I diritti degli altri animali

Aperto da Eutidemo, 12 Ottobre 2021, 07:11:57 AM

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viator

Salve InVerno. Citandoti : "Anima-ti sono quegli organismi complessi capaci di movimento".


Suvvia, una simile definizione non rende onore ai contenuti cerebrali e culturali che mi sembra di doverti riconoscere !.


Anzitutto l'espressione "esseri animati" non ha nulla di scientifico, risalendo alla tradizione teosofica la quale ha sempre voluto che il possesso di un'anima (privilegio umano) fosse pregiudizialmente connesso al possesso di una "anima vitale", cioè di ciò che permette di esprimere la vita nel suo complesso (anche quella degli individui privi di "anima spirituale").



Al di là di ciò, la definizione biologica di vita - al di là di ogni afflato spiritualistico - sarebbe, molto semplicemente "il vivente è l'individuo che possiede un metabolismo e che si riproduce". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#16
Viator. In realtà non è proprio così. In primo luogo perchè esistono forme di vita che possono vivere soltanto in colonie di più individui come l'anthozoa e quindi non ha senso parlare di individui. In secondo luogo tu parli di vivente che è cosa diversa da "animale". Il regno degli "animalia" è caratterizzato da: eterotrofia, ovvero necessità di sintetizzare il nutrimento attraverso cellule organiche e dalla presenza di cellule eucariote e dalla suddivisione specialistica dei tessuti. Questo è il regno degli "animalia", dall'uomo all'insetto. Poi ci sono altri regni ovvero, plantae, fungi (che sono eterotrofi e non autotrofi e quindi non possono essere plantae, ma non hanno specializzazione dei tessuti e quindi non sono animalia), Bacteria (che sono procarioti e quindi non sono eucarioti), Archaea (che sono bacteria molto antichi, che vivono in condizioni proibitive, in assenza di ossigeno). E poi ci sono altri regni piuttosto discussi, protista, chromista e ovviamente anche il regno dei virus, che sono forme di vita al limite, non avendo metabolismo proprio. Essere animato quindi non è riconducibile all'anima, nel linguaggio tassonomico da Linneo in poi, ma ad uno specifico regno delle forme viventi, che non racchiude però tutti gli esseri viventi che esistono nel mondo.E comunque la tua definizione di essere animato è valida, tranne che per i virus, ma volevo solo illustrare la differenziazione dei regni, non essendo più utilizzabile quella classica, di Linneo, di regno animale, vegetale e minerale.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. Ti ringrazio della profusione tassonomica, la quale interesserà molti ma non me. Omaggio al grande, grandissimo Linneo, ma credo proprio che la biologia sia una cosa e la tassonomia un'altra.

A me sembra che la biologia sia il quadro la tassonomia - invece - i nomi dei soggetti comparenti nel quadro.



Se esistono (non dubito) "creature" (............e rieccoci alla teosofia) che da sole non riescono a sopravvivere, vorrà appunto dire che lo !"individuo" biologico sarà consistente non in un singolo organismo ma dell'aggregato minimo di singoli che riesca a sviluppare un metabolismo collettivo e riesca e riprodursi in tutto od in parte. Salutissimi.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Viator. La tassonomia serve per classificare gli organismi biologici e sulla base di quella classificazione comprendere i meccanismi biologici e la loro evoluzione. Quindi possono anche non interessarti ma sono comunque fondamentali. Il pensiero umano è fondato sulla capacità di discernimento e di distinzione.
Inoltre un individuo singolo ha regole di sviluppo diverse da un individuo che vive in colonie e definire una colonia "individuo" è errato.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

atomista non pentito

Caro Viator , puoi anche utilizzare proficuamente ( con me) tutti i sofismi di cui sei ampiamente padrone , ed inoltre farlo con la convinzione di essere nel giusto.... senza dubbi mai come dice una canzone , neanche quello di non aver capito il concetto perché l'interlocutore si e' male espresso ... mea culpa  (non prendiamo peraltro neanche in considerazione la possibilita' che Tu non abbia capito e basta). Lascia perdere la termodinamica perché penso che né Tu ne io ci mangiamo ( e neanche la specie umana tutta) Cio' che sostenevo io non e' un anelito al suicidio collettivo e' che la stupidita' che ci distingue dagli altri animali (superiorita' ?) ci portera' a farlo senza volerlo. Questo e' nei fatti se , come stanno facendo gia' parecchi luminari , si guarda un po' piu' in la di domani Quindi ( giustamente fai notare) non sara' un suicidio.
Chiamalo pertanto come vuoi.
Ciao

iano

#20
A scrivere di diritto scrivo di ciò che poco conosco, ma su cui Eutidemo, massimo esperto del forum, mi induce.
Ma da perfetto ignorante penso di poter esprimere un punto di vista del tutto alternativo e forse perciò  interessante.
Che sia l'anima, o qualcosa di convenientemente meno sfuggente , si parla del diritto di categorie di viventi individuabili in base a caratteristiche che li distingua in modo per quanto possibile certo, perché certa deve essere l'applicabilità della legge.
Ai fini pratici la presenza delle suddette caratteristiche serve ad individuare a chi la legge vada applicata.
In genere qui si dice che la legge va' applicata ad un insieme di individui, di cui si può fare elenco, in quanto possiedono precise caratteristiche che li distinguono.
Dal punto di vista mio, di ignorante, mi chiedo se la legge vada applicata a certi individui, in quanto portatori di certe caratteristiche , o se le caratteristiche abbiano solo il pratico obiettivo di fare un elenco cui la legge si applicherà.
Quello che emerge di fondamentale è che la legge non può applicarsi in modo universale.
Definire un elenco cui applicarla è una necessità pratica, prima che etica.
Naturalmente una volta fatto l'elenco, nessuno impedisce di ampliarlo o rimaneggiarlo come si crede.
Ma il punto centrale è che occorre sempre un elenco .
Se si fa' parte dell'elenco si hanno certi diritti. Diversamente no.
Come si costituisce l'elenco è cosa meno importante, ma il modo in cui lo si fa' diventa importante a posteriori, avendo  inevitabili implicazioni.
Il diritto , sempre da ignorante, mi viene da pensare dunque che non abbia implicazioni morali di per se', ma il modo in cui si decide di costituire l'elenco degli aventi diritto invece si.
Naturalmente da ignorante ho usato i termini in modo inappropriato, ma spero si sia capito il senso.


Una volta fatto l'elenco, in qualsiasi modo si sia deciso di farlo, come già detto, possiamo decidere di ampliarlo.
È quello che abbiamo fatto includendo gli altri animali, ma bisognerebbe specificare quali, perché l'elenco richiede sempre di essere ben definito. Il resto conta, ma conta meno.
Il punto è non lasciare nulla di indefinito, sennò ognuno potrà dire, perché questo si e quello no?
In base a quale criterio?
Per poter rispondere in modo certo il criterio dovrebbe coincidere con l'elenco stesso.
Bisognerebbe poter rispondere, ha diritto perché è nell'elenco.
È l'impossibilità di farlo materialmente che ci costringe a ripiegare poi sui criteri di appartenenza , che poi non mancano di avere implicazioni ulteriori.
Sarò stato cinico, ma da ignorante vorrei capire su cosa si fonda davvero il diritto, e se dietro a tanti edificanti propositi non vi sia poi, stringi stringi, solo un elenco.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve iano. Non occorrono elenchi. La Legge  è l'insieme delle Norme cui si è sottoposti in quanto CITTADINI di un PAESE (o, in via particolare e sperabilmente temporanea, ospiti umani del Paese in cui ci si trova). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#22
Citazione di: viator il 18 Ottobre 2021, 12:24:06 PM
Salve iano. Non occorrono elenchi. La Legge  è l'insieme delle Norme cui si è sottoposti in quanto CITTADINI di un PAESE (o, in via particolare e sperabilmente temporanea, ospiti umani del Paese in cui ci si trova). Saluti.
Mi spiego meglio.
La legge è l'insieme delle norme cui si è sottoposti in quanto facenti parte di un elenco determinato attraverso un criterio ( essere cittadini umani di un paese etc...), oppure attraverso alcun criterio che non sia il far parte di un elenco.
Nel primo caso ci sono implicazioni etiche. Ci si chiede perché solo umani? ...che è il tema di questa discussione.
Nel secondo caso non c'è alcuna implicazione, perché non si è usato un criterio.
Se qualcuno chiedesse nel secondo caso di ampliare l'elenco gli si potrebbe chiedere per quale motivo?
L'elenco non esclude alcuno per principio, ma è necessariamente limitato. Cioè non sta escludendo alcun in base a sue caratteristiche specifiche, essere umano oppure no, o avere la pelle blu o altro.
Abbiamo fatto un elenco e basta, senza alcun discrimine particolare.
Nessuno può contestartelo. Si tratta di una più o meno libera associazione di individui non ben specificati per loro caratteristiche.
Ma se invece fai l'elenco in base a caratteristiche inclusive o esclusive, ognuno potrà chiederti  il perché di quelle scelte.
Perché hai incluso i gatti, ma non gli struzzi?
Hai qualcosa contro agli struzzi, ti verrà chiesto a ragione?


Vogliamo includere nell'elenco degli aventi diritto gli animali?
Perché no?
Decidiamo quali è facciamolo.
Ma tutti?
No, solo alcuni si dirà'.
Perché non tutti si chiederà a ragione?
Qualunque ragione si vorrà' addurre è sempre criticabile.
Ogni criterio di scelta presterà  il fianco perché  avrà implicazioni etiche.
L'unico modo per evitare ciò è non usare alcun criterio di scelta, ma stilare un elenco aggiornandolo eventualmente a piacere.


Tutto ciò per stimolare delle riflessione in voi, e non per sentirmi dire che non c'è bisogno di alcun elenco.


Una riflessione possibile e' che sarà sempre necessario un criterio di scelta per motivi puramente pratici,
ma questa necessità comporta poi questioni morali indesiderate.
La questione morale è quindi il punto di arrivo non cercato, mentre di solito il problema lo si imposta partendo da questioni morali.



Riassumendo.Si parte da un problema puramente tecnico. Trovare un criterio per determinare un insieme di individui. Ci si infila così senza volere in questioni spinose di etica.


Noi però di solito presentiamo le cose in modo inverso.
Da considerazioni etiche proviamo a derivare un criterio discriminante per determinare l'insieme di aventi diritto.
Ma questo non è per nulla facile.
Vogliamo considerare l'anima, o il provare sentimenti, il provare dolore, essere intelligenti...
Impossibile venirne fuori secondo me.
Non esiste un criterio "giusto".

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#23
Non esistono criteri giusti, ma solo criteri.
I diritti degli uomini sono i diritti degli uomini in quanto uomini, cioè in base al criterio di scelta arbitrario di essere uomini.
Se invece partiamo, come abbiamo fin qui fatto, da questioni etico/ religiose , essendo queste mutevoli ed opinabili, ne trarremo un criterio che prima o poi mostrerà il fianco, e questo mi pare sia il tema di questa discussione.
Se il criterio ad esempio è stato ,hanno diritto coloro che sono stati creati a immagine di Dio....
.... devo  aggiungere altro Viator?  ;) 
Certo, questi criteri di derivazione etico/ religiosa sono stati nel tempo aggiornati, ma non ve ne è uno che prima o poi non si mostri inadeguato.
Oggi ne cerchiamo uno nuovo che includa in qualche modo "gli altri animali".
Bene, cerchiamolo pure. Ma quanto reggerà?

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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