Homo sapiens

Aperto da Mariano, 15 Novembre 2020, 18:59:47 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Mariano



Indipendentemente dal significato antropologico, ho sempre pensato che la nascita dell'"homo sapiens" significasse che l'essere umano aveva iniziato a sviluppare le sue capacità razionali.
Ora mi rendo conto di aver preso una cantonata: di fatto l'uomo più che un animale razionale è un animale particolarmente emotivo.
La maggior parte delle nostre azioni non seguono una motivazione logica, ma sono condizionate dalle reazioni emotive che scaturiscono dall'ambiente che ci circonda.
E' meglio essere razionali o emotivi? ed ancora: si può riuscire ad esserlo contemporaneamente?

Jacopus

#1
Ormai è stato provato da ripetuti esperimenti che essere emotivamente presenti, in modo equilibrato, oltre a rendere la vita più piacevole, permette un grado di razionalità più integrata e serena. Ovvero, ne benficia la salute della persona nel suo complesso.
Questo però non significa che persone molto traumatizzate, a cui la sfera emotiva è stata preclusa per educazione o esperienze, non possano essere razionali. Anzi spesso, per difesa o per incapacità ad accedere la parte emotiva, si sviluppa la parte razionale in modo spettacolare. Oppure, al contrario, si resta in preda alle proprie emozioni e impulsività, come accade, ad esempio, nel disturbo border-line. Rispetto al primo caso, mi viene in mente l'esempio classico di Nietzsche, ma anche altri grandi pensatori della storia della filosofia e della psicologia, hanno subito lo stesso problema. Di sicuro un attaccamento disordinato alle figure di cura (in primis i genitori) può produrre conseguenze gravi fra le quali una sottoesposizione o una sovraesposizione alla capacità di razionalizzare le proprie esperienze.
In realtà, fatto di avere il rapporto cervello/corpo, (quoziente encefalico) più alto nel mondo biologico, ci permette di avere sufficienti risorse per gestire e connettere idealmente la nostra razionalità e la nostra emotività, che si arricchiscono a vicenda, in una situazione di sufficiente sanità dell'ambiente e del gruppo dei pari e dei care-givers. Una situazione che condividiamo comunque a livelli di intensità diversi, con molti altri animali, non solo nella classe "mammalia".
Quindi, alla tua domanda finale, direi che la situazione ideale è quella di riuscire ad esserlo contemporaneamente, anche se non è affatto semplice. Ma una soluzione diversa scinderebbe la personalità umana in due sezioni separate. Evento in realtà che accade spesso, quando ad esempio "piangiamo disperati perchè un vetturino sta frustando un cavallo" (accaduto a Nietzsche a Torino, che in quel caso è stato sopraffatto dall'emotività), oppure quando "uccidiamo senza rimorso un ebreo, perchè lo consideriamo un untermensch" (in questo caso razionalizziamo talmente tanto da evitare di guardare la tragedia che stiamo compiendo).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Citazione di: Mariano il 15 Novembre 2020, 18:59:47 PM


Indipendentemente dal significato antropologico, ho sempre pensato che la nascita dell'"homo sapiens" significasse che l'essere umano aveva iniziato a sviluppare le sue capacità razionali.
Ora mi rendo conto di aver preso una cantonata: di fatto l'uomo più che un animale razionale è un animale particolarmente emotivo.
La maggior parte delle nostre azioni non seguono una motivazione logica, ma sono condizionate dalle reazioni emotive che scaturiscono dall'ambiente che ci circonda.
E' meglio essere razionali o emotivi? ed ancora: si può riuscire ad esserlo contemporaneamente?

Salve Mariano. Premetto che "sapiente" è secondo me termine che non ha nulla a che vedere con parametri quali l'intelligenza, la razionalità, l'emotività, poichè connota solamente il sapere, cioè il possedere un insieme di nozioni che possono spaziare dalle scienze esatte alla esperienza esistenziale alla metafisica, miscelando indistintamente le sfere del razionale e dell'irrazionale, utilizzando magari l'una o l'altra a seconda delle circostanze.

"Sapiens" secondo me definisce solamente colui che "è in grado di organizzare le conoscenze".

Circa poi il fatale quesito : "E' meglio essere razionali o emotivi?"......in un primo momento stavo pensando alla istituzione di una qualche Commissione Parlamentare che potesse affrontare un simile profondo argomento.....poi però, visti i tempi lunghi della Politica, ho preferito telefonare ad una cartomante, la quale mi ha risposto che è meglio essere irrazionali perchè - se la gente fosse razionale - lei non riuscirebbe a tirare la fine del mese.

Poco convinto, ho poi quindi telefonato ad un ingegnere, il quale mi ha risposto che la razionalità è assai più utile della irrazionalità, dal momento che essa (razionalità) permette di costruire palazzi che non crollano subito ma che per farlo attendono (minimo dei pudori da parte dei Costruttori) almeno un terremoto del 3° grado Richter.

Infine, circa l'utilizzo contemporaneo di razionalità ed irrazionalità (per non parlare del loro eventuale alternarsi due o trecento volte nel giro di mezz'ora).............esso è sicuramente possibile.

Basta pensare all'esempio di chi decida di sposare una ricchissima ereditiera : che c'è di più razionalmente calcolato dell'ammontare del suo patrimonio (da una parte) e di più irrazionale del mettere il proprio destino nelle mani di un'altra persona, sposandola ?. Cari saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Mah, io non so quanto queste false dicotomie "cuore" \ "cervello" possano portare lontano, e in ogni caso, meglio passare dall'antinomia all'alleanza. http://www.metisjournal.it/metis/anno-i-numero-1-dicembre-2011-ibridazioni-temi/35-saggi/123-homo-sapiens-e-homo-demens-dallantinomia-allalleanza.html
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Mariano

Molto interessante il link proposto da InVerno che merita di essere approfondito.
Concordo pienamente che essere contemporaneamente razionali ed emotivi è la soluzione ideale, anche se non semplice.
Ma la mia preoccupazione o più ancora il mio spavento sta nel constatare che sempre più (con l'irrefrenabile dilagare dei mezzi di informazione, notizie, immagini ed opinioni), vengono emotivamente condizionate masse di persone che difficilmente si soffermano a cercare di approfondire razionalmente le loro reazioni.

Jacopus

Buonasera Mariano. La tua preoccupazione la provo io stesso e credo anche altri frequentatori di questo forum, ma cosa possiamo fare se non continuare a farci domande e provare a darci risposte. Ancora una volta mi  viene in aiuto la Yourcenair:
"Fondare biblioteche è un po' come costruire granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire".


Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: Mariano il 17 Novembre 2020, 18:54:48 PM
Ma la mia preoccupazione o più ancora il mio spavento sta nel constatare che sempre più (con l'irrefrenabile dilagare dei mezzi di informazione, notizie, immagini ed opinioni), vengono emotivamente condizionate masse di persone che difficilmente si soffermano a cercare di approfondire razionalmente le loro reazioni.

Storia vecchia come il mondo delle religioni globaliste esportatrici di salvezza eterna. La cui storia dimostra che si possono fare grandi sfracelli emotivi di massa totalmente irrazionali anche senza tanta tecnologia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Socrate78

Anche le religioni sono razionali per chi ci crede, perché si tratta di sistemi di pensiero che rispondono a domande fondamentali dell'uomo, come l'origine del mondo, il perché profondo della natura, il senso della vita e della morte, il senso del dolore. Ogni religione dà una risposta diversa a queste domande, quindi è razionale. Il fatto che fanno sfracelli emotivi riflette solo il punto di vista ateo secondo cui ciò che insegnano è falso e quindi non può essere razionale ed allora condizionano negativamente l'emotività delle persone.

viator

Citazione di: Socrate78 il 18 Novembre 2020, 16:18:28 PM
Anche le religioni sono razionali per chi ci crede, perché si tratta di sistemi di pensiero che rispondono a domande fondamentali dell'uomo, come l'origine del mondo, il perché profondo della natura, il senso della vita e della morte, il senso del dolore. Ogni religione dà una risposta diversa a queste domande, quindi è razionale. Il fatto che fanno sfracelli emotivi riflette solo il punto di vista ateo secondo cui ciò che insegnano è falso e quindi non può essere razionale ed allora condizionano negativamente l'emotività delle persone.

Salve Socrate78. Da parte mia - e sempre in termini amichevoli - ti sei certo guadagnato, con una simile uscita, il titolo di Mister Minestrone.

Con il massimo rispetto per i credenti, voglio farti notare che anche i matti spesso rispondono a delle domande (quanto fondamentali, questo lo stabilisce caso per caso chi ascolta e/o pone la domanda, che siano sani di mente o credenti o matti non fa alcuna differenza) e le loro risposte risultano estremamente variegate..........quindi secondo te la razionalità consiste nel volere e potere rispondere a delle domande !!. Quindi basta credere in qualcosa per risultare ragionevoli-razionali !!. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Mariano

@Ipazia,
forse è il caso di rendersi conto che il mondo è cambiato e che le innovazioni tecnologiche hanno cambiato anche l'uomo.
@viator,
a questo punto il tema si sposta sul concetto di razionalità e non mi sento in grado di aprire un altro topic, ma avrei piacere di parteciparvi se qualcuno lo introduca.

green demetr

Citazione di: Mariano il 15 Novembre 2020, 18:59:47 PM


Indipendentemente dal significato antropologico, ho sempre pensato che la nascita dell'"homo sapiens" significasse che l'essere umano aveva iniziato a sviluppare le sue capacità razionali.
Ora mi rendo conto di aver preso una cantonata: di fatto l'uomo più che un animale razionale è un animale particolarmente emotivo.
La maggior parte delle nostre azioni non seguono una motivazione logica, ma sono condizionate dalle reazioni emotive che scaturiscono dall'ambiente che ci circonda.
E' meglio essere razionali o emotivi? ed ancora: si può riuscire ad esserlo contemporaneamente?


Ma certo, una bella cantonata.


Ti spiego anche il perchè, in termini filosofici, e dunque generali.


Homo sapiens, è l'uomo che ricorda lo strumento. Prima gli uomini non lo usavano scientemente, ossia con consapevolezza, ossia non lo sapevano. In realtà l'uomo utensilis è molto più antico di quanto gli antropologi si scervellino di sapere, senza consapevolezza di alcunché di niente.


Qua c'è molta confusione, lascia che ti illumini (non di immenso ahimè, ma localmente sulla pagina da te aperta).


La ragione è uno strumento. Infatti DEVI ragionare nei termini di cosa significhino le parole alla loro radice, ossia al significato latino che è molto più ostensivo di qualsiasi scemenza proposta dalla contemporaneità.


Ragione deriva da RATIO, e la ratio è la divisione, ossia lo strumento del calcolo, della distribuzione delle misure e delle unità.


Insomma è la concettualizzazione fatta del Mondo, e infatti senza RATIO non esiste MONDO.


MA e qui arriviamo alla tua confusione, il MONDO (che è il prodotto della ratio) non è l'uomo.


Vedi amico il razionalismo in filosofia era del buon CARTESIO e di LEIBNIZ, molte cose sono successe contro il razionalismo, ANZITUTTO IL CRITICISMO (di kantiana memoria) e poi L'IDEALISMO (di hegeliana memoria). CHE poi il novecento abbia rigurgiatato queste due IMMENSE FILOSOFIE, è ancora oggetto di una mia personale INCREDULITA' di fronte alla stupidità umana.


VERAMENTE CI VOLEVA DECOSTRUZIONISMO EMPIRIO-CRITICISMO MATERIALISMO per poi tornare rimbecciliti al nuovo realismo odierno????
Incapace persino di capare l'antico RAZIONALISMO.


Ah ah c'è del comico in tutto ciò.


Il razionalismo catesiano sa benissimo cosa è l'uomo.


Penso dunque sono.


Non calcolo dunque sono.


IO spero per te che capisci questa differenza, sennò c'è il forum filosofico a fartelo capire.


E dunque effettivamente non ha senso contrappore il mondo con l'uomo.


Bisognerebbe intendersi non sulla ragione come infine dici, ma proprio sulle emozioni, e sulla presunta irrazionalità di questi.


Di certo non è una cosa che te la cavi facilmente in 2 parole.


Ma di certo le emozioni NON sono il MONDO....e dico io GRAZIE A DIO!


Ora l'uomo è "l'uomo emotivo"? sarebbe la domanda più facile, a cui il lettore vorrebbe rispondere prima di subito.


E a cui io invece rispondo: non hai capito nulla caro lettore, ma proprio NULLA DI NIENTE.


Le emozioni sono forse una dimensione calcolabile??? ah ah ah!!!! MA FATEMI IL PIACERE UOMINI ROBOT!


Ma vedete sono diventato buono.


E di nuovo te l'ho già detto DEVI andare alla radice della parola, lascia perdere le minchiate di INTERNET.


EMOZIONE deriva da EX MOTUM, ossia ciò che mi muove, MA NON DALL'interno come la demenza umana continua a credere indefessa. bensì EX, ossia esternamente.


Ossia l'emozione è ciò che mi muove in quanto forza non MIA.


Ecco ora la domanda giusta sarebbe mia di chi?  e qui la dimensione antropologica e medico antropologica NON SA NIENTE.
BACK TO FILOSOFIA PLEASE-  Forse è lì che si inizia (Ma quando si re-inizia dico io? ancora ai piedi di CARTESIO SIAMO! how disgracefull!!!) a capire cosa è l'uomo. E sopratutto chi siamo noi.




OH MAN!






PS scusate spoiler, perchè sono diventato buono:


Noi siamo colui che invera l'uomo in quanto tale, ossia al pieno del suo potenziale immanente e trascendente.


Immanente in quanto contrazione del divino ossia in quanto IO e trascendente in quanto visione degli infiniti mondi possibili ossia come DIO.


L'uomo è mondano in quanto fallimento alla risposta che la domanda CHE NOI SIAMO, in quanto tali, ossia in quanto trascendenti la possibilità della visione, dell'ALTRO, in quanto infinitamente differente da noi, ossia da io, appunto in quanto non esiste un io, ma esiste sempre un noi. L'io si specchia nel sè dell'altro, e implode quando specchia se stesso, in quanto inesistente, se non come domanda dell'altro.
Quando smettiamo di domandare la diversità dell'io, nell'altro, diventiamo COSE OGGETTI ossia diventiamo SCHIAVI ossia SOGGETTI a qualcosa, e cosa è questo qualcosa se non che IL MONDO?


Dunque il MONDO e la mondanità è quello che nel cristianesimo (EREDITANDOLO DALLE GRANDI RELIGIONI MISTERICHE) si rivela in maniera goffa come peccato.
Peccato che poi fraintendono e si perdono nella cura del soggetto (FOCAULT e al suo OPPOSTO NIETZCHE, l'unico vero grande maestro).


INSOMMA AMICI! DA SPOILER: L'homo sapiens e l'homo ludens sono figure del soggetto, ossia NON SONO L'UOMO, l'ubermensch nicciano.


MEDITATE GENTE MEDITATE,




BUON MARIANO, alla fine una risposta molto v[size=78%]eloce volevo dartela, ma CERTO CHE L'UOMO è l'UOMO EMOTIVO!!!!GIAMMAI L?UOMO RAZIONALE: ABORRRRRRRROO!

che vuoi mi sento molto ludens oggi  :)  ;)
[/size]
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Discussioni simili (1)

824

Risposte: 26
Visite: 5909