Cos'è il "populismo"?

Aperto da 0xdeadbeef, 13 Gennaio 2019, 12:57:30 PM

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baylham

Questi insistiti attacchi al mercato, come sistema di relazioni economiche umane, confermano la mia ipotesi che il populismo sia una ideologia totalitaria, oltretutto velleitaria, ancor peggio della pianificazione sovietica: incapace di fornire qualunque alternativa al mercato, si critica il ramo su cui si sta seduti. Infatti il populismo tace sulle relazioni economiche economiche che debbono intercorrere tra i cittadini che fanno parte del popolo. 

Siccome l'economia è formata di contrattazioni, di scambi, di relazioni economiche tra singoli uomini, il mercato appunto, che ha già millenni di storia alla spalle, continuerà bellamente finché durerà la specie umana, mentre le teorie populiste anti mercato saranno relitte o estinte. 

Ipazia

Citazione di: baylham il 23 Gennaio 2019, 10:50:39 AM
Questi insistiti attacchi al mercato, come sistema di relazioni economiche umane, confermano la mia ipotesi che il populismo sia una ideologia totalitaria, oltretutto velleitaria, ancor peggio della pianificazione sovietica: incapace di fornire qualunque alternativa al mercato, si critica il ramo su cui si sta seduti. Infatti il populismo tace sulle relazioni economiche economiche che debbono intercorrere tra i cittadini che fanno parte del popolo.

Siccome l'economia è formata di contrattazioni, di scambi, di relazioni economiche tra singoli uomini, il mercato appunto, che ha già millenni di storia alla spalle, continuerà bellamente finché durerà la specie umana, mentre le teorie populiste anti mercato saranno relitte o estinte.

Infatti si attacca il Mercato capitalistico delle merci (inclusi gli umani) e dei capitali, che è un sistema particolare di relazioni umane, non certo l'interscambio di beni tra umani che può assumere le più variegate forme sociali e giuridiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

baylham

Citazione di: Ipazia il 23 Gennaio 2019, 11:05:18 AM
Citazione di: baylham il 23 Gennaio 2019, 10:50:39 AMQuesti insistiti attacchi al mercato, come sistema di relazioni economiche umane, confermano la mia ipotesi che il populismo sia una ideologia totalitaria, oltretutto velleitaria, ancor peggio della pianificazione sovietica: incapace di fornire qualunque alternativa al mercato, si critica il ramo su cui si sta seduti. Infatti il populismo tace sulle relazioni economiche economiche che debbono intercorrere tra i cittadini che fanno parte del popolo. Siccome l'economia è formata di contrattazioni, di scambi, di relazioni economiche tra singoli uomini, il mercato appunto, che ha già millenni di storia alla spalle, continuerà bellamente finché durerà la specie umana, mentre le teorie populiste anti mercato saranno relitte o estinte.
Infatti si attacca il Mercato capitalistico delle merci (inclusi gli umani) e dei capitali, che è un sistema particolare di relazioni umane, non certo l'interscambio di beni tra umani che può assumere le più variegate forme sociali e giuridiche.

Infatti vorrei passare dalla critica del capitalismo, di cui son capaci molti, all'alternativa al capitalismo, di cui son capaci ben pochi. Se l'alternativa è la fine del mercato allora il capitalismo non avrà problemi di concorrenza.

Sariputra

Citazione di: baylham il 23 Gennaio 2019, 11:14:39 AM
Citazione di: Ipazia il 23 Gennaio 2019, 11:05:18 AM
Citazione di: baylham il 23 Gennaio 2019, 10:50:39 AMQuesti insistiti attacchi al mercato, come sistema di relazioni economiche umane, confermano la mia ipotesi che il populismo sia una ideologia totalitaria, oltretutto velleitaria, ancor peggio della pianificazione sovietica: incapace di fornire qualunque alternativa al mercato, si critica il ramo su cui si sta seduti. Infatti il populismo tace sulle relazioni economiche economiche che debbono intercorrere tra i cittadini che fanno parte del popolo. Siccome l'economia è formata di contrattazioni, di scambi, di relazioni economiche tra singoli uomini, il mercato appunto, che ha già millenni di storia alla spalle, continuerà bellamente finché durerà la specie umana, mentre le teorie populiste anti mercato saranno relitte o estinte.
Infatti si attacca il Mercato capitalistico delle merci (inclusi gli umani) e dei capitali, che è un sistema particolare di relazioni umane, non certo l'interscambio di beni tra umani che può assumere le più variegate forme sociali e giuridiche.
Infatti vorrei passare dalla critica del capitalismo, di cui son capaci molti, all'alternativa al capitalismo, di cui son capaci ben pochi. Se l'alternativa è la fine del mercato allora il capitalismo non avrà problemi di concorrenza.

Secondo me, anche se non sono un esperto in materia, basterebbe mettere un freno alle speculazioni selvagge che hanno stravolto il mercato stesso. Adesso non è la finanza che vive sulla ricchezza creata dal mercato, ma il mercato che si espande e si contrae in base a previsioni finanziarie che diventano quasi sempre autoavveranti...Ci vorrebbe la volontà politica di bloccare la possibilità di emettere derivati, titoli subordinati, opzioni, ecc. Sarebbe necessario stabilire un massimo d'indebitamento possibile. Bisognerebbe scorporare le banche d'affari da quelle territoriali, ecc. Questa politica non c'è perché non c'è più una necessità di tutela sociale e di relazioni eque tra la gente e tra le nazioni. Non avendo questo sistema finanziario nessun reale nemico esterno, non si rende conto di doversi porre dei limiti. L'effetto è il malcontento crescente e il populismo che però non ha una forza propositiva tale da contrastare in profondità questo sistema. Lo "gratta" in superficie  con provvedimenti estemporanei e un pò demagogici,,,che devono essere essi stessi contrattati con la finanza e le commissioni varie, rientrando così nel grande alveo comune dell'interesse finanziario. Non è questa l'alternativa. Penso che bisognerebbe andare non verso la fine del mercato (impossibile, concordo con Baylham...) ma verso un mercato più "equo e solidale" ( cosa che si tenta di fare , ma per adesso è poca cosa...).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

0xdeadbeef

Citazione di: Jacopus il 22 Gennaio 2019, 22:48:20 PMNon sono un economista. E' un ramo dello scibile umano che mi manca, ma credo che i parametri di allora non siano sovrapponibili ai parametri di oggi e l'economia non essendo una scienza esatta, ovviamente ne deve tener conto. Le politiche economiche di allora erano motivate da una situazione geopolitica molto diversa,

Ciao Jacopus
Beh, che i parametri di allora non siano sovrapponibili ai parametri di oggi e che le politiche economiche di allora
erano motivate da una situazione geopolitica molto diversa sono cose che dovresti andare a dire, che so, alle riunioni
di Davos, del Fondo Monetario o alle lezioni della Bocconi...
E' infatti in questi luoghi che si predicano cose come la "teoria del perfetto equilibrio dei mercati"; come la teoria
delle economie di scala ed altre "perle" ritenute scientificamente inappuntabili...
Tutte cose, si badi bene, molto antecedenti il 1989. Ed alcune così indiscutibili che, nonostante siano passati
diversi secoli, sono state riesumate e riproposte in tutto il loro splendore (come la teoria classica di A.Smith;
oggi "teoria neoclassica").
Che vogliamo farci? Non è forse questo nostro il tempo delle "riforme"...
Che altro dire? Annoto e registro come, forse, se la gente (evitiamo per una volta il termine "popolo") sapesse
recuperare qualche "virtù maschia" andata perduta i "parametri" forse cambierebbero, e con essi la "situazione
geopolitica"...
A proposito di alternative: io non mi capacito di come si tiri in ballo sempre e comunque il marxismo, come se
la sola alternativa possibile a questo stato di cose fosse il rovesciarlo completamente.
Nella mia insignificanza mi permetto di suggerire che forse un rovesciamento non è la miglior soluzione...
Io mi accontenterei di vedere la politica che si riprende il primato sull'economia, e che gli impone (all'economia)
"parametri e situazioni geopolitiche" diverse...
saluti

Jacopus

Per Ox. Ripeto non sono un economista Ma non credo che tutti gli economisti siano incantati da una visione matematico-geometrica dell'economia politica. Per quanto non credo nell'applicazione pratica nel marxismo proprio a causa della sua visione assolutistica, questa teoria ha sottolineato l'importanza della storia e quindi della geopolitica, nel forgiare le dinamiche e le relazioni economiche e questa lezione non la dimenticherei.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

0xdeadbeef

Ciao Jacopus
I potentati economici stanno prescrivendo a tutti la medesima "ricetta": più austerità; più mercato; meno regole.
Tempo addietro l'economista (si fa per dire...) tedesco D.Gros si chiedeva come mai la "cura" che aveva dato buoni
risultati per il Portogallo non aveva fatto altrettanto per la Grecia...
Chissà, forse i "parametri" e la "situazione geopolitica" (per dire delle variabili non prese in considerazione)
c'entreranno qualcosa?
Oggi tutti fanno "mea culpa" per la Grecia (persino quell'ubriacone di Juncker, figuriamoci); e domani?
Domani, tanto per fare un esempio, qualcuno si accorgerà che la nostra economia non cresce perchè la gente non
spende (e non spende perchè non ha soldi)? E che facciamo per ovviare a questo? Il niente che stiamo facendo?
Il popolo lo si tiene buono dandogli "panem et circenses" (lo dico io che sono populista...), ma il "panem" sta
"scarseggiandum", e i potentati che reggono le sorti del mondo ritengono di non doversene ancora preoccupare...
Il "populismo" non nasce così, per un capriccio. La gente non seguì i rivoluzionari degli anni 70 perchè lo
stato dava "panem" a sufficienza, e la saggezza popolare (altro che bassi istinti...) ritenne non
opportuno inbarcarsi in quella avventura temeraria, ma adesso?
Qualcuno vuol aprire gli occhi e vederla, questa realtà attuale?
saluti

Freedom

Citazione di: baylham il 23 Gennaio 2019, 10:50:39 AM
Questi insistiti attacchi al mercato, come sistema di relazioni economiche umane, confermano la mia ipotesi che il populismo sia una ideologia totalitaria, oltretutto velleitaria, ancor peggio della pianificazione sovietica: incapace di fornire qualunque alternativa al mercato, si critica il ramo su cui si sta seduti. Infatti il populismo tace sulle relazioni economiche economiche che debbono intercorrere tra i cittadini che fanno parte del popolo.

Siccome l'economia è formata di contrattazioni, di scambi, di relazioni economiche tra singoli uomini, il mercato appunto, che ha già millenni di storia alla spalle, continuerà bellamente finché durerà la specie umana, mentre le teorie populiste anti mercato saranno relitte o estinte.
Devo dire che ti sono state date risposte condivisibili sulle obiezioni che hai formulato ma , se vuoi, possiamo andare più in profondità.

Posto che il problema non è l'abolizione del mercato (e chi l'ha mai scritto?) ma la regolamentazione di esso possiamo, per esempio chiederci: che razza di mercato è quello bancario italiano? Se l'organo di controllo (Banca d'Italia), il cosiddetto Regolatore è posseduto dai maggiori Istituti di Credito italiani (Intesa San Paolo, Unicredit. etc.) cosa potrà mai regolare? E infatti gli scandali bancari italiani che hanno depredato piccoli risparmiatori a iosa sono numerosissimi e sotto gli occhi di tutti. 

Ma ancora una volta, le classi dominanti, genialmente, hanno creato una forma mentis collettiva per la quale, spesso, i turlupinati sono i più strenui difensori di questa realtà.

Potremmo andare avanti analizzando la Borsa Valori italiana ed il suo organo di controllo, il cosiddetto Regolatore, la Consob e rilevare, negli anni, da chi sono state rivestite le poltrone di comando e, soprattutto, la scarsissima efficacia dei controlli. E' sotto gli occhi di tutti la indecente irregolarità di parecchi titoli quotati. Altro che insider trading e aggiotaggio, qua siamo ai livelli di Banda della Magliana.

Ma potremmo anche continuare analizzando la disgustosa e criminale gestione dei derivati. E qui la delinquenza è a livelli inimmaginabili e mondiali. Non voglio essere noioso e stucchevole ma se qualcuno è interessato sono pronto a farlo e a spiegare come l'intera finanza mondiale è un gigantesco gioco delle tre carte. Ma qui, il compito degli organi di controllo cioè del Regolatore è veramente cialtronesco: i contratti cosiddetti OTC (over the counter) che regolano LA FINANZA DI TUTTO IL PIANETA TERRA sono cosiddetti Gentlemen's Agreement. Patti tra gentiluomini! Proprio fior di galantuomini......
E la quotazione di 'sta roba qua (non quantificabile ma qualcuno azzarda con volumi nozionali pari a 60/70 volte il PIL mondiale) non avviene su mercati quotati ma è fatta dagli stessi Istituti emittenti! 

So che è difficile da credere ma è la pura verità.

Mi fermo perchè poi diventa noioso ma quante cose, brutte cose ci sarebbero ancora da aggiungere..........
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

anthonyi

Citazione di: Sariputra il 23 Gennaio 2019, 11:55:44 AM


Secondo me, anche se non sono un esperto in materia, basterebbe mettere un freno alle speculazioni selvagge che hanno stravolto il mercato stesso. Adesso non è la finanza che vive sulla ricchezza creata dal mercato, ma il mercato che si espande e si contrae in base a previsioni finanziarie che diventano quasi sempre autoavveranti...Ci vorrebbe la volontà politica di bloccare la possibilità di emettere derivati, titoli subordinati, opzioni, ecc. Sarebbe necessario stabilire un massimo d'indebitamento possibile. Bisognerebbe scorporare le banche d'affari da quelle territoriali, ecc.

Ciao Sari, quello che tu dici non è altro che quell'insieme di principi prudenziali che tipicamente già funzionano nel sistema finanziario, e che vengono applicati nella maggior parte dei casi. Tutti i titoli finanziari sono soggetti a leggi rigorose, ad autorizzazioni e controlli che permettono alla gran parte delle istituzioni finanziarie di funzionare bene.
Nonostante questo l'attività finanziaria è comunque caratterizzata da un alto rischio ineliminabile. Considera il caso delle banche Italiane fallite o in forte crisi, sono tutte, con l'eccezione di MPS, banche a riferimento territoriale, ma soprattutto sono tutte entrate in crisi per ragioni gestionali, non per l'attività finanziaria (Tipicamente l'acquisizione del controllo di altre attività finanziarie) che ha favorito il fallimento di MPS e le difficoltà di Carige, per questo la tanto sbandierata separazione tra banche d'Affari (Che poi in Italia ne abbiamo sempre avuto solo una, cioè Mediobanca) e banche ordinarie, non ha alcun senso.
Un saluto.

everlost

Citazione di: Jacopus il 22 Gennaio 2019, 12:05:34 PM
Se il politicamente corretto sfocia ai livelli del video, allora si sviluppa una evidente connessione con il populismo. Se tutti i valori hanno pari dignità, e tutti possono rivendicare il loro sistema di riferimento per quanto idiota possa essere, l'unico metodo per gestire un tale tipo di società è l'autoritarismo, non più fondato sul tiranno, o sul re assoluto, che dall'alto della sua posizione poteva permettersi di far fiorire l'arte e la cultura. E neppure fondato sul culto della personalità, almeno non solo. Questo autoritarismo è fatto di indifferenza rispetto ai valori e alle argomentazioni, di apparente omologazione del potere con l'uomo della strada, di cialtroneria che rifiuta ogni sguardo competente sulla base del criterio che siamo tutti uguali, tutti medici, ingegneri, professori, politici, generali. Una democratizzazione delle competenze, senza competenze. In una situazione del genere è inevitabile che si tenda a riscoprire come modello regolatore la semplice forza: das Macht, come dicono i tedeschi, che la contrappongono al Gewalt.
Giuste osservazioni, ma la storia non è recente, parte da qualche decennio fa. 
Con il tuo link mi hai offerto lo spunto per parlare un po' dell'istruzione, con cui ho avuto sempre un rapporto di odio-amore.  ;D
La nostra scuola pubblica, senza arrivare ai livelli di quella - chiaramente paradossale- espressa nel video del tuo link, è ormai impregnata marcia di populismo a partire dai primi anni sessanta. 
Ricordo come fosse oggi  quando fu sostituita la vecchia scuola media con la nuova media unica. Ci fu allora un boom d'iscrizioni alle superiori, tanto da dover aggiungere sezioni fino alla lettera P. 
I poveri presidi degli istituti magistrali ammonivano invano i genitori a non iscrivere più i loro figli perché non avrebbero potuto trovare lavoro...macché, era come parlare col muro. La gente si trovava finalmente tra le mani il passaporto per il benessere borghese tanto sognato e mica poteva farselo scappare! Tutti volevano i figli maestri, professori, medici, avvocati, ingegneri...e infatti il passo successivo fu l'università per tutti, con le aule stracolme fino a scoppiare, esami collettivi e il diciotto garantito (con le buone o con le cattive).
Questa fu per le masse la rivoluzione del sessantotto, altro che idealismi e arzigogoli da figli di papà. Mi ero illusa anch'io che alla base dei moti studenteschi ci fosse una vera, profonda pulsione a una sana rivoluzione sociale, in parte c'era senz'altro ma non fu quella ad emergere: anzi fu addomesticata e ridotta in uno squallido piano populista perseguito dalle classi dominanti dell'epoca.
I politici di allora sapevano benissimo cosa sarebbe successo, perché l'avevano programmato a tavolino. 
Infatti l'opera fu completata permettendo l'accesso a tutte le facoltà universitarie con qualsiasi diploma di scuola superiore (compresi gli istituti tecnici e i professionali, purché si aggiungesse il quinto anno integrativo  :-\ ).
Nella scuola elementare furono aboliti i voti numerici, divenuti ormai troppo politicamente scorretti, e addio anche alla vecchia maestra unica, considerata retaggio ottocentesco, sostituendola  con un team pedagogico di cinque o sei insegnanti dalle disparate attitudini (ottima soluzione per occupare i sovrabbondanti diplomati di cui parlavo prima). 
Capitava così, per assurdo, che un maestro molto  versato in matematica dovesse insegnare le meno amate e conosciute storia e geografia perché  un collega più anziano rivendicava per sé l'ambito matematico, anche se di solito l'ambito linguistico era il top delle ambizioni e il vero pomo della discordia. 
All'interesse vero degli studenti, cioè quello di ricevere il miglior insegnamento possibile, non pensava nessuno. I presidi cercavano di mediare, ma non volevano fastidi, specie con le famiglie e coi docenti di serie A.
Ci fu l'epoca del "giudizio", in pratica una pappardella moralistica condita di psicologismo a buon mercato che diceva tutto e niente sulle reali competenze dello scolaro, ma  permetteva ai docenti (o meglio a quello d'italiano che, generalmente,  comandava su tutti) di emettere apodittiche quanto superficiali valutazioni sull'intelligenza, le capacità, la socialità e il carattere di ogni ragazzo senza averlo sottoposto ad alcun tipo di test.
E via via, ogni governo gattopardesco cambiava qualcosa senza cambiare niente: grembiulino sì, grembiulino no, pagella cartacea, registro digitale, A, B, C, D, E, F....no, Ottimo, Distinto, ecc. (tranne Eccellente, mai previsto forse per un residuo di pudore).
Non può essere un caso se oggi uno dei due partiti al governo intende ripristinare l'insegnante unico, anzi, vuole un prof che segua gli alunni dalle elementari alle superiori ( naturalmente sarà quello d'italiano) mentre gli altri docenti rimarranno solo figure satellitari di scarso rilievo formativo. 
Sembra un provvedimento rivoluzionario, invece si tratta sempre di populismo (l'altra faccia della medaglia) che non risolverà i reali problemi della scuola. Ai quali non ha mai voluto né potuto rimediare nessuno.

0xdeadbeef

Citazione di: anthonyi il 23 Gennaio 2019, 17:54:42 PMCiao Sari, quello che tu dici non è altro che quell'insieme di principi prudenziali che tipicamente già funzionano nel sistema finanziario, e che vengono applicati nella maggior parte dei casi. Tutti i titoli finanziari sono soggetti a leggi rigorose, ad autorizzazioni e controlli che permettono alla gran parte delle istituzioni finanziarie di funzionare bene.
Nonostante questo l'attività finanziaria è comunque caratterizzata da un alto rischio ineliminabile. Considera il caso delle banche Italiane fallite o in forte crisi, sono tutte, con l'eccezione di MPS, banche a riferimento territoriale, ma soprattutto sono tutte entrate in crisi per ragioni gestionali, non per l'attività finanziaria (Tipicamente l'acquisizione del controllo di altre attività finanziarie) che ha favorito il fallimento di MPS e le difficoltà di Carige, per questo la tanto sbandierata separazione tra banche d'Affari (Che poi in Italia ne abbiamo sempre avuto solo una, cioè Mediobanca) e banche ordinarie, non ha alcun senso.
Un saluto.

Ciao Anthony
Perdonami la schiettezza ma non è possibile leggere cose come queste che scrivi.
Sei ben informato, quindi sai meglio di me (che adesso non lo ricordo) di quanto "scoperto" possono fare
le banche (comunque si tratta di decine di volte il capitale posseduto). E, chiaramente, fanno scoperto
perchè sanno bene che alla fine non verranno mai lasciate fallire...
Tu le chiami "crisi per ragioni gestionali", altri "crediti inesigibili"; io li chiamo "finanza"; come
chiamo "finanza" ogni singolo euro (o altra moneta) che non corrisponde ad un "bene" (che cioè non è
"pagabile a vista al portatore").
Torni quindi la distinzione fra tutela del risparmio e credito alle aziende (con vincoli, naturalmente)
da una parte (e possibilmente gestito da istituti di diritto pubblico) e speculazione/spericolazione
dall'altra (e ci si divertano e falliscano in piena libertà...).
Non lo dico io, populista, ma il liberale Paul Krugman ("Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008").
saluti

anthonyi

Citazione di: 0xdeadbeef il 23 Gennaio 2019, 19:51:09 PM

Ciao Anthony
Perdonami la schiettezza ma non è possibile leggere cose come queste che scrivi.
Sei ben informato, quindi sai meglio di me (che adesso non lo ricordo) di quanto "scoperto" possono fare
le banche (comunque si tratta di decine di volte il capitale posseduto). E, chiaramente, fanno scoperto
perchè sanno bene che alla fine non verranno mai lasciate fallire...
Tu le chiami "crisi per ragioni gestionali", altri "crediti inesigibili"; io li chiamo "finanza"; come
chiamo "finanza" ogni singolo euro (o altra moneta) che non corrisponde ad un "bene" (che cioè non è
"pagabile a vista al portatore").
Torni quindi la distinzione fra tutela del risparmio e credito alle aziende (con vincoli, naturalmente)
da una parte (e possibilmente gestito da istituti di diritto pubblico) e speculazione/spericolazione
dall'altra (e ci si divertano e falliscano in piena libertà...).
Non lo dico io, populista, ma il liberale Paul Krugman ("Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008").
saluti

Ciao 0xdeadbeef, per una banca è normale avere debiti oltre il valore del capitale di rischio con un moltiplicatore che è intorno alla decina e che è vincolato a un certo massimo. E' normale anche che le banche finanzino le imprese, d'altronde se non le finanziano cosa ci fanno con i soldi raccolti? solo titoli di stato (Che hanno anch'essi una rischiosità, vedi Argentina) e mutui immobiliari (E non può andare in crisi anche il mercato immobiliare?).
L'azione di finanziamento delle imprese, poi, è essenziale per lo sviluppo economico di un paese. Quando nel 2004 la FIAT stava fallendo Marchionne elaborò un'architettura "finanziaria" alla quale parteciparono le principali banche italiane e la FIAT venne salvata. Non so cosa tu ne pensi, ma io credo che allora quelle banche italiane fecero bene a finanziare il progetto di Marchionne. Naturalmente quel progetto era fondato su garanzie di carta, la carta del piano industriale, e la carta delle partecipazioni azionarie che le banche avrebbero acquisito se la FIAT non avesse onorato i debiti.
Io condivido l'idea che le speculazioni/spericolazioni sono da evitare in ogni caso, ma questo lo si fa appunto con i controlli che già ci sono, che dovrebbero essere rafforzati, ma che comunque non comportano cambiamenti di sistema. Rigetto completamente l'idea delle banche di proprietà pubblica, sostituire il rischio della spericolatezza privata, comunque mitigata dal fatto che il privato spericolato mette a rischio anche il suo capitale, con la certezza di una spericolatezza politica, perché il politico non ha alcun capitale personale nella banca e quindi non si capisce perché dovrebbe essere prudente non mi sembra una buona soluzione.

Freedom

Pubblico questa lettera appena letta sulla Repubblica di oggi.
E' paradossale rilevare che Repubblica stessa difende strenuamente il maggior partito responsabile della legge Fornero e, addirittura, non solo del varo ma dell'ideazione del jobs act.
Tertium non datur: o ci fanno o ci sono!
E poi dice che arriva il populismo........

Questa lettera è di Ruggero Caracciolo
"Sono un plurilaureato con 25 anni di esperienza nel settore cantieristico e armatoriale. Ho lavorato fino al 2015 solo per primarie aziende svolgendo qualificate mansioni. Dopo più di un decennio di lavoro presso l'Eni di San Donato Milanese ho deciso di abbandonare  'la regia società' in quanto questa aveva deciso di dismettere il ramo trasporto via mare degli idrocarburi. Ho trovato nuovo impiego in un'azienda cantieristica leader mondiale del settore della costruzione navale. Moderai le mie pretese economiche pur di rientrare nella mia città, Genova, per essere di aiuto a mia madre nell'assistenza a mio padre ammalato cronico. Dopo otto anni a Genova accettai un trasferimento a La Spezia".
"Lì per 5 anni ho coperto la funzione di caposervizio garanzia  e assistenza clienti su oltre 31 navi.
Nel 2015 il mio datore di lavoro, per motivi non noti, ha lanciato contro il mio ufficio una campagna di indagine senza esclusione di mezzi (intercettazioni, pedinamenti, individuazione posizioni e contatti in orario extra lavorativi) nulla trovando a carico di nessuno. Tuttavia, sulla base di presunti errori procedurali sono state avanzate della contestazioni disciplinari che, nonostante le mie puntuali risposte, hanno portato al mio licenziamento. Con me per simili ragioni sono stati licenziati alcuni miei giovani collaboratori ed è stato costretto alle dimissioni il mio più fresco superiore".

"Impugnato il licenziamento dopo 13 mesi il giudice del lavoro ha dichiarato la non applicabilità della giusta causa, ma, grazie alla legge Fornero, niente reintegrazione e  condanna l'azienda a un modesto risarcimento (14 mensilità)".
"I media non si occupano dei licenziamenti come il mio e dei nuovi disoccupati che questa iniqua legge sta provocando.  Nessuno pubblica i dati INPS sull'aumento esponenziale dei licenziamenti disciplinari dove sembra preclusa secondo legge ogni proporzionalità fra il fatto commesso (se esiste) e la sanzione. Né si parla di una legge che prima del Jobs Act ha messo per strada migliaia di lavoratori allontananti per i più futili motivi. Legge che ha fatto retrocedere i diritti dei lavoratori a una condizione inferiore a quella sancita da codice di procedura civile del 1940-42 (non lo Statuto dei lavoratori del 1970)".
"Una legge che non disincentiva il licenziamento velleitario in quanto al massimo la ditta potrebbe essere chiamata a risarcire il lavoratore da 5 a 24 mensilità, dopo molti anni. Fornero non è solo pensione ritardata e esodati. E' dire anche sì al licenziamento velleitario. Ora ho 57 anni. Sono stato dichiarato  invalido al 75% nel 2018 in ragione dell'insorgenza del Morbo di Parkinson. Sono iscritto al collocamento mirato. Collaboro a titolo gratuito con uno studio di ingegneria".
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

InVerno

Insomma, se uno volesse essere "puntiglioso" potrebbe tranquillamente far notare ad Anthonyi che la già SCARSA regolamentanzione che portò alla crisi del 2008 è rimasta praticamente invariata nonostante un collasso catastrofico, che il tutto (compreso la tenuta dei governi) è ancora affidato ad agenzie di rating private con interessi a dir poco opachi e che fanno il bello e cattivo tempo in relazioncine di una pagina (che poi alcuni ripetono a pappagallo) , e tante altre amenità tra l'assurdo e il faceto che farebbero mettere da parte un po di questo "candido" (nel senso di ottimista) fatalismo. Io personalmente lascerei perdere, perchè continuo a pensare che il populismo non si capisca nei libri di economia. Sarei invece molto curioso di sapere se qualcuno volesse portare sul tavolo un capolavoro della letteratura italiana, per capirci un attimino di più, che va generalmente con il nome di "Pinocchio" , per come la vedo io, non basterebbero una decina di pagine per esaurire l'argomento.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Freedom

Citazione di: InVerno il 25 Gennaio 2019, 14:37:42 PM
Insomma, se uno volesse essere "puntiglioso" potrebbe tranquillamente far notare ad Anthonyi che la già SCARSA regolamentanzione che portò alla crisi del 2008 è rimasta praticamente invariata nonostante un collasso catastrofico, che il tutto (compreso la tenuta dei governi) è ancora affidato ad agenzie di rating private con interessi a dir poco opachi e che fanno il bello e cattivo tempo in relazioncine di una pagina (che poi alcuni ripetono a pappagallo) , e tante altre amenità tra l'assurdo e il faceto che farebbero mettere da parte un po di questo "candido" (nel senso di ottimista) fatalismo.
Sì. Sono talmente tante le irregolarità, le mancanze di regolamentazione che ci si scorda di elencarle tutte. Perdonami se mi allaccio al tuo post per colmare, almeno un pochino, la lacuna.

Io, per esempio, mi ero dimenticato di citare uno degli episodi più cialtroneschi (a pensar bene) o più banditeschi (a pensar male) della storia della finanza mondiale: il quattordici settembre 2008 una delle tre agenzie di rating mondiali, mi sembra di ricordare Moody's, aveva assegnato a Lehman Brothers la singola "A". Cioè una classifica di solvibilità elevatissima. Superiore ad essa c'è solo la doppia "A" e la tripla "A".

Il giorno dopo, Lehman Brothers ricorse al Chapter 11 cioè la procedura di fallimento e diede inizio al più grande crack della storia della finanza mondiale. Si scatenarono imponenti fallimenti a catena e per alcuni giorni il mondo intero restò col fiato sospeso: tutta l'impalcatura economica del mondo intero sembrava stesse per crollare. E, secondo testimoni oculari rilevantissimi come alcuni CEO delle maggiori istituzioni finanziarie Usa e area € e il ministro del Tesoro americano, tanto per citarne alcuni, affermarono che il mondo stava per crollare. Solo la lungimiranza della FED ed una buona dose di fortuna impedirono al sistema di collassare. Non so se esserne soddisfatto o meno ma so che una sciocchezza così grande come quella tolse credibilità, io credo per sempre, alle agenzie di rating.

Eppure i panieri dei benchmark di tutto il pianeta cioè i pesci pilota degli squali della finanza vengono ancora oggi composti in ragione dei giudizi assegnati dalle agenzie di rating.

Eh bè, lo dice il mercato.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.