Menu principale

I social

Aperto da iano, 15 Febbraio 2020, 18:34:12 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

Noi non siamo metro per noi stessi , perché il metro non si misura , almeno nella misura in cui esiste un noi stessi ben definito.
Ogni novità tecnologica diventa parte di noi , ma quando ancora nuova ,e non ancora del tutto noi , funziona come una lente di ingrandimento su ciò che siamo/eravamo.
E , neanche a dirlo , ciò che vediamo spesso non ci piace , ma poi ci limitiamo a criticare la novità e il mezzo .
Non possiamo misurarci , ma possiamo osservare il nostro diventare altro quando avviene , quando l'osservatore e l'osservato hanno contorni sfumati, osservare il nostro assemblarci ,nella misura in cui siamo tecnologia che si ingloba , mentre ciò avviene.
C'è quindi un momento "magico" in cui possiamo osservare il nostro divenire , se non il nostro essere.
Stiamo vivendo questo momento?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Phil

Credo che difficilmente possiamo non essere misura di noi stessi (come individui e come cultura); anche quando ci poniamo in una scala di valutazione che non è la nostra, è sempre nostro il modo di posizionarci (o di accettare un posizionamento fatto da altri). Il problema è che tale unità di misura (l'"io" o il "noi") cambia, cambiando di conseguenza il risultato delle sue stesse misurazioni. Se a questo aggiungiamo che la storia, con i suoi numerosi "prodotti", ci fornisce sempre nuovi "oggetti" da misurare, la combinazione dialettica fra cambiamento in fieri dell'unità di misura e cambiamento in fieri del misurato, rende l'attività di misurazione meno perentoria di quanto forse si vorrebbe (persino le unità di misura internazionali sono state recentemente ridefinite e riparametrate: fondamenti convenzionali migliorati da altri fondamenti convenzionali ma più esatti).
Il tentativo di autocomprensione "in corsa", mentre cambiamo al cambiare della tecnologia e dei tempi, da un lato lascia intravvedere alcune costanti (ataviche, inconsce, "etologiche", comportamentali, etc.), dall'altro è soprattutto la loro differente declinazione nell'attualità a richiedere di essere decifrata.
La "socialità tecnologica" è oggi luogo privilegiato di tale decifrazione, cambiando il mezzo cambiano le dinamiche  anche di attività non certo inventate oggi: il bullismo, lo stalking, l'hate speech, le truffe, etc. Per quanto riguarda invece quella categoria di medium che dà il titolo al topic, è da notare come presenti alcuni fattori di assoluta novità: tematiche come privacy, big data, diritti di immagine, revenge porn, (dis)informazione e fake news, fanno dei social media un fenomeno tanto incisivo quanto senza precedenti (come dimostra l'arrancare della legislazione in merito); ad esempio è piuttosto difficile spiegare ai nonni, volendo usare un paragone con i loro tempi, cos'è il "digital detox".

Sariputra

Le dinamiche relazionali restano più o meno le stesse, anche sui social: volontà d'imporsi verbalmente, manifestazioni di rabbia, litigiosità, prepotenza, bullismo ecc.. Il "vestito" dell'uomo  è cambiato, cambia e cambierà ancora. Interiormente l'uomo non è però parimenti cambiato. Usa la tecnica per manifestare sempre le solite dinamiche ataviche. Invece di un asasyyn viene mandato un drone, ma lo scopo rimane identico: uccidere.
La tecnica serve principalmente per far soldi. Spesso ci dimentichiamo di quali imperi finanziari sorgono su di essa. C'è anche indubbiamente una ricaduta utile per tutti, ma non è generalmente il motivo principale per cui si cerca d'imporre una nuova tecnologia. Per fare un esempio: da quest'anno sono cambiati i programmi software ministeriali a cui le agenzia di pratiche automobilistiche devono adeguarsi. Contariamente alle premesse i tempi si sono allungati, invece di accorciati. tanto che Sermetra ha protestato e continua a protestare per l'intasamento delle agenzie stesse.Ma qual'era lo scopo che il Ministero si era prefisso? Accorciare i tempi? No, lo scopo era quello di delegare il lavoro che fino ad oggi spettava al personale della Motorizzazione alle stesse agenzia, così da poter ridurre il personale pubblico e attuare un taglio delle spese. Una decisione politica che poi si è servita delle possibilità dell'attuale tecnologia digitale. Le agenzie col tempo si adegueranno obtorto collo e dopo infiniti  accidenti lanciati dal loro personale. Pian piano riusciranno a velocizzare il tutto e poi arriveranno forse a lavorare con gli stessi tempi e non con quelli biblici attuali.
Lo stesso per l'elettrificazione del parco auto. A regime è un business colossale per le case automobilistiche perché solo nella costruzione di un motore elettrico si risparmia il 75% di parti. Quindi serve all'incirca un 75% in meno di forza lavoro. Con ovvi vantaggi di spesa. E con migliaia di licenziamenti già annunciati. Però le auto elettriche costano ( e costeranno ancora per un bel pò d'anni) molto di più di quelle tradizionali con motore termico. Il margine di profitto per le case si moltiplica. Quindi vai col battage pubblicitario martellante. Devi essere "green", altrimenti il mondo perirà... Non occorre essere geni per capirlo. Al di là delle sempre più severe normative sulle emissioni di CO2.
La tecnologia è il "braccio armato" del capitalismo finanziario, tanto che si usa ormai abitualmente la definizione di "tecnocapitalismo".
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

anthonyi

Citazione di: Sariputra il 15 Febbraio 2020, 23:51:49 PM
Le dinamiche relazionali restano più o meno le stesse, anche sui social: volontà d'imporsi verbalmente, manifestazioni di rabbia, litigiosità, prepotenza, bullismo ecc.. Il "vestito" dell'uomo  è cambiato, cambia e cambierà ancora. Interiormente l'uomo non è però parimenti cambiato.
In realtà, Sari, una differenza c'è. Dai social ti puoi tirare fuori quando vuoi, e hai una certa garanzia di anonimato. Questo riduce fortemente la sanzione possibile dopo un comportamento sbagliato, per cui i comportamenti sbagliati sono molto più diffusi sui social che nella realtà. Persone che si comportano gentilmente con il proprio vicino di casa per quieto vivere, poi, sfogano le loro frustrazioni sul web, nei modi che conosciamo.
In realtà io non sono neanche convinto che sia socialmente dannoso, se uno ha l'opportunità di sfogare la sua rabbia sul web, magari, evita di procurarsi un'arma da fuoco e fare una strage.
Un saluto

iano

#4
A me sembra che quello che vediamo sotto la lente di ingrandimento del nuovo mezzo , (cioè il come siamo/eravamo ,che non ben distinguevamo ) è la prevalenza delle parole d'ordine che aggregano corpi, rispetto alle verità  che aggregano spiriti.
Non è che la verità abbia perso peso .
Ne aveva già poco.
Questo in diversa misura , se facciamo un esame di coscienza , ci riguarda tutti.
Chi frequenta i forum dovrebbe aver notato questa tendenza sentendosene coinvolto.
Esclusi i presenti , cosa che "veramente penso".
Fatte salve amicizia , cortesia , buona educazione sopra la media.
, qui nessuno è accondiscendente , il che potrebbe confondersi con malsana volontà di prevalere , che però qui mi sembra a normale livello umano , sotto del quale si potrebbe sospettare essere noi dei robot.
Poi non so' se vale per altri forum di filosofia , o se bisogna fare solo i complimenti a Ivo Nardi.
Si potrà obiettare , parlando di verità, che ognuno ha la sua verità, ed è vero , come questo forum dimostra.
Ma qui si parla , per converso , di parole d'ordine " in se' ", la cui distanza da ogni possibile verità non bisogna dimostrare.
Non bisogna in effetti dimostrare a chi si aggrega attorno a queste parole d'ordine che sono nel torto.
Loro lo sanno già.
Ma la verità non è la loro priorità.
Questa non priorità è ciò che ci mostra l'incolpevole lente.
Quando la parola d'ordine si fa' corpo là si difende con i mezzi con cui si difenderebbe l'integrita' del corpo , e non con la ragione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve Sariputra. Citandoti : "Accorciare i tempi? No, lo scopo era quello di delegare il lavoro che fino ad oggi spettava al personale della Motorizzazione alle stesse agenzia, così da poter ridurre il personale pubblico e attuare un taglio delle spese".
Infatti l'andazzo della progressiva informatizzazione dei rapporti tra produzione ed istituzioni da una parte e clienti-utenti-cittadini prevede il trasferimento dai primi agli ultimi di tutti gli oneri trasferibili ma SOPRATTUTTO la completa SPERSONALIZZAZIONE dei RAPPORTI e la conseguente DERESPONSABILIZZAZIONE circa ciò che in precedenza il comparto pubblico o l'Amministrazione dovevano fare. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

Citazione di: viator il 16 Febbraio 2020, 12:26:40 PM
Salve Sariputra. Citandoti : "Accorciare i tempi? No, lo scopo era quello di delegare il lavoro che fino ad oggi spettava al personale della Motorizzazione alle stesse agenzia, così da poter ridurre il personale pubblico e attuare un taglio delle spese".
Infatti l'andazzo della progressiva informatizzazione dei rapporti tra produzione ed istituzioni da una parte e clienti-utenti-cittadini prevede il trasferimento dai primi agli ultimi di tutti gli oneri trasferibili ma SOPRATTUTTO la completa SPERSONALIZZAZIONE dei RAPPORTI e la conseguente DERESPONSABILIZZAZIONE circa ciò che in precedenza il comparto pubblico o l'Amministrazione dovevano fare. Saluti.
Sariputra ha messo il dito nella piaga.
Per quanto riguarda il mio ristretto ambiente di lavoro ho natato quanto segue.
L'introduzione dei nuovi mezzi tecnologici nel lavoro non viene ordinata , ma liberamente proposta.
Se questa libera proposta viene unanimemente accolta , bene.
E così succede.
Diversamente , se non fosse accolta?
Posso testimoniare che quell'uno contrario , se c'è, diventa un grosso problema.
Quell'uno poi comunque si arrende , perché accusato dai colleghi di essere retrogrado e di rifiutare il progresso.
In genere si accettano i nuovi mezzi con naturalezza e disinvoltura , senza rendersi conto minimamente delle conseguenze.
Non è questione di rifiutare ma di dire la propria sul loro governo.
Poi una volta accettato il mezzo , in piena incoscienza , arriverà il momento in cui ci si lamenterà delle conseguenze senza più poter dire la propria.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

InVerno

Citazione di: anthonyi il 16 Febbraio 2020, 07:34:25 AMIn realtà, Sari, una differenza c'è. Dai social ti puoi tirare fuori quando vuoi, e hai una certa garanzia di anonimato. Questo riduce fortemente la sanzione possibile dopo un comportamento sbagliato, per cui i comportamenti sbagliati sono molto più diffusi sui social che nella realtà. Persone che si comportano gentilmente con il proprio vicino di casa per quieto vivere, poi, sfogano le loro frustrazioni sul web, nei modi che conosciamo.
In realtà io non sono neanche convinto che sia socialmente dannoso, se uno ha l'opportunità di sfogare la sua rabbia sul web, magari, evita di procurarsi un'arma da fuoco e fare una strage.
Questa storia dell'anonimato è un pò sopravvalutata, capisco che se le persone si percepiscono anonime il loro comportamento viene influenzato tanto quanto lo fossero effettivamente, ma penso anche che in generale la buona parte si renda conto che il fatto che mi chiamo "InVerno" non significa che qualcuno che mi volesse perseguire non riuscirebbe a farlo, anzi ci riuscirebbe molto facilmente. Mi sembra più un anonimato "da confusione", lo stesso dei bar, dove uno semplicemente inferisce che vista la mole di assurdità e sciocchezze che circolano, è molto improbabile che verrà perseguito proprio lui.  Nella storia del carnevale fatta da Altamarea, molto completa e interessante, si è dimenticato un dettaglio cruciale, il carnevale veneziano originale durava anche sei mesi. La socialità tecnologica è in questo senso una carnevalata che dura tutto l'anno.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve Iano. Dal tuo spunto : "Poi una volta accettato il mezzo , in piena incoscienza , arriverà il momento in cui ci si lamenterà delle conseguenze senza più poter dire la propria".
Mi è già successo di definire il cosiddetto progresso come "quell'andamento delle cose che provvede a semplificare ciò che è complesso al prezzo della complicazione di ciò che è semplice". Questa per me è la PRIMA LEGGE DEL PROGRESSO.

Hai presente la quantità di carta che veniva prodotta l'interno di un qualsiasi ufficio prima dell'avvento dell'informatizzazione ? Un dì ci dissero che sarebbe tutto finito in un posto quasi a prova d'incendio, in cui le informazioni sarebbero diventate incorporee e tutte disponibili con un "clic".

Se tuttora lavori invece saprai benissimo che la quantità di carta è AUMENTATA, grazie al fatto che il computer permette di estrarre rapidamente ed a bassissimo costo un sacco di dati che prima non si potevano elaborare o che non valeva la pena di elaborare o che avrebbero richiesto troppo tempo per venir elaborati.

Ciò semplicemente perchè ora c'è la possibilità di fare ciò che un tempo sarebbe stato utile ma non risultava necessario. Ha sempre funzionato così, ma oggi la cosa si è fatta frenetica. E' LA SECONDA LEGGE DEL PROGRESSO : "la disponibilità di un qualsiasi strumento innovativo ne crea prima l'uso, poi l'abuso ed infine la dipendenza". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Sariputra

@Viator
Sono d'accordo con te...questa volta (ma anche altre... ;D )
Sono appena tornato dalla banca dove dovevo fare una certa operazione che richiedeva, come ormai in generale, la famigerata "firma digitale":
-Schiacci qui-
-Qui?-
-Perfetto. Adesso schiacci qui...-
Qui?-
-Sì, Adesso faccia la firma per esteso.-
-Ecco fatto.-
-Bene.Adesso schiacci ancora qui.-
-Ho finito?-
-Sì.Schiacci qui ed è fatto.-
Ora, capisco che così la banca mette in memoria l'operazione senza dover stampare carta, ma certamente non accorcia i tempi per l'utente che, come nel caso del personale delle agenzie , si ritrova complicata la vita e non semplificata. Un semplice 'ghiribizzo' su un foglio è molto più semplice e veloce..Infatti avevo pure dovuto attendere parecchio perché il cliente prima di me aveva "mandato in blocco" (cit.del cassiere) il tablet... Naturalmente tutto questo giova però al "sistema" che te la 'venderà' come una scelta , oltre che pratica e sicura, pure "green". Notoriamente le banche infatti hanno sempre avuto a cuore l'ambiente, è una cosa risaputa... ::)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

iano

Citazione di: viator il 17 Febbraio 2020, 14:49:36 PM
Salve Iano. Dal tuo spunto : "Poi una volta accettato il mezzo , in piena incoscienza , arriverà il momento in cui ci si lamenterà delle conseguenze senza più poter dire la propria".
Mi è già successo di definire il cosiddetto progresso come "quell'andamento delle cose che provvede a semplificare ciò che è complesso al prezzo della complicazione di ciò che è semplice". Questa per me è la PRIMA LEGGE DEL PROGRESSO.


LA SECONDA LEGGE DEL PROGRESSO : "la disponibilità di un qualsiasi strumento innovativo ne crea prima l'uso, poi l'abuso ed infine la dipendenza"
Belle queste leggi.😊
Si semplifica per il gestore e si complica per l'utente.
Il tutto senza gradualità e omogeneità nell'introduzione.
La seconda legge parla di dipendenza in termini negativi suppongo .
Ma in effetti sembra descrivere le fasi graduali che fanno diventare la tecnologia parte di noi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

Citazione"quell'andamento delle cose che provvede a semplificare ciò che è complesso al prezzo della complicazione di ciò che è semplice"
Il progresso in realtà non semplifica. O meglio, semplifica nel senso di rendere la vita più comoda, poiché trasferisce l'energia necessaria alla riproduzione (in ogni senso, vitale, generazionale, culturale, tecnica) dall'uomo alla tecnica.
È ovvio che il prezzo da pagare è l'aumento della complessità.  Ma noi italiani, spesso incantati da sogni fra l'arcadico e il medievale, vorremmo il comfort offerto dal progresso senza adeguarci in termini di conoscenze e di gestione di quella complessità. È il solito archetipo che ci perseguita degli "antichi meglio dei moderni" (e probabilmente c'entra anche il mito del peccato originale), salvo poi usufruire a piene mani di ciò che la modernità ci offre. Quella complessità che quindi chiamiamo "complicazione" e che vorremmo spezzare alla vecchia maniera, con un bel taglio al nodo di Gordio, come si racconta che fece il maschio alfa Alessandro il Macedone.
La seconda legge di Viator ricalca più o meno lo stesso schema. La ruota è stata una innovazione. Ne abbiamo abusato? Ne siamo dipendenti? Certo che sì ma allora siamo dipendenti anche dalle forchette, dal pane, dai vestiti, dai pettinino e dal sapone.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Sariputra

C'è anche un altro archetipo che ci perseguita: "Il nuovo è sempre meglio del vecchio"...Il che è tutto da dimostrare.

cit.@Iano:"Si semplifica per il gestore e si complica per l'utente.
Il tutto senza gradualità e omogeneità nell'introduzione.
La seconda legge parla di dipendenza in termini negativi suppongo .
Ma in effetti sembra descrivere le fasi graduali che fanno diventare la tecnologia parte di noi."


Il segreto sta nel farci credere che è meglio per l'utente. Diventa parte di noi 'obtorto collo'. O con entusiasmo o con rassegnazione, quella è la minestra che passa il convento. Se non t'adegui muori (sicuramente in senso sociale..)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 17 Febbraio 2020, 15:24:39 PM
Ora, capisco che così la banca mette in memoria l'operazione senza dover stampare carta, ma certamente non accorcia i tempi per l'utente che, come nel caso del personale delle agenzie , si ritrova complicata la vita e non semplificata. Un semplice 'ghiribizzo' su un foglio è molto più semplice e veloce..Infatti avevo pure dovuto attendere parecchio perché il cliente prima di me aveva "mandato in blocco" (cit.del cassiere) il tablet... Naturalmente tutto questo giova però al "sistema" che te la 'venderà' come una scelta , oltre che pratica e sicura, pure "green". Notoriamente le banche infatti hanno sempre avuto a cuore l'ambiente, è una cosa risaputa... ::)
Lo schiribizzo a mano sarà pure più veloce, ma viene archiviato nell'ammasso di papiri bancari della filiale fisicamente conservato in faldoni, a differenza della firma digitalizzata che è inserita in un database globale ed accessibile anche dall'antartico in una frazione di secondo. Insomma, c'è una falsa equivalenza nel dire che il risultato è lo stesso, perchè non lo è, seppur sia certamente dibattibile l'utilità di questo progresso (così come se siano più "verdi" i server o la carta). Non c'è da illudersi, se anche inventassero un microchip che premuto un pulsante svolgesse tutto il lavoro del mondo, fisico e digitale, gli uomini si metterebbero (o sarebbero ordinati) di scavare buche e riempirle di nuovo, perciò fondamentalmente non avvertirebbero la differenza. Vanità delle vanità, tutto è vanità.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Discussioni simili (5)