Fatica e dolore elementi connaturati alla nostra natura vanno condivise

Aperto da Patrizio Donati, 10 Marzo 2024, 19:35:43 PM

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Patrizio Donati

Per costruire un nuovo pensiero politico (esodo della coccinella) voglio introdurre un tema fondamentale non contemplato nelle vecchie concezioni politiche. Per il pensiero classico liberal progressista il tema centrale è la distribuzione della ricchezza. Si va dalla eseltazione del mercato e dell'iniziativa privata, che in automatico creando ricchezza si porta dietro l'elevazione delle classi subalterne nella concezione liberista. Fino ad arrivare alla collettivizazione dei mezzi di produzione è della proprietà nella concezione Comunista. Passando per vari gradi di stato sociale inteso a correggere le storture dell'economia di mercato. Tutte queste idee politiche diverse, fino l'antitesi hanno in comune il prendere in considerazione i mezzi, la proprietà dei mezzi, i beni, la proprietà dei beni. Questo approccio economicistico mette l'attenzione sui mezzi, lasciando in ombra gli uomini e le donne in carne ed ossa.
Vi è da fare una considerazione che un po' invade la sfera privata e quindi non può essere risolta completamente dalla politica, ma deve essere tenuta in considerazione dal discorso politico per tenere sempre al centro i soggetti che devono trarre beneficio dell'agire politico e non i mezzi che devono servire e non essere serviti. Per illuminare il presente e prefigurare il futuro va tenuto conto che, per abitare il nostro pianeta l'umanità ha dalla preistoria dovuto fare fatica e sopportare il dolore che sono connaturata al vivere umano, ed è stato naturale e positivo, che l'umanità abbia cercato la felicità, cercando di ridurre la fatica
ed il dolore. Questa ricerca è degenerata e si è cristallizzata in varie epoche storiche umane con stratagemmi, messi in
atto da chi deteneva il potere per addossare la fatica ed il dolore su le masse permettendo alle élite di vivere scansando il più possibile fatica e dolore. Nei nostri giorni il combinato disposto dell'avanzamento strepitoso delle conoscenze scientifico tecnologiche con il sistema economico capitalista che concentra in poche mani le ricchezze e le risorse, da il risultato di condannare sterminate masse di persone, in costante aumento nell'insopportabile ruolo di
sostenere il peso della privazione e del dolore, mentre i ricchi possono accedere a tutte quelle conoscenze e tecnologie che eliminano quasi per intero, la fatica ed il dolore. La redistribuzione della ricchezza è il mezzo per incidere quindi anche nella redistribuzione del carico di fatica e dolore che sono connaturati alla vita dell'umanità nel suo microcosmo. Vi è un ambito totalmente privato che per l'umanità fatta di esseri mortali riguarda la considerazione che ogni singolo essere umano fa della fatica, del dolore e della morte, nessun discorso politico può essere consentito. Il pensiero politico deve invece tenere in considerazione l'impatto che decisioni politiche possono avere in questo ambito privato. Per fare degli esempi pratici possiamo prendere in considerazione l'ultima vicenda del covid e la scoperta è distribuzione dei vaccini. La salute pubblica non può essere regolata da dinamiche di interesse privato! Infatti in quella vicenda si è palesata tutta l'insenzatezza dei meccanismi del mercato applicati alla tutela della salute, soldi pubblici immessi per accelerare la ricerca, profitti incalcolabile nelle tasche delle aziende farmaceutiche private, accaparramento dei paesi più ricchi dei vaccini in quantità e modalità tanto assurde da provocare impossibilità per paesi poveri di procurarsi dosi necessarie in tempo utile e di contro grandi quantità di sprechi di vaccini scaduti ed inutili nei paesi ricchi. Va ripensato la modalità di organizzazione della ricerca in campro medico e farmaceutico, la giusta ricompensa di chi produce innovazione, non deve essere arbitrio con brevetti senza limiti alla cura di tutti i cittadini. La salute non può diventare, o nella maggior parte del mondo rimanere un mercato.
Altro esempio in parallelo può essere fatto nell'ambito della ricerca tecnologica applicata al mercato del lavoro e alla produzione. L'intelligenza artificiale promette di ridisegnare del tutto il rapporto tra umanità e lavoro. Come distribuire i vantaggi che possono derivare dalle innovazioni? Aumentare a dismisura i profitti delle aziende che possiedono ed utilizzano le nuove tecnologie, magari espulgendo dal mercato del lavoro chi è in sovrannumero? O utilizzare le tecnologie per liberare tempo dedicato al lavoro ed aumentare il tempo dedicato alla vita sociale e spirituale, alla cultura, allo svago.
Un nuovo pensiero politico deve avere questo obbiettivo, non permettere che l'evoluzione dell'umanità sia appannaggio di pochi, ma tenere un equilibrio nei carichi di dolore e fatica, perché tutti ognuno secondo le proprie caratteristiche possa avere un orizzonte di realizzazione e felicità.

Ipazia

L'eterogenesi dei fini malefici talvolta ha esiti imprevedibili: i ricchi si sono intossicati di spike e i poveri l'hanno scansata. Trattati da cavie paganti di pericolose sperimentazioni farmaceutiche, sorte solitamente riservata a poveri pagati. 

I paesi ricchi fanno le guerre per restare ricchi e così impoveriscono ulteriormente i poveri che hanno in casa gonfiando il debito pubblico già gravato da quella genialata da ricchi che sono i titoli tossici e dal costo spropositato dell'energia da imbecillità guerrafondaie.

Todo cambia, anche la supponenza dei ricchi. E le loro fortune.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

L'idea della condivisione di fatica e dolore mi convince poco. La fatica é di solito connessa con la produzione di ricchezza e, in tal senso, é elemento di regolazione della distribuzione della stessa. Il principio che uno debba avere quello che produce per effetto del suo lavoro é per me sufficiente a definire la distribuzione della fatica, fatica che oltretutto è difficile da valutare, e che spesso non è strettamente connessa al lavoro, ci sono infatti lavori addirittura divertenti, buon per chi ha la fortuna di vivere di quei lavori, se queste persone si trovano bene così non si capisce perchè dovrebbero caricarsi di una fatica non necessaria, visto che l'obiettivo che abbiamo in comune è proprio quello di eliminare la fatica e di rendere i lavori, il piu possibile, gradevoli.
Riguardo al dolore, fenomeno intrinsecamente ineguale perché colpisce alcuni in maniera terribile, ed altri no, e che non può essere trasferito dall'uno all'altro, l'unica logica é quella di combatterlo il più possibile.

Patrizio Donati

Anthony, se leggevi attentamente e senza le preconvinzioni che spesso ci precludo  di accedere ai veri contenuti di quello che si legge ti saresti accorto che quello che dici tu era già racchiuso in poche parole (Vi è un ambito totalmente privato che per l'umanità fatta di esseri mortali riguarda la considerazione che ogni singolo essere umano fa della fatica, del dolore e della morte, nessun discorso politico può essere consentito.) il tuo è un artificio retorico si sente quel che si vuol sentire e si salta a piepari quello che sarebbe l'unico problema posto.
Riassumendo per non fare doppia copia di quello già scritto: la politica deve regolare la società per cui non vi deve essere chi è condannato alla fatica ed al dolore, è chi in ragione della sua prevalenza economica e di potere può scanzare in maniera sproporzionata e asimmetrica fatica e dolore. Almeno fino a quando la grande livella simbolo di ogni armonia cosmica, annulla tutte le differenze posticce opera delle convenzioni umane e con due metri di terreno accoglie sia Lazzaro che il ricco epulone. 

anthonyi

Citazione di: Patrizio Donati il 15 Marzo 2024, 09:08:25 AMRiassumendo per non fare doppia copia di quello già scritto: la politica deve regolare la società per cui non vi deve essere chi è condannato alla fatica ed al dolore, è chi in ragione della sua prevalenza economica e di potere può scanzare in maniera sproporzionata e asimmetrica fatica e dolore. 
Visto che mi accusi di essere retorico parlerò in maniera più diretta. Chi sei tu per dire cosa deve fare la politica? La politica ha tanti di quei problemi organizzativi di cui occuparsi, tra i quali certo c'é anche la fatica e il dolore, ma anche tante altre cose prioritarie. 
Riguardo alla fatica e al dolore, poi, non mi risulta ci siano persone condannate a questo "ope legis", le persone scelgono la fatica quando lo ritengono opportuno, e subiscono il dolore per accadimenti naturali e non.
Magari chi ha potere e ricchezza riesce a scansare meglio fatica e dolore, ma non sta scritto da nessuna parte che questo comporti maggiore fatica e sofferenza per gli altri, anzi é vero il contrario, le persone acquisiscono prevalenza economica grazie a processi di miglioramento che poi sottraggono dalla fatica e dal dolore tante altre persone.
Secondo me dovresti riflettere su quali sono le tue vere motivazioni di fondo. 
Tu vuoi che venga ridotto al minimo il numero di persone sofferenti o vuoi che tutti siano condannati a soffrire? 

Jacopus

Condivido Patrizio. Ma perché chi ha dei privilegi dovrebbe cederli? A livello singolo ciò talvolta accade con lasciti e creazione di fondazioni, ma a livello generale quello che si osserva è la polarizzazione della ricchezza, sia all'interno dei singoli stati sia fra nord e sud del mondo. Una polarizzazione che si autoalimenta, poiché chi inizia a differenziarsi per ricchezza, tenderà ad incrementare la differenza con il passare delle generazioni. Detto questo peró, occorre anche essere onesti con sè stessi. Nei paesi ricchi, fra cui l'Italia, siamo tutti coinvolti, perché tutti noi, in proporzioni diverse, ci avvantaggiamo di rapporti economici, della presenza di infrastrutture, di istituzioni e di forme di pensiero che dominano il mondo. Non a caso non siamo noi ad andare in Senegal. Bisognerebbe davvero raggiungere un mutamento di pensiero profondo, e purtroppo l'unica ideologia che ci ha provato, il marxismo, nella sua attuazione pratica, ha dimostrato di non essere in grado di ottenere quel mutamento. Siamo orfani di "visioni del mondo" che possano dare un senso a quello che dici. Restiamo impigliati nel modello capitalistico che è un modello di morte e di ingiustizia sempre più evidente, e sempre più senza quei "freni", di cui il capitalismo si era dotato, ai tempi della concorrenza con il socialismo reale.
Sullo sfondo riaffiorano con forza le visioni dell'homo homini lupus e della carità, entrambe alleate nel immobilizzare il mondo nella sua attuale struttura. Ma non ho ricette.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Pio

Carità non solo dei privati ma anche a livello di stati. Il nuovo modello "bonus" che altro è se non una forma di carità ? Non cambio il modello sociale, sono impossibilitato a farlo perché è il MERCATO che detta le regole, e allora elargisco  dei bonus ai meno abbienti così che riescano a sopravvivere, non creino disordini sociali e riescano persino a comprarsi qualcosa, facendo girare un altro po' sempre il mercato.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Jacopus

Un'altra conseguenza della fatica dei sistemi capitalistico/liberali a reggere le dinamiche sociali è la ricerca di "uscite di sicurezza" ed una, un sempreverde, è quella della guerra, attraverso la quale il nemico "invece di essere il banchiere" è lo straniero (o con un tocco di creatività di altri tempi: "il banchiere ebreo").  Alla stessa identica funzione, servono le ideologie di deumanizzazione dei migranti e dei "diversi". È proprio di oggi la notizia che in un convegno Trump ha definito i migranti non-persone, riecheggiando il titolo di un libro di Alessandro dal Lago con quel titolo, ma dubito che Trump abbia mai letto quel libro.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

La tecnologia non nasce dal desiderio di ridurre la fatica, nasce quando la fatica non può più essere svolta gratuitamente, generalmente un grosso passo in avanti di questo è l'abolizione della schiavitù, le civiltà che hanno mantenuto la schiavitù hanno sviluppato meno tecnologia. Mentre la popolazione mondiale va riducendosi, e quella che sopravvive in media chiede condizioni di vita piuttosto elevate, la tecnologia è ampiamente promossa per risolvere il problema della forza lavoro.  Il problema è che quasi sempre questa tecnologia è prodotta dai costi pubblici, perchè l'educazione le infrastrutture e tutto il resto sono finanziati dalle tasse, e poi i privati si prendono il laureato bello che fatto (in america lo importano con una greencard, brain drain) e mettono un succoso brevetto sull'idea di "tripla fotocamera montata a triangolo" che non inventa nulla, ma brevetta i profitti al privato che al massimo avrà investito un corso di aggiornamento. A mio avviso questo furto si basa sull'idea del "genio", quello che (spesso con poca fatica) "inventa" qualcosa di cui può disporre intellettualmente e metterci un nome, anzichè riconoscere di appoggiarsi sulle "spalle dei giganti" della società, che gli fornisce praticamente tutti i mezzi per concepire quell'idea che poi svenderà ad un privato. Sabin e poche altre eccezzioni. La fatica può anche essere amore, se ami quello che fai non fai fatica, ami il tuo tempo, ma in una condizione illiberale di persone che non possono fare quello che amano, la fatica è l'unica cosa che rimane. Non c'è compensazione monetaria che possa trasformare un lavoro che non ami in qualcos'altro, i soldi non fanno scomparire la fatica, la compensano.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

A me sembra che i sistemi liberali le dinamiche sociali le gestiscano e le soddisfino abbastanza bene, sono finiti i tempi delle contestazioni di massa spinte dalle privazioni e dai sacrifici, proprio perché queste privazioni sono state eliminate dallo sviluppo che i sistemi liberali hanno prodotto. 
Oggi il pericolo per questi stessi sistemi viene da chi per ragioni culturali é nemico di questi sistemi, non certo da quei pochi che vivono in essi condizioni di privazione e sofferenza reale.
Questi critici del sistema liberale, però, bisogna capire se sono più amici dei sofferenti o nemici/invidiosi dei benestanti, e bisogna anche capire quanto vale la loro tesi per la quale, secondo loro, eliminando i benestanti si ridurre be o addirittura si eliminirebbe (Di Maio dixit) la loro sofferenza. 

anthonyi

Citazione di: InVerno il 17 Marzo 2024, 12:53:08 PMLa tecnologia non nasce dal desiderio di ridurre la fatica, nasce quando la fatica non può più essere svolta gratuitamente, generalmente un grosso passo in avanti di questo è l'abolizione della schiavitù, le civiltà che hanno mantenuto la schiavitù hanno sviluppato meno tecnologia. Mentre la popolazione mondiale va riducendosi, e quella che sopravvive in media chiede condizioni di vita piuttosto elevate, la tecnologia è ampiamente promossa per risolvere il problema della forza lavoro.  Il problema è che quasi sempre questa tecnologia è prodotta dai costi pubblici, perchè l'educazione le infrastrutture e tutto il resto sono finanziati dalle tasse, e poi i privati si prendono il laureato bello che fatto (in america lo importano con una greencard, brain drain) e mettono un succoso brevetto sull'idea di "tripla fotocamera montata a triangolo" che non inventa nulla, ma brevetta i profitti al privato che al massimo avrà investito un corso di aggiornamento. A mio avviso questo furto si basa sull'idea del "genio", quello che (spesso con poca fatica) "inventa" qualcosa di cui può disporre intellettualmente e metterci un nome, anzichè riconoscere di appoggiarsi sulle "spalle dei giganti" della società, che gli fornisce praticamente tutti i mezzi per concepire quell'idea che poi svenderà ad un privato. Sabin e poche altre eccezzioni. La fatica può anche essere amore, se ami quello che fai non fai fatica, ami il tuo tempo, ma in una condizione illiberale di persone che non possono fare quello che amano, la fatica è l'unica cosa che rimane. Non c'è compensazione monetaria che possa trasformare un lavoro che non ami in qualcos'altro, i soldi non fanno scomparire la fatica, la compensano.
Dilla più chiara, inverno, la tecnologia si sviluppa quando un sistema di mercato permette ad un privato di trarne profitto. Solo che a differenza di te questa affermazione per me non ha nulla di scandaloso. Non so se sai che nella Cina del IX secolo D. C. apparve una figura abbastanza simile al nostro Leonardo da Vinci, uno che si divertiva a inventare macchine, che usavano la forza dell'acqua, e che preparava tanti giochi per l'imperatore.
Queste macchine non hanno avuto sviluppo perché in quel mondo non c'era un mercato dove potessero svilupparsi. 
Inventare la tecnologia é una cosa, svilupparla é un'altra, e per fare quest'ultima cosa c'é bisogno di un mercato e di un privato interessato a guadagnarci sopra. Se poi i privati sono tanti, allora si fanno concorrenza e così la tecnologia diventa disponibile per tutti a costo basso. Alla fin fine ci hanno guadagnato tutti, compreso lo stato che da questo sviluppo incassa più tasse, 
per cui allo stato conviene finanziare la ricerca tecnologica, anche quando in relazione ad essa ci sono profitti privati. 

Ipazia

Non so quanto lo sviluppo tecnologico sub specie capitalis abbia ridotto fatica e dolore. E non lo sa neppure lui:

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

E magari per qualcuno è anche meglio che non lo venga a sapere, così eviterà di mettersi sopra un barcone nel tentativo di usufruire di questa riduzione.

Patrizio Donati

   Anthonyi amico mio:(Chi sei tu per dire cosa deve fare la politica?) io  sono Nessuno, ma potrei essere Marx, Adam Smit, Gandhi, il Budda, e forzando molto il paragone anche Cristo. Io ho 66 anni e dopo una intensa vita, dalle spalle di questi giganti. Vedo! E propongo! Una visione nuova e complessiva della politica "l'esodo della coccinella" https://chng.it/ByY4rwPDTJ
Lo schiavismo non è mai stato abolito, mi sovviene una considerazione di Luciano Canfora "Atene la prima democrazia si reggeva su un 25% di cittadini con tutti i diritti politici, in assemblea si riuniamo e chiunque poteva dire la sua e decidere" Questo era reso possibile da la presenza del
75% di schiavi. Ed anche Platone è Aristotele potevano menarsela con seghe mentali nella scuola Peripatetica, sempre grazie al 75% di schiavi. Mutatus mutandi, cosa cambia con il 15% di popolazione mondiale cosiddetta democratica, cioè noi, che ha il diritto se vuole
di fare un Raiv party in pieno deserto con la musica a palla vicino ad una prigione a cielo aperto dove sopravvivono 2 milioni e mezzo di nuovi schiavi senza diritti, che se danno fuori di pazzo, è danno un calcio alla "vergine cuccia delle grazie alunna" come il servo del Parini, apriti cielo vanno annientati, "come si permette lo schiavo di dare un calcio al cane del padrone". Non vi è stata mai come ora una divisione più sbilanciata del carico di Fatica e Dolore, le guerre servono ha impedire che Spartaco provi a ribellarsi. Perciò c è bisogno di un nuovo pensiero politico. Rimando a quanto scritto prima per chiarire i contenuti di quello che voglio dire, ma per piacere non insistete più sul significato che queste due parole possono avere sulla vita individuale, non c'entra niente, è scontato che esistono i masochisti, gli stacanovisti, gli asceti che si macerano nel dolore in attesa di visioni celestiache ecc ecc fanno parte del privato non del politico. 

InVerno

Citazione di: anthonyi il 17 Marzo 2024, 13:44:37 PMDilla più chiara, inverno, la tecnologia si sviluppa quando un sistema di mercato permette ad un privato di trarne profitto. Solo che a differenza di te questa affermazione per me non ha nulla di scandaloso. Non so se sai che nella Cina del IX secolo D. C. apparve una figura abbastanza simile al nostro Leonardo da Vinci, uno che si divertiva a inventare macchine, che usavano la forza dell'acqua, e che preparava tanti giochi per l'imperatore.
Queste macchine non hanno avuto sviluppo perché in quel mondo non c'era un mercato dove potessero svilupparsi.
Inventare la tecnologia é una cosa, svilupparla é un'altra, e per fare quest'ultima cosa c'é bisogno di un mercato e di un privato interessato a guadagnarci sopra. Se poi i privati sono tanti, allora si fanno concorrenza e così la tecnologia diventa disponibile per tutti a costo basso. Alla fin fine ci hanno guadagnato tutti, compreso lo stato che da questo sviluppo incassa più tasse,
per cui allo stato conviene finanziare la ricerca tecnologica, anche quando in relazione ad essa ci sono profitti privati.
No, la tecnologia si sviluppa quando alcuni ricercatori, quasi sempre pagati dal pubblico anche se per vie tortuose, hanno un idea e le possibilità di esplorarla e portare a compimento uno studio, dopo arriva il privato che forse se è capace riuscirà a commerciarla e a metterci dei fiocchetti. Per esempio nel 1960 la NASA riuscì a far atterrare un razzo  in verticale, rendendo possibile "riutilizzare il razzo". Tuttavia alla NASA, vista la frequenza scarsissima dei lanci, conveniva usarne uno nuovo anzichè riutilizzare i vecchi. La tecnologia è rimasta lì dormiente per mezzo secolo, finchè non è arrivato un genio, il più premiato dal mercato, che ha deciso che a lui la "riutilizzibilità" dei razzi poteva servire per fare "turismo spaziale", ha preso la tecnologia della NASA, l'ha aggiorna con dei fiocchetti, e se l'è rivenduta come un idea sua conla quale fare la sua linea di "taxi spaziali" . Indubbiamente, se quello che proprio ci mancava erano i taxi spaziali, senza il genio privato questa tecnologia non sarebbe potuta arrivare a commercializzazione, ma questo non significa che sia stata originata grazie alla sua commodificazione, al contrario, fu originata nell'impresa più antieconomica nella storia umana, l'allunaggio non porta nessun profitto e giganteschi costi. A me non mi fa nessun orrore che il privato voglia farci profitto, l'egoismo deve essere incanalato non censurato. Mi fa orrore che non ripaghi alla società i costi sostenuti dalla stessa per sviluppare quel profitto che genera (altro "culto del genio") e nel caso della tecnologia parlo delle spese sostenute dall'educazione e dalla creazione di un ambiente favorevole al progresso scientifico, che condivido con te l'idea debba essere un ambiente socialmente dinamico ed economicamente libero, quale infatti non è più, grazie all'accentramento dei capitali e all'evasione delle tasse che impoverisce le società. I dati che dimostrano questo accentramento delle risorse senza precedenti sono scientifici, non puoi eluderli, io sostengo che sia tossico per la società perchè la deruba di quelle risorse che gli servono per riprodursi sostenibilmente, e sia anche illiberale.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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