Concordo totalmente con questo insegnante

Aperto da Pensarbene, 15 Novembre 2023, 06:33:48 AM

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Pensarbene

https://www.orizzontescuola.it/la-storia-del-docente-che-ha-lasciato-linsegnamento-per-il-disinteresse-e-la-mancanza-di-rispetto-degli-alunni-uno-guardava-la-cartina-delleuropa-al-contrario/

Conosco bene la scuola ticinese e so che presenta le stesse caratteristiche denunciate da questo bravo insegnante.
Conosco la scuola italiana meno bene ma, da quello che so e leggo, la situazione e i risultati degli esami di maturità confermano lo stato pietoso degli "studenti".
Quando insegnavo,  notavo una progressiva superficializzazione delle personalitá e dei conportamenti degli alievi.Nel contempo un pressing isterico di autotità e gruppi di  genitori che si organizzavano in una mafietta stalkinghiana di trista psicologia e cattiveria.
Oltre a questo, le famiglia erano pure disastrate, in via di disfacimento oppure prive di contenuto educativo significativo e volte alla creazione di piccoli viziati e prepotenti oppure di poverini da "salvare".
Io la chiamavo, ridendo, "psicatologizzazione parascolastica" perché trasformava la scuola in un mix di "bersaglio,capro espiatorio, idealizzazione,chiesa laica e  spiritismo  psicodidattico"
Perciò  me ne sono andato anch'io e ho fatto bene, quando rivedevo i miei colleghi me lo dicevano e confermavano!
Insegnare oggi è una impresa fallimentare per due motivi:
a)se un buon insegnante vuole costruire le conoscenze e le abilità insieme di suoi allievi senza calarle su di loro e trasmetterle più o meno a senso unico, meglio che cambi lavoro.
la mente giovanile attuale è tutto fuorché creativa,sveglia,attiva,amante del pensare e del ragionare.
Quindi si troverebbe di fronte a facce stralunate, visi stupiti e una incapacità creativa generalizzata.
La generazione attuale sembra filiata da macchine e persone che  quando non va male fanno gli amiconi dei figli e degli allievi oppure, quando va meno male, diventano autoritari per reazione e qualcosa riescono a combinare.
b)se un insegnante ama la didattica tradizionale e la trasmissione del sapere,fugge dall'insegnamento attivo e creativo, preferisce dire iuttosto che facilitare e creare i setting di apprendimento , meglio cambi mestiere.
Per le ragioni dette prima ma anche per la interferenza di autorità e genitori che lo accuserebbero di essere rétro'  "didatticamente scorretto".
La soluzione migliore è cambiare lavoro, quando è possibile ,oppure accontentarsi il che implica un pericolo di depressione notevole per non dire altro.

Ipazia

Forse quello che ci capiva più di tutti, insegnante compreso, era lo studente che guardava la cartina dell'Europa al contrario. Magari non sarà un nuovo Einstein, ma un genio politico probabile, se ha già capito lo stato dell'Europa e il suo futuro.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Forse...ma il discorso resta quello che ho spiegato.
La didattica tradizionale e quella attiva e creativa trovano un muro di gomma gelatinoso e parassitario negli studenti.
È come avere a che fare con degli Io che si nascondono dietro una recita di tendenza e uno standard sociale.
Non sai se dietro a questo ci sia qualcuno e qualcosa di significativo e sostanziale dal punto di vista umano.
Quindi io capisco il mio collega di Navarra e gli altri che, come me, hanno lasciato la scuola un po' dappertutto.
Posso dire una cosa, questo crash è dovuto a molti perché uno dei quali è imputabile all'incapacità e incompetenza della scuola in generale nel saper integrare la didattica tradizionale con la didattica moderna sfornando un metodo efficace ed efficiente di insegnamento.
Io stesso, quando lavoravo, integravo le due didattiche e ottenevo buoni risultati dato che esse erano  adeguate in momenti e attività diverse.
Ad esempio, organizzando un lavoro di gruppo bisognava essere prescrittivi e chiari nel consegnare agli allievi il lavoro.Quindi bisognava seguirli facilitandone l' attività per poi valutare quanto era stato fatto.
La valutazione veniva fatta in classe  di agli allievi stessi e io mi limitavo a dire la mia e basta.
Chiaro che un lavorare siffatto poteva piacere o non piacere a autorità o gruppi di pressione, ma io mi limitavo a mostrare i risultati ottenuti e nessuno aveva niente da dire.
 





Ipazia

Oggi le professioni più in sofferenza sono quelle ancorate al desueto concetto di missione: insegnamento e medicina.

Anche in quei settori di volonterosi, il robot capitalistico omologato sta prendendo il posto del libero cultore della salute e del sapere.

Più grama la sorte del docente, ridotto a kapò sottopagato di mocciosi strafottenti, immersi in famiglie dominate dalla dura legge del profitto, refrattari a qualunque ipotesi culturale divergente dall'ideologia di mercato dominante.

Ai medici va meglio solo per la differenza di retribuzione, ma anche lì il sottoproletariato a gettone, ancora non si sa per quanto di lusso, bussa alla porta e la libertà professionale e di ricerca si avvicina sempre più a quella del robot comandato.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

la famiglia non esiste più da tempo A differenza di quanto detto da secoli, la famiglia si è costituita come tale in economia essa aveva un senso e una importanza sociale.
Per il resto  la famiglia è sempre stata un gruppo "coppia-figli" fluttuante e non meglio identificato.
Oggi è un fantasma tenuto in piedi per ragioni ideologiche di comodo mentre è diventata una palla al piede per tutto il resto.
Tra vent'anni non esisterà più neppure ideologicamente con tutte le conseguenze del caso.
In una società senza padri, non esistono neppure le madri, i fratelli e le sorelle.
Esistono solo individui che si combinano in vari modi seguendo il trend tecnologico e informatico, la funzionalità professionale e un residuo di umanità.

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