Alternativa alla democrazia

Aperto da Angelo Cannata, 09 Maggio 2018, 14:37:06 PM

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Angelo Cannata

È facile criticare tutto, criticare i difetti di ogni tipo di democrazia, molto più difficile trovare valide alternative. Non ha senso pensare alternative basate sulla limitazione della democrazia, perché ogni limitazione di essa si è sempre dimostrata inferiore ad essa.

Forse però qualcosa si può ipotizzare. Democrazia basata sulla formazione. Vediamo di spiegarla meglio.

Ho appena scritto che ogni limitazione della democrazia si è sempre rivelata inferiore alla democrazia. Il fatto è che la democrazia in sé è capace di buttarsi la zappa sui piedi, cioè la democrazia stessa è in grado di dar luogo proprio alla limitazione della democrazia. L'esempio forse più lampante è il fatto che Hitler fu portato al potere democraticamente: la democrazia è in grado di portare al potere un dittatore capace di distruggere la democrazia stessa. La radice di questo problema sta nelle masse, la massificazione: democrazia significa tutti, significa masse, ma le masse sono quanto di più manovrabile esiste al mondo e lo sanno bene i pifferai del marketing, dei mezzi di comunicazione, delle propagande politiche, religiose e di ogni genere.

Direi che la radice del problema sta nel fatto che il cittadino, con tutta la dignità che richiede in quanto essere umano, non è automaticamente, in quanto cittadino ed essere umano, una garanzia di democrazia. Il fatto che siamo umani non garantisce affatto che siamo promotori di crescita, libertà, non violenza, progresso: Hitler era senza dubbio un essere umano.

A questo discorso aggiungerei una critica al modo in cui si è reagito alla caduta delle ideologie: i partiti di un tempo si distinguevano ciascuno dall'altro per differenze su un sistema di pensiero, una filosofia, un'ideologia appunto. Poi è venuta una presa di coscienza della totale criticabilità di ogni pensiero, ogni filosofia, ogni idea, e così si è andati al pragmatismo: ciò che differenzia i partiti sono le scelte pratiche. Questo per me è stato un errore. Ciò che è davvero caduto non sono le ideologie, ma certi modi di organizzare il pensiero, di costruire ideologie. Dunque non bisognava reagire abbandonando il pensiero e buttandosi a capofitto sul pratico, ma lavorando con pazienza ad organizzare il pensare in maniere più avanzate, più evolute, in grado di misurarsi di petto con il problema della criticabilità di ogni idea e di ogni modo di pensare.

Questo problema si supera pensando in maniera dinamica (Eraclito), piuttosto che per sistemi statici. Infatti il problema di ogni sistema politico, che si tratti di dittature, o di democrazie, o di gerarchie, è che è appunto un sistema, cioè un'organizzazione statica del pensiero. Un'organizzazione statica del pensiero non può evitare di capitolare di fronte a un mondo che ci circonda che è in continuo divenire. È come voler affrontare un pugile che salta, ti gira intorno, prova tutti i tipi di attacco, semplicemente stando fermi. Anche se colui che sta fermo si trovasse dentro un carrarmato, il pugile prima o poi troverà il punto debole del carrarmato e il motivo del suo successo è il fatto che egli è dinamico, mentre il carrarmato è fermo.

Pensare la democrazia in maniera dinamica significa basarla non sul fatto che si è esseri umani o cittadini, ma sul rispondere ad un cammino di formazione. Insomma, non sto facendo altro che applicare alla democrazia il concetto di obbligatorietà della scuola: la "scuola dell'obbligo" è un fatto democraticamente apprezzato.

La conclusione sarebbe questa: vuoi il diritto a votare? Supera un esame. Così come non è considerato ingiustizia negare la laurea a chi non ha studiato, perché considerare ingiustizia negare il diritto di voto a chi non ha superato un certo esame? L'idea dietro questa scelta sarebbe che un ignorante rappresenta con più probabilità la democrazia che si butta la zappa sui piedi, mentre una persona che dimostri una certa formazione rappresenta con più probabilità una democrazia che favorisce il benessere e il progresso. Detto in termini diversi, è più facile che il voto di un ignorante crei ostacoli alla libertà sia di sé stesso che degli altri, rispetto al voto di una persona formata.

A questo punto il problema diventa: formata a che cosa?

Indicherei quattro orientamenti, da considerare non fissi, altrimenti cadiamo di nuovo nella staticità che ho criticato qui sopra. Il cittadino con diritto al voto dovrebbe dimostrare un minimo di formazione alle idee di quantità, diversità, non violenza, possibilità.
Quantità: favorire il maggior numero di persone possibile, nei limiti creati dalle rispettive coesistenze.
Diversità: favorire la maggiore diversità possibile di persone, idee, animali, natura, tutto.
Non violenza: purtroppo la natura ha progredito usando la violenza come strumento di equilibrio e diversità; l'uomo può tentare di portare avanti modalità non violente.
Possibilità: favorire a tutti la maggiore quantità e diversità possibile di possibilità, altrimenti dette opportunità (insomma, l'idea del ministero delle pari opportunità).

Naturalmente si tratterebbe di un esamino facile, quasi simbolico, più con lo scopo di sensibilizzare che di impedire il voto a chi non ha abilità intellettuali. Insomma, giusto per ricordare a chi vota che egli può anche buttarsi la zappa sui piedi senza accorgersene. Quest'esamino potrebbe anche essere da sostenere anno per anno, consentendo così sia una dinamicità di esso, sia una commisurazione alle condizioni di avanzamento del cittadino nel suo cammino di formazione alla vita civica. Più dell'esamino, sarebbe importante la frequentazione delle lezioni di formazione in vista di esso.

Qualcuno potrebbe dirmi che ho inventa la materia che ai miei tempi si chiamava educazione civica. Direi di sì, con la differenza di renderla obbligatoria a chi voglia votare e con le caratteristiche che ho provato a descrivere.

anthonyi

Ciao Angelo,
ci sono molte ragioni in quello che dici, conquistarsi il voto con un esame farebbe in modo non solo di garantire un voto più informato, ma anche più apprezzato. I nostri nonni, che magari il diritto al voto se lo sono conquistato combattendo contro le dittature, apprezzavano il diritto di voto molto più di noi.
Naturalmente non si tratterebbe solo di studiare Educazione civica, magari anche un po' di diritto ed economia, quel tanto che basta per non credere alle frottole di certi pifferai magici che vengono a raccontare che in politica si può avere, come diceva il buon Cettola Qualunque: "Chiu pilu pe tutti" (Cioè soldi regalati a tutti).
Un saluto

stefano

Citazione di: Angelo Cannata il 09 Maggio 2018, 14:37:06 PMÈ facile criticare tutto, criticare i difetti di ogni tipo di democrazia, molto più difficile trovare valide alternative. Non ha senso pensare alternative basate sulla limitazione della democrazia, perché ogni limitazione di essa si è sempre dimostrata inferiore ad essa. Forse però qualcosa si può ipotizzare. Democrazia basata sulla formazione. Vediamo di spiegarla meglio. Ho appena scritto che ogni limitazione della democrazia si è sempre rivelata inferiore alla democrazia. Il fatto è che la democrazia in sé è capace di buttarsi la zappa sui piedi, cioè la democrazia stessa è in grado di dar luogo proprio alla limitazione della democrazia. L'esempio forse più lampante è il fatto che Hitler fu portato al potere democraticamente: la democrazia è in grado di portare al potere un dittatore capace di distruggere la democrazia stessa. La radice di questo problema sta nelle masse, la massificazione: democrazia significa tutti, significa masse, ma le masse sono quanto di più manovrabile esiste al mondo e lo sanno bene i pifferai del marketing, dei mezzi di comunicazione, delle propagande politiche, religiose e di ogni genere. Direi che la radice del problema sta nel fatto che il cittadino, con tutta la dignità che richiede in quanto essere umano, non è automaticamente, in quanto cittadino ed essere umano, una garanzia di democrazia. Il fatto che siamo umani non garantisce affatto che siamo promotori di crescita, libertà, non violenza, progresso: Hitler era senza dubbio un essere umano. A questo discorso aggiungerei una critica al modo in cui si è reagito alla caduta delle ideologie: i partiti di un tempo si distinguevano ciascuno dall'altro per differenze su un sistema di pensiero, una filosofia, un'ideologia appunto. Poi è venuta una presa di coscienza della totale criticabilità di ogni pensiero, ogni filosofia, ogni idea, e così si è andati al pragmatismo: ciò che differenzia i partiti sono le scelte pratiche. Questo per me è stato un errore. Ciò che è davvero caduto non sono le ideologie, ma certi modi di organizzare il pensiero, di costruire ideologie. Dunque non bisognava reagire abbandonando il pensiero e buttandosi a capofitto sul pratico, ma lavorando con pazienza ad organizzare il pensare in maniere più avanzate, più evolute, in grado di misurarsi di petto con il problema della criticabilità di ogni idea e di ogni modo di pensare. Questo problema si supera pensando in maniera dinamica (Eraclito), piuttosto che per sistemi statici. Infatti il problema di ogni sistema politico, che si tratti di dittature, o di democrazie, o di gerarchie, è che è appunto un sistema, cioè un'organizzazione statica del pensiero. Un'organizzazione statica del pensiero non può evitare di capitolare di fronte a un mondo che ci circonda che è in continuo divenire. È come voler affrontare un pugile che salta, ti gira intorno, prova tutti i tipi di attacco, semplicemente stando fermi. Anche se colui che sta fermo si trovasse dentro un carrarmato, il pugile prima o poi troverà il punto debole del carrarmato e il motivo del suo successo è il fatto che egli è dinamico, mentre il carrarmato è fermo. Pensare la democrazia in maniera dinamica significa basarla non sul fatto che si è esseri umani o cittadini, ma sul rispondere ad un cammino di formazione. Insomma, non sto facendo altro che applicare alla democrazia il concetto di obbligatorietà della scuola: la "scuola dell'obbligo" è un fatto democraticamente apprezzato. La conclusione sarebbe questa: vuoi il diritto a votare? Supera un esame. Così come non è considerato ingiustizia negare la laurea a chi non ha studiato, perché considerare ingiustizia negare il diritto di voto a chi non ha superato un certo esame? L'idea dietro questa scelta sarebbe che un ignorante rappresenta con più probabilità la democrazia che si butta la zappa sui piedi, mentre una persona che dimostri una certa formazione rappresenta con più probabilità una democrazia che favorisce il benessere e il progresso. Detto in termini diversi, è più facile che il voto di un ignorante crei ostacoli alla libertà sia di sé stesso che degli altri, rispetto al voto di una persona formata. A questo punto il problema diventa: formata a che cosa? Indicherei quattro orientamenti, da considerare non fissi, altrimenti cadiamo di nuovo nella staticità che ho criticato qui sopra. Il cittadino con diritto al voto dovrebbe dimostrare un minimo di formazione alle idee di quantità, diversità, non violenza, possibilità. Quantità: favorire il maggior numero di persone possibile, nei limiti creati dalle rispettive coesistenze. Diversità: favorire la maggiore diversità possibile di persone, idee, animali, natura, tutto. Non violenza: purtroppo la natura ha progredito usando la violenza come strumento di equilibrio e diversità; l'uomo può tentare di portare avanti modalità non violente. Possibilità: favorire a tutti la maggiore quantità e diversità possibile di possibilità, altrimenti dette opportunità (insomma, l'idea del ministero delle pari opportunità). Naturalmente si tratterebbe di un esamino facile, quasi simbolico, più con lo scopo di sensibilizzare che di impedire il voto a chi non ha abilità intellettuali. Insomma, giusto per ricordare a chi vota che egli può anche buttarsi la zappa sui piedi senza accorgersene. Quest'esamino potrebbe anche essere da sostenere anno per anno, consentendo così sia una dinamicità di esso, sia una commisurazione alle condizioni di avanzamento del cittadino nel suo cammino di formazione alla vita civica. Più dell'esamino, sarebbe importante la frequentazione delle lezioni di formazione in vista di esso. Qualcuno potrebbe dirmi che ho inventa la materia che ai miei tempi si chiamava educazione civica. Direi di sì, con la differenza di renderla obbligatoria a chi voglia votare e con le caratteristiche che ho provato a descrivere.

Sono un sostenitore della democrazia cosi com'è 
Per me la democrazia si basa sullo scontro di idee,interessi,mentalità,non sull'educazione all'esercizio 
democratico che non si sa bene cosa sia perche,essendo per l'appunto democratico,ognuno lo immagina in modo diverso.
In questo caso si tratta di un  tentativo di arrivare a una democrazia cosi perfetta da prevedere la formazione di 
un elettorato "consapevole" in grado ricondurre tutta la vita democratica alla logica e alla razionalità.
Quindi,in luogo di un progresso sociale conflittuale e imprevedibile,avremo contenuti di crescita prestabiliti e 
validi per tutti:gli elettori,non piu pecoroni,riconosceranno il valore scientifico e filosofico di questi contenuti 
e smetteranno di fare disastri.
Per quanto ne sappia non c'è realisticamente nessun valore prestabilito in democrazia tranne la regola che tutti 
siamo uguali nei diritti e nei doveri(che comunque non è poco).L'idea di fare questo esamino,che per fortuna è 
facile,per "meritarsi" la democrazia,mi fa venire in mente quei signori e signorotti ben istruiti pre-suffragio 
universale che si chiedevano come contadini e operai potessero avere un'idea consapevole su cosa votare.
Poi stranamente è successo che,grazie in gran parte proprio a quei contadini e quegli operai che difendendevano 
i loro diritti c'è stato un clamoroso progresso sociale.Infatti i contadini e gli operai erano molto piu 
consapevoli dei "signori" di cosa fosse la fatica del lavoro.Pensare che il livello culturale possa di per se 
portare a una maggiore consapevolezza democratica è un idea molto riduttiva della democrazia.
La ricchezza della democrazia sta infatti nelle diversità che si confrontano e si scontrano,sono diversità reali 
generate dalla vita stessa nelle sue diverse condizioni.
La pretesa di dare a tutto ciò una direzione logica e razionale potrebbe dare luogo alla  messa in scena 
di una società dove ognuno idealmente,superato l'esame democratico,esprimerebbe le proprie idee in 
maniera distaccata,filosofica o scientifica,evitando parzialità e convinzioni personali.Tutto allora 
si svolgerebbe in modo corretto e perfettamente imparziale tanto che si potrebbe anche rinunciare ai soliti 
battibecchi tra partiti beceri e giornali bugiardi,ci sarebbe semplicemente un solo partito 
perfettamente imparziale e un solo giornale perfettamente imparziale.
Ora,tutto cio potrebbe anche essere bello e armonioso ma,a scanso di equivoci,che fine farà chi si 
rifiuta di fare l'esame? Sono per caso previsti campi di rieducazione?

Angelo Cannata

Non c'è bisogno di alcuno sforzo d'immaginazione per pensare che fine fa chi non vota: tutti sappiamo che in qualsiasi elezione ci sono anche gli astenuti. Che fine fanno? Nessuna fine; semplicemente hanno deciso che siano altri a decidere anche per loro.

Inoltre ho l'impressione che ti sia sfuggito questo rigo che avevo scritto:
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Maggio 2018, 14:37:06 PM... orientamenti, da considerare non fissi, altrimenti cadiamo di nuovo nella staticità che ho criticato qui sopra
Non si tratta quindi di stabilire una dottrina, come nelle religioni, a cui tutti si debbano adeguare; sarebbe piuttosto esattamente come la scuola, in cui si decide democraticamente cosa insegnare e che cosa i cittadini devono essere obbligati ad imparare.

baylham

Sono d'accordo che il sistema democratico sia meglio delle sue alternative, ma ritengo che nessuno, niente possa dare garanzie sulla sua stabilità e durata.

Va considerato che il sistema democratico è vigente in una minoranza di stati da pochi secoli.

Non ritengo utile alcun esame di idoneità politica, mentre sono d'accordo che nella scuola, la cui possibilità di accesso sia assicurata a tutti, ci sia la materia del diritto costituzionale, ovviamente insegnato in forme adatte all'età degli studenti.

Il tentativo di escludere la forza, la violenza, aggiungo l'odio, dalle relazioni sociali, umane, mi appare una bella utopia: lo stesso stato democratico si avvale di questi mezzi.
Mi accontenterei di cambiare le espressioni dell'odio, della violenza, della forza, in forme ritualizzate meno distruttive.

Angelo Cannata

Dire sono d'accordo con questo o in disaccordo con quell'altro non aiuta se non dici i motivi. Un forum dovrebbe servire a riflettere, portare avanti confronti, comunicare, presentare contenuti, argomentare, più che a semplici alzate di mano su chi è d'accordo su una cosa e chi su un'altra.

stefano

#6
Citazione di: Angelo Cannata il 18 Maggio 2018, 07:45:35 AMNon c'è bisogno di alcuno sforzo d'immaginazione per pensare che fine fa chi non vota: tutti sappiamo che in qualsiasi elezione ci sono anche gli astenuti. Che fine fanno? Nessuna fine; semplicemente hanno deciso che siano altri a decidere anche per loro. Inoltre ho l'impressione che ti sia sfuggito questo rigo che avevo scritto:
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Maggio 2018, 14:37:06 PM... orientamenti, da considerare non fissi, altrimenti cadiamo di nuovo nella staticità che ho criticato qui sopra
Non si tratta quindi di stabilire una dottrina, come nelle religioni, a cui tutti si debbano adeguare; sarebbe piuttosto esattamente come la scuola, in cui si decide democraticamente cosa insegnare e che cosa i cittadini devono essere obbligati ad imparare.

Forse la mia conclusione era un po distopica ma quando si parla di "qualità democratica" ci puo esseresempre il dittatore dietro l'angolo che aspetta.
In realtà la vocazione della democrazia è tuttaltro che qualitativa nel senso che è la quantità che decide perche èun dato oggettivo,la qualità semmai arriva dopo ma è soggettiva e non si puo prestabilire.
La dittatura invece è decisamente qualitativa nel senso che prestabilisce le sue qualità come oggettive.La democrazia qualitativa quindi è,secondo me,una
contraddizione in termini.Il fatto che la qualità (orientamenti) non sia statica ma venga prestabilita di volta in volta non cambia molto,si tratta sempre un dato soggettivo che si vorrebbe far passare per oggettivo.La democrazia quindi non puo escludere nessuno,se lo fa è carente,il dato oggettivo,numerico,non si puo discutere.Secondo me poi l'uguaglianza democratica ha un valore profondo perche deriva dal messaggio cristiano,ma questa è se vogliamo solo una mia convinzione personale,soggettiva,non predeterminante,nessuno potrà mai escludere un non cristiano da una democrazia,se è una vera democrazia.Questo per dire che i valori,i contenuti,in una democrazia ci possono essere ma non possono pretendere di avere un riscontro pari alla loro giustezza o profondità,
che puo essere vera ma anche presunta,in ogni caso non oggettiva.Valori come progresso sociale,giustizia sociale,perfino la libertà di pensiero,sono nati dentro la
democrazia ma non sono la democrazia.Qualcuno potrà sempre contestarli,criticarli,svalutarli ma non per questo verrà escluso dalla vita democratica.In democrazia ognuno vale per il semplice fatto di esistere,lo si puo giudicare se commette crimini,ma nessuno lo potrà mai
giudicare per la qualità della sua esistenza,nessuno potrà dirgli che non è adeguato alla vita democratica,nessuno potrà mai credere di essere migliore, o meglio, "decidere" di essere migliore,fosse anche scienziato,filosofo e maestro di spiritualità.La democrazia vive di contrasti e anche il contrasto tra "sapiente" e "ignorante" è utile anzi una ricchezza,le cose cambiano solo quando vengono messe a confronto,contrapposte.E non è detto che il "sapiente" abbia
dalla sua le doti migliori,infatti molte volte si isola nei suoi libri e nelle sue teorie, che lo fanno sentire migliore e non sa niente di vita sociale e di semplicità,
magari semplifica le cose complicate e poi complica le cose semplici.
Ognuno ha da insegnare qualcosa e anche il sapiente dovrebbe imparare dall'ignorante. Per esempio in questo topic tu Angelo avresti potuto  dire semplicemente che l'istruzione è importante per il progresso culturale e sociale democratico,che è importante insegnare l'educazione
civica nelle scuole,ma poi ti sei messo a codificare valori che dovrebbero essere condivisi da tutti, quindi oggettivi,con aggiunta di esami di ammissione e relative lezioni di formazione....Non ti accorgi che stai complicando cio che in fondo è semplice,questa pretesa di superdemocrazia è
in realtà ben poco democratica:la democrazia è semplice e per sua definizione non esclude nessuno.E oltretutto superi i limiti del semplice buon senso:la scuola dell'obbligo a vita è di fatto inapplicabile,questo te lo potrebbe dire anche qualsiasi cittadino "ignorante"E' vero tu sei un sapiente,lo si vede da come scrivi,ma sbagli a ritenerti migliore di un ignorante e pensare che la trasmissione della conoscenza tra te e lui possa avvenire solo a senso unico da te a lui.
Per "conoscenza" infatti bisognerebbe intendere una ummensità di cose e noi tutti dovremmo avere l'umiltà sentirsene solo una infinitesima  parte.Piuttosto è la libera circolazione di idee,il confronto-scontro tra le diverse esistenzeche puo produrre qualcosa di buono senza bisogno di esami o corsi di formazione.
Citazione di: baylham il 18 Maggio 2018, 15:44:48 PM[size=2 Mi accontenterei di cambiare le espressioni dell'odio, della violenza, della forza, in forme ritualizzate meno distruttive.
Quali forme ritualizzate e meno distruttive?

anthonyi

Citazione di: stefano il 19 Maggio 2018, 14:37:53 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 18 Maggio 2018, 07:45:35 AMNon c'è bisogno di alcuno sforzo d'immaginazione per pensare che fine fa chi non vota: tutti sappiamo che in qualsiasi elezione ci sono anche gli astenuti. Che fine fanno? Nessuna fine; semplicemente hanno deciso che siano altri a decidere anche per loro. Inoltre ho l'impressione che ti sia sfuggito questo rigo che avevo scritto:
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Maggio 2018, 14:37:06 PM... orientamenti, da considerare non fissi, altrimenti cadiamo di nuovo nella staticità che ho criticato qui sopra
Non si tratta quindi di stabilire una dottrina, come nelle religioni, a cui tutti si debbano adeguare; sarebbe piuttosto esattamente come la scuola, in cui si decide democraticamente cosa insegnare e che cosa i cittadini devono essere obbligati ad imparare.

Forse la mia conclusione era un po distopica ma quando si parla di "qualità democratica" ci puo essere
sempre il dittatore dietro l'angolo che aspetta.
In realtà la vocazione della democrazia è tuttaltro che qualitativa nel senso che è la quantità che decide perche è
un dato oggettivo,la qualità semmai arriva dopo ma è soggettiva e non si puo prestabilire.
La dittatura invece è decisamente qualitativa nel senso che prestabilisce le sue qualità come oggettive.
La democrazia qualitativa quindi è,secondo me,una contraddizione in termini.Il fatto che
la qualità (orientamenti) non sia statica ma venga prestabilita di volta in volta non
cambia molto,si tratta sempre un dato soggettivo che si vorrebbe far passare per oggettivo.
La democrazia quindi non puo escludere nessuno,se lo fa è carente,il dato oggettivo,numerico,
non si puo discutere.Secondo me poi l'uguaglianza democratica ha un valore profondo perche
deriva dal messaggio cristiano,ma questa è se vogliamo solo una mia convinzione personale,
soggettiva,non predeterminante,nessuno potrà mai escludere un non cristiano da una democrazia,
se è una vera democrazia.Questo per dire che i valori,i contenuti,in una democrazia ci
possono essere ma non possono pretendere di avere un riscontro pari alla loro giustezza o profondità,
che puo essere vera ma anche presunta,in ogni caso non oggettiva.
Valori come progresso sociale,giustizia sociale,perfino la libertà di pensiero,sono nati dentro la
democrazia ma non sono la democrazia.Qualcuno potrà sempre contestarli,criticarli,svalutarli
ma non per questo verrà escluso dalla vita democratica.In democrazia ognuno vale per il
semplice fatto di esistere,lo si puo giudicare se commette crimini,ma nessuno lo potrà mai
giudicare per la qualità della sua esistenza,nessuno potrà dirgli che non è adeguato alla vita
democratica,nessuno potrà mai credere di essere migliore o meglio "decidere" di essere migliore,
fosse anche scienziato,filosofo e maestro di spiritualità.La democrazia vive di contrasti e anche il
contrasto tra "sapiente" e "ignorante" è utile anzi una ricchezza,le cose cambiano
solo quando vengono messe a confronto,contrapposte.E non è detto che il "sapiente" abbia
dalla sua le doti migliori,infatti molte volte si isola nei suoi libri e nelle sue teorie,
che lo fanno sentire migliore e non sa niente di vita sociale e di semplicità,
magari semplifica le cose complicate e poi complica le cose semplici.
Ognuno ha da insegnare qualcosa,anche il sapiente deve imparare dall'ignorante.
Per esempio in questo topic tu Angelo avresti potuto  dire semplicemente che l'istruzione è
importante per il progresso culturale e sociale democratico,che è importante insegnare l'educazione
civica nelle scuole,ma poi ti sei messo a codificare valori che dovrebbero essere condivisi da tutti,
quindi oggettivi,con aggiunta di esami di ammissione e relative lezioni di formazione....
Non ti accorgi che stai complicando cio che in fondo è semplice,questa pretesa di superdemocrazia è
in realtà ben poco democratica:la democrazia è semplice e per sua definizione non esclude nessuno.
E oltretutto superi i limiti del semplice buon senso:la scuola dell'obbligo a vita è di fatto inapplicabile,
questo te lo potrebbe dire anche qualsiasi cittadino "ignorante"
E' vero tu sei un sapiente,lo si vede da come scrivi,ma sbagli a ritenerti migliore di un ignorante
e pensare che la trasmissione della conoscenza tra te e lui possa avvenire solo a senso unico da te a lui.
Per "conoscenza" infatti bisognerebbe intendere una ummensità di cose e noi tutti dovremmo avere l'umiltà
di pensare di essere solo una piccola parte di queste.Piuttosto è la libera circolazione di idee,
il confronto-scontro tra le diverse esistenzeche puo produrre qualcosa di buono senza bisogno
di esami o corsi di formazione.

Ciao Stefano,
a me pare che certi principi che negano l'universalità del voto già sono in vigore, chi è condannato perde il diritto di votare, anche se solo per un certo tempo, e poi direi che potremmo essere d'accordo sul fatto che un incapace di intendere e di volere non può avere diritto al voto.
Si tratta solo di allargare questi concetti rendendoli più rigorosi, chi dimostra condotte morali discutibili può essere considerato un individuo in grado di fare scelte funzionali al bene comune?
E chi non sa nulla di politica?
Il mio parere, poi, è che in una società nella quale la specializzazione è sempre maggiore, scegliere e fare scegliere a persone competenti è sempre più necessario. E' un principio che ad esempio si è affermato da tempo nella gestione monetaria e finanziaria, i cui responsabili sono sempre scelti con criteri che lasciano fuori la partecipazione popolare.
Un saluto

stefano

#8
Scusa Anthony,ma per corretteza democratica credo che la questione andrebbe posta in questi termini:
se uno ritiene di non sapere nulla di politica allora puo decidere di non votare; se a decidere che lui non sa niente di politica è qualcun'altro allora la democrazia è morta e non serve piu interessarsi di politica.
Lo stesso vale per la condotta morale che non puo essere sanzionata perche discutibile ma solose oltrepassa i limiti della legalità.Se qualcuno decide che la tua condotta morale è discutibile e ti boccia all'esame pre elettorale allora la democrazia è morta e allora non ci sarà piu bisogno di fare esami o esamini.
Per quanto riguarda poi il paragone con la gestione finanziaria non so bene di quale democraxia tu stia parlando
perche per quanto mi riguarda la democrazia dovrebbe essere l'antitesi del potere finanziario.

Angelo Cannata

Citazione di: stefano il 19 Maggio 2018, 14:37:53 PMLa democrazia quindi non puo escludere nessuno,se lo fa è carente,il dato oggettivo,numerico,non si puo discutere.
Io non ho presentato la mia proposta né come oggettiva, né come democratica. Infatti ho messo come titolo "Alternativa alla democrazia".
La democrazia può avere come oggettivo il numero, la quantità, ma non ha come oggettivo il bene: non è possibile dimostrare che le scelte operate democraticamente garantiscano il bene: basti pensare che Hitler fu eletto democraticamente.

In una situazione di fondo in cui non esiste oggettività sui metodi che garantiscano il bene di una società, la mia è una proposta del tutto soggettiva, così come è soggettiva la democrazia stessa, in merito alla sua capacità di garantire il bene comune rispetto ad altri sistemi.

Il fatto che la mia proposta sia del tutto soggettiva non ne sminuisce affatto l'apprezzabilità, perché si tratta di soggettività in mezzo ad altre soggettività. La mia proposta, quindi, non si offre affatto come garanzia di essere migliore rispetto alla democrazia: è solo una proposta, ma il fatto di essere solo una proposta non significa che già a priori non valga niente.

anthonyi

Citazione di: stefano il 19 Maggio 2018, 17:00:42 PM
Scusa Anthony,ma per corretteza democratica credo che la questione andrebbe posta in questi termini:
se uno ritiene di non sapere nulla di politica allora puo decidere di non votare; se a decidere che lui non sa niente di politica è qualcun'altro allora la democrazia è morta e non serve piu interessarsi di politica.
Lo stesso vale per la condotta morale che non puo essere sanzionata perche discutibile ma solose oltrepassa i limiti della legalità.Se qualcuno decide che la tua condotta morale è discutibile e ti boccia all'esame pre elettorale allora la democrazia è morta e allora non ci sarà piu bisogno di fare esami o esamini.
Per quanto riguarda poi il paragone con la gestione finanziaria non so bene di quale democraxia tu stia parlando
perche per quanto mi riguarda la democrazia dovrebbe essere l'antitesi del potere finanziario.

Vedi Stefano, la democrazia è fatta di regole che ne definiscono il funzionamento, è scritto anche nell'art. 1 della nostra Costituzione, il fatto che possano esserci criteri per valutare l'idoneità dell'individuo a votare è accettato in tutte le democrazie. Considera la regola dei 18 anni per aver diritto al voto, nasce dalla convenzione per cui si ipotizza che l'individuo a una certa età abbia la maturità per votare. Se sostituiamo questa convenzione con una verifica per la quale anche a meno di 18 anni tu puoi essere dichiarato maturo (O potresti non esserlo anche se hai più di 18 anni) hai una realizzazione più efficace del principio base per il quale devono votare persone mature e coscienti.
Sulla moralità della quale parlavo è chiaro che anche li è questione di regole, l'immoralità diventa illegalità a seconda delle regole. Se rubi fai qualcosa di immorale e di illegale, lo stesso se guidi una macchina ubriaco. Si tratta chiaramente di un problema di gravità per cui atti non così gravi da comportare il carcere, potrebbero comportare l'inibizione di alcuni diritti, tra cui anche quello di votare e/o di essere votati. E non è neanche questione di comportamenti personali, quando il Ministero degli Interni scioglie un comune, cioè dimette un Sindaco e un Consiglio "democraticamente" eletto per inquinamento mafioso e lo sostituisce con un Commissario è a favore o contro la Democrazia?
Riguardo alla gestione della moneta io te lo facevo proprio come esempio di sistema di regole che mettono da parte la democrazia proprio perché la democrazia non produce buoni risultati, allo stesso modo avrei potuto parlare della giustizia, quanto potere hanno i giudici, eppure nessuno li ha mai votati!
Un saluto.

baylham

Citazione di: Angelo Cannata il 18 Maggio 2018, 21:56:41 PM
Dire sono d'accordo con questo o in disaccordo con quell'altro non aiuta se non dici i motivi. Un forum dovrebbe servire a riflettere, portare avanti confronti, comunicare, presentare contenuti, argomentare, più che a semplici alzate di mano su chi è d'accordo su una cosa e chi su un'altra.

Giusta osservazione, ma dovrei portare la riflessioni a livelli di complessità a cui non sono capace di giungere, anche perché sono inafferrabili, irraggiungibili.
Alla fine si prende una determinazione, una tesi provvisoria, che non ha bisogno di alcuna argomentazione, che comunque a sua volta necessiterebbe di altra argomentazione in una spirale senza fine.

I sistemi evolvono, l'ordine attraverso il disordine passa ad un nuovo ordine. I sistemi sono auto organizzati, non c'è il controllo, possibilità di controllo del sistema di una parte dello stesso, la parte si adatta. Per questo motivo niente e nessuno può garantire il sistema politico democratico. 

La mia previsione è che purtroppo il sistema politico democratico durerà poco. In Occidente ci sono chiari segnali che vanno in direzione contraria, la storia mi sembra simile a quella che ha dato origine al nazifascismo. Il prossimo governo Lega-5 Stelle in Italia costituisce un ulteriore bivio verso la dissoluzione del sistema democratico, con la rottura degli schemi economici e politici che hanno ordinato finora il sistema. Dal crollo dell'economia in Italia ed in Europa conseguirà il crollo dei sistemi politici democratici. 

Rispondo a stefano: la democrazia stessa, il voto a maggioranza, le campagne elettorali, i partiti, sono elementi ritualizzati di un processo conflittuale, in cui l'odio e la violenza sono incanalati in forme non distruttive. Fissare le regole del conflitto, porre dei limiti al conflitto accettati tra le parti è il modo generale di ritualizzarlo.

stefano

#12
Citazione di: Angelo Cannata il 19 Maggio 2018, 17:04:56 PM
Citazione di: stefano il 19 Maggio 2018, 14:37:53 PMLa democrazia quindi non puo escludere nessuno,se lo fa è carente,il dato oggettivo,numerico,non si puo discutere.
Io non ho presentato la mia proposta né come oggettiva, né come democratica. Infatti ho messo come titolo "Alternativa alla democrazia". La democrazia può avere come oggettivo il numero, la quantità, ma non ha come oggettivo il bene: non è possibile dimostrare che le scelte operate democraticamente garantiscano il bene: basti pensare che Hitler fu eletto democraticamente. In una situazione di fondo in cui non esiste oggettività sui metodi che garantiscano il bene di una società, la mia è una proposta del tutto soggettiva, così come è soggettiva la democrazia stessa, in merito alla sua capacità di garantire il bene comune rispetto ad altri sistemi. Il fatto che la mia proposta sia del tutto soggettiva non ne sminuisce affatto l'apprezzabilità, perché si tratta di soggettività in mezzo ad altre soggettività. La mia proposta, quindi, non si offre affatto come garanzia di essere migliore rispetto alla democrazia: è solo una proposta, ma il fatto di essere solo una proposta non significa che già a priori non valga niente.
A dire il vero che la tua proposta non fosse democratica l'avevo gia capito
anche se hai usato l'eufemismo "democrazia basata sulla formazione" quindi non ti
offenderai se dico che la tua proposta è antidemocratica.Questo per la chiarezza
della discussione
Rimane da capire la tua apprensione per le sorti di una democrazia che non sa
difendere se stessa,che si tira la zappa sui piedi sempre per colpa della massa
di pecoroni che opprime il pensiero evoluto .Provo a interpretare.
Che la democrazia possa degenerare in dittatura è sempre
possibile, in questo caso però non c'entrano le masse ma i "sapienti" che
per prevenire la sciagura di un golpe causato dalle masse provano loro a organizzare un
golpe "intelligente" (essendo sapienti il loro golpe non puo essere altro che intelligente).
Il sistema è ingegnoso,si tratta di istituire un esamino pre elettorale facile facile
per selezionare chi è adatto o no al bene comune ma è chiaro che poi ci si chiederà:se l'eseme
lo possono superare tutti,cani e porci e pecoroni,allora che senso ha farlo? Quindi,siccome è previsto
un sistema decisionale non statico ma dinamico,allora si capirebbe che l'esamino potrebbe
essere trasformato in esamone,una selezione seria .capace di escludere una fetta sempre piu
grossa di elettorato massificato.
Ma a questo punto forse salterebbe fuori un problema.I pecoroni,miti e pazienti tanto da sopportare
anche tutti i corsi di formazione relativi agli esami ,si potrebbero ora ribellare,,potrebbero avere la
pretesa di tornare loro stessi a decidere se sono in grado o no di votare.
A questo punto a meno di mandare tutto in malora si renderebbe necessario un piccolo golpe
per assicurarsi le forze dell'ordine.Un piccolo golpe
di tipo istituzionale simile a quello di Hitler ma si intende,qui sarebbe per il bene comune.
Però,visto che qui la democrazia non c'entra niente,la vogliamo chiamare "dittatura illuminata"?

anthonyi

Citazione di: baylham il 20 Maggio 2018, 10:28:37 AM


La mia previsione è che purtroppo il sistema politico democratico durerà poco. In Occidente ci sono chiari segnali che vanno in direzione contraria, la storia mi sembra simile a quella che ha dato origine al nazifascismo. Il prossimo governo Lega-5 Stelle in Italia costituisce un ulteriore bivio verso la dissoluzione del sistema democratico,

Ma come, dicono di essere il primo governo che tutela veramente i cittadini. Io poi non sarei cosi catastrofista, questi signori sono talmente incapaci che non saranno neanche capaci di fare grossi danni, certo l'Italia rimane bloccata, ma in fondo stare fermi è il modo migliore per non subire traumi.
Un saluto.

Angelo Cannata

Citazione di: stefano il 20 Maggio 2018, 11:17:04 AM...
I pecoroni,miti e pazienti tanto da sopportare

anche tutti i corsi di formazione relativi agli esami ,si potrebbero ora ribellare...
...
I pecoroni, proprio perché pecoroni, non hanno capacità di ribellarsi. È proprio l'esamino a fornire capacità di ribellarsi. Se riescono a ribellarsi, vuol dire che non sono pecoroni e vuol dire anche che in realtà hanno la capacità di superare l'esamino.
Nel mondo le rivoluzioni (da non confondere con i golpe) sono sempre state opera dei più intelligenti. Quando un popolo qualsiasi si è ribellato a un tiranno qualsiasi, ha sempre dimostrato di essere più intelligente del tiranno. Non esistono rivoluzioni fatte dai pecoroni.

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