I due tipi di "razzisti"

Aperto da Eutidemo, 06 Settembre 2019, 14:19:17 PM

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Eutidemo

Al riguardo, occorre distinguere due tipi di "razzisti":
1)
Coloro che sono convinti dell'esistenza di razze diverse, ma sono anche convinti che nessuna razza, nessuna specificità umana può rivendicare supremazie o prevalenze rispetto ad ogni altra.
2)
Coloro, invece, che non solo sono convinti dell'esistenza di razze diverse, ma sono anche convinti che alcune razze (tra cui la loro, ovviamente), possano rivendicare supremazie o prevalenze rispetto ad ogni altra; ovvero sono convinti che gli appartenenti ad alcune specifiche razze, siano "proprio a causa della loro razza", particolarmente infidi e socialmente, economicamente, finanziariamente  e politicamente pericolosi .

***
Al riguardo, quando ero bambino, anche io facevo parte della prima categoria, in quanto è innegabile che ci siano persone che presentano caratteri somatici differenti; anzi, a dire il vero, ero anche convinto che esistesse:
- la razza dei biondi;
- la razza dei mori;
- la razza dei rossi.
Chissà perchè, i castani li assimilavo alla razza dei mori! :D

***
A dire il vero, all'epoca, anche la scienza era ancora divisa al riguardo, ma, ormai, NON PIU'; a parte, ovviamente, gli "pseudo-scienziati" razzisti per pregiudizio.
Ed infatti, con i progressi della genetica, è ormai scientificamente dimostrato che la diversità biologica all'interno di ogni popolazione è altissima, il quanto  oscilla tra il 93 al 95 per cento; il che significa che la stragrande maggioranza dei geni umani sono già presenti in un solo gruppo di persone, a prescindere dal loro aspetto fisico (bianchi, gialli, neri).
Inoltre anche questi geni sono diffusi un po' ovunque sul pianeta, ed esistono pochissimi tratti che sono caratteristici di un solo gruppo omogeneo di persone; quindi, non è possibile contraddistinguere questa o quella razza in base a caratteristiche somatiche o del metabolismo, in quanto queste sono ovviamente dettate dai geni, che però a loro volta non sono specifici di bianchi, neri, gialli o rossi, ma si trovano mescolate in tutti loro in tutte le parti del mondo.

***
Nonostante questo risultato, e studiando con particolare attenzione i pochissimi geni che sono caratteristici di ogni popolazione, gli studiosi hanno tuttavia tentato di dividere comunque l'umanità in gruppi, con un programma di computer che raggruppa i pochi geni simili.
Il risultato più logico che ci si aspettava, era che ne risultasse la suddivisione della specie umana in cinque grandi gruppi corrispondenti vagamente ai continenti, come io avevo studiato a scuola, e cioè:
1) Eurasiatici, che comprendevano europei veri e propri, mediorientali e popolazioni dell'Asia centrale e meridionale.
2) Est asiatici.
3) Africani.
4)  Amerindi (pellerossa).
5) Oceanidi.
I ricercatori facevano notare che il numero cui è giunto il programma stesso è solo quello che meglio si attaglia, per così dire, a una logica geografica di divisione della specie; dovuta principalmente ad ovvie ragioni climatiche...ma non a costituzioni genetiche sostanzialmente differenti.
Ed infatti, anche a livello di "specie", l'"homo sapiens" originario, proveniente dall'assolata Africa, aveva l'aspetto complessivo degli africani odierni, mentre il "neanderthal", vivendo in Europa, era di pelle bianca; dopo l'invasione, in migliaia di anni, i "neanderthal" si estinsero, ed i "sapiens" europei che li avevano sostituiti diventarono tutti bianchi (gialli quelli migrati ad est e così via).

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In Brasile un altro gruppo di studio, con la stessa finalità, ha esaminato un gruppo più limitato di uomini provenienti dal grande paese sudamericano e di altre popolazioni; e così ha scoperto che, se pure esistono alcuni tratti genetici particolari che possono distinguere un gruppo da un altro, questi geni non hanno niente a che fare con aspetti fisici come il colore dei capelli o della pelle (con i quali non distinguiamo ad occhio le presunte razze).
Con loro grande sorpresa, i genetisti hanno infatti scoperto che uomini dichiaratamente "bianchi" avevano il 33 per cento di geni amerindi e il 28 per cento di geni africani; anzi, addirittura, il gruppo di persone classificate come neri aveva una proporzione molto elevata di geni non africani, il 48 per cento.
Il che dimostra che è molto fuorviante identificare il colore della pelle con la stirpe o la provenienza geografica.

***
Pertanto, dividere gli uomini in''gruppi'' caratterizzati da differenze di pelle o da altre caratteristiche è scientificamente scorretto; tuttavia, poichè effettivamente gli Aficani sono "neri" e i Cinesi "gialli", non c'è assolutamente niente di male a classificarli come uno preferisce. :)

***
Coloro che, invece, non solo sono convinti dell'esistenza di razze diverse, ma sono anche convinti che alcune razze (tra cui la loro, ovviamente), possano rivendicare supremazie o prevalenze rispetto ad ogni altra, sono doppiamente in errore: perchè è ovvio che se le razze non esistono, non ce ne può essere una superiore all'altra!
E poi in quale senso una "presunta" razza dovrebbe essere superiore ad un'altra:
- in campo letterario?
- in campo musicale?
- in campo religioso?

***
In verità, i "razzisti suprematisti", spesso confondono il concetto di "razza" con quello di "cultura"; e, ovviamente, a seconda dei periodi storici, alcune culture possono essere (in senso molto generico) più "progredite" di altre.
Ad esempio, nell'alto medioevo, la cultura araba era sicuramente più "progredita" della nostra sotto molteplici aspetti; scientifici, civili, sociali ecc. Basti pensare al  Califfato di Cordova rispetto ai molto più primitivi regni cristiani dell'epoca.
Ma si tratta solo di fasi storiche, in quanto non si può negare che, attualmente, la nostra cultura sia in una fase alquanto più progredita di quella araba; sebbene in futuro le cose potrebbero ancora ribaltarsi.
Intendo dire che non solo non c'è una razza superiore ad un altra (per il semplice fatto che le razze non esistono), ma non c'è neanche una cultura superiore ad un'altra; sebbene, in diverse fasi storiche, possano verificarsi situazioni di prevalenza alterna.

***
Infine, c'è anche da considerare che il concetto di "progresso" o anche di "evoluzione civile", sotto alcuni aspetti, è molto discutibile; ed alcuni specifici caratteri culturali ne prescindono.

anthonyi

Ciao Eutidemo, come dice Ipazia questo argomento è campo minato, e io provo a spiegarti perché secondo me tu stai mettendo il piede su una delle sue mine.
Non esistono due razzismi, ne esiste uno solo ed è quello che tu specifichi nel punto 2.
Il punto 1, che potremmo definire idea razziale, descrive invece un modo di classificare gli esseri umani come ce ne sono tanti altri, l'altezza per esempio.
Il problema è che questo modo di classificare gli esseri umani è stato utilizzato come strumento per costruire il razzismo, questa è la ragione per la quale anche argomentazioni di cui al punto 1 sono problematiche anch'esse.
Chi sostiene le argomentazioni del punto 1, in effetti, denota quanto meno una disponibilità a scivolare verso quelle del punto 2.
Sappiamo d'altronde che le affermazioni esplicitamente razziste sono soggette a sanzioni morali e a volte anche legali, per cui l'idea razziale diventa un comodo surrogato per il razzista occulto e un po' paravento.
Un saluto

Lou

#2
A livello scientifico pare assodato che l'esistenza di razze differenti all'interno della specie umana sia una tesi scorretta a livello biologico.
Questa destituzione di validà scientifica, supportata da ampi studi, restituisce a ogni tipo di classificazione razziale inerente la popolazione umana, la sua realtà: un mero costrutto sociale che trova le sue radici in paure ancestrali che riposano sulla paura e volontà di supremazia , dando vita a discriminazioni, stereotipi, pregiudizi, genocidi e stermini. A operazioni politiche e propagandistiche, spesso pseudo/fantascientifiche del tutto volte a giustificare le peggio nefandezze di gruppi su altri gruppi.
Altro aspetto interessante è che questa destituzione, lungi dal cancellare la distintitività, l'unicità e le differenza di ogni umano rispetto all'altro, afferma una comunanza nella differenze e nella diversità, a mio parere non resta che provare a crescere e superare le paure.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

InVerno

Citazione di: anthonyi il 06 Settembre 2019, 15:31:13 PM
Ciao Eutidemo, come dice Ipazia questo argomento è campo minato, e io provo a spiegarti perché secondo me tu stai mettendo il piede su una delle sue mine.
Non esistono due razzismi, ne esiste uno solo ed è quello che tu specifichi nel punto 2.
Esistono più tipi di razzismo, tante quante sono le diverse motivazioni ad inducere alla conclusione suprematista, che ovviamente origina pretese suprematiste diverse. Ne seppe qualcosa Jesse Owens che diede la mano ad Hitler ma non ricevette nemmeno un telegramma da Roosvelt. Diversi suprematismi a confronto. La razza per alcuni è una questione sanguigna, per altri comprende anche la cultura, per altri ancora è la cultura, sia essa rappresentata da ideologie politiche o religiose o altro. Non distinguerle rende solo più difficile identificarle. Mettere l'altro nella posizione di "subumano" è il primo passo prima di dargli una bastonata in testa, perchè altrimenti l'empatia ti fermebbe.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 07 Settembre 2019, 07:11:51 AM
Citazione di: anthonyi il 06 Settembre 2019, 15:31:13 PM
Ciao Eutidemo, come dice Ipazia questo argomento è campo minato, e io provo a spiegarti perché secondo me tu stai mettendo il piede su una delle sue mine.
Non esistono due razzismi, ne esiste uno solo ed è quello che tu specifichi nel punto 2.
Esistono più tipi di razzismo, tante quante sono le diverse motivazioni ad inducere alla conclusione suprematista, che ovviamente origina pretese suprematiste diverse. Ne seppe qualcosa Jesse Owens che diede la mano ad Hitler ma non ricevette nemmeno un telegramma da Roosvelt. Diversi suprematismi a confronto. La razza per alcuni è una questione sanguigna, per altri comprende anche la cultura, per altri ancora è la cultura, sia essa rappresentata da ideologie politiche o religiose o altro. Non distinguerle rende solo più difficile identificarle. Mettere l'altro nella posizione di "subumano" è il primo passo prima di dargli una bastonata in testa, perchè altrimenti l'empatia ti fermebbe.

Per carità Inverno, se si tratta di identificare meglio le tipologie di razzismo concordo in pieno. Quello che era il mio problema, nel discorso con Eutidemo, era la costruzione di categorie intermedie tendenti a costruire ragionamenti che esplicitamente non sono  razzisti, ma comunque predispongono alle idee razziste.
Un saluto.

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 06 Settembre 2019, 15:31:13 PM
Ciao Eutidemo, come dice Ipazia questo argomento è campo minato, e io provo a spiegarti perché secondo me tu stai mettendo il piede su una delle sue mine.
Non esistono due razzismi, ne esiste uno solo ed è quello che tu specifichi nel punto 2.
Il punto 1, che potremmo definire idea razziale, descrive invece un modo di classificare gli esseri umani come ce ne sono tanti altri, l'altezza per esempio.
Il problema è che questo modo di classificare gli esseri umani è stato utilizzato come strumento per costruire il razzismo, questa è la ragione per la quale anche argomentazioni di cui al punto 1 sono problematiche anch'esse.
Chi sostiene le argomentazioni del punto 1, in effetti, denota quanto meno una disponibilità a scivolare verso quelle del punto 2.
Sappiamo d'altronde che le affermazioni esplicitamente razziste sono soggette a sanzioni morali e a volte anche legali, per cui l'idea razziale diventa un comodo surrogato per il razzista occulto e un po' paravento.
Un saluto

Sono  d'accordo sul fatto che, chi sostiene le argomentazioni del punto 1, in effetti, denota quanto meno una disponibilità a scivolare verso quelle del punto 2; spero solo che questo non sia sempre vero, come nel caso di Leibnicht, che mi sembra in perfetta buona fede. :)

Eutidemo

Ciao Lou. :)
Il tuo è un bellissimo intervento, che, secondo me, dovresti ampiare; soprattutto con riguardo alle reazioni neuronali del sistema limbico.
Leggi questo interessantissimo passo di un articolo scientifico sull'empatia.



Queste le aree cerebrali interessate, rilevate con il neuroimaging.


Un saluto! :)

Eutidemo

Il moderatore mi ha suggerito di spostare qui il seguente post:

***
Nel 1932 Benedetto Croce considerava sostanzialmente analoghi i due termini,  scrivendo: "Non coltivò la Germania nessun pensiero del genere che non fosse coltivato altrove, sebbene, conforme a certe sue tradizioni, carezzasse in particolare <<l'etnicismo, o razzismo,>> e attribuisse l'attivismo al germanismo". 
Non dice <<l'etnicismo ed il razzismo>>, bensì dice <<l'etnicismo, o razzismo,>>.
In altre parole, l'"etnicismo" è sostanzialmente solo un eufemismo verbale per non dire "razzismo"; cioè sarebbe come dire "scorie azotate", per non dire "cacca"! 
***

viator

Salve. Male fece il Croce. Complice la mancanza di posteriori approfondimenti che affliggeva la cultura dell'epoca, egli non tenne o non potette tener conto del corretto significato dei due distinti termini : RAZZA=insieme dei connotati GENETICI ed eventualmente ANATOMO-FISIOGNOMICI.................................ETNISMO=insieme dei connotati CULTURALI, STORICI e TRADIZIONALI. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Ciao Viator :)
A parte il fatto che Croce è sempre Croce, per quanto concerne la mancanza di posteriori approfondimenti che affliggeva la cultura dell'epoca, se veniamo all'epoca attuale, la risultanza su GOOGLE delle attuali definizioni del termine "etnismo" suona "Ideologia o prassi ispirata all'esaltazione di un'identità etnica".


***
Ovviamente, nulla vieta di optare per definzioni diverse; tra le quali la tua "ETNISMO=insieme dei connotati CULTURALI, STORICI e TRADIZIONALI".
Però temo che tu sia caduto in un errore semantico, in quanto hai confuso il termine "ETNISMO" con il termine "ETNIA", al quale solo corrisponde perfettamente la tua definizione.
Ed infatti: "ETNIA = insieme dei connotati CULTURALI, STORICI e TRADIZIONALI di una determinata comunità".
Cioè, è l'"ETNIA", e non è certo l"ETNISMO", a costituire l'insieme dei connotati CULTURALI, STORICI e TRADIZIONALI di una determinata comunità.

***
Il suffisso "ISMO", infatti, serve per indicare determinate dottrine e ideologie che si ispirano ad un fenomeno, per affermarne esaltarne determinati aspetti, generalmente rispetto a fenomeni contrapposti.
Ad esempio:
a) 
Il termine "FEMMINA"  denota l'insieme dei connotati fisici e psicologici della donna.
b)
Il termine "FEMMINISMO", invece, denota una ideologia volta ad esaltare il ruolo della donna, rispetto a quello dell'uomo.

***
Allo stesso modo:
a) 
Il termine "ETNIA"  denota l'insieme dei connotati storici, culturali e tradizionali di una determinata comunità.
b)
Il termine "ETNI(CI)SMO", invece, denota una ideologia volta ad esaltare il ruolo di una determinata etnia, o razza -per chi crede che esistano-, rispetto ad un altra (ovvero a tutte le altre).

Un saluto. :)

Ipazia

Per oltrepassare il livello dialogico della scomunica, inviterei a riflettere sullo scontro attuale che non è di tipo etnico-razzista ma di tipo culturale. Ormai tutti hanno recepito la vulgata scientifica sulla improponibilità di ricorrere a fattori fisicalistici per distinguere e quindi contrapporre le "razze" umane. E anche il concetto di etnia, in sostituzione a razza, per eseguire le stesse operazioni si è rivelato debole e pericoloso.  Per cui proporrei per rendere la discussione più succulenta e meno manichea di insistere sul concetto di cultura. Che in tedesco riverbera pure il concetto gemello di civiltà (Kultur).

Nel qual caso la discussione diventerebbe: Esiste uno scontro di civiltà ? Difesa della propria cultura e tradizioni o melting pot multiculturalista ? Sovranismo o globalismo ?

E il primo motore immobile di questa dialettica aspra è il sangue o qualcosa di molto più liquido ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: Ipazia il 07 Settembre 2019, 16:58:42 PMOrmai tutti hanno recepito la vulgata scientifica sulla improponibilità di ricorrere a fattori fisicalistici per distinguere e quindi contrapporre le "razze" umane.
Non so se è il caso di discuterne qua, ma vorrei far notare che sono parecchi anni - in parte per l'interesse connaturato degli eugenetisti - che la diatriba su quoziente intellettivo e razza continua ad esistere. Qualche anno fa ad un sondaggio tra i ricercatori che si interessano dell'argomento è risultato che almeno il 50% pensa che esistano cause ereditarie nella determinazione dei QI, e pochissimi in realtà lo escludono in assoluto come fattore. In ambito accademico quasi nessuno vuol prendersi carico di chiarire la questione (salvo che non voglia fare scalpore editoriale),  per timore di ciò che si potrebbe trovare e le implicazioni politiche annesse. Il questa aria di indeterminazione e forse anche un pò vigliaccheria  intellettuale, una serie di gruppi di destra sta provando a buttare benzina sul fuoco. In America che io sappia, il dibattito tra razza e QI è pubblico  e attivo anche se non è ancora arrivato al dibattito politico "mainstream". Ovviamente nessuno ha mai chiarito il nesso tra QI e biologia, ma io non mi sentirei in una botte di ferro come tu affermi.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

Per Inverno. In realtà non conosco l'argomento ma in generale, attribuire un nesso fra razza e Q.I. credo sia azzardato, visto che siamo dotati tutti dello stesso materiale genetico e organico.
Altro discorso è invece quello relativo alla ereditarietà dell'intelligenza, trasmissibile di generazione in generazione, come ogni altro carattere ereditario. Trasmissibilità che è solo una precondizione dello sviluppo dell'intelligenza, la quale, per maturare ha bisogno anche e soprattutto di stimoli ambientali.
Per finire l'intelligenza come la memoria non è facilmente categorizzabile e lo stesso modello dei test per il Q.I. ha ricevuto e continua a ricevere critiche in proposito.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: InVerno il 08 Settembre 2019, 09:24:30 AM
Ovviamente nessuno ha mai chiarito il nesso tra QI e biologia, ma io non mi sentirei in una botte di ferro come tu affermi.

Non mi sento in una botte di ferro e non ne sento neppure la necessità perchè contrariamente ai politicamente corretti non ho paura della verità. Non a caso ho usato l'espressione "vulgata scientifica". I paradigmi, come insegna T.Kuhn, sono alquanto volubili e la falsificazione è sempre dietro l'angolo. In ogni caso, anche se la vulgata cambiasse, non è un buon motivo per rinunciare ad un'etica umanistica che ultimamente è divenuta persino a-specistica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Citazione di: Eutidemo il 07 Settembre 2019, 13:50:44 PM
Ciao Lou. :)
Il tuo è un bellissimo intervento, che, secondo me, dovresti ampiare; soprattutto con riguardo alle reazioni neuronali del sistema limbico.
Leggi questo interessantissimo passo di un articolo scientifico sull'empatia.



Queste le aree cerebrali interessate, rilevate con il neuroimaging.


Un saluto! :)
Ti ringrazio per il passo che mi hai indicato, sono argomenti che io trovo affascinanti. L' universo umano è vasto e per molti aspetti enigmatico, per quanto mi riguarda accolgo con estremo interesse gli studi scientifici che indagano e cercano di approfondire le conoscenze in merito ai nostri comportamenti, in questo caso i razzismi, in ogni loro forma espressiva, ritengo - come ogni fenomeno -,  meritino attenzione e indagine e debbano essere descritti per poter essere spiegati, compresi ed eventualmente superati. Quanto mi indichi avvalora l'ipotesi, a quanto comprendo, l'empatia in qualche modo sia una risposta legata  a percezioni di somiglianza o dissomiglianza. È antica l'idea del "simile che conosce il simile", la paura di chi percettivamente presenta caratteri  dissimili ai tratti a cui i nostri "abiti" mentali sono abituati ritengo sia l'ingresso appunto della "paura del diverso", terreno su cui si fonda la discriminazione su cui i razzismi possono esistere e delle cui conseguenze abbiamo testimonianze di cui ho già accennato . L'attitudine a discriminare è parte fondamentale della percezione e dei costrutti stessi che ne derivano, se non discriminassimo il muro dalla porta aperta avremmo sei problemi a muoverci da un (di)-stanza all'altra, banalmente. Il punto che non riesco a individuare è come tra umani, non si riesca a capire che non ci siano nè porte, nè muri che di-stanza siamo e apparteniamo a questa stanza di popolazione che può esser capace di ripensarsi per sdoganarsi da ataviche paure e ristrutturare le proprie risposte in modo meno re-attivo e più consapevole.
È questo un commento libero, nulla più.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

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