Calcio professionistico e società italiana

Aperto da viator, 12 Giugno 2020, 21:18:28 PM

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viator

Salve. Mi piacerebbe veder raccolti un certo numero di pareri ed umori circa quella che considero una delle due principali "invadenze anomale" - in ambito europeo - che secondo me caratterizzano la società nostrana (L'altra anomalia sarebbe - sempre secondo me - la Chiesa Cattolica).


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Premetto che per "anomala invadenza" io intendo la presenza di aspetti sociali che tendono a pervadere esageratamente la vita di una comunità, cioè la ubiquità, la frequenza, la quantità, l'importanza di certi comportamenti............in senso COMPLETAMENTE INDIPENDENTE DA OGNI GIUDIZIO DI MERITO. Quindi delle "anomale invadenze" potrebbero pure fare parte sia i pregi che i difetti che ogni altro genere di valore soggettivo.

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Parliamo quindi di calcio. Calcio professionale. Si tratta di veder chiarito - secondo me - come inquadrare tale fenomeno in riferimento alla sua eventuale utilità sociale.

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E' chiaro che il fenomeno, così ampio e coinvolgente, racchiude in sè aspetti diversi, l'utilità sociale essendo solo uno di questi.

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Io comincerei con il chiedermi-chiedervi : ma il calcio (praticato professionalmente) ...........in via prioritaria od essenziale, come andrebbe considerato, visto che di esso si parla come di uno sport (concetto che fa a pugni con le professioni) ma anche di un gioco (d'azzardo, direi, visto il giro di denaro e diverse conseguenti malefatte legati ai pronostici) ed infine rappresenta pure il re degli spettacoli di massa......?

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Per chiarire l'importanza di tali distinzioni infatti basterebbe far mente a tutte le infinite implicazioni socialpolitiche e soprattutto legislative che la diversa o variabile collocazione del fenomeno viene sicuramente a generare. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Ciao viator, le "invadenze anomale" alle quali fai riferimento sono per un gran numero di persone per nulla invadenti o anomale, ma addirittura necessarie. Comunque il calcio è tutto quello che dici (sport, gioco e spettacolo), ma anche passione, strategia (Non dimentichiamo i milioni di potenziali CT della nazionale che all'occasione hanno sempre la soluzione giusta per farci vincere europei o mondiali),  rito (Anche se questo era più vero nel passato quando il campionato si giocava la domenica e le partite si vedevano solo allo stadio), politica (Non dimentichiamo che lo sviluppo della passione per il calcio è stato fortemente favorito da Mussolini che vedeva in essa uno strumento per canalizzare le emozioni popolari, è infatti vero che il nostro spirito nazionale si risveglia profondamente in occasione delle grandi competizioni).

Jacopus

Il calcio serve al potere per distogliere il maggior numero possibile di persone dall'interrogarsi sulle sue condizioni. È una delle tante armi di distrazione di massa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sapa

Il calcio professionistico non ha alcuna utilità sociale, anzi è spesso causa di disordini e di azioni facinorose. Basterebbe frequentare gli stadi, per notare l' inusitato dispiegarsi di forze dell'ordine all'interno e all'esterno della struttura sportiva, che controllano chi entra, i tifosi ospiti, insomma l'ordine. Logicamente, la cosa è anche dovuta alla massiccia concentrazione di persone in un'area limitata. Il potere politico non usa il calcio professionistico per distogliere l'attenzione delle masse più di quanto utilizzi i mass media più comuni, o altre manifestazioni sportive tipo il basket o l'automobilismo. Questo anche perchè il calcio professionistico è un mondo a parte, che si muove in autonomia, con proprie leggi e regole che possono perfino collidere o non tener conto di leggi dello Stato. Ricordo il presidente di un club professionistico italiano di serie A aver perseguito e caldeggiato in Federazione/Lega  una linea di "normalizzazione/regolarizzazione"" delle gestioni economico-finanziarie dei club e aver visto la sua società retrocedere in modo quanto mai strano negli anni di Calciopoli, tra l'esultanza e la commiserazione di chi era contrario, con la conseguenza inevitabile di un profondo dissesto economico anche personale.Il calcio, al suo massimo livello, muove cifre importanti, di conseguenza rischia di essere uno sport finto, almeno nei risultati. Devo dire, da tifoso, che assistere a una bella partita di calcio e a bei duelli tecnici e  fisici in campo dà soddisfazione, al di là del risultato. Il detto " la palla è rotonda", per giustificare risultati anomali o strani, nasconde a volte manovre sotterranee anti-sportive. Secondo me, il problema del calcio professionistico in Italia è il risultato, la classifica. Se l'importante è vincere, a scapito dello spettacolo, il calcio è morto, secondo me.

viator

Salve anthonyi. Mi sembra di notare, all'interno dei tuoi interventi, una certa tendenza semplificatoria

Citazione di: anthonyi il 13 Giugno 2020, 07:15:54 AM
Ciao viator, le "invadenze anomale" alle quali fai riferimento sono per un gran numero di persone per nulla invadenti o anomale ((ho esordito chiarendo il concetto di invadenza (onnipresenza) e di anomalia (presenza eccessiva rispetto ad una certa normalità, la quale normalità per il calcio professionistico sarebbe quella di alcuni Paesi estranei all'Italia, e non certo quella che regna da noi - so poi benissimo che un gran numero di fanatici la quantità di calcio professionistica è sempre misera, poichè la loro ragione di vita è il tifo)), ma addirittura necessarie ((necessarie a che ? invadenza ed anomalia non escludono certo il poter includere una necessità di un fenomeno, ma consistono appunto nella superflua esagerazione di qualsiasi necessità)). Comunque il calcio è tutto quello che dici (sport, gioco e spettacolo), ma anche passione, strategia (Non dimentichiamo i milioni di potenziali CT della nazionale che all'occasione hanno sempre la soluzione giusta per farci vincere europei o mondiali),  rito (Anche se questo era più vero nel passato quando il campionato si giocava la domenica e le partite si vedevano solo allo stadio), politica (Non dimentichiamo che lo sviluppo della passione per il calcio è stato fortemente favorito da Mussolini che vedeva in essa uno strumento per canalizzare le emozioni popolari, è infatti vero che il nostro spirito nazionale si risveglia profondamente ((pazzesco ! tu lo chiami spirito nazionale, io spirito tribale poichè - al di fuori delle competizioni internazionali, esso immediatamente di frattura e polverizza a seconda dell'ambito geografico, diventando spirito regionale, provinciale, comunale, di squadra etc. etc.))  in occasione delle grandi competizioni) ((ed appunto solo di quelle)).

Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 13 Giugno 2020, 13:17:46 PM
Salve anthonyi. Mi sembra di notare, all'interno dei tuoi interventi, una certa tendenza semplificatoria

Citazione di: anthonyi il 13 Giugno 2020, 07:15:54 AM
Ciao viator, le "invadenze anomale" alle quali fai riferimento sono per un gran numero di persone per nulla invadenti o anomale ((ho esordito chiarendo il concetto di invadenza (onnipresenza) e di anomalia (presenza eccessiva rispetto ad una certa normalità, la quale normalità per il calcio professionistico sarebbe quella di alcuni Paesi estranei all'Italia, e non certo quella che regna da noi - so poi benissimo che un gran numero di fanatici la quantità di calcio professionistica è sempre misera, poichè la loro ragione di vita è il tifo)), ma addirittura necessarie ((necessarie a che ? invadenza ed anomalia non escludono certo il poter includere una necessità di un fenomeno, ma consistono appunto nella superflua esagerazione di qualsiasi necessità)). Comunque il calcio è tutto quello che dici (sport, gioco e spettacolo), ma anche passione, strategia (Non dimentichiamo i milioni di potenziali CT della nazionale che all'occasione hanno sempre la soluzione giusta per farci vincere europei o mondiali),  rito (Anche se questo era più vero nel passato quando il campionato si giocava la domenica e le partite si vedevano solo allo stadio), politica (Non dimentichiamo che lo sviluppo della passione per il calcio è stato fortemente favorito da Mussolini che vedeva in essa uno strumento per canalizzare le emozioni popolari, è infatti vero che il nostro spirito nazionale si risveglia profondamente ((pazzesco ! tu lo chiami spirito nazionale, io spirito tribale poichè - al di fuori delle competizioni internazionali, esso immediatamente di frattura e polverizza a seconda dell'ambito geografico, diventando spirito regionale, provinciale, comunale, di squadra etc. etc.))  in occasione delle grandi competizioni) ((ed appunto solo di quelle)).

Saluti.



Il punto, viator, è che tu trasformi il tuo giudizio, perfettamente legittimo, in una pretesa oggettività del discorso. Io ti ho specificato che il calcio per qualcuno è necessario, e tu rispondi: "Necessario a che?" Come se dovesse esserci qualcosa di oggettivo per questa necessità. Non c'è nulla di oggettivo, sono le preferenze, le passioni delle persone che rendono il calcio importante, e certamente non invadente per coloro che lo seguono con passione. Ti dirò, anche per me che non sono mai stato appassionato il calcio un po' invadente in televisione lo era, oggi non più, visto che in buona parte si è trasferito nelle televisioni a pagamento.
Comunque se sia spirito nazionale, o tribale non lo so, il fatto sta che gli italiani le bandiere d'Italia le tirano fuori soprattutto in certe occasioni.
Un saluto

viator

Salve anthonyi. Ma guarda che il concetto di necessità non implica affatto quello di oggettività. Necessario è ciò che si richiede avvenga per concretare uno scopo, un effetto incluso pure quello più facoltativo, soggettivo e superficiale che si possa concepire.

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Ciò che risulta ASSOLUTAMENTE, OGGETTIVAMENTE necessario sono solo i BISOGNI (cioè ciò che tutti e ciascuno DEVONO ASSOLUTAMENTE fare per restare in vita.

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A me, ad esempio, ogni tanto il dito mignolo risulta necessario per estrarre le "caccole" dal naso. Quindi la mia era una domanda circa la asserita "necessità" del calcio professionale, non una affermazione oggettivante. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve anthonyi. Citandoti : "Comunque se sia spirito nazionale, o tribale non lo so, il fatto sta che gli italiani le bandiere d'Italia le tirano fuori soprattutto in certe occasioni".

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Dal punto di vista dello "spirito nazionale" (che a mio parere non esiste essendo appunto l'Italia un Paese e non una Nazione.....come mi sembra pure opportuno dal punto di vista dei molti che si mettono a tremare di fronte al ricordo di certi ".....ismi") diciamo allora che l'esposizione della Bandiera quasi solo nelle circostanze "pallonare" mostra quale sia il valore emblematico nel quale il Paese si riconosce e nel quale vorrebbe esprimere la propria eccellenza : l'"ars pedatoria". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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