Come mai si dà così tanta importanza alla bellezza esteriore?

Aperto da Socrate78, 24 Novembre 2018, 10:29:58 AM

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Socrate78

Si può notare come la nostra civiltà, anche se a volte non lo dichiara troppo apertamente, dia un'importanza spropositata ed esagerata all'estetica e alla bellezza esteriore: il corpo considerato "bello" (femminile ma anche maschile) secondo canoni in fondo relativi viene proposto ovunque, nella pubblicità, nei mass-media, e l'industria della bellezza ha di conseguenza un fatturato altissimo. Tuttavia, almeno secondo me, la bellezza esteriore è un involucro effimero e per molti aspetti anche illusorio ed artificiale, che non determina affatto il valore della persona: si può avere un fisico scolpito e perfetto ed essere ignoranti, incompetenti, abietti persino, molto stupidi o manipolatori e corrotti, quindi dall'involucro non si può intuire il "contenuto" della persona. In fondo l'inconsistenza della bellezza esteriore si può comprendere vedendo un oggetto che può essere bellissimo esteriormente, ma non servire a nulla: la sua bellezza è un inganno, che nasconde l'inutilità.  Da che cosa deriva l'importanza così forte data all'estetica? Io credo che sia perché, siccome ormai non esistono più valori etici riconoscibili da tutti, allora si vuole ripiegare verso qualcosa che, pur effimero, viene imposto come universale e in cui tutti si devono riconoscere, la bellezza appunto. E' corretta la mia riflessione?

InVerno

Perchè è un segno immediato (a volte illusorio, a volte esagerato, a volte deviante) di quanto una persona è sana fisicamente. Lo mistifichiamo a tal punto da non renderlo più riconoscibile nella maggior parte dei casi, ma la bellezza dovrebbe essere il biglietto da visita di una persona "sana", che attrae sessualmente perchè da miglior possibilità di sopravvivenza alla coppia e alla prole, la bellezza da sicurezza di longevità (non a caso anticamente è spesso collegata con la divinità). Ovviamente è solo un biglietto da visita, e dietro potrebbe nascondervisi anche una persona fortemente malata, ma è un suggerimento visivo molto forte e ricercato sopratutto dagli uomini, che in un ottica poligamica scelgono uno stimolo immediato ed esterno prima di investire il proprio tempo nelle lunghe operazioni di corteggiamento. Oggi siamo tutti nella maggior parte "sani", quando questi meccanismi si sono instaurati, un imperfezione\assimetria poteva essere un segnale immediato di una persona malata e l'unica diagnosi possibile.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Due questioni da sviluppare:

Solo la bellezza ci salverà (Dostoevskij)

L'etica su base estetica

...... saluti
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Forse suonerà male, ma è quasi impossibile non dare importanza alla bellezza esteriore (quella interiore è, non a caso, solo una metafora): oltre a una inconscia dimensione "geometrico-matematica" (proporzioni auree, armonie cromatologiche, etc.), c'è una pulsante dimensione biologica che rende istintivo essere attratti dal bello (che ha dunque una sua funzionalità e sue caratteristiche archetipiche).
Chiaramente l'abito non fa il monaco (anche se un monaco senza abito è spesso poco credibile), ovvero una «persona bella» non è sempre una «bella persona», ma il fattore di sensualità (nel senso più ampio) è ineliminabile dalla percezione (ma lo è dalla considerazione generale) dei propri simili, anche se pur sempre da considerare al netto delle differenti finalità e situazioni, che fanno spesso la differenza, rendendo talvolta insignificante la bellezza, per quanto comunque percepita.
Fermo restando che l'esteta non si limita all'essere cliente dell'estetista, anche per coloro che non hanno un approccio filosofico-estetico al mondo, ci sono parametri (innegabilmente anche culturali) che rendono di default "il bello" (s)oggetto di concupiscenza, ricerca o almeno fascinazione.

Sull'importanza del possibile ruolo esistenziale (né riproduttivo né possessivo) del bello, è tutto già scritto in esergo ai post di Lou (similmente a quanto ricorda Ipazia), mentre il fatto che l'estetica si rapporti all'etica (non solo graficamente) è una questione che spazia dall'approcciare con morigerato bon ton qualcuno (per)che si ritiene bello (non mentite "colleghi": il tenere una porta aperta o il far passare davanti è spesso più una scusa per lasciar indugiare l'occhio su una fascinosa pulzella, piuttosto che atarassica esecuzione di galateo o noblesse oblige), fino al confondere i due piani nella lingua (almeno italiana) parlando di «bel gesto» riferendosi ad una scelta moralmente encomiabile, o una «bella storia» parlando di una vicenda con insegnamento morale (slang giovanile a parte... e sorvolando su quando "bello" diventa quantificativo di intensità: «dare un bella spinta», etc. o ironico: «combinare un bel casino», etc.).

P.s.
Ovviamente, la bellezza, come altre qualità, ha il suo campo d'applicazione ben delimitato: i nobel, i santi e gli eroi non diventano tali per "movenze callipigie" o lo sguardo ammaliatore.

Kobayashi

È tutto da dimostrare che la bellezza esteriore di una persona rimandi a interessi puramente erotici in chi guarda. Per questo motivo non va sottovalutata. Non perché l'erotismo sia imprescindibile per quasi tutti gli esseri umani, ma perché tale esperienza può aprire a significati più profondi della semplice sensualità.
Il cinema vive della potenza della bellezza umana. Che poi l'attrice (o l'attore) sia una persona meschina non conta nulla, essendosi fatta (fatto) portatrice di un senso che ne trascende la propria mediocrità.
Così come il viso di una persona sconosciuta che ci incanta all'improvviso tra la folla: come quando camminando in un bosco ci si ritrova inaspettatamente in uno scorcio di natura perfetta.
Il segno di una pienezza possibile che va accolto con gratitudine.

Ipazia

Citazione di: Socrate78 il 24 Novembre 2018, 10:29:58 AM
Si può notare come la nostra civiltà, anche se a volte non lo dichiara troppo apertamente, dia un'importanza spropositata ed esagerata all'estetica e alla bellezza esteriore: il corpo considerato "bello" (femminile ma anche maschile) secondo canoni in fondo relativi viene proposto ovunque, nella pubblicità, nei mass-media, e l'industria della bellezza ha di conseguenza un fatturato altissimo. Tuttavia, almeno secondo me, la bellezza esteriore è un involucro effimero e per molti aspetti anche illusorio ed artificiale, che non determina affatto il valore della persona: si può avere un fisico scolpito e perfetto ed essere ignoranti, incompetenti, abietti persino, molto stupidi o manipolatori e corrotti, quindi dall'involucro non si può intuire il "contenuto" della persona. In fondo l'inconsistenza della bellezza esteriore si può comprendere vedendo un oggetto che può essere bellissimo esteriormente, ma non servire a nulla: la sua bellezza è un inganno, che nasconde l'inutilità.  Da che cosa deriva l'importanza così forte data all'estetica? Io credo che sia perché, siccome ormai non esistono più valori etici riconoscibili da tutti, allora si vuole ripiegare verso qualcosa che, pur effimero, viene imposto come universale e in cui tutti si devono riconoscere, la bellezza appunto. E' corretta la mia riflessione?

Mica solo la nostra civiltà. La storia parte da lontano, dal busto di Nefertiti fino al καλός καὶ ἀγαθός (kalòs kai agathòs) che coniugherà bellezza e virtù nel corpo di una dea immortale Afrodite, immortalata da Prassitele nel corpo nudo di una dea mortale: Frine. Così divina per la koinè greca da salvarla in tribunale dalla stessa accusa di Socrate semplicemente mostrando il suo corpo nudo (ammetto che il confronto sarebbe stato impari). Leggenda o verità cambia poco: quello che i giudaico-cristiani-maomettani considerano demoniaco, per i padri della filosofia occidentale era divino e non poteva essere condannato. L'eticità del corpo nudo e dell'eros è ben presente pure nella filosofia classica orientale che riporta il kamasutra sui muri dei suoi templi. Io ripartirei da qui per definire l'etica del bello e del sapere che lo celebra, l'estetica. Ma andrei ben oltre l'amor cortese che nacque intorno al bel corpo di Eleonora d'Aquitania e che Phil riduce al suo diminutivo, l'etichetta. E ci andrei proprio appoggiandomi alle parole profetiche di Dostoevskij. La salvezza dalle manifestazioni più orrende della nostra evoluzione: guerra, sfruttamento, consumismo,... sara tanto più radicale quanto più si fonderà su un sentimento profondo come il disgusto che solo l'occhio estetico può dare. Il disgusto della bruttezza. In ciò io vedo che la potenza etica della pulsione estetica è ben superiore al sempre addomesticabile utile e all'impotente, nella sua astrattezza e opinabilità, bene.

Se devo spendermi in qualcosa questa è la mia verità, che da Prassitele al Rinascimento a Klimt fino ai nostri giorni si presenta sempre allo stesso modo: nuda Veritas.

(Con ciò non nego gli aspetti degenerativi segnalati dalla discussione, ma essi sono assai meno gravidi di "bruttezza" delle degenarazioni fondate sulle etiche dell'utile e del bene)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Socrate78

#6
Io resto fondamentalmente dell'idea che si tratti di un guscio esteriore che non determina il valore intrinseco dell'ente considerato. Nulla è più ingannevole delle sensazioni nel determinare il valore di qualcosa. La bellezza è relativa, nel senso che ogni civiltà ha i suoi canoni, ad esempio ora va di moda la donna magrissima con il fisico da modella, nel Rinascimento invece andava di moda la donna prosperosa, con forme rotondeggianti. Non solo, alcuni aspetti che contribuiscono alla bellezza, come il trucco, sono artificiali, poiché non fanno parte dell'essere della persona, sono qualcosa di artefatto, quindi non si tratta nemmeno di una bellezza intrinseca. La bellezza femminile è spesso più artefatta di quella maschile, che in fondo si basa su minori artifici e può derivare dall'impegno, come nel caso di un fisico atletico: ovviamente provo attrazione fisica per le donne, ma a pensarci bene ciò da cui scaturisce la mia attrazione è la SENSUALITA', che è cosa diversa dalla bellezza in sé. Posso inoltre benissimo essere attratto da una donna che non stimo ed amo per nulla, quindi contesto l'idea che la bellezza o la sensualità conduca per forza all'amore. Questa almeno è la mia esperienza, per un altro può forse essere diverso.

Ipazia

Tutto ha i suoi  canoni. Anche l'utilità, il bene, la giustizia. Si tratta di scoprire quali sono più radicati nella psiche umana e da lì partire per capire i valori su cui si fonda la morale. Che saranno un mix di quante ho citato, ma della cui efficacia il senso estetico non è certo minoritario. Soprattutto quando abbiamo a che fare con ciò che spinge a volgere lo sguardo: la bruttezza.

Basta andare in quel gran museo che è il Vaticano o ascoltare la musica di Bach, Hendel, Pergolesi,... per capire quanto conti la bellezza nel contesto etico.

Citazione di: Kobayashi il 25 Novembre 2018, 08:12:07 AM
...
Così come il viso di una persona sconosciuta che ci incanta all'improvviso tra la folla: come quando camminando in un bosco ci si ritrova inaspettatamente in uno scorcio di natura perfetta.
Il segno di una pienezza possibile che va accolto con gratitudine.

Appunto  :)

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

#8
Citazione di: Kobayashi il 25 Novembre 2018, 08:12:07 AM
È tutto da dimostrare che la bellezza esteriore di una persona rimandi a interessi puramente erotici in chi guarda.
Non volevo dire questo, almeno non in chiave riduzionistica, volevo partire dal meccanismo primario e instintuale (che mi era sembrato poi quello contenuto nella domanda di Socrate). Ovviamente poi a questo fanno eco una serie di espansioni del concetto, la più contradditoria è che la bellezzia sia vuota. Slavoj Zizek per esempio fece l'esempio dell'Inno alla Gioia di Beethoven, buono tanto per il nazismo, quanto per l'unione europea, quanto per l'apartheid - alla faccia dell'etica.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Lou

Citazione di: Socrate78 il 24 Novembre 2018, 10:29:58 AM
Si può notare come la nostra civiltà, anche se a volte non lo dichiara troppo apertamente, dia un'importanza spropositata ed esagerata all'estetica e alla bellezza esteriore: il corpo considerato "bello" (femminile ma anche maschile) secondo canoni in fondo relativi viene proposto ovunque, nella pubblicità, nei mass-media, e l'industria della bellezza ha di conseguenza un fatturato altissimo. Tuttavia, almeno secondo me, la bellezza esteriore è un involucro effimero e per molti aspetti anche illusorio ed artificiale, che non determina affatto il valore della persona: si può avere un fisico scolpito e perfetto ed essere ignoranti, incompetenti, abietti persino, molto stupidi o manipolatori e corrotti, quindi dall'involucro non si può intuire il "contenuto" della persona. In fondo l'inconsistenza della bellezza esteriore si può comprendere vedendo un oggetto che può essere bellissimo esteriormente, ma non servire a nulla: la sua bellezza è un inganno, che nasconde l'inutilità.  Da che cosa deriva l'importanza così forte data all'estetica? Io credo che sia perché, siccome ormai non esistono più valori etici riconoscibili da tutti, allora si vuole ripiegare verso qualcosa che, pur effimero, viene imposto come universale e in cui tutti si devono riconoscere, la bellezza appunto. E' corretta la mia riflessione?
Tra i punti che sollevi, se effettivamente la bellezza fosse inutile, beh non ritieni che un respiro di inutilità sia una esperienza di libertà? Un appagamento fine a sè stesso che non ha da render conto in termini di utilità, una ricchezza inqualificabile.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Ipazia

Citazione di: InVerno il 26 Novembre 2018, 18:38:28 PM
Slavoj Zizek per esempio fece l'esempio dell'Inno alla Gioia di Beethoven, buono tanto per il nazismo, quanto per l'unione europea, quanto per l'apartheid - alla faccia dell'etica.

Anche il "Got mit uns"  8)  Che famo ? Alla faccia della Bibbia ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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Socrate78

In realtà non sto dicendo che la bellezza sia inutile, un'utilità la si trova sempre, ad esempio è utile a far provare piacere agli altri: quello che invece voglio intendere è che il valore della persona non credo che dipenda da quella che è un'apparenza. Del resto, se io faccio dipendere il mio valore dalla bellezza, quando invecchierò e sarò anche obiettivamente più brutto, che cosa dovrò dire? Che valgo meno? Ecco, se tra i miei valori al livello alto vi è qualcosa di così effimero, effettivamente la conclusione sarà quella e quindi ciò aprirà la porta a depressione e sconforto, senso di perdita. In realtà a mio avviso bisogna liberarci dai desideri di essere apprezzati e ammirati, perché questi desideri ci rendono assolutamente meno liberi, soggetti agli altri e alle loro mutevoli opinioni e il culto dell'estetica a tutti i costi rientra indubbiamente in quest'ordine di idee.

Lou

Io invece penso che la bellezza esteriore sia una qualitá, non l'unica, che può contribuire a valorizzare sè stessi. Ciò non significa sfociare in un culto dell'estetica a tutti i costi in cui l'unica dimensione valoriale sia l'esser-esteriormente-belli, su questo concordo, ma considerare anche questa dimensione, perchè una dimensione apparente e non reale di sè? O meglio, perchè l'apparire non può avere un ruolo di realtà del sè? Tu mi parli di effimero, ma gli attimi di bellezza non passano, non tramontano e attraversano il tempo, e, forse per la loro estrema fragilità sono così preziosi ed eterni, basta avere gli occhi per vederli.

https://goo.gl/images/lGTHOM

"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

viator

Salve Lou. La penso diametralmente all'opposto. La bellezza corporale (di questa parlo) è la madre della vanità di eserciti di persone e rappresenta uno dei più iniqui vantaggi che possano essere in dote ad un individuo.

Un esercito altrettanto numeroso di poveri di spirito poi, verrà trascinato chi all'imitazione, alla falsificazione e chi addirittura alla demoralizzazione nei confronti di ciò che non possiede e vorrebbe possedere.

E qui entra in gioco una certa mia personale massima :

"Chi meno è più sente il bisogno si apparire". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Lou

Tanto quando entri nel mondo, nel mondo - appari, e l'apparire, sia che se se ne senta il bisogno o meno, ha una sua quantità d'essere. L'essere-apparso. Ohiboh siamo corpi nel mondo e come tali appariamo, e non è che ci sia un bisogno d'apparire, e nemmeno robe del tipo chi più appare è sia ben chiaro, ma all'essere-apparsi, iniquità o meno o altro, lo sei tu, lo sono io, lo siamo tutti. Volenti o nolenti. Così come siamo, corporalmente. Poi si può abolire che in ogni modo appariamo, anche corporalmente. Nel "come as you are!" c'è pure anche, non solo, il corpo, o voi lo delete, perchè nel suo essere corpo, appare!?!

Questa iniqua "iniquità" che paventi, madre delle peggior cose e peccatori, ne trovo il sì il peggiore uso che ne se ne può fare, quello sì non bello, ma nemmeno brutto, perchè anche la bruttezza ha il suo rango di bellezza, sublime.*E le iniquità non sono nè belle e nè brutte, non sono classificabili, forse, in termini estetici.

*https://goo.gl/images/gJVYYp
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

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