Considerazioni di lungo periodo sull'economia italiana

Aperto da Jacopus, 23 Agosto 2019, 20:04:12 PM

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Jacopus

I miei studi di economia sono per così dire "scolastici", per quel poco che un diploma in ragioneria e una laurea in giurisprudenza possono dare. Ma ho sempre letto con attenzione gli articoli e le notizie economiche. Pertanto mi piacerebbe fare, insieme a voi, una riflessione di lungo periodo sull'economia italiana, senza cadere nel duplice tranello delle ripetute riforme miracolose (che di solito sono un buco nell'acqua) o delle ripetute accuse a partiti e politici per una situazione strutturale e storica.
Insomma, quali sono le riforme essenziali e strutturali che potrebbero migliorare la posizione economica dell'Italia.
Parto da un dato: il primo (ed unico) miracolo economico. Negli anni '50-60 lo sviluppo dell'Italia fu così impetuoso e strabiliante da farci sempre sognare in un secondo miracolo economico. Ma le cause di quel processo produttivo non sono ripetibili. Infatti c'erano alcuni elementi oggi assenti:
1) un debito pubblico basso e quindi una propensione all'indebitamento per creare infrastrutture essenziali (ferrovie, autostrade, linee telefoniche, linee elettriche) e per sovvenzionare regioni più povere (cassa per il Mezzogiorno);
2) un tasso di natalità molto più alto: nel 1965 era del 2,65 per donna, mentre oggi è al 1, 35;
3) le necessità della ricostruzione del dopoguerra;
4) una società molto più omogenea, per quanto meno libera.
5) l'inserimento in quella parte di mondo (capitalistico) che permetteva l'incremento della ricchezza a partire dalla relativa libertà di commercio.

Accanto a questi dati positivi ve ne erano altri negativi;
1) eccessiva burocratizzazione e eccessivi controlli bizantini dell'apparato pubblico;
2) presenza di una imponente fetta di mercato definibile come "far west".
3) presenza di una criminalità organizzata "vicina" al potere politico ed economico, al punto da essere in certe regioni il vero potere.
4) presenza di un tessuto produttivo fatto di PMI (piccole e medie imprese), non in grado di sostenere i costi di sviluppo e ricerca per cercare di sopravvivere o di entrare nei settori più innovativi e a più alto valore aggiunto.
5) Presenza di un sentiment da parte dell'italiano medio, per il quale meglio che produrre è "vivere di rendita", traducibile nell'enorme tassazione del lavoro a fronte della tassazione "mite" nei confronti dei rentier (basti pensare, ed è quasi attualità, all'abolizione della tassa sulla prima casa).

La situazione attuale, direi che si presenta con l'estinzione completa dei fattori positivi e la permanenza dei fattori negativi, con in più un abbruttimento del vivere civile, per cui il detto "italiani brava gente", ammesso che sia mai esistito, sicuramente si è estinto anch'esso per molti dei nostri concittadini.
E allora "che fare"?
Propongo alcuni interventi, alcuni dei quali molto poco premianti dal punto di vista elettorali e che quindi resteranno un semplice petitio principi:
1) Lotta all'evasione fiscale. L'Italia è il paese con il maggior livello di evasione fiscale a livello europeo e contemporaneamente con la pressione fiscale più alta. La percezione che si ha genericamente dell'evasione fiscale è, al massimo, di un peccatuccio, dovuto principalmente dall'esosità dell'amministrazione pubblica e giustificato dalla inefficienza della stessa. Facciamo però un pò di cifre per capire di cosa stiamo parlando, tanto anche per capire anche il falso problema dei "migranti".
In Italia si stima che vengano evasi tra i 110 e 120 miliardi all'anno. Questo è un dato di un rapporto governativo del 2015. Questo è il link:
http://www.mef.gov.it/ministero/commissioni/rel_ev/index.html
Ebbene. Il reddito di cittadinanza, rispetto al quale si sono sollevate le masse, rispetto al suo costo tremendo è stimato sui due miliardi. Il costo sui migranti, lo scorso anno, il sole XXV ore lo stimava sui 2,4 miliardi più altri oneri non quantificati. Direi che possiamo stare larghi sui 4 miliardi (questo dato è precedente alle riforme di Salvini. Questo è il link:
https://www.ilsole24ore.com/art/migranti-ecco-costi-l-italia-bilancio-quadruplicato-2014-fino-ad-oggi-AEcfBvAF
Pertanto se non ci fosse evasione fiscale potremmo permetterci un livello di accoglienza 30 volte maggiore oppure un reddito di cittadinanza 60 maggiore o una mediazione fra le due esigenze, scegliete voi. I numeri però sono impressionanti. E lasciamo perdere quanto questi costi si traducono nel corso del tempo in ricchezza complessiva dell'Italia.
2) Lotta alla Corruzione. Anche qui un dato che fa riflettere e pensare come potrebbe essere l'Italia. Prima di tangentopoli 1992, un chilometro di metropolitana a Milano costava 350 miliardi di lire. Nel 1995 quel costo si ridusse a 100. In sostanza 250 milardi a chilometro che uscivano dalle nostre tasche per andare a politici, partiti, fondi neri delle imprese, criminalità organizzata.
3) Lotta alla Burocrazia: Siamo un paese bizantino. Chi ha più di 20 anni se ne è ormai accorto. Anche qui un dato. In Italia sono vigenti più di 20.000 leggi statali di primo livello (leggi, DL, Dec. leg., DPR, se non ricordo male). In Gran Bretagna 3000. Se invece preferite uno stato con sistema legislativo di stampo continentale e non di common law, in Germania sono 5000.
La burocrazia ha costi alti e poco quantificabili. Ma la lentezza della giustizia, ad esempio, diventa incertezza della legge e un forte deterrente ad investire in Italia.
4) Politiche di contrasto al decremento demografico: il crollo demografico cui stiamo assistendo ha un costo economico altissimo. Non a caso una delle cause discusse sul crollo dell'impero romano è proprio il decremento demografico. L'attuale crollo comporta una modifica rilevante della curva demografica, con un innalzamento progressivo dell'età media della popolazione italiana, che resta stabile in termini complessivi (circa 60.000.000 milioni di abitanti). E' evidente che tale mutamento comporta un costo rilevante, poichè i residenti attivi dovranno sempre più farsi carico di residenti inattivi perchè anziani, senza possibilità di sostituzione. Uno degli effetti più eclatanti è l'innalzamento dell'età pensionabile, per certi versi sacrosanta, per altri indicativa di questo fenomeno.
Le politiche di contrasto a questo fenomeno esistono e sono state adottate ad esempio dai paesi scandinavi. In Svezia, in questo modo si è passati da un livello di 1,66 del 1979 al 2.1 di oggi. 2,1 significa che la popolazione si riproduce in modo equilibrato, con una sostituzione progressiva dei giovani agli anziani. Per fare questo la Svezia ha investito moltissimo. Qui in Italia il confronto sarebbe impietoso. Ma torniamo al discorso precedente, dell'evasione fiscale, della corruzione e della burocratizzazione.
5) Investimenti continui sul settore strategico dell'istruzione, dalla scuola primaria all'università. Le società occidentali sono società complesse, che hanno bisogno di un diffuso ed alto livello culturale, per affrontare sfide che non possono e non devono essere affrontate con logiche tribali o da bande di tifosi. E' davvero umiliante dover sempre leggere di persone che vengono formate in Italia e vanno a lavorare all'estero, così come di studenti di 14 anni che sono poco più che analfabeti.

Al di là delle eventuali politiche repressive e sanzionatorie legate alla lotta alla evasione fiscale, alla corruzione e alla burocratizzazione, quello che manca in Italia, mi sembra quello che viene definito "capitale sociale", ovvero la percezione di fare parte di una comunità unita e solidale, al di là e oltre le differenze politiche, culturali, religiose dei membri di questa comunità. Quel capitale sociale che si è spezzato una volta che gli italiani hanno scoperto "la libertà" e che non hanno più ritrovato secondo nuove formule necessarie alle modifiche storiche della contemporaneità.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: Jacopus il 23 Agosto 2019, 20:04:12 PM4) Politiche di contrasto al decremento demografico: il crollo demografico cui stiamo assistendo ha un costo economico altissimo. Non a caso una delle cause discusse sul crollo dell'impero romano è proprio il decremento demografico. L'attuale crollo comporta una modifica rilevante della curva demografica, con un innalzamento progressivo dell'età media della popolazione italiana, che resta stabile in termini complessivi (circa 60.000.000 milioni di abitanti). E' evidente che tale mutamento comporta un costo rilevante, poichè i residenti attivi dovranno sempre più farsi carico di residenti inattivi perchè anziani, senza possibilità di sostituzione. Uno degli effetti più eclatanti è l'innalzamento dell'età pensionabile, per certi versi sacrosanta, per altri indicativa di questo fenomeno.
Le politiche di contrasto a questo fenomeno esistono e sono state adottate ad esempio dai paesi scandinavi. In Svezia, in questo modo si è passati da un livello di 1,66 del 1979 al 2.1 di oggi. 2,1 significa che la popolazione si riproduce in modo equilibrato, con una sostituzione progressiva dei giovani agli anziani. Per fare questo la Svezia ha investito moltissimo. Qui in Italia il confronto sarebbe impietoso. Ma torniamo al discorso precedente, dell'evasione fiscale, della corruzione e della burocratizzazione.
Secondo recenti studi il crollo demografico dell'impero romano fu dovuto a condizioni climatiche bruscamente avverse, carestie e pestilenze. Tutti problemi che possiamo intravedere anche nel nostro futuro prossimo grazie al cambiamento climatico e ai batteri antibiotico resistenti. Tuttavia se i romani per affrontare questa crisi avessero spinto ulteriormente la natalità forse sarebbero collassati ancora più velocemente. Una buona famiglia non fa figli a caso, mette in ordine i conti prima di farli.. ma noi vorremmo farli a caso, con un giovane su due disoccupato ne vorremmo avere un terzo, seguendo il modello Nigeria.  Così dopo il problema pensioni arriva il problema "reddito di cittadinanza" ovvero come mantenere tutti i disocuppati che abbiamo (che in teoria dovrebbero pagare le pensioni con il RDC) .Il calo demografico è la naturale conseguenza di un economia che ha ancora un qualche nesso con la realtà e collega un impoverimento economico che parte dalle risorse primarie e arriva ai bambini.. Sovvenzionare la natalità è il trucco per tagliare questo nesso  e farla da furbi per un pò. Che senso avrà aumentare di numero quando non sappiamo mantenere (a livello globale, non italiano) l'occupazione nemmeno con questo? Inteso che per far vedere che "lavoriamo" abbiamo inventato la consulenza della consulenza della consulenza, cioè una serie di professioni totalmente farlocche e inutili.. ultime tra le quali il cosidetto "influencer" che non risulta tra i disoccupati ma è semplicemente uno scroccone sociale come tanti e simboleggia la vacuità del quaternario.  Non ci vogliamo assolutamente arrendere alla realtà, ultimo tentativo di ciò è la cosidetta "green economy" con meravigliose trovate come l'ecobonus rottamazione, con cui decine di milioni di veicoli con una manciata di chilometri sono stati mandati al macero pur di sostituirli con alcuni vagamente meno inquinanti (fregandocene ovviamente del costo ecologico della ripopolazione dell'intero parco macchine). Siamo così, facciamo finta che ci interessi qualcosa delle cose importanti, ma è solo per sentirci in pace con noi stessi mentre imbrattiamo il mondo con la nostra voglia tribale di crescita. Ma chi dobbiamo invadere esattamente?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Una breve considerazione: l'approccio nazionale è stretto per valutare le dinamiche economiche di lungo periodo, si fanno errori gravi.
Un esempio è proprio il calo demografico dell'Italia, che non è un fatto negativo, un danno, ma positivo, un'opportunità, un'anticipazione di una tendenza necessaria.

paul11

#3
Ciao Jacopus,
punto per punto dico la mia:
1) c'era il piano Marshal nel dopoguerra e non c'erano le dottrine monetariste, ma neokeynesiane, era benvenuto il debito pubblico, purché si investisse e si creasse lavoro
2) c'era ancora l'economia di scala famigliare che consentiva di aggiungere figli da mandare a lavorare anche senza studiare; c'era da riempire i campi e soprattutto le fabbriche di manovali.
3) non era affatto omogenea la società nel dopoguerra, era territoriale ,era dialettale.
Al Nord nelle fabbriche ci andarono soprattutto meridionali e gli alluvionati del Polesine veneto.
Era il triangolo industriale ; Milano-Torino-Genova e poi la Pianura Padana a mantenere sia l'Italia intera rispetto alla competizione europea, vivendo anche di commissioni, essendo i committenti esteri,(soprattutto Germania).

Poi:
1) ricordiamoci che Milano imparò la contabilità di stato grazio agli invasori austriaci che si presero il lombardo-veneto. L' unico catasto probatorio (che valeva come prova di proprietà davanti ad una lite giudiziaria) era quello tridentino. Ed è tutto dire sulla burocrazia italiana.
Non so se sia storia o leggenda, ma un certo Leonardo DA Vinci, scappò infuriato da Firenze, proprio per un problema di burocrazia in merito ad una sua proprietà.

Perchè lo stato ha gonfiato a dismisura storicamente i fannulloni funzionario-burocratici che gli garantivano, grazie a clientele per il posto di lavoro, il "lavoro sicuro" creando baracconi di incompetenti, che ancora oggi non timbrano cartellini( nel privato si è passibili di licenziamento in tronco), difesi da sindacati compiacenti. Se in cinquant'anni le dimensioni delle fabbriche ,in termini di occupati è circa un terzo, chi mi sa dire il baraccone dello stato, amministrazione diretta, più le regioni ,province(non dovevano sparire?) e comuni in quanto consiste, sia in termini patrimoniali in case, uffici, ecc e stipendi ? NESSUNO HA MAI FATTO LA SCELTA POLITICA DI PASSARE ALLA CONTABILITA' A BUDGET COME SI FA NEL PRIVATO.perchè implicherebbe un controllo di gestione di tutti i conti mensile, trimestrale, ecc. in funzione degli standard(ma lo stato ha standard?) inseriti nel bilancio preventivo e controllati nel consuntivato.
E signifcherebbe: produttività ed efficienza.Termini assolutamente sconosciuti nel sistema statale italiano. Ma soprattutto significherebbe che il rapporto fornitore-cliente ( a proposito chi sono i buyer nello stato') imporrebbe che la soddisfazione del cittadino, come cliente finale,dovrebbe essere soddisfatta attraverso velocità degli iter, valutazione di contenziosi, smaltimento di code nella sanità (abbiamo presente il tempo di aspettativa di una visita?),ecc.

E' NELLO STATO IL DEBITO IRREDIMIBILE. Per questo l'Europa chiede riforme, perché è STRUTTURALE E STORICAMENTE CONFERMATO, non siamo mai stati capaci di creare il welfare-state efficiente ed efficace come in alcuni stati europei.
2) il far west italiano ,se sappiamo leggere bene economia e sociologia storicamente data, come il lavoro nero, è la compensazione (ed è paradossale che debba dirlo proprio io) della perdita di produttività dello stato compensata al privato. Non sapete quanto mi costa dirlo io che penso politicamente a tutt'altro.
3) lo sapete come nacque la mafia dal bandito Giuliano che chiese agli USA di intercedere affinché la Sicilia divenisse statunitense? E' chiaro che la criminalità storica meridionale (leggesi la "Questione meridionale" di Gaetano Salvemini) viene dalle liti interne di marchesi, ducati, e da quanto era divisa lapenisola italiana, che chiedevano protezione agli imperi borbonici, francesi(angioni), spagnoli(aragonesi): li ricordiamo i "vespri siciliani"?
Gli stranieri vennero e dominarono e si strutturarono forme di gattopardeschi latifondismi con l'enfiteusi, la mezzadria, caporalato, che garantivano il "controllo sociale" schiavizzando e mantenendo arretrato il popolo......ma è ancora più complessa la faccenda.
4) chiedilo a un democristianoi e quelli prima di lui e ad una cultura cattocapitalista che indicava nel "piccolo è bello" la forma economica migliore italiana.Quel democristiano  che svendette marchi e fabbriche di tutta l'I.R.I nel passaggio dal pubblico al privato.
5) sono d'accordo, oggi è forse così. Ma bisogna chiedersi il perché.
Il nostro capitalismo, e noi come Italia arriviamo decisamente più tardi rispetto alle potenze inglesi, tedesche e francesi.Nasce come "famiglia", noi ricordiamo i Pirelli, Agnelli, Berlusconi, De Benedetti, Ferruzzi, ecc.? Altrove esistevano le S.P,A, e giganteggiavano come potenze multinazionali finanziarie e non erano "chiuse" in famiglie.
LA nostra Borsa di Milano ha una capitalizzazione ridicola se paragonato alle altre borse mondiali, e queste famiglie si comportavano come i feudatari, si sposavano fra loro ,per mantenere o meglio aumentare, in potenza economica.
I figli dei figli dei primi fondatori, sono all'altezza, o hanno svenduto addirittura ulteriori marchi storici o scappati altrove? Il nostro capitalismo è finito da tempo,svenduto da inetti e incapaci e non protetti ,per questo bisogna darne adito, da un sistema statale capace di sostenere quel poco o tanto che avevamo.(se penso all'Olivetti....mi inca....).Noi abbiamo oggi start-up anche di persone parecchio competenti.Ma succede questo. Se hai un'idea brillante, hai prima di tutto bisogno di capitali e quindi di qualcuno che creda nel tuo progetto, e se decolla con o senza appoggio finanziario, magari "facendoti il culo", arriva una multinazionale che lei sì intuisce e capisce quanto sei bravo e ti mette davanti un capitale di acquisizione della tua start-up da metterti a posto per tutta lavita. Vai avanti e rischi....oppure abbocchi al denaro che ti danno?

Jacopus

#4
Per Inverno. Sulla decadenza dell'impero romano hanno sicuramente influito molte concause, ma il declino demografico é probabilmente una delle più importanti. Ma attenzione, la crescita demografica di per sé, non significa benessere e ricchezza, altrimenti l'Africa sarebbe il continente del bengodi. E non ho detto neppure che dobbiamo infestare il mondo ancor di più con la nostra presenza. Dovremmo però preservare il rapporto nati/deceduti, che negli ultimi anni non siamo in grado più di mantenere neppure con l'immigrazione. I 60 milioni di oggi che diventano 50 nel 2050, con una incidenza della popolazione over 65, mi spieghi che futuro economico possono avere? Sono tutt'orecchi.

Inoltre i giovani sono più creativi e produttivi degli anziani e consumano di più. I giovani hanno una visione di solito proattiva e pensano di poter modificare la realtà sociale mentre gli anziani prediligono lo status quo e la sicurezza. I giovani permettono la stessa prosecuzione della cultura di uno stato e di un popolo, che senza questo passaggio del testimone, semplicemente muore o si trasforma radicalmente (e questo sta già avvenendo). Ho sempre sostenuto la possibilità di un'Italia accogliente nei confronti degli stranieri ma per fare un italiano "medio" da una famiglia di stranieri occorrono una, due, forse tre generazioni, con tutti i costi sociali di ciò.
Ma affinché, come giustamente fai notare, la demografia si concili con il benessere, non bastano le politiche di sostegno demografiche ma occorre anche una visione strategica su cosa far fare ai nuovi nati. Ed è in questo senso che sottolineavo l'importanza della cultura e della formazione, per evitare di continuare ad essere un popolo di camerieri, muratori ed influencer. Ed è anche in questo senso che sottolineavo l'importanza della lotta alla corruzione e all'evasione fiscale, perché solo trovando le risorse possiamo agire realmente. L'aspetto delirante di tutto ciò é che siamo contrari al sostegno demografico ma anche all'immigrazione, cortocircuitando la possibilità di stabilizzare questo malato grave ma con grandi doti di resilienza, che si chiama Italia.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Per Baylham. In realtà la penso come te ma sul lungo periodo. Nel medio periodo credo che sia importante non avere curve troppo ripide in discesa, perché ogni cambiamento troppo veloce in ogni tipo di ambiente, naturale o sociale, crea degli scompensi e delle crisi. Per questo parlavo di mantenimento del rapporto nati/deceduti e non tanto di incremento, ma neppure di decremento. Le premesse per una "decrescita felice" in questo momento sono piuttosto utopistiche, se é a questo che ti riferisci.
La risposta a Paul richiede molta energia e mi riservo di rispondergli il più accuratamente possibile domani.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

paul11

#6
..mi permetto sulla demografia di dare una sentenza provocatoria: "L'europa morira":fine di una civiltà che ha fatto la storia dopo  le civiltà antiche e dopo il Sacro Romano Impero. Sono i tedeschi, gli svedesi, non solo gli italiani e se non sbaglio pure i giapponesi, per andare fuori dall'Europa ad avere differenzali negativi nel rapporto nascite/morte.
Perchè è una civiltà "stracca", stanca. L'Occidente per come lo abbiamo conosciuto è al tramonto.Noi europei abbiamo conosciuto la rivoluzione prima culturale e poi industriale, tecnologica e della tecnica, ma nulla come pensiero sta scaturendo e chi vive negli agi e opulenze finisce come  "Minima moralia"di Adorno..Poco adattativi vogliamo uomini forti al potere ,ma che non ci governino dai nostri vizi e stravizi , intanto i "forestieri"i che vengono dalla "fame" e la fame fa furbi, adattativi, più competittivi perchè hanno poco o nulla da perdere, sono più svegli, più pronti. sono più risoluti nel lungo termine a soppianatarci Noi siamo come alla corte di Versailles di re Luigi , siamo in attesa....del tramonto. Altri o per rinsaguimenti da  "forestieri" potrebbero farla sopravvivere, noi siamo popoli da valzer, tamurriate.Altri battono il tamburo e il tempo è dalla loro parte.
Noi abbiamo desertificato  nel tempo del cemento e dell'acciaio, la natura, cultura, popoli fino a conformarci illudendoci di un progresso  in continua ascesa, di terreni, industire, culture infinite e di infinite risorse.I nostri cuori e ragioni ci stanno dicendo "basta!" e l'abitudine ad aspettare ad attendere il domani che è uguale all'oggi sta soppiantando la speranza.
Il nuovo dettame della sostenibilità è arrivato troppo tardi e nessuno in fondo ci crede e vuole applicarlo, perchè non è dentro il sistema culturale occidentale che sfrutta(che è diverso da far fruttare), che deve essere efficace, efficiente, ottimizzatore e questo crea ansie, disagi, difficoltà; oggi o sei dentro l'apparato o sei fuori ed essere fuori signifca essere soli.Ed essere fuori dalla comunità, da questi dettami socio culturali, signifca morire per perdità di identità sociale ("mi sento di peso", "mi sento inutile").Se altri figliano ogni volta che copulano, noi ci portiamo i fardelli della responsabilità, perchè anche i figli da noi non sono più natura, ma dentro la nostra cultura del "mantenere" e dei "costi" famigliari e sociali. Così i giovani arrivano ad età prive di senso per una civiltà a non lavorare e farsi coccolare in famiglia, se riescono a mantenersi, e si abituano all'ozio, allo smatphone, ai "rimbambimenti", perchè in questa società bisogna essere alcolizzati, drogati,  o "storditi", o con schizofrenie autoguidate sapientemente, per non finire nella follia

anthonyi

Citazione di: paul11 il 25 Agosto 2019, 00:45:19 AM
..mi permetto sulla demografia di dare una sentenza provocatoria: "L'europa morira":fine di una civiltà che ha fatto la storia dopo  le civiltà antiche e dopo il Sacro Romano Impero. Sono i tedeschi, gli svedesi, non solo gli italiani e se non sbaglio pure i giapponesi, per andare fuori dall'Europa ad avere differenzali negativi nel rapporto nascite/morte.
Perchè è una civiltà "stracca", stanca. L'Occidente per come lo abbiamo conosciuto è al tramonto.Noi europei abbiamo conosciuto la rivoluzione prima culturale e poi industriale, tecnologica e della tecnica, ma nulla come pensiero sta scaturendo e chi vive negli agi e opulenze finisce come  "Minima moralia"di Adorno..Poco adattativi vogliamo uomini forti al potere ,ma che non ci governino dai nostri vizi e stravizi , intanto i "forestieri"i che vengono dalla "fame" e la fame fa furbi, adattativi, più competittivi perchè hanno poco o nulla da perdere, sono più svegli, più pronti. sono più risoluti nel lungo termine a soppianatarci Noi siamo come alla corte di Versailles di re Luigi , siamo in attesa....del tramonto. Altri o per rinsaguimenti da  "forestieri" potrebbero farla sopravvivere, noi siamo popoli da valzer, tamurriate.Altri battono il tamburo e il tempo è dalla loro parte.
Noi abbiamo desertificato  nel tempo del cemento e dell'acciaio, la natura, cultura, popoli fino a conformarci illudendoci di un progresso  in continua ascesa, di terreni, industire, culture infinite e di infinite risorse.I nostri cuori e ragioni ci stanno dicendo "basta!" e l'abitudine ad aspettare ad attendere il domani che è uguale all'oggi sta soppiantando la speranza.
Il nuovo dettame della sostenibilità è arrivato troppo tardi e nessuno in fondo ci crede e vuole applicarlo, perchè non è dentro il sistema culturale occidentale che sfrutta(che è diverso da far fruttare), che deve essere efficace, efficiente, ottimizzatore e questo crea ansie, disagi, difficoltà; oggi o sei dentro l'apparato o sei fuori ed essere fuori signifca essere soli.Ed essere fuori dalla comunità, da questi dettami socio culturali, signifca morire per perdità di identità sociale ("mi sento di peso", "mi sento inutile").Se altri figliano ogni volta che copulano, noi ci portiamo i fardelli della responsabilità, perchè anche i figli da noi non sono più natura, ma dentro la nostra cultura del "mantenere" e dei "costi" famigliari e sociali. Così i giovani arrivano ad età prive di senso per una civiltà a non lavorare e farsi coccolare in famiglia, se riescono a mantenersi, e si abituano all'ozio, allo smatphone, ai "rimbambimenti", perchè in questa società bisogna essere alcolizzati, drogati,  o "storditi", o con schizofrenie autoguidate sapientemente, per non finire nella follia

Ciao paul11, una visione molto deprimente, e per alcuni tratti io credo anche falsa. Lo standard Italiano, della famiglia chioccia, dei pochi figli trattati sicuramente meglio di com'era un tempo, produce persone migliori, perché più educate.
Certo lo smartphone non è educativo, ma quello ce l'hanno anche i "forestieri" svezzati a 14 anni nell'africa subsahariana e inviati su un barcone verso l'Italia.
Sono più competitivi ? Non lo so, nelle attività criminali sicuramente lo sono, tant'è vero che si parla di mafia Nigeriana che compete con la mafia nostrana (E la mafia nostrana è tra le più competitive del mondo) per la gestione di varie attività.
La verità è che sono i paradigmi produttivi che cambiano, un tempo il lavoro era importante, oggi conta sempre di meno, e allora la crisi demografica è una possibile risposta razionale a questa evoluzione.
Un saluto

InVerno

#8
@jacopus - Tu dici che dovremmo preservare questo rapporto, ma chi ti dice che sia quello giusto rapportato al territorio e all'economia?  La parola magica per l'economia del futuro è "sostenibilità", non solo del debito ma anche delle persone sul territorio. Le stime demografiche più attendibili dicono che a fine secolo la popolazione italiana sarà drasticamente ridotta, e questa sorte toccherà a tantissimi paesi. Forse non alla Svezia, ma i paesi nordici partono NON sovrappopolati e con un rapporto MOLTO più equilibrato tra territorio e persone, a partire dalla densità a come sono studiati urbanisticamente. Qui se perdessimo un milione di abitanti e demolissimo scampia non piangerebbe nessuno. Periferie-alvere sovrappopolate e cariche di disoccupati e criminalità, le stesse dove di solito agiscono con più efficienza i "bonus bebè", non so quanta nostalgia ne avremo nel 2100..io per niente. Servivano per manodopera industriale, ma presto i robot prenderanno il loro posto. Perchè invece che sul numero di persone non ci concentriamo sulla qualità della loro vita? E' quello a cui serve la riduzione demografica naturale che sta vivendo l'Italia, un figlio in meno permette agli altri di avere miglior istruzione e migliori possibilità lavorative. Dovrà pagare due pensioni ai genitori e gli sarà pesante, ma un fratello che prende il reddito di cittadinanza intanto che sbarca il lunario su instagram non lo avrebbe aiutato per niente - anzi sarebbe la terza pensione da pagare per il povero cristo. Sarà un periodo di cultura stanca, anziana, di politica rattrappita.. Non ho mai pensato che il calo demografico sia di per se un esperienza positiva per la società, ma è un percorso obbligato dalle congiunture economico sociali, oltre che l'unico modo REALE per diminuire l'impatto ecologico antropico e dare un futuro ai nostri pochi figli. L'impero romano aveva un bel modo per sbarazzarsi dell'eccesso demografico, era in guerra perpetua su tutti i suoi confini.. se continuiamo a mettere al mondo poveri bassamente educati, presto eleggeranno qualcuno che opterà per la stessa soluzione.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

Per Inverno. È possibile che tu abbia ragione. Non ho la sfera di cristallo. Se davvero fosse come tu dici: "meno italiani ma più competenti" sarebbe già qualcosa ma non é detto che sia cosí.
1) Se gli insegnanti sono sempre più anziani, più demotivati, le capacità degli alunni non aumentano di certo.
2) se gli italiani hanno competenze migliorate ma non hanno un tessuto occupazionale adeguato, emigrano all'estero, come già fanno.
Quello che volevo dire é che i piani di azione da me suggeriti vanno ad implementarsi l'un l'altro.
Inoltre, come ben sai, da ligure, qui ormai non si tratta più di fare un figlio invece di due ma di non farne nessuno e a 40 anni, chiamare "tesoro" e "amore mio" il proprio pit-bull.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Per Paul. Infatti il mio programma, lo ribadisco, avrebbe una quantità di nemici così ampia da non avere alcuna speranza. Si tratterebbe infatti di contrastare tutti i liberi professionisi, artigiani, imprese individuali, cioè un esercito. Poi la rete della corruzione connessa alla criminalità organizzata, un secondo esercito ancora più agguerrito. Poi il ceto dei dipendenti pubblici, che con i loro piccoli e grandi privilegi, fanno dei danni considerevoli.
Rispetto ai dipendenti pubblici bisogna precisare anche un'altra cosa. Che il loro livello di formazione, preparazione ed etica é "mediamente", direttamente proporzionale alla latitudine dove lavorano.

In ogni caso il tuo pensiero raccoglie delle realtà evidenti e una condizione tipicamente italiana riassumibile così:
Io imprenditore non pago le tasse perché i servizi offerti sono scadenti e perché sono terribilmente individualista e perché i servizi scadenti mi fanno vivere in uno stato di apprensione e devo pertanto farmi un gruzzoletto.
Io dipendente pubblico non offro un servizio efficiente perché anche se lo fornissi, come spesso accade, una serie di pregiudizi, campagne mediatiche, interessi di altre categorie tenderebbe a non riconoscerlo, così come, da sempre, non é riconosciuto un sistema né premiale né punitivo.
É come se non si riconoscesse più il patto originario che dovrebbe unire le varie parti di una società e che ogni parte tendesse al suo "particulare", verso cui tende anche quando chiede RdC, incentivi, sussidi, prebende, investimenti europei.
Ripeto ancora una volta: la sintesi dei problemi economici italiani va ricondotta alla riduzione sempre più grave e imponente del "Capitale sociale", a sua volta dovuto da una serie di fattori di lungo e breve periodo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

paul11

Ciao Anthonyi
Sei davvero convinto che dalle attuali famiglie italiane escano figli meglio educati?
Quelli dove non c'è mai tempo per parlare ai figli e l'importante che siano promossi scuola, quelli dove la tv con i cartoon fa da baby-sitter, e dove non si capisce più chi è il padre o la madre ,perchè mancano i pantaloni ai maschi e le donne pensano alle carriere?
Quelli che dimenticano l'unico figlio sull'auto,persi nei supermercati o in qualche autogrill sull'autostrada? Quelli di nuove bande straviziate che incendiano il "barbone" che dorme sulle
panchine, perché erano annoiati? Se noi avessimo la libera circolazione di armi avremmo stragi anche da noi .Siamo pieni di "fuori-di testa" e sono soprattutto nei Paesi opulenti.
Una volta si capottava una cinquecento con raffreddamento ad aria con la"doppietta", oggi hanno il BMW di paparino per fare un frontale ubriachi o drogati.

Oggi non è importante il lavoro: e di che si campa? Fin quando la vecchia generazione potrà mantenere la giovane.... Ma finiranno prima o poi i denari.

paul11

#12
Ciao Jacopus,
non ricordo con precisione, quando in me è prevalso il pessimismo della ragione sulla speranza dei sentimenti. Ma so che purtroppo dopo il pessimismo è stato confortato dalla storia nostra e da come "gira il mondo".Ci sono state una serie di concause. Una è stata la constatazione che non è vero che più scuola= meglio persone formate. Un'altra è stata la fine più che di ideologie direi di programmi sociali, di visioni a lungo periodo e la comparsa del "personaggio" politico, ma non solo in Italia.
Un'altra ancora l'incancrenimento dei mali italiani, sia nella popolazione, sia nella classe dirigente.

Insomma, c'è troppo da fare, è praticamente impossibile riformare l'Italia.andrebbe prima "spianata" e poi riseminare sperando in semi "buoni".
Perchè è impraticabile che le mille chiesuole di privilegi, del "mi manda Picone", dove ogni albo professionale si è costruito patteggiando dei "favori", dove l'imprenditore ricatta lo stato dicendogli, dammi denaro o metto sulla strada migliaia di lavoratori, smettano di lamentarsi.
Oggi chiedono favori  i ricchi, non i poveri.
Non c'è mai stata l'Italia, come nazione, tanto meno come patria, forse solo nel calcio della nazionale a certi risultati. Qualcosa a cui si "tiene"i emotivamente e non una mucca dalle mille mammelle dove ognuno si attacca per prenderne il più possibile, fregandosene degli "altri".
Noi siamo un popolo dalle mille italiette ,vale a dire nessuna Italia che abbia costituito un'unità nazionale del "bene comune".E' quindi impossibile riformare senza andare a toccare privilegi.
La dimostrazione è che nessuno vuole la tassa "patrimoniale".
E' impossibile in breve tempo fare riforme dello stato, della giustizia, della stessa burocrazia. E quando hanno "toccato" la scuola, la sanità, hanno creato disastri per mantenere gli equilibri fra primari, medici, infermieri, sindacati.E quando si cerca di accontentare tutti si fanno cose inutili se non disastri. Come funziona oggi il Parlamento è impossibile avere governi stabili
che abbiano appunto il tempo per costruire riforme.

Oggi molti partiti vogliono andare alle elezioni, con quale programma?
Tutti son capaci a dire più lavoro, più investimenti e meno tasse:questo non è riformare e l'Europa da "fuori" invece ci chiede proprio riforme , perché sa che i muri portanti su cui si costruiscono gli stati devono tenere in piedi anche gli assetti economici e sociali, il funzionamento sociale quotidiano, la vivibilità dentro un sistema.
Non vedo questa possibilità.

anthonyi

Citazione di: paul11 il 26 Agosto 2019, 01:22:57 AM
Ciao Anthonyi
Sei davvero convinto che dalle attuali famiglie italiane escano figli meglio educati?
Quelli dove non c'è mai tempo per parlare ai figli e l'importante che siano promossi scuola, quelli dove la tv con i cartoon fa da baby-sitter, e dove non si capisce più chi è il padre o la madre ,perchè mancano i pantaloni ai maschi e le donne pensano alle carriere?
Quelli che dimenticano l'unico figlio sull'auto,persi nei supermercati o in qualche autogrill sull'autostrada? Quelli di nuove bande straviziate che incendiano il "barbone" che dorme sulle
panchine, perché erano annoiati? Se noi avessimo la libera circolazione di armi avremmo stragi anche da noi .Siamo pieni di "fuori-di testa" e sono soprattutto nei Paesi opulenti.
Una volta si capottava una cinquecento con raffreddamento ad aria con la"doppietta", oggi hanno il BMW di paparino per fare un frontale ubriachi o drogati.

Oggi non è importante il lavoro: e di che si campa? Fin quando la vecchia generazione potrà mantenere la giovane.... Ma finiranno prima o poi i denari.

Ciao paul11, io non ho fatto un confronto storico-culturale, so bene che in Italia, come in altri paesi, siamo di fronte a una certa crisi di valori.
Io analizzo i singoli fattori, e ho detto che la riduzione della natalità non implica avere figli "viziati". Le ricerche psicologiche evidenziano ad esempio che i primi nati sono sempre più stabili e maturi dei figli successivi, e questo è dovuto anche al fatto che hanno potuto contare di una maggiore attenzione da parte dei genitori, attenzione che gli altri figli hanno dovuto dividere con altri fratelli.
Un saluto.

Ipazia

#14
Sui 5 punti programmatici di Jacopus:

I primi 3 ritengo facciano parte dello stesso circolo vizioso retroattivo in cui è assai difficile anche solo individuare il bandolo iniziale della matassa. Di primo acchito direi il modo predatorio di stampo colonialista con cui i Savoia hanno unificato occupato l'Italia. Ma riflettendoci, il "Franza o Spagna purchè se magna" viene assai prima e ancor prima la lamentazione di Dante: "ahi serva Italia, di dolore ostello...". I Savoia non hanno fatto altro che seguire la tradizione, mettendoci del loro per degradarla ulteriormente.

Forse più incisiva è la tradizione cattolica, basata sulla divina provvidenza e sulla natura divina dei privilegi, da cui però la Francia seppe liberarsi sviluppando una dottrina dello stato e della cosa pubblica ignota agli italiani. Il capitalismo, col suo culto dell'interesse privato, ha ulteriormente peggiorato la situazione e non saprei proprio come districare la matassa. Panta rei, forse.

Il punto 4 è sintomo del malessere prodotto dai primi 3. In sè non lo vedo come un male: l'IT ha bisogno di cervelli, relativamente pochi, e sta falciando le braccia a ritmi geologici. Mettere al mondo figli per farli competere come schiavi in un mondo che continua ad essere troppo affollato non è auspicabile. L'IT provvederà anche a risolvere i problemi degli anziani per cui l'invecchiamento della popolazione ugualmente mi pare un falso problema. Semmai è deprimente vivere in un paese che ha reso la genitorialità, che in sè dovrebbe essere gratificante, tanto gravosa e irta di ostacoli sia in termini economici che di qualità della vita che di prospettive future per le nuove generazioni.

Sul punto 5 concordo pienamente, ma è come pretendere la luna in un paese incapace di risolvere i primi 4. Come disse Tremonti a proposito del(la) 626 (quando era in vigore già il d.lgs. 81 ma lui non lo sapeva): "è un lusso che non ci possiamo permettere". Oltretutto nella divisione globale del lavoro è un compito che neppure ci spetta: noi dobbiamo dare una buona istruzione di base ai nostri cervelli che poi vanno a perfezionarsi e dare il loro contributo altrove. A noi resta come compito per casa: pizza&mandolino e accoglienza di chi i figli continua sfornarli a raffica.
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pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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