Generare un figlio è un atto egoistico?

Aperto da Jacopus, 17 Gennaio 2020, 22:08:01 PM

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Jacopus

Viator scrisse:
CitazioneSalve. Non saprei (lascio a voi il giudizio) se alcuni dei quesiti che ogni tanto vi sottopongo si possano considerare irriverenti, originali, balzani, controcorrente, sciocchi o che altro.

Per esempio, oggi volevo chiedervi : ma il volere dei figli (più esattamente : il fare tutto quando dovrebbe essere necessario per avere una discendenza)............secondo voi è scelta fondamentalmente egoistica oppure no ?.
Sposto qui la discussione aperta da Viator, più di stampo socio-culturale che filosofico.
E dico subito la mia. Non è nè egoismo allo stato puro, nè altruismo allo stato puro, ma un mix dei due. Se si hanno dei figli si comprende come non è possibile pensare l'atto di procreare come assoluto egoismo, nè come assoluto altruismo. Ovviamente tutto è relativo. Io mi riferisco a genitori mediamente responsabili e che si prendono cura della loro prole.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve Jacopus. Preciso : per scelta "fondamentalmente egoistica" si deve intendere una scelta "alla base della quale sta l'egoismo.........ma sopra ed intorno alla quale può starci benissimo dell'altruismo o qualsiasi altro scopo, intenzione e sentimento".
Lo "stato puro" di qualcosa (l'egoismo, ad esempio) invece consiste in quella tal cosa al 100% con esclusione di qualsiasi altra.
Quindi - e capita spessissimo - io ho dato un certo taglio alla mia domanda iniziale e la prima delle repliche provvede immediatamente a darle un taglio diverso.

Poi citandoti : "Se si hanno dei figli si comprende come non è possibile pensare l'atto di procreare come assoluto egoismo, nè come assoluto altruismo".
Anche qui, vedo che da un mio quesito essenziale e generalissimo si passa immediatamente al circoscrivere una condizione particolare (Se si hanno dei figli.......).

So benissimo che a nessuno dei lettori del Forum riuscirei ad estorcere una sincera confessione del tipo "un bel dì io e mia moglie ci siam messi d'accordo e - senza interpellare nessuno, senza preoccuparci degli scherzi che il destino avrebbe potuto fare a noi o a nostri futuri figli, confidando nella buona sorte e pensando di appagare un nostro lecitamente egoistico desiderio...............abbiamo fatto tutto il necessario perchè un nostro figlio venisse concepito".

Potenza di certi tabù perbenistici ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Mi pare riduttivo sussumere la decisione, o non, di prolificare alle antitetiche categorie individualistiche altruismo/egoismo. La procreazione consapevole implica fattori che trascendono la dimensione individuale e di coppia e ci proiettano nella prospettiva di vita che attende la nuova creatura. Aldilà della gratificazione personale, un figlio è una scommessa sul futuro che non si attua, legittimamente, sulla propria pelle, ma su quella di un altro essere vivente. Il quale non ha alcuna voce in capitolo su tale scommessa di cui dovrà pagare l'esito.

Neppure i genitori potenziali hanno elementi adeguati per capire quale prezzo sarà disposto a pagare al mondo la loro creatura. Margini di incertezza che si sommano a margini di incertezza, ma alla fine qualcosa bisogna decidere e di tale decisione farsi pienamente carico una volta che "alea iacta est", tanto nel caso si decida di procreare che nel caso contrario. In entrambi i casi siamo di fronte ad una scelta esistenziale complessa che comporta progetti di vita radicalmente diversi, con i loro pro e contro.

Uscendo dalle angustie individualistiche, la procreazione e la tutela e gratificazione del procreato, è questione sociale e spetta all'intelligenza collettiva spostare l'asse della scelta in un verso o nell'altro, secondo quanto le condizioni sociali e ambientali - "oggettivamente" interpretate - consigliano di fare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lady Joan Marie

Generare un figlio è soprattutto una responsabilità che una coppia ha il dovere di saper ponderare, altrimenti se si fa un figlio giusto per... Allora diventa veramente un atto egoistico. :(

viator

Salve. vedo confermato dalle vostre risposte (Ipazia compresa !!) di essere l'unico che non capisce un tubo di filosofia.

A dire il vero io non chiedevo (aprendo questo topic che ora per fortuna risulta generato da Jacopus.....così almeno non faccio troppo brutta figura) se gli EFFETTI del figliare risultassero egoistici od altruistici per qualcuno.

Vi domandavo se secondo voi  l'intenzione, il movente, la volontà, la scelta deliberata, la decisione consapevole di fare ciò che avrebbe prodotto una fecondazione (generalmente, mi sembra, la copula) è da considerare scelta ed atto mosso dal desiderio di trarne un vantaggio, una soddisfazione, un piacere (questo è l' egoismo del tutto naturale di certe scelte) o piuttosto invece mosso dal desiderio di fare il vantaggio altrui (il quale, per, carità, potrebbe pure sommarsi al proprio vantaggio, in questo secondo caso però da considerarsi come puramente incidentale) (Il vantaggio altrui potrebbe ad esempio quello della società o dello stesso nascituro).

Ma a questo punto i casi sono solo due : o io ragiono in modo troppo rozzo oppure in modo troppo complicato. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Mi pare difficile generalizzare, come se l'atto in sé avesse una valenza universale. Ci sono i tipici casi di una e dell'altra fenomenologia.. Per esempio esiste la fatidica sentenza "o facciamo un figlio o ci lasciamo" che incornicia perfettamente una delle due casistiche.. fortunatamente i figli non nascono tutti da questa premessa..
Personalmente sono molto più intrigato da quali siano le responsabilità verso la collettività che si hanno nel generare un figlio, tema che è tremendamente attuale in un mondo sovrappopolato. Generare è considerato un diritto inalienabile dell'uomo, e la collettività (sottoforma di stato) non ha in questa ottica nessun potere di regolamentazione a riguardo. Ma è giusto?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve Lady Joan Marie. Grazie per il tuo intervento. Pur apprezzando il tuo buonsenso, devo farti notare che allora la prole andrebbe generata forse per poter affrontare delle responsabilità che senza prole non si devono affrontare?. Quindi per affrontare il soddisfacimento di un imperativo etico-sociale che si prova interiormente anche se esteriormente non è per nulla obbligatorio ?.

Non sono d'accordo su questa motivazione. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Lady Joan Marie

Secondo me la nascita di un figlio deve essere motivo di gioia e completamento della coppia e non un imperativo etico-sociale come dici tu. Chi decide di avere un figlio lo fa e lo educa secondo i propri sentimenti di genitori e non per conto terzi. :(

viator

Salve Lady Joan Marie. Citandoti : "........................... e non un imperativo etico-sociale come dici tu".
Scusa, ma hai letto con un minimo di attenzione quello che ho scritto ?

La mia era una ironica, anzi irridente domanda circa il vero perchè la gente decida di figliare.

La gente lo fa per specchiarsi augurabilmente in chi gli sopravviva, per generare qualcuno che un domani sostenga la vecchiaia del genitore, per trasmettere in eredità ciò che si è costruito o guadagnato in vita...........tutte motivazioni bellissime ma ovviamente egoistiche. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve InVerno. Citandoti : "Generare è considerato un diritto inalienabile dell'uomo, e la collettività (sottoforma di stato) non ha in questa ottica nessun potere di regolamentazione a riguardo. Ma è giusto?".
Scusa InVerno ma siamo alle solite confusioni circa i diritti.
Non esiste alcun diritto di generare, venir generati, vivere, star bene in salute, morire misericordiosamente etc. etc.

Se questi fossero diritti, dal momento che l'esistenza di un DIRITTO presuppone per definizione l'esistenza di un corrispondente dovere, dovremmo avere qualcosa o qualcuno che abbia appunto il DOVERE di generare, di mantenerci in vita, di curarci a puntino, di evitarci una morte dolorosa etc. etc.

Invece noi semplicemente possiamo esercitare la FACOLTA' di PROVARE a generare, cercare di continuare a vivere, fare il necessario per restare in salute, fuggire dalla sofferenza.

E la ragione che impedisce alla società di intervenire (ci mancherebbe altro ! Esiste solo la Chiesa che ha cercato e cerca di influenzare la demografia planetaria.....in quale direzione e con quale effetto giudicalo tu !) è appunto che le Leggi non devono mettere becco in ciò che da una parte non è vietato, mentre dall'altra è FACOLTATIVO.

Che poi la Società e le Leggi possano e debbano PROVVEDERE a fornire delle PROVVIDENZE (sostegno, ausilio, facilitazione, aiuto economico etc.) in favore di aspetti trovati SOCIALMENTE UTILI MA SEMPRE FACOLTATIVI dalla maggioranza della Società stessa......................ben venga la cosa.
Purtroppo la maggior parte dei polveroni inutili che vengono sollevati dalle discussioni social-ideologiche nascono dall'ignoranza, trascuratezza o travisamento del significato dei concetti di DIRITTO, DOVERE, OBBLIGO, FACOLTA'. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Cina e India hanno disinnescato la bomba demografica intervenendo anche coattivamente sul presunto diritto inalienabile e illimitato alla procreazione. Altrove ci ha pensato lo stato multinazionale Mercato ad imporre la stessa etica procreativa. E dove non ha funzionato si sono ridotti a caricare i pargoli e chi li genera sui canotti. Restiano umani coi piedi per terra.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

davintro

penso che l'eventuale componente di egoismo nella scelta di generare un figlio stia tutta nelle motivazioni che la ispirano. Diventa egoismo nel momento in cui la motivazione fondamentale è il pensiero di come un figlio potrebbe rendere felice la propria vita, senza prima porsi un problema di autoconsapevolezza riguardo le proprie qualità personali atte a poter assicurare, quantomeno, una ragionevole possibilità di una vita serena al proprio figlio (senza poi considerare le oggettive condizioni sociali-economiche necessarie a questo obiettivo, che non dipendono dall'impegno dei genitori), con tutti i sacrifici che ciò comporterebbe. Un esempio di genitorialità egoista è quello di un genitore che considera il figlio come proiezione di se stesso, rivalsa delle sue delusioni, che orienta in modo più o meno impositivo la sua strada, scolastica, accademica, professionale, affettiva nella direzione che il genitore considererebbe migliore a partire dai propri interessi, senza invece aprirsi a riconoscere l'irriducibile alterità di un essere distinto, le cui condizioni di benessere e realizzazione non necessariamente corrispondono a delle aspettative che un genitore tara a partire da se stesso. L'egoismo starebbe nel considerare il figlio come una sorta di trofeo, fonte di orgoglio familiare, che realizza un modello valoriale genitoriale prestabilito, anziché sviluppare una reale relazione simpatetica, per la quale limitarsi a essere felici del suo essere felice, a prescindere dal fatto che la strada che lo ha condotto a tale condizione sia o meno quella incarnata dalle aspettative familiari

Jacopus

Mi ricordo un episodio. Mi figlio piccolo. Forse aveva due/tre anni.  Riuscì contemporaneamente a defecare, farsi uscire il sangue dal naso e vomitare. Tutto rigorosamente sul letto. Io e mia moglie ci siamo guardati stravolti. Chi pensa al generare figli come esclusivo atto egoistico, o non ha mai avuto figli o ha avuto tate e nonni che provvedevano per lui.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

baylham

Ho compreso maturando che la vita è bella. Da bambino ho diverse volte rimproverato i miei genitori di avermi fatto nascere, oggi li ringrazierei. Non ho mai provato il desiderio di un figlio in tutta la mia vita, sono contento di non averne.

Figliare è un atto egoistico.  Pensare che il figlio sarà felice di vivere tempera l'egoismo. Ci si preoccupa principalmente se non esclusivamente dei propri figli, molto dopo dei figli degli altri.

Jacopus

CitazioneFigliare è un atto egoistico.
Potrei dire esattamente il contrario. Non figliare è un atto egoistico. Non si deve dividere il proprio tempo "felice" accompagnando i figli al calcio, in palestra, non bisogna andare a parlare con i professori, non ci si deve occupare delle sue esigenze personali, delle sue crisi. Non si deve provvedere alle sue necessità e ai suoi bisogni. La torta è tutta per noi. Nessuno con cui dividerla. Tranne poi, a 40 anni, scoprirsi soli e riempire quella solitudine con qualche cagnolino a cui ci si rivolgerà dicendo "vieni da papà, piccolino".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.