Etica e Cattiveria

Aperto da Claudia K, 24 Aprile 2023, 00:33:46 AM

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Socrate78

In realtà non pochi altruisti che si dedicano al prossimo lo fanno proprio per narcisismo, per ottenere l'approvazione sociale, per dire a se stessi: "Sono bravo, sono buono, aiuto gli altri", ma è un narcisismo che di fatto ottiene benefici a livello sociale. Il narcisismo è un fatto a mio avviso normale ed è collegato alla giusta stima di se stessi: bisogna amare prima noi stessi poi gli altri, perché la persona con cui noi siamo sempre in compagnia siamo noi stessi e questa persona è giusto che sia libera e felice e mai sottomessa a nessuno.
Non bisogna cercare la felicità negli altri perché altrimenti siamo solo soggetti al loro potere, ci rendiamo vulnerabili e schiavi dei loro atteggiamenti e di ciò che accade loro, la vera gioia va ricercata solo in noi stessi, quindi l'amore di se stessi è la prima cosa che bisogna ottenere per avere quella gioia interiore.  E poi io ritengo che anche quei narcisisti che danneggiano gli altri e che vengono definiti "disturbati" in realtà non sono loro ad avere problemi, ma semplicemente LI CREANO agli altri: c'è differenza enorme tra AVERE UN PROBLEMA e crearlo agli altri! Hanno sicuramente problemi i depressi, gli schizofrenici paranoici che credono che ci sia un complotto contro di loro (e non c'è proprio niente!),i bipolari che passano dalla depressione all'euforia e sono inconcludenti, ma i narcisisti maligni non hanno problemi mentali, semplicemente rendono la vita degli altri peggiore ed è molto difficile trattare con loro, ma questo non significa che siano malati, semplicemente si tratta di VARIANTI caratteriali.

Jacopus

Socrate@: sono d'accordo. Esiste un narcisismo vitale ed uno mortifero. Quello vitale è quello che scende a compromessi fra le esigenze individuali e quelle sociali, senza annullare nè le prime nè le seconde. Pertanto ben venga l'altruista/narcisista. Il vero problema nasce quando gli spazi di pro socialità vengono sempre più assorbiti da esigenze di affermazione del proprio ego, che deve essere al centro dell'attenzione e osannato dal prossimo, semplici spettatori di uno spettacolo con il copione già scritto.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Claudia K

Citazione di: daniele22 il 26 Aprile 2023, 14:07:15 PMquel che non mi è chiara sarebbe questa tua pretesa di voler riconoscere una condotta malevola volontaria o necessitata che invece a mio vedere sarebbe comunque indimostrabile pure a fronte di una confessione spontanea del "cattivo". Mi sembrerebbe quindi decisiva, in questo senso, la semplice attribuzione di responsabilità dell'atto, o atti, compiuti dal "cattivo"
Più che una pretesa è un'esigenza. 
Quando sai che una tua azione può cambiare (legalmente) la vita del "cattivo" in modo radicale (e molto peggiorativo per lui), il problema di valutare se le sue azioni siano solo consapevoli o anche in qualche misura necessitate...sono sicura che te lo porresti anche tu. 
Le sue azioni sono pienamente <consapevoli> nel senso corrente del termine, e cioè: le ha  sempre attuate, sapendo attuarle e sapendo egregiamente manipolare e raggirare le sue vittime. E lo ha fatto  (ammettendolo apertamente e persino in suoi scritti) per...testualmente : "vivere a proprio (porco) modo, senza affannarsi nella banale vita degli altri comuni mortali, e sentendosi così superiore da irriderli e giammai dare il minimo peso agli altrui consigli o giudizi o pensieri" , salvo che questi gli suonassero di  ammirazione.
A te suona così aritmetico che ciò che è consapevolmente agito sia anche, e sol per questo, <davvero scelto> e non invece necessitato? 
Ecco...a me no. Non aritmeticamente, almeno. 
Cerco di spiegarmi ripescando un vecchio studio francese, molto serio e documentato, sui clochard. 
In collaborazione con alcune Amministrazioni locali, un'equipe di studiosi si interessò di questi invisibili. Furono tolti da marciapiedi e cartoni, e alloggiati in appositi appartamentini, con il solo onere di tenerli in condizioni civili. 
In breve volgere di tempo tutti o quasi i clochard scelsero di tornare sui marciapedi a coprirsi di cartoni. 
Sintesi un po' crudele dello studio : "il clochard è colui che ha SCELTO di vivere così...perchè ha capito che rinunciando alla dignità non ha obblighi verso nessuno."
Ora : non ho dubbi che la "scelta consapevole" del clochard sia proprio esattamente questa, anche orgogliosamente sostenuta dal clochard in molti casi. 
Ma quante possibilità ci sono, in concreto, che questa "scelta" consapevolmente agita (e che non è da poco) sia in effetti necessitata dalla totale incapacità (vera o ritenuta, e credo più spesso autoritenuta) di stare al mondo come gli altri? 


Citazione di: daniele22 il 26 Aprile 2023, 14:07:15 PMse ti riferisci all'incapacità di intendere e volere, mi sembra che questa formula sia quantomeno ampiamente problematica
No, no: questo non è in campo. 

Freedom

Citazione di: anthonyi il 26 Aprile 2023, 08:07:51 AMIncontrovertibile non mi sembra. Il principio del libero arbitrio si pone in maniera alternativa, e soprattutto questa visione meccanici stica della cattiveria si scontra con la sensazione che hanno tanti di noi, io certamente, di poter fare delle scelte tra l'agire bene o l'agire male anche in presenza di una pulsione verso l'agire male. La tesi che esponi, freedom, spesso é un alibi che chi agisce male si costruisce, proprio per autogiustificarsi, per convincersi che in fondo agire male é il suo destino, che non ci può fare niente.
Si, ancora una volta mi sono rimasti alcuni concetti nella tastiera.
Vediamo se riesco a precisare (cosa non facilissima data la sottigliezza di quello che tenterò di esprimere). E rispondendo a te lo faccio anche a Claudia K che, con altre parole, ha tuttavia espresso perplessità del tutto simili alle tue.

Quello che scrivi è assolutamente condivisibile. Quello che tuttavia intendo io è che il "cattivo" è tiranneggiato dal male. Non è che non possa scegliere: si può sempre scegliere. Ma lui non ce la fa. Non ci riesce proprio. Le proprie interiori pulsioni non gli lasciano scampo. Insomma è infelice! Ma nel profondo (profondissimo se vuoi!) della sua coscienza egli sa perfettamente che si sta comportando non bene. Ma a livello di consapevolezza superficiale non può evidentemente accettarlo e dunque, alibi, giustificazioni, scarico delle proprie responsabilità, rivalsa, diminutio delle proprie cattive azioni, etc.
Da qui il senso necessitante del suo comportamento e la compassione che dovrebbe suscitare. So che è difficile perchè si tende a non credere che colui che compie il male ne tragga malessere quando, al contrario, sembra trarne beneficio.

E quando dunque affermo che io, indossando i panni della sua vita, sarei esattamente uguale a lui, contestualmente affermo (e prima non lo avevo espresso e dunque è assolutamente doveroso, da parte mia, completare la tesi proposta) che non sappiamo come tuttavia io (o chiunque altro) avrei reagito di fronte ad un momento di snodo decisivo o quantomeno importante. Oggi o anche nel passato.

Ma il mio (o di chiunque altro) reagire rifiutando la pulsione non è un merito. E' una fortuna, una liberazione dal tiranneggiare delle pulsioni. Per me che sono cristiano è dono di Dio per uno che non è cristiano è dono delle circostanze. Ma in tutta franchezza non ritengo che chi sceglie il rifiuto della cattiva pulsione abbia tutto 'sto merito che sembra. Secondo me.....gli è semplicemente andata bene! Ed il suo premio è una grande pace. Dunque una vittoria. Mentre la retribuzione di chi sceglie di abbandonarsi alla cattiva pulsione è un caos, un'ansia, un'inquietudine, una sostanziale desolazione nonché guerra interiore. Infatti continua a compiere male su male peggiorando progressivamente il suo stato. Dunque una sconfitta.

In apparenza non si evince da una analisi superficiale o, anche, solamente....diciamo così.....normale. Ma se scavi, se conosci il soggetto, almeno nella mia esperienza, le cose vengono fuori così come ho tentato di descrivere.

Fermo restando, naturalmente, che questa è solo la mia opinione.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

daniele22

Citazione di: Claudia K il 26 Aprile 2023, 16:10:54 PMPiù che una pretesa è un'esigenza.
Quando sai che una tua azione può cambiare (legalmente) la vita del "cattivo" in modo radicale (e molto peggiorativo per lui), il problema di valutare se le sue azioni siano solo consapevoli o anche in qualche misura necessitate...sono sicura che te lo porresti anche tu.
Le sue azioni sono pienamente <consapevoli> nel senso corrente del termine, e cioè: le ha  sempre attuate, sapendo attuarle e sapendo egregiamente manipolare e raggirare le sue vittime. E lo ha fatto  (ammettendolo apertamente e persino in suoi scritti) per...testualmente : "vivere a proprio (porco) modo, senza affannarsi nella banale vita degli altri comuni mortali, e sentendosi così superiore da irriderli e giammai dare il minimo peso 
Non c'è proprio nulla di aritmetico, ma ammessa pure la tua esigenza nulla toglie che quando si riveli irraggiungibile tu debba adeguarti. Dopodiché, ci lasci in un limbo su quale sia il tuo ruolo. Cioè, se agisci in veste istituzionale devi affrontare la cosa in un modo, se agisci come privata cittadina che, tanto per dire, si chiede se deve esporre una denuncia all'autorità giudiziaria o consigliare una persona che ritenga fondamentale il tuo consiglio, beh, allora siamo su un altro livello. Nulla toglie però che risolvere la tua esigenza sia secondo me una cosa praticamente impossibile. Poi c'è una cosa che volevo esprimere. Tu ti affidi molto all'empatia, ma forse non ti rendi conto che questa può essere uno strumento che ti si può ritorcere contro quando un soggetto si rende conto che tu cerchi di empatizzare con lui e magari costui è un manipolatore patentato. Cosa ne sai di cosa si celi dietro ad un volto?

Claudia K

Citazione di: daniele22 il 26 Aprile 2023, 19:20:36 PMammessa pure la tua esigenza nulla toglie che quando si riveli irraggiungibile tu debba adeguarti.
Hai ragione... Provo a pormi il problema...prima di adeguarmi...
Citazione di: daniele22 il 26 Aprile 2023, 19:20:36 PMDopodiché, ci lasci in un limbo su quale sia il tuo ruolo.
Preferisco non dettagliare questo aspetto per molte ragioni.
Ti assicuro, però, che il ruolo non cambierebbe sostanzialmente il <problema di coscienza>.
Se fossi personalmente danneggiata da questa persona, credimi, so già che neanche mi porrei il problema, perchè ho uno storico abbastanza corposo di situazioni in cui l'altrui cattiveria nelle sue tante forme...non solo non mi ha ispirato nessun giustizialismo vendicativo, ma mi ha solo reso istintivo prendere le distanze ed  evitare di aver a che fare in ogni modo con chi se ne è reso artefice. Parlo di cattiverie veniali, per carità. Pretenderei giustizia soltanto se si trattasse di cattiverie importanti e che avessero provocato un danno importante; altrimenti ci passo sopra e trovo sollievo nel pensare che non avrò più a che fare con persone che non mi piacciono (o che mi disgustano).
In questo caso la danneggiata non sono io, però.
E allora accade che se all'insieme si dà un taglio "assolutorio"...i già danneggiati possono derivarne ancora altri danni; e se invece si dà allo stesso insieme un taglio "definitorio-stroncante"...ci si potrebbe anche ritrovare sulla coscienza (persino) il suicidio del Cattivo.

Ipazia

Il suicidio è una scelta che può ricadere solo sulla coscienza di chi lo compie, appena superata "l'età della ragione". I "cattivi" raramente si suicidano. Lo fanno solo quando hanno esaurito tutto il loro potenziale di fuoco per devastare la vita altrui. Ma a quel punto il suicidio diventa un atto di giustizia: divina o naturale, il risultato non cambia. E di liberazione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Claudia K

Citazione di: Ipazia il 26 Aprile 2023, 21:04:35 PMIl suicidio è una scelta che può ricadere solo sulla coscienza di chi lo compie, appena superata "l'età della ragione".

L'istigazione al suicidio esiste, però. 

niko

Da bravo piccolo Budda vi saluto, ricordando a tutti la nobile verita' dell'esistenza SOFFERENZA; e non gia' quella (ignobile, perche' piccina) dell'esistenza del male morale.

La struttura della realta' su questo punto e' squisitamente (e' il caso di dirlo) asimmetrica, perche' chiunque abbia occhi, cuore e cervello, se di buona volonta', puo' ridurre tutto il male morale del mondo a epifenomeno della piu' generica e capiente sofferenza, e chiunque, se di buona volonta', puo' capire che non vale il viceversa.

Dormite pure sogni tranquilli dunque, che tanto il mondo, con tutto l'ordine che contiene, si salva sempre perche' in fondo anche il cuore del malvagio anela a dominare, non a distruggere.

Nessuno vuole essere solo.

Neanche il malvagio piu' malvagio.

Insomma in altre, e piu' sacrificali parole, sono sempre i malvagi, gli archetipi dei malvagi, che, una volta individuatisi ed entificatisi come elementi compositivi tra gli altri possono sacrificarsi
auto-togliendosi dalle scatole.

Cosi' e' sempre stato e cosi' sara'.

Il vero sacrificio lo fa il Giuda di turno.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Citazione di: Claudia K il 26 Aprile 2023, 19:56:26 PMIn questo caso la danneggiata non sono io, però.
E allora accade che se all'insieme si dà un taglio "assolutorio"...i già danneggiati possono derivarne ancora altri danni; e se invece si dà allo stesso insieme un taglio "definitorio-stroncante"...ci si potrebbe anche ritrovare sulla coscienza (persino) il suicidio del Cattivo.

Sono un tipo che cerca sempre di spezzare una lancia a favore del "cattivo", però c'è un limite di tollerabilità che in questo tessuto sociale per me si configura con l'uso della violenza fisica. Se spezzo quindi una lancia è soprattutto poiché il "cattivo" si troverebbe di fatto in una situazione di svantaggio nei confronti di chi lo accusa. Poi, un conto è dare un pugno a Scampìa, altro è darlo in un aula insegnanti, nel senso che le modalità comunicative possono essere diverse anche da luogo a luogo. Pertanto, qualora non vi fosse violenza fisica, starei ben attento al fatto che il "cattivo" in questione, per quanto deplorevole nella sua irriverenza ai limiti del ridicolo così come si può intuire nel suo pensiero che ci hai fornito, possa a sua insaputa essere manipolato anche inconsapevolmente da chi lo accusa. Chiaro sarebbe che se ad accusarlo fossero più persone che abbiano avuto esperienze negative con lui si potrebbe anche pensare che non possa esservi quasi certamente alcuna manipolazione, ma in caso diverso questa quasi certezza verrebbe a mancare. Nel senso che pure le vittime a volte sono strambe e ben calate o intrappolate inconsapevolmente nella loro maschera. Per quel che riguarda infine il suicidio sono d'accordo con Ipazia, anche se tra le cause si potrebbe pure addurre che lo possano fare in quanto hanno esaurito il loro potenziale di fuoco che li pone a riconoscere di fatto il proprio fallimento di superuomo appunto fallito

Claudia K

Citazione di: daniele22 il 27 Aprile 2023, 00:03:00 AMviolenza fisica
No, la violenza fisica non entra nello scenario di cui parlo. 

Citazione di: daniele22 il 27 Aprile 2023, 00:03:00 AMpure le vittime a volte sono strambe e ben calate o intrappolate inconsapevolmente nella loro maschera
Bravissimo. 
Ed è una delle tante perplessità che ho in questo caso.



Ipazia

Citazione di: Claudia K il 26 Aprile 2023, 21:33:30 PML'istigazione al suicidio esiste, però.
Sì, ma è roba da "cattivi", non da "buoni". Il buono che lascia il cattivo al suo destino non lo istiga a suicidarsi, ma a redimersi. Se l'unica redenzione che il cattivo (Giuda) riesce a concepire è il suicidio questo è il risultato della pochezza della sua anima e tale pochezza non è addebitabile ad altri.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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