscere, è un pò come l'osteria abisso, ma vacci di mattina, di pomeriggio ha già bevuto troppo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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