Gli artisti fanno parte dei lavoratori ?

Aperto da viator, 13 Ottobre 2021, 19:00:28 PM

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viator

Salve. Uno dei miei soliti sciocchi quesiti. Tutti sanno cosa sia l'arte, sanno riconoscere gli artisti dalle persone "senza arte nè parte", figuriamoci poi se non sanno cosa è il lavoro. Solo gli infanti e gli scimuniti non sanno certe cose, che non vengono spiegate da nessuno perchè ridicolmente ovvie.



In mezzo a tanta consapevolezza, purtroppo (scusate il mio monotono pallino per le definizioni)..........mentre trovo persin sovrabbondanti (anche se quasi tutte assai poco precise) le definizioni di "lavoro", mi sembra che il voler cercare di definire (in forma precisa, concisa, ESSENZIALE) un "artista" risulti impresa del tutto impossibile.




Ciò quindi impedirebbe di rispondere al quesito che titola il presente "topic".

Partendo quindi da una definizione di lavoro come "l'attività che permette di produrre anzitutto il sufficiente alla sopravvivenza, poi quindi il NECESSARIO (il facoltativo non c'entra, restando appunto un effetto faacoltativo del lavoro stesso) per vivere"...............................................secondo voi si potrebbe individuare un ruolo lavorativo per un artista ? Io credo proprio di no.



Naturalmente - come dicevo anzi - si può provare a fornire diverse altre definizioni di "lavoro".

..............se qualcuno se la sente di cimentarsi con questo argomento............. buona fortuna e grazie. Saluti a tutti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

JE

Dipende, di base direi di no.


A meno che non si lavora a richiesta.


Linea sottile:


Se io mi diverto a intagliare legno per hobby la domenica non sto lavorando, se finisce che qualcuno lo nota e mi fa un'offerta diventa "lavoro". Però se non fosse avvenuta, sarebbe stato uno sforzo a fini creativi, fine a se stesso e all'arte della cosa.


Cosi come i ragazzini che corrono nel campetto dietro casa prima che gli venga fatta un'offerta dalla squadra del posto. Si stavano allenando per lavoro? Forse. Ma finche non viene richiesto, rimane una loro idea personale.


Se poi un'artista viene notato e lavora su commissione, non é proprio un "artista" ma un artigiano con licenza creativa. Magari per il resto si, passione e tutto, ma nel momento in cui lo fa pagato non sta facendo la sua arte.


Mi pare che i termini cozzino, e se fossi un'artista convinto sarei forse offeso se qualcuno mi chiedesse se lo considero un lavoro.

Jacopus

https://www.corriere.it/salute/11_aprile_21/dossier-psicologia-sogni-necessari_30eb0cf4-6c21-11e0-be5d-e6326a5dea49.shtml


L'arte la paragono ai sogni. L'arte è un sogno ad occhi aperti. Un reticolo che unisce i rizomi della nostra vita. Che fornisce nuovi significati al mondo e ad ognuno di noi. I primi graffiti sulle rocce, le prime collane di conchiglie hanno aperto all'uomo il mondo del simbolico, ovvero la civiltà, e di tappa in tappa, ha consentito il codice binario e l'età dell'informatica. Quindi direi che l'arte è lavoro, visto che ha trasformato il mondo, e il lavoro, prometeicamente è trasformazione del mondo a misura d'uomo. Quindi se è necessario sognare, come da articolo linkato, è necessaria anche l'arte, tranne per i cuori aridi dei bottegai. Per loro " tutto quello che non strozza, ingrassa".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Ciao viator, mi sa che la definizione che hai dato di lavoro è troppo ristretta. Lavoro e tutto ciò che produce un bene, e l'arte direi che è un bene. La prova del nove del fatto che lo sia è che ci sia qualcuno disposto a pagarla.

viator

Citazione di: anthonyi il 13 Ottobre 2021, 20:05:00 PM
Ciao viator, mi sa che la definizione che hai dato di lavoro è troppo ristretta. Lavoro e tutto ciò che produce un bene, e l'arte direi che è un bene. La prova del nove del fatto che lo sia è che ci sia qualcuno disposto a pagarla.

Salve anthonyi. Peccato che tu faccia un pizzichino di confusione tra il BENE etico e filosofico ed il BENE materiale, di consumo. Comunque grazie della tua nuova definizione XXXXXXXL del lavoro. Meglio poi che trascuri altri commenti. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Je. Citandoti : "Se poi un'artista viene notato e lavora su commissione, non é proprio un "artista" ma un artigiano con licenza creativa. Magari per il resto si, passione e tutto, ma nel momento in cui lo fa pagato non sta facendo la sua arte".


Bravo. Sono d'accordo. La maggior parte degli "artisti" vivono starnazzando di essere "liberi spiriti creativi", senza che ciò impedisca loro di sognare committenze lucrative, critica osannante, successo mercantile delle loro opere.



Infatti il verbo "creare" (in senso artistico) non può che fare a pugni con "guadagnare".


Se proprio non li vogliamo chiamare "artigiani" (potrebbero offendersi perchè sa troppo di grembiuli sporchi), chiamiamoli "operatori culturali". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

A sua insaputa viator si è messo a ragionare da marxista, individuando la categoria del lavoro necessario che secondo i sacri testi è il lavoro necessario a riprodurre la forza lavoro e la sua prole. Lavoro assai variabile a seconda delle condizioni locali di approvvigionamento di quanto serve per vivere. Tale quantità di lavoro, e il suo equivalente monetario, sono il minimo etico di ogni attività lavorativa.

Nel capitalismo è lavoro tutto ciò che abbia un mercato disposto ad acquistarlo, quindi anche il lavoro dell'artista.

In una società umanistica è lavoro tutto ciò che abbia un riconoscimento di valore sociale, quindi anche il lavoro dell'artista.

Sembra a questo punto che via sia comunanza di vedute, ma non è così perché il valore di mercato e il valore sociale hanno processi di valorizzazione e unità di misura del valore assai diverse tra loro. Anche se alla base hanno in comune il fatto che l'arte è un bene meritevole di valorizzazione (a ciascuno la sua) nella dimensione antropologica indipendentemente dal regime sociopolitico, come affermato da Jacopus.

Ed enfatizzato dalla nota espressione di Dostoevskij nell'Idiota.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: viator il 13 Ottobre 2021, 20:50:22 PM
Citazione di: anthonyi il 13 Ottobre 2021, 20:05:00 PM
Ciao viator, mi sa che la definizione che hai dato di lavoro è troppo ristretta. Lavoro e tutto ciò che produce un bene, e l'arte direi che è un bene. La prova del nove del fatto che lo sia è che ci sia qualcuno disposto a pagarla.

Salve anthonyi. Peccato che tu faccia un pizzichino di confusione tra il BENE etico e filosofico ed il BENE materiale, di consumo. Comunque grazie della tua nuova definizione XXXXXXXL del lavoro. Meglio poi che trascuri altri commenti. Salutoni.
Scusa viator, ma quale confusione. Se parlo di Un bene è evidente che lo intendo in senso economico. Da grezzo economista, solo di questo posso parlare. Il bene etico, invece, lo lascio approfondire a voi filosofi.

viator

Citazione di: anthonyi il 13 Ottobre 2021, 21:43:44 PM
Citazione di: viator il 13 Ottobre 2021, 20:50:22 PM
Citazione di: anthonyi il 13 Ottobre 2021, 20:05:00 PM
Ciao viator, mi sa che la definizione che hai dato di lavoro è troppo ristretta. Lavoro e tutto ciò che produce un bene, e l'arte direi che è un bene. La prova del nove del fatto che lo sia è che ci sia qualcuno disposto a pagarla.

Salve anthonyi. Peccato che tu faccia un pizzichino di confusione tra il BENE etico e filosofico ed il BENE materiale, di consumo. Comunque grazie della tua nuova definizione XXXXXXXL del lavoro. Meglio poi che trascuri altri commenti. Salutoni.
Scusa viator, ma quale confusione. Se parlo di Un bene è evidente che lo intendo in senso economico. Da grezzo economista, solo di questo posso parlare. Il bene etico, invece, lo lascio approfondire a voi filosofi.



Salve anthonyi. Scusa tanto. Sono stato io a non capire. Se il lavoro consiste solamente in ciò che produce un bene economico, spiegami quale bene economico consegue dal lavoro necessario ad una tribù di pigmei per costruire un fossato che difenda la loro sopravvivenza dalle belve feroci.Spiegami poi anche - spostando un pochino l'ottica dalla sfera umana a quella animale (non dirmi che gli insetti fanno tutta la vita i lavativi parassiti!) - quale bene ECONOMICO viene prodotto dal lavoro di una schiera di formiche OPERAIE. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Ipazia. La vuotezza delle mie concezioni mi permette di vedere sempre valorizzati i tuoi punti di vista.

Sembra tu voglia confermarmi che sia in ambito capitalistico che in ambito "umanistico" la prostituzione debba venir considerata un lavoro, dal momento che essa fa certamente parte di ciò che ha un proprio mercato ed inoltre non si vorrà negare che essa esercita una influenza ed esplica un valore sociale (permette di placare istinti e pulsioni che diversamente potrebbero trovare sbocchi antisociali).

Valendo quanto sopra, diventerei a mia volta d'accordo anche sul valore dell'eventuale mercenarietà dell'arte.

Quale sarebbe la differenza tra il meretricio e la realizzazione di "opere d'arte" su commissione ??. Saluti.



Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

L'arte si fonda su una ambiguità che ne determina lo statuto e l'accostamento con il meretricio non è così peregrino. L'arte la considero una sfida dell'uomo: in un mondo finito, pieno di male e di dolore, di insensatezza e domande a cui non si può rispondere, l'artista decide di costruire qualcosa che lenisca questa sofferenza. L'arte è allora una cura. Un sollievo, una indicazione fragile che esiste qualcosa che va oltre "la necessità" e che ci  permette di riconoscerci nel valore universale della bellezza. L'arte è quindi un attestato di comunanza e di condivisione fra gli esseri umani, in grado di superare le diversità e gli odi delle fazioni. È l'anima vera e terrena dell'umanità e del suo dire: "No!" alla risposta che Sileno da a Re Mida. In questa grandiosità eroica, l'artista non è un lavoratore ma qualcosa di infinitamente superiore.
D'altro canto, l'artista ha uno stomaco e funzioni intestinali identiche ai lavoratori e spesso anche un brutto carattere. Il mondo attuale, inoltre, non si spreca in futili chiacchiere accademiche: l'arte, oltre a questi discorsi pomposi, è una merce, dotata di un valore di scambio e priva di quell'aura magica, antecedente alla sua "riproducibilità tecnica". Nell'artista convive quindi, in proporzioni diverse, una parte eroica e di sfida all'ineluttabilità di un mondo indifferente e distruttivo e una parte pragmatica, che deve fare i conti con le bollette da pagare. Entrambe le dimensioni sono vere, fatti salvi casi eclatanti (come Emily Dikinson, che non uscì mai dalla sua stanza) e  ciò rende l'arte un lavoro ma con una missione che non è riducibile al lavoro, anche se intimamente connessa con esso, poiché in un mondo dove l'arte ha spazio, ha spazio anche il lavoro innovativo e la creatività, che si ciba proprio al desco dell'arte.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Il meretricio è la sublime arte femminile concessa alla donna nella società patriarcale in cui alla donna era preclusa ogni altra via di emancipazione dal ruolo coatto di serva e fattrice.

Nelle culture meno sessuofobiche delle civiltà abramitiche, esse erano rivestite di un'aura quasi sacra. Le etère, le geishe. Le cortigiane, che in ogni epoca hanno avuto accesso a cultura e potere più di ogni altra donna del loro tempo.

Che l'erotismo sia arte ce lo insegnano fin dell'antichità il kamasutra e la statuaria greca. Che nel capitalismo sia diventato pure esso una merce è scoprire l'acqua calda.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

L'artista può fare parte di qualsiasia categoria imposta dall'alto venga adibita a considerare anche gli artisti, il punto semmai è se l'artista si sente un lavoratore, se il suo essere artista è legato a logiche di mercato e di produzione di beni, un proletario dell'anima. Penso che sia praticamente universale, le forme d'arte che sono o sono percepite come slegate da logiche di mercato ma aderenti ad una sorta di ideale di "espressione pura" vengono considerate su un altro livello, la ricerca di esse è spasmodica, chi vende quadri sa di vendere beni
economici ma se vuole venderli farà leva sulla loro espressività perchè lì è insito il loro valore, la stessa possibilità meramente economica che essi aumentino di valore col tempo è direttamente collegata all' espressività percepita, alla "qualità" del quadro. L'arte può essere un bene economico per chi la tocca di seconda mano, se anche la prima mano che l'ha prodotta la considera principalmente tale, io penso che siamo davanti inequivocabilmente ad arte di consumo, cianfrusaglie destinate a sparire nel giro di una stagione della moda.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve Ipazia. Una piccola osservazione, citandoti : "Nel capitalismo è lavoro tutto ciò che abbia un mercato disposto ad acquistarlo, quindi anche il lavoro dell'artista".................................................ma quindi anche il "lavoro" degli spacciatori e della delinquenza in genere ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

Buongiorno Viator


Direi di sì. "Il padrino disse: A chi affidiamo questo lavoro sporco?". Le prostitute fanno affari vendendo il loro corpo, ma vengono definite come "donne di mal-affare". I politici, oltre al lavoro parlamentare, si dedicano spesso al mal-affare per arrotondare i magri guadagni istituzionali. Spesso questo lavoro sporco serve per pagare proprio le signorine che si dedicano al lavoro in casa ( su appuntamento). C'è anche il lavoro casalingo, non retribuito e senza appuntamenti,, ma spesso faticoso, specie nelle famiglie numerose. In queste diversi giovani "smart" lavorano in smart-working o fanno gli hacker, che è un lavoro più redditizio. Lavorare è un termine omni-comprensivo:"Che lavoro stai facendo nell'orto" Semini le tegoline?".Ecc.

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