Civiltà occidentale

Aperto da doxa, 17 Ottobre 2019, 15:39:54 PM

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doxa

Il cardinale Robert Sarah in collaborazione con Nicolas Diat ha scritto e pubblicato il libro titolato: "Si fa sera e il giorno ormai volge al declino", parafrasando il versetto del Vangelo di Luca: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino" (24, 29) L'invito è rivolto dai due discepoli allo sconosciuto che si era unito a loro nel tragitto verso Emmaus, incerto luogo della Palestina, distante circa 11 km da Gerusalemme. Quello sconosciuto era Gesù, che fece la prima apparizione dopo la risurrezione.

In questo testo il cardinale Sarah afferma che in Occidente c'è una crisi culturale e identitaria che conduce alla decadenza. C'è anche la crisi della fede e della Chiesa, il relativismo morale, la globalizzazione senza regole, il capitalismo sfrenato, il totalitarismo islamista, le nuove ideologie che vogliono il cambiamento della morale, una nuova visione della famiglia e della sessualità, con notevoli pressioni economiche e mediatiche.

Nell'analisi degli sconvolgimenti della nostra epoca l'autore ci invita a prendere coscienza della gravità della crisi che stiamo attraversando, mostrandoci come sia ancora possibile evitare un mondo senza Dio e senza speranza.


Da quanto afferma questo cardinale sembra che l'identità dell'Occidente provenga dal solo cristianesimo.

Quello che è certo che è in decadenza la Chiesa cattolica e il cristianesimo col suo messaggio escatologico. Nei seminari regionali scarseggiano gli studenti. Stanno accorpando le diocesi.  Mancano i sacerdoti cattolici italiani ed europei e li stanno sostituendo con preti provenienti dall'Africa e dall'Asia.


La cultura occidentale non è formata dal solo cristianesimo. 

Fanno parte di una civiltà anche i princìpi filosofici che ci derivano dal periodo greco-romano e dall'Illuminismo, dalla politica espressa dalla democrazia parlamentare, dallo Stato di diritto, la parità tra i sessi, il liberismo economico, il sistema di valori, il progresso sociale, ecc..
Nell'antichità ci fu l'osmosi tra l'ellenismo ed altre culture: Celti, Ebrei, Romani, popolazioni del Vicino e Medio Oriente, nord-africane. Un crogiuolo nel quale si formò la nostra identità e civiltà.  

Le popolazioni dell'Europa furono condizionate dal triangolo Grecia – Roma – Giudea. Condizionamento che rimarrà finché il cristianesimo (in cui sono presenti e fondanti le tre entità) rimarrà la religione occidentale.


Nel tempo c'è l'evoluzione e la ridefinizione dell'identità di una civiltà, perciò io non riesco a percepirla questa decadenza dell'Occidente rispetto al passato. E voi ?

Jacopus

Occidente é un termine polisemantico. Opposto a Oriente é la patria del pensiero che critica sé stesso e che fonda l'idea di storia, del tempo come freccia e non più come cerchio. É il luogo del soggetto-individuo contrapposto al soggetto-collettività. È la terra dell'arcipelago polifonico contrapposto al deserto monocorde.
L'occidente é anche preda di un dilemma irrisolto: terra della felicità per tutti e terra degli eletti, verso cui naviga la Mayflower e i barconi degli Elfi di Tolkien.
L'occidente è anche il capitano Achab che uccide la balena e dalla balena viene ucciso. É Odisseo con la sua astuzia trasversale, che costruisce congegni mentali per sopravvivere. La technè é il grande deus dell'occidente, quello che ha sostituito tutti gli altri, compresa Ananke, che sedeva ancora più in alto di Zeus. La technè della corda che lo lega alla barca per conoscere il canto delle sirene. Il desiderio inestinguibile della conoscenza e della critica della conoscenza. In questa esasperata onnipresente partita doppia risiede l'essenza dell'occidente. In essa l'eredità giudaica é più un ibrido che possiede più genomi asiatici che occidentali. L'occidente più vero lo vedo soprattutto nella cultura ellenistico-romana.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

green demetr

Citazione di: altamarea il 17 Ottobre 2019, 15:39:54 PM
In questo testo il cardinale Sarah afferma che in Occidente c'è una crisi culturale e identitaria che conduce alla decadenza. C'è anche la crisi della fede e della Chiesa, il relativismo morale, la globalizzazione senza regole, il capitalismo sfrenato, il totalitarismo islamista, le nuove ideologie che vogliono il cambiamento della morale, una nuova visione della famiglia e della sessualità, con notevoli pressioni economiche e mediatiche.


Nel tempo c'è l'evoluzione e la ridefinizione dell'identità di una civiltà, perciò io non riesco a percepirla questa decadenza dell'Occidente rispetto al passato. E voi ?

Forse più che la cultura che è comunque un insieme di civiltà che la trasmette, è la morale ad essere sotto attacco.

In questo senso siamo tutti cattolici, persino chi ritiene di essere agnostico o gnostico, non fa differenza, la morale da cui dipendiamo, e da cui appunto si forma l'io è quella cristiana (ossia quella sessuofoba e patriarcale), ben altra cosa era quella greca!

Detto questo il crollo che vedo è proprio dell'apparato che garantiva la pace e che a quella morale si è legato a doppiamandata, ossia che la sempre utopica idea di Europa Cristiana, sta affondando nella follia reazionaria delle persone.
E' lo stesso cristianesimo, che con quelle regole assurde, si è dato la morte. Questo lo vedo, e come se lo vedo!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Ben venga la fine della civiltà occidentale e del suo guerrafondaio impero. Di essa rimane unica eredità di pregio la curiosità intellettuale degli antenati greci - le nostre più autentiche e nobili radici - da cui nacque il pensiero scientifico e la critica delle superstizioni. Decisamente più feconda la fusione con la spiritualità orientale che apre inedite prospettive di sviluppo alla civiltà umana.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#4
Nei secoli con il  concetto di civiltà ha avuto cambiamenti di significato dovuti al progresso in senso generale.  Nel nostro tempo intende l'insieme delle forme culturali, sociali, economiche, i valori morali e l'organizzazione politica di una popolazione o di una macro area comprendente più nazioni.

Occidentale. Occidente è un termine geografico, una delle quattro direzioni cardinali, l'Ovest, ma dal Rinascimento, dopo la scoperta dell'America,  usiamo l'aggettivo "occidentalis" con incluso un giudizio di valore sul proprio modo di vivere, considerato più "progredito" rispetto ad altre culture, e teso ad espandersi, ad influenzare altre culture o ad assimilarle in un insieme omogeneo, come l'area europea occidentale e quella nordamericana.  Un esempio è la globalizzazione, causata dall'intensificazione degli scambi commerciali, gli investimenti finanziari internazionali, l'interdipendenza delle economie nazionali, che hanno condotto ad interdipendenze sociali, culturali, politiche e tecnologiche.

Nel contesto attuale l'Occidente  abbraccia un'estesa area che include le nazioni più ricche e industrializzate dell'Europa e dell'America, l'Australia, la Nuova  Zelanda, il Giappone  e quei paesi accomunati, almeno idealmente, da determinate caratteristiche economiche e politiche.

C'è collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà ?

Molti sono convinti che tale "tramonto" dipenda dal crepuscolo religioso e morale. Ma queste crisi in che modo sono misurabili ?  E chi sono i giudici ?

paul11

#5
ciao ALtamarea,
Ci sono ere glaciali, ci sono fasi interne alle ere geologiche, ecc.
La cultura per certi versi ha lo stesso movimento.
Dipende dai parametri scelti: è più importante la radiazione solare o la quantità di CO2?
Se non è chiaro l'ordinamento gerarchico a cui noi facciamo riferimento,anche in noi stessi,
una sintesi dichiarata di decadenza, ma molti possono pensare di ascendenza invece, priva di analisi, non dice nulla della cultura occidentale.
Per quanto riguarda il solo cristianesimo dovremmo dire se oggi ,esso stesso, è in decadenza, stasi ascendenza: rispetto a chi e che cosa?
Si discute di comportamenti? Allora è etica. Ma l'etica senza principi morali è in balia delle mille correnti culturali da parecchi secoli ormai.
Il cristianesimo da solo non è cultura occidentale. Semmai si è innestato dopo e ha avuto grande influenza.
L'illuminismo ha perso, altro che vinto, perché non ha saputo costruire una cultura che inglobasse il mito antico, come giustamente scrivono Horkheimer ed Adorno, non ha affatto superato l'antichità, e i seri filosofi lo sanno, perché le culture uscite dall'umanesimo sono entrate almeno in crisi quanto il cristianesimo moderno. Non hanno superato i fantasmi e le maschere umane.
La domanda forse ancora più importante,anche se è implicita, da porsi è :cosa ci aspettiamo dal mondo? Con dentro noi stessi, non solo come osservatori.

Ritornando alla riflessione del cardinale:cosa vuol dire cristianesimo? Ci sono mille cristianesimi, migliaia di interpretazioni, correnti teologiche, secolariste, milenariste. Quelli di oggi è in suicidio, ha scambiato l'origine apostolica del Vangelo con la politica del consenso popolare.
Dove sono i principi morali che indicavano le etiche, i comportamenti correlati alle morali.
La Chiesa romana è ancora originaria, e se non lo fosse, quanto e quando si è differenziata?
Il comunismo, il socialismo sono ancora originari?

Allora vediamo che tutto è in crisi e vige,per così dire poiché priva di afflato, la sottocultura anglosassone con il pragmatismo della potenza statunitense, una delle peggiori culture emerse nella storia umana:quello dell' utile per sé, dell'opportunismo, del carrierismo sulle spoglie degli altri, che usa e abusa ,perchè non può fare a meno dei potenti dispositivi culturali(che quindi non sono superabili come paradigmi per le maschere e fantasmi umani) del "Dio è dalla nostra parte".

La globalizzazione sta alla cultura statunitense ,artefice di una cultura anglosassone che sottomette inglobando le etnie interne da sfruttare.
E' potenza priva di Cultura (con la C maiuscola), è marasma culturale la cui unica identità nasce dalal cultura del nemico, allora si coagulano, allora l'afro-americano è sul fronte insieme all'irlandese.Le politiche espansive essendo prive di culture, sopprimono l'Altrui ,masenza ucciderlo fisicamente, inglobandolo in quellacultura tipicamente inglese uscita dagli empiristi scozzesi, inglesi,per cui il mondo è conquista, non incontro

Questa non è pacificazione, perchè non supera il conflitto origianrio, è protettorato, è prostituzione culturale, è pusher dello spirito, è il trasformismo su scala mondaile di una cultura che non supera ltre culture inglobandole, rimarrà sempre il portoricano e l'afroamericano come etnia culturale propria che ostenta una propria identità.Così le metropoli rispecchiano nei suoi Harlem, cina thown, una cultura con sottoculture, e il sincretismo è un Luna Park da costruire,per far dimenticare i problemi reali, i conflitti.

Un tempo i barbari diventavano nuove civiltà, perchè sapevano prendere il meglio(o almeno ci tentavano) da chi li aveva conquistati, e la storia era il passaggio di testimone di culture geograficcamente diverse.
Se la conquista è l'indole dell' uomo occidentale, rispetto alle miriadi di etnie che preferirono stanziarsi e viverviin santa pace,
se è altrettanto vero che odio, invidia, potere, avidità, persistono da sempre, è altrettanto vero che lo sterminio nasce nella modernità,ed è tutto dire su che cosa significhi progresso.Della tecnica sicuro...ma dell'uomo che ne è?

anthonyi

Ciao altamarea, in realtà la Civiltà Occidentale è decadente per natura, in quanto nasce dalla decadenza dell'Impero Romano d'Occidente, e cresce nella nostalgia di quel tempo lontano. Non a caso il concetto di perfezione in questa civiltà è stato sempre associato al classicismo, quindi il Cardinale non dice nulla di nuovo, le situazioni di degradazione ci sono sempre state e continuano ad esserci, e in fondo anche il crollo delle vocazioni è perfettamente in linea con la logica della globalizzazione, in assenza di italiani che vogliono offrire quei servizi, gli stessi servizi (per i quali la domanda è ancora alta perché in tanti ancora cercano i preti nei momenti importanti, dal matrimonio alla benedizione della macchina nuova) vengono offerti dagli immigrati.
Un saluto.

viator

Salve. Riprendo da Anthonyi : "...........perché in tanti ancora cercano i preti nei momenti importanti, dal matrimonio alla benedizione della macchina nuova)".
Scusate, ma solo ora mi pare di capire perchè dei matrimoni vanno a rotoli quasi solo quelli civili, ed anche perchè - in caso di incidente - i ciclisti si facciano più male degli automobilisti :

E' certo perchè non si usa far benedire dal sacerdote nè il matrimonio civile nè la bicicletta !!. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Vabbè è ovvio che un cardinale parla del proprio "occidente", quello cristiano, e ha perfettamente ragione a vederlo in declino, non serviva un mago per capirlo. A seconda del livello di generalizzazione che si adotta, tutto il mondo è occidente, come diceva Fukuyama. Io penso che si va un pò più in profondità, i blocchi continentali perlomeno, abbiano delle proprie caratteristiche, dei propri valori, e stanno intraprendendo strade molto diverse da quasi ogni punto di vista. In Europa e sopratutto in Italia lo sport nazionale è sputare nel piatto dove si mangia, ma mi pare che la situazione americana sia molto più grave, anche se non si è manifestata completamente, e infatti metà circa degli americani vedono i valori europei come la strada da seguire, per niente convinti che sia "tutto lo stesso brodo occidentale". Tutti possono finire in malora, ma non vedo quali siano gli ostacoli insormontabili per l'occidente europeo per poter aspirare a conservare ed avanzare i propri valori.. basta rimboccarsi le maniche..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: viator il 18 Ottobre 2019, 12:55:19 PM
Salve. Riprendo da Anthonyi : "...........perché in tanti ancora cercano i preti nei momenti importanti, dal matrimonio alla benedizione della macchina nuova)".
Scusate, ma solo ora mi pare di capire perchè dei matrimoni vanno a rotoli quasi solo quelli civili, ed anche perchè - in caso di incidente - i ciclisti si facciano più male degli automobilisti :

E' certo perchè non si usa far benedire dal sacerdote nè il matrimonio civile nè la bicicletta !!. Saluti.
Tecnicamente la bicicletta può essere benedetta anche lei, è comunque vero che esiste un rito specificamente preparato per l'automobile, naturalmente con l'impegno di apporre l'immagine protettiva di Gesù e di non mettere in macchina accessori scaramantici tipo corni rossi che pendono decisamente verso l'altra parrocchia.
Un saluto

green demetr

cit altamarea


Nel contesto attuale l'Occidente  abbraccia un'estesa area che include le nazioni più ricche e industrializzate dell'Europa e dell'America, l'Australia, la Nuova  Zelanda, il Giappone  e quei paesi accomunati, almeno idealmente, da determinate caratteristiche economiche e politiche.

C'è collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà ?

Molti sono convinti che tale "tramonto" dipenda dal crepuscolo religioso e morale. Ma queste crisi in che modo sono misurabili ?  E chi sono i giudici ?



Abbiamo detto prima che l'occidente è moralmente il cattolicesimo (sessuofobo e patriarcale).
La crisi del cattolicesimo, ossia la scoperta della sua esistenza come gerarchia che aiuta i ricchi e sputa sui poveri affibigliandoli una morale perversa, e chiamando l'attitudine normale come perversa, Nietzche docet.
Si è autoritorta contro se stessa, la chiesa si è scoperta sessista e capitalista.
Proprio l'esatto opposto di quanto si ostina a dire.

Nel momento in cui porta il suo sessismo e menzogna ad altre civiltà pensando di vincere la guerra (globalismo o meglio imperialismo americano) si è trovata contro una cultura totalmente diversa, che non fa menzogna di essere sessista patriarcale e a favore dei ricchi.
Non gli interessa niente questi giochini del cavolo.
Laddove da noi il politico a piene mani e pieni polmoni mente, e mentendo porta l'intera civiltà all'inferno, ossia ognuno odia se stesso, odiando l'altro.
Di là il politico serve nelle stanze private e pubblicamente dice che bisogna tacere.

La crisi è evidente, perchè il capitalismo, che divora stati e nazioni per definizione, non è più coperto dalla menzogna. Nessuno si sogna di andare contro la cina, l'india etc...

troppi soldi in ballo.
a questo punto i ricchi e i benestanti che hanno capito la cosa, se ne sbattono delle menzogne della chiesa, e la chiesa come ritorno sparirà come vocazione e si mimetizzerà come retorica del padrone. E tutti ci cascheranno. Ci vuole troppa intelligenza, ossia un minimo di curiosità per capire anche solo un decimo di quello che qui si parla. A vanvera.

Più che la civiltà occidentale se ne ffacciamo una questione religiosa è la vocazione che si fa andare a benedire, o viene passati ai poveracci, che certo sono quelli sfruttati dei paesi africani, ma QUALI IMMIGRATI!!!!dio che mondo malato!!!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

doxa

In chiusura del mio precedente post ho scritto se c'è un collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà  e se la crisi è quantificabile o  misurabile. 

Un metodo potrebbe essere quello di stabilire quali sono i valori di riferimento di una società, desunti dalle leggi, dalla morale vigente.

Se i valori di riferimento stabiliti divergono dalla prassi quotidiana subentra la crisi tra "il dire e il fare".

Anche se in Occidente la religione è stata espulsa dalla vita civile come elemento determinante con la fine della "Guerra dei trent'anni" nel 1648,  la morale cristiana ha continuato a dominare nella vita sociale delle nazioni occidentali.

Nel nostro tempo mi sembra che i valori dominanti siano "libertà", uguaglianza", "solidarietà", non più "Dio, Patria e Famiglia" e quei valori sono misurabili. Per esempio, la solidarietà si misura coi trasferimenti monetari dai più ricchi ai disagiati economici, con la spesa pubblica in welfare e servizi gratuiti; l'uguaglianza dalle pari opportunità e dalla rimozione di privilegi per nascita; la libertà dal grado di ingerenza dello Stato nelle scelte private dei cittadini, ecc..

La crisi dei valori è evidente ? Ma quali valori ? Solo quelli morali ? 
Penso che la paventata crisi dei valori morali è più sfumata di quanto si creda.

Non nego la presenza di problemi, anche gravi, di natura sociale ed etica in seno alla nostra società. I "mostri" contro cui dobbiamo combattere sono abbastanza conosciuti: l'economicismo, il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.


La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento inducono anche penosi problemi psicologici: solitudine, noia, insicurezza, vuoto esistenziale, disorientamento morale. Ma tali "problemi" sono leniti dalla libertà dell'individuo contemporaneo, che può scegliere fra più opzioni, anche se di solito si lascia guidare dalla scelta del profitto economico e l'interesse personale.


Pure il negare o emarginare l'ambito spirituale, come accade più o meno coscientemente in Occidente (ma non solo) acuisce i cosiddetti mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, la cosiddetta "malattia mentale".

Si, certo, nel passato c'era stabilità (immutabilità ?) nei valori etici e religiosi, ma perché ? La quasi totalità delle persone vivevano nell'ignoranza, credevano ai miracoli straordinari propinati dai preti semi-analfabeti, c'era l'assoggettamento rassegnato all'autorità religiosa e civile. Così volevano e così doveva essere, senza discutere. E quel tempo, mi sembra,  non era meglio dell'oggi.

anthonyi

Citazione di: altamarea il 18 Ottobre 2019, 22:01:05 PM


Un metodo potrebbe essere quello di stabilire quali sono i valori di riferimento di una società, desunti dalle leggi, dalla morale vigente.

Se i valori di riferimento stabiliti divergono dalla prassi quotidiana subentra la crisi tra "il dire e il fare".


Ciao Altamarea, i valori della società non devono necessariamente coincidere con le leggi, questo accade nello stato etico, certamente non in uno stato liberale. A questo si collega anche la separazione tra il dire e il fare, tra una politica che da una parte è propaganda, populismo, dall'altra è incapacità, impossibilità di realizzazione.
E' chiaro che questi problemi oggi si allarghino per effetto della maggiore complessità sociale (In fondo il populismo non è altro che un tentativo di semplificare qualcosa che è sempre più complesso), e della maggiore conoscenza delle tecniche comunicative da parte di pochi.
Un saluto

InVerno

Citazione di: altamarea il 18 Ottobre 2019, 22:01:05 PM
In chiusura del mio precedente post ho scritto se c'è un collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà  e se la crisi è quantificabile o  misurabile.
Lo stesso che c'è tra la povertà e la bassa scolarizzazione, la crimininalità, la fertilità fuori controllo etc (che pur non sono in grave aumento). La globalizzazione ha impoverito i poveri e arricchito i ricchi, in parte per la presenza di un attore orientale nel teatrino, in parte perchè ha permesso al capitale di muoversi molto più velocemente delle persone e degli stati, rendendo impraticabile il modello di wellfare e trasformato un capitalismo temperato in un capitalismo a briglia sciolta. Il che ha portato l'Europa, pericolosamente sulle orme americane. Ma è una questione economica, non valoriale\culturale. L'occidentale medio ha una conoscenza mediocre del resto del mondo, e se lo conosce lo guarda con disgusto dalla sua torre "eurocentrica". Al di là delle solite sicumere dei profeti di sventura reazionari, nessun occidentale si è dato come per magia all'islam, o si è messo ad adorare divinità congolesi, o ha abbracciato il sistema delle caste indiane. Il contatto con il resto del mondo è una curiosità "orientalistica", un cimelio esotico di cui bullarsi in qualche discussione su un forum. L'unico attore degno di nota ad aver penetrato le barriere culturali occidentali è il buddismo, perchè l'immanente funziona alla grande in occidente dopo la grande delusione cristiana..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

green demetr

Citazione di: altamarea il 18 Ottobre 2019, 22:01:05 PM
In chiusura del mio precedente post ho scritto se c'è un collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà  e se la crisi è quantificabile o  misurabile.

Un metodo potrebbe essere quello di stabilire quali sono i valori di riferimento di una società, desunti dalle leggi, dalla morale vigente.

Se i valori di riferimento stabiliti divergono dalla prassi quotidiana subentra la crisi tra "il dire e il fare".

Anche se in Occidente la religione è stata espulsa dalla vita civile come elemento determinante con la fine della "Guerra dei trent'anni" nel 1648,  la morale cristiana ha continuato a dominare nella vita sociale delle nazioni occidentali.

Nel nostro tempo mi sembra che i valori dominanti siano "libertà", uguaglianza", "solidarietà", non più "Dio, Patria e Famiglia" e quei valori sono misurabili. Per esempio, la solidarietà si misura coi trasferimenti monetari dai più ricchi ai disagiati economici, con la spesa pubblica in welfare e servizi gratuiti; l'uguaglianza dalle pari opportunità e dalla rimozione di privilegi per nascita; la libertà dal grado di ingerenza dello Stato nelle scelte private dei cittadini, ecc..

La crisi dei valori è evidente ? Ma quali valori ? Solo quelli morali ?
Penso che la paventata crisi dei valori morali è più sfumata di quanto si creda.

Non nego la presenza di problemi, anche gravi, di natura sociale ed etica in seno alla nostra società. I "mostri" contro cui dobbiamo combattere sono abbastanza conosciuti: l'economicismo, il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.


La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento inducono anche penosi problemi psicologici: solitudine, noia, insicurezza, vuoto esistenziale, disorientamento morale. Ma tali "problemi" sono leniti dalla libertà dell'individuo contemporaneo, che può scegliere fra più opzioni, anche se di solito si lascia guidare dalla scelta del profitto economico e l'interesse personale.


Pure il negare o emarginare l'ambito spirituale, come accade più o meno coscientemente in Occidente (ma non solo) acuisce i cosiddetti mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, la cosiddetta "malattia mentale".

Si, certo, nel passato c'era stabilità (immutabilità ?) nei valori etici e religiosi, ma perché ? La quasi totalità delle persone vivevano nell'ignoranza, credevano ai miracoli straordinari propinati dai preti semi-analfabeti, c'era l'assoggettamento rassegnato all'autorità religiosa e civile. Così volevano e così doveva essere, senza discutere. E quel tempo, mi sembra,  non era meglio dell'oggi.


Ma non è che se uno si diverte diventa uno psicopatico.
Nè perchè non c'è più la religione, grazie a dio, sennò fine del divertimento.

Il punto è invece la questione dell'altro. Ossia la paura dell'altro.
Questione centrale del comunitarismo, questione centrale della filosofia che cerca di capire cosa sia un uomo.

mi sembra cioè che tu ingarbugli le cose, anche se mostri una sensibilità abbastanza vicina alla mia.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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