Aggiornamento sul caso della morte Elena Ceste.

Aperto da Eutidemo, 30 Giugno 2023, 12:17:14 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Avevo deciso di lasciar perdere in modo definitivo la questione della morte di Elena Ceste, anche perchè non avevo avuto modo di leggere nè il contenuto dell'autopsia effettuata sul suo corpo, nè alcun atto del processo, nè le conseguenti motivazioni della sentenza.
Tuttavia, avendoli infine (almeno in parte) "scovati", non mi sono potuto astenere dal fare la presente aggiunta al mio precedente "topic".
L'ho ritenuto doveroso, per amore della verità e della giustizia; ammesso che esistano e che possano essere "effettivamente" perseguite su questa terra (e, soprattutto, in Italia)! :(
***

Eutidemo

#1
AGGIORNAMENTO IN BASE AD ALCUNI DATI UFFICIALI ACQUISITI DEL PROCESSO.
Nella sentenza di condanna troviamo testualmente scritto:
"I medici legali dott. Romanazzi e dott.ssa Maria Gugliuzza, pur precisando che lo stato dei resti non era tale da evidenziare con certezza la causa della morte, erano tuttavia pervenuti alla conclusione di attribuirla ad "asfissia", non avendo concreta possibilità di essere sostenuta ogni ipotesi alternativa".
E poichè, almeno secondo la corte, l'unico a poter asfissiare la moglie non poteva che essere il marito, fu lui ad essere condannato.
***
Devo dire di essere rimasto ALLIBITO!
***
.
***
Ed infatti:
.
1)
Il termine "autopsia" deriva dal greco "αὐτοψία", composto di "αὐτός" ("stesso") e "ὄψις" ("vista"); e, quindi,  significa "esame visivo con i propri occhi", ad esplicazione del "modus operandi" di tale pratica, che consiste nell'osservazione attenta del cadavere, cioè nell'esame dettagliato volto a definire "cause", "mezzi" e "modalità" che hanno portato al decesso; la qual cosa comporta che, in sede autoptica, le "cause", "mezzi" e "modalità" che hanno portato al decesso, devono essere stati "OSSERVATI", e non meramente "CONGETTURATI" dal medico legale.
Ed invero, è una regola comunemente praticata in tutte le autopsie, che, nel caso ci si trovi ad esaminare un cadavere e non ci siano elementi oggettivi che avvalorino una causa di morte piuttosto che un'altra, evidentemente "si dovrà ritenere più probabile la causa che non lascia segni, se non ce ne sono"; ed infatti, "non si deve supporre che siano scomparsi quanto piuttosto che non ci siano mai stati".
Ed infatti, anche secondo il buon senso, se io, dopo la morte di mio padre scavo nel suo giardino alla ricerca di un ipotetico "tesoro" in denaro o preziosi (di cui lui non mi ha mai parlato), e non trovo niente, è più logico pensare che là sotto non ci sia mai stato nessun tesoro; piuttosto che c'era,  ma che qualcuno lo abbia rubato nei dodici mesi successivi alla sua morte, quando casa e giardino erano rimasti disabitati, e poi abbia "risistemato" il terreno per cancellare le tracce dei suoi scavi!
Occam docet! ;)
.
2)
Nel caso di specie, comunque, le "alternative" all'ipotesi di "asfissia" c'erano eccome; ed infatti, almeno stando a quanto risultava a livello meramente "autoptico", Elena Ceste poteva benissimo essere morta per "assideramento".
***
Essendo tale dato inoppugnabile, lo stesso consulente medico legale della procura dottor Romanazzi  dovette ammettere che, almeno stando all'autopsia da lui eseguita con la collega Gugliuzza,  'L'assideramento non  è una causa che abbiamo escluso!"
***
Però, per giustificare la sua "congettura" (che non ha niente a che vedere con un "rilievo autoptico"), il Dott. Romanazzi  fece presente che i resti erano stati ritrovati "proni"; mentre, solitamente, i morti per assideramento vengono ritrovati in "posizione fetale" (il che è vero).
E la sua collega dott.ssa Gugliuzza aggiunse: "Inoltre gli arti superiori erano perfettamente addossati al tronco, né discosti, né estesi, né flessi!" (il che, invece, è falso) .
***
Ed infatti, le foto fatte al momento del ritrovamento e la riproduzione grafica dei resti di Elena smentiscono clamorosamente ciò che la dott.ssa Gugliuzza ha sostenuto in aula; cioè che le braccia della povera Ceste fossero addossate al tronco.
***
In ogni caso, la circostanza che i resti fossero proni, o in qualunque altra posizione siano stati ritrovati, non dimostra in alcun modo che quella fosse la posizione di Elena Ceste al momento della sua morte, avvenuta quasi un anno prima.
***
Ed infatti, in ben NOVE MESI:
- la corrente, per quanto debole, del Rio Mersa può averne senz'altro alterato la posizione originaria (secondo me si era nascosta nel condotto, e poi la corrente l'aveva trascinata lentamente all'aperto);
- in ogni caso, poichè è comprovato che il cadavere è stato "attinto" da animali "necrofagi", è naturale che, in un così lungo lasso di tempo, esso sia stato spostato (di poco o di molto) dalla sua posizione originaria.
- per la stessa ragione sarebbe una "forzatura imperdonabile" collegare l'assenza (non la frattura) dell'"osso joide" e del resto delle strutture molli del collo ad un "evento asfittico", in quanto anche altre parti molli ed ossee del corpo di Elena Ceste mancano del tutto, in quanto asportate da animali "necrofagi".
***
.
3)
A prescindere dal fatto che le alternative all'ipotesi dell'"asfissia" c'erano eccome (ed infatti, almeno stando a quanto risultava a livello meramente "autoptico", Elena Ceste poteva benissimo essere morta per "assideramento", il che escluderebbe a priori l'ipotesi dell'omicidio), anche ammesso e non concesso che la poveretta sia davvero morta per "asfissia" e non per "assideramento" , non tutte i decessi per "asfissia" possono comunque essere imputati ad un "omicidio".
***
Ed infatti le modalità dell'"asfissia" imputabili ad un "omicidio", possono essere rilevate dall'autopsia solo se il cadavere è in stato di decomposizione non troppo avanzato; ciò in quanto le asfissie sono "sindromi da insufficienza respiratoria acuta", che possono essere determinate da varie cause, non solo omicidiarie, le quali sono tanto più difficili da accertare, quanto più tempo è passato dal momento della morte.
***
Per limitarci alle "ipotesi omicidiarie" più comuni, qualora il cadavere non sia in stato eccessivo di decomposizione, a seconda dei casi avremo:
.
a) Strangolamento
Nello strangolamento un laccio, di varia natura e composizione, viene avvolto attorno al collo della vittima; quindi:
- i suoi estremi posti in trazione;
- oppure la compressione viene esercitata torcendo il laccio con un'asta (garrottamento).
Il segno più tipico è il "solco" nel collo, che può essere molle o duro a seconda della consistenza del laccio; e le sue tracce possono essere rilevate in sede di autopsia anche in caso di decomposizione del cadavere, purchè essa  non sia eccessivamente avanzata.
Ed infatti nei tessuti profondi del collo sono presenti ecchimosi, lacerazioni muscolari, rottura dell'"intima" delle carotidi e lesioni traumatiche dell'apparato osteocartilagineo della laringe, emorragie estese con diffusione anche alla base della lingua; dei quali segni si può trovare traccia anche  in caso di decomposizione del cadavere, purchè essa  non sia eccessivamente avanzata.
Secondo l'autopsia di Elena Ceste, nessun segno di tal genere è stato rilevato sul suo cadavere.
.
b) Strozzamento
Nello strozzamento la compressione violenta del collo viene esercitata direttamente dalle mani dell'assassino per occludere le vie respiratorie.
Può essere di tre tipi:
- "manuale" quando la trachea e la laringe vengono schiacciate contro la colonna vertebrale con una o entrambe le mani aperte avvolte anteriormente al collo;
- "digitale" quando le dita comprimono lateralmente le vie respiratorie, mediante i pollici se l'aggressione è frontale, con le altre dita se di spalle alla vittima.
- "atipico" quando lo schiacciamento avviene tramite l'avambraccio (cioè la presa " Mata Leao", che non perdona).
I segni esterni dello strozzamento consistono nelle ecchimosi digitali provocate dalla pressione del polpastrello, e le unghiature, sotto forma di escoriazioni arcuate ecc.; ma non si conservano troppo a lungo.
I segni interni sono rappresentati da ecchimosi del sottocutaneo, emorragie e lacerazioni muscolari, infiltrazioni emorragiche della tiroide e del connettivo laterocervicale,  fratture delle cartilagini laringee e tracheali e dell'osso joide; alcuni di essi si conservano più a lungo dei segni esterni.
Secondo l'autopsia di Elena Ceste, nessun segno di tal genere è stato rilevato sul suo cadavere.
.
c) Soffocamento.
In tal caso, non è affatto vero che dall'autopsia non è rilevabile tale modalità omicidiaria; ed infatti anche la "soffocazione diretta" tramite un cuscino lascia delle tracce rilevabili i sede di autopsia.
Ed infatti, l'esame autoptico del cadavere, in caso di "soffocamento", generalmente consente di rilevare una serie di segni sia esterni che interni, nonché microscopici, caratteristici delle morti asfittiche e della modalità traumatica messa in atto per provocare l'occlusione delle vie aeree.
***
Ad esempio un'anziana donna fu rinvenuta priva di vita presso il proprio domicilio dal figlio; e, dopo l'esame esterno del cadavere, il medico legale indicava che la morte era avvenuta per cause naturali e il P.M. dava il nulla osta alla tumulazione.
***
Dopo qualche giorno, però, i parenti denunciarono la sparizione di beni preziosi, di una certa somma di denaro e delle chiavi di casa della defunta; per cui il P.M. disponeva nuove indagini e affidava ad un altro medico legale l'incarico di esumare il cadavere per l'accertamento della causa della morte.
***
L'esame autoptico effettuato a distanza di 12 giorni dal decesso accertava quale causa della morte l'asfissia meccanica violenta prodotta dall'ostruzione delle vie respiratorie, cioè un "soffocamento" della vittima, probabilmente per mezzo di un cuscino; il che si dedusse da lesioni ecchimotiche al volto, a livello della superficie cutanea del naso, della guancia destra e del labbro inferiore.
Ed infatti, poichè nessuno si lascia soffocare restando inerte, le sue reazioni convulse lasciano sempre delle significative tracce  di "violenza subita" sul suo volto.
***
In quel caso, quindi, in base all'art.533 CPP, il figlio venne condannato per omicidio, in quanto (giustamente) ritenuto colpevole del reato contestatogli "al di là di ogni ragionevole dubbio".
***
In un caso analogo, però, la riesumazione del cadavere avvenne dopo circa sette mesi; per cui, nonostante che ci fosse stato un  regolare seppellimento, la corruzione del cadavere non consentì in alcun modo di rilevare se, al momento della morte ci fossero state o meno delle lesioni ecchimotiche al volto, alla superficie cutanea del naso, alla guancia o al labbro dovute ad un "soffocamento".
***
In questo caso, quindi, in base all'art.533 CPP, l'imputato venne assolto dal reato di omicidio, in quanto (giustamente) non poteva essere ritenuto colpevole del reato contestatogli "al di là di ogni ragionevole dubbio".
Ed infatti non si poteva certo presumere che il deceduto fosse stato "soffocato" manualmente, in assenza di tracce di "soffocamento", solo perchè non si poteva escludere che, fino a qualche tempo dopo l'omicidio, esse potevano essere state presenti sul suo corpo; questa, infatti, sarebbe stata una "illazione" priva di qualsiasi "fondamento giuridico".
***
Inoltre sarebbe stata anche una "illazione" priva di qualsiasi "fondamento medico"!
***
Ed invero, considerando che:
- ammesso e non concesso che nel caso di Elena Ceste si possa presumere soltanto una morte per una possibile "asfissia", e non anche una morte  per un possibile "assideramento" (che invece è "possibilissima", se non addirittura "più probabile", visto che era nuda, all'aperto e in pieno inverno);
- tanto ammesso e non concesso, non risultando dalla perizia "nessuna traccia di violenza" sul corpo di Elena Ceste che potessero "dimostrare materialmente" che la presunta '"asfissia" le era stata provocata da un assassino (per "strangolamento", "strozzamento" o "soffocamento"), era più che lecito presumere che la presunta '"asfissia" le fosse stata provocata da cause di natura completamente diversa, che non avevano niente a che vedere con un "presunto" omicidio. 
Ed infatti:
° In primo luogo.
In alcuni casi l'"asfissia" può anche derivare da una prolungata "dispnea" di natura psicogena, la quale,  spesso insorge in particolari situazioni di stress psicofisico più o meno temporanee; come, in maniera più o meno grave, sembra che andasse soggetta Elena Ceste in base a varie attendibili testimonianze ("psicosi delirante" o meno che essa fosse, la Ceste era comunque in uno stato psichico alterato).
° In secondo luogo.
L'impedimento alla meccanica respiratoria di carattere "asfittico" può derivare anche dal restringimento delle vie aeree dovuto a forti "crisi asmatiche" o a "reazioni allergiche" acute ("anafilassi"), con spasmo ed edema della glottide, spesso dovute anche alla presenza di determinate piante selvatiche.
Alcune delle quali, tipiche dell'area del Rio mersa, quali:
- gli alneti di "ontani neri" (Alnus glutinosa), che hanno un grado d'allergia alto;
- i cespugli di "carpino bianco" (Carpinus betulus), che hanno un grado d'allergia medio;
- i filari di "pioppi bianchi" (Populus alba), che hanno un grado d'allergia basso.
° In terzo luogo
L'asfissia può risultare anche dall'esposizione prolungata a un'atmosfera contenente una concentrazione di ossigeno troppo bassa; il che può essere l'effetto di  una miscela "ipossica" di gas respirabile mentre si è immersi in acque poco profonde dove la pressione parziale dell'ossigeno è troppo bassa, oppure, ancor peggio, in condutture con acque basse.
***
Considerando tali possibili ipotesi alternative, in assenza di "segni di soffocamento violento" rilevati in sede autoptica, a nulla vale "congetturare" che a suo tempo potrebbe essere stato un "soffocamento violento" a determinare la morte del soggetto; questa non è "autopsia", bensì "immaginazione" allo stato puro.
***
.
4)
Infine:
- a prescindere dal fatto che le alternative all'ipotesi dell'"asfissia" c'erano eccome (ed infatti, almeno stando a quanto risultava a livello meramente "autoptico", Elena Ceste poteva benissimo essere morta per "assideramento", il che escluderebbe a priori l'ipotesi dell'omicidio);
- a prescindere dal fatto che non tutte i decessi per "asfissia" possono comunque essere imputati ad un "omicidio";
- a prescindere dal fatto che non necessariamente un eventuale "omicidio per asfissia" dovrebbe essere per forza essere attribuito al marito;
rilevo, comunque, che tutta questa "concatenazioni di presunzioni" è assolutamente contraria al consolidato principio giuridico che da millenni regola il nostro diritto; e, cioè il "DIVIETO DEL PRAESUMPTO DE PRAESUMPTO"; e, cioè, che, almeno in campo penale, il Giudice non è facoltizzato a desumere un fatto ignoto (soffocamento omicidiario) da un altro fatto a sua volta ignoto (asfissia) e come tale esso stesso a sua volta "presunto"; o meglio "congetturato".
Ed infatti la presunzione in campo penale, deve essere la conseguenza univoca e sicura, derivante da un fatto "noto" e/o "accertato", e non a sua volta "presunto"; "; o meglio, nel caso di specie, meramente "congetturato".
***
Al riguardo, invero, la Cassazione ha più volte stabilito che: "Le presunzioni non possono ridursi ad un risultato soltanto "possibile", o anche "probabile", di una determinata deduzione; ma devono essere la conseguenza "necessaria", e dunque "univoca" e "sicura" desunta da un fatto oggettivamente noto o accertato,  e non possono basarsi su altra presunzione in virtù del divieto <<praesumptum de praesumpto>>" (ex multis vedi Cass. 3568/2010 e Cass. 7931/96).
***
Inoltre, a parte questo, l'art.533 del Codice di Procedura Penale sancisce in modo inequivoco che il giudice può emettere una sentenza di condanna, esclusivamente nel caso in cui l'imputato risulti colpevole del reato contestatogli "al di là di ogni ragionevole dubbio".
E, nel caso in esame, anche il "colpevolista" più convinto, in base alle considerazioni di cui sopra, non può (in buona fede) asserire che non esista il benchè minimo "ragionevole dubbio" che Michele Buoninconti possa essere "materialmente" innocente; anche qualora, non del tutto a torto, lo si possa considerare "moralmente" responsabile della morte della moglie.
***
Per cui, secondo me, in questo caso, la Corte di Cassazione, obliterando tutti i principi di diritto da essa più volte ribaditi, ha davvero preso una "cantonata" di portata storica.
E, purtroppo, questa non è la prima volta!
***

Eutidemo

#2
GLI INDIZI E LE PROVE
In base all'art.533 CPP, per assolvere un imputato:
- non c'è affatto bisogno che l'imputato riesca "dimostrare" la sua "innocenza";
- ed infatti è sufficiente che il PM non riesca a "dimostrare" in modo inequivocabile la sua "colpevolezza".
***
.
***
E, nel caso di specie:
.
1)
Il PM non è riuscito a "provare" in modo inequivocabile la "colpevolezza" di Michele Buoninconti, in quanto:
a)
Dall'"autopsia" non risulta in alcun modo che Elena Ceste sia stata uccisa.
b)
Dalle "intercettazioni ambientali" risulta senz'altro che Michele Buoninconti era un "balordo" (per usare un blando eufemismo), ma da nessuna di esse risulta che fosse anche un "assassino".
Altrimenti ogni volta che muore la moglie di un "balordo", il marito dovrebbe finire automaticamente in galera per "omicidio".
c)
Dai vestiti della moglie raccolti da Michele Buoninconti, risulta solo che essendo stati lavati da poco non c'era sopra il DNA di  Elena Ceste; ma questo non dimostra affatto che quest'ultima, essendo mattina presto, li avesse appena indossati, e poi quasi subito dismessi prima di fare in tempo a "contaminarli" con il suo DNA.
In assenza di un "esperimento giudiziale" ex art.218 CPP, quindi, come ho spiegato nel mio precedente topic, la sola "perizia biochimica" non poteva assolutamente costituire una prova a carico di  Michele Buoninconti.
ecc. ecc.
.
2)
Non solo il PM non è riuscito a "provare" in modo inequivocabile la "colpevolezza", ma, per giunta, la difesa (pur non essendone tenuta) aveva dimostrato fondamentalmente due cose:
a)
I dati estrapolati dai ROS relativi alle celle telefoniche, incrociati con i dati testimoniali, escludono che Michele Buoninconti abbia occultato il cadavere di sua moglie Elena Ceste e di conseguenza che l'abbia uccisa nell'"orario determinato dall'accusa".
Se, invece, l'omicidio e l'occultamento del cadavere fossero avvenuti in un "orario diverso da quello erroneamente ipotizzato dall'accusa", tutto l'impianto accusatorio verrebbe automaticamente a cadere, e non sarebbe più giuridicamente sostenibile.
b)
Peraltro l'impianto accusatorio non sarebbe più sostenibile neanche dal punto di vista logico, il quanto:
- la vicina R.Rava, moglie di Aldo Rava, ha visto allontanarsi in macchina Michele Buoninconti con i figli, quando Elena Ceste era ancora viva e vegeta in giardino;
- quando Michele Buoninconti è tornato a casa in macchina, non molto dopo, ha subito telefonato alla vicina Marilena Ceste ed ai signori Rava "da casa sua" (le celle telefoniche lo dimostrano) per dire che la moglie era sparita lasciando i suoi vestiti in giardino;
- per cui sarebbe davvero assurdo che Michele Buoninconti sia andato a depositare la moglie nel Rio Mersa "DOPO" aver effettuato tali telefonate, e, cioè, dopo aver "allertato" i vicini sulla sparizione della moglie, della quale, invece, si doveva ancora occupare.
.
3)
Inoltre dagli stessi interrogatori dell'accusa, è risultato che la vicina R.Rava, moglie di Aldo Rava, ha visto  Elena Ceste che "cominciava a denudarsi" in giardino; e quella fu l'ultima volta che qualcuno la vide viva.
.
4)
Tale testimonianza, già da sola, sarebbe sufficiente a scagionare Michele Buoninconti, confermando la cosidetta "autopsia psicologica" secondo la quale Elena Ceste soffriva di "psicosi persecutoria delirante"; uno dei cui sintomi tipici è il "denudamento" anche in inverno o in zone fredde.
.
5)
E' poi semplicemente ridicola l'ipotesi che il "denudamento" sia stato simulato dallo stesso Michele Buoninconti (come ipotizzato per smontare tale testimonianza in TV), in quanto:
- era appena andato via con i figli in macchina;
- una donna si distingue da un uomo anche se è di spalle;
- R. Rava conosceva benissimo il fisico dei suoi vicini.
.
6)
Infine non è "ridicola", ma, comunque, è del tutto "insensata"  l'ipotesi che Michele Buoninconti abbia "simulato" il denudamento della moglie, "raccontando" di aver raccolto i suoi indumenti in due diversi precisi punti del giardino, per cercarla, riportarglieli, e infine consentirle di rivestirsi.
Ed infatti, se avesse davvero voluto imbastire una "sceneggiata":
a)
Michele Buoninconti i vestiti della moglie li avrebbe lasciati sul terreno del giardino, facendo così in modo che fosse direttamente la polizia a trovarli lì; ed infatti è così che funziona lo "staging".
b)
In ogni caso Michele Buoninconti  non avrebbe avuto alcuna ragione di "raccontare" di aver raccolto i suoi indumenti in due diversi precisi punti del giardino.
***
.
IL RAGIONEVOLE DUBBIO
Il principio del "ragionevole dubbio", detto anche BARD (in quanto da noi mutuato dall'inglese "Beyond Any Reasonable Doubt"), è stato tardivamente introdotto in Italia dall'art. 5 della Legge 46/2006, che modificò il testo dell'art. 533 c.p.p.
A causa della nostra tradizione "inquisitoria" (di origine "controriformistica"), il provvedimento ebbe un "iter piuttosto travagliato", e venne in parte emendato, dando infine vita al testo definitivo della Legge 20 febbraio 2006 n. 46; ma a tutt'oggi non pochi magistrati (soprattutto quelli più anziani) faticano a recepire tale ovvio principio di civiltà giuridica, e si aggrappano tenacemente al principio del "libero convincimento del giudice" (anche è  a "a pera").
Senza considerare, però, che il nuovo art.533 CPP, non è altro che un "corollario" del principio " di "presunzione di non colpevolezza" contenuto nell'art. 27 comma 2 della Costituzione;  come anche, infine, riconosciuto dalla CASSAZIONE A SEZIONI UNITE 18620/17 (Cass. Sez. Unite n. 18620 del 19/01/2017 – dep. 14/04/2017, Patalano, Rv. 269786; Cass. Sez. Unite, n. 14800 del 21/12/2017 – dep. 03/04/2018, P.G. in proc. Troise, Rv. 272430).
***
Il nuovo criterio valutativo in questione, in effetti,  segna il superamento del principio del principio del "libero convincimento del giudice"; e, quindi, afferma la necessità che la condanna sia fondata sulla valorizzazione delle prove a carico assunte in contraddittorio le quali, per rispettare il canone valutativo dell'art.533, devono avere una capacità dimostrativa sufficiente a neutralizzare in modo "incontrovertibile" la valenza antagonista delle tesi alternative della difesa.
***
E questo, nel caso della condanna di Michele Buoninconti, non è assolutamente avvenuto!
***
Ed infatti:
- non solo non esiste nessuna "prova incontrovertibile" che Michele Buoninconti sia "inequivocabilmente" colpevole del reato attribuitogli "al di là di ogni ragionevole dubbio" (il che già sarebbe dovuto essere sufficiente a farlo assolvere);
- ma, per giunta, esistono numerosi indizi che depongono a favore della sua innocenza (sebbene essi sarebbero dovuti risultare del tutto "superflui" ai fini della sua assoluzione).
***
.
***
Ma l'Italia, purtroppo, resta l'Italia; per cui quelle che contano di più sono le "condanne mediatiche".
***

Claudia K

#3
:-\ ...Non è che l'art. 533 cpc limiti la condanna penale (per l'omicidio, in questo caso) ai soli casi in cui vi sia  PROVA del fatto -reato (come nelle ipotesi di flagranza o di videofilmati)...
Esistonoe sono più che leciti i processi indiziari, alla sola condizione che gli indizi siano gravi-univoci-concordanti, secondo Logica,  Esperienza, Dati Statistici (da non sottovalutare affatto quest'ultimo dato). 

Qui linko una recente Sentenza della Seconda Sezione Penale  Cassazione, che trovo  molto illuminante, circa il "ragionevole dubbio e il processo indiziario" : https://canestrinilex.com/risorse/prova-indiziaria-e-ragionevole-dubbio-cass-2501622 

Tornando strettamente al caso Ceste.

A me sembra che tu ti sia iperconcentrato sul cadavere (NON suscettibile, a detta di TUTTI gli addetti ai lavori e come ribadito anche da te di autopsia che potesse dirsi sensata/concludente) e abbia tenuto conto SOLTANTO di questo, per porre in discussione una Sentenza definitiva di Cassazione (che se non ricordo male confermava quelle dei due gradi precedenti).
E che tu continui a farlo ipotizzando COME FOSSE CERTEZZA che quel cadavere si trovasse lì perchè la poverina ci si fosse portata DA SOLA in preda ad una crisi psicotica da manuale di psichiatria  quando la  poverina, come dissi di là, non risultava essere assolutamente in cura per problemi psichici e nè aver mai preso manco le mitiche cinque gocce di Xanax che molti tra noi assumono "all'occorrenza") ...

IN PARALLELO i Giudici hanno, invece, esaminato L'INTERO CONTESTO , da cui sono emerse oltre ogni ragionevole dubbio , essendo queste tutte cose AMPIAMENTE PROVATE, ossia  :
-  che la poverina vivesse una vita da tregenda con un coniuge che era un padre padrone e anche...tirchio e ultraminimal come pochi;
- che la poverina avesse superato il limite di sopportabilità di questa vita e avesse cercato di "evadere" , sia pure molto bambinescamente attraverso FB (ma comunque sviluppando incontri reali, anche se più casti di quelli di una dodicenne) ;
- che la poverina (osservante Cattolica e proveniente da Famiglia Cattolica,  noncè  molto partecipe alla vita della Parrocchia e osservante delle funzioni religiose) commise il letale secondo errore bambinesco nel "confessarlo" al marito;
- che il tirchio e spartano  buoniconti (senza offesa per gli Spartani) , avendo generato quattro figli BAMBINI con lei ed avedole anche intestato la casa-casale dei suoi sogni...embè...dovrebbe proprio essrsi sentito mancare la terra sotto i piedi, con prospettiva pressochè aritmetica di vedersi, in caso di separazione coniugale, sbaraccato fuori da quella casa-casale, e, avendo quattro bambini e moglie casalinga, vedersi costretto a mantenerli tutti (o almeno i quattro figli) e dovendosi pure cercare il classico bilocale da prendere in affitto, e il tutto da sostenere con lo stipendio da pompiere! Ma non basta! Perchè...come acacde per ogni Dipendente delle Forze dell'Ordine, non poteva NON sapere di non potersi permettere alcuna stravaganza o eccesso di disinvoltura nei confronti dei figli, pena...conseguenze pressochè immediate e assai negative direttamente nell'ambito lavorativo! E se la vogliamo portare sul piano psichiatrico...embè...direi proprio che il quadro è più che bastevole per mandare ai pazzi un ducetto che pensava di aver creato il proprio "impero" e che lo VEDEVA andare in frantumi come non aveva mai ipotizzato potesse accadere!
- emergono, poi e ANCORA, una serie di falsità depistanti dello stesso buoniconti, ed emerge persino che cerca di manipolare i figli terrorizzandoli, purchè stiano ben attenti a non contraddire nessuna delle sue narrazioni!

E allora, dico:
se invece di concentrarti su un povero cadavere di cui non può oggettivamente dirsi nulla che sia più dell'ammettere che sia stato ritrovato DOPO AVER PASSATO 4 STAGIONI ALL'APERTO, e quindi  decomposto e persino profanato da animali,  e da questo "nulla di fatto SOSTANZIALE" voler insistere fino allo spasimo che "potesse essere lei la pazza che lì è corsa nuda per poi morire dentro al micro tunnel" (COSA CHE PER COMUNE BUON SENSO E STATISTICHE RAPPRESENTA LO ZEROVIRGOLAZEROZEROZEROZEROUNO DELLE PROBABILITA') , se invece di far questo, dicevo, consideri IL CONTESTO (come hanno fatto i Giudici per ben tre gradi di Giudizio)...vien fuori da sè, IN BASE A TUTTI I CRITERI DEL RAGIONEVOLE DUBBIO NEL PROCESSO INDIZIARIO, che quel cadavere potesse avere UNA sola spiegazione, che è appunto quella confermata dalla Sentenza definitiva!

E aggiungo che buoniconti , che qualche sniffata di legalese ce l'aveva per mestiere, i conticini li aveva fatti QUASI benino.
Ad esempio:
- passare davvero dal medico di famiglia per saperne gli orari...è una mossa fubbbba, sapendo benissimo che sarà documentata da videocamere comunali e cellulare! (Che bravo marito, attento alla salute della moglie! Peccato che la moglie non fosse in cura da nessuno per ragioni psichiatriche, e che - come già detto nell'altro thread - nelle famiglie in cui c'è un problematico cronico di salute...gli orari del medico di famiglia sono sempre noti a tutta la famiglia!) ;
- ma anche andare a scampanellare ai vicini perchè al ritorno di questo giro non aveva trovato la moglie in casa...ja la sua fubbbbizia (già più insidiosa della fubbbbbizia precedente, ma sempre fubbbbizia) . Chiedo proprio a te : se tu rientri a casa e non trovi un tuo familiare che pensavi di trovare in casa...ti allarmi SUBITO così tanto da andare a ascampanellare ai vicini? Io sono mooooooolto ansiosa per la sa lute dei miei cari, ma 'sto numero non mi sarebbe mai venuto in mente! Molto più che verosimile che questa "annunciazione annunciazione" , parafrasando l'eterno Troisi & Co,, servisse proprio e soltanto a "legittimare oltre ogni ragionevole dubbio" che lui...sì è vero che fosse già passato per casa non trivando la moglie e infatti ha scampanellato...ma... sarebbe bastato aver già ricoverato il corpo della poverina nel bagagliaio per mettersi con questa mossa in una "botte di ferro": aveva TRANQUILLAMENTE reso pubblico di trovarsi a casa a quell'ora e di essere scattato immediatamente alla RICERCA della moglie!!! E chi mai avrebbe potuto chiedergli "vedi un po' se sta nel bagagliaio della tua auto..."?
Era fubbbbastro il progettino del ducetto, ma non per questo intelligente.
E infatti...le fubbbbate sono crollate per ben tre gradi di Giudizio, proprio perchè non aveva considerato che COMUNQUE sarebbe emerso IL CONTESTO che lo inchioda con gli spillini alle ali, come le farfalle da collezione. Orrida la collezione di farfalle come questa, ma anche questa è la vita.

Non vorrei mai mancasse la sintesi (da parte mia). E segue.
Non so come si possa affermare (pure con convinzione verace e palese) che in ottica PROBABILISTICA E DI COMUNE ESPERIENZA che  si dovesse considerare un'ipotesi ai confini dell'inverosimile come quella secondo cui una che ha cresciuto benissimo 4 bambini si fosse improvvisamente rivelata psicotica gravissima e da manuale, piuttosto che dare proprio PER OVVIA l'ipotesi che un ducetto abbia pesantemente sclerato perchè si è trovato alle prese con un "imprevisto" che , DA DUCETTO magari fubbbbetto ma non eccessivamente intelligente, lo ha mandato (A LUI) fuori di testa!
Per essere più precisa : il massimo segno di "mattana" dato dalla poverina è stato di dire in famiglia  "bisogna riattivare la caldaia a casa del padre di Michele, ma ricordatevelo anche voi, perchè sono così stanca e confusa che ho paura di non ricordarmelo..." , mentre   dal suo coniuge...c'è il circo Barnum delle incongruenze a falsità elargite urbi et orbi, nella convinzione da ducetto "lo so io come si risolve sta pratica!".


Eutidemo

Ciao Claudia K.
Nonostante le evidenti "castronerie" emerse dagli atti processuali e peritali che sono finalmente riuscito a rinvenire, devo ancora una volta tristemente constatare la completa e totale "incomunicabilità" tra noi due; ed infatti tu non hai "recepito", nè tantomento "confutato" neanche una delle mie (forse anche troppo) dettagliate argomentazioni.
Ma la cosa più sorprendente è che tu tu non hai "recepito" nè "correttamente inteso" nemmeno il "significato testuale"  della sentenza della Cass. 25016/22 da te "linkata"; la quale, chiaramente, sostiene "esattamente" le stesse cose che sostengo io!
Ed infatti:
.
A)
Nella sentenza della Cass. 25016/22 troviamo scritto: "Se dall'indizio è deducibile un'unica conseguenza, esso costituisce una prova logica compiuta ed in sè sufficiente nel senso che presenta una correlazione obbligata tra fatto ignoto e quello noto, al quale, sulla base delle leggi scientifiche, il primo è legato in modo certo ed inevitabile."
immagini online
E, come tu stessa implicitamente ammetti, non è certamente questo il caso della morte di Elena ceste; il che è evidente, perchè non esiste nessuna "prova logica compiuta" dell'omicidio!
.
B)
Poi, però, nella sentenza della Cass. 25016/22 troviamo scritto anche che non sempre serve un "prova certa" del reato (A), in quanto :  "Per assurgere a  prova indiziaria il fatto assumibile come indizio deve presentare carattere di certezza, intesa, non in senso assoluto e naturalistico, ma quale portato della verifica processualmente conducibile alla stregua delle fonti di prova acquisite: è, dunque, <<necessario>> che la prova critica <<non sia affidata ad un fatto verosimilmente supposto o intuito sulla scorta di opinabili congetture o di elaborazioni personali del decidente>>, dovendo ricevere riscontro nelle evidenze probatorie del processo."

***
Nel caso di Elena Ceste, invece, in contrasto sia con la legge sia con la più recente ed avveduta sentenza da te molto opportunamente citata, questo non è affatto avvenuto; ciò in quanto i "vecchi barbogi" del collegio giudicante non hanno minimamente  tenuto conto della modifica dell'art.533 CPP avvenuta nel 2006.
Ed infatti, nel caso di Elena Ceste, la corte si è appunto limitata ad  affidarsi ad un fatto meramente "supposto" sulla scorta di "opinabili congetture o di elaborazioni personali" dei medici legali, che esulavano completamente dagli oggettivi riscontri autoptici"  del decidente.
E, per giunta, si trattava di "opinabili congetture o di elaborazioni personali" assolutamente "arbitrarie", come da me dettagliatamente argomentato; senza che tu avessi "niente" da controbattere al riguardo!
.
C)
Ed invero, sempre la sentenza della Cass. 25016/22 precisa ulteriormente, che: "Per convalidare, sul piano logico, il giudizio di colpevolezza, è dunque <<necessario>> che i dati probatori acquisiti siano tali da lasciare fuori solo eventualità remote, la cui effettiva realizzazione nella fattispecie concreta sia priva del benchè minimo riscontro nelle risultanze processuali, addirittura <<ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana.>>"

*** 
Orbene, nel caso di specie:
1)
Il fatto che Elena Ceste sia morta "assiderata", e non "asfissiata" (come "congetturato" ma non "riscontrato" dai medici), non costituisce affatto una "eventualità remota", la quale si pone "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
Ed infatti nel caso di specie, , le "alternative" all'ipotesi di "asfissia" c'erano eccome; ed infatti, almeno stando a quanto risultava a livello meramente "autoptico", Elena Ceste poteva benissimo essere morta per "assideramento".
***
Tanto è vero che essendo tale dato inoppugnabile, lo stesso consulente medico legale della procura dottor Romanazzi  dovette ammettere che, almeno stando all'autopsia da lui eseguita con la collega Gugliuzza,  'L'assideramento non  è una causa che abbiamo escluso!"; e che, quindi, non era certo "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
***
Però, per giustificare la sua "congettura" (che non ha niente a che vedere con un "rilievo autoptico"), il Dott. Romanazzi  fece presente che i resti erano stati ritrovati "proni"; mentre, solitamente, i morti per assideramento vengono ritrovati in "posizione fetale" (il che è vero).
E la sua collega dott.ssa Gugliuzza aggiunse: "Inoltre gli arti superiori erano perfettamente addossati al tronco, né discosti, né estesi, né flessi!" (il che, invece, è falso) .
***
Ed infatti, le foto fatte al momento del ritrovamento e la riproduzione grafica dei resti di Elena smentiscono clamorosamente ciò che la dott.ssa Gugliuzza ha sostenuto in aula; cioè che le braccia della povera Ceste fossero addossate al tronco.

***
In ogni caso, la circostanza che i resti fossero proni, o in qualunque altra posizione siano stati ritrovati, non dimostra in alcun modo che quella fosse la posizione di Elena Ceste al momento della sua morte, avvenuta quasi un anno prima.
***
Ed infatti, in ben NOVE MESI:
- la corrente, per quanto debole, del Rio Mersa può averne senz'altro alterato la posizione originaria (secondo me si era nascosta nel condotto, e poi la corrente l'aveva trascinata lentamente all'aperto);
- in ogni caso, poichè è comprovato che il cadavere è stato "attinto" da animali "necrofagi", è naturale che, in un così lungo lasso di tempo, esso sia stato spostato (di poco o di molto) dalla sua posizione originaria.
- per la stessa ragione sarebbe una "forzatura imperdonabile" collegare l'assenza (non la frattura) dell'"osso joide" e del resto delle strutture molli del collo ad un "evento asfittico", in quanto anche altre parti molli ed ossee del corpo di Elena Ceste mancano del tutto, in quanto asportate da animali "necrofagi".
***
Per cui, il fatto che Elena Ceste sia morta "assiderata", e non "asfissiata" (come "congetturato" ma non "riscontrato" dai medici), non costituisce affatto una "eventualità remota", la quale si pone "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
2)
In subordine, anche ammesso e non concesso che Elena Ceste sia morta per "asfissia", il fatto che sia morta "asfissiata" per motivi diversi da un omicidio (di cui mancano assolutamente le tracce), non costituisce certo una "eventualità remota", la quale si pone "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
Ed infatti
a)
In alcuni casi l'"asfissia" può anche derivare da una prolungata "dispnea" di natura psicogena, la quale,  spesso insorge in particolari situazioni di stress psicofisico più o meno temporanee; come, in maniera più o meno grave, sembra che andasse soggetta Elena Ceste in base a varie attendibili testimonianze ("psicosi delirante" o meno che essa fosse, la Ceste era comunque in uno stato psichico alterato).
b)
L'impedimento alla meccanica respiratoria di carattere "asfittico" può derivare anche dal restringimento delle vie aeree dovuto a forti "crisi asmatiche" o a "reazioni allergiche" acute ("anafilassi"), con spasmo ed edema della glottide, spesso dovute anche alla presenza di determinate piante selvatiche.
Alcune delle quali, tipiche dell'area del Rio mersa, quali:
- gli alneti di "ontani neri" (Alnus glutinosa), che hanno un grado d'allergia alto;
- i cespugli di "carpino bianco" (Carpinus betulus), che hanno un grado d'allergia medio;
- i filari di "pioppi bianchi" (Populus alba), che hanno un grado d'allergia basso.
c)
L'asfissia può risultare anche dall'esposizione prolungata a un'atmosfera contenente una concentrazione di ossigeno troppo bassa; il che può essere l'effetto di  una miscela "ipossica" di gas respirabile mentre si è immersi in acque poco profonde dove la pressione parziale dell'ossigeno è troppo bassa, oppure, ancor peggio, in condutture con acque basse.
***
Considerando tali possibili ipotesi alternative, in assenza di "segni di soffocamento violento" rilevati in sede autoptica, a nulla vale "congetturare" che a suo tempo potrebbe essere stato un "soffocamento violento" a determinare la morte del soggetto; questa non è una vera "autopsia", bensì soltanto "immaginazione" allo stato puro.
***
.
D)
Quanto alla "statistica", il riferimento della Corte riguarda dei casi "completamente" diversi da quello in esame.
Ed infatti, in materia penale:
1)
La "statistica" non può certo costituire  un indizio a carico dell'imputato "extracomunitario" accusato di furto, in considerazione del fatto che gli stranieri, pur costituendo solo il 10/12% circa della popolazione residente, rappresentano però il 32,6% del totale dei condannati, il 36,7% dei detenuti presenti nelle carceri e il 45%o del totale degli entrati in carcere.
2)
La "statistica" può invece costituire  un indizio a carico del direttore di un Casinò accusato di aver "taroccato" la "roulette", nel caso in cui le uscite del "rosso" e del "nero" esorbitino in modo eclatante dalla media "statistica".
***
Non confondiamo le pere con le mele!
***
.
E)
Poi tu scrivi: "A me sembra che tu ti sia iperconcentrato sul cadavere (NON suscettibile, a detta di TUTTI gli addetti ai lavori e come ribadito anche da te di autopsia che potesse dirsi sensata/concludente) e abbia tenuto conto SOLTANTO di questo, per porre in discussione una Sentenza definitiva di Cassazione (che se non ricordo male confermava quelle dei due gradi precedenti)."
***
Ma, a dire il vero non sono io che mi sono "iperconcentrato" sul cadavere, bensì sono stati i giudici, in questo caso giustamente, a farlo; ed infatti è precipuamente dalla "modalità della morte" che può desumersi un "omicidio"...il resto è solo un accessorio!
Ed invero:
1)
Se Elena Ceste fosse morta "assiderata" (come non escluso dagli stessi medici legali), ne sarebbe automaticamente  derivata l'"innocenza" del marito.
Per tale motivo, evidentemente necessitando di un "colpevole" da poter dare in pasto all'opinione pubblica subornata dai "mass media" colpevolisti, i giudici, iperconcentrandosi sul cadavere,  hanno però completamente ignorato :
- la testimonianza della vicina di casa R.Rava, la quale dichiarò sotto giuramento di aver visto Elena Ceste che cominciava a spogliarsi, in pieno inverno, nel proprio giardino;
- il rinvenimento del suo corpo completamente nudo;
- la circostanza che, da quelle parti, aggirarsi nudi in aperta campagna può senz'altro comportare la morte per assideramento.
2)
Se, invece, Elena Ceste fosse morta "asfissiata" (come congeturato senza prove autoptiche dai medici legali), <<in ogni caso>> non ne conseguiva affatto automaticamente che si trattasse di una "asfissia" dovuta a "soffocamento".
Ed infatti ti ho elencato e descritto ben tre casi, e cioè sub A/2/abc, in cui è possibile morire per "asfissia" anche per cause meramente naturali e/o accidentali, non riconducibili minimamente ad un omicidio.
.
F)
Poi tu scrivi che io asserisco  "...COME SE FOSSE CERTEZZA che quel cadavere si trovasse lì perchè la poverina ci si fosse portata DA SOLA in preda ad una crisi psicotica da manuale di psichiatria!"
Al che potrei ribattere  che, invece, sei tu che asserisci: "...COME SE FOSSE CERTEZZA che quel cadavere si trovasse lì perchè ce lo aveva portato il suo assassino, e, cioè, il marito".
Come fai ad esserne così ASSOLUTAMENTE CERTA?
***

Eutidemo

Ciao Claudia K.
Nonostante le evidenti "castronerie" emerse dagli atti processuali e peritali che sono finalmente riuscito a rinvenire, devo ancora una volta tristemente constatare la completa e totale "incomunicabilità" tra noi due; ed infatti tu non hai "recepito", nè tantomeno circostanziatamente "confutato" neanche una delle mie (forse anche troppo) dettagliate argomentazioni.
Ma la cosa più sorprendente è che tu tu non hai "recepito" nè "correttamente inteso" nemmeno il "significato testuale"  della sentenza della Cass. 25016/22 da te "linkata"; la quale, chiaramente, sostiene "esattamente" le stesse cose che sostengo io!
Ed infatti:
.
A)
Nella sentenza della Cass. 25016/22 troviamo scritto: "Se dall'indizio è deducibile un'unica conseguenza, esso costituisce una prova logica compiuta ed in sè sufficiente nel senso che presenta una correlazione obbligata tra fatto ignoto e quello noto, al quale, sulla base delle leggi scientifiche, il primo è legato in modo certo ed inevitabile."
E, come tu stessa implicitamente ammetti, non è certamente questo il caso della morte di Elena ceste; il che è evidente, perchè non esiste nessuna "prova logica compiuta" dell'omicidio!
.
B)
Poi, però, nella sentenza della Cass. 25016/22 troviamo scritto anche che non sempre serve un "prova certa" del reato (A), in quanto :  "Per assurgere a  prova indiziaria il fatto assumibile come indizio deve presentare carattere di certezza, intesa, non in senso assoluto e naturalistico, ma quale portato della verifica processualmente conducibile alla stregua delle fonti di prova acquisite: è, dunque, <<necessario>> che la prova critica <<non sia affidata ad un fatto verosimilmente supposto o intuito sulla scorta di opinabili congetture o di elaborazioni personali del decidente>>, dovendo ricevere riscontro nelle evidenze probatorie del processo."
***
Nel caso di Elena Ceste, invece, in contrasto sia con la legge sia con la più recente ed avveduta sentenza da te molto opportunamente citata, questo non è affatto avvenuto; ciò in quanto i membri del collegio giudicante non hanno minimamente  tenuto conto della modifica dell'art.533 CPP avvenuta nel 2006.
Ed infatti, nel caso di Elena Ceste, la corte si è appunto limitata ad  affidarsi ad un fatto meramente "supposto" sulla scorta di "opinabili congetture o di elaborazioni personali" dei medici legali, che esulavano completamente dagli "oggettivi riscontri autoptici".
E, per giunta, si trattava di "opinabili congetture o di elaborazioni personali" assolutamente "arbitrarie", come da me dettagliatamente argomentato; senza che tu avessi "niente" da controbattere al riguardo!
.
C)
Ed invero, sempre la sentenza della Cass. 25016/22 precisa ulteriormente, che: "Per convalidare, sul piano logico, il giudizio di colpevolezza, è dunque <<necessario>> che i dati probatori acquisiti siano tali da lasciare fuori solo eventualità remote, la cui effettiva realizzazione nella fattispecie concreta sia priva del benchè minimo riscontro nelle risultanze processuali, addirittura <<ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana.>>"
*** 
Orbene, nel caso di specie:
1)
Il fatto che Elena Ceste sia morta "assiderata", e non "asfissiata" (come "congetturato" ma non "riscontrato autopticamente" dai medici), non costituisce affatto una "eventualità remota", la quale si pone "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
Ed infatti nel caso di specie, , le "alternative" all'ipotesi di "asfissia" c'erano eccome; ed infatti, almeno stando a quanto risultava a livello meramente "autoptico", Elena Ceste poteva benissimo essere morta per "assideramento".
***
Tanto è vero che essendo tale dato inoppugnabile, lo stesso consulente medico legale della procura dottor Romanazzi  dovette ammettere che, almeno stando all'autopsia da lui eseguita con la collega Gugliuzza,  "L'assideramento non  è una causa che abbiamo escluso!"; e che, quindi, non era certo "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
***
Però, per giustificare la sua "congettura" (che non ha niente a che vedere con un "rilievo autoptico"), il Dott. Romanazzi  fece presente che i resti erano stati ritrovati "proni"; mentre, solitamente, i morti per assideramento vengono ritrovati in "posizione fetale" (il che è vero).
E la sua collega dott.ssa Gugliuzza aggiunse: "Inoltre gli arti superiori erano perfettamente addossati al tronco, né discosti, né estesi, né flessi!" (il che, invece, è falso) .
***
Ed infatti, le foto fatte al momento del ritrovamento e la riproduzione grafica dei resti di Elena smentiscono clamorosamente ciò che la dott.ssa Gugliuzza ha sostenuto in aula; cioè che le braccia della povera Ceste fossero addossate al tronco.
***
In ogni caso, la circostanza che i resti fossero proni, o in qualunque altra posizione siano stati ritrovati, non dimostra in alcun modo che quella fosse la posizione di Elena Ceste al momento della sua morte, avvenuta quasi un anno prima.
***
Ed infatti, in ben NOVE MESI:
- la corrente, per quanto debole, del Rio Mersa può averne senz'altro alterato la posizione originaria (secondo me si era nascosta nel condotto, e poi la corrente l'aveva trascinata lentamente all'aperto);
- in ogni caso, poichè è comprovato che il cadavere è stato "attinto" da animali "necrofagi", è naturale che, in un così lungo lasso di tempo, esso sia stato spostato (di poco o di molto) dalla sua posizione originaria.
***
Per cui, il fatto che Elena Ceste sia morta "assiderata", e non "asfissiata" (come "congetturato" ma non "riscontrato autopticamente" dai medici), non costituisce affatto una "eventualità remota", la quale si pone "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
2)
In subordine, anche ammesso e non concesso che Elena Ceste sia morta per "asfissia", il fatto che sia morta "asfissiata" per motivi diversi da un omicidio (di cui mancano assolutamente le tracce), non costituisce certo una "eventualità remota", la quale si pone "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana".
Ed infatti
a)
In alcuni casi l'"asfissia" può anche derivare da una prolungata "dispnea" di natura psicogena, la quale,  spesso insorge in particolari situazioni di stress psicofisico più o meno temporanee; come, in maniera più o meno grave, sembra che andasse soggetta Elena Ceste in base a varie attendibili testimonianze ("psicosi delirante" o meno che essa fosse, la Ceste era comunque in uno stato psichico alterato).
b)
L'impedimento alla meccanica respiratoria di carattere "asfittico" può derivare anche dal restringimento delle vie aeree dovuto a forti "crisi asmatiche" o a "reazioni allergiche" acute ("anafilassi"), con spasmo ed edema della glottide, spesso dovute anche alla presenza di determinate piante selvatiche.
Alcune delle quali, tipiche dell'area del Rio mersa, quali:
- gli alneti di "ontani neri" (Alnus glutinosa), che hanno un grado d'allergia alto;
- i cespugli di "carpino bianco" (Carpinus betulus), che hanno un grado d'allergia medio;
- i filari di "pioppi bianchi" (Populus alba), che hanno un grado d'allergia basso.
c)
L'asfissia può risultare anche dall'esposizione prolungata a un'atmosfera contenente una concentrazione di ossigeno troppo bassa; il che può essere l'effetto di  una miscela "ipossica" di gas respirabile mentre si è immersi in acque poco profonde dove la pressione parziale dell'ossigeno è troppo bassa, oppure, ancor peggio, in condutture con acque basse.
***
Considerando tali possibili ipotesi alternative, in assenza di "segni di soffocamento violento" rilevati in sede autoptica, a nulla vale "congetturare" che a suo tempo potrebbe essere stato un "soffocamento violento" a determinare la morte del soggetto; questa non è una vera "autopsia", bensì soltanto "immaginazione" allo stato puro.
***
.
D)
Quanto alla "statistica", il riferimento della Corte riguarda dei casi "completamente" diversi da quello in esame.
Ed infatti, in materia penale:
1)
La "statistica" non può certo costituire  un indizio a carico dell'imputato "extracomunitario" accusato di furto, in considerazione del fatto che gli stranieri, pur costituendo solo il 10/12% circa della popolazione residente, rappresentano però il 32,6% del totale dei condannati, il 36,7% dei detenuti presenti nelle carceri e il 45%o del totale degli entrati in carcere.
2)
La "statistica" può invece costituire  un indizio a carico del direttore di un Casinò accusato di aver "taroccato" la "roulette", nel caso in cui le uscite del "rosso" e del "nero" esorbitino in modo eclatante dalla media "statistica".
***
Non confondiamo le pere con le mele!
***
.
E)
Poi tu scrivi: "A me sembra che tu ti sia iperconcentrato sul cadavere (NON suscettibile, a detta di TUTTI gli addetti ai lavori e come ribadito anche da te di autopsia che potesse dirsi sensata/concludente) e abbia tenuto conto SOLTANTO di questo, per porre in discussione una Sentenza definitiva di Cassazione (che se non ricordo male confermava quelle dei due gradi precedenti)."
***
Ma, a dire il vero non sono io che mi sono "iperconcentrato" sul cadavere, bensì sono stati i giudici, in questo caso giustamente, a farlo; ed infatti è precipuamente dalla "modalità della morte" che può desumersi un "omicidio"...il resto è solo un accessorio!
Vale a dire che tu puoi avere tutti i moventi che vuoi, per uccidere qualcuno, ma, se non si dimostra "al di là di ogni ragionevole dubbio" che l'hai "materialmente assassinato", non puoi essere condannato; per questo lo stato del cadavere è importantissimo!
Ed invero:
1)
Se Elena Ceste fosse morta "assiderata" (come non è stato affatto escluso dagli stessi medici legali), ne sarebbe automaticamente  derivata l'"innocenza" del marito.
Per tale motivo, evidentemente necessitando di un "colpevole" da poter dare in pasto all'opinione pubblica subornata dai "mass media" colpevolisti e dalla "pancia" della gente, i giudici, pur iperconcentrandosi sul cadavere,  hanno però completamente ignorato l'"assideramento", obliterando :
- la testimonianza della vicina di casa R.Rava, la quale dichiarò sotto giuramento di aver visto Elena Ceste che cominciava a spogliarsi, in pieno inverno, nel proprio giardino;
- il rinvenimento del suo corpo completamente nudo;
- la circostanza che, da quelle parti, aggirarsi nudi in aperta campagna può senz'altro comportare la morte per assideramento.
2)
Se, invece, Elena Ceste fosse morta "asfissiata" (come congetturato senza prove autoptiche dai medici legali), <<in ogni caso>> non ne conseguiva affatto automaticamente che si trattasse di una "asfissia" dovuta a "soffocamento".
Ed infatti ti ho elencato e descritto ben tre casi, e cioè sub A/2/abc, in cui è possibile morire per "asfissia" anche per cause meramente naturali e/o accidentali, non riconducibili affatto ad un omicidio.
Ma anche di questo tu non hai tenuto il benchè minimo conto!
.
F)
Poi tu scrivi che io asserisco  "...COME SE FOSSE CERTEZZA che quel cadavere si trovasse lì perchè la poverina ci si fosse portata DA SOLA in preda ad una crisi psicotica da manuale di psichiatria!"
Al che potrei ribattere  che, invece, sei tu che asserisci: "...COME SE FOSSE CERTEZZA che quel cadavere si trovasse lì perchè ce lo aveva portato il suo assassino, e, cioè, il marito".
Come fai ad esserne così ASSOLUTAMENTE CERTA???
***

Eutidemo

#6
In realtà, come ho più volte ho ripetuto, io non asserisco assolutamente niente "CON ASSOLUTA CERTEZZA"; mi limito soltanto ad esporre dei ragionamenti di carattere probabilistico, che tu ti ostini pervicacemente ad ignorare.
***
Però c'è una grossa differenza tra la mia posizione e la tua:
- a me non serve affatto di dimostrare l'innocenza di Michele Buoninconti, ma è sufficiente che io dimostri che esiste un "ragionevole dubbio" a suo favore (benchè, di fatto, sia stato del tutto aberrantemente  condannato da giudici prevenuti e/o incapaci);
- a te, invece, serve di dimostrare la colpevolezza di Michele Buoninconti "al di là di ogni ragionevole dubbio" (cosa che non hai minimamente fatto, nè l'hanno fatta i giudici).
***
Ed invero, per dimostrare la colpevolezza di Michele Buoninconti, stando alla stessa sentenza da te molto opportunamente"linkata"è senz'altro <<necessario>> che la prova critica non sia affidata ad "un fatto supposto o intuito sulla scorta di opinabili congetture o di elaborazioni personali"; quali, appunto sono le tue "molto opinabili" congetture ed elaborazioni personali (come quelle dei giudici e dei periti dell'accusa).
***
Inoltre, per dimostrare la colpevolezza di Michele Buoninconti, sempre stando alla stessa sentenza da te molto opportunamente"linkata" è anche <<necessario>> che i dati probatori acquisiti siano tali da lasciare fuori solo delle eventualità remote, "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana"; ed invece, nel caso in esame, non era affatto così.
Ed infatti:
a)
L'ipotesi dell'"assideramento" non era affatto "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana";  tanto è vero che lo stesso Dott. Romanazzi , perito dell'accusa, ha testualmente ammesso, in sede di controinterrogatorio, che era un'ipotesi che non poteva affatto essere esclusa, ma soltanto che lui la riteneva improbabile.
b)
Anche a non voler recepire l'ipotesi dell'"assideramento", e dare per scontata quella dell"asfissia", non era affatto "al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana" che si trattasse di una "asfissia" naturale e/ o accidentale; come da me argomentato sub A/2/abc, in cui ho ricordato come sia possibile morire per "asfissia" anche per cause meramente naturali e/o accidentali, non riconducibili minimamente ad un omicidio.
***
.
G)
Poi tu scrivi che: "I Giudici hanno esaminato L'INTERO CONTESTO , da cui sono emerse <<oltre ogni ragionevole dubbio>>, essendo queste tutte cose <<AMPIAMENTE PROVATE>>, ossia  :
-  che la poverina vivesse una vita da tregenda con un coniuge che era un padre padrone e anche...tirchio e ultraminimal come pochi;
- che la poverina avesse superato il limite di sopportabilità di questa vita e avesse cercato di "evadere" , sia pure molto bambinescamente attraverso FB (ma comunque sviluppando incontri reali, anche se più casti di quelli di una dodicenne) ;
- che la poverina (osservante Cattolica e proveniente da Famiglia Cattolica,  nonchè  molto partecipe alla vita della Parrocchia e osservante delle funzioni religiose) commise il letale secondo errore bambinesco nel "confessarlo" al marito;
- che il tirchio e spartano  buoniconti (senza offesa per gli Spartani) , avendo generato quattro figli BAMBINI con lei ed avedole anche intestato la casa-casale dei suoi sogni...embè...dovrebbe proprio essrsi sentito mancare la terra sotto i piedi, con prospettiva pressochè aritmetica di vedersi, in caso di separazione coniugale, sbaraccato fuori da quella casa-casale, e, avendo quattro bambini e moglie casalinga, vedersi costretto a mantenerli tutti (o almeno i quattro figli) e dovendosi pure cercare il classico bilocale da prendere in affitto, e il tutto da sostenere con lo stipendio da pompiere!"
***
Così scrivendo, sei senz'altro in buona fede, hai però commesso due "MACROSCOPICI ERRORI":
1)
Tu asserisci che quanto scrivi è "assolutamente provato", ma non dici "come", da "chi" e con quali "mezzi di prova".
2)
Anche ammesso che tutto ciò sia assolutamente "provato" (e te lo voglio pure dare per scontato), tutto questo non dimostra minimamente che Michele Buoniconte abbia ucciso la moglie.
***
Ed infatti:
- quello che deve essere provato <<oltre ogni ragionevole dubbio>>, non è certo il contesto coniugale molto problematico e teso di Michele Buoniconte e di Elena Ceste (comune a moltissime famiglie);
- quello che, invece, deve essere provato <<oltre ogni ragionevole dubbio>> è che Michele Buoniconte abbia "materialmente ucciso" Elena Ceste, il che è una cosa completamente diversa.
***
In altre parole, non basta ipotizzare che qualcuno abbia un movente valido per uccidere qualcun altro, ma bisogna poi anche dimostrare <<oltre ogni ragionevole dubbio>>  che lo abbia materialmente fatto.
***
Quindi tu hai completamente "frainteso" il dettato dell'art.533 CPP; così come ben chiarito anche dalle sentenze da te riportate.
Però sei in buona compagnia, perchè anche alcuni giudici lo hanno frainteso come te (per fortuna sempre di meno, mano a mano che muoiono di vecchiaia)
***
.
H)
Poi tu scrivi: "E se la vogliamo portare sul piano psichiatrico...embè...direi proprio che il quadro è più che bastevole per <<mandare ai pazzi>> un ducetto che pensava di aver creato il proprio "impero" e che lo VEDEVA andare in frantumi come non aveva mai ipotizzato potesse accadere!"
***
Il che, oltre a costituire una mera "congettura", evidenzia che tu sei preda di un PREGIUDIZIO di "astio unilaterale verso il marito", o, meglio, di un BIAS, che ti induce sostanzialmente a "autocontraddirti" anche sotto il profilo logico-psichiatrico.
***
Ed infatti:
- ammesso che la situazione familiare dei due coniugi, così come tu la descrivi, fosse davvero tanto problematica, tesa e stressante da <<mandare ai pazzi>>  il marito, inducendolo ad uccidere la moglie;
- allora perchè mai non poteva essere tanto problematica, tesa e stressante da <<mandare ai pazzi>> la moglie, facendo scattare in lei una "psicosi persecutoria delirante" tanto forte, da spingerla a indurla a fuggire nuda fuori di casa?
***
Anche considerando che una testimone ha visto lei, viva, cominciare a denudarsi in giardino, ma nessun testimone ha visto il marito che trasportava il cadavere nudo della moglie.
Pensaci!
***
.
I)
Quanto alle "falsità depistanti dello stesso Buoniconti, che cerca persino di manipolare i figli terrorizzandoli, perchè stiano ben attenti a non contraddire nessuna delle sue narrazioni!", tale suo comportamento è stato certamente ORRIBILE e DEPLOREVOLE.
Però:
a)
Non si è trattatto affatto di "falsità depistanti", perchè in nessun punto delle registrazioni risulta che  Michele Buoniconti abbia costretto i figli a dire qualcosa di diverso dalla verità; come risulta inequivocabilmente dagli atti del processo.
b)
Risulta solo che ha detto loro di sostenere la sua versione, se non volevano perdere il padre oltre alla madre; il che è senz'altro una COSA ORRENDA, ma non costituisce affatto un "depistaggio".
c)
Un "depistaggio" sarebbe stato se avesse detto ai figli: "Mi raccomando, non dite a nessuno che mi avete visto soffocare la mamma!", oppure "Mi raccomando, non dite a nessuno che mi avete visto mentre uscivo di casa con mamma nuda in braccio!"
Ma non ha mai detto cose del genere!
***
.
L)
Poi tu scrivi che  io voglio insistere fino allo spasimo che "potesse essere lei la pazza che lì è corsa nuda per poi morire dentro al micro tunnel" (COSA CHE PER COMUNE BUON SENSO E STATISTICHE RAPPRESENTA LO  ZEROVIRGOLAZEROZEROZEROZEROUNO DELLE PROBABILITA') , se invece di far questo, dicevo, consideri IL CONTESTO (come hanno fatto i Giudici per ben tre gradi di Giudizio)...vien fuori da sè, IN BASE A TUTTI I CRITERI DEL RAGIONEVOLE DUBBIO NEL PROCESSO INDIZIARIO, che quel cadavere potesse avere UNA sola spiegazione, che è appunto quella confermata dalla Sentenza definitiva!"
***
Al riguardo, come al solito tu "meni il can per l'aia", in quanto io;
- non voglio  affatto insistere fino allo spasimo che "potesse essere lei la pazza che lì è corsa nuda per poi morire dentro al micro tunnel";
- insisto soltanto a dire che la cosa è "possibilissima", in quanto ci sono molti indizi logici che inducono a supporlo (nessuno dei quali hai confutato, limitandoti finora a ignorarli);
- quanto al "ragionevole dubbio", ho aperto appositamente un topic che dimostrare che casi del genere non sono certo frequentissimi, ma che, comunque, talvolta si verificano (come  nel caso di Elisa Lam, Gaia Pope, Larry Ely Murillo-Moncada ecc.);
- se è successo a loro, perchè mai non sarebbe potuto accadere anche ad Elena Ceste?
***
Perchè no?
Rispondi!
Forse perchè ad una brava casalinga cose del genere non possono accadere?
***
Eppure, a parte l'"autopsia psicologica" degli psichiatri e le testimonianze di numerose persone circa la precarie condizioni mentali di Elena Ceste, ci sono "due indizi grossi come una casa" che depongono a favore di tale ipotesi:
a)
Il giorno prima della sua sparizione, Elena Ceste manifestò davanti alla sorella Marilena uno dei "sintomi precursori" tipici di una "psicosi persecutoria delirante"; e, cioè, la classica "disorganizzazione espressiva", associata a "dolori alla testa".
b)
Il giorno della sua sparizione, Elena Ceste cominciò a "spogliarsi nuda in giardino", sotto gli occhi allibiti della vicina R.Rava; il quale è uno dei sintomi concomitanti tipici di una "psicosi persecutoria delirante".
O forse, secondo te, voleva prendere la "tintarella" a gennaio?
***
.
M)
Poi tu scrivi: "E aggiungo che buoniconti , che qualche sniffata di legalese ce l'aveva per mestiere, i conticini li aveva fatti QUASI benino.
Ad esempio:
- passare davvero dal medico di famiglia per saperne gli orari...è una mossa fubbbba, sapendo benissimo che sarà documentata da videocamere comunali e cellulare!
- ma anche andare a scampanellare ai vicini perchè al ritorno di questo giro non aveva trovato la moglie in casa...ja la sua fubbbbizia (già più insidiosa della fubbbbbizia precedente, ma sempre fubbbbizia) . Chiedo proprio a te : se tu rientri a casa e non trovi un tuo familiare che pensavi di trovare in casa...ti allarmi SUBITO così tanto da andare a ascampanellare ai vicini? Io sono mooooooolto ansiosa per la sa lute dei miei cari, ma 'sto numero non mi sarebbe mai venuto in mente! Molto più che verosimile che questa "annunciazione annunciazione" , parafrasando l'eterno Troisi & Co,, servisse proprio e soltanto a "legittimare oltre ogni ragionevole dubbio" che lui...sì è vero che fosse già passato per casa non trivando la moglie e infatti ha scampanellato...ma... sarebbe bastato aver già ricoverato il corpo della poverina nel bagagliaio per mettersi con questa mossa in una "botte di ferro": aveva TRANQUILLAMENTE reso pubblico di trovarsi a casa a quell'ora e di essere scattato immediatamente alla RICERCA della moglie!!! E chi mai avrebbe potuto chiedergli "vedi un po' se sta nel bagagliaio della tua auto..."?
Era fubbbbastro il progettino del ducetto, ma non per questo intelligente.
E infatti...le fubbbbate sono crollate per ben tre gradi di Giudizio, proprio perchè non aveva considerato che COMUNQUE sarebbe emerso IL CONTESTO che lo inchioda con gli spillini alle ali, come le farfalle da collezione. Orrida la collezione di farfalle come questa, ma anche questa è la vita."
***
Ma ti rendi conto che la tua è una pura trama da "Feuilleton"? :D
***
Ed infatti:
1)
Lo stesso fatto che tu chiami ironicamente "buoniconti" Michele Buoninconti, dimostra psicologicamente la tua subconscia "prevenzione" irrazionale nei suoi confronti; il che ti avrebbe di certo fatta scartare dalla giuria (almeno in USA).
2)
Comunque, se tu rientri a casa e non trovi un tuo familiare (sano di mente) che pensavi di trovare in casa, non ti allarmi certo SUBITO così tanto da andare a scampanellare ai vicini; su questo sono perfettamente d'accordo con te!
Però tu fai finta di ignorare:
- che il marito, ed anche gli altri familiari, sapevano benissimo che, almeno da qualche tempo, Elena Ceste stava "svalvolando" alla grande (questo risulta da numerose testimonianze, che è inutile cercare di ignorare);
- per cui, se tu torni a casa, e vedi che tua moglie (che sai "svalvolata") ha lasciato i suoi indumenti, mutande comprese, nel prato del giardino, è senz'altro logico che ti allarmi, e "scampanelli" ai vicini;
- una dei quali ti conferma, appunto, che poc'anzi ha visto tua moglie mentre cominciava a denudarsi in giardino.
E allora ti allarmi ancora di più!
3)
Se qualcuno ha degli alibi, a meno che non si dimostri che sono fasulli, è semplicemente "ridicolo" presumere che sia un colpevole che se li è procurati a bella posta per depistare gli inquirenti; è segno di un pregiudizio psicologico "contro l'imputato".
***
                                CONCLUSIONE
Prendo atto che, hai DIVAGATO ALLA GRANDE, ma come al solito, non hai preso in considerazione NESSUNO dei miei "specifici" argomenti; forse perchè non sai come confutarli.
Per cui ti invito a fare uno sforzo, ed a rileggere quello che ho scritto, confutando "punto per punto" le mie argomentazioni; come ho fatto io con le tue, sebbene si trattasse soltanto di divagazioni rispetto al tema, ed io ci abbia perso molto tempo, che avrei potuto impiegare molto più utilmente in altre attività.
Grazie ed un saluto! :)

Eutidemo

#7
Ciao Claudia K.  :)         
Per non farti perdere tempo, ti semplifico le cose con un sintetico "questionario"; così come si usava, ai miei tempi, nei processi simulati all'Università.
Cioè, sarà sufficiente che tu, senza dovertici dilungare eccessivamente (ma, soprattutto, senza divagare), replichi, punto per punto, ai seguenti argomenti così numerati nel mio primo POST:
1...
2...
3...
4...
***
Poi, sarà sufficiente che tu, senza dovertici dilungare eccessivamente  (e, soprattutto, senza divagare), replichi, punto per punto, ai seguenti argomenti così numerati nel mio secondo POST:
1...
2...
3...
4...
5...
6...
***
Quindi, sarà sufficiente che tu, senza dovertici dilungare eccessivamente (e, soprattutto, senza divagare), replichi, punto per punto, ai seguenti argomenti, così alfabeticamente elencati nel mio terzo POST:
A...
B...
C...
D...
E...
F...
***
Infine, sarà sufficiente che tu, senza dovertici dilungare eccessivamente  (e, soprattutto, senza divagare), replichi, punto per punto, ai seguenti argomenti così alfabeticamente elencati nel mio quarto ed ultimo POST:
G...
H...
I...
L...
M...
***
Ovviamente tenendo conto di ogni ulteriore argomento sotto-elencato all'interno di ciascun punto.
***
Secondo me, il nostro dibattito sarebbe molto più utile, proficuo, e meno dispersivo, se, senza per questo doverti dilungare su ogni punto, tu ti limitassi a contestarli sinteticamente (ma molto "specificamente", "pertinentemente" e  "argomentativamente" ) uno per uno; astenendoti, invece, dallo scrivere un'unica prolissa risposta complessiva, che elude gli specifici argomenti da me elencati, sfiorandone solo alcuni.
***
Ovviamente, non è che devi farlo tutto in una volta; ad esempio, puoi cominciare soltanto con i punti 1, 2 e 3 del mio primo post; e poi, le volte successive, mano a mano, con gli altri punti.
Ovviamente tenendo conto di ogni ulteriore argomento sotto-elencato all'interno di ciascun punto.
***
Se questo sistema, da me sperimentato all'università -e non solo come studente- non ti dovesse piacere, ovviamente, non sei affatto costretta ad attenertici (ci mancherebbe altro); ma, in tal caso, per evitare una perdita di tempo da parte di entrambi, preferisco interrompere le nostre comunicazioni qui (almeno su questo tema).
Decidi tu! :)
***
In ogni caso ti ringrazio per tutti i tuoi interessanti ed utili interventi e link (come le significative sentenze da te linkate)!
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Spero che vorrai scusarmi, se, a volte, posso apparire un po' troppo "tranchant"; ma questo fa parte di ogni dibattito molto acceso!

Claudia K

Citazione di: Eutidemo il 01 Luglio 2023, 13:51:51 PMla sentenza della Cass. 25016/22 precisa ulteriormente, che: "Per convalidare, sul piano logico, il giudizio di colpevolezza, è dunque <<necessario>> che i dati probatori acquisiti siano tali da lasciare fuori solo eventualità remote, la cui effettiva realizzazione nella fattispecie concreta sia priva del benchè minimo riscontro nelle risultanze processuali, addirittura <<ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana.>>"
Mi sono permessa di evidenziare ingrandendo i caratteri, per distinguere la tua sottolineatura dalla mia. 

Ebbene: questo era (è) proprio il passaggio  più illuminante della Sentenza 2022 che ho linkato sopra! E poi mi chiedi perchè non ti smonto punto per punto, o addirittura concludi che io non lo faccia per mancanza di argomenti...  :'( e ci scomodi pure i BIAS cognitivi?    :))

Suvvia Eutidemo!  :)
E' già la seconda volta che lo ri-scrivo : non ti riscontro "punto per punto"....A) perchè dai "compiti a casa" mi sono felicemente liberata con la maturità liceale, ma soprattutto B) perchè, quando trovo assurda una premessa, tutto posso provare fuorchè il piacere di impegnarci la mente per confutarla! 

Che della Elena Ceste, trovata cadavere dopo nove mesi all'aperto e tra bagnato e rovi e animali e insetti di ogni tipo, NON sia possibile ricostruire la causa della morte per via autoptica è certo e universalmente condiviso. 
Per cui mi sembra molto peggio che ozioso perd..ops...passare il Tempo dietro alle varie ipotesi che vanno dall'asfissia all'assideramento, ecc. 
E volendo proprio sottilizzare (se farlo avesse un senso, che per me non ha proprio)...embè...a parte che avrebbe la sua percorribilità astratta persino l'ipotesi che ella sia stata rapita da alieni e scaricata lì, ma soprattutto (restando con i piedi per terra) le possibili cause di morte di una che è scappata nuda e scalza da casa e sia andata per campi.........uhhhh! e hai voglia quante potrebbero essere? Mi limito alle più ovvie : dal non aver capito, nella sua folle corsa, che dietro alle sterpagli ci fosse un fiumiciattolo, ed essercisi addentrata di corsa per poi caderci dentro e addirittura annegarvi, fino al poter essere stata punta o morsa durante il tragitto da...scegli tu perchè il catalogo è sterminato : insetti, ragni velenosi, rettili, ratti? Oppure essere morta dissanguata per essersi recisa con qualche vetro o metallo un vaso sanguigno importante? Oppure essere morta d'infarto per il terrore generatole da qualche dettaglio (vero o immaginario) a cui il suo cuore non ha retto? ...Come vedi sono TUTTE  ipotesi (E SONO TANTE, pur essendo proprio le prime che mi sono balenate) che su un corpo ritrovato dopo nove mesi di stazionamento all'aperto NON avrebbero lasciato nessuna traccia riscontrabile in sede "autoptica". 

Ma IL BELLO VERO viene a monte, e cioè quando tu dai per scontato che LEI SIA SCAPPATA AUTONOMAMENTE E IN PREDA A CRISI PSICOTICA! 
Era una che anche quella mattina aveva ben accudito i suoi quattro bambini per mandarli a scuola! 
Era una che NON era in cura da nessunissimo psic. 
Era una su cui gravava l'intero carico domestico, e di quelli da campagna subumana dell'800! E a quanto pare se la cavava benissimo (con la morte nel cuore, certo, però se la cavava benissimo)!
Scusa Eutidemo, ma tu hai mai conosciuto uno psicotico? (Ne dubito proprio)

Ed è questa premessa che è stata trovata balzana dai Giudici, come la trovo balzanissima io.
A molto più forte ragione quando TUTTO TUTTO TUTTO ciò che è emerso provatamente dal CONTESTO è che c'era una donna ormai esausta della sua vita con quell'uomo di abitutidini a dir poco primitive, che però...non solo era quello che aveva costruito la casa-casale e l'aveva intestata a lei, ma per di più aveva con lei ben QUATTRO bambini da crescere! E poi ha disseminato elementi di depistaggio in ogni dove e dal primo giorno, senza farsi mancare di manipolare i PROPRI bambini col terrore, pur di ammaestrarli alla sua versione dei fatti! 

E in perfetto ossequio allo stralcio di Sentenza quotato...ma lasciami dire che della Magistratura avrei veramente TERRORE se Essa  valorizzasse l'idea che una donna stanca e disamorata del marito possa trasformarsi in psicotica grave (che sarrebbe , questo sì, un arbitrario eleggere   eventualità remote, la cui effettiva realizzazione nella fattispecie concreta sia priva del benchè minimo riscontro nelle risultanze processuali, addirittura <<ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana.), mentre sono GRATA ad una Magistratura che, come nel caso Ceste, ha valorizzato i DIECIMILA elementi probatori, univoci e concordanti, che  nell'ordine naturale delle cose e della ordinaria razionalità umana...mostrano in 3D che in quel rio la poverina sia arrivata cadavere, per essere stata accoppata tra le mura domestiche dall'UNICO AL MONDO  che aveva un mostruoso "interesse" a risolvere così la sua miserabile praticuccia. 

E concludo osservando che...se il CPP fosse da leggere alla sola luce della TUA interpretazione del 533...e allora i processi indiziari non si dovrebbero neanche fare (e chiunque può immaginare con quale folle danno sociale) ! 
Invece il processo indiziario è perfettamente lecito, certamente ottimizzato dal 533 CPC, che però...non è che ha calaato il resto del CPP, vivaddio!

-------------------

Ad abundantiam : se il buoniconti fosse stato il Parolisi (altro bugiardo cronico e provatamente traditore coniugale)...bah...sai che quel  dubbio che esita in assoluzione l'avrei avuto anch'io? 
Anche in questo caso non ho le acquisizioni nè la Sentenza (e nè la cerco) , però...a pelle...l'immagine globale di un matrimonio era comunque di molto migliore! Lì c'era una mogliettina che non sapeva di essere ciclicamente tradita dal marito, ma che era innamoratissima del marito e lo copriva di carinerie. E lui...a queste ci stava  e le coltivava anche... Mettici che lei si allontana da lui e si addentra nel boschetto per raggiungere il chiosco con il bagno...mettici che lei era davvero una gran bella ragazza...e vai a capire se se la sua visione non abbia dato alla testa a qualche primitivo alticcio dopo la pausa pranzo? 
Ma nel caso Ceste c'è il CONTRARIO di questo : c'era una poverina che cercava vie di fuga per recuperarsi una vita meno primitiva e vessatoria, e c'era un ducetto che aveva perfettamente capito che stesse per saltargli tutto il suo "impero"!  E vuoi mettere? 




anthonyi

Eutidemo, a quanto pare sei tornato alla carica e allora volevo approfittarne per esplicitati qualche mio commento. 
Intanto tu mi pare ripeti più volte che le "fotografie" del ritrovamento dimostrano un errore delle conclusioni di una certa dottoressa, ma queste foto tu le hai viste? Perché a noi tu fai vedere solo un pupazzetto disegnato, oltretutto in modo molto infantile. E' possibile che un documento del genere sia agli atti di un processo?
Poi ritorno ancora alla testimonianza di RR, ne io ne te credo sappiamo effettivamente cosa sia scritto agli atti del processo, se comunque nel processo questa testimonianza fosse nella forma che tu presenti "cominciava a denudarsi" secondo me non poteva essere ammessa perché comunque conteneva un'opinione interpretativa, e non la rappresentazione di un fatto. Il teste può aver visto qualcuno togliersi alcuni vestiti, ma il fatto che l'intenzione di questo qualcuno fosse di toglierseli tutti era una sua interpretazione.
Tornando sempre alla questione psicosi-spogliarello e al problema che non ci sono tracce di DNA sulla biancheria ti riporto la conseguenza della tua spiegazione di questo. 
Secondo te la ceste ha fatto una doccia, e poi si é vestita, ma lo é rimasta per pochissimo, questo vuol dire che l'attacco di delirio psicotico l'ha presa subito dopo essersi vestita, perché una persona colta da delirio psicotico certo non si riveste, per cui l'effetto del delirio psicotico é stato quasi immediato e tale da portarla in pochi minuti a uscir di casa, denudarsi, e andare a rannicchiarsi nel fiume. Ora secondo me questo é impossibile si realizzi da parte di un soggetto in delirio psicotico che intanto vive lo sbandamento della sua situazione e quindi ha comunque una molteplicità di comportamenti caotici che possono certo portarlo al fiume ma in tempi necessariamente più lunghi, con lunghe soste nelle quali il soggetto é catatonico. Naturalmente questo si aggiunge alla inverosimilità di uno stato psicotico che si sviluppa immediatamente, e del quale non vi era segnale preventivo neanche pochi minuti prima visto che la ceste compie atti assolutamente normali come quello di farsi la doccia e rivestirsi. 

Claudia K

@ Eutidemo

Ti lancio, in ovvia cordialità, una controproposta, che è questa : perchè non esamini TU, alla luce della Sentenza 2022 che ti è anche piaciuta, questi pochi basici step di seguito ? :

- sul piano probabilistico/statistico ti sembrano anche solo larvatamente raffrontabili i NUMERI dell'ipotesi "psicotica scappata di casa" (che per trovarne UN caso certo  dobbiamo rifarci alla cronaca nera degli USA), con i NUMERI dell'ipotesi "moglie accoppata dal marito a cui era diventata intollerabilmente scomoda" (che solo in Italia ne abbiamo tot al mese) ? 
Naturalmente non basta questo a condannare una persona come omicida, certo;

- e sul piano LOGICO ti sembra "giustamente" ignorabile sia la personalità e lo stile del condannato nel suo menage familiare, che l'esistenza di un suo e SOLO SUO mastodontico movente (che fino a prova contraria resta pur sempre l'anima dell'attività giudiziaria) ? 

Se si seguisse la tua lettura del 533...i processi indiziari non esisterebbero più! E invece esistono (e con ben precise regole, tra cui il 533), ma guai veri se non esistessero

Riprendo con i punti finali della mia controproposta : 

- ti sembra "logico" insistere sull'ipotesi della "psicotica", appioppando tale condizione ad una donna che accudiva e seguiva i figli e la casa e il casale in modo ineccepibile (altrimenti figurati il ducetto! Ma poi, anche gli insegnanti dei bambini avrebbero prima o poi segnalato qualcosa di strano, o il parroco e i parrocchiani!) . E soprattutto : quella donna non faceva uso di psicofarmaci, mentre  lo psicotico resta tale anche senza l'acme delle "crisi deliranti". Invece qui c'era una che non aveva dato alcun segno di scompenso PSICOTICO...eppure la si appella DISINVOLTAMENTE come <psicotica e pure delirante>...in base ai racconti soprattutto del marito, ed in base ad una "autopsia psicologica" che evidentemente non aveva proprio i requisiti basici per essere considerata dai Giudici, che infatti NON l'hanno considerata. Il che è particolarmente significativo proprio nel terzo grado, in cui si passa al vaglio la corretta e congruente applicazione del Diritto in base alle risultanze acquisite, e non più il merito della questione. 

- ok e sacrosanto che "in dubio pro reo" (locuzione notoriamente coniata un po' tanto prima del 2006), ma se TU il dubbio "ostativo" lo collochi in ogni frangente in cui non vi sia la flagranza o la PROVA PIENA dell'attribuilità del delitto...come già detto...finisci per coltivare la ABOLIZIONE del processo indiziario, che fortunatamente non risulta avere tutti questi sostenitori tra i Giuristi (e credo bene!). 

E non si tratta di BIAS o di prevenzione verso il condannato: si tratta proprio di LOGICA e di amore per la Giustizia! 

------------------------------------

Volendo si può ulteriormente alleggerire il percorso LOGICO, e ricollegarsi al mio primo quesito in questo post : 
- in quel di Asti il FATTO era : scompare in gennaio giovane moglie e mamma di quattro bambini. E questo è certo. 
- ad ottobre dello stesso anno ne viene trovato il corpo ormai insuscettibile di utile autopsia. Anche questo è certo. 
- altra cosa certa è che quel corpo potesse trovarsi lì solo perchè A) la poveretta ci andò con le proprie gambe , oppure B) la poveretta vi fu buttata già cadavere. 

A me suona proprio lapalissiano che l'ipotesi A sia ai limiti estremi della sola ipotizzabilità statistica (o direttamente  oltre questi), mentre sull'ipotesi B...ma proprio tutto la suffraga ictu oculi! 
E nel mio "tutto" non c'entra nulla la personalità o la discrezionalità dei Magistrati, dove peraltro stiamo parlando di COLLEGI Giudicanti, e non di "giudice di pace". Il mio "tutto"  è riferito esclusivamente al contesto, alla personalità rivelata dal condannato, e al fatto che fosse l'unico al mondo ad avere un corposissimo movente (data la sua ottica). 

:)

Eutidemo

Ciao Claudia K. :)
Come ho detto, ovviamente, tu sei libera di fare come preferisci; ci mancherebbe altro!
Però, visto che ti rifiuti di replicare punto per punto ai miei argomenti, ormai credo che non interloquirò più con te sul caso Ceste; ed infatti, pur facendo tu intelligenti e interessanti ragionamenti sul "femminicidio" in generale (che io condivido), poi, però, riguardo al caso Ceste, scantoni sempre per la tangente, rifiutandoti di affrontare i più significativi punti controversi della vicenda.
Ed infatti
- ripeti sempre, in forma diversa, le stesse considerazioni, che non riguardano tanto l'omicidio in se stesso, ma soltanto il suo contesto (il che è senz'altro "necessario", ma non è affatto "sufficiente" per capire quello che è successo);
- ti rifiuti, legittimamente, di entrare nel merito delle mie singole considerazioni, probabilmente perchè non sai con quali argomenti controbatterle in modo "specifico" (come, d'altronde, fecero gli stessi giudici).
***
Ed invero, alcune considerazioni che dimostrano l'infondatezza della condanna di Buoninconti, secondo me, sono davvero assolutamente "incontrovertibili"; per cui tu, essendo una persona intelligente, lo capisci benissimo, e, quindi, non puoi fare altro che "eluderle".
Se fossimo in causa, in fondo, anche io farei così; per cui ti capisco perfettamente!
***
Ciò premesso, ritengo inutile e poco proficuo continuare a discutere con te sul caso Ceste; ed infatti sarebbe come giocare a scacchi con qualcuno che, invece di rispondere alle mie mosse sulla scacchiera della partita in corso, muove i suoi pezzi "ad libitum" su un'"altra" scacchiera che trova più di suo gusto, ignorando del tutto le mosse che ho fatto io.
***
Però, poichè ti stimo comunque moltissimo, e, solitamente, trovo i tuoi ragionamenti sempre molto acuti e intelligenti non mi rifiuterò affatto di interloquire con te su altri argomenti. :)
***
Anzi, sempre che la cosa non ti dispiaccia, gradirei molto di conoscere il tuo parere sulla morte di Licia Gioia, da me trattato nel seguente topic.
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

Ciao Anthony.
Per fortuna, a differenza di Claudia K. tu entri nel merito "tecnico" di alcune mie specifiche considerazioni sul caso Ceste (anche se, purtroppo, solo "alcune" tra le tante); per cui meriti senz'altro che io ti risponda al riguardo.
***
Pertanto, alle tue intelligenti ed acute osservazioni, cerco di replicare come segue:
.
1)
Quanto alle "fotografie" del ritrovamento del cadavere di Elena, io ne ho vista una sola, nella quale si vedevano soltanto le sue gambe nude ripiegate lateralmente (e non il resto del corpo); però non riesco assolutamente a ritrovarla.
Tuttavia, visto che si trova su INTERNET, se la cerchi anche tu, forse, alla fine, forse, riusciremo a "scovarla".
.
2)
Quanto al "pupazzetto" disegnato, non direi affatto che sia "infantile", bensì soltanto che è "stilizzato"; il che è normale nei disegni dei rilievi della scena del crimine (come da me constato altre volte), anche considerata la precisa misurazione delle distanze che appare nel disegno.
Però, onestamente, non so affatto a chi sia attribuibile tale disegno!
.
3)
Quanto alla testimonianza di R.Rava, secondo la quale Elena Ceste aveva "cominciato a denudarsi" all'aperto, in pieno inverno, non è assolutamente corretto, come tu sostieni, che essa "conteneva un'opinione interpretativa, e non la rappresentazione di un fatto".
Ed invero, un testimone che vede qualcuno togliersi progressivamente dei vestiti, sta riferendo un "fatto oggettivo", quando afferma che "cominciava a denudarsi"; anche se poi non ha potuto vederlo completamente nudo, in quanto spostatosi fuori vista.
Ed invero, se R.Rava avesse visto E. Ceste che si toglieva soltanto il cappello, la sciarpa, e, magari, anche il cappotto, non si sarebbe mai espressa dicendo che "cominciava a denudarsi"; in quanto, se si accingeva a lavorare in giardino, la cosa era possibilissima.
Dicendo, invece, che "cominciava a denudarsi", è evidente che R.Rava, senza esprimere affatto una sua opinione al riguardo, aveva visto "molto" di più; ed anche qualcosa di oggettivamente "anomalo".
***
Inoltre, tale testimonianza, "collima" perfettamente con il fatto che il cadavere di Elena Ceste è poi stato ritrovato completamente nudo; così come la testimonianza dell'inizio di un'azione, "collima" con la constatazione di un'azione poi effettivamente verificatasi.
Cioè, se io vedo mia moglie che comincia a mangiarsi un piatto di pastasciutta mentre mi dirigo verso la doccia, e, poi, una volta finita la doccia ed uscitone fuori, mi accorgo che il piatto è ormai vuoto, non mi ci vuole molto per "dedurre" che mia moglie se la sia mangiata tutta; però, ovviamente, a livello "teorico", non posso certo escludere che, mentre io facevo la doccia, lei l'abbia buttata via, oppure che sia entrato in casa un ladro affamato e se la sia pappata tutta lui, fuggendo prima che io uscissi dalla doccia.
Ma non tutto ciò che è "possibile" è anche egualmente "probabile"; per cui, se vedo qualcuno che "comincia a denudarsi", e poi, alla fine, si trova il suo cadavere "completamente nudo", l'ipotesi più probabile è che sia stato lui a finire di spogliarsi, e non che l'abbia fatto un altro!
.
4)
Quanto al fatto che Elena Ceste si sia spogliata poco dopo essersi vestita, visto che tutto è accaduto di prima mattina, tu non consideri che gli attacchi di "psicosi delirante", non di rado, si verificano rapidamente da un momento all'altro; come in quel caso  in cui moglie e marito stavano serenamente parlando del più e del meno, quando la moglie, di colpo, smise di affettare le carote, e, con lo stesso coltello, ferì il marito allo stomaco (e poi riprese ad affettare tranquillamente le carote).
Per fortuna, in quel caso, il marito si salvò; ma la moglie non ricordava assolutamente niente di quanto era accaduto.
***
La "follia" è "folle"...altrimenti che "follia" sarebbe!  ;)
***
Che a te (ed anche a me), tutto questo sembri "strano", è perfettamente comprensibile, perchè, per fortuna, noi due non siamo nè "pazzi" nè "psichiatri"; ma, almeno secondo gli "psichiatri" (mia figlia compresa), tale comportamento è perfettamente "normale" e "ricorrente" in alcuni casi di "psicosi delirante".
***
.
***
Un saluto! :)
***

anthonyi

#13
Scusa eutidemo, a te sembra strano! Ma se é la tesi che sostieni come più probabile contro ogni logico ragionamento. Capisci che per sostenerla ti vai ad attaccare a pochi casi conosciuti in giro per il mondo (che poi bisognerebbe approfondire perché tutte le patologie psichiatriche hanno la caratteristica di avere lunghe evoluzioni nel tempo, certo ci sono momenti specifici di crisi acuta, ma necessariamente in soggetti che manifestano già problemi più leggeri).
Ma se realmente fosse vero che é normale che un individuo improvvisamente, e senza segnali premonitori, si denuda e va ad affogarsi o a morire assiderato, sarebbe il bengodi di tutti gli assassini che potrebbero sempre attaccarsi a questa possibilità.
E questa é probabilmente l'altra questione che riguarda la decisione dei giudici, anche ammettendo che, nel caso della ceste, si fosse verificato l'inverosimile della morte da psicosi delirante senza sintomi premonitori, è quindi non verificabile in alcun modo, ammetterlo per i giudici avrebbe rappresentato un precedente che avrebbe fatto mandare assolti chissà quanti assassini.
Tu dici di avere conseguito la specializzazione in criminologia, ma secondo me non ne fai un buon uso, meno male che non sei più in servizio.

Claudia K

Citazione di: anthonyi il 02 Luglio 2023, 08:51:13 AMTu dici di avere conseguito la specializzazione in criminologia, ma secondo me non ne fai un buon uso, meno male che non sei più in servizio.
:-[  non avevo mai espresso questo concetto (solo per mia indole e mio mood dialogico) , ma non posso che associarmi  e sottoscriverlo, in implicito ed immutato rispetto verso Eutidemo. 

Nello specificissimo, gentile Eutidemo, è dal primo istante che SUL PIANO LOGICO rabbrividisco al concetto che possa abbracciarsi l'ipotesi di un <delirio psicotico> realtivamente ad una persona che IN VITA NON E' MAI STATA NE' DIAGNOSTICATA E NE' CURATA COME PSICOTICA! 
E mi sento proprio in obbligo etico di ricordare che stiamo parlando di una donna che, anche nel piccolissimo mondo in cui si è trovata confinata, non mancava di relazioni sociali assidue, che vanno da quelle con i vicini di casa, a quelle con parroco e parrocchiani, e fino al fatto di avere ben quattro bambini, in classi scolastiche diverse , con altrettanti staff di insegnanti; e i bambini sono sempre un "biglietto da visita" della mamma che li accudisce! 
MAI emerso (ma neanche lontanamente ipotizzato) NULLA di <psicotico> , IN VITA,  a carico di questa donna. 
Questa "mezza ipotesi diagnostica" è emersa soltanto post mortem, e...da un CTU che ha svolto la "autopsia psicologica" della defunta (e pietosamente sorvoliamo che l'abbia fatta... <sul cadavere>). 
E basterebbe aver chiari elementi basici di psichiatria per sapere che le psicosi, SE ci sono, ci sono e si avvertono molto nitidamente da parte dei familiari e dei frequentatori assidui, anche qualora non dovessero mai esitare in derive deliranti. 

E quanto alle testimonianze dei vicini RAVA...sono proprio quelle che sono CAMBIATE ogni tot mesi! 
Ma un aspetto mi intriga assai, sempre in punto di LOGICA : colui o colei che la vide "cominciare a denudarsi"...(in cortile, a gennaio) ...in base a quale logica umana avrebbe registrato mentalmente l'evento e poi archiviato in mente sua,  passando ad altre sue occupazioni? E' NORMALISSIMO, invece, che qualunque normodotato, assistendo ad una scena tanto stramba, sarebbe restato a vedere cosa succede. 
A meno che per "denudarsi" si intendesse l'averla vista togliersi un cappotto o un piumino...mentre rientrava in casa...magari per andare a lavarsi, come milioni di mamme casalinghe fanno DOPO aver preparato i bambini per la scuola... 

Discussioni simili (5)