Analfabetismo di ritorno

Aperto da sileno, 21 Agosto 2018, 15:11:02 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

sileno

Citazione di: Kobayashi il 22 Agosto 2018, 10:08:25 AM
A mio giudizio va tenuto presente il carattere particolare della cultura digitale in cui siamo immersi, la quale "prevede" un impasto di immagine e parola, con il risultato di una tendenza alla semplificazione della parte verbale e una costante "contaminazione" emozionale (l'immagine ha sempre sul soggetto un impatto emotivo forte, immediato).
Da qui viene il paradosso di questi anni in cui da una parte ciascuno può accedere a strumenti di conoscenza impensabili fino a 20-30 anni fa (per esempio la ricerca da casa di testi in reti provinciali bibliotecarie, e quindi la possibilità di poter accedere facilmente a tantissimi libri), e dall'altra la propensione a non leggere più testi estremamente complessi.
Dunque si aprono parecchie questioni. Se non si vuole perdere, accanto a tanti saperi tecnico-artigianali, anche la cultura tradizionale da cui veniamo, bisogna iniziare a capire come trasmettere questa cultura senza grezze semplificazioni.




Si aggiunge che l'homo videns insipiens, negli ultimi vent'anni circa, si allontana sempre di più dall'homo sapiens loquens. Il tema è stato già affrontato da diversi saggi.
Io stesso mi accorgo che il tempo passato in internet lo sottraggo dalla lettura, dal consultare vari quotidiani, ecc.

viator

Salve. Siamo in campo comunicativo. Ed il problema è l'eccesso, la frenesia, l'ossessione comunicativa.

I padroni della comunicazione hanno sempre saputo che più essi comunicano e permettono di comunicare, più la gente si convincerà che la comunicazione rende liberi ed avvicina alla "verità".

La gente ignora o trascura il fatto che la comunicazione, a seconda di come viene usata od incentivata da chi ne possiede i mezzi, può in egual misura diffondere il vero od il falso, il reale o l'irreale......puo egualmente chiarire o confondere, insegnare o far dimenticare.

Per acquistare e mantenere il potere occorre fornire alle masse la maggior quantità possibile di comunicazione.
Occorre però farlo in modo appetibile, superficiale, disorganico, affinchè la massa venga continuamente confusa e distratta.

Occorre dargli pochi e sintetici testi (parole scritte) che siano accompagnati da immagini interessantissime e squillanti (non importa se la definizione è quella di YouTube) e possibilmente enfatizzati da un sonoro (dai rutti alla musica trash) che costringa la massa ad utilizzare il massimo numero di sensi ma anche la minor quantità di giudizio possibile.

Internet è dappertutto ed in esso c'è tutto. Unico problema, appunto, la sua completa mancanza di organicità formativa.

Perchè mai imparare la geografia o la storia quando trovo tutto e subito in rete?

Perchè mai conservare l'abilità dello scrivere a penna e far di conto quando esistono i correttori automatici, i traduttori automatici e le calcolatrici ?.

In realtà è in atto un processo per il quale le "abilità essenziali" diventeranno superflue e verranno delegate agli strumenti di comunicazione, mentre le "abilità specifiche e superiori" verranno negate alle masse e diventeranno appannaggio della casta rappresentata da chi crea e gestisce la comunicazione ed i suoi strumenti. Naturalmente resterà la casta intermedia dei tecnici specialisti per tutte le tecnologie generalistiche, ma essi non daranno alcun fastidio perchè saranno appunto degli specialisti che non potranno mettere becco al di là della propria specializzazione.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Phil

Per come la vedo, l'alfabetizzazione si basa su capacità/abilità (leggere, capire, esporre, etc.), la conoscenza si basa su nozioni (più o meno specialistiche), la saggezza è sia un sapere che un fare, è un saper fare sul piano umano (anche quando si sceglie di non fare nulla).
Credo che questi tre ambiti, per quanto affini e "confinanti" l'un l'altro, vadano tenuti ben distinti: essere alfabetizzati, nel senso a cui alludeva Sileno (essere in grado di capire e utilizzare informazioni anche complesse), non significa essere eruditi (avere molte nozioni in testa) e nessuno dei due significa essere saggi (fare la "scelta giusta" in un'ottica complessiva).

Sileno, se non fraintendo, ha proposto di tematizzare l'alfabetizzazione (o il suo impoverimento), come capacità di gestire informazioni complesse e articolate, capirle adeguatamente, saperle "manipolare" e eventualmente usarle per (ri)produrne il senso. Questa capacità può avere come campi d'applicazione la ricerca della (presupposta) verità, l'analisi della contemporaneità sociale, la fruizione estetica di opere artistiche o altro, ma si tratta di un'unica abilità basilare che può avere mille utilizzi e declinazioni: l'abilità di rintracciare un senso attraverso un medium che ce lo porge e diventarne "padroni".

In fondo, i saggi del passato, quante credenze ingenue avevano in campo cognitivo? La loro "alfabetizzazione" non è nozionisticamente paragonabile a quella di un qualsiasi buono studente delle superiori, che si giostra con disinvoltura fra trigonometria, due lingue straniere, secoli di storia della filosofia, padroneggia le ultime tecnologie informatiche e magari sa anche suonare uno strumento. Eppure, quanti antichi sciocchi, illiberali schiavisti e pedofili che credevano in bizzarre divinità e pianeti maldisposti, che non sarebbero pronti per prendere nemmeno la licenza media, hanno molto da insegnarci della nostra vita, pur avendo vissuto un'altra epoca? Ricambieremmo degnamente il favore spiegandogli la meccanica quantistica e come usare Whatsapp? Non saprei...
Inseguire titoli e diplomi, attribuendo all'erudizione un valore culturale sbilanciato (l'ignorante che  si sente inferiore all'erudito solo per i titoli che non ha) ha portato all'epoca dei laureati 30enni disoccupati e del nozionismo rapido di Wikipedia e Google;, tuttavia, ciò che nessun motore di ricerca e nessuna laurea ci garantisce è la capacità di saper gestire proficuamente tutte le informazioni che ci circondano.

L'alfabetizzazione più spendibile oggi, secondo me, non è quella che ci fa citare a memoria frasi in latino, o ci fa conoscere le province italiane in ordine alfabetico o ci rende capaci di spiegare ai bambini formule di fisica astronomica, piuttosto è quell'alfabetizzazione che ci rende in grado di analizzare, creare collegamenti e cogliere i sensi possibili delle informazioni che ci "arrivano" (similmente a come fanno le nostre "brutte copie", incapaci di filosofare e provare godimento estetico: i computer).
Tale alfabetizzazione può costituire un'emancipazione dell'individuo da una visione ingenua del mondo, lo rende più padrone della sua vita e lo aiuta ad orientarsi nel turbinio semantico della società contemporanea? Non necessariamente (sono già stati citati nichilismo e scetticismo), dipende sempre da qual'è la cornice di senso in cui ci si pone... vuotare la tazza zen, trovare e servire la Verità oppure combattere le oligarchie multinazionali? "Fate il vostro gioco"  ;)

paul11

Si dice che un ospite a casa del filosofo Kant, fosse meravigliato di non vedere una grande biblioteca.
Fino a pochi anni fa, prima di internet, si esibivano salotti con biblioteche.

Mi limito a dire che chi ha un vocabolario di 10 parole, pensa anche con 10 parole.
Nella mia esperienza di vita ho avuto a che fare con dottori e ingegneri specializzati in varie discipline.
La loro conoscenza è pre-impostata, sono spesso incapaci di pensare fuori dalla loro impostazione mentale.

Il filosofo, il creativo, è colui che esce dagli schemi pre impostati e per far questo a volte deve addirittura andare oltre al proprio vocabolario, inventa nuove sintassi e semantiche.

InVerno

Il tema di fondo, perchè il problema dell'alfabetizzazione funzionale esce fuori a giorni alterni ormai, è l'analfebetizzazione digitale, ovvero che queste persone hanno ora un "microfono" e l'appiattimento della società internettesca mette a rischio la posizione di ciò che si autoritiene o è ritenuto "intellighenzia". C'è una parte della lingua che si è allontanata dai semplici(non dispregiativo) , non solo sono i semplici a essere "ritornati" ad uno stato di semplicità, la divulgazione è scarsissima nella società moderna e i due estremi si toccano sempre meno. In fin dei conti queste statistiche saranno tragiche nelle proporzioni che disvelano, ma il vero problema è democratico, ovvero che esse partecipino ora alla processo decisionale della polis, anche solo come "opinioni". Mentre prima la democrazia riusciva ad emarginarle con il latinorum e la burocrazia, oggi è importante che tutti abbiano preso parte ad un processo educativo che perlomeno prepari alle basi della logica. Su questo filone di ragionamento si arriva presto ai "fari digitali", i carismatici collezionatori di interviste dietrologiche che pattugliano internet e foraggiano di piccole grandi verità. Credo di aver già scritto 4 post sulla differenza tra educazione e istruzione, quindi non voglio annoiare ulteriormente, ma non c'è alcuna sorpresa che un titolo di istruzione non provi assolutamente nulla sull'educazione di un soggetto.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sileno

Citazione di: Phil il 22 Agosto 2018, 16:11:00 PM
Per come la vedo, l'alfabetizzazione si basa su capacità/abilità (leggere, capire, esporre, etc.), la conoscenza si basa su nozioni (più o meno specialistiche), la saggezza è sia un sapere che un fare, è un saper fare sul piano umano (anche quando si sceglie di non fare nulla).
Credo che questi tre ambiti, per quanto affini e "confinanti" l'un l'altro, vadano tenuti ben distinti: essere alfabetizzati, nel senso a cui alludeva Sileno (essere in grado di capire e utilizzare informazioni anche complesse), non significa essere eruditi (avere molte nozioni in testa) e nessuno dei due significa essere saggi (fare la "scelta giusta" in un'ottica complessiva).

Sileno, se non fraintendo, ha proposto di tematizzare l'alfabetizzazione (o il suo impoverimento), come capacità di gestire informazioni complesse e articolate, capirle adeguatamente, saperle "manipolare" e eventualmente usarle per (ri)produrne il senso. Questa capacità può avere come campi d'applicazione la ricerca della (presupposta) verità, l'analisi della contemporaneità sociale, la fruizione estetica di opere artistiche o altro, ma si tratta di un'unica abilità basilare che può avere mille utilizzi e declinazioni: l'abilità di rintracciare un senso attraverso un medium che ce lo porge e diventarne "padroni".

In fondo, i saggi del passato, quante credenze ingenue avevano in campo cognitivo? La loro "alfabetizzazione" non è nozionisticamente paragonabile a quella di un qualsiasi buono studente delle superiori, che si giostra con disinvoltura fra trigonometria, due lingue straniere, secoli di storia della filosofia, padroneggia le ultime tecnologie informatiche e magari sa anche suonare uno strumento. Eppure, quanti antichi sciocchi, illiberali schiavisti e pedofili che credevano in bizzarre divinità e pianeti maldisposti, che non sarebbero pronti per prendere nemmeno la licenza media, hanno molto da insegnarci della nostra vita, pur avendo vissuto un'altra epoca? Ricambieremmo degnamente il favore spiegandogli la meccanica quantistica e come usare Whatsapp? Non saprei...
Inseguire titoli e diplomi, attribuendo all'erudizione un valore culturale sbilanciato (l'ignorante che  si sente inferiore all'erudito solo per i titoli che non ha) ha portato all'epoca dei laureati 30enni disoccupati e del nozionismo rapido di Wikipedia e Google;, tuttavia, ciò che nessun motore di ricerca e nessuna laurea ci garantisce è la capacità di saper gestire proficuamente tutte le informazioni che ci circondano.

L'alfabetizzazione più spendibile oggi, secondo me, non è quella che ci fa citare a memoria frasi in latino, o ci fa conoscere le province italiane in ordine alfabetico o ci rende capaci di spiegare ai bambini formule di fisica astronomica, piuttosto è quell'alfabetizzazione che ci rende in grado di analizzare, creare collegamenti e cogliere i sensi possibili delle informazioni che ci "arrivano" (similmente a come fanno le nostre "brutte copie", incapaci di filosofare e provare godimento estetico: i computer).
Tale alfabetizzazione può costituire un'emancipazione dell'individuo da una visione ingenua del mondo, lo rende più padrone della sua vita e lo aiuta ad orientarsi nel turbinio semantico della società contemporanea? Non necessariamente (sono già stati citati nichilismo e scetticismo), dipende sempre da qual'è la cornice di senso in cui ci si pone... vuotare la tazza zen, trovare e servire la Verità oppure combattere le oligarchie multinazionali? "Fate il vostro gioco"  ;)





E' così: il tema proposto è l'alfabetizzazione nelle varie manifestazioni e usi: leggere, scrivere, parlare, ascoltare.Altro sarebbe off topic.
D'accordo se per saggi del passato s'intendono filosofi come Socrate,Seneca,Epicuro, ecc. S'impara sempre dalle loro parole, sempre attualizzabili, Se poi fossero illiberali, schiavisti, pedofili per questo tema è irrilevante; la tecnica era quella del tempo,la religione pure: credo che oggi sarebbero stupiti di vedere nelle chiese un uomo messo in croce.
Oggi un laureato, specie in certe discipline  con il massimo dei voti, nei tempi previsti, in università non di fama scadente, non dovrebbe rimanere disoccupato a lungo
Zen, spiritualità, metersi contro le multinazionali non porta a nulla, meno che meno c'è qulache contatto con il nostro discorso.

sileno

Citazione di: viator il 22 Agosto 2018, 15:10:00 PM
Salve. Siamo in campo comunicativo. Ed il problema è l'eccesso, la frenesia, l'ossessione comunicativa.

I padroni della comunicazione hanno sempre saputo che più essi comunicano e permettono di comunicare, più la gente si convincerà che la comunicazione rende liberi ed avvicina alla "verità".

La gente ignora o trascura il fatto che la comunicazione, a seconda di come viene usata od incentivata da chi ne possiede i mezzi, può in egual misura diffondere il vero od il falso, il reale o l'irreale......puo egualmente chiarire o confondere, insegnare o far dimenticare.

Per acquistare e mantenere il potere occorre fornire alle masse la maggior quantità possibile di comunicazione.
Occorre però farlo in modo appetibile, superficiale, disorganico, affinchè la massa venga continuamente confusa e distratta.

Occorre dargli pochi e sintetici testi (parole scritte) che siano accompagnati da immagini interessantissime e squillanti (non importa se la definizione è quella di YouTube) e possibilmente enfatizzati da un sonoro (dai rutti alla musica trash) che costringa la massa ad utilizzare il massimo numero di sensi ma anche la minor quantità di giudizio possibile.

Internet è dappertutto ed in esso c'è tutto. Unico problema, appunto, la sua completa mancanza di organicità formativa.

Perchè mai imparare la geografia o la storia quando trovo tutto e subito in rete?

Perchè mai conservare l'abilità dello scrivere a penna e far di conto quando esistono i correttori automatici, i traduttori automatici e le calcolatrici ?.

In realtà è in atto un processo per il quale le "abilità essenziali" diventeranno superflue e verranno delegate agli strumenti di comunicazione, mentre le "abilità specifiche e superiori" verranno negate alle masse e diventeranno appannaggio della casta rappresentata da chi crea e gestisce la comunicazione ed i suoi strumenti. Naturalmente resterà la casta intermedia dei tecnici specialisti per tutte le tecnologie generalistiche, ma essi non daranno alcun fastidio perchè saranno appunto degli specialisti che non potranno mettere becco al di là della propria specializzazione.







L'oggetto del tema è la comunicazione  dialogica faccia a faccia o scritta, che esigecompetenze linguistiche espresse nelle varie forme.
La comunicazione pubblica, mediatica,propagandistica,manipolatoria, pubblicitaria, le fake news che hanno tanto successo, richiedono perlopiù un senso critico, cultura.
Internet è utile a chi sa distinguere, usare la sterminata massa di informazioni, tra bufale e articoli firmati da nomi prestigiosi..
A scuola si è già disimparata la scrittura manuale, sotto certi aspetti, secondo gli esperti, più proficua di quella digitata.

sileno

Citazione di: paul11 il 23 Agosto 2018, 00:14:48 AM
Si dice che un ospite a casa del filosofo Kant, fosse meravigliato di non vedere una grande biblioteca.
Fino a pochi anni fa, prima di internet, si esibivano salotti con biblioteche.

Mi limito a dire che chi ha un vocabolario di 10 parole, pensa anche con 10 parole.
Nella mia esperienza di vita ho avuto a che fare con dottori e ingegneri specializzati in varie discipline.
La loro conoscenza è pre-impostata, sono spesso incapaci di pensare fuori dalla loro impostazione mentale.

Il filosofo, il creativo, è colui che esce dagli schemi pre impostati e per far questo a volte deve addirittura andare oltre al proprio vocabolario, inventa nuove sintassi e semantiche.




Sì, fino a pochi anni fa era d'obbligo esibire nel salotto buono varie enciclopedie, per dare un'impressione di cultura anche di chi non ne possedeva molta.
Il bello è che quelle collane di volumi lussuosamente rilegati finirono dai rivendotori di libri usati o nei cassonetti, senza essere mai letti. Qualcuno, si dice, usasse le coste di libri finti usate dai mobilieri.
Curare le parole è curare il pensiero,poi a scrivere si può imparare. Conoscendo bene la cosa,le parole verrano da sole.Linguaggi confusi e fumosi dipendono dalla scarsa conoscenza del tema di cui si tratta.
Oggi è forte l'esigenza diu n'educazione linguistica che arrichisca comprensione e intelligenza, di un autentico rapporto dialogico, dialettico con gli altri, col mondo.
Per sostenere una tesi di deve conoscerne la logica, come quella della teoria dell'argomentazione, conoscere le fallacie( logica non formale) per difendersi dagl'imbrogli dell'interlocutore. Da reimpartire a scuola come in tempi lontani. Poi, chissà? Qualcosa rimmarrà in età adulta, utile per partecipare a discussioni. Questo oltre a non abbandonare alcune letture ,non di banali best sellers

sileno

Citazione di: InVerno il 23 Agosto 2018, 10:37:47 AM
Il tema di fondo, perchè il problema dell'alfabetizzazione funzionale esce fuori a giorni alterni ormai, è l'analfebetizzazione digitale, ovvero che queste persone hanno ora un "microfono" e l'appiattimento della società internettesca mette a rischio la posizione di ciò che si autoritiene o è ritenuto "intellighenzia". C'è una parte della lingua che si è allontanata dai semplici(non dispregiativo) , non solo sono i semplici a essere "ritornati" ad uno stato di semplicità, la divulgazione è scarsissima nella società moderna e i due estremi si toccano sempre meno. In fin dei conti queste statistiche saranno tragiche nelle proporzioni che disvelano, ma il vero problema è democratico, ovvero che esse partecipino ora alla processo decisionale della polis, anche solo come "opinioni". Mentre prima la democrazia riusciva ad emarginarle con il latinorum e la burocrazia, oggi è importante che tutti abbiano preso parte ad un processo educativo che perlomeno prepari alle basi della logica. Su questo filone di ragionamento si arriva presto ai "fari digitali", i carismatici collezionatori di interviste dietrologiche che pattugliano internet e foraggiano di piccole grandi verità. Credo di aver già scritto 4 post sulla differenza tra educazione e istruzione, quindi non voglio annoiare ulteriormente, ma non c'è alcuna sorpresa che un titolo di istruzione non provi assolutamente nulla sull'educazione di un soggetto.




L'analfabetizzazione digitale colpisce anche quella piccola percentuale di lettori italiani che leggevano almento 3 o 4 libri al giorno.
C'era un ottimo saggio, tra gli altri, che s'intitolava "I saperi che stiamo perdendo"
Ricordo, ai miei tempi,per la futura elite che arrivava alla laurea, era prevista la scuola media col latino , severa e selettiva.
per gli altri di più modesta estrazione, l'avviamento al lavoro: diventavano apprendisti quattordicenni in vari mestierii.
L'educazione sta all'istruzione come la cultura sta all'erudizione .Sappiamo di molti politici che si sono laureati a 40, 50 anni, in università
non rinomate.
L'educazione sta all'istruzione come la cultura sta all'erudizione. Cose separate da non comfondere.

Discussioni simili (1)