DIBATTITO NON TROPPO SPORTIVO!

Aperto da Eutidemo, 15 Ottobre 2016, 12:11:49 PM

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Eutidemo

da GIADEFRAN » oggi, 8:22
[font="Lucida Grande", "Trebuchet MS", Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif]Su LA7, la notte del 14 ottobre, è andato in onda un dibattitto sul REFERENDUM, secondo me non molto "sportivo", tra Violante (esimio giurista) e Montanari (noto storico dell'arte).
Ne sintetizzo il contenuto, con miei commenti personali.
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Montanari inizia eccependo che la scheda elettorale è di carattere eminentemente propagandistico.
Violante ha ammesso espressamente che chi ha proposto la legge, l'ha intitolata indicando nel titolo i soli aspetti positivi della stessa; ed ha anche aggiunto: "Ci mancherebbe altro".
Però ha sottolineato che nessun emendamento è stato presentato dalle opposizioni circa il titolo della legge; mentre Montanari replica che i 5STELLE ne avevano presentato uno.
Violante non contesta la cosa.
Poi dibattono sul nuovo metodo previsto dalla riforma per eleggere il Presidente della Repubblica; Montanari sostiene che tale metodo consente al partito che ha la maggioranza (premiale, non effettiva) di nominarsi il Presidente, Violante lo nega.
Espongono le loro tesi in modo matematico, per cui non sono stato in grado di capirci molto; ma a capire che dal settimo scrutinio bastano 220 voti per eleggere il Presidente, ci arrivo...per cui è ovvio che chi ha la maggioranza (derivante dal PREMIUM dell'ITALICUM) in parlamento, il PDR ce l'ha cmq in tasca
Dal punto di vista giuridico, invece, ho preso atto che l'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto:
- per tre scrutinii, a maggioranza di due terzi DELLA ASSEMBLEA. 
- dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti DELLA ASSEMBLEA. 
- dal settimo scrutinio, invece, è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei "VOTANTI", e non più "dell'ASSEMBLEA"...per cui, se per ipotesi, in aula ci fossero solo 360 parlamentari, si potrebbe eleggere il Presidente con solo 220 voti (i 3 quinti del numero legale di 360).
Violante replica che la cosa è improbabile. 
Poi discutono sul connubio RIFORMA COSTITUZIONALE/LEGGE ELETTORALE (ITALICUM).
Violante dice espressamente che anche lui è sempre stato contrario all'ITALICUM, considerandola una legge sbagliata; per cui dice di aver accolto con piacere il fatto che RENZI abbia cambiato opinione, e sia disposto a modificare tale legge, pur di far approvare la RIFORMA COSTITUZIONALE...la quale, altrimenti, potrebbe risultare alquanto "pericolosa".
Montanari, invece, dice che non si fida delle rassicurazioni di Renzi ("stai serena, Italia!"), perchè, se vincesse il SI', "dopo" la legge elettorale non la cambierebbe più.
Violante replica, però, che prima del voto referendario non si fa in tempo a cambiarla; e, su questo, mi pare che abbia ragione.
Ma si fida delle promesse di Renzi, perchè -dice- se ancora una volta non mantenesse la sua parola...finirebbe per perdere le prossime elezioni.
Mi è parso evidente, però, che entrambi sono perfettamente d'accordo sull'inaccettabilità del connubio RIFORMA COSTITUZIONALE/LEGGE ELETTORALE (ITALICUM).
Poi passano a parlare del nuovo SENATO.
Violante dice che in molte altre Nazioni europee il senato viene eletto in seconda battuta, e non direttamente dal popolo; questo, sinceramente, non lo so.
Io, però, avrei replicato che la riforma RENZI/BOSCHI, ha ricopiato più che altro il SENATO USA, come si evince dall'identico numero di senatori (100) e da altre cose ancora.
Ma i Senatori USA vengono eletti dal popolo, non dai parlamenti dei singoli Stati, come invece si vorrebbe ora fare in Italia con i consigli regionali (indebitamente assimilati ai parlamenti statuali americani).
In effetti, fino al 1913, anche negli Stati Uniti i senatori venivano eletti dai parlamenti dei singoli Stati (per rimarcare l'autonomia statuale di ognuno di essi); ma poi, in considerazione della scarsa democraticità di tale sistema, il XVII emendamento attibuì al popolo il diritto di elezione dei senatori.
Quindi, per "aggiornare" la nostra Costituzione, non solo abbiamo ricopiato quella altrui, ma, per giunta (a parte il numero dei senatori), l'abbiamo anche ricopiata male; ed infatti abbiamo plagiato la vecchia versione, non quella nuova.
Montanari, invece, contesta la similitudine con le altre costituzioni europee, sostenendo -per esempio- che in Germania vige -in senato- il "voto di blocco", cioè, un vincolo di mandato che li lega al territorio,in quanto rappresentano gli "esecutivi" dei land; mentre da noi non è così, quindi il paragone è incongruo.
Passando ad altro argomento, Violante dice che il nuovo senato costituirà un "contrappeso" costituzionale molto importante, perchè voterà anche le leggi costituzionali (tutte), non solo quelle che riguardano le autonomie locali.
Io replicherei, invece, che questo presenta un doppio aspetto negativo, in quanto:
- si demanda al senato un compito che non ha niente (o poco) a che vedere con le autonomie locali;
- si consente a dei soggetti, non consacrati dal voto popolare, di mettere mano addirittura alla Costituzione della Nazione.
E tra tali soggetti, non dimentichiamolo, invece degli attuali senatori (età minima di 40 anni), eletti dall'intero popolo italiano...potrebbe in futuro anche esserci il Sindaco diciottenne di Moncenisio in Val Susa, comune con appena 36 abitanti; il quale potrebbe contribuire a cambiare la nostra Costituzione, consacrato dal voto di 19 moncenisiani (ammesso che i 36 siano tutti maggiorenni)...voto conferito per fare il sindaco, non un altro "mestiere".
Sarà pure una eventualità meramente teorica...ma una Costituzione seria, tali assurdità non dovrebbe consentirle neanche in teoria!
Passando ad altro argomento, Violante dice che il Presidente della Repubblica costituirà anche lui un "contrappeso" costituzionale molto importante, perchè avrà più tempo per valutare i dd.ll.; e su questo, secondo me, ha ragione.
Montanari replica che un senato non eletto dal popolo, non è legittimato, e che la riduzione dei costi è illusoria, perchè corrisponde a 91 cent. per italiano.
Violante cambia argomento, sostenendo che è stato potenziato il potere di iniziativa popolare delle leggi; secondo me è vero il contrario, in quanto il numero delle firme necessario per avanzare la proposta è stato elevato da 50.000 a 150.000.
Per cui è deprecabile l'aumento del numero di elettori necessario per avanzare la proposta; in ogni caso, visto che lo si è triplicato, la discussione e la deliberazione conclusiva su tali proposte avrebbero dovuto essere garantite nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dalla stessa legge costituzionale, e non da meri regolamenti parlamentari.
Questi ultimi, infatti, rientrano nell'ambito dell' "autodichìa" (cioè della totale indipendenza e autonomia del parlamento, rispetto ad altri organi costituzionali); per cui, i cittadini elettori, che hanno presentato il progetto non hanno alcuna garanzia circa il suo "iter" parlamentare, essendo esso in esclusiva balìa del parlamento, senza che la Corte Costituzionale o altri organi possano intervenire in alcun modo.
Si tratta, quindi, di una disposizione in senso nettamente antidemocratico, benchè abilmente mascherato. 
Poi Violante torna sulla questione della eleggibilità dei senatori, e, secondo me, dice una corbelleria da primato olimpionico: e, cioè, che quando i cittadini eleggono il loro sindaco o i loro consiglieri regionali, in effetti, stanno eleggendo anche i loro senatori, sapendo che esiste tale eventualità!!!
Il che è un assurdo logico e giuridico.
E' un assurdo logico, perchè non si può costringere un imprenditore ad assumere 10 operai, con la riserva che il comitato di fabbrica può, poi, decidere che 2 di questi svolgeranno anche le funzioni di dirigente.
Se io assumo una COLF, non mi si può dire che -per legge- così facendo le ho implicitamente conferito anche il mandato di mio avvocato di fiducia!
E' un assurdo giuridico, perchè non si può costringere un elettore a votare una persona come SINDACO (essendo persuaso della sua conoscenza delle problematiche locali), ma con l'alea che, un domani, costui potrebbe svolgere tale compito a "part-time", per svolgere pure quello di SENATORE; e, questo, sebbene l'elettore non riconosca affatto che abbia anche competenza e professionalità per tale ruolo, ma solo per quello di SINDACO.
Montanari, icasticamente, replica: "Non sarebbe un "voto", bensì una "delega in bianco"!
Poi Montanari, dice una cosa che ho sempre sostenuto anche io (e che le cifre dimostrano): il bicameralismo è tutt'altro che lento, in quanto ha varato sin TROPPE LEGGI (scritte male, putroppo).
Secondo Yahoo Answers il numero delle leggi varate dai parlamenti europei, ad oggi, sarebbe il seguente: 
1. Gran Bretagna: 3.000 leggi
2. Germania: 5.500 leggi
3. Francia: 7.000 leggi
4.Italia: 150.000 - 200.000 leggi.
Mi pare un po' eccessivo.
Secondo Normattiva, invece, un più serio progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati – in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, l'Agenzia per l'Italia Digitale e l'Istituto poligrafico della Zecca dello Stato, invece, le leggi italiane sono circa 75.000: più di dieci volte la seconda in classifica.
E DOVREMMO CREDERE CHE IL BICAMERALISMO PARITARIO AVREBBE RALLENTATO LA PRODUZIONE DI LEGGI? SE COSI' FOSSE, SECONDO ME, BISOGNEREBBE RADDOPPIARE IL NUMERO DELLE CAMERE, NON DIMEZZARLO!!!
Violante replica citando esempi specifici di leggi che ci hanno messo molto tempo a passare il vaglio di Camera e senato.
E' vero!
secondo me, non risulta affatto vero che il bicameralismo attuale abbia causato una insostenibile lentezza nella emanazione delle leggi, a causa del "rimpallo" delle medesime da una camera all'altra.
Semmai, in alcuni casi, le ragioni sono state ben altre, come la cronaca insegna (cause politiche, non istituzionali); per esempio la "legge anticorruzione" (alla fine varata dalla Severino), ha impiegato ben 1456 giorni per arrivare in dirittura d'arrivo...e non certo per colpa del bicameralismo, ma semmai per la "bicamerale" concorde ed unanime resistenza di entrambe le camere a vederla approvata.
In compenso la legge per salvare le liste elettorali del PDL, scadute per decorrenza dei termini, fu approvata in appena una settimana (da entrambe le camere).
Misteri della politica (rectius: della "partitica" del "do ut des"), non del sistema bicamerale!
In ogni caso, quanto a "produttività legislativa", non mi sembra proprio che il nostro bicameralismo paritario si sia dimostrato particolarmente "stitico"...come le cifre di cui sopra dimostrano!
Al riguardo, sintetizzando il loro pensiero:
- Violante insiste nel dire che bisogna cambiare la macchina (bicameralismo paritario)
- Montanari insiste nel dire , invece, che bisogna cambiare non la macchina, ma il conducente (classe politica).
Dice testualmente: "Uomini che non funzionano, ci vogliono convincere che la riforma li farà funzionare!"
Poi si mettono a discutere se sia vero o meno che la riforma costituzionale l'hanno chiesta JP Morgan e le banche d'affari, per poter fare meglio questi ultimi (gli affari).
Io non so se Renzi ha fatto quello che ha fatto, in linea con quello che ha fatto anche Blair; il quale, licenziato come premier, è stato ora assunto (anche ufficialmente) dalla JP Morgan...pare per due milioni e mezzo di dollari all'anno.
Vedremo!
Violante e Montanari continuano a discutere se la riforma sia stata fatta per i cittadini o per le banche d'affari, con varie argomentazioni, sulle quali sorvolo.
Poi Violante sostiene che il riaccentramento di alcuni poteri nelle mani dello Stato Centrale, invece che in quelle delle Regioni, costituisce un miglioramento del "sistema Italia", ed un vantaggio diffuso per i cittadini; su questo sono perfettamente d'accordo con lui!
Però la riforma sarebbe dovuta essere un po' più "risolutiva", nel distinguere il concetto di "tutela" e di "valorizzazione" dei beni culturali (Stato), dalla "promozione" dei medesimi (Regioni); giustamente Montanari osserva che è molto difficile distinguere tra "valorizzazione" e "promozione" ...per cui il contenzioso proseguirà.
Il che vale anche per altri aspetti.
Poi Montanari critica lo spostamento di tutti i poteri, per quanto concerne le GRANDI OPERE, da Regioni a Stato, sostenendo che questo potrebbe dare luogo ad abusi.
Io non sono d'accordo con lui, in quanto:
- "abusus non tollit usum";
- secondo me è più facile che gli abusi si verifichino a livello regionale, che non a livello centrale.
Ha ragione Violante a dire che, finchè le regioni continuano a mettere i bastoni tra le ruote, le GRANDI OPERE non si faranno mai!
Montanari, invece, insiste nel dire che serve comunque il consenso delle istituzioni locali; non condivido molto, perchè altrimenti è ovvio che tutti vorranno l'iceneritore nel cortile del vicino invece che nel proprio...ed in tal modo gli inceneritori non si potranno allocare in nessun posto!
L'ultima parte del dibattito, concerne i c.d. "statuti dei diritti della minoranza"; i quali, però, vengono stabiliti dai regolamenti parlamentari...cioè, dalla "maggioranza".
Violante replica che la cosa è inevitabile, e che, comunque, le maggioranze variano.
Al riguardo, l'art. 64 della riforma sancisce che i regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari; viene inoltre stabilito che i membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni
Sotto il profilo soggettivo si noti che la riforma costituzionale, identificando i destinatari di quest'ultimo nelle "minoranze", sembra presupporre una configurazione plurale e politicamente non omogenea ed unitaria dell'opposizione parlamentare.
Il disposto in esame, operaltro, può essere ascritto a pieno titolo, tanto nel contenuto quanto negli obiettivi, nell'ambito di quei processi di ripensamento del nostro assetto istituzionale che hanno investito la natura della forma di governo parlamentare, il rapporto tra corpo elettorale e istituzioni rappresentative e di governo, e la disciplina degli strumenti volti a frenare gli abusi del principio maggioritario. 
Secondo Montanari, però, sembra una contraddizione prevedere che saranno i regolamenti delle Camere a disciplinare lo "Statuto delle opposizione" laddove i regolamenti delle Camere vengono approvati dalla maggioranza, e non dalle opposizioni (tra l'altro la maggioranza partorita dall'Italicum, legge elettorale a forte impronta maggioritaria); il che comporterebbe una compressione del ruolo delle minoranze in Parlamento.
Infine viene sancito il dovere per i membri del Parlamento di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni; però, se si voleva davvero ridurre l'assenteismo dei nostri parlamentari, si sarebbe anche dovuta stabilire una sanzione graduale analoga a quella dei dipendenti pubblici (censura, sospensione, rimozione), in assenza della quale tale disposizione risulterà del tutto inefficace.
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Questa è la mia sintesi e le mie considerazioni...ma suggerisco di vedere direttamente il dibattito.
http://www.la7.it/tgla7/rivedila7/speci ... 016-195644[/font]

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