Al servizio di Internet

Aperto da viator, 06 Giugno 2020, 13:40:43 PM

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viator

Salve. Avete notato - attraverso il tempo - quanto perversamente sia cambiato il rapporto tra gli utenti ed Internet ?

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Voi come vi trovate con le continue, ossessionanti intromissioni pubblicitarie, con le schermate saltellanti perchè i contenuti vanno caricati a pezzi e bocconi, con le proposte di pulire gratis gli angoli più zozzi del vostro hardware, con gli inviti a cliccare qui invece che là, con i consigli dietetico-sanitari circa i cinque cibi da evitare assolutamente, con le notizie che terminano bruscamente se non sottoscrivete l'abbonamento.......................

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La tendenza è certo quella di passare dalla ricerca nell'interesse dell'utente alla imposizione da parte dell' "inserzionista". Questo dovrebbe essere il futuro dell'interattività.

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Ma secondo voi è logico ed equo che per frequentare Internet occorra pagare un gestore (provider) per impianti-rete e - separatamente - dei fornitori di contenuti ?.

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Sarebbe come andare al cinema pagando l'ingresso in sala poi, separatamente, pagare dei supplementi per i diversi tipi di spettacolo che si vogliono vedere.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Il mercato della droga capitalistica (la pubblicità mica è gratis: prima o poi si paga in aggiunta al provider) funziona così. E tu che ne sei un estimatore perchè ti lamenti ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Faccio finta di aver capito che tu non avresti capito la mia opinione circa il mercato ed il capitalismo.


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In 1870 miei post chiunque può trovare da me citata molte volte la mia personale convinzione della inesorabile naturalità (ed inesorabile egoisticità)..........nonchè della superiore EFFICIENZA SIA NATURALISTICA CHE MECCANICISTICA del Capitalismo e delle sue espressioni mercantil-produttive. Forse meno frequentemente ma con eguale chiarezza ho anche più volte scritto che le leggi (prima naturali e poi quindi anche umane) che muovono intrapresa e capitale non hanno nulla a che spartire con i criteri umani di equità e giustizia.

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Che poi a te ed a chi la pensa come te risulti facile etichettarmi come filocapitalista.......beh, è ovvio che i gonzi (qui dentro ce n'è meno che fuori, ma sempre alcuni ce ne sono) se la berranno subito. Ti saluto.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

La pubblicità appartiene alla "superiore EFFICIENZA SIA NATURALISTICA CHE MECCANICISTICA del Capitalismo". Ne è una colonna portante tanto nella promozione del prodotto che nel rincoglionimento del consumatore. Quindi è ovvio che il maggior prodotto di consumo del capitale, ovvero internet, sia un luogo di caccia d'elezione per la propaganda del capitale denominata pubblicità.

Quanto alla politica, è da mo' che le istituzioni liberal-liberiste hanno venduto l'anima al capitale e, fin nel linguaggio, la retorica istituzionale, infarcita di anglicorum, ne è dimostrazione cartesiana chiara e distinta. Buona pubblicità a tutti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Al di là di ogni disputa liberal-marxian-sovranista, secondo me non regge l'esempio. Il biglietto del cinema copre tutte le spese, o almeno dovrebbe, attraverso un meccanismo complesso che neanche conosco ma che immagino e che presuppone impiegati siae,  studios, strutture. Hardware e software in un unico contratto. La rete è un po' più difficile da immaginare così, a causa della democraticità del suo software. Lo stiamo realizzando anche noi, senza un centesimo di budget. Impressionante.
Affinché quello che contesti possa essere superato occorrerebbe concentrare il potere e limitare l'uso dei domini a pochi gestori, che diventerebbero i proprietari dei cinema della rete. Attraverso accordi allora sarebbe possibile un prezzo unico e una diminuzione della pubblicità, ma non una sua abolizione, visto che anche al cinema, te ne guardi "una cifra", come si dice a Roma.
Il problema della rete è quello di istruire meglio possibile i fruitori della stessa, poiché la rete è un pozzo immenso, dove emergono con la stessa apparente dignità,  voci cavernicole e voci magnifiche. Sta a noi saperle distinguere.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. Hai ragione. "................della pubblicità, ma non una sua abolizione, visto che anche al cinema, te ne guardi "una cifra", come si dice a Roma".

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Trovo interessante constatate come una delle cause (marginali) del declino del teatro consista nella sua "impossibilità" di presentare inclusioni pubblicitarie. Dovuta al fatto che per giornali, radio, televisione, cinema, internet, il pubblico deve digerire ciò che si trova davanti senza alcuna possibilità di replicare, mentre il teatro (vero precursore della vera, foss'anche solo potenziale interattività), se proponesse della pubblicità, genererebbe la diretta ed immediata reazione di un pubblico il quale, invece di sostenerne l'agonia come attualmente succede, ne decreterebbe la morte pressochè istantanea accompagnata dal tumulto dei loggioni !.

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Altrettanto interessante il rapporto storico tra teatro e pubblicità indiretta. Un tempo veniva proposto l'avanspettacolo (forma teatrale) come richiamo (quindi pubblicità alla sala) per le programmazioni cinematografiche. Guarda caso, l'avanspettacolo fu proprio ciò che in seguito venne rimpiazzato in un certo senso proprio dalla pubblicità cinematografica ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Che le antiche istituzioni sociali più refrattarie all'intrusione pubblicitaria siano anche le più declinanti dimostra come senza pubblicità non c'è possibilità di sopravvivenza sotto il regno del Capitale. Internet nasce già perfettamente implementabile di pubblicità. Nulla da stupirsi quindi se dilaga in ogni angolo della rete. Anche l'integrazione tra social e pubblicità è esemplare. Non si può proprio cadere dal pero su questa materia.

Fin dai media televisivi abbiamo capito che il ruolo tra contenuto è contenitore si è invertito. Le comparsate politiche, le bombe intelligenti con telecamerina su Bagdad o i camion militari e le terapie intensive dei morti e agonizzanti covid sono contenitori di pubblicità.

Questo è quanto, viator: il prezzo dell'efficienza capitalistica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Hai ragione pure tu, peccato che ti sia occupata solo di un versante della questione.


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Ci sono state e ci sono altre forme di innaffiamento forzoso del pubblico da parte di ideologie e sistemi diversi da quelli integralmente liberistici.

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In esse-essi la pubblicità non invogliava al consumo ma, molto meno fantasiosamente, si occupava dell'irreggimentazione delle menti e delle risorse al semplice scopo del mantenimento dei sistemi di potere politico in atto. Nomi e cognomi ? Vedere le epopee dell' Unione Sovietica e delle varie "Repubbliche Popolari". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Citazione di: viator il 06 Giugno 2020, 13:40:43 PM
Sarebbe come andare al cinema pagando l'ingresso in sala poi, separatamente, pagare dei supplementi per i diversi tipi di spettacolo che si vogliono vedere.
No Viator, sarebbe come andare al cinema e sorbirsi mezz'ora di pubblicità tra l'inizio del film e la sua interruzione a tra il primo e il secondo, e succede già.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve InVerno. Sei già il terzo cui oggi dò ragione. Più passa il tempo più mi accorgo che sono gli altri ad avere ragione. Interessante sindrome. Possibili diagnosi :



       
  • mi sto rimbecillendo perchè non riesco a più a ragionare correttamente.............
  • oppure gli altri si stan rimbecillendo e - si sa - ai matti si deve sempre dar ragione.............
  • oppure gli altri stan rinsavendo.........
  • oppure io mi sto rinsavendo............
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Scherzi a parte, in realtà non sono informato circa la attuale realtà cinematografica. Negli ultimi 25 anni credo di essere entrato in cinema due o forse tre volte, pur abitando in una grande città.

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Anzitutto ero fumatore abbastanza accanito e non riuscivo a coniugare relax ed astensione dal fumo una volta che venne istituito il divieto di fumare in sala. Poi comunque, a metà anni '90, entrai in una delle prime sale in cui venne installata l'ambientazione "surround" (sonorità d'effetto nella ricerca del massimo coinvolgimento "plurimediale" del gregge degli spettatori più giovanilistici, perchè l'imperativo era diventato STUPIRE, COINVOLGERE, SCONVOLGERE, (i poveri fresconi) a costo spaccare orecchie e ghiandole genitali............vedi poi infatti il salto verso gli effetti digitali e la "realtà virtuale").

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Dopo quattro minuti di decibel demenziali di sottofondo (effetti audio esagerati che coprivano dai brontolii gastroenterici alle eruzioni vulcaniche al frusciar di fronde) mi alzai e me ne uscii, credendo di aver capito come l'industria dell'intrattenimento avesse deciso di trattarmi. Decisi poi anch'io come trattarla.


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Eh, sì, caro InVerno, si vede proprio che non sono più adatto ai tempi. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Viator. Ritengo che accettare di aver torto e dare ragione all'interlocutore, se fatto in libertà e non per piaggeria, sia una notevole espressione della migliore umanità. Specialmente di questi tempi, dove sembra che accettare di aver avuto torto ci appare sempre come una tremenda ferita del nostro narcisismo da neonati.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Ciao Viator, a parte che sono completamente d'accordo con Jacopus.. L'ultima volta che sono andato al cinema sono entrato per cercare privacy con la mia compagna del tempo, e non mi ricordo neanche che film era, o meglio, ricordo tutto un altro film senza interruzioni pubblicitarie.
Detto questo se vuoi mi do torto da solo:
"No Inverno, io sto notando che le campagne pubblicitarie così come quelle di sottoscrizione si stanno facendo molto più aggressive ed invasive, sopratutto di quei prodotti che su internet vengono facilmente utilizzati senza corrispondere un compenso al creatore, e che questo ha costretto un numero sempre più elevato di produttori a prestarsi a pratiche disoneste e anche un pò accattone. A te non sembra?"                                                                                           

"Sai Viator? Ora che ci penso hai ragione!"
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sapa

Sono sulla rete da quando praticamente è nata, a quei tempi era essenzialmente un mezzo di scambio di informazioni a livello globale. La posta elettronica, per esempio, che rivoluzione è stata? Ricordo di essermi iscritto  negli anni 90 a una mailing list dell' USDA americana sulla frutticoltura, dove oltre a conoscere altri colleghi italiani, ho potuto valutare il livello di conoscenza e i metodi di difesa adottati in alcuni stati americani. L'informazione che perveniva dalla rete era, quindi, comunicazione, le fake news erano qualcosa di scandalosamente inconcepibile, la netiquette " la regola",  si aveva la sensazione di trovarsi in un mondo nel quale lìimperativo era trasmettere conoscenza e informazioni. Che poi vi finissero per entrare pubblicità, informazione truffaldina e spam (parola sconosciuta o quasi, alle origini) era anche preventivabile, anche se la realtà, come quasi sempre succede, supera l'immaginazione. Del resto, non è forse quello di Internet un percorso molto simile a quello di altri media, come la televisione? Così come, oggi, se si vuole guardare programmi televisivi senza fastidiose intromissioni/interruzioni, si deve pagare, la rete si avvia per la stessa strada.

Ipazia

Citazione di: viator il 07 Giugno 2020, 17:28:47 PM
Salve Ipazia. Hai ragione pure tu, peccato che ti sia occupata solo di un versante della questione.


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Ci sono state e ci sono altre forme di innaffiamento forzoso del pubblico da parte di ideologie e sistemi diversi da quelli integralmente liberistici.

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In esse-essi la pubblicità non invogliava al consumo ma, molto meno fantasiosamente, si occupava dell'irreggimentazione delle menti e delle risorse al semplice scopo del mantenimento dei sistemi di potere politico in atto. Nomi e cognomi ? Vedere le epopee dell' Unione Sovietica e delle varie "Repubbliche Popolari". Saluti.

Vedendo anche l'altro versante della questione un margine di superiorità "morale" rimane comunque: gli intellettuali dissidenti in quei regimi facevano e fanno paura al potere. Sotto il regno del capitale non se li ... nessuno: la ruspa mediatica propagandistica spiana tutto tecnoscientificamente, anche il dissenso. Là è la morte dell'anima, qui è la morte nell'anima. Il motivo di ciò è che una dittatura umana, per quanto malvagia, un'anima ce l'ha. Il capitale, no. Ne ha solo un surrogato, che un tempo si chiamava anima del commercio e che oggi è diventato l'anima di Tutto. Internet compreso.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

La pubblicità è l'anima del commercio.
E sul commercio si fonda l'evoluzione delle società umane.

Più vi è stata libertà di commerciare e più la società è progredita.
Laddove invece vi sono stati impedimenti, al libero scambio di beni, lo sviluppo sia economico sia culturale ne ha risentito.

Di modo che la pubblicità è indubbiamente necessaria.
Ma deve essere pure intelligente. Cioè davvero efficace.

Mentre ultimamente pare essersi ridotta per lo più a fastidiosa importuna.
Onnipresente, e anche per questo scarsamente efficace.

Ma non ne farei un dramma. L'evoluzione della nostra specie dirà se riusciremo a sviluppare oppure no gli opportuni anticorpi.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.