Gli uomini sono stupidi

Aperto da Elia, 13 Maggio 2018, 08:03:56 AM

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Elia

Se vogliamo parlare di stupidità, in essa si annoverano a pieno titolo uomini e donne insieme.

Penso anch'io che le donne in generale siano stupide, cosí come penso siano in generale stupidi gli uomini. È stupido in generale l'essere umano.

Dunque parlo della stupidità dell'essere umano.

Il fatto che abbia sviluppato nei millenni di evoluzione determinate capacità logiche rispetto agi altri esseri viventi, non toglie che sia l'unico essere in grado coscientemente di compiere il male (anche inutilmente) e distruggere lo stesso ambiente in cui vive; egli è per nulla in sintonia con l'essenza della vita. La necessità di soddisfare il proprio ego fa sì che egli investa tutte le proprie energie e capacità nel soddisfacimento di sé stesso e, tutti gli altri viventi, animali o vegetali che siano, compresi i suoi simili, tende a sottometterli,  servirsene e sfruttarli. La storia ci illustra che l'essere umano è incline alla violenza,  al dominio, alla sopraffazione; all'equilibrio preferisce polarizzare, estremizzare: estrema sinistra, estrema destra; cattivo, buonista; guerrafondaio o troppo accogliente.. e cosí  via, e quasi mai tali caratteristiche gli procurano crescita e saggezza a lungo termine, tende a dimenticare per incorrere negli stessi o peggiori errori.

E cosa dire della manipolazione?

In sostanza, le religioni inizialmente sono sorte, piú o meno in maniera consapevole, per manipolare le masse in senso benefico, per mettere un freno a cotanta stupidità.
Ben presto però le stesse religioni si sono rivelate controproducenti, sono finite al contrario per essere un prodigioso strumento per piegare, plagiare ed ammansire le coscienze. Abbiamo anche l'estremismo o il fanatismo religioso.

D'altronde la stupidità dell'"homo sapiens" pare che ultimamente, a livello mondiale stia lievemente aumentando, ne sono prova le tante enormi sciocchezze che negli ultimi decenni non solo vengono sbandierate come giuste e "progressiste" da gran parte della intellighenzia, ma addirittura concretizzate dal sempre piú stolto e folto mondo della politica.
Giusto per citarne solo alcune: la globalizzazione; l'invenzione del terzo sesso; la trasformazione della famiglia naturale in una comunità non ben definita con ruoli e generi e orientamenti sessuali da stabilirsi a piacere. Senza parlare di come è stata ridotta la scuola in un tempo pressoché da record: credo di non esagerare se dico che è diventata il luogo meno adatto per formare e per la cultura in generale. In pratica dalla scuola escono dei robot non pensanti, anzi piuttosto deficienti.
Tant'è che ho la netta sensazione di trovarci di fronte ad una inversione di marcia: dall'"homo sapiens" si è passati a quello che Sartori  definisce "homo videns", ma temo che il declino stia evolvendo abbastanza velocemente e che dall'homo videns stiamo passando a quello che io definirei ... "homo mediocris"  (o "homo stultus").

A supporto di questa mia tesi voglio citare lo studio di Gerard Crabtree, un genetista della Stanford University che sostiene: «In rapporto all'uomo di qualche migliaio di anni fa la nostra intelligenza è sicuramente più debole...".
Se si aggiungono i recenti studi sugli effetti dell'inquinamento sull'organismo umano, si evidenzia che i bambini esposti costantemente a fonti di inquinamento mostrano un livello inferiore del quoziente di intelligenza in rapporto all'età.
Secondo lo studio pubblicato  12 anni fa sulla rivista scientifica "Lancet", le sostanze chimiche di origine industriale danneggiano gravemente il cervello in via di svuluppo e contribuiscono alla cosiddetta "pandemia silenziosa", cioè il dilagare nell'infanzia, a livello globale, di disturbi neurologici che vanno dall'autismo al deficit di attenzione ed iperattività fino al ritardo mentale.

Ci salva il fatto che viviamo in una società ormai evoluta e grazie a quei pochi grandi geni che di tanto in tanto la natura comunque ci offre consentirà alle masse di sopravvivere.

Ma fino a quando sarà possibile?

L'essere umano riuscirà a salvarsi o si estinguerà con le sue stesse mani? Cioè a causa del sempre crescente ottundimento della ragione?
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

Angelo Cannata

Immagino che tu voglia intendere questo tuo riconoscimento che tutti siamo stupidi come uno sforzo di non stupidità, altrimenti sarebbe fin troppo facile applicare l'affermazione a sé stessa, cioè cominciare a pensare che si tratti di un'affermazione stupida, visto che è stata scritta da un uomo, il quale sostiene che tutti gli uomini sono stupidi.

Io considero serio questo tentativo, anche perché ha precedenti illustri nella storia: basti pensare a Socrate, che era orgoglioso di dire "So di non sapere", che potrebbe essere tradotto "So di essere un po' stupido, ma almeno cerco di esserne consapevole e di fare qualche passo in avanti verso qualche possibilità di non stupidità".

La mia deformazione relativista mi porta a pensare che la stupidità consista nella pretesa di aver capito tutto, oppure aver capito l'essenziale, e comportarsi di conseguenza; insomma, comportarsi come possessori della verità. In questo senso sostenere che noi esseri umani siamo tutti stupidi equivale semplicemente a dire che tutto è relativo: ogni cosa che diciamo o pensiamo è relativa a quel minimo di stupidità ineliminabile che ogni essere umano si porta dentro.

Da ciò consegue che sarebbe da stupidi decidere che la stupidità umana sia insuperabile in ogni modo o misura: significherebbe appunto una pretesa di aver capito tutto o l'essenziale.

Dunque, siamo tutti stupidi, ma non possiamo negare che forse qualcosa di meglio si potrebbe fare. È in questo "forse" che prende piede il fare spazio all'istinto umano di fare comunque qualche passo; se magari non possiamo comprendere il tutto o l'essenziale, non possiamo negare che forse qualcosa si può pur comprendere, seppure forse in maniere mai perfette e mai definibili.

Cosa resta dopo la presa d'atto della stupidità e dell'incertezza? Mi sembra che resti la possibilità di rimescolare queste e altre cose e provare a farle dialogare, interagire meglio, facendo tesoro della conoscenza degli errori passati e presenti che hai descritto.

Socrate78

Non è detto però che ci sia davvero regressione nell'umanità, poiché anche un'evoluzione può avere l'aspetto di una regressione, solo che ciò non appare evidente di primo acchito. Il problema non è tanto il regredire, ma il fatto che l'umanità manca di punti precisi di riferimento e, di conseguenza, i tentativi di evolvere non hanno una direzione precisa e generano caos a livello sociale. Esistono inoltre forti pregiudizi ideologici che portano a ritenere regresso determinate cose che altri valuterebbero in maniera opposta, ad esempio i fautori del cambiamento dell'istituzione famiglia guarderanno con occhi positivi il fatto che determinati schemi si sfaldino, lo stesso per la globalizzazione. Un altro appunto si potrebbe fare relativamente alla diffusione di determinate patologie come l'autismo: siamo sicuri che sia solo un male? Esistono forme di autismo, come la sindrome di Asperger, che pur privando almeno in parte l'individuo di alcune caratteristiche importanti (empatia, affettività, capacità di relazione) fanno sviluppare altre doti importanti, come la capacità di concentrazione, la logica e il quoziente intellettivo di questi autistici è più alto della media, quindi non mi sembra giusto vedere solo l'aspetto negativo di determinati modi di essere. Sembra addirittura che Kant avesse la sindrome di Asperger, e forse una buona parte del suo genio filosofico si deve proprio a questo.

Angelo Cannata

Difatti ogni distinzione tra bene e male presuppone sempre il punto di vista di qualcuno: se un virus crea molte vittime umane, dal punto di vista del virus è una vittoria benefica contro certi nemici malefici che siamo noi.

Visto che siamo inevitabilmente dentro il nostro punto di vista, tanto vale accoglierlo a tentare di trarne fuori ciò che ci può sembrare meglio, pur non potendo valutare nulla in proposito.

Questo corrisponde a ciò che tu stesso hai tentato di fare aprendo questa discussione: siamo tutti stupidi? Pazienza, vediamo se si può fare o pensare qualcosa di meglio. Cioè, hai tentato di trar fuori il meglio, pur ammettendo che tutti ci troviamo dentro una prospettiva; nel caso specifico la prospettiva è quella che hai chiamato stupidità, ma alla fine mi sembra che il nocciolo della questione sia questo: che si tratti della stupidità o di qualsiasi altra cosa, mi sembra il caso di provare a porre in atto le eventuali possibilità di andare verso un esterno, verso qualche progresso: chissà, forse è possibile.

acquario69

#4
Citazione di: Elia il 13 Maggio 2018, 08:03:56 AM
Se vogliamo parlare di stupidità, in essa si annoverano a pieno titolo uomini e donne insieme.

Penso anch'io che le donne in generale siano stupide, cosí come penso siano in generale stupidi gli uomini. È stupido in generale l'essere umano.

Dunque parlo della stupidità dell'essere umano.

Il fatto che abbia sviluppato nei millenni di evoluzione determinate capacità logiche rispetto agi altri esseri viventi, non toglie che sia l'unico essere in grado coscientemente di compiere il male (anche inutilmente) e distruggere lo stesso ambiente in cui vive; egli è per nulla in sintonia con l'essenza della vita. La necessità di soddisfare il proprio ego fa sì che egli investa tutte le proprie energie e capacità nel soddisfacimento di sé stesso e, tutti gli altri viventi, animali o vegetali che siano, compresi i suoi simili, tende a sottometterli,  servirsene e sfruttarli. La storia ci illustra che l'essere umano è incline alla violenza,  al dominio, alla sopraffazione; all'equilibrio preferisce polarizzare, estremizzare: estrema sinistra, estrema destra; cattivo, buonista; guerrafondaio o troppo accogliente.. e cosí  via, e quasi mai tali caratteristiche gli procurano crescita e saggezza a lungo termine, tende a dimenticare per incorrere negli stessi o peggiori errori.

E cosa dire della manipolazione?

In sostanza, le religioni inizialmente sono sorte, piú o meno in maniera consapevole, per manipolare le masse in senso benefico, per mettere un freno a cotanta stupidità.
Ben presto però le stesse religioni si sono rivelate controproducenti, sono finite al contrario per essere un prodigioso strumento per piegare, plagiare ed ammansire le coscienze. Abbiamo anche l'estremismo o il fanatismo religioso.

D'altronde la stupidità dell'"homo sapiens" pare che ultimamente, a livello mondiale stia lievemente aumentando, ne sono prova le tante enormi sciocchezze che negli ultimi decenni non solo vengono sbandierate come giuste e "progressiste" da gran parte della intellighenzia, ma addirittura concretizzate dal sempre piú stolto e folto mondo della politica.
Giusto per citarne solo alcune: la globalizzazione; l'invenzione del terzo sesso; la trasformazione della famiglia naturale in una comunità non ben definita con ruoli e generi e orientamenti sessuali da stabilirsi a piacere. Senza parlare di come è stata ridotta la scuola in un tempo pressoché da record: credo di non esagerare se dico che è diventata il luogo meno adatto per formare e per la cultura in generale. In pratica dalla scuola escono dei robot non pensanti, anzi piuttosto deficienti.
Tant'è che ho la netta sensazione di trovarci di fronte ad una inversione di marcia: dall'"homo sapiens" si è passati a quello che Sartori  definisce "homo videns", ma temo che il declino stia evolvendo abbastanza velocemente e che dall'homo videns stiamo passando a quello che io definirei ... "homo mediocris"  (o "homo stultus").

A supporto di questa mia tesi voglio citare lo studio di Gerard Crabtree, un genetista della Stanford University che sostiene: «In rapporto all'uomo di qualche migliaio di anni fa la nostra intelligenza è sicuramente più debole...".
Se si aggiungono i recenti studi sugli effetti dell'inquinamento sull'organismo umano, si evidenzia che i bambini esposti costantemente a fonti di inquinamento mostrano un livello inferiore del quoziente di intelligenza in rapporto all'età.
Secondo lo studio pubblicato  12 anni fa sulla rivista scientifica "Lancet", le sostanze chimiche di origine industriale danneggiano gravemente il cervello in via di svuluppo e contribuiscono alla cosiddetta "pandemia silenziosa", cioè il dilagare nell'infanzia, a livello globale, di disturbi neurologici che vanno dall'autismo al deficit di attenzione ed iperattività fino al ritardo mentale.

Ci salva il fatto che viviamo in una società ormai evoluta e grazie a quei pochi grandi geni che di tanto in tanto la natura comunque ci offre consentirà alle masse di sopravvivere.
Ma fino a quando sarà possibile?
L'essere umano riuscirà a salvarsi o si estinguerà con le sue stesse mani? Cioè a causa del sempre crescente ottundimento della ragione?

Secondo me il punto su cui bisogna necessariamente partire per capire poi tutto il resto e' la conoscenza della natura umana..e che non ha nulla a che vedere con il manuale d'istruzione dell' "allegro chirurgo"
https://www.eprice.it/giochi-in-scatola-e-societ-HASBRO/d-9130212.      ;D


Sono sostanzialmente d'accordo con quanto dici, vorrei solo aggiungere che il processo di decadimento ha avuto un accelerazione esponenziale da quando a un certo punto e' venuta via via sempre più a mancare l'orizzonte Spirituale dell'esistenza, se cosi si può dire,e che in parte le Religioni ne assumevano il ruolo,funzionale all'ambito sociale o comunitario prima.
Che poi la religione e' diventato lo strumento di manipolazione sono d'accordo ma non e' certo per la religione in se stessa ma l'uso distorto e strumentale che se ne sarebbe fatto.


L'uomo ha in se una doppia natura che per semplificare e' allo stesso tempo materiale e spirituale
Una volta che si e' oscurata la seconda, che e' la sua parte autentica non poteva far altro che scendere la china e la sua visione si sarebbe sempre più ridotta,fino a non riuscire a concepire qualcosa di molto angusto,limitato ai sensi fisici e nel "migliore" dei casi alla sola ragione (il suo etimo e' ratio,cioe' calcolo e questo fa già presumere gli scenari "meccanicistici" che si sarebbero presentati in futuro,cioe oggi..robot non pensanti quali in fondo siamo messi)..ma la ragione da sola non e' appunto nulla se isolata e che anzi in tal caso produce solo disastri,perche se manca lo Spirito,cioe più esattamente se non viene appunto più riconosciuto questo, la ragione diventa cieca, ossia pura illusione.

Detto questo ce anche da considerare la condizione in cui l'essere umano e' sottoposto.
semplificando al massimo, allora si può dire che potenzialmente si trova in mezzo a due tendenze, una ascendente e una discendente.
Se una volta qui da noi in occidente la religione faceva riferimento al paradiso, il purgatorio e l'inferno, non lo faceva certo per mera superstizione, come si crede ingenuamente oggi (i veri ingenui siamo proprio noi contemporanei) ma partiva appunto da un presupposto fondamentale e quanto mai Reale e concreto, e che altro non era che la semplice spiegazione di questa stessa condizione ..la si può ritrovare più o meno analogamente in altre tradizioni,come lo e' nel Vedanta indiano dei tre guna; Sattva-Rajas-Tamas

Qui sotto un interessante articolo che ne da una bella descrizione
https://www.riflessioni.it/cultura-vedica/guna-sattva-rajas-tamas.htm

Kobayashi

Alcuni atteggiamenti che nell'intervento di Elia sono stati definiti stupidi penso possano essere ritenuti tali solo dal punto di vista della specie, non necessariamente da quello dell'individuo.
Come dice giustamente Acquario68, l'uomo è come se fosse dissociato dalla propria spiritualità. Per quanto le religioni siano manipolatorie, il cristianesimo per esempio ha sempre creduto che la fede non può che unire in una comunità, la quale deve essere poi universale.
La spiritualità cioè va nella direzione di una super-coscienza, di un'intelligenza collettiva, di un'empatia cosmica.
Il fatto che molti ritengano che la spiritualità sia una faccenda intima, attinente esclusivamente la propria soggettività, significa essersi dimenticati dei grandi simboli di comunione cosmica, di armonia di tutte le creature etc
Si tratta forse dell'ennesimo inganno dell'individualismo moderno.

Voglio dire che forse non si tratta di una regressione delle facoltà intellettuali, quanto di una condizione antropologica monca, schizoide, che impedisce di intuire che l'evoluzione della vita potrebbe anche condurre a stadi che le religioni hanno anticipato profeticamente nei loro simboli tipo "il Regno di Dio".
Questa condizione di offuscamento però rallenta questo processo perché l'individuo non può comprendere la propria missione.
E finisce per consumare tutta la propria vita nella sopravvivenza e nella ricerca di quel minimo di prestigio sociale che lo fa sentire un individuo mediamente riuscito, pur intuendo, in qualche modo, misteriosamente, di essere chiamato a qualcosa di più elevato.

baylham

La stupidità è una modalità di relazione.
Se l'uomo fosse normalmente stupido non sopravviverebbe a lungo, sia come individuo che come specie.

Anche la genialità è una modalità di relazione.
Se la genialità fosse la caratteristica singolare di un uomo, non comprensibile o trasmissibile ai normali, allora il genio sarebbe incompreso dai contemporanei, non sarebbe riconosciuto come tale. Non mi risultano casi simili nella storia, esclusi alcuni artisti.

La differenza maggiore rispetto al passato è la maggiore interdipendenza socio economica degli uomini attuali. Inoltre una buona parte della popolazione attuale è occupata principalmente in attività intellettuali. I rapidi progressi in campo scientifico, tecnologico, sociale degli ultimi secoli conseguenti a ciò non avvalorano la tesi della decadenza intellettuale, culturale.
Il pluralismo, la varietà culturale mi sembra invece un indicatore positivo.


Angelo Cannata

Sono d'accordo con acquario69 e Kobayashi sul fatto che la stupidità umana abbia a che fare con una mancanza di spiritualità. Credo che però uno dei motivi per cui le persone non riescono ad avvalersi di tutte le potenzialità della spiritualità sia proprio il fatto che delle spiritualità particolari, settoriali, vengono presentate come la spiritualità. Sarebbe come presentare una sinfonia di Beethoven e dire che quella è la musica, o un'opera letteraria e dire che quella è la letteratura. Una sinfonia di Beethoven è una musica, non la musica.

In questo senso non è vietato attribuire importanza, come fa Kobayashi, ad "una super-coscienza, di un'intelligenza collettiva, di un'empatia cosmica". Questa però è una spiritualità, non la spiritualità.

Quando si presenta una spiritualità come se essa fosse la spiritualità si manca di rispetto alle altre spiritualità che la pensano diversamente, il che non viene a risultare un atteggiamento spirituale tra i più elevati. Purtroppo è un errore frequentissimo, presente in quasi tutte le spiritualità: ciascuna presenta sé stessa come la spiritualità. Direi, per collegarmi al tema, che questo abbia a che fare proprio con la stupidità umana universale, visto che si tratta di un errore così diffuso in tutti i posti del mondo e in tutte le epoche.

Kobayashi

Per Angelo Cannata.
Mi pare che aleggi sempre questo fraintendimento: il fatto di dare delle connotazioni particolari a un tema, come la spiritualità, non significa credere di dire qualcosa che vale per tutti, ma semplicemente condividere nel dialogo la costruzione della propria prospettiva.
In questo non c'è nulla di presuntuoso o stupido.
Si tratta solo di ricordarsi della provvisorietà e della particolarità dei propri pensieri, anche se non lo si sottolinea in continuazione.

In particolare per quanto riguarda ciò che ho scritto nel mio precedente post, credo di essere stato influenzato da una "scoperta" che ho fatto recentemente. Leggendo un testo di teologia fondamentale mi sono imbattuto in alcuni documenti del Vaticano II in cui si ribadisce l'aspetto sociale, diciamo così, della salvezza. Il che implica pensare al cristianesimo non come sociale per effetto della rettitudine del credente, ma per una questione attinente direttamente il dogma (Dio chiama un popolo). Questo aspetto mi sembra molto interessante, mi sembra ribalti un luogo comune e costringe il teologo a prendere sul serio la questione della comunità.

Cioè, quello che voglio dire, è che in questo momento mi interessa sviluppare queste idee. Ma ovviamente so benissimo quanto siano legittime le idee opposte, che disegnano una spiritualità fondata intorno all'esistenza del singolo.

Angelo Cannata

L'idea di comunità merita indubbiamente di essere sviluppata, ma se già in partenza viene contrapposta alla spiritualità centrata sul singolo, diventa contraddittoria, perché viene a trattarsi di comunità basata su un modo di pensare settoriale. Una vera idea di comunità deve basarsi sul rispetto della diversità, quindi anche sulla stima per le spiritualità di tipo individuale.

Credo che un buon modo di combattere la stupidità umana sia proprio lavorare per un'idea, anzi, meglio, una spiritualità, di comunità, che riesca a non essere settoriale, che sia quindi capace di promuovere e rispettare le diversità.

bluemax

Citazione di: Elia il 13 Maggio 2018, 08:03:56 AM
Il fatto che abbia sviluppato nei millenni di evoluzione determinate capacità logiche rispetto agi altri esseri viventi, non toglie che sia l'unico essere in grado coscientemente di compiere il male (anche inutilmente) e distruggere lo stesso ambiente in cui vive; egli è per nulla in sintonia con l'essenza della vita. La necessità di soddisfare il proprio ego

ecco... penso che quella parolina (EGO) possa racchiudere in se tutto il resto.
L'essere umano (e tra questi la donna piu' dell'uomo) ha quella sensazione o percezione di sè totalmente errata (in neuroscienze ormai si parla di una forma di schizofrenia che matura con la crescita in quanto genera una VISIONE di sè stessi inesistente) che lo vede distaccato dal resto dell'universo, un INDIVIDUO a sè stante totalmente INDIPENDENTE dall'universo.

Questa forma di schizofrenia incurabile che ci accompagna dalla tenera età di un anno circa alla morte (a parte quando dormiamo) non è presente negli altri esseri viventi che invece hanno una percezione del proprio essere ma non un EGO.

Beh... quella malattia penso che sia la causa di tutto il resto... :)

ciao...

Angelo Cannata

M'incuriosisce questa dichiarazione dell'ego come schizofrenia, presentata come scientifica, visto che si tratta di neuroscienze. Mi vengono due obiezioni:

- la scienza non può pretendere di definire schizofrenia ciò che essa stessa non riesce a comprendere;
- la scienza è praticata da esseri umani, i quali non possono evitare di essere influenzati dal loro ego in tutto ciò che pensano; ci sarebbe quindi da concludere che, se l'ego è una forma di schizofrenia, l'affermazione stessa è da considerare schizofrenica.

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