"Evoluzione" ed "involuzione" linguistica.

Aperto da Eutidemo, 09 Luglio 2018, 15:51:02 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Al riguardo, sento spesso fare discorsi un po' troppo "tranchant", in un senso o nell'altro:
- c'è chi vorrebbe "cristallizzare" la lingua in un suo determinato stadio evolutivo (cosa a cui, in genere, tendono i più anziani);
- e c'è chi , invece, è forse un po' troppo di manica larga riguardo alle nuove mode linguistiche (cosa a cui, in genere, tendono i più giovani).
Essendo alquanto avanti con gli anni, io tendo a rientrare nella prima categoria; tuttavia, ritengo che, anche in questo ambito, sia sempre necessario regolarsi con il BUON SENSO.
Già...ma il problema è che ognuno il "buon senso" lo interpreta a modo suo, in quanto, come diceva Protagora  "L'uomo è la misura di tutte le cose" (intendendo qui, l"uomo" in senso individuale).
Premesso che io non sono un linguista, per cui potrei anche dire -in prosieguo- qualche grosso sproposito, il mio modo di interpretare il "buon senso", giusto o sbagliato che sia, si ispira alla seguente regola generale, corredata, però, di due eccezioni:
*** E' bene attenersi all'uso prevalente, quando ormai è pressochè unanimemente diffuso:
-  sempre, però, ciò non comporti conseguenze paradossali e poco gestibili linguisticamente.
- sempre, però, ciò non ingeneri confusioni terminologiche e contraddizioni con altre parole.
Mi spiego meglio con degli esempi.
-----------------------------------------------------------
1)
Io, per anni, avevo sempre scritto e pronunciato "ROBOANTE", nè mi era mai capitato di vederlo scritto o di sentirlo pronunciare in modo diverso; però, una volta, mi accorsi che Claudio Rinaldi (uno dei migliori giornalisti che io abbia mai avuto modo di conoscere), scriveva e pronunciava "REBOANTE".
E, in effetti, verificai che la forma corretta di questo aggettivo, che significa "RIMBOMBANTE", è proprio "reboante", perché la parola deriva dal latino "reboans", participio presente di "reboare" 'risuonare'; ed invero,  il "prefisso incoativo" di tutti i verbi italiani è "RE" o "RI" ( resistere, rescindere, risuonare, rimbombare ecc.), mentre "RO" semplicemente non ha alcun senso semantico.
Non esiste!!!
Da dove sia sbucato "ROBOANTE", quindi, resta un mistero; sebbene, secondo me, si tratta di una suggestione linguistica di origine precipuamente "onomatopeica" (ma è solo una mia congettura).
Ad ogni modo, mistero o no, restando del parere che è bene attenersi all'uso prevalente, poichè ormai "ROBOANTE", è pressochè unanimemente diffuso, io la ritengo ormai una forma corretta; anche se non definirei affatto scorretta la forma "REBOANTE".
Lo stesso dicasi per la regola del "dittongo mobile", che, stranamente, noi italiani usiamo "a piacer nostro", a volte sì e a volte no.
Ma chi mai dice più "NOVISSIMO", ormai?
Eppure, fino a pochi anni fa, tutti i dizionari si aggettivavano "NOVISSIMO DIZIONARIO!"
https://www.abebooks.it/servlet/BookDetailsPL?bi=17145109627&searchurl=tn%3Dnovissimo%2Bdizionario%2Bdella%2Blingua%2Bitaliana%26sortby%3D20&cm_sp=snippet-_-srp1-_-image1
https://www.amazon.it/NOVISSIMO-DIZIONARIO-DELLA-LINGUA-ITALIANA/dp/B005ELX7GY
Ma, come detto, visto che la cosa non produce danni di sorta, oggi come oggi secondo me l'uso prevalente è "NUOVISSIMO"; sebbene anche "NOVISSIMO" resti perfettamente corretto.
-----------------------------------------------------------
2)
In determinati casi, invece, secondo me taluni vezzi linguistici, ormai diffusissimi, pur senza provocare danni veri e propri, possono dar luogo a conseguenze paradossali e poco gestibili linguisticamente.
Ad esempio, trovo decisamente scorretto "declinare" le parole straniere; le quali, invece, secondo me, andrebbero indicate sempre al singolare e tra virgolette oppure in corsivo (sebbene anche io spesso mi sbagli per la fretta, al riguardo).
Ed infatti, se si declinano, si dovrebbero declinare tutte, e non alcune sì e alcune no; ad esempio, chi mi mai chiederebbe al commesso di un negozio di informatica: "Mi dia due MICE (plurale di "mouse"), per cortesia!".
Il vezzo, peraltro, diventa per me irritante, quando con esso si vuole fare sfoggio di cultura; per esempio, declinando "CURRICULUM" al plurale.
Ma se proprio si voglio "declinare" le parole non italiane, allora si dovrebbero "flettere" tutte secondo il "genere", il "numero" "il caso", e non "a capocchia"; per esempio, per dire "i <<curriculum>> vanno tutti presentati, corredati dalla documentazione comprovante la veridicità dei dati dei <<curriculum>>", se si volesse insensatamente declinare il tutto, si dovrebbe coerentemente dire: "i<<curricula>> vanno tutti presentati, corredati dalla documentazione comprovante la veridicità dei dati  <<curriculorum>>".
Il che sarebbe grottesco!
Quindi, SINGOLARE virgolettato e basta; almeno secondo me.
-----------------------------------------------------------
3)
Il caso più grave, però, secondo me, è quando l'uso assolutamente improprio di certi termini, benchè quasi universalmente diffuso, ingenera confusioni semantiche e contraddizioni con altri termini, che vengono usati in modo sinonimico, mentre invece significano cose totalmente diverse.
Ad esempio, rilevo diuturnamente, con estremo sconforto, che autorevoli giornalisti ed illustri politici usano il verbo "COMMINARE" (in luogo di "IRROGARE", "INFLIGGERE" o "APPLICARE") assolutamente a sproposito, provocando un vero e proprio "corto circuito" semantico che confonde i dibattiti, e fa cadere in contraddizione qualsiasi ragionamento logico.
Ad esempio, molti autorevoli commentatori, invece di dire: "Il giudice ha irrogato (o applicato, o inflitto) al reo di truffa, la pena della reclusione di un anno", per darsi un tono, dicono ERRONEAMENTE: ""Il giudice ha comminato al reo di truffa, la pena della reclusione di un anno".
Il che, anche se ormai quasi tutti si esprimono così, è CLAMOROSAMENTE SBAGLIATO, e non c'è diffusione d'uso che possa sanare tale castroneria, perchè essa comporta un insanabile contrasto tra parole di significato DIVERSO
Ed infatti:
- è la "LEGGE" a "COMMINARE", cioè a "prevedere", i minimi ed i massimi edittali per un certo reato (ad es. l'art.640 CP "commina" ai truffatori la reclusione "DA" sei mesi "A" tre anni);
- è poi il "GIUDICE" ad "APPLICARE" (infliggere o irrogare) in concreto un determinata pena, individuata in modo preciso tra i minimi ed i massimi edittali (nel nostro esempio, la reclusione di un anno).
E badate che non si tratta di un linguaggio tecnico-giuridico, ovvero di uno "slang" riservato ai giudici e agli avvocati (come ormai quasi tutti i vocabolari sostengono), bensì della LINGUA ITALIANA in quanto tale, così come dovrebbe essere correttamente utilizzata da chiunque abbia conseguito un diploma, quantomeno di scuola secondaria! 
Chi non lo fa, è un "ignorante funzionale", perchè nessun uso diffuso o prevalente può rendere sinonimiche, nell'uso comune, parole che hanno un significato "oggettivamente" differente; tanto più quando, l'"ignorante funzionale" utilizza la parola sbagliata pur potendo usare quella esatta, solo perchè usare quella sbagliata ("comminare") suona più "fico" di usare quelle corrette ("applicare, infliggere o irrogare).
***
E non ho scritto "fico"  a caso, perchè, per concludere, anche in questo caso vorrei sottolineare che tale parola si scrive con la "c", non con la "g": vezzo anche questo, oltre che errato in italiano, anche un po' contraddittorio.
Ed infatti, uno che usa il verbo "cagare", dovrebbe dire pure che, con tale azione, ha fatto la "cagga"; altrimenti cadrebbe in contraddizione semantica.  ;D
Senza alcun danno, in questo caso, però! :)
***

paraffo

Citazione di: Eutidemo il 09 Luglio 2018, 15:51:02 PM
Essendo alquanto avanti con gli anni, io tendo a rientrare nella prima categoria; 


Quanto a peso di anni, dovrei rientrarci anche io, ed infatti ho molto apprezzato il tuo post, caro Eutidemo. Ti basti sapere che quando sento parlare di "curricula", mi si accappona la pelle. Eppure ...

... eppure, se fossi obbligato a scegliere, pistola alla tempia, opterei per una iscrizione alla seconda categoria, quella dei tolleranti.

Ovvero, continuerei a sussultare ad ogni offesa al mio "buon senso" da liceale classico, ma lascerei correre ogni innovazione, anche se palesemente errata e contraria ai miei gusti.

La ragione di questa per me inusitata tolleranza, è presto detta: il linguaggio è la convenzione più ... convenzionale che io conosca!  :)

Oserei dire, con piglio romanesco: "Tutto sta a capisse"! 

Quando i giornalisti attribuiscono ai giudici la facoltà di "comminare" pene severe che, invece, potrebbero soltanto essere inflitte, portiamo pazienza!! L' importante è che il reo finisca in gabbia e che il lettore sappia che ci è finito e per quanto tempo!

Immagino una tua possilbile obiezione: la precisione del linguaggio facilita la comprensione fra gli uomini. Obiezione perfettamente legittima che, però, non condivido perchè la CAPACITA' DI ASCOLTO degli esseri umani è assai prossima allo zero. 

Ne consegue che, se tu avessi la volontà di ASCOLTARE il tuo interlocutore, lo capiresti anche se quello usasse un linguaggio rozzo e imperfetto mentre, se questa volontà ti fosse estranea, non arriveresti a capire neppure un tuo compagno di liceo, di università, di professione e di vita che  usasse un linguaggio forbito e preciso quanto il tuo.

Sariputra

Caro Eutidemo
io amo tutta la letteratura ottocentesca e a volte mi piace usare termini ormai desueti (anche nel parlare, per lo sconforto dei miei, il che mi fa apparire molto 'superato' dai tempi...e lo sono in verità :) ). Credo che molti dovrebbero tornare a leggere i grandi classici...Ed è una cosa molto utile soprattutto per gli studenti. Son riuscito a convincere mia figlia di leggersi alcuni romanzi della Austen...beh! Non ci crederai ma, dal sei risicato in italiano con il quale navigava di solito, è uscita a giugno con il nove e i complimenti del professore... ;)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

Citazione di: paraffo il 10 Luglio 2018, 05:23:08 AM
Citazione di: Eutidemo il 09 Luglio 2018, 15:51:02 PM
Essendo alquanto avanti con gli anni, io tendo a rientrare nella prima categoria;


Quanto a peso di anni, dovrei rientrarci anche io, ed infatti ho molto apprezzato il tuo post, caro Eutidemo. Ti basti sapere che quando sento parlare di "curricula", mi si accappona la pelle. Eppure ...

... eppure, se fossi obbligato a scegliere, pistola alla tempia, opterei per una iscrizione alla seconda categoria, quella dei tolleranti.

Ovvero, continuerei a sussultare ad ogni offesa al mio "buon senso" da liceale classico, ma lascerei correre ogni innovazione, anche se palesemente errata e contraria ai miei gusti.

La ragione di questa per me inusitata tolleranza, è presto detta: il linguaggio è la convenzione più ... convenzionale che io conosca!  :)

Oserei dire, con piglio romanesco: "Tutto sta a capisse"!

Quando i giornalisti attribuiscono ai giudici la facoltà di "comminare" pene severe che, invece, potrebbero soltanto essere inflitte, portiamo pazienza!! L' importante è che il reo finisca in gabbia e che il lettore sappia che ci è finito e per quanto tempo!

Immagino una tua possilbile obiezione: la precisione del linguaggio facilita la comprensione fra gli uomini. Obiezione perfettamente legittima che, però, non condivido perchè la CAPACITA' DI ASCOLTO degli esseri umani è assai prossima allo zero.

Ne consegue che, se tu avessi la volontà di ASCOLTARE il tuo interlocutore, lo capiresti anche se quello usasse un linguaggio rozzo e imperfetto mentre, se questa volontà ti fosse estranea, non arriveresti a capire neppure un tuo compagno di liceo, di università, di professione e di vita che  usasse un linguaggio forbito e preciso quanto il tuo.

Hai ragione, dovrei essere un po' più tollerante! 
Ma non riesco proprio a sopportare coloro che, per apparire più colti e più "raffinati":
- si mettono a declinare le parole latine, anche quando stanno parlando in italiano;
- usano termini che ritengono più "chic" di quelli d'uso comune ("comminare" invece di "infliggere),  senza rendersi conto che stanno usando un termine SBAGLIATO, che significa un'altra cosa.
Trattandosi per lo più di personaggi pubblici, la cosa è ancora più grave; perchè, attraverso i "mass media", il loro "analfabetismo di ritorno" ha un effetto pandemico!
Quanto al fatto che la precisione del linguaggio faciliterebbe di molto la comprensione fra gli uomini, è indubbiamente vero, come tu scrivi, che la CAPACITA' DI ASCOLTO (e, soprattutto, di LETTURA) degli esseri umani è assai prossima allo zero; ed infatti, è ovvio che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Ma questa non è certo un buon motivo per tacere, o per parlare e scrivere in modo sciatto, visto che c'è ancora qualcuno (come te e molti altri in questo Forum), che, invece, sa tutt'ora benissimo ascoltare, leggere ....e soprattutto ragionare. :)

Eutidemo

Citazione di: Sariputra il 10 Luglio 2018, 11:33:29 AM
Caro Eutidemo
io amo tutta la letteratura ottocentesca e a volte mi piace usare termini ormai desueti (anche nel parlare, per lo sconforto dei miei, il che mi fa apparire molto 'superato' dai tempi...e lo sono in verità :) ). Credo che molti dovrebbero tornare a leggere i grandi classici...Ed è una cosa molto utile soprattutto per gli studenti. Son riuscito a convincere mia figlia di leggersi alcuni romanzi della Austen...beh! Non ci crederai ma, dal sei risicato in italiano con il quale navigava di solito, è uscita a giugno con il nove e i complimenti del professore... ;)

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO , adesso si trova anche gratis, su INTERNET; ma dubito che siano in molti a scaricarlo e a leggerlo.
http://www.jausten.it/orgoglioepregiudizio.pdf
Negli anni '90 vidi anche lo sceneggiato, che ora si trova su YOUTUBE: 
https://www.youtube.com/watch?v=t0Bybss8Iis&list=PLlj3UYVExmjsq6dFztKxml2TI2HHvRxj7
Bellissimo!!! :)