Chiusura festiva dei centri commerciali

Aperto da Sariputra, 10 Settembre 2018, 10:08:55 AM

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viator

#45
Salve. Mi sembra che per questo aspetto emergano due fronti contrapposti : quello "casereccio" che si sofferma sulle conseguenze individualistico-esistenziali delle aperture 7/7 e quello che affronta il problema in chiave ideologico-sociale.

E' naturale che in Italia, paese provinciale, tradizionalista, cattolico, individualista, certe cose vengano viste in modo diverso dal resto del mondo.

Nei paesi più ricchi del nostro mi sembra che questi problemi non si pongano. I paesi più ricchi di noi sono anche più liberistici e capitalistici di noi. In regime capitalistico vige il principio "ciascuno si dia da fare come può, ma chi si ferma è perduto" (nel socialismo reale vigeva invece "il ritmo lo fa il partito, e chi non si adegua verrà eliminato"). Perciò nei Paesi più ricchi si accetta con naturalezza la corsa all'efficienza produttiva.

Nei paesi più poveri del nostro, mi sembra ugualmente che questi problemi non si pongano. In essi concetti come "domenica", "festività", "week end", "diritto al riposo", "ferie pagate", "agosto moglie mia non ti conosco", "tutti al mare a mostrar le chiappe chiare" sono piuttosto oscuri. Perciò nei paesi più poveri si accetta con naturalezza il fatto che occorra lavorare sempre e comunque per uscire dalla povertà (andate a raccontare ai cinesi che orari di lavoro, divisione del tempo casa-famiglia e calendario settimanale dovrebbero essere come i nostri !).

Pensate un poco cosa succederebbe in Italia se qualcuno imponesse per decreto di scaglionare ferie ed anno scolastico lungo tutto l'arco dell'anno. La rivoluzione !!.

Comunque consoliamoci. Non siamo soli nel coltivare i nostri ritmi di vita tradizionali. C'è anche l'America Latina.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: Socrate78 il 13 Settembre 2018, 17:07:36 PM
@Sgiombo: Guarda che ti sbagli di grosso, un altro dei motivi per cui i nazisti odiavano gli ebrei era perché erano sostenitori di un capitalismo basato sull'assoluta libertà di commercio, il liberismo economico non poteva che essere aborrito da un'ideologia che sosteneva l'onnipresenza dello Stato anche nell'economia. Hitler odiava tanto il capitalismo vero quanto il comunismo, era fautore di una specie di "terza via" tra i due sistemi che era molto più vicina al socialismo di quanto tu possa credere. Essi accusavano gli ebrei proprio perché capitalisti estremi di aver provocato la crisi del 1929 e il capitalismo puro era uno dei loro idoli polemici, assieme al comunismo di Marx. Gli ebrei vennero definiti non solo "comunisti" in senso spregiativo, ma anche "usurai succhiasangue", facendo riferimento proprio alla loro caratteristica di sostenere un'economia spietata e competitiva, fondata sull'individualismo capitalistico. Altrimenti perché si chiama nazional-SOCIALISMO? Si chiamò così proprio perché voleva essere una forma particolare di socialismo, infatti Goebbels e tutti i gerarchi si dichiararono sempre socialisti e dissero di voler realizzare quello che Marx e Lenin non avevano realizzato.
E poi, spiegami, perché il capitalismo per te sarebbe il male assoluto? E' l'unico sistema in grado di produrre davvero ricchezza a lungo termine, tutte le politiche ispirate al socialismo/comunismo deprivavano l'economia tassando le imprese, disincentivandone gli investimenti, in nome di un'utopia che produce solo appiattimento e rende tutti uniformemente più poveri. Lo Stato nel socialismo reale si sostituiva all'individuo in tutto, decidendo che cosa ogni persona doveva desiderare, fino a che punto poteva arricchirsi e migliorare. Io non lo ritengo giusto, secondo me è un colossale inganno, un qualcosa che sembra giusto in linea teorica ma non lo è per niente se lo si analizza a fondo....... Reagan diceva a questo proposito che il capitalismo "genera ricchezza in modo diverso, il comunismo crea solo povertà in maniera uguale".

Non rispondo alle altre farneticazioni, ma i Nazisti identificavano casomai gli Ebrei, oltre che con i Comunisti (sparlavano correntemente di "cospirazione giudaico-bolscevica"), con gli usurai, ovvero i capitalisti finanziari (anche se non avevano la finezza intellettuale per fare certe distinzioni...), nemici della (cosiddetta) libera concorrenza capitalistica (sempre cosiddetta) "produttiva".

InVerno

Signori, sebbene la disputa tra chi sia il diavolo moderno è una delle mie preferite (anche se non capisco come fanno i giapponesi a passarla SEMPRE liscia) vi inviterei cortesemente a rimanere un tantino più aderenti al tema del topic.. grazie..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

everlost

Molto gradevole questa discussione, comprensiva di tutti gli 'importuni' fuori tema.  8)
Vi ringrazio per i preziosi spunti di riflessione, succede talmente poche volte nel web... 
Non sono nuova, ormai vi leggo da diversi anni, anche se in genere non oso commentare - o per meglio dire, non osavo nel vecchio forum, intimorita dalla severità di alcuni membri  :o che qui mi pare scomparsa o perlomeno attenuata.
Ora non me ne vogliate se riprenderò il vostro discorso a livelli prosaici : non credo che il governo abbia preso questa decisione per santificare le feste o proteggere le famiglie italiane e i commessi dallo sfruttamento, forse avrà pure queste pie intenzioni, non dico di no, ma immagino che prima di tutto voglia tutelare i piccoli negozi danneggiati dall'apertura festiva degli ipermercati. 
Sì, sono danneggiati perché, pur avendo la libertà di tenere aperto l'esercizio anche la domenica, in pratica non lo fanno dal momento che il negozio è a conduzione personale o familiare. Sono stanchi, oppure gli costa troppo.
Ma soprattutto, anche potendo scegliere, non credo che molti italiani vorrebbero passare la domenica girando da un negozietto all'altro con gli annessi problemi di parcheggio e bambini urlanti: piuttosto preferirebbero trovare tutto il necessario all'interno di un unico centro commerciale (dotato tra l'altro di mega parcheggio, bar, tavola calda, ogni comfort climatico e perfino toilettes, scusate la prosaicità  :-[ ).
E' umano scegliere sempre la comodità e la praticità laddove ci venga offerta.
La concorrenza è insostenibile! 
E chi fa la spesa la domenica, poi chiaramente non entra nelle botteghe durante la settimana.
Non avete visto quanti negozi vuoti ci sono, in giro per le nostre città? E' una desolazione. Finché resistono e non chiudono baracca e burattini...ma in questo modo, una città lentamente muore. 
Non posso dimenticare com'era diversa la mia Milano quando c'erano negozi aperti ovunque, ben tenuti, pieni zeppi di merce della migliore qualità e clienti in continuazione. Le strade erano sempre animate di persone fino all'orario di chiusura, perfino i bambini andavano a comprare il latte o il pane, DA SOLI e a piedi.
Forse chi è nato nel dopoguerra potrà capire.
Senza contare l'aspetto occupazionale complessivo, perché  su un negozio ci campava più di un nucleo familiare tra proprietario, gestore e dipendenti vari. 
In ultimo non trascurerei il lato umano, la possibilità ormai rara di scambiare quattro chiacchiere ed essere consigliati dal proprio negoziante di fiducia che nel tempo diventava quasi un amico.
Ora tutto questo è finito o in agonia, ma forse si potrebbe ancora invertire la rotta con adeguate misure politiche, sebbene la società sia cambiata e non esistano più (per fortuna) le classiche massaie affaccendate con la sporta di paglia al braccio, le ciabatte e i bigodini in testa...
Insomma, non critico il governo per questa decisione, anzi, mi pare molto sensata e mi sta bene comunque. Qualunque sia la vera motivazione.

bobmax

@ everlost

Sono d'accordo con te. È importante invertire la rotta, e la chiusura estiva può essere un buon primo passo.

Ma anche un ritorno delle casalinghe con i bigodini non sarebbe male...  8) testimoniavano una semplicità e una franchezza che si sono un po' perdute.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Sariputra

Ciao everlost e ben arrivata!
Ti ringrazio per aver riportato la discussione sul tema e sul come l'avevo 'lanciato': non una valutazione sui pro o i contro economici ( non ne ho la competenza) e nemmeno politici, ma bensì sull'importanza sociale di aver un giorno da condividere assieme, in modo che ho definito come qualitativamente 'migliore'. Capisco che questo termine possa urtare i fautori della libertà di far ciò che piace senza che qualcuno gli venga a dire quel che sarebbe meglio fare, per lui  :) ...questo suggerimento, che percepiscono come un'interferenza,  è però rivolto più come un invito: lascia stare la domenica al centro commerciale e fai qualcos'altro...vedrai che starai meglio. Almeno provaci!  8)
Dal punto di vista sociale sono d'accordo con te. La nascita di questi centri commerciali e ipermercati ha svuotato le vie delle città, soprattutto quelle più periferiche, di un'infinità di negozi o di laboratori artigianali che formavano una barriera contro l'evidente degrado in cui spesso ora versano questi luoghi ( con annessi problemi di sicurezza per gli abitanti...). Quando si parla dell'occupazione che offrono queste aperture domenicali spesso si dimentica di contare quanti commercianti e artigiani lo hanno perso il lavoro a causa di questa trasformazione della società turbocapitalistica... (e io sono uno di questi... :() . Sarà difficile invertire la rotta, come dice bobmax...non si torna al passato...ma forse a prendere più consapevolezza che spesso, la libertà e l'interesse personale, si scontrano con quelli altrui è ancora possibile. Un passo indietro per ...prendere lo slancio per un balzo in avanti? ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

A me piacerebbe tornare al 1700, quando alla sera nelle famiglie "per bene" si ci riuniva dopo cena per offrire letture, performance musicali e poesie agli altri della famiglia. Le botteghe non erano abitate da commercianti arraffoni che raddoppiano i prezzi prima di fare gli sconti, che ti cercano di rifilare l'invenduto e ti confermano che "stai molto bene" con fare amichevole, anche se ti sei appena messo un casco di banane in testa. Erano sarti veri che prendevano le misure, costruivano il vestito con combinazioni colori e tessuti unici e pregiati, e si occupavano anche della manutenzione. Ricordo ancora quando da bambino alla domenica si cominciava con un po di equitazione, per disciplina e portamento, poi un po di scherma, per autodifesa e orgoglio, e infine dopo pranzo un lunga discussione edificante nel prato di famiglia, decantazione di versetti e baciamani. Poi sono arrivati gli anni 60, il gelato al pistacchio nel viottolo in centro, le telesponsorizzazioni, le gare di rutti, i musei gratis alla domenica.. era gà chiaro che saremmo finiti in questo turbinio di volgarità e nefandezze.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Citazione di: InVerno il 19 Settembre 2018, 12:39:19 PMA me piacerebbe tornare al 1700, quando alla sera nelle famiglie "per bene" si ci riuniva dopo cena per offrire letture, performance musicali e poesie agli altri della famiglia. Le botteghe non erano abitate da commercianti arraffoni che raddoppiano i prezzi prima di fare gli sconti, che ti cercano di rifilare l'invenduto e ti confermano che "stai molto bene" con fare amichevole, anche se ti sei appena messo un casco di banane in testa. Erano sarti veri che prendevano le misure, costruivano il vestito con combinazioni colori e tessuti unici e pregiati, e si occupavano anche della manutenzione. Ricordo ancora quando da bambino alla domenica si cominciava con un po di equitazione, per disciplina e portamento, poi un po di scherma, per autodifesa e orgoglio, e infine dopo pranzo un lunga discussione edificante nel prato di famiglia, decantazione di versetti e baciamani. Poi sono arrivati gli anni 60, il gelato al pistacchio nel viottolo in centro, le telesponsorizzazioni, le gare di rutti, i musei gratis alla domenica.. era gà chiaro che saremmo finiti in questo turbinio di volgarità e nefandezze.

Mi sembra vagamente sarcastico... ;D
Però si potrebbe ammettere che alcune cose del passato erano migliori e alcune peggiori? O tutto era peggiore (come qualità del vivere...)? O tutto migliore?  Per es. le "lunghe discussione edificanti nel prato " le trovo veramente interessanti, in una società come quella attuale che non trova più il tempo per parlarsi. Le "lezioni di scherma e portamento"  decisamente meno... ;)
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everlost

Citazione di: bobmax il 18 Settembre 2018, 20:55:01 PM
@ everlost

Sono d'accordo con te. È importante invertire la rotta, e la chiusura estiva può essere un buon primo passo.

Ma anche un ritorno delle casalinghe con i bigodini non sarebbe male...  8) testimoniavano una semplicità e una franchezza che si sono un po' perdute.
In effetti ne sento anch'io la mancanza, a volte...forse perché sono troppo vecchia e ho nostalgia dei verdi anni? Non so, non vorrei scadere nel patetico 'si stava meglio quando si stava peggio', però per molte cose purtroppo è così.


Grazie Sariputra, sono molto d'accordo con te. 
Ho lavorato per una vita, in più dovevo badare da sola a due figli, alle pulizie e alla spesa, eppure non sono mai andata nei centri commerciali nei giorni festivi, per una precisa scelta: ritenevo giusto trascorrerli a casa, in pace con i familiari. E non potevo costringere mio marito a una corvée di shopping estensivo dopo una settimana di lavoro e di viaggi.

Si dice che l'uomo sia naturalmente egoista, in parte non ci vedrei nulla di male dato che l'egoismo serve a garantire la vita, ma occorre limitare questo istinto quando diventa eccessivo e nocivo per la società. Non penso che la libertà individuale sia infinita.

everlost

Citazione di: InVerno il 19 Settembre 2018, 12:39:19 PMA me piacerebbe tornare al 1700, quando alla sera nelle famiglie "per bene" si ci riuniva dopo cena per offrire letture, performance musicali e poesie agli altri della famiglia. Le botteghe non erano abitate da commercianti arraffoni che raddoppiano i prezzi prima di fare gli sconti, che ti cercano di rifilare l'invenduto e ti confermano che "stai molto bene" con fare amichevole, anche se ti sei appena messo un casco di banane in testa. Erano sarti veri che prendevano le misure, costruivano il vestito con combinazioni colori e tessuti unici e pregiati, e si occupavano anche della manutenzione. Ricordo ancora quando da bambino alla domenica si cominciava con un po di equitazione, per disciplina e portamento, poi un po di scherma, per autodifesa e orgoglio, e infine dopo pranzo un lunga discussione edificante nel prato di famiglia, decantazione di versetti e baciamani. Poi sono arrivati gli anni 60, il gelato al pistacchio nel viottolo in centro, le telesponsorizzazioni, le gare di rutti, i musei gratis alla domenica.. era gà chiaro che saremmo finiti in questo turbinio di volgarità e nefandezze.
Ammappete, Inverno, quanto sei anziano...e complimenti per la strabiliante memoria!  :o  Come si sta laggiù nella cripta? Troppa umidità e ragnatele, immagino...
Io fino al '700 non ci arrivo, ho dei limiti...quindi non so come si viveva all'epoca, a parte quanto si racconta nei libri, nei romanzi e nei film storici, dando naturalmente per buona la veridicità delle fonti.
E' un secolo che non mi attrae molto, mi annoiano i pizzi, le parrucche,
la crinolina, le scarpe maschili col tacco e i duelli di spadaccini, però magari, se potessi viaggiare nel passato come doc Brown,  farei atterrare la DeLorean giusto in tempo per assistere a qualche strepitoso concerto di Mozart (la rivoluzione francese invece cercherei di scansarla).

A parte le battute, alla volgarità non c'è mai fine, sembra avanzare inesorabilmente di decennio in decennio. E non credo che sia solo un'illusione, perché molti altri - anche più giovani - se ne lamentano. Siamo tutti preda di un abbaglio collettivo?
Come mai il fantastico progresso tecnologico non coincide quasi mai con quello etico o culturale, anzi molto spesso sembra percorrere un binario divergente?
Ma penso che questo ci stia portando di nuovo fuori tema.

InVerno

Citazione di: Sariputra il 19 Settembre 2018, 15:00:54 PMMi sembra vagamente sarcastico... ;D
Però si potrebbe ammettere che alcune cose del passato erano migliori e alcune peggiori? O tutto era peggiore (come qualità del vivere...)? O tutto migliore?  Per es. le "lunghe discussione edificanti nel prato " le trovo veramente interessanti, in una società come quella attuale che non trova più il tempo per parlarsi. Le "lezioni di scherma e portamento"  decisamente meno... ;)
In risposta ad entrambi...
Si ero vagamente sarcastico.. ma neanche più di tanto. Voglio dire nutro sincera ammirazione per alcune cose del passato, compresi alcuni usi e costumi del 700 cosi come di altri secoli, non ci vedo niente di strano. Attenzione che però io ho fatto esempi per la vita di un aristocratico del 700, non di un poveraccio o di uno schiavo che probabilmente permetteva questo stile di vita con il suo lavoro.. Questo perchè ovviamente si tende a tenere a mente sempre il buono del passato e difficilmente invece dei problemi.. E' una cosa perfettamente "naturale" per un uomo, non a caso uno dei primi documenti scritti a nostra disposizione racconta di uno scriba egizio che si lamenta degli studenti, a suo dire, "non più quelli di una volta". Insomma, a me pare che ci sia una tendenza intrinseca all'essere umani a fare queste "operazioni nostalgia" (o "miti del paradiso perduto" etc), e secondo me bisorebbe stare attenti quando si ragiona e tenerne conto, che comunque vada la nostra mente tenderà a indorare la pillola delle memorie, e se si vuole essere onesti con se stessi bisorebbe riconoscerlo e cercare di mitigarlo ove lo si ritiene necessario. Mi sembra comunque un ottimo modo per segnare l' "anno zero" della propria concezione culturale, non uno strumento inutile anzi molto interessante, ma da utilizzarsi essendo coscienti che si tratta di uno strumento non della realtà.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Sariputra

Citazione di: InVerno il 20 Settembre 2018, 09:36:32 AM
Citazione di: Sariputra il 19 Settembre 2018, 15:00:54 PMMi sembra vagamente sarcastico... ;D Però si potrebbe ammettere che alcune cose del passato erano migliori e alcune peggiori? O tutto era peggiore (come qualità del vivere...)? O tutto migliore? Per es. le "lunghe discussione edificanti nel prato " le trovo veramente interessanti, in una società come quella attuale che non trova più il tempo per parlarsi. Le "lezioni di scherma e portamento" decisamente meno... ;)
In risposta ad entrambi... Si ero vagamente sarcastico.. ma neanche più di tanto. Voglio dire nutro sincera ammirazione per alcune cose del passato, compresi alcuni usi e costumi del 700 cosi come di altri secoli, non ci vedo niente di strano. Attenzione che però io ho fatto esempi per la vita di un aristocratico del 700, non di un poveraccio o di uno schiavo che probabilmente permetteva questo stile di vita con il suo lavoro.. Questo perchè ovviamente si tende a tenere a mente sempre il buono del passato e difficilmente invece dei problemi.. E' una cosa perfettamente "naturale" per un uomo, non a caso uno dei primi documenti scritti a nostra disposizione racconta di uno scriba egizio che si lamenta degli studenti, a suo dire, "non più quelli di una volta". Insomma, a me pare che ci sia una tendenza intrinseca all'essere umani a fare queste "operazioni nostalgia" (o "miti del paradiso perduto" etc), e secondo me bisorebbe stare attenti quando si ragiona e tenerne conto, che comunque vada la nostra mente tenderà a indorare la pillola delle memorie, e se si vuole essere onesti con se stessi bisorebbe riconoscerlo e cercare di mitigarlo ove lo si ritiene necessario. Mi sembra comunque un ottimo modo per segnare l' "anno zero" della propria concezione culturale, non uno strumento inutile anzi molto interessante, ma da utilizzarsi essendo coscienti che si tratta di uno strumento non della realtà.

Sì, è vero, i ricordi hanno un sapore così dolce che, a volte, si è tentati di abbellirli e indorarli troppo. Cercavo infatti di vedere, in questa ipotetica futura chiusura domenicale, non un ritorno a cose passate (non sono poi così "passatista"... :) ) ma una possibilità di riappropriarsi di spazi da condividere insieme, all'infuori della solita martellante e inculcante necessità consumistica di partecipare collettivamente al rito della domenica passata a bighellonare nel centro comm... Era come dire. "Guardate che si può fare anche dell'altro!" lasciando così uno spazio di libertà anche per quelli che, quasi mai per scelta, sono costretti a lavorare nei giorni festivi. Poi questo tempo ognuno se lo può trascorrere naturalmente come meglio preferisce (o come di solito meglio preferiscono la moglie e figli... ;D  :( ).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

#57
Ma sono d'accordo te, il problema è il metodo con cui raggiungere il risultato. Se una persona è educata in una certa cultura, chiudergli delle possibilità non farà altro che divergere il suo interesse su un surrogato, chiudi il surrogato e andrà a cercare il surrogato del surrogato etc etc.. a un certo punto si chiude tutto. Oppure si comincia a lavorare seriamente sulla cultura e l'educazione in maniera propositiva.. E' una diversa antropologia dell'uomo, l'antrologia negativa (tipica italica) vede uno stato-padre-pedagogo che corregge i vizi "intrinsechi" di noi poveri cittadini attraverso montagne di burocrazia.. Guardati in giro e guarda a che cosa ha portato, solo un rapporto di assoluta sfiducia tra cittadino-stato. A mio avviso bisogna partire da un antropologia positiva, propositiva, e partire dall'idea che nel "giusto" ambiente le persone faranno la cosa "giusta" senza che vi sia bisogno di organizzargli i weekend. Certo è molto più complesso raggiungere questo obbiettivo, è per questo che personaggi inetti come i politici degli ultimi trentanni non hanno nemmeno sfiorato l'argomento e si limitano a fare leggine qui e la. E' una politica sui sintomi e non sulle cause, e funziona allo stesso modo della medicina che usa questo principio: non funziona.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sgiombo

Citazione di: Sariputra il 20 Settembre 2018, 12:05:50 PM
Citazione di: InVerno il 20 Settembre 2018, 09:36:32 AM
Citazione di: Sariputra il 19 Settembre 2018, 15:00:54 PMMi sembra vagamente sarcastico... ;D Però si potrebbe ammettere che alcune cose del passato erano migliori e alcune peggiori? O tutto era peggiore (come qualità del vivere...)? O tutto migliore? Per es. le "lunghe discussione edificanti nel prato " le trovo veramente interessanti, in una società come quella attuale che non trova più il tempo per parlarsi. Le "lezioni di scherma e portamento" decisamente meno... ;)
In risposta ad entrambi... Si ero vagamente sarcastico.. ma neanche più di tanto. Voglio dire nutro sincera ammirazione per alcune cose del passato, compresi alcuni usi e costumi del 700 cosi come di altri secoli, non ci vedo niente di strano. Attenzione che però io ho fatto esempi per la vita di un aristocratico del 700, non di un poveraccio o di uno schiavo che probabilmente permetteva questo stile di vita con il suo lavoro.. Questo perchè ovviamente si tende a tenere a mente sempre il buono del passato e difficilmente invece dei problemi.. E' una cosa perfettamente "naturale" per un uomo, non a caso uno dei primi documenti scritti a nostra disposizione racconta di uno scriba egizio che si lamenta degli studenti, a suo dire, "non più quelli di una volta". Insomma, a me pare che ci sia una tendenza intrinseca all'essere umani a fare queste "operazioni nostalgia" (o "miti del paradiso perduto" etc), e secondo me bisorebbe stare attenti quando si ragiona e tenerne conto, che comunque vada la nostra mente tenderà a indorare la pillola delle memorie, e se si vuole essere onesti con se stessi bisorebbe riconoscerlo e cercare di mitigarlo ove lo si ritiene necessario. Mi sembra comunque un ottimo modo per segnare l' "anno zero" della propria concezione culturale, non uno strumento inutile anzi molto interessante, ma da utilizzarsi essendo coscienti che si tratta di uno strumento non della realtà.

Sì, è vero, i ricordi hanno un sapore così dolce che, a volte, si è tentati di abbellirli e indorarli troppo. Cercavo infatti di vedere, in questa ipotetica futura chiusura domenicale, non un ritorno a cose passate (non sono poi così "passatista"... :) ) ma una possibilità di riappropriarsi di spazi da condividere insieme, all'infuori della solita martellante e inculcante necessità consumistica di partecipare collettivamente al rito della domenica passata a bighellonare nel centro comm... Era come dire. "Guardate che si può fare anche dell'altro!" lasciando così uno spazio di libertà anche per quelli che, quasi mai per scelta, sono costretti a lavorare nei giorni festivi. Poi questo tempo ognuno se lo può trascorrere naturalmente come meglio preferisce (o come di solito meglio preferiscono la moglie e figli... ;D  :( ).


In quest considerazioni c' é certamente del vero.

Ma ciò non toglie a mio parere che é anche vero che stiamo vivendo una frase di regresso civile a dir poco terribile.
Anche facendo abbondantemente "la tara" del diverso sentire proprio in prima persona rispetto a quanto osservato negli altri, da ragazzo (ai tempi della prima repubblica, quando il muretto di Berlino era ancora saldamente in piedi) non ricordo nei vecchi che conoscevo (i miei insegnanti, vicini di casa e parenti anziani, mio padre e i miei zii; moltissimi dei quali, a cominciare da questi ultimi, erano democristiani e non sognavano alcun socialistico "sol dell' avvenire", e fra l' altro a livello "personale" deprecavano i capelli lunghi "alla Beatles" rimpiangendo "fisiologicamente" i tagli di capelli corti e i waltzer della loro gioventù) una nostalgia del passato così forte e diffusa e sopratutto così nera, rassegnata, a tratti disperata come quella che avverto oggi un po' dovunque.

P.S.: mi scuso per lo sgradevole abuso delle virgolette.

Sariputra

#59
Citazione di: sgiombo il 21 Settembre 2018, 09:00:56 AM
Citazione di: Sariputra il 20 Settembre 2018, 12:05:50 PM
Citazione di: InVerno il 20 Settembre 2018, 09:36:32 AM
Citazione di: Sariputra il 19 Settembre 2018, 15:00:54 PMMi sembra vagamente sarcastico... ;D Però si potrebbe ammettere che alcune cose del passato erano migliori e alcune peggiori? O tutto era peggiore (come qualità del vivere...)? O tutto migliore? Per es. le "lunghe discussione edificanti nel prato " le trovo veramente interessanti, in una società come quella attuale che non trova più il tempo per parlarsi. Le "lezioni di scherma e portamento" decisamente meno... ;)
In risposta ad entrambi... Si ero vagamente sarcastico.. ma neanche più di tanto. Voglio dire nutro sincera ammirazione per alcune cose del passato, compresi alcuni usi e costumi del 700 cosi come di altri secoli, non ci vedo niente di strano. Attenzione che però io ho fatto esempi per la vita di un aristocratico del 700, non di un poveraccio o di uno schiavo che probabilmente permetteva questo stile di vita con il suo lavoro.. Questo perchè ovviamente si tende a tenere a mente sempre il buono del passato e difficilmente invece dei problemi.. E' una cosa perfettamente "naturale" per un uomo, non a caso uno dei primi documenti scritti a nostra disposizione racconta di uno scriba egizio che si lamenta degli studenti, a suo dire, "non più quelli di una volta". Insomma, a me pare che ci sia una tendenza intrinseca all'essere umani a fare queste "operazioni nostalgia" (o "miti del paradiso perduto" etc), e secondo me bisorebbe stare attenti quando si ragiona e tenerne conto, che comunque vada la nostra mente tenderà a indorare la pillola delle memorie, e se si vuole essere onesti con se stessi bisorebbe riconoscerlo e cercare di mitigarlo ove lo si ritiene necessario. Mi sembra comunque un ottimo modo per segnare l' "anno zero" della propria concezione culturale, non uno strumento inutile anzi molto interessante, ma da utilizzarsi essendo coscienti che si tratta di uno strumento non della realtà.
Sì, è vero, i ricordi hanno un sapore così dolce che, a volte, si è tentati di abbellirli e indorarli troppo. Cercavo infatti di vedere, in questa ipotetica futura chiusura domenicale, non un ritorno a cose passate (non sono poi così "passatista"... :) ) ma una possibilità di riappropriarsi di spazi da condividere insieme, all'infuori della solita martellante e inculcante necessità consumistica di partecipare collettivamente al rito della domenica passata a bighellonare nel centro comm... Era come dire. "Guardate che si può fare anche dell'altro!" lasciando così uno spazio di libertà anche per quelli che, quasi mai per scelta, sono costretti a lavorare nei giorni festivi. Poi questo tempo ognuno se lo può trascorrere naturalmente come meglio preferisce (o come di solito meglio preferiscono la moglie e figli... ;D :( ).
In quest considerazioni c' é certamente del vero. Ma ciò non toglie a mio parere che é anche vero che stiamo vivendo una frase di regresso civile a dir poco terribile. Anche facendo abbondantemente "la tara" del diverso sentire proprio in prima persona rispetto a quanto osservato negli altri, da ragazzo (ai tempi della prima repubblica, quando il muretto di Berlino era ancora saldamente in piedi) non ricordo nei vecchi che conoscevo (i miei insegnanti, vicini di casa e parenti anziani, mio padre e i miei zii; moltissimi dei quali, a cominciare da questi ultimi, erano democristiani e non sognavano alcun socialistico "sol dell' avvenire", e fra l' altro a livello "personale" deprecavano i capelli lunghi "alla Beatles" rimpiangendo "fisiologicamente" i tagli di capelli corti e i waltzer della loro gioventù) una nostalgia del passato così forte e diffusa e sopratutto così nera, rassegnata, a tratti disperatacome quella che avverto oggi un po' dovunque. P.S.: mi scuso per lo sgradevole abuso delle virgolette.

Mi colpisce sempre un fatto, che credo abbia ben poco a che fare con il rimpianto del passato: qualche tempo fa la gente sorrideva molto di più che oggigiorno. Adesso i musi lunghi si sprecano. Mi sembra sia una cosa osservabile da tutti, se ci soffermiamo, come faccio io spesso, proprio ad osservare i volti della gente. Quel che , un pò alla volta, sta morendo in noi è la speranza. Credo di aver letto proprio poco tempo fa un'indagine effettuata su questo e ne è venuto fuori che, la maggior parte dei giovani, ma anche degli adulti, non ha speranze per il futuro e vive cercando di "godersi" la giornata , chiuso nell'ambito ristretto dei propri cari, di qualche finto (e pochi veri...) amico, con una continua connessione ad un mondo virtuale... finché dura. C'è quasi nell'aria un sentore di qualcosa di cupo all'orizzonte, a cui è meglio non pensarci troppo "Che tanto non si può cambiare il mondo"...

A volte mi chiedo se non sia solo una mia 'proiezione', un mio rifiuto ad accettare che il cambiamento della società non vada incontro a quel che "io" giudicherei come positivo...non so...c'è sempre questo rischio.  Quando ci si trova a parlarne tra amici, o ascoltando ( se si vuole davvero ascoltarli...) qualche giovane, però viene sempre fuori questa sorta di 'disagio' nel vivere la quotidianità. Si finisce sempre per parlar di problemi...è quasi un mantra ossessivo degli incontri. Raramente ci si sofferma a discuter d'altro, quasi mai, per esempio, di quel poco di bellezza naturale che ancora ci circonda. Il rapporto con la natura, nella maggior parte dei giovani soprattutto, mi appare ormai compromesso. C'è ormai così tanta apatia e disinteresse per questa che...vorrei prenderli e scuoterli!!! Trovo che l'alienazione cresce con il crescere del distacco dal contatto con la natura. E allora mi chiedo: come facevano i miei vecchi contadini, che crepavano di fatica sotto il sole, a passar la sera, seduti sotto le code delle vacche, ridendo e scherzando su quello che non avevano? Forse questa accettazione della tragedia/farsa del vivere nasceva dal fatto che continuamente vivevano in simbiosi con la natura? Forse era così...non so... :(
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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