Archiviazione digitale: uno scenario altamente inquietante

Aperto da Ivo Nardi, 23 Aprile 2016, 10:16:29 AM

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Ivo Nardi

Vi propongo un interessante scritto inviatomi da Riccardo Rossi Menicagli (Sorvegliante all'Archivio di Stato di Firenze).

Archiviazione digitale: uno scenario altamente inquietante
 
L'ultimo secolo di esclusiva, corposa produzione ed accumulazione "cartacea" delle informazioni è ormai trascorso da sedici anni, dinnanzi a noi verosimilmente rimangono altri dieci, venti, forse al massimo trent'anni in cui, con meccanismo ed approccio a scemare (fino infatti alla sua completa scomparsa), saranno ancora archiviati dati, informazioni, mediante documenti cartacei e per tramite di mano soggettivamente umana, con il rigore e l'onestà che descrive professionalmente bene la grande parte delle persone dedite all'attività di archiviazione, ma anche con gli arbitrari indirizzi di contestualizzazione e di interpretazione delle fonti che da secoli connotano tale attività. Queste caratterizzazioni positive e negative di catalogazione che con immediati riflessi interpretativi ci hanno tormentato o ci hanno edificato, a seconda dei vari punti di vista, in ogni caso ci hanno abituato alle verità storiche, anche le più sgradevoli, ma pur sempre, ripeto composte e catalogate da mano e mente umana (mano e mente umana che abbiamo quindi da sempre un po' chimericamente sperato fosse pregna della necessaria e sufficiente onestà intellettuale atta e soprattutto adatta ad assolvere a codesto delicato compito).
Poi nel breve svolgersi dell'arco temporale che ho precedentemente indicato la tecnologia digitale chiuderà definitivamente il sistema di archiviazione cartacea e consoliderà altrettanto definitivamente il propagarsi del sistema archiviante digitale (fenomeno peraltro già ampiamente e progressivamente in atto).
Il veloce sedimentarsi del sistema di archiviazione digitale e della tipologia della consultazione documentaria che ne consegue, sarà particolarmente rigido, particolarmente omogeneizzabile ed omologabile, e parimenti, elemento ancora più destabilizzante, sarà particolarmente manipolabile (la facilità di manipolazione nel tempo dei documenti in formato digitale raggiungerà rapidamente apici incredibilmente inquietanti...).
Ma perché lo scenario che si prospetta lo possiamo ritenere così fortemente inquietante e destabilizzante?
Perché dobbiamo ignorare gli innegabili vantaggi dell'era digitale in termini di salvaguardia dall'usura fisica nel tempo del documento cartaceo?
Perché non dobbiamo considerare preminenti i vantaggi di lettura paleografica, per esempio del documento antico, che l'approccio digitale innegabilmente procura?
Ripeto il precedente quesito nonostante quest'ultimi citati vantaggi: perché lo scenario digitale al momento attuale rimane in prospettiva così palesemente e fortemente inquietante e destabilizzante?
Il perché è presto detto: bisogna, è doveroso immergerci di realismo e considerare che l'archiviazione digitale sarà un sistema di archiviazione "ideale" per il sistema di filtro, controllo ed a seconda delle situazioni e delle congiunture geopolitiche (che purtroppo anche in occidente si annunciano nuovamente all'orizzonte), un sistema altamente manipolabile. Un sistema che potrebbe essere quindi facilmente basato appunto sulla manipolazione sistematica e sistemica delle informazioni immagazzinate.
E così un giorno che ci appare non molto lontano da noi, più che la consultabilità di un documento cartaceo e/o digitale, molto più che nel passato e nel recente passato, bisognerà poterne affermare con perentoria certezza l'integrità iniziale e successiva, ed addirittura la "vera" esistenza fisica del documento e dei fatti o dati che ne discendono.
Tale certezza di esistenza costituirà l'ultimo possibile baluardo contro la gestione mistificante di situazioni, informazioni, avvenimenti rilevanti per la collettività; fenomeno negativo che ribadisco è già in forma strisciante in atto.
Sarà la "custodia cartacea" e/o della "stesura digitale primaria non modificabile" in prospettiva la principale attività nel futuro degli Archivi di Stato, con il potenziamento della sicurezza tecnologica rispetto a sistemi di archiviazioni digitali in continua, quasi burrascosa evoluzione tecnica e che infatti talvolta (incredibile ma vero) già, questi sistemi, non dialogano più tra di loro, in un continuo superarsi di linguaggi e contesti informatici.
Sarà poi pure il potenziamento della vigilanza interna e la verifica dell'adeguatezza deontologica dei dipendenti preposti a questi compiti, uno degli aspetti fondamentali da evolvere e curare, come infine, ma non da ultimo nella scaletta delle priorità che si annunciano, bisognerà curare il versante importantissimo della vigilanza digitale dall'interno verso l'esterno e  principalmente dall'esterno verso l'interno.
Ovvero, soffermandosi sul meccanismo più rilevante e cioè esterno/interno: la consultabilità digitale potrà avvenire con mezzi di collegamento informatici esterni all'Archivio, di cui però l'Archivio dovrà essere tecnicamente e culturalmente in grado di controllarne sempre la giustificazione, la motivazione e la possibile canalizzazione del fine successivo (quest'ultimo aspetto nei limiti di ciò che sarà oggettivamente riscontrabile), dando o negando, in base alla valutazione di queste prerogative, il consenso all'accesso digitale alle fonti ed informazioni medesime archiviate.
Dunque meglio attrezzarsi per tempo, il futuro digitale e non solo, inesorabilmente incombe.

Riccardo Rossi Menicagli - Sorvegliante all'Archivio di Stato di Firenze
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.

cvc

Si tratta di una svolta epocale, come in passato lo furono il passaggio dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura e il passaggio dalla scrittura manuale alla carta stampata. Non è trascurabile il fatto che non solo le scoperte ma, forse ancor di più, la tecnica con cui si esprime la cultura influenza la cultura stessa. Quindi quando si guarda indietro alle epoche passate occorre leggerle secondo la prassi della cultura del tempo. Non si legge Omero come si legge un autore che scrive libri che saranno stampati in serie. I problemi dell'autenticità e della manipolazione dei testi e dei documenti sono il prezzo da pagare per una maggiore fruibilità di dati e notizie in un mondo che  diventa sempre più complicato da vivere. Altro prezzo da pagare sarà una memoria sempre meno allenata e sempre più bisognosa di sostegno tecnologico.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Freedom

#2
Il vero problema, è del tutto evidente, è come custodire la memoria digitale. Appare, in tutta la sua grandezza, il rischio di mistificare il passato. Creando così le condizioni della falsificazione del presente.

Già oggi ne abbiamo un assaggio con l'atomizzazione dell'informazione. Atomizzazione tuttavia attuata solo dal punto di vista del fruitore finale; l'origine, la produzione è, viceversa, una sintesi estrema. Vediamo così che, in definitiva, le persone, almeno dal punto di vista dell'attualità, vengono indirizzate a pensare esclusivamente le informazioni distribuite in un certo lasso di tempo. Giorno dopo giorno si crea un abito mentale passivo e succube. Non a caso qualcuno le chiama armi di distrazione di massa.

Quindi già nella fase attuale, controllare le masse, ad opera di un ristretto gruppo di persone, diventa quanto di più facile si possa immaginare.

Restano tuttavia alcune incognite importanti. Penso, per esempio, come internet, contrariamente ad ogni superficiale previsione, ha rivalutato e rivalorizzato la parola scritta. Con l'avvento della radiotelevisione ed il tramonto della comunicazione a mezzo lettera, la parola scritta era entrata in profonda crisi. In pochi anni gl'italiani (e tutti i popoli del cosiddetto primo mondo) avevano quasi disimparato a scrivere. Con l'avvento del web si pensava che si stesse per assestare il colpo definitivo alla capacità di scrivere delle persone e ottenere, come risultato finale, un alfabetismo di ritorno di massa. Da una parte la previsione si è purtroppo rivelata fondata (si pensi alla diminuzione di vendita dei quotidiani in particolare e dei periodici in generale e dei libri) ma dall'altra parte stiamo assistendo ad un "nuovo rinascimento" della scrittura delle persone.

Vedremo dunque, nell'attesa di legiferare sapientemente (se ci si riuscirà) per evitare possibili e pericolose distorsioni digitali del passato, quali risvolti imprevisti darà luogo l'archivio digitale.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

acquario69

#3
lo scenario e' quello già descritto da Orwell in 1984,dove il protagonista winston smith che lavorava nel ministero della verita aveva il compito di correggere e riscrivere la storia e gli avvenimenti secondo le esigenze del momento (e questo accade già da parecchio) solo che l'archiviazione digitale annullerà ogni traccia e "prova" possibile,le fonti originali disperse e manipolate,dunque nessuna conoscenza,nessun confronto,nessuna tipo di breccia..

le nostre menti sono già da tempo predisposte e a seguire sarà la coscienza stessa ad essere annullata

«Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro», continuava a ripetersi. «Non era vero, come sostenevano le cronache, che il Partito aveva inventato gli aeroplani. Lui gli aeroplani se li ricordava fin dalla più remota infanzia, ma non si poteva dimostrare nulla.

paul11

Subito un inciso; gìà da tempo i professori universitari lamentano che addirittura le tesi di laurea sono costruite attingendo dal web e non fisicamente andando  agli Archivi di Statto. Quindi è già in atto l'abitudine di privilegiare l'informazione tramite web.
Sicuramente il web, almeno potenzialmente, può consentire comodamente di costruire una conoscenza, ma ci sono delle grandi contraddizioni.
Esempio personale, sono appassionato di storia delle religioni, abbiamo presente quante Bibbie originali esistono, dove fisicamente sono ,ma soprattutto quanti siti a livello mondiale le hanno digitalizzate " a modo loro", viziando di fatto la ricerca, incanalandola verso una tipologia di conoscenza? Come faccio a stabilire una verità, senza interpolazioni a seconda del tipo di religione (cristiano cattolica, protestante, calvinista, ortodossa,ecc.) ? Sono obbligato ad arrivare  il più possibile alla fonte, oppure a confrontare le varie digitalizzazioni 
Non dobbiamo dimenticare che grazie alla tenuta cartacea degli Archivi di Stato sono stati  ritrovati documenti notarili,ecc. che hanno reinterpretato un fatto storico ,oppure arricchito con documentazioni storiche.
Perdere l'Archivio è perdere la memoria storica, proprio come un cervello umano,Oppure perdere la fonte originaria, o già manipolarla nell'atto di Archiviazione digitale, significherebbe non aver più chiaro i fatti identificativi storici e poterne travisare i significati e quindi manipolare a proprio cinico piacimento il senso storico.
Personalmente sono felicissimo della digitalizzazione, ma si dovrebbe scannarizzare gli originali ,perchè alla fine è questo che mi ha risolto alcune ermeneutiche bibliche, Diversamente rischiamo di farci conoscenze "per sentito dire" e mai capire i fatti storici e gli atti storici originali come veramente e realmente fossero.
Sull'usura dei supporti digitali, ma direi soprattutto sulla tecnica di scrittura,considerando che quì la variabile è la continua tecnologia che muta, si rischia di dover continuamente "riversare" tutto ciò che era in una tecnologia divenuta obsoleta in un altra.
Non so onestamente se alla fine è un guadagno.
Personalmente sarei per il documento cartaceo originale,comunque sempre.
Non so se Bibbie digitali, sarebbero arrivate a noi come con la carta ,nonostante le problematiche che incontra con l'usura del tempo.