Giusta dopamina per tutti

Aperto da daniele75, 17 Novembre 2019, 14:17:13 PM

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daniele75

Tutto quello che crea dipendenza è piacevole, dallo zucchero allo shopping. Il meccanismo è sempre lo stesso, la ricompensa, la dopamina. Più la sensazione è forte, più il cervello la richiederà. Il cervello tiene in memoria le sensazioni piacevoli che hanno rilasciato dopamina, e le richiama in caso di noia, umore basso, tensione. Quindi il segreto è la moderazione in tutto, evitando le droghe. Lo stato di normalità non appaga, ci tiene in un costante stato di ricerca. Ecco nascere l'ansia, dobbiamo agire, cercare, sperimentare. Una mente vergine che non abbia avuto a che fare con le droghe, proverà un appagamento nelle cose semplici, mentre un ex consumatore di sostanze, viene influenzato dall'inconscio che gli ricorda che le droghe gli davano più felicità, quindi non avrà grandi soddisfazioni dalle cose semplici, specie all'inizio della disintossicazione. La mente non riconosce i veleni, è in grado di autodistruggersi pur di provare stati alterati positivi. Un ex dipendente rimarrà in dimissione tutta la vita, non guarirà mai. La sua memoria ricorda le sensazioni piacevoli e le richiamerà quando verrà stimolata dai cinque sensi. Quasi tutto crea dipendenza, persino la preghiera. Tutto porta al circuito della ricompensa. Sta tutto li il segreto. A voi la scelta.

Parola di un ex tossicodipendente.

stelle dell'auriga

Citazione di: daniele75 il 17 Novembre 2019, 14:17:13 PM
 Una mente vergine che non abbia avuto a che fare con le droghe, proverà un appagamento nelle cose semplici, mentre un ex consumatore di sostanze, viene influenzato dall'inconscio che gli ricorda che le droghe gli davano più felicità, quindi non avrà grandi soddisfazioni dalle cose semplici, specie all'inizio della disintossicazione. La mente non riconosce i veleni, è in grado di autodistruggersi pur di provare stati alterati positivi. Un ex dipendente rimarrà in dimissione tutta la vita, non guarirà mai. La sua memoria ricorda le sensazioni piacevoli e le richiamerà quando verrà stimolata dai cinque sensi. Quasi tutto crea dipendenza, persino la preghiera. Tutto porta al circuito della ricompensa. Sta tutto li il segreto. A voi la scelta.

Parola di un ex tossicodipendente.

Prima di arrivare alle sostanze, come dici tu, occorrerebbe comprendere quale ragione ha portato la persona ad assumere quelle sostanze, secondo me la causa c'è sempre, anche se si tratta di banale curiosità, le persone dovrebbero conoscersi e fare un' autoanalisi prima di percorrere sentieri che non hanno una chiara destinazione.

Diverso è il caso di chi deve assumere psicofarmaci per depressione (che danno molta dipendenza), perchè a volte è l' unico sistema per sbloccare una mente "inceppata", in questi casi specifici il farmaco è il primo step importante.

Per quanto rigurda il fatto che un ex dipendente in dimissione, rimane tale tutta la vita, non ben capito cosa intendi.

daniele75

L'ex tossicodipendente è sempre in remissione. Non può guarire. Se riusa la sostanza ci ricade nella dipendenza. Un ex alcolista non può più bere.

stelle dell'auriga

Citazione di: daniele75 il 18 Novembre 2019, 12:10:42 PM
L'ex tossicodipendente è sempre in remissione. Non può guarire. Se riusa la sostanza ci ricade nella dipendenza. Un ex alcolista non può più bere.

Se una persona è veramente guarita non desidererà più quella sostanza, proprio perchè si è depurato/disintossicato, e magari al solo pensiero di bere una birra o fumare una sigaretta, gli verrà la nausea.

Quindi con molta probabilità avere ancora smania di una certa sostanza, vuol dire che la guarigione non è del tutto completa.

InVerno

Citazione di: daniele75 il 17 Novembre 2019, 14:17:13 PM
Tutto quello che crea dipendenza è piacevole, dallo zucchero allo shopping. Il meccanismo è sempre lo stesso, la ricompensa, la dopamina.
La dopamina viene rilasciata in anticipazione della ricompensa, non al momento della ricompensa, è il desiderio della ricompensa ad attivare il rilascio, non la ricompensa stessa. E nel caso in cui la ricompensa non sia certa (come nel gioco d'azzardo) il rilascio di dopamina è di molto superiore rispetto ad una ricompensa certa. Fondamentalmente è il meccanismo inteso come "novelty seeking", la ricerca della novità, che anima anche una persona che entra una libreria.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: Isfrael il 18 Novembre 2019, 17:15:17 PM
Citazione di: daniele75 il 18 Novembre 2019, 12:10:42 PM
L'ex tossicodipendente è sempre in remissione. Non può guarire. Se riusa la sostanza ci ricade nella dipendenza. Un ex alcolista non può più bere.

Se una persona è veramente guarita non desidererà più quella sostanza, proprio perchè si è depurato/disintossicato, e magari al solo pensiero di bere una birra o fumare una sigaretta, gli verrà la nausea.

Quindi con molta probabilità avere ancora smania di una certa sostanza, vuol dire che la guarigione non è del tutto completa.

Ha ragione daniele75, tutte le problematiche comportamentali (Oltre alla droga e all'alcool c'è il gioco d'azzardo, ma anche l'uso istintivo della violenza a fine sessuale o meno) costruiscono una predisposizione psicologica che rimane a vita. Se queste persone non ci ricadono più è perché fanno continuamente una scelta razionale di non ricaderci pur avendo pulsioni interne che magari li spingerebbero a farlo.
Un saluto

daniele75

Esatto. L'inconscio non ha morale, non riconosce o veleni. Esso mira al nostro piacere. La memoria di un ex alcolista rimarrà per sempre. Non dovrà mai più bere. Diventerebbe compulsivo e si autodistruggerebbe

stelle dell'auriga

Citazione di: daniele75 il 18 Novembre 2019, 19:14:49 PM
Esatto. L'inconscio non ha morale, non riconosce o veleni. Esso mira al nostro piacere. La memoria di un ex alcolista rimarrà per sempre. Non dovrà mai più bere. Diventerebbe compulsivo e si autodistruggerebbe

La memoria però non funziona a senso unico, quella sensazione di euforia, contentezza, etc, data dall' alcol, ha i suoi effetti deleteri sul corpo, il benessere effimero... poi, presenterà il conto "salato" sul fisico, la memoria piacevole richiamerà anche i ricordi dolorosi, in virtù di questo la persona cresce, matura, e prende coscienza del falso piacere illusorio, allora sì che si avvia davvero alla guarigione.

Non si tratta di morale secondo me, ma di un processo di evoluzione personale.
:)

anthonyi

Citazione di: Isfrael il 19 Novembre 2019, 17:20:24 PM
Citazione di: daniele75 il 18 Novembre 2019, 19:14:49 PM
Esatto. L'inconscio non ha morale, non riconosce o veleni. Esso mira al nostro piacere. La memoria di un ex alcolista rimarrà per sempre. Non dovrà mai più bere. Diventerebbe compulsivo e si autodistruggerebbe

La memoria però non funziona a senso unico, quella sensazione di euforia, contentezza, etc, data dall' alcol, ha i suoi effetti deleteri sul corpo, il benessere effimero... poi, presenterà il conto "salato" sul fisico, la memoria piacevole richiamerà anche i ricordi dolorosi, in virtù di questo la persona cresce, matura, e prende coscienza del falso piacere illusorio, allora sì che si avvia davvero alla guarigione.

Non si tratta di morale secondo me, ma di un processo di evoluzione personale.
:)

Ciao Isfrael, nel nostro mondo moderno c'è una grande fiducia nella "razionalità" umana, sono molte le ricerche che mettono in discussione questa visione ideale.
Nel comportamento umano ci sono anche dei meccanismi iterativi che portano gli uomini a riprodurre comportamenti già avuti. Nel caso dell'ex-alcolista la questione è tutta sul primo bicchiere, se l'ex-alcolista beve il primo bicchiere entra con buona probabilità in uno stato psicologico per il quale non riesce più a controllarsi. Prima di quel bicchiere certamente lui ricorda razionalmente tutta la sofferenza che gli ha comportato la dipendenza, questo non toglie che lui sia istintivamente tentato dal bere anche il primo bicchiere e deve razionalmente scegliere di non berlo.
Un saluto

stelle dell'auriga

Citazione di: anthonyi il 19 Novembre 2019, 18:12:24 PM


Ciao Isfrael, nel nostro mondo moderno c'è una grande fiducia nella "razionalità" umana, sono molte le ricerche che mettono in discussione questa visione ideale.
Nel comportamento umano ci sono anche dei meccanismi iterativi che portano gli uomini a riprodurre comportamenti già avuti. Nel caso dell'ex-alcolista la questione è tutta sul primo bicchiere, se l'ex-alcolista beve il primo bicchiere entra con buona probabilità in uno stato psicologico per il quale non riesce più a controllarsi. Prima di quel bicchiere certamente lui ricorda razionalmente tutta la sofferenza che gli ha comportato la dipendenza, questo non toglie che lui sia istintivamente tentato dal bere anche il primo bicchiere e deve razionalmente scegliere di non berlo.
Un saluto

Secondo il mio parere, quando parliamo di un ex alcolista  o anche di ex fumatore, dovremmo valutare se effettivamente la persona  è uscita dalla dipendenza, perchè se gli viene ancora desiderio di bere o fumare , o addirittura deve forzarsi per non cedere alla tentazione, allora vuol dire che non ne è uscita del tutto, se invece a persona ha fatto un buon lavoro su di sè, magari facenosi aiutare anche da una figura professionale, con un' altissima percentuale sarà disgustato dalla sostanza, perchè si è disintossicato nel corpo e nella mente e la sostanza/veleno, non eserciterà più nessun potere sull' ex dipendente da qualche cosa.

saluti

Freedom

Citazione di: Isfrael il 20 Novembre 2019, 16:42:48 PM
Secondo il mio parere, quando parliamo di un ex alcolista  o anche di ex fumatore, dovremmo valutare se effettivamente la persona  è uscita dalla dipendenza, perchè se gli viene ancora desiderio di bere o fumare , o addirittura deve forzarsi per non cedere alla tentazione, allora vuol dire che non ne è uscita del tutto, se invece a persona ha fatto un buon lavoro su di sè, magari facenosi aiutare anche da una figura professionale, con un' altissima percentuale sarà disgustato dalla sostanza, perchè si è disintossicato nel corpo e nella mente e la sostanza/veleno, non eserciterà più nessun potere sull' ex dipendente da qualche cosa.

saluti
Non è così.

La tossicodipendenza o semplicemente la dipendenza (gioco d'azzardo, cibo, etc.) determina una rottura, una vera e propria ferita nel nostro io. Tale ferita potrà essere curata ma rimarrà sempre una cicatrice. E la cicatrice, per sua natura, rende la parte cicatrizzata più fragile del tessuto sano.

In altre parole non è che uno arriva alla dipendenza perché (dico una banalità a scopo esemplificativo) ha paura del buio, sconfigge la paura del buio e guarirà per sempre dalla dipendenza.

Quali che siano i motivi che suscitano nell'essere umano una qualsiasi dipendenza, e indipendentemente dalla risoluzione delle cause che a lì l'hanno portato (a volte è semplice curiosità, spirito di trasgressione, etc.) anche a distanza di anni dall'ultimo comportamento dipendente resta sempre una fragilità.

E' questo il motivo per cui, per esempio, l'OMS fa differenza tra NON fumatore ed EX fumatore.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

stelle dell'auriga

Citazione di: Freedom il 22 Novembre 2019, 08:56:34 AM

Non è così.

La tossicodipendenza o semplicemente la dipendenza (gioco d'azzardo, cibo, etc.) determina una rottura, una vera e propria ferita nel nostro io. Tale ferita potrà essere curata ma rimarrà sempre una cicatrice. E la cicatrice, per sua natura, rende la parte cicatrizzata più fragile del tessuto sano.

In altre parole non è che uno arriva alla dipendenza perché (dico una banalità a scopo esemplificativo) ha paura del buio, sconfigge la paura del buio e guarirà per sempre dalla dipendenza.

Quali che siano i motivi che suscitano nell'essere umano una qualsiasi dipendenza, e indipendentemente dalla risoluzione delle cause che a lì l'hanno portato (a volte è semplice curiosità, spirito di trasgressione, etc.) anche a distanza di anni dall'ultimo comportamento dipendente resta sempre una fragilità.

E' questo il motivo per cui, per esempio, l'OMS fa differenza tra NON fumatore ed EX fumatore.

Lungi da me voler fare una "crociata" contro le dipendenze, i motivi per cui una persona arriva a dover dipendere da una sostanza sono svariate come sono molteplici le esperienze individuali, per cui ognuno ha la sua storia e non mi sento di giudicare, il mio è più un desiderio di comprendere... se ne parlo è anche perchè il fumo è stata la causa della morte di mio padre, che era davvero un fumatore formidabile, e da piccola in casa l' odore sgradevole del fumo mi procurava molti fastidi, non capivo e non capisco come una persona si voglia far del male da solo.
Praticamente si sceglie di farsi del male volontariamente, pur sapendo che non ne verrà nessun beneficio, ad esempio al mio papà fu tassativamente proibito di fumare, ma lui scherzava sulle parole del medico e non ne ha voluto sapere.

Sul vizio del fumo mi sento di dire ( nella maggioranza dei casi ) che si iniza da ragazzi per imitazione dei coetanei, per sentirsi grandi, per essere parte del gruppo, si inizia così per gioco e magari poi si intensifica l' abitudine fino a non poterne più fare a meno, quindi all' inizio motivo banale, si trasforma in dipendenza, mi chiedo a che pro.

Per questo sarebbe opportuno non iniziare e sopratutto diventare coscienti delle proprie azioni, l' educazione a casa a volte non basta, per me anche a scuola se ne dovrebbe parlare di più, non ne parliamo poi dell' alcol tra i minorenni, un' altra piaga non da poco.

La cicatrice come affermi tu, è la parte cicatrizzata del tessuto sano, è vero, ma proprio per questo ricorda qualcosa per cui è avvenuta la guarigione, qualcosa per cui uno ha combattuto e ne è uscito.

Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie.
(cit. Paulo Coelho)
:)

Freedom

Il meccanismo perverso, direi diabolico della dipendenza, è che la spirale nella quale si precipita, comincia subito. Dalla prima volta!

Non perchè, per esempio, dopo la prima sigaretta sei già tossicodipendente, ma perchè la dinamica del vizio è progressiva e (quasi!) inarrestabile.

Provo la prima sigaretta e, disgustato, dico: che grandissima sciocchezza che è fumare. Poi, a distanza di qualche ora, giorno, mese, anno, riprovo per verificare se era veramente 'sta gran cagata. Lo faccio, tra i tanti motivi perchè mi domando: "ma tutta 'sta gente che fuma perchè lo fa? Sarà mica scema?" Poi, per altri stupidi motivi, lo rifaccio. E poi lo rifaccio ancora. Dopo un pò, smarritomi per bene in questa oscurità, quando il ripetersi dell'azione ha cadenza quotidiana, ho preso il vizio. Ma non me lo confesso ancora a me stesso, mi dico: "quando poi lo riterrò opportuno smetterò."

Un bel giorno mi rompo di questa devastante, orribile schiavitù e dico: "adesso basta, smetto." E non ci riesco. Allora mi dico che in realtà non mi interessa smettere.

Dopo parecchio tempo però voglio smettere sul serio. Faccio seri tentativi. Ma non ci riesco. Ricomincio. Non riesco a smettere. Prendo dunque consapevolezza di essere schiavo di un vizio. Solo quando veramente intendi liberarti da qualcosa avverti con chiarezza le catene che ti legano.

Da questo momento comincia la vera guerra contro la dipendenza.

E' un alternarsi di battaglie intense, faticose, infuocate, entusiasmanti ed avvilenti. Qualcuno, dopo lotte veramente impegnative, riesce ad uscirne vittorioso e diventa un ex di qualcosa. Sempre in potenziale pericolo ma, finalmente LIBERO!
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

viator

Salve Isfrael. Ciò che pensavo del vizio quando lo praticavo (ad esempio il fumo) è rimasto ciò che ne penso ora che ho smesso.

I VIZI SONO QUELLA COSA CHE PORTA ALLA MORTE RIEMPIENDO LA VITA.

Tutti bravi a dire che questo o quello fanno male. Ed hanno pure dimostrabilmente ragione !
Ma gli aspiranti virtuosi non riflettono mai sul fatto che il voler star lontano dai pericoli (per i vizi nocivi o pericolosi), se attuato secondo raziocinio, buonsenso e virtù, porterebbe al eliminare il fumo, l'alcool, gli eccessi alimentari, il sesso non routinario, l'alpinismo, il motociclismo, le immersioni subacquee.............................................

Raziocinio e buonsenso dimostrano che l'unico modo sicuro di sfuggire a rischi e pericoli non necessari è l'inerzia. Ovvero il tapparsi in casa e non uscire mai. Attenti però agli incidenti domestici !.
In sostanza, l'unico modo per non morire consiste secondo me nel rinunciare a vivere !. Come compiango i virtuosi a tutti i costi !. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: viator il 22 Novembre 2019, 23:17:36 PM
Ma gli aspiranti virtuosi non riflettono mai sul fatto che il voler star lontano dai pericoli (per i vizi nocivi o pericolosi), se attuato secondo raziocinio, buonsenso e virtù, porterebbe al eliminare il fumo, l'alcool, gli eccessi alimentari, il sesso non routinario, l'alpinismo, il motociclismo, le immersioni subacquee...

Forse è il caso di distinguere tra vizi e comportamenti più o meno pericolosi. Un vizio è qualcosa che danneggia l'organismo (droghe, obesità, sesso non protetto) e non è razionalizzabile, un comportamento, per quanti pericoli comporti, è sempre razionalizzabile. Può essere vissuto razionalmente o come una droga: ma siamo già su un altro piano psicologico-esistenziale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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