ANTIFASCISMO: FRA IDEOLOGIA ED IDEOLOGISMO

Aperto da Vittorio Sechi, 23 Marzo 2019, 00:12:50 AM

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Ipazia

Citazione di: anthonyi il 28 Marzo 2019, 06:33:08 AM
... La democrazia è anche educazione alla stessa, ed è fatta di rispetto per le istituzioni e per l'esperienza di chi sa. Al contrario il fascismo le istituzioni le umilia, ed incarcera le persone competenti perché la loro competenza diventa denuncia dell'incompetenza del fascismo...

Di chi sa cosa ? Conservare il suo potere economico militare con ogni mezzo incluso il fascismo degli squadroni della morte, delle guerre NATO e dello spread ?

Il fascismo del 21.mo secolo è un mix di finanza, bombe intelligenti e guerre selettive fomentate da "rivoluzioni" gialle. Ma la sua debolezza emerge in vicende come Russiagate e Huawei in cui la paranoia fascista è arrivata fin dentro la casa madre, che ai bei tempi del watergate i golpe in casa sua, oltre a quelli in casa altrui, se li gestiva da sola. Il fascismo europeo è la brutta copia di quello globale americano, sorretto da diktat economici e da zoppicanti potenze veterocoloniali che ancora dicono la loro in combutta con un fascismo americano globalizzato, ma indebolito, a cui la finanza e la tecnologia non bastano più perchè la Cina ha già messo i suoi pesanti piedi in quel piatto e anche la Sparta militare non ride più tanto visto come la Russia ha chiuso la vicenda ukraina e quella siriana. Disinnescato Isis, all'impero occidentale restano solo le alleanze coi regimi più fascisti, aggressivi e intolleranti dell'area euroasiatica: Arabia Saudita e Israele. E meno male che gli "incompetenti" stanno tentando altre strade diverse da questo agonizzante, ma pur sempre mortifero, mortuorio.

Quanto al presidente, nominato dal momento più basso dell'establishment renziano, che pontifica come vivesse sulla luna nella sua spenta retorica, non so di che competenza stiamo parlando. Forse di quella del marchese del Grillo a cui rimanda il richiamo al rispetto per le istituzioni "democratiche", consolidatesi su valori politico-economici molto poco democratici. E molto fascisti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

#31
E anche formalmente assai poco democratiche, viste le leggi elettorali post "prima repubblica" (quella sì antifascista!) tutto fuor che proporzionali, tali che i voti non sono tutti uguali ma un unico voto vale come molti altri diversi voti messi insieme e la scelta é obbligatoriamente quella del "voto utile" (bella democrazia, quella in cui solo i voti che fanno comodo ai potenti sono "utili", mentre gli altri "un valgono un cazzo", sono di elettori che "un sono un cazzo!", per parafrasare anche da parte mia il marchese del Grillo), ragion per cui si può "liberamente" -SIC!- scegliere fra zuppa oppure pan bagnato!

InVerno

#32
Citazione di: anthonyi il 28 Marzo 2019, 06:33:08 AM
Ciao Inverno, ammetto che quella frase sia stata infelice, ma la tua interpretazione del "fascismo pedagogico" è a mio parere controfattuale. La democrazia è anche educazione alla stessa, ed è fatta di rispetto per le istituzioni e per l'esperienza di chi sa. Al contrario il fascismo le istituzioni le umilia, ed incarcera le persone competenti perché la loro competenza diventa denuncia dell'incompetenza del fascismo. Nel conflitto tra l'odierno populismo che governa l'Italia e le istituzioni Europee (Ma non solo Europee, solo 9 mesi fa abbiamo avuto un leader populista che voleva mandare sotto processo Mattarella perché non aveva ceduto alle sue pretese) io il fascismo lo associo molto più ai primi che ai secondi.
Un saluto
Quella frase l'ha detta uno e la pensavano in mille, l'ho segnalata non per predermela con il bavarese (che anzi ringrazio per aver rotto il muro dell'ipocrisia), ma per dire che quello è lo spirito europeo. Non ho granchè simpatia per gli sgangherati Italiani, ma finchè il parlamento europeo non avrà poteri formali e di fatto, finchè l'ecofin non sarà eletta, l'educazione alla democrazia possiamo tranquillamente tenerla nelle scuole italiane, visto che in quelle di Strasburgo si trovano solo copie di Platone (come in tutte le non-democrazie).

[ Potevo scrivere qualcosa di più intelligente per commemorare il mio post numero 1000. Perdonatemi]
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Tra la democrazia e la dittatura, tra il mercato e la pianificazione, non ho dubbi eccessivi su quali siano le istituzioni politiche ed economiche preferite dal carattere fascista. L'atteggiamento verso la democrazia è come la cartina al tornasole.

Che l'impresa di realizzare una economia pianificata sia praticamente incompatibile con la democrazia e porti al totalitarismo è facilmente comprensibile. C'è qualche esempio di democrazia politica con una economia pianificata?

Sono d'accordo con Vittorio Sechi che il fascismo sia un carattere individuale, ma la sua espressione compiuta è nel campo politico.

baylham

Citazione di: InVerno il 28 Marzo 2019, 09:38:55 AM
Quella frase l'ha detta uno e la pensavano in mille, l'ho segnalata non per predermela con il bavarese (che anzi ringrazio per aver rotto il muro dell'ipocrisia), ma per dire che quello è lo spirito europeo. Non ho granchè simpatia per gli sgangherati Italiani, ma finchè il parlamento europeo non avrà poteri formali e di fatto, finchè l'ecofin non sarà eletta, l'educazione alla democrazia possiamo tranquillamente tenerla nelle scuole italiane, visto che in quelle di Strasburgo si trovano solo copie di Platone (come in tutte le non-democrazie).

Sono perfettamente d'accordo con la frase incriminata. Se mi spieghi che cosa c'entra con il fascismo ti sarò grato.

L'Unione Europea è un modello di democrazia rappresentativa, la Commissione Europea è formata da un rappresentante di ogni stato, l'ECOFIN è formata dai ministri dell'economia di ogni stato europeo.

sgiombo

Citazione di: baylham il 28 Marzo 2019, 10:01:05 AM


Che l'impresa di realizzare una economia pianificata sia praticamente incompatibile con la democrazia e porti al totalitarismo è facilmente comprensibile. C'è qualche esempio di democrazia politica con una economia pianificata?



Allo stesso modo duemila anni fa ci si poteva chiedere:

C'è qualche esempio di società senza schiavitù?

O duecento anni fa:

C' é qualche esempio di macchina volante capace di trasportare centinaia di passeggeri?

Le economie pianificate finora esistite (e le poche tuttora esistenti) erano peraltro a mio modesto avviso non meno democratiche di quelle capitalistiche nelle quali esistono elezioni "libere" (con leggi truffa che consentono di scegliere "liberamente" fra zuppa e pan bagnato), avendo informazioni ingannevoli sulle conseguenze del proprio voto (non é realmente libera una scelta estorta con l' inganno) data la disponibilità dei mezzi di comunicazione che contano solo per esiguissime minoranze privilegiate, sotto il ricatto per il quale se gli elettori non scelgono "come si deve" finiscono gli investimenti e gli elettori stessi cadono in miseria, con la riserva che se malgrado tutto ciò gli elettori, in una deplorevole ostinazione a esprimere scelte autenticamente libere (senza virgolette) non votano "liberamente come si deve" si fa un bel colpo di stato militare più o meno sanguinoso a seconda della bisogna.

Scelte democraticamente libere come quella fra "la borsa o la vita" del viandante con al collo il fucile del brigante.

Vittorio Sechi

Da Sgiombo: "Colgo l' occasione per manifestare il mio totale dissenso dal riciclaggio da parte di Vittorio Sechi della concezione arendtiana del "totalitarismo" che pretenderebbe di identificare due posizioni teoriche e politiche in reciproca "opposizione polare" quali nazismo e leninismo di Stalin (che non pretese mai di "fondare uno "stalinismo" contrariamente a Hitler fondatore del nazismo)."

Se ho ben interpretato le ragioni del tuo "totale dissenso", rilevo un presumibile fraintendimento. Stalinismo e nazismo rappresentano i due versi di un'unica medaglia. Ciascuno per una sua intima ragione presenta le tipicizzanti caratteristiche del fascismo, che li identificano in due forme solo nominalmente antitetiche ed in dissidio. Essi sono la voce storica e la plastica raffigurazione della medesima istanza. Che Stalin intendesse o meno "fondare uno stalinismo" non rileva ai fini della sua caratterizzazione.

Come già scritto nel precedente post, quando le circostanze o la congiuntura non sono favorevoli, il fascismo ama mimetizzarsi celandosi dietro una coltre di sofismi che a prima vista, in assenza di un'analisi profonda che includa pro, contro ed obiettivi, soprattutto quelli non dichiarati, possono apparire neutri o sensati. La mimesi sovente rende complesso identificarlo per ciò che effettivamente è.

È corretto inferire che il fascismo, esprimendosi in forme totalitarie, tenda a ricondurre tutto a sé, contraendo o addirittura violando gli spazi riservati all'altro da sé. È nella sua genetica.

Definire il fascismo e le sue peculiari caratterizzazioni non aiuta però a comprendere cosa invece sia ciò che ad esso si oppone – che per comodità di trattazione è accomunato in un'unica definizione: antifascismo -, quale sia la sua natura costitutiva ed il suo differente modo di guardare il mondo. Per delinearne i contorni, spesso soffusi e certamente meno marcati di quelli del fascismo, non credo sia troppo utile valutare le caratteristiche oppositive, o per meglio dire derivare dai suoi tratti caratteriali oppositivi quelli caratteristici che contraddistinguono il suo manifestarsi nel mondo. L'antifascismo, infatti, non si esaurisce nei suoi tratti antitetici rispetto al fascismo.

Nel post di esordio di questo thread, non so con quanta intelligenza, ho sostenuto che l'antifascismo abbia dei contorni assai meno delineati rispetto al suo omologo contrario e che sia meno agevole delinearne il perimetro entro cui è espressa la sua ragion d'essere, poiché questo, una volta stabiliti ed individuati i parametri di divaricazione, risulta essere assai più ampio e variegato.

Una volta condiviso il concetto che il fascismo sia sostanzialmente una modalità dell'essere volto alla chiusura, all'introflessione ed alla preservazione e stabilizzazione del già dato, l'antifascismo, di contro, si apre al confronto. Suo habitat ideale è il mondo di Utopia.

Abitare il mondo di utopia significa abitare un non luogo (dal greco u 'non' e topos 'luogo').
La sensazione che si vive è quella dello spaesamento, della perdita di radicamento, della permanenza al di fuori da sé: un'erranza solitaria, in compagnia della sola ombra, che accoglie, infondendolo nelle carni, l'impulso generativo del moto inesausto verso un non luogo, poiché non vi è meta.
L'ombra, unica compagna, è l'addensarsi del passato che s'incanala ed incunea nel presente per aprirsi verso il futuro, condensandosi nell'individuo.

L'etica del viaggio è gravida di dubbio, il quale opera come forza che imprime il moto ad ogni passo che si compie nel percorso che conduce verso l'altrove: una non meta; ed è anche il fondamento dell'errare, inteso nella duplice forma che può assumere: 'sbagliare', da cui, appunto, l'insorgere del dubbio, oppure può esprimere, come conseguenza, la metafora del viaggio, che mai approda ad una confortevole meta. Perché il dubbio non consente durevoli soste, solo brevi pause in foggia di celebrazione di un precario sapere, cui la ragione dà il suo momentaneo consenso.

Muoversi verso un non luogo partendo da un non luogo, dunque.

Ciò che meglio impersona l'abitatore del non luogo è senza dubbio la figura del viandante, la cui Odissea è una continua ripresa del viaggio, seppur privo di meta. La metafora del viandante è stata poeticamente illustrata da Nietzsche, in un suo celebre aforisma tratto da 'Umano, troppo umano':

«Il viandante.
Chi anche solo in una certa misura è giunto alla libertà della ragione, non può poi sentirsi sulla terra nient'altro che un viandante, non un viaggiatore diretto a una meta finale: perché questa non esiste. Ben vorrà invece guardare e tener gli occhi ben aperti, per rendersi conto di come veramente procedano le cose nel mondo; perciò non potrà legare il suo cuore troppo saldamente ad alcuna cosa particolare: deve esserci in lui stesso qualcosa di errante, che trovi la sua gioia nel mutamento e nella transitorietà.»

InVerno

Citazione di: baylham il 28 Marzo 2019, 10:07:49 AM
Sono perfettamente d'accordo con la frase incriminata. Se mi spieghi che cosa c'entra con il fascismo ti sarò grato.
La frase "incriminata" dice in soldoni che il mercato è sovrano del popolo, non penso di doverti spiegare perchè tale affermazione nasconde un profondo spirito antidemocratico. Antidemocratica è anche la famosa affermazione di Eco su internet e gli imbecilli. La democrazia è forse il più inefficiente sistema di governo che sia stato mai pensato, lo sapeva Socrate e lo sappiamo anche noi. La tolleranza per gli "imbecilli" sta alla base della democrazia, chi li detesta e li espropria del potere, a favore dell'efficienza del sistema, aspira a regimi non democratici, che essi siano fascisti o tecnocratici per me poco importa, persa la democrazia c'è solo la guerra, dei mercati o delle bombe, in ogni caso sono due destinazioni a cui non aspiro e che sono egualmente ripugnanti dal mio punto di vista.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sgiombo

#38
Citazione di: Vittorio Sechi il 28 Marzo 2019, 12:43:05 PM


Citazione
VIttorio Sechi:


Da Sgiombo: "Colgo l' occasione per manifestare il mio totale dissenso dal riciclaggio da parte di Vittorio Sechi della concezione arendtiana del "totalitarismo" che pretenderebbe di identificare due posizioni teoriche e politiche in reciproca "opposizione polare" quali nazismo e leninismo di Stalin (che non pretese mai di "fondare uno "stalinismo" contrariamente a Hitler fondatore del nazismo)."

Se ho ben interpretato le ragioni del tuo "totale dissenso", rilevo un presumibile fraintendimento. Stalinismo e nazismo rappresentano i due versi di un'unica medaglia. Ciascuno per una sua intima ragione presenta le tipicizzanti caratteristiche del fascismo, che li identificano in due forme solo nominalmente antitetiche ed in dissidio. Essi sono la voce storica e la plastica raffigurazione della medesima istanza. Che Stalin intendesse o meno "fondare uno stalinismo" non rileva ai fini della sua caratterizzazione.

Come già scritto nel precedente post, quando le circostanze o la congiuntura non sono favorevoli, il fascismo ama mimetizzarsi celandosi dietro una coltre di sofismi che a prima vista, in assenza di un'analisi profonda che includa pro, contro ed obiettivi, soprattutto quelli non dichiarati, possono apparire neutri o sensati. La mimesi sovente rende complesso identificarlo per ciò che effettivamente è.

È corretto inferire che il fascismo, esprimendosi in forme totalitarie, tenda a ricondurre tutto a sé, contraendo o addirittura violando gli spazi riservati all'altro da sé. È nella sua genetica. 

Definire il fascismo e le sue peculiari caratterizzazioni non aiuta però a comprendere cosa invece sia ciò che ad esso si oppone – che per comodità di trattazione è accomunato in un'unica definizione: antifascismo -, quale sia la sua natura costitutiva ed il suo differente modo di guardare il mondo. Per delinearne i contorni, spesso soffusi e certamente meno marcati di quelli del fascismo, non credo sia troppo utile valutare le caratteristiche oppositive, o per meglio dire derivare dai suoi tratti caratteriali oppositivi quelli caratteristici che contraddistinguono il suo manifestarsi nel mondo. L'antifascismo, infatti, non si esaurisce nei suoi tratti antitetici rispetto al fascismo.
 
Nel post di esordio di questo thread, non so con quanta intelligenza, ho sostenuto che l'antifascismo abbia dei contorni assai meno delineati rispetto al suo omologo contrario e che sia meno agevole delinearne il perimetro entro cui è espressa la sua ragion d'essere, poiché questo, una volta stabiliti ed individuati i parametri di divaricazione, risulta essere assai più ampio e variegato. 

Una volta condiviso il concetto che il fascismo sia sostanzialmente una modalità dell'essere volto alla chiusura, all'introflessione ed alla preservazione e stabilizzazione del già dato, l'antifascismo, di contro, si apre al confronto. Suo habitat ideale è il mondo di Utopia.


Sgiombo:

Ecco appunto, io non condivido questo concetto, che accomuna agli oppressori nazifascisti chi durante la resistenza combatteva eroicamente per la democrazia (oltre che in molti casi per il socialismo), non di rado fino al cadere sotto il plotone  di esecuzione gridando: "Viva Stalin!"

Ovviamente le definizioni dei concetti sono qualcosa di arbitrario e se si vuole si può anche definire "bianco" il colore del petrolio o l' "antifascismo" escludendone coloro che di gran lunga più di chiunque altro hanno contribuito, pagando di persona, ad impedire che il nazifascismo e il fascismo giapponese conquistassero il potere nel mondo intero per includerli invece dell' ambito del "fascismo"; e magari anche in maniera da includere  Nietzche nei "precursori dell' antifascismo utopistico" mentre personalmente lo considero un "precursore del peggiore fascismo, quello nazista" (non é vietato da nessuna legge: per intendersi basta chiarire i significati che arbitrariamente si danno alle parole).

Personalmente seguo altri, ben diversi criteri.

Ho precisato che Stalin non ha fondato alcuno "stalinismo" contrariamente a Hitler che ha fondato il nazismo solo per giustificare il mancato uso da parte mia del termine "stalinismo" e invece quello di "leninismo di Stalin", e non certo per pretendere che il fondare o meno un movimento o partito abbia importanza nella questione.

CitazioneVIttorio Sechi:

Ciò che meglio impersona l'abitatore del non luogo è senza dubbio la figura del viandante, la cui Odissea è una continua ripresa del viaggio, seppur privo di meta. La metafora del viandante è stata poeticamente illustrata da Nietzsche, in un suo celebre aforisma tratto da 'Umano, troppo umano':

«Il viandante.
Chi anche solo in una certa misura è giunto alla libertà della ragione, non può poi sentirsi sulla terra nient'altro che un viandante, non un viaggiatore diretto a una meta finale: perché questa non esiste. Ben vorrà invece guardare e tener gli occhi ben aperti, per rendersi conto di come veramente procedano le cose nel mondo; perciò non potrà legare il suo cuore troppo saldamente ad alcuna cosa particolare: deve esserci in lui stesso qualcosa di errante, che trovi la sua gioia nel mutamento e nella transitorietà.»


baylham

Citazione di: InVerno il 28 Marzo 2019, 15:00:58 PMLa frase "incriminata" dice in soldoni che il mercato è sovrano del popolo, non penso di doverti spiegare perchè tale affermazione nasconde un profondo spirito antidemocratico. Antidemocratica è anche la famosa affermazione di Eco su internet e gli imbecilli. La democrazia è forse il più inefficiente sistema di governo che sia stato mai pensato, lo sapeva Socrate e lo sappiamo anche noi. La tolleranza per gli "imbecilli" sta alla base della democrazia, chi li detesta e li espropria del potere, a favore dell'efficienza del sistema, aspira a regimi non democratici, che essi siano fascisti o tecnocratici per me poco importa, persa la democrazia c'è solo la guerra, dei mercati o delle bombe, in ogni caso sono due destinazioni a cui non aspiro e che sono egualmente ripugnanti dal mio punto di vista.

E' una tua interpretazione che non condivido.
La sovranità del popolo non implica l'onnipotenza della politica, tanto meno di un governo o di una maggioranza.
Nel caso di Eco il significato delle sue affermazioni è completamente distorto: non ha proposta alcuna censura informatica, ha invece proposto un nuovo ruolo per gli intermediari dell'informazione, i giornalisti, data la nuova tecnologia della rete.
Il problema insolubile è la tolleranza degli intolleranti.
Ogni politica è espressione di un potere e di una tecnica.

viator

Salve. Per InVerno e Baylham. Vedete, secondo me il problema della democrazia è  in una sua intrinseca contraddizione : Vorrebbe essere egualitaria (tutte le teste valgono 1 voto) ma finisce per risultare dittatoriale e discriminatoria (è semplicemente la dittatura di una maggioranza sulle minoranze).

E poi, scusate, ma per quale motivo la maggioranza dovrebbe avere sempre ragione ? Anche nel caso di tratti di una maggioranza di semianalfabeti incapaci di vedere al di là dei propri desideri a breve raggio ?.

Sono queste le due tare del sistema democratico. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Lou

Citazione di: viator il 28 Marzo 2019, 19:25:54 PM
Salve. Per InVerno e Baylham. Vedete, secondo me il problema della democrazia è  in una sua intrinseca contraddizione : Vorrebbe essere egualitaria (tutte le teste valgono 1 voto) ma finisce per risultare dittatoriale e discriminatoria (è semplicemente la dittatura di una maggioranza sulle minoranze).

E poi, scusate, ma per quale motivo la maggioranza dovrebbe avere sempre ragione ? Anche nel caso di tratti di una maggioranza di semianalfabeti incapaci di vedere al di là dei propri desideri a breve raggio ?.

Sono queste le due tare del sistema democratico. Saluti.
Veramente a me pare che in democrazia, e non demagogia, esiste una tutela delle minoranze, che ad esempio, possono aver voce, essere riconosciute nei loro diritti e doveri, a differenza delle dittature.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

InVerno

#42
Citazione di: baylham il 28 Marzo 2019, 16:48:14 PM
E' una tua interpretazione che non condivido.
La sovranità del popolo non implica l'onnipotenza della politica, tanto meno di un governo o di una maggioranza.
Nel caso di Eco il significato delle sue affermazioni è completamente distorto: non ha proposta alcuna censura informatica, ha invece proposto un nuovo ruolo per gli intermediari dell'informazione, i giornalisti, data la nuova tecnologia della rete.
Il problema insolubile è la tolleranza degli intolleranti.
Ogni politica è espressione di un potere e di una tecnica.
Tu la vedi come "onnipotenza" semplicemente perchè pensi che il mercato sia un riflesso della natura e che necessiti dell'onnipotenza politica per essere governato, io non vedo nessuno bisogno di onnipotenza, ma di un semplice primato. Detto questo, Sechi ha fatto un discorso molto ampio e interessante parlando di un fascismo instintuale. Io sono perfettamente d'accordo (a parte che non userei il termine fascismo, tantopiù dovendo usare un prefisso come "ur" per renderlo fruibile), e quello che è importante di questo, è che abbiamo centinaia di esempi storici per capire come esso si sviluppi. E quello che si vede nella storia, è che il fascismo non nasce sotto i cavoli, nasce come reazione ad una classe diriginte insensibile verso il popolo, arrogante verso la povertà e l'ignoranza, e che si autotutela attraverso giusticazioni metafische (dio, mercato, altro) e un altra serie di importanti cause..
La prima cosa che fece Hitler al potere non fu gasare gli ebrei, ma regalare dentiere gratis a tutti quelli che non se la potevano permettere, perchè indebitati nei debiti di guerra che a Versailles erano stati sovrastimati con intenti punitivi e pedagogici.  Quelli che oggi puniscono con i debiti, commettono la stessa identica cretinaggine, e poi piangeranno il fascismo di domani.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

0xdeadbeef

Citazione di: tersite il 27 Marzo 2019, 21:32:06 PM
♣♣♣♣♣ ma decade persino il "noi", cioè l'identità collettiva

questo lo ritieni un male ?
Io considero l'identità collettiva un concetto tipicamente ur-fascista per esempio, e non mi dispiacerebbe affatto la sua scomparsa, o meglio il suo non utilizzo assumendo la sua esistenza come un dato di fatto.


Ciao Tersite
Innanzitutto, mi perdonerai, ti invito a "citare" nel modo corretto (tramite l'apposito "tasto"),
perchè così come fai la lettura ne viene davvero resa difficile...
L'identità collettiva è un concetto sicuramente fascista...quando aspira alla "totalità".
Chiaramente quando il "noi" cerca di sopraffare il "voi", o l'"essi", magari accusandoli di "rubare
lo spazio vitale", questo si trasforma in "totalitarismo" (la riduzione della totalità al "noi"-
o l'estensione del "noi" alla totalità), e quindi in fascismo. Ma il "noi" non è, così,
necessariamente sinonimo di fascismo, anzi.
Come dicevo, vedo piuttosto un "io" aspirare alla "totalità", e quindi un "io" fortemente in
odore di fascismo.
saluti

tersite

Citazione di: InVerno il 28 Marzo 2019, 20:42:23 PM
Ma il fascismo non nasce sotto i cavoli, sono gli errori macroscopici degli antifascisti a spianargli la strada.

Nel caso tu ti riferissi al nostro attuale caso nazionale è sicuramente vero, la classe dirigente della "sinistra" negli ultimi venti anni ha commesso bestialità innominabili e la totale responsabilità di quello che sta succedendo ancora adesso è solo ed esclusivamente sua, ma in italia abbiamo per ora solo delle sfumature di fascismo, giusto adeguate alla parodia di stato che stiamo allestendo da una trentina di anni.
Penso però sia troppo riduttivo affermare che anche i "fascismi storici" abbiano avuto la strada spianata dagli errori macroscopici degli antifascisti.
Anche perché gli antifascisti, prima che il fascismo si affermi sono sempre in numero esiguo, il fascismo  lo riconoscono in pochi alla fioritura e ben poco possono fare.

Quando le cose vanno male, quando i soldi spariscono dalle tasche della gente  diventa impossibile per gli antifascisti opporre la circolazione delle idee alla circolazione dei beni di prima necessità.  In tempi di necessità il fascismo il nazismo e il rettilianesimo pure vincerà se dalla sua parte ci sarà chi garantirà la circolazione dei beni primari.

p.s.: ho scritto gente perché: persone+denaro=gente. rende meglio gente che persone quando si tratta di denaro e beni materiali.
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

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