Dall'emancipazione della donna a mgtow

Aperto da cvc, 20 Ottobre 2018, 16:27:45 PM

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InVerno

Citazione di: everlost il 06 Novembre 2018, 20:58:37 PMSecondo l'autore, nel mondo occidentale esisterebbero solo giovani donne sfaticate e libertine che vivono senza lavorare ( facendo debiti) e passano da un'avventura all'altra con maschi possibilmente Alpha in attesa del maschio Beta ideale da incastrare per farsi mantenere a vita e continuare impunite a divertirsi con l'Alpha Fux, ma non è questa l'immagine che vedo io nel mondo intorno.
L'anno scorso una femminista ha fatto  documentario sul MRM, un movimento maschilista americano, chiamasi "The red pill". Per chi vuole vederlo scoprirà che almeno questo circolo non è popolato da demoni con le corna..sono andato a vedere di che si lamentano, e la lista è circa questa:
- gli uomini commettono l'80% dei suicidi (le donne hanno più "tentativi" ma meno successo)
- il 90% delle morti sul lavoro
- il 99% delle morti in guerra
- il 76% delle morti in faccende di crimine
- sono il 71% dei senzatetto
- soccombono in tribunale davanti ad una donna nel 60% dei casi
- subiscono abusi tra le mura di casa nel 40% dei casi rispetto al 60% delle donne
- Hanno un aspettativa di vita media ridotta di 6 anni
e ne aggiungono altri riguardo a chi lascia prima la scuola, chi ha più problemi psichiatrici, sulle frodi in affidamento, le false denunce di stupro, che nessuno nemmeno considera le pedofilia femminile (ma esiste eccome) etcetcetc.

Loro sostengono che questi dati vadano portati al 50\50, cosi come le femministe sostengono che altri dati vadano portati al 50\50. Perfetto. Dov'è il problema? Che avere parità di diritti non significa avere una parità di risultati. E se ne sono accorti in scandinavia, la regione che più si è data da fare nel cercare di eliminare la sovrastruttura "colpevole" del patriarcato. Se negli anni ottanta 1 ingegnere su 15 era donna, ora in scandinavia 1 ingegnere su 20 è donna. Se negli anni ottanta 1 infermiere su 15 era uomo, ora in scandinavia 1 infermiere su 20 è uomo. E bisogna tenere conto che al momento ci sono incentivi alle donne per iscriversi a ingegneria, che cosa succederebbe addirittura senza? La maggior parte delle professioni si è polarizzata in senso inverso a quello che i teorici del "patriarcato" avevano sostenuto. Ora una femminista capace (ma anche un maschilista), si deve mettere di impegno, prendere i dati scandinavi, e uscire fuori con una soluzione logica a questa che per lei è una contraddizione logica, ma è empirica e sui cui esistono ormai decine di studi.  Evidentemente la risposta (e anche la domanda) non sono cosi semplici come alcuni "semplificatori" vorrebbero far credere.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Semplicissimo basta uccidere, picchiare, violentare MENO. Se i maschi sono più delinquenti, uccidendosi anche tra loro alla grande, non c'è santo in cielo che possa portare le statistiche al 50/50. Anzi sarebbe come dire che le donne devono diventare più delinquenti. NO GRAZIE. Mischiare morti sul lavoro con morti in guerre di mafia è demenzialità statistica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

#47
Citazione di: Ipazia il 08 Novembre 2018, 13:35:20 PM
Semplicissimo basta uccidere, picchiare, violentare MENO. Se i maschi sono più delinquenti, uccidendosi anche tra loro alla grande, non c'è santo in cielo che possa portare le statistiche al 50/50. Anzi sarebbe come dire che le donne devono diventare più delinquenti. NO GRAZIE. Mischiare morti sul lavoro con morti in guerre di mafia è demenzialità statistica.
Demenzialità statistica è immaginare un mondo meraviglioso, dove gli uomini fanno lavori che portano al 90% di mortalità sul totale, e vengono pagati la stessa media che le donne, come se il rischio di mortalità fosse una baggianata del patriarcato. Eggià perchè quando si parla di "donne che guadagnano meno" non si parla mica dello stesso lavoro pagato meno, quello è illegale in tutti gli stati del mondo occidentale, si parla di lavori diversi che come media hanno una paga più alta per gli uomini. Che grave ingiustizia il fatto che gli uomini si sobbarchino il 90% del rischio di mortalità sul lavoro, e in media vengano pagati dal 2 al 18% in più sul totale! Per inciso, riguardo alla violenza sui minori, lo scettro è delle donne e delle madri, ed è la violenza più detestabile che esista ma non mi sogno nemmeno di sfuggita di farne un cavallo di battaglia delle mie personali convizioni sull'altro sesso.
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Ipazia

Massimo rispetto per i morti sul lavoro, ma bilanciare stupri e femminicidi con i morti sul lavoro mi sembra nient'altro che una mascalzonata. Guerre e condizioni di lavoro sono perle della società patriarcale  e recano in sè lo stesso disprezzo della vita umana che si riscontra nel disprezzo per la donna.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: Ipazia il 08 Novembre 2018, 14:08:32 PM
Massimo rispetto per i morti sul lavoro, ma bilanciare stupri e femminicidi con i morti sul lavoro mi sembra nient'altro che una mascalzonata. Guerre e condizioni di lavoro sono perle della società patriarcale  e recano in sè lo stesso disprezzo della vita umana che si riscontra nel disprezzo per la donna.
Anche bilanciare gli stupri è una mascalzonata, non so come la intendi tu, ma stuprare un uomo è "tecnicamente" molto complesso. Ora tutti questi problemi non si porrebbero se si accettasse serenamente che tra uomo e donna esistono delle differenze imprescindibili, a partire dal fatto che costringere un erezione e poi effettuare uno stupro è assai arduo. Purtroppo anche queste nozioni base sono diseredate, e si pretende che le donne subiscano tanti stupri quanti gli uomini, e voglio proprio vedere come accadrà. Uomini e donne per la maggior parte sono MOLTO simili, identici quasi, sia nei test di temperamento che comportamentali e altri, risulta una bassissima differenza. Il problema è quello che succede agli estremi dei grafici, perchè quella piccola percentuale di uomini che è estremamente più criminosa delle donne, fa si che la maggior parte della popolazione carceraria sia maschile. Ora o mettiamo le quota rosa nelle prigioni, oppure ci rendiamo conto del famoso problema del pollo nella statistica, e cominciamo a leggere le statistiche come andrebbero lette: contestualizzate. Anzichè farne bandiere ideologiche d'accatto.
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Ipazia

Il contesto è quello dato: la società patriarcale, aggressiva, guerrafondaia, sociodarwinista e misogina. Fatta dall'uomo (maschio: perchè anche il significante, oltre al significato, della specie è sussunto al suo genere) a sua immagine e somiglianza, femmina compresa. Per cui non mi stupisco nemmeno della eterodiretta ferocia femminile. Ci vorranno tempi lunghi anche per le donne per liberarsi dall'imprinting patriarcale. Ora come ora è impossibile vedere un Ewige Weiblich (eterno feminino) PURO.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: Ipazia il 08 Novembre 2018, 15:26:15 PM
Il contesto è quello dato: la società patriarcale, aggressiva, guerrafondaia, sociodarwinista e misogina. Fatta dall'uomo (maschio: perchè anche il significante, oltre al significato, della specie è sussunto al suo genere) a sua immagine e somiglianza, femmina compresa. Per cui non mi stupisco nemmeno della eterodiretta ferocia femminile. Ci vorranno tempi lunghi anche per le donne per liberarsi dall'imprinting patriarcale. Ora come ora è impossibile vedere un Ewige Weiblich (eterno feminino) PURO.
Cioè da una parte vorresti l'eguaglianza dei risultati, dall'altra credi che esista un "eterno femminino" biologico e puro che distingua le donne dagli uomini, cioè vorresti una parità di risultati da una disparità di fattori. Io cosa devo aggiungere per dire che è esattamente quel sessismo che le donne denunciano a parti inverse? Mi chiedo solamente che cosa capiate del patriarcato quando andate a vedere la Venere del Botticelli, che cosa sappiate della prima fondatrice dei centri antiviolenza (Erin Pizzey) e di altre femministe "eretiche", quanto poco valore abbiano le tesi della Gimbutas riguardo al "matriarcato della pace e dell'amore" etcetc.. Se preferisci una teoria "a bassa risoluzione", con colpevoli facili e risposte a portata di mano, penso che stai andando sulla strada giusta, quindi mi congratulo e ti saluto. :)
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Ipazia

Chiedo venia, ma certe maionesi statistiche con tesi incapsulata le trovo insopportabili e sovraccariche di falsa coscienza. Vorremo mica incolpare le donne se gli uomini ammazzano e delinquono di più ? Che sia più facile stuprare per un uomo che per una donna che tipo di giustificazione è ? Stuprare è SEMPRE una porcata. Contraccambio i saluti.
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Jacopus

Breve divertissement a proposito del patriarcato. La lingua stessa è infarcita di misoginismo e dovremmo considerarlo come un dato importante quando rappresentiamo un mondo che è già rappresentato strutturalmente (Levy Strauss, Benveniste). Esiste infatti la parola patria ma non matria. Esiste la parola madrelingua ma non padrelingua. Come se la comunicazione fosse un appannaggio femminile ma i valoril sacri delle tradizioni e del suolo fossero maschili. Voglio dire che le distinzioni culturali uomo-donna sono anche il retaggio della lingua dei parlanti,  e come tale può cambiare.
Accanto a ciò vi sono invece differenze organiche non indifferenti fra uomo e donna, derivanti da flussi di ormoni diversi. Il testosterone non è l'ossitocina, che non è il progesterone. Non considerare questi aspetti del problema non aiuta.
Fattori culturali e organici interagiscono ma ritengo che una società veramente libera sia quella che concede maggiori chance di scelta ai suoi componenti, indipendentemente dal sesso. Relegare una metà dell'umanità a ruoli subordinati sulla base di pur reali differenze fisiologiche, oltre ad essere ingiusto, come ogni forma di razzismo, è anche stupido.
Sulla base dello stesso ragionamento dovremmo far riprodurre solo gli africani, notoriamente più dotati a livello fallico.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

everlost

Citazione di: InVerno il 08 Novembre 2018, 12:26:23 PM
Citazione di: everlost il 06 Novembre 2018, 20:58:37 PM
L'anno scorso una femminista ha fatto  documentario sul MRM, un movimento maschilista americano, chiamasi "The red pill". Per chi vuole vederlo scoprirà che almeno questo circolo non è popolato da demoni con le corna..sono andato a vedere di che si lamentano, e la lista è circa questa:
- gli uomini commettono l'80% dei suicidi (le donne hanno più "tentativi" ma meno successo)
- il 90% delle morti sul lavoro
- il 99% delle morti in guerra
- il 76% delle morti in faccende di crimine
- sono il 71% dei senzatetto
- soccombono in tribunale davanti ad una donna nel 60% dei casi
- subiscono abusi tra le mura di casa nel 40% dei casi rispetto al 60% delle donne
- Hanno un aspettativa di vita media ridotta di 6 anni
e ne aggiungono altri riguardo a chi lascia prima la scuola, chi ha più problemi psichiatrici, sulle frodi in affidamento, le false denunce di stupro, che nessuno nemmeno considera le pedofilia femminile (ma esiste eccome) etcetcetc.


Citazione di: InVerno il 08 Novembre 2018, 12:26:23 PMLoro sostengono che questi dati vadano portati al 50\50, cosi come le femministe sostengono che altri dati vadano portati al 50\50. Perfetto. Dov'è il problema? Che avere parità di diritti non significa avere una parità di risultati. E se ne sono accorti in scandinavia, la regione che più si è data da fare nel cercare di eliminare la sovrastruttura "colpevole" del patriarcato. Se negli anni ottanta 1 ingegnere su 15 era donna, ora in scandinavia 1 ingegnere su 20 è donna. Se negli anni ottanta 1 infermiere su 15 era uomo, ora in scandinavia 1 infermiere su 20 è uomo. E bisogna tenere conto che al momento ci sono incentivi alle donne per iscriversi a ingegneria, che cosa succederebbe addirittura senza? La maggior parte delle professioni si è polarizzata in senso inverso a quello che i teorici del "patriarcato" avevano sostenuto. Ora una femminista capace (ma anche un maschilista), si deve mettere di impegno, prendere i dati scandinavi, e uscire fuori con una soluzione logica a questa che per lei è una contraddizione logica, ma è empirica e sui cui esistono ormai decine di studi.  Evidentemente la risposta (e anche la domanda) non sono cosi semplici come alcuni "semplificatori" vorrebbero far credere.
No, non sono per niente semplici.  Esistono ovvie differenze dovute alla fisiologia ed altre dovute a stratificazioni culturali non sempre omogenee e costanti nel tempo.
In Scandinavia gli uomini lavano i piatti e aiutano le compagne nei lavori domestici, eppure sono discendenti dei fieri vichinghi. Come la mettiamo?
Sempre in Scandinavia non si sposa quasi più nessuno. Le donne sole acquistano per corrispondenza seme crioconservato di donatori sconosciuti, il pacchetto arriva per posta e si praticano l'autofecondazione (visto nel film documentario 'La teoria svedese dell'amore').
Anche questo stravolge le nostre opinioni consolidate. Da sempre pensiamo che la donna cerchi sicurezza nel matrimonio e che questo bisogno di affidarsi a un compagno faccia parte della natura femminile. Come ti spieghi allora che ci sono sempre più donne single per scelta, anche e soprattutto nei paesi più ricchi e progrediti?
C'è sicuramente molto che non dipende dalla natura, ma solo dalle tradizioni e dalle consuetudini. Forse una volta che queste appaiono superate o inadeguate, le persone le abbandonano, semplicemente.
Questo nei paesi liberi, s'intende.
Riguardo alle attitudini professionali, sembra che le donne preferiscano le attività in cui possono prevalere i rapporti umani. Ingegneria, fisica e scienze in genere non offrono questa possibilità, o molto meno delle facoltà umanistiche. Poi può anche darsi che ci siano maschi più versati nelle scienze esatte, però se ricordo bene, nella mia scuola  le migliori in matematica e chimica erano tre ragazze. Che so, saranno state un'eccezione.

InVerno

#55
Mi fa piacere che tu abbia opinioni di buon senso (non sono sarcastico), il problema qui è lo stesso che trovo spesso parlando di cristianesimo, cioè l'inconsistenza del modello euristico del "leader" con quello del credente. E'normale che problemi complessi come quello della teologia, o dell'ineguaglianza, vengano convogliati attraverso immagini semplici e comunicative, e accetterei anche come lo fanno le femministe, se non che gli adepti e i leader non solo parlano due lingue diverse, ma esprimono concetti davvero diversi. Quello che hai appena descrito non è femminismo, anzi molte la considererebbero una posizione "subordinata" al patriarcato. Perciò non è quello che critico. Io critico i fondamentali logici e storici dell'attuale movimento femminista, che ha un predicato completamente diverso, che ti invito a prendere in considerazione prima di etichettarti come "femminista", perchè se lo farai darai adesione a teorie che non sono queste e di cui mi sembra Ipazia possa essere una buona rappresentante per quel poco che ho capito.

Cosa posso dirti invece delle donne single? Se si adotta il modello materialista maschile, la "carriera", intesa come accrescimento materialistico del proprio benessere otterà aspetti prevalenti. E credimi io sono molto felice, è da quando ho relazioni con le donne che premetto "se porti a casa lo stipendio sufficiente i piatti li lavo io", purtroppo uno stipendio non basta mai. La maternità ormai è subordinata alla carriera, in paesi come il giappone lo è ancora di più e si arriva vergini a 30 anni, se piace quella strada mica è preclusa. Certo se tutto quello che non si aveva era causa di un entità malevola e demoniaca, ogni "liberazione" è aprioristicamente "buona". Per molto tempo fumare per le donne era tabù, oggi si sono "liberate" e possono ottenere lo stesso cancro degli uomini, le malattie cardiovascolari sono aumentate nelle donne, etcetcetcetc. E l'idea del patriarcato, che dimentica la differenza tra una tragedia e il male pur di ottenere un nemico da combattere, che è un vulnus valoriale distruttivo. Le donne sono state schiave degli uomini, e gli uomini erano schiavi degli uomini, lo schiavismo è esistito per ambo i sessi e ce ne siamo liberati in buona parte, ma quando finiremo di liberarcene? Quando tutti avranno le stesse opportunità, o gli stessi risultati? Perchè le "quote rosa" servono alla seconda, e i "guerrieri della giustizia sociale" ormai li vorrebbero anche ai caselli autostradali.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

everlost

Non ho la minima intenzione di etichettarmi come femminista! Non è questo il motivo per cui non mi piacciono i mgow, anzi, volendo. la loro critica del  materialismo moderno mi sembra perfino giusta e condivisibile. 
Nulla di nuovo, in fondo: da millenni esistono gli asceti, gli eremiti e i misogini, ben prima del capitalismo e del consumismo, quindi la causa dev'essere altra, io credo che sia la società paternalistica a provocare rifiuto in alcuni individui che sentendosi inadeguati alle responsabilità e ai doveri loro richiesti, diventano sordi e ciechi di fronte a quelli delle donne, senza comprendere che il problema è comune e andrebbe affrontato...virilmente, se vogliamo, cioè a sangue freddo, non certo fuggendo.
Probabilmente è vero quello che riporta Sciascia, ed anche Ipazia l'ha citato giorni fa in un suo commento: esistono uomini, mezz'uomini, ominicchi, ecc. ecc. (tralascio un paio di definizioni meno nobili  ;D ).
Ma esistono pure Donne e femmine. Le Donne con la a maiuscola sono quelle che non evitano i doveri e i sacrifici, che sanno tenere la testa alta e la famiglia unita, mentre le femmine pensano all'opposto, quando pensano.
Mah, che siano  doti innate o non piuttosto frutto di tradizione, educazione e cultura, è poi tutto da dimostrare.

Lasciando da parte le categorie, ritengo che uomini e donne siano pari e ugualmente vittime di vetusti schemi patriarcali e non condivido chi scarica il proprio disagio sull'altro sesso facendone un nemico. 
Rimane il fatto che il maschio, per ragioni fisiche e ormonali, è capace di una violenza che la femmina raramente raggiunge (per analoghe opposte ragioni ), quindi sì, del maschio c'è da aver più paura e le cronache lo attestano ogni giorno, se vogliamo essere obiettivi.

A proposito di cristianesimo, vorrei proporre una riflessione biblica.   ;D
Faccio un secondo post per non appesantire questo, già abbastanza lungo.

everlost

Allora, non sono credente ma mi piace curiosare e approfondire argomenti religiosi.
Anni fa, in questo sito:
https://forumbiblico.forumfree.it/?t=67398018 
https://forumbiblico.forumfree.it/?t=23843938
e in modo molto più dettagliato anche qui, in inglese, nel saggio 'Women of the Bible' :
http://www.imninalu.net/Women.htm#Eve
lessi una teoria molto curiosa, un'interpretazione ebraica secondo la quale Adamo sarebbe stato creato androgino.   ??? :o
In seguito il Creatore avrebbe deciso che ciò non era più sufficiente per lui/lei e avrebbe ricavato Eva dal lato femminile presente nell'essere umano primordiale - dato che in ebraico il termine 'Adam' indica creatura umana e non maschio, e 'tzela' significa 'lato' o 'fianco' prima ancora che 'costola'.
Alcuni rabbini ritengono che la narrazione biblica del Genesi sia coerente con la scienza moderna, in particolare con le leggi del DNA. 
Eva (o Havah) secondo  tale interpretazione sarebbe stata separata da Adam, non per sottometterla a lui, bensì per stabilire un rapporto di perfetta parità nella collaborazione di coppia. Come del resto si intuisce dal fatto che fu lei a proporre al compagno di mangiare il frutto proibito e l'offerta fu accettata in piena fiducia.

Purtroppo la storia non finì benissimo, ma nel saggio è spiegato tutto, anche questo passo del Genesi:
16 Alla donna disse:
«Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ed egli ti dominerà»

che è stato sempre citato per giustificare la condizione delle donne come una punizione, secondo il volere divino.
Dio invece non avrebbe benedetto il patriarcato, sarebbe stata una scelta umana conseguente al peccato originale.
Il peccato vero quindi non fu un semplice capriccio, una banale disobbedienza agli ordini divini, una trasgressione sessuale o la superbia di voler essere sapienti come Dio: fu quello di separare ciò che era e doveva restare unito, ovvero gli umani con il loro Creatore e il compagno con la compagna, come una sola carne e un solo sangue. Dopo aver mangiato il frutto, l'allontanamento fra loro si manifestò subito. 
Vi consiglio di leggerlo se già non l'avete fatto e - chiaramente - se non siete di religione ebraica.

Addirittura secondo gli ebrei osservanti è un preciso  dovere del marito soddisfare le esigenze della moglie prima delle proprie, l'esatto contrario di quanto credono tutti gli altri uomini del mondo (o almeno la maggioranza)! 
E non per questioni fisiche, come si potrebbe pensare, ma... per ricostituire l'unione perfetta della coppia primordiale.
Non vi sembra sconcertante? Per me, almeno, lo è.

InVerno

Mi sembra una lettura davvero scientista di quei passi. Curiosamente la costola e la creazione della donna differiscono nell'archetipo sumero, perciò gli ebrei volevano sottolineare qualcosa di preciso, ma dubito fortemente possano aver ragionato di cromosomi. Allo stesso modo con cui il lavoro è assegnato all'uomo.Nella mitologia sumera gli dei fanno lavorare l'uomo al posto loro, lo elevano ad un attività "divina", mentre qui il lavoro e il parto vengono percepite come condanne, marchi sacrificali. Stando a Jung e più recentemente a Peterson, quel passaggio è da interpretarsi causale. Ovvero, è il parto a creare la condizione del "dominio" perchè la donna inerme abbisogna di protezione per anni. Altri hanno detto che il parto doloroso coincide con la dimensione craniale abnorme degli esseri umani, ma a mio avviso è altro scientismo. Dio non ha benedetto il "patriarcato", Dio al massimo può aver creato le condizioni per cui esso è avvenuto, non creando insieme alla terra.. ospedali, asili, preservativi e altre diavolerie moderne per rendere la donna indipendente dall'uomo durante e dopo il parto.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

everlost

Già, così pare anche a me. 
Io non leggo la Bibbia con atteggiamento fideistico. Tuttavia capisco che un vero credente obietterebbe che il progetto divino non contemplava il controllo delle nascite ma l'esatto contrario, e che gli ospedali, i preservativi, gli asili ecc. sono stati inventati dagli uomini nel momento più opportuno, dietro ispirazione divina.
Ho letto poi anche altro, ad esempio che nella tradizione orale ebraica  si parla di antiche conoscenze genetiche.  Suppongo fossero solo empiriche (mancavano i microscopi e non era  ancora noto il DNA), però altro non so.

So invece per certo che gli ebrei rifiutano l'interpretazione del castigo, sostenendo che il Creatore con quelle famose parole (Genesi 16) non voleva punire Adamo ed Eva ma solo indicare cosa dovevano aspettarsi sulla Terra: numerose gravidanze sempre più dolorose per la donna - il che è verosimile sia per l'aumento del cranio fetale  sia per il restringimento progressivo dei fianchi femminili-  e lavoro massacrante per l'uomo, basato sulla forza delle sue braccia, almeno per molti e molti anni a venire. 
Se Dio è onnisciente sa benissimo cosa avverrà in futuro, anzi lo vede come fosse presente.

Certo però questa può essere considerata dai non credenti una spiegazione 'ex post '.

Tornando al punto di vista religioso, a Adamo ed Eva toccavano esperienze molto dure e inevitabili, grazie alle quali avrebbero temprato il loro carattere, modificato il pianeta e acquistato sempre maggiore intelligenza e cultura. Ma dovevano prima conquistarselo, quel mondo.
Perché tutto secondo me va sempre visto nell'ottica del libero arbitrio e dell'indipendenza umana, in pratica ciò che la coppia aveva scelto di ottenere quando aveva deciso di mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male. 
Se invece cominciamo a obiettare che Dio poteva evitare questo e quest'altro, oppure poteva intervenire qui e là, forse non capiamo i fondamenti della religione ebraica, da cui tra l'altro discende quella cristiana. 
Per gli ebrei il rapporto con la divinità si avvicina a quello dei figli con il proprio padre, basato sull'obbedienza, sul timore e sul  rispetto oltre che su un dialogo molto intimo, quasi familiare, impensabile presso altri popoli occidentali (penso ai Greci, ai Romani o ai Norreni).  Hanno un Dio padre con dei piani precisi per la loro vita, che ne parla con loro, chiedendogli di aderire convintamente, pretendendo obbedienza e fedeltà, eppure la scelta finale resta sempre affidata agli umani.
Il Dio d'Israele avrebbe potuto tenere le prime creature (o gli eletti) per sempre nell'Eden, imbambolati in un eterno stato di incosciente beatitudine, poteva renderli amorfi, asessuati, privi di curiosità, senso critico, ambizione e antagonismo. E magari pure immortali. 
Poteva impedire che arrivassero all'albero della conoscenza del bene e del male e confinare il serpente, non crearlo oppure farlo pacifico come una colomba.
Ma leggendo Genesi si capisce che le sue intenzioni erano ben diverse. E a me sembra una storia straordinaria, al di là della fede e delle contraddizioni logiche.

Comunque non volevo addentrarmi in una discussione fuori tema e  per addetti ai lavori, non sono una teologa; mi premeva solo sottolineare questa insolita interpretazione dei rapporti fra uomo e donna.

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