Alexis de Tocqueville e il paradosso della "democrazia”.

Aperto da Eutidemo, 12 Dicembre 2020, 11:50:14 AM

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Eutidemo

Alexis de Tocqueville, nel suo famoso libro intitolato "Democrazia in America", scrive: "Cos'è una 'maggioranza' presa collettivamente, se non un individuo che ha opinioni e più spesso interessi contrari a quelli di un altro individuo che si chiama 'minoranza'? Ora, se ammettete che un uomo, investito di un potere assoluto, può abusarne contro i suoi avversari, perché non ammettete anche la stessa cosa per una 'maggioranza'? Un potere onnipotente, che io rifiuto a uno solo dei miei simili, non l'accorderei neanche alla maggioranza di essi!"
In effetti, anche secondo me, metaforicamente parlando, una "democrazia" allo stato "puro" potrebbe essere paragonata ad un'assemblea, nella quale cinque leoni e quattro gazzelle devono deliberare "a maggioranza" che cosa si mangia per colazione!
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Però, a mio parere, il paradosso non si esaurisce qui;  ed infatti, la "maggioranza" potrebbe anche decidere che a governare sia una "minoranza", o, addirittura, "un singolo individuo"!
Circostanza che, di fatto, si è verificata più di una volta nella storia.
Ad esempio, il 24 marzo 1933, il Reichstag, cioè il Parlamento tedesco, democraticamente eletto dal popolo (17.277.000 voti contro 12.364.000), votò "a maggioranza" un regolare "Decreto Legge" (Ermächtigungsgesetz) con il quale vennero conferiti a Hitler i "pieni poteri"; cioè, in sostanza, fu la "maggioranza" a decidere che a governare fosse "un solo individuo".
Si potrebbe discutere di quanto realmente "libere" fossero state le elezioni politiche che nominarono quel parlamento; il che costituisce tutt'ora materia di controversia storica. Però sembra ormai accertato che, a prescindere dalle violenze che pure ci furono, i nazisti avrebbero "comunque" ottenuto la maggioranza (secondo alcune ricostruzioni di 15 milioni a 14 milioni, parlando dei partiti maggiori); semmai, più che la violenza, a far vincere i nazisti fu la "propaganda demagogica", magistralmente orchestrata da Goebbels.
La quale "propaganda", dai graffiti murali ritrovati a Pompei, fino ai giornali, alla radio e alla TV, e, soprattutto, alle attuali manipolazioni elettorali oggi informaticamente perpetrate dai "social network" (anche tramite le "fake news" e i "troll"), nella sostanza è sempre stata la stessa; però ha subito una evoluzione notevolmente maggiore, che non quella che c'è stata dalla clava alla bomba atomica.
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Ma senza fare altri specifici esempi (come la trasformazioni dei "Comuni" in "Signorie"), che potrebbero essere troppo numerosi, mi limiterò a ricordare che, già da prima della nascita di Cristo, Polibio aveva avuto modo di accorgersi che, anche allora, storicamente, spesso  le  "democrazie" finivano per degenerare,  trasformandosi prima in "oclocrazie" (ovvero in "massocrazie"), e, infine, in "dittature".
Scrive, infatti, Polibio: "Durante l''oclocrazia' il popolo, esasperato dal disordine politico e dalla corruzione, sarà spinto a credere nel populismo dei demagoghi che porteranno lo Stato al caos da cui si uscirà quando emergerà un unico demagogo che instaurerà, alla fine, un potere assoluto!"
Ma non approfondisco oltre, perchè questa dovrebbe costituire materia per un altro apposito TOPIC.
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Per restare, invece, al nostro paradosso, secondo me, esso si verifica non solo, per così dire, "esternamente", quando, "democraticamente", una "democrazia" degenera, conferendo maggiori o minori poteri ad una "singola persona"; il che, oggi, in genere, avviene spesso in modo più "soft", insensibile e dissimulato di quanto non accadesse in passato (Ottaviano a parte)...ma non sempre e dovunque è così.
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Tale paradosso, invero, si verifica non solo "esternamente" come sopra esposto, ma anche "internamente", quando, "democraticamente", una "democrazia" cerca di essere non solo di essere "democratica", ma anche "liberale" (sotto il profilo soprattutto "politico", e non solo "economico"); cioè, ponendo dei limiti "costituzionali" allo strapotere della "maggioranza"!
Al riguardo, Francesco Pulitini, nel suo libro "Libertà, impresa e politica nella storia del pensiero", acutamente scrive: "I vincoli costituzionali sono un metodo con il quale i cittadini cercano di proteggersi da loro stessi -o meglio, dalla maggioranza di loro stessi-; un po' come Ulisse, il quale sapendo di non poter resistere al canto delle sirene (demagogiche), si autolegò ad un albero della sua nave!"
Ed infatti, almeno per me, l'unico tipo di "democrazia" accettabile, è quella cosiddetta "liberale" (o "costituzionale" che dir si voglia), nella quale sia le "minoranze" che i singoli individui siano adeguatamente tutelati dallo strapotere delle "maggioranze"; la democrazia "allo stato puro", invero, mi ripugna allo stesso modo in cui ripugnava ad Alexis de Tocqueville, perchè penso che sia  meglio sottostare ad un tiranno solo, che ad una folla di tiranni.
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Però mi rendo conto che anche questo è un po' un paradosso; in quanto chi è che "deve" e che "può" determinare i limiti del potere della maggioranza?
In un regime democratico, non può che essere la maggioranza stessa, in sede di legislazione ordinaria o di legislazione costituzionale; il che riguarda anche la decisione circa quale maggioranza deve o meno ritenersi "qualificata" per assumere determinate decisioni!
Quindi è pur sempre un serpente che si morde la coda!
::)
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Costituzione a parte, peraltro, si pone anche la tematica della "tutela delle minoranze parlamentari", e della giurisdizionalizzazione del conflitto politico-parlamentare nell'ordinamento giuridico nazionale.
Ed infatti, in assenza nel testo della Costituzione italiana, di una disposizione che attribuisca una diretta legittimazione alle minoranze parlamentari di adire il Giudice delle leggi, con l'ordinanza n. 17 del 2019 , la Corte ha sancito che non può essere la stessa Corte costituzionale a riconoscere loro "ex novo" la legittimazione attiva che, nel caso di specie, atterrebbe solo alla sede del conflitto tra poteri; cioè, in sintesi, è stato sancito che le "minoranze parlamentari" non sono (e non hanno) alcun potere istituzionale.
Per cui la Consulta ha invitato la "maggioranza" della Camera stessa, a "valutare l'opportunità di modificare il proprio regolamento", per tutelare gli interessi legittimi delle proprie "minoranze".
Come sopra volevasi dimostrare!
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*CONCLUSIONE*
Niente è perfetto!
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