Considerazioni di lungo periodo sull'economia italiana

Aperto da Jacopus, 23 Agosto 2019, 20:04:12 PM

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paul11

Citazione di: anthonyi il 26 Agosto 2019, 07:39:59 AM
Citazione di: paul11 il 26 Agosto 2019, 01:22:57 AM
Ciao Anthonyi
Sei davvero convinto che dalle attuali famiglie italiane escano figli meglio educati?
Quelli dove non c'è mai tempo per parlare ai figli e l'importante che siano promossi scuola, quelli dove la tv con i cartoon fa da baby-sitter, e dove non si capisce più chi è il padre o la madre ,perchè mancano i pantaloni ai maschi e le donne pensano alle carriere?
Quelli che dimenticano l'unico figlio sull'auto,persi nei supermercati o in qualche autogrill sull'autostrada? Quelli di nuove bande straviziate che incendiano il "barbone" che dorme sulle
panchine, perché erano annoiati? Se noi avessimo la libera circolazione di armi avremmo stragi anche da noi .Siamo pieni di "fuori-di testa" e sono soprattutto nei Paesi opulenti.
Una volta si capottava una cinquecento con raffreddamento ad aria con la"doppietta", oggi hanno il BMW di paparino per fare un frontale ubriachi o drogati.

Oggi non è importante il lavoro: e di che si campa? Fin quando la vecchia generazione potrà mantenere la giovane.... Ma finiranno prima o poi i denari.

Ciao paul11, io non ho fatto un confronto storico-culturale, so bene che in Italia, come in altri paesi, siamo di fronte a una certa crisi di valori.
Io analizzo i singoli fattori, e ho detto che la riduzione della natalità non implica avere figli "viziati". Le ricerche psicologiche evidenziano ad esempio che i primi nati sono sempre più stabili e maturi dei figli successivi, e questo è dovuto anche al fatto che hanno potuto contare di una maggiore attenzione da parte dei genitori, attenzione che gli altri figli hanno dovuto dividere con altri fratelli.
Un saluto.
ciao Anthonyi,
Avendo letto il tuo scritto di economia su Academia e tenendo conto di un aspetto fondamentale
nella mentalità postmoderna occidentale: un figlio è un costo economico e di tempo, mutando il paradigma anche solo di qualche generazione fa "proletaria", che più figli portavano denaro e quindi paradossalmente erano un investimento ,farei alcune considerazioni.
E' vero che il rapporto capitale/lavoro non ha più un proporzionalità rispetto a qualche decennio fa.
La politica degli investimenti, quindi di liquidità di capitali era foriera direttamente proporzionale di nuovi posti di lavoro.
Oggi c'è moltissimo capitale, i prime rate sono bassissimi di tasso e i tassi interbancari sono addirittura negativi. Eppure non ci sono investimenti.
Significa che i corollari economici classici e neoclassici non rispondono più alle nuove configurazioni produttive.
La mia ipotesi è che le enormi produttività degli ultimi cinquantanni non sono tornate nel mondo produttivo, alle imprese, sono finite in un nascente, allora, terziario avanzato che di per sé è improduttivo se non è servizi alle imprese e dall'altra ad impinguire le burocrazie statali.

Noi stiamo marciando verso una società senza lavoro, lo dice la tecnologia, l'A.I., perché chi fa impresa oggi terziarizza le funzioni tenendosi il core business.
Keynes diceva che il welfare state, i servizi pubblici, era salario in più.
Oggi siamo quindi in configurazioni diverse strutturalmente rispetto ai fattori economici, compreso il ruolo dello stato in termini economici e sociali.
C'è un capitale fisso, in patrimoni privati e investimenti nelle imprese, nettamente superiore al capitale circolante in termini di merci, beni. lavoro(lo metterei circolante, in quanto è una variabile)

in questo scenario, sbrigativamente descritto, con la mentalità occidentale orientata al futuro,
mettere al mondo figli diventa una scommessa.

anthonyi

Citazione di: paul11 il 27 Agosto 2019, 15:00:45 PM
Citazione di: anthonyi il 26 Agosto 2019, 07:39:59 AM
Citazione di: paul11 il 26 Agosto 2019, 01:22:57 AM
Ciao Anthonyi
Sei davvero convinto che dalle attuali famiglie italiane escano figli meglio educati?
Quelli dove non c'è mai tempo per parlare ai figli e l'importante che siano promossi scuola, quelli dove la tv con i cartoon fa da baby-sitter, e dove non si capisce più chi è il padre o la madre ,perchè mancano i pantaloni ai maschi e le donne pensano alle carriere?
Quelli che dimenticano l'unico figlio sull'auto,persi nei supermercati o in qualche autogrill sull'autostrada? Quelli di nuove bande straviziate che incendiano il "barbone" che dorme sulle
panchine, perché erano annoiati? Se noi avessimo la libera circolazione di armi avremmo stragi anche da noi .Siamo pieni di "fuori-di testa" e sono soprattutto nei Paesi opulenti.
Una volta si capottava una cinquecento con raffreddamento ad aria con la"doppietta", oggi hanno il BMW di paparino per fare un frontale ubriachi o drogati.

Oggi non è importante il lavoro: e di che si campa? Fin quando la vecchia generazione potrà mantenere la giovane.... Ma finiranno prima o poi i denari.

Ciao paul11, io non ho fatto un confronto storico-culturale, so bene che in Italia, come in altri paesi, siamo di fronte a una certa crisi di valori.
Io analizzo i singoli fattori, e ho detto che la riduzione della natalità non implica avere figli "viziati". Le ricerche psicologiche evidenziano ad esempio che i primi nati sono sempre più stabili e maturi dei figli successivi, e questo è dovuto anche al fatto che hanno potuto contare di una maggiore attenzione da parte dei genitori, attenzione che gli altri figli hanno dovuto dividere con altri fratelli.
Un saluto.
ciao Anthonyi,
Avendo letto il tuo scritto di economia su Academia e tenendo conto di un aspetto fondamentale
nella mentalità postmoderna occidentale: un figlio è un costo economico e di tempo, mutando il paradigma anche solo di qualche generazione fa "proletaria", che più figli portavano denaro e quindi paradossalmente erano un investimento ,farei alcune considerazioni.
E' vero che il rapporto capitale/lavoro non ha più un proporzionalità rispetto a qualche decennio fa.
La politica degli investimenti, quindi di liquidità di capitali era foriera direttamente proporzionale di nuovi posti di lavoro.
Oggi c'è moltissimo capitale, i prime rate sono bassissimi di tasso e i tassi interbancari sono addirittura negativi. Eppure non ci sono investimenti.
Significa che i corollari economici classici e neoclassici non rispondono più alle nuove configurazioni produttive.
La mia ipotesi è che le enormi produttività degli ultimi cinquantanni non sono tornate nel mondo produttivo, alle imprese, sono finite in un nascente, allora, terziario avanzato che di per sé è improduttivo se non è servizi alle imprese e dall'altra ad impinguire le burocrazie statali.

Noi stiamo marciando verso una società senza lavoro, lo dice la tecnologia, l'A.I., perché chi fa impresa oggi terziarizza le funzioni tenendosi il core business.
Keynes diceva che il welfare state, i servizi pubblici, era salario in più.
Oggi siamo quindi in configurazioni diverse strutturalmente rispetto ai fattori economici, compreso il ruolo dello stato in termini economici e sociali.
C'è un capitale fisso, in patrimoni privati e investimenti nelle imprese, nettamente superiore al capitale circolante in termini di merci, beni. lavoro(lo metterei circolante, in quanto è una variabile)

in questo scenario, sbrigativamente descritto, con la mentalità occidentale orientata al futuro,
mettere al mondo figli diventa una scommessa.

Ciao paul11, mi fa piacere che tu abbia letto il mio paper (Immagino l'ultimo). Io però non condivido l'idea che l'attuale evoluzione dei sistemi produttivi sia non conforme ai paradigmi, in particolare quello neoclassico, così come la rappresentazione Keynesiana monetarista, contemplano casi limite che spiegano quello che sta succedendo. E' come un'enorme trappola della liquidità, mentre il lavoro, in perenne eccesso di offerta, tende al prezzo 0 (Cioè il costo della sussistenza).
Quello che manca, in questi paradigmi, è la cosiddetta componente sociale e politica (Che è poi quella che io cerco di immettere nel modello economico nel mio paper).
Un saluto.

InVerno

#17
Citazione di: Jacopus il 25 Agosto 2019, 17:35:26 PM
Per Inverno. È possibile che tu abbia ragione. Non ho la sfera di cristallo. Se davvero fosse come tu dici: "meno italiani ma più competenti" sarebbe già qualcosa ma non é detto che sia cosí.
1) Se gli insegnanti sono sempre più anziani, più demotivati, le capacità degli alunni non aumentano di certo.
2) se gli italiani hanno competenze migliorate ma non hanno un tessuto occupazionale adeguato, emigrano all'estero, come già fanno.
Quello che volevo dire é che i piani di azione da me suggeriti vanno ad implementarsi l'un l'altro.
Inoltre, come ben sai, da ligure, qui ormai non si tratta più di fare un figlio invece di due ma di non farne nessuno e a 40 anni, chiamare "tesoro" e "amore mio" il proprio pit-bull.
Puoi riprendere la questione sul tuo stesso esempio (posto che non considero l'Italia un analogia per l'impero romano, quanto semmai l'EU). Gli scheletri ritrovati dopo il crollo dell'impero romano fino a circa il 900 dc mostrano chiaramente che la dieta dei plebei ebbe un sostanziale miglioramento in termini di proteine grassi e carboidrati, il che risultò in un accrescimento osseo e perciò di statura piuttosto notevole (che non si verificò tralaltro nell'impero romano sopravvissuto ad est). Perlomeno fino alla fine della dinastia merovingia dove la popolazione di nuovo ritornò ai numeri dell'impero e la dieta media del plebeo tornò ad impoverirsi. Non solo le carestie e il declino demografico contribuirono a ciò, ma anche e soprattutto il collasso delle rotte mercantili (in particolare con l'egitto) che tolsero la ricchezza dalle mani dei mercanti e la riportò nelle mani della plebe agreste che la sfruttò tralaltro per innovazioni agricole di considerevole importanza. Sarebbe facile qui delineare un parallelo tra la globalizzazzione e le rotte "globali" del mondo romano, tra i mercanti e i finanzieri moderni... ci sarebbe in effetti pane fresco e croccante da mettere sotto i denti di qualsiasi antiglobalista...Sta di fatto che il crollo demografico dell'impero romano fù (perlomeno dal punto di vista dietetico e di conseguenza economico) un miglioramento della vita dei sopravvissuti, in particolare dei poveri lontani da Roma.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 27 Agosto 2019, 17:19:00 PM
...Io però non condivido l'idea che l'attuale evoluzione dei sistemi produttivi sia non conforme ai paradigmi, in particolare quello neoclassico, così come la rappresentazione Keynesiana monetarista, contemplano casi limite che spiegano quello che sta succedendo. E' come un'enorme trappola della liquidità, mentre il lavoro, in perenne eccesso di offerta, tende al prezzo 0 (Cioè il costo della sussistenza).

Anvedi che fortunata coincidenza che non occorrevano studi classici di Economics per notare: i capitalisti sempre più ricchi e gli schiavi sempre più poveri; perchè, è chiaro, che il prezzo zero non è quello del primo mondo, ma quello dell'ultimo, con welfare azzerato ridotto a enorme prateria vergine per l'arricchimento capitalistico. Realizzando così la profezia della comunista-rolex sullo stile di vita che ci attende.

Poichè di questo "strano" fenomeno l'Economics non può che prendere atto, giubilandoci sopra, non resta che rivolgersi alla religione per capirne i motivi e pare proprio che la ragione stia dalla parte dei protestanti che individuano nel buon andamento degli affari un segno della grazia divina e nella povertà una colpa. Non molto dissimilmente dalla giustificazione indù delle caste. Risulta, tanto per cambiare, perdente invece la tesi cattolica incentrata sulla cruna e sull'ago, bufala buona tuttalpiù per dare una consolazione a chi sperimenta sulla sua pelle la caduta tendenziale del tasso di sussistenza.

E poichè Dio quando fa le cose non trascura nulla - altrimenti che Dio sarebbe -  si premura di confondere prima coloro che vuole perdere: gli utili (al Capitale) idioti convinti di combattere il Capitale portandogli gli schiavi aggiuntivi - necessari per l'operazione - "con le orecchie", pardon le navi, fornite dagli schiavisti medesimi. Ma dato che tutte le cose, compresa l'idiozia, hanno un limite, forse si tratta piuttosto che a pensar male si fa peccato, ma ...

CitazioneQuello che manca, in questi paradigmi, è la cosiddetta componente sociale e politica (Che è poi quella che io cerco di immettere nel modello economico nel mio paper)

Che è quello che dalle mie parti si chiama ciurlare nel manico. Similmente alla titubanza del protagonista dell'unico golpe riuscito nella storia repubblicana di fronte al guizzare dello spread attribuito all'imperscrutabilità del Mercato. Uno che dei retroscena di quel guizzare sapeva tutto. Che fa il paio con il lait-motiv politico-economico di successo per decenni di quella medesima storia: la mafia non esiste.

Detto in chiaro: chi ha le risorse economiche per assoggettare la politica punterà sempre alla riduzione del costo dello schiavo alla sua mera sussistenza, usando tutta la sua intelligenza per ridurre pure i margini della sussistenza medesima. Solo una rivoluzione può immettere qualcosa di diverso nel paper e nel mondo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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