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Una strana preistoria

Aperto da Pensarbene, 25 Febbraio 2023, 06:15:54 AM

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Pensarbene

Premetto che non voglio parlare di ufo e alieni ma proporre una disamina pacata su alcuni aspetti della preistoria umana.

Uno dei miei interessi è lo studio della preistoria umana basato su ciò che abbiamo di reale e concreto di essa 
In pratica, petroglifi, graffiti, pitture nelle grotte e su rocce.
Studiando questi reperti, sono rimasto sorpreso da un fatto curioso e interessante: molte di queste opere appaiono nello stesso periodo di tempo in aree del pianeta diverse e lontane tra di loro:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Incisioni_rupestri

Leggendo attentamente l'articolo che vi ho proposto, vi siete resi conto della somiglianza di molti graffiti e pitture rupestri.Questa somiglianza indica qualcosa di interessante che, a quanto ne so, non ha avuto una spiegazione seria e rigorosa.
Come mai uomini preistorici, abitanti in aree diverse e lontane del pianeta, in epoche simili, hanno segnato rocce e grotte con graffiti e pitture simili, a volte quasi uguali?
Una prima risposta potrebbe essere questa: esiste un inconscio collettivo negli esseri umani che si esprime in modo simbolico.
Così, i personaggi raffigurati, alcuni animali particolari, segni e graffi, indicherebbero il passaggio dell'uomo da una primitività istintuale e grezza ad una più mediata e umanizzata.
In particolare, segnalerebbero l'avvento del linguaggio attraverso il simbolismo.
Non trovo altre spiegazioni anche perché trovo molto improbabile che questa primitiva "cultura" possa essere stata frutto di migrazioni e contatti di genti di aree così diverse e lontane tra di loro.
Inoltre, troviamo gli stessi simboli e creazioni nel continente americano e perfino in Australia, quindi l'ipotesi del contatto tra popoli mi sembra molto improbabile se non impossibile.
Facendo un parallelo con  la storia della cultura e dell'arte,posso notare l'apparizione di idee, creazioni artistiche e movimenti culturali simili in aree diverse del pianeta più o meno nello stesso periodo di tempo.
Questo, in un modo meno eclatante di quello preistorico ma pur sempre interessante e sorprendente.
È probabile che la specie si sviluppi e evolva seguendo linee e direttrici caratteristiche della specie stessa, producendo similmente e sincronicamente?
Il DNA umano potrebbe essere sequenziale e sequenziato non soltanto nel suo modo di funzionare
naturale ma anche per quanto riguarda il linguaggio,il simbolismo,la creatività?



Claudia K

Citazione di: Pensarbene il 25 Febbraio 2023, 06:15:54 AMÈ probabile che la specie si sviluppi e evolva seguendo linee e direttrici caratteristiche della specie stessa, producendo similmente e sincronicamente?
Ho qualche perplessità sul <sincronicamente> , quando si parla di preistoria. Solo perchè anche i più rigorosi e attenti criteri di datazione si collocano in milioni di anni, suddivisi in periodi di parecchi millenni ciascuno. 

Che la specie si sviluppi ed evolva seguendo direttrici che comportano produzioni similari, invece, mi rendo conto con la tua domanda di averlo sempre dato per ovvio, per semplice analogia con il percorso del singolo umano (in qualunque ambito, compreso quello artistico e creativo). 
Restando strettamente al tema e osservando l'evoluzione del singolo umano : è scontato che l'infante umano viva l'istinto di "tracciare il proprio segno", anche inteso sul piano strettamente grafico, e che lo farà in età infantile esprimendosi in forme molto schematico-primitive, salvo poi - crescendo - evolvere nell'espressione grafico-artistica attraverso le opportune Scuole, grazie alle quali svilupperà le proprie capacità nel percorso del Metodo come affinato nei millenni, e ...quando è un genio...contribuirà all'arricchimento di  quel percorso. 
 

Pensarbene

Il percorso del singolo è anche l percorso della specie e viceversa.
Però gli sutori di quella cultura primitiva, non erano certo molti o tutti gli individui della specie.
Io suppongo una selezione della specie  in senso strumentale e culturale con un conseguente gregarismo del resto. Questa selezione e gerarchizzazione prendeva le forme della magia naturale e dell'abilità inventiva e pratica 
Oltre a questo, sembra esserci stata una lenta centralizzazione della specie stessa,soprattutto col passaggio dal nomadismo allo stanziale.
Infine, vedo una macchinizzazione progressiva della specie stessa attraverso rituali, attività e abilità strumentali.
Questo non è strano perché corrisponde al funzionamento dei sistemi viventi: gerarchizzazione,centralizzazione e macchinizzazione sono le caratteristiche dei sistemi biologici aperti e viventi.
Probabilmente, queste caratteristiche biologiche naturali, evolutive e progressive,si sono integrate con la cultura in generale e le sue applicazioni creative e strumentali 

iano

#3
Secondo me si può capire perchè individui in modo indipendente facciano la stessa cosa, se si capisce perchè lo fanno.
Perchè ''il fatto che lo facciano tutti'' è primitivo logicamente rispetto al ''come lo facciano''.
Perchè in fondo, se ipotizziamo che tutti lo facciano per lo stesso motivo, ciò che dovremmo aspettarci è che tutti lo facciano in modo simile.
Allora non resta che trovare il motivo.
Secondo me di questo motivo ognuno di noi può fare ancora esperienza.
Questa:  :), è una faccia?
No, ma tutti diciamo che lo è.
Ma se non è una faccia allora perchè tutti diciamo che lo è?
Qual'è il motivo.
Il motivo è da ricercare secondo me nel meccanismo percettivo comune a individui che non sono mai entrati tra loro in contatto, ma che condividono uno sviluppo sensoriale comune.
Dunque se l'esigenza artistica è figlia della percezione , tutto si spiega.
Certo, poi possiamo fare sfoggio della nostra conoscenza sulla ricchezza dello sviluppo artistico, come del nostro ricco campionario di reperti del passato, ma il rischio è che in tale abbondanza di indizi si perda l'essenziale, e magari l'essenziale lo abbiamo sotto gli occhi perchè lo usiamo tutti i giorni sul forum: una banale faccina.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

Però le emoticons non sono simboli significativi e non esprimono altro che uno stato d'animo contingente e personale 
I graffiti e le pitture rupestri, invece, raffigurano personaggi, simboli, animali e segni che sembrano provenire da un inconscio collettivo, una memoria ancestrale.
Adesso dico la mia: la preistoria Sapiens Sapiens è durata circa duecentomila anni: cacciatori,raccoglitori,tribali,nomadi,pochi individui in piccoli gruppi.
Poi l'uomo si è fermato e nessuno sa il perché, è diventato stanziale e il resto lo sappiamo tutti.
Darne la "colpa" al clima è un trucco per non spiegare le cose dato che non le conosciamo.
D'altronde, non è credibile che una specie ben adattata a una vita nomade, abituata e "assuefatta" ad essa decida di punto in bianco di fermarsi e cambiare modo di essere e di fare.
Perciò, qualcosa non quadra nell'evoluzione umana e, ripeto, non parlo di alieni,mi riferisco a un qualcosa che 
è accaduto provocando il cambiamento.
Non credo sia stato il clima, non ne abbiamo le prove e,d'altronde,qualsiasi specie vivente terrestre è in grado di fare fronte a cambiamenti climatici senza estinguersi nè cambiare significativamente le sue abitudini.
Io non so che cosa sia successo ma, se guardo bene i simboli dei graffiti,le pitture rupestri e nelle grotte, i petroglifi,le scene di caccia,l'uso dei colori naturali,
ecc ...ho l'impressione di una specie soddisfatta e in pace con sè stessa.La creatività preistorica è coerente con la vita preistorica, non è più così coerente con il cambiamento stanziale che congela tutto e tutti inaugurando l'avvento della tecnica,delle gerarchie e dell'uniformità.
Immaginate che cosa succederebbe se, per qualche ragione,la popolazione attuale si riducesse a pochi milioni di individui su tutto il pianeta,sparisse la tecnologia e tutto quanto ritornasse come nei primi duecentomila anni di preistoria umana.
Si tornerebbe a vivere più o meno come allora.
Bene,questa sarebbe una soluzione,forse ma,quello che voglio dire è:allora è successo il contrario e il contrario, dopo una prima fase ha steso specie e pianeta fino al disastro attuale.
Questo non è logico, non è "naturale", non è "spontaneo",è strano e anomalo anche perché, dopo quel cambiamento, l'inconscio collettivo umano, la memoria di specie,
ecc ... sembrano essersi negativizzati progressivamente chiusi in un'entropia crescente, creando e bruciando civiltà dopo civiltà, con un andamento a picchi e valli che si è fatto sempre più significativo, improduttivo e distruttivo.
Questo è quello che penso e mi chiedo che ne è della  dell'espressione artistica spontanea e naturale della specie e degli individui che hanno caratterizzato e prosperato su tutto il pianeta prima della "ferma" storica e che cosa resta della vera natura umana.






Ipazia

#5
Dagli studi paleoantropologici risulta che le glaciazioni hanno permesso un contatto via terra tra tutti i continenti e questo spiegherebbe le analogie tra le varie culture preistoriche. Sapiens sapiens ha origini africane. Anche la navigazione preistorica era sufficientemente evoluta da permettere la colonizzazione dell'isola di Pasqua, lontanissima da tutte le altre terre emerse.

Innegabile tuttavia una comunanza genetica specista atta a generare un linguaggio complesso e simbolismi grafici correlati similari anche in culture che non hanno avuto alcun contatto. Cosa sperimentabile nella relazione comunicativa tra razze canine dalle provenienze più disparate.

Che l'umano attuale sia stancamente appagato e abbia perso ogni facoltà creativa mi pare affermazione eccessivamente perentoria. Vi è certamente una omologazione che genera appiattimento mentale, ma pure una continua produzione di contraddizioni sociali che mantiene desta e vispa la lotta per la sopravvivenza, tanto materiale che "spirituale".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Se osserviamo i primati più vicini all'uomo, Bonobo in particolare, vediamo le caratteristiche tipiche dei sistemi biologici.
Ludwig Von Bertallanffy, il biologo primo studioso degli organismi biologici in termini di sistema,nota che le specie tendono a "macchinizzarsi" funzionalizzandosi.
L' umanità fa lo stesso, sul piano sistemico proprio, individuale  e culturale.
Quindi diventa sempre più funzionale in relazione all'ambiente e a sé stessa ma questo significa anche robotizzazione più o meno evidente.
Von Bertallanffy spiega anche la"gerarchizzazione": ogni organismo vivente funziona come un sistema gerarchico funzionale anche ATTRAVERSO UNA SUA CENTRALIZZAZIONE PROGRESSIVA.
È quello che succede alla specie umana, i risultati sono quelli che vediamo e, questa evoluzione/entropica purtroppo sembra inevitabile: è propria a tutti i viventi!
La cosa interessante che stiamo discutendo qui, è il formattarsi della cultura nei termini che vi ho detto.
Forse lì sta un possibile rimedio sempre che sia possibile sganciare la cultura e la creatività dai condizionamenti finanziari, economici e politici dominanti.

iano

#7
Citazione di: Pensarbene il 26 Febbraio 2023, 03:58:37 AMPerò le emoticons non sono simboli significativi e non esprimono altro che uno stato d'animo contingente e personale







Tutt'altro che contingente e personale direi, se il significato di un emoticon non ha bisogno di spiegazione alcuna, esempio volutamente scelto in quanto la sua banalità amplifica l'apparente paradosso di vedere cose dove non ci sono, e sopratutto vederle tutti insieme..
Non è cosa banale vedere un volto in un emoticon senza che nessuno te lo spieghi, dandogli tutti lo stesso significato.

Non esalterei l'arte in quanto tale, ponendo in essa speranze di salvezza.
Se nelle nuvole vedi un volto non puoi ricalcarlo, ma se lo vedi sulla parete di una caverna lo puoi fare.
Mi focalizzerei sul perchè vediamo un volto dove non c'è, e se condividiamo il motivo per cui lo vediamo.
Se condividiamo il motivo allora lo vedremo tutti in modo simile quel volto e similmente lo disegneremo , ma non facendo altro che ''ricalcare'' la nostra percezione condivisa.
L'arte inizia con una esplicitazione della nostra percezione, messa nero fumo su parete rocciosa, e prosegue con una evoluzione della percezione stessa, evolvendosi da ciò che è condiviso a ciò che è condivisibile, perpetuando il meccanismo della creazione di una sensibilità condivisa.
Secondo me nel suo evolversi l'arte sta prendendo coscienza del suo punto di partenza, perchè le opere artistiche somigliano oggi a una parte rocciosa.
L'artista non è più soggetto passivo della percezione esplicitata dalla mediazione del supporto materiale, ma crea supporti materiali per provocare e quindi per esplicitare sempre di più la sua percezione.
L'arte è un effetto  della coscienza sull'evoluzione, come lo è il metodo scientifico.
Una esplicita la percezione (arte) e la percezione una volta esplicitata può essere diversamente ricostruita (scienza).
Ma che sia un bene o un male io non lo sò.
Io provo solo amore per l'arte quanto per la scienza e la filosofia, e nell'esprimere questo amore mi sento realizzato.
Non penso sia una buona idea percepirsi come fossimo il diavolo, anche perchè il diavolo non esiste.
Perchè in quanto uomini siamo volubili, per cui non esalterei gli artisti oggi perchè oggi penso che l'arte sia una cosa buona, così come non li metterei al rogo domani se cambiassi idea.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#8
Aggiungerei che la standardizzazione e automazione della produzione (materiale, scientifica, artistica), non ha solo esiti negativi rispetto a chi riparte da ruota, fuoco, scrittura, grafica,...ma permette basi più consistenti ed "elevate" ai creatori del presente.

Esemplificando: la musica di Mozart è debitrice della standardizzazione musicale culminata in J.S.Bach e del sapiente artigianato strumentale che gli ha messo a disposizione un'orchestra perfetta.

È altrettanto vero che non tutte le epoche sanno coniugare così felicemente la routine con la creatività.

Vi sono alti e bassi: rinascenze e decadenze. La nostra epoca appare oltremodo decadente perché la sua creatività decade velocemente in demenza. Ma anche la fine dell'impero romano, e della koinè ellenistica connessa, generò lunghi secoli di decadenza. Quindi non getterei la spugna in questa epoca di decadenza dove l'omologazione regna sovrana, occultando l'originalità, e le profezie rimangono oscure.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

#9
Sono d'accordo per quanto riguarda gli ultimi 20/30 000 anni, i millenni dello stanziale che dura ancora oggi.
Una nota curiosa: l'economia ha riproposto il nomadismo, la finanza il giro del mondo dei capitali con fermate alle borse, la "moda" dei boat people e il "profughismo" la migrazione.
Il nomadismo riappare inatteso e  imprevedibile, non è interessante la cosa?
Cacciatori e raccoglitori di "vittime" da salvare, milioni di persone migranti, emigranti "normali" che si raccolgono in comunità e festeggiano loro stessi creando isole etniche qua e là!
Chi parlava di "corsi e ricorsi della storia" sembra non essersi sbagliato di molto, colui che scriveva di "ritorno del rimosso" aveva ragione, quello che diceva "i conti tornano" pure
Una nota interessante: considerate le tensioni attuali tra stati, le aggressioni e le annessioni, le controreazioni,
l'invadenza globalizzatrice della finanza e il tentativo di impossessarsi del pianeta da parte di persone e gruppi,governi,servizi segreti,ecc...COME IL SEGNALE DELLA FINE DELLO STATALISMO E DEL NAZIONALISMO.
Questo significa, in parole semplici e chiare, l' AVVENTO DI QUELLO CHE IO DA TEMPO CHIAMO "GLOBALSOCIALISMO" , termine che vi richiama alla mente l'altro "....socialismo"...il NAZIONALSOCIALISMO!


Ipazia

Direi che anche i metodi non differiscono di molto: dissolti per corruzione tutti gli organi di garanzia democratica e privatizzazione della forza in costose industrie e bande mercenarie. Perfino l'ultima roccaforte della sovranità nazionale, lo sport, si è globalsocializzato; e genderizzato, truccando perfino i parametri che milioni di anni evolutivi hanno determinato nel corpo umano maschile e femminile.

La truffa regna sovrana in ogni ambito culturale e solo la violenza pare ripristinare un minimo di preistorica verità.  Forse ha ragione Bobmax: Inferno (lastricato, come da manuale, delle "migliori" intenzioni). 

(Oggi è già un miracolo se l'Amore muove due umani)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Sono d'accordo, la Terra è fatta così fuori dal mondo della natura del pianeta fisico.
La natura non ha niente di umano o di alieno, è natura e basta, funziona benissimo così.Il resto non umano e non umanizzato del pianeta  pure,quindi i problemi sono umani e basta 
Lasciando da parte Dio e il Diavolo, gli alieni e tutto il resto di colpevolizzabile e colpevolizzato...la verità è quella che ho appena scritto.
Dunque, la specie umana non ha saputo reggere e gestire bene il distacco dalla natura mantenendo con essa un ragionevole rapporto.
Come ho detto, se si fosse mantenuta in linea con il
 il suo nomadismo, tribalismo, alimentazione e cultura preistorica, oggi sarebbe una specie di NICCHIA ben messa e tranquilla.
Non l'ha fatto, ha perso per "Paradiso Terrestre" e non riesce più a recuperarlo e recuperarsi. 
Qual è stato il "peccato" origine del disastro?
Le ipotesi sono molte, vediamole insieme:
1)Piaget, epistemologo molto noto e apprezzato, scrive:
"Nel passato lontano dell'uomo, un evento terribile, violento e imprevisto ha squilibrato, per sempre, la specie"
2)Alcuni autori, sostengono che la specie umana è stata decimata e ridotta a pochissimi individui shockati e impazziti da una evento catastrofico avvenuto in un lontano passato. Questo, basandosi su dati geologici, reperti fossili e altri dati. LL
3)Altri parlano di una possibile esplosione stellare ravvicinata che avrebbe colpito il pianeta con radiazioni dannose per alcuni aspetti del DNA.
4)Alcuni propongono l'idea di un intervento genetico esterno all'uomo fatto da non umani.

Io propongo anche questo: qualche anno fa, un'équipe di medici italiani ha scoperto e dimostrato che alcune forme di leucemia sono  provocate dalla presenza di DNA ALIENO nel genoma umano.
Per ALIENO si intende materiale genetico NON UMANO e non necessariamente alieno nel senso ufologico del termine.
Potrebbe trattarsi di un innesto naturale e spontaneo di materiale genetico di un virus o di batteri, in ogni caso esso esiste e fa danni fino ad ora constatati solo nei casi di leucemia.
In base a questo, io penso che lo squilibrio specifico umano potrebbe essere provocato  da innesti casuali del genere ignoti agli attuali studiosi del genoma umano. Oppure, da virus lenti non identificabili con i mezzi attuali.
Infine, vi propongo anche questa ulteriore  possibilità:

https://www.metropolitano.it/atcv-1-virus-della-stupidita/

INSOMMA, NON C'È CHE L' IMBARAZZO DELLA SCELTA MA LA SCELTA MIGLIORE SAREBBE QUELLA DI PARTIRE DALLA TERRA A RAZZO VISTA LA SITUAZIONE GENERALE E LE PROSPETTIVE!





Jacopus

Un pò di riflessioni a caso su un campo che conosco ma non troppo.

CitazionePoi l'uomo si è fermato e nessuno sa il perché, è diventato stanziale e il resto lo sappiamo tutti.
Darne la "colpa" al clima è un trucco per non spiegare le cose dato che non le conosciamo.

L'uomo si è fermato ed ha inventato l'agricoltura perchè è creativo, perchè sa pensare altrimenti, come molte altre specie, ma noi lo facciamo in grande. In sostanza la vita di ogni essere vivente è disciplinato da due leggi contrastanti, conservazione e innovazione. Se l'ambiente fosse sempre uguale, basterebbe la legge della conservazione, ma non essendo l'ambiente immobile, sia a livello geofisico che organico, bisogna anche saper innovare. A livello genetico l'innovazione avviene attraverso la selezione naturale e la rimodulazione genetica nel corso di centinaia di migliaia di anni. A livello culturale, l'innovazione avviene attraverso la scoperta e la trasmissione generazionale di innovazioni come, ad esempio, l'agricoltura. Il grande marcatore differenziante è stato la scrittura che ha permesso la trasmissione di sapere sempre più vasto e a sempre più membri della specie umana, da rendere ogni innovazione ad efficacia globale. Il problema è ora che il nostro potere derivante dalla conoscenza rischia di stravolgere l'equilibrio dell'ambiente stesso. Da semplici "oggetti" dell'ambiente, cui cercavamo di proteggerci attraverso svariate strategie, siamo diventati "soggetti" dell'ambiente, ovvero in grado di modificarlo, apparentemente in senso favorevole, ma solo apparentemente, come insegna il cambiamento climatico o la produzione di smog.

CitazioneVon Bertallanffy spiega anche la"gerarchizzazione": ogni organismo vivente funziona come un sistema gerarchico funzionale anche ATTRAVERSO UNA SUA CENTRALIZZAZIONE PROGRESSIVA.
È quello che succede alla specie umana, i risultati sono quelli che vediamo e, questa evoluzione/entropica purtroppo sembra inevitabile: è propria a tutti i viventi!
La macchinizzazione e ritualizzazione dei comportamenti umani è tipica anche di altre specie, come esattamente fai notare e fa parte di quella esigenza che ho chiamato esigenza di conservazione. Se sappiamo che il leone ci mangia, tratteremo tutti i leoni come mangiatori di uomini. La categorizzazione è una forma di strutturazione del pensiero che economizza le nostre risorse mentali e ci aiuta, come ora consultiamo una mappa o un libretto delle istruzioni. Il problema di questa evoluzione è che il nostro mondo è sempre più "macchinizzato", ed in questo modo si erode spazio a quell'altra necessaria dimensione umana della creatività e del pensarci unici, noi e gli altri, compreso quel leone che non ha affatto voglia di mangiarci. Riflettevo proprio in questi giorni a proposito di un evento parallelo: il bisogno di avere accanto un animale domestico. Un bisogno che nasce forse proprio dal bisogno di opporsi a questa generalizzata macchinizzazione, poichè il cane che abbiamo ci riconosce e ci ama per quel che siamo e non per quello che facciamo o produciamo (e soprattutto viceversa).

Citazioneo propongo anche questo: qualche anno fa, un'équipe di medici italiani ha scoperto e dimostrato che alcune forme di leucemia sono  provocate dalla presenza di DNA ALIENO nel genoma umano.
Per ALIENO si intende materiale genetico NON UMANO e non necessariamente alieno nel senso ufologico del termine.
Ormai da diversi decenni si è scoperto che il DNA non viene trasmesso solo in via verticale, di generazione in generazione, attraverso la procreazione sessuata, ma anche attraverso virus che che sono stati inglobati nel genoma umano nel corso di milioni di anni e che magari abbiamo ereditato dai nostri predecessori (homo ergaster, homo abilis e così via). Questo DNA ereditato dai virus può avere effetti negativi ma anche positivi. E' grazie ad uno di essi, ad esempio che siamo diventati placentati, abbandonando altre tecniche come quella più antica dell'ovoviviparità (presente ancora nelle echidne e negli ornitorinchi).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Pensarbene

Chissà se le donne ne sono felici?

Pensarbene

#14
Dopo la battuta che non è poi molto lontana dalla realtà,vaggiungo questo molto seriamente:
Io ho una simpatia per gli ornitorinchi, secondo me hanno imbroccato la strada giusta commisurata con la loro specie.
Per quanto riguarda il passaggio dal nomadismo allo stanziale, io ho molti dubbi sulle cause.
Il clima è cambiato così tanto e subitaneamente dopo duecentomila anni?
Tanto da obbligare gli umani a fermarsi?
Io non ci credo, davvero, qualcosa non quadra!
Sarebbe come se il clima, oggi, cambiasse così radicalmente e in fretta da obbligarci a ...diventare nomadi,cacciatori e raccoglitori di quello che si può, COSA CHE, COME HO SPIEGATO NEI MIEI PRECEDENTI POST,STA SUCCEDENDO DAVVERO NEI TERMINI CHE HO
SPIEGATO e senza cause climatiche!
Allora, questo sta a significare che, forse,la stanzialità è stata una SCELTA CULTURALE E SOCIALE  in qualche modo imposta o autoimposta da un qualcosa che non so.
Sono sicuro di questo anche se non ne ho le prove :nessuna specie lascia duecentomila anni di riuscita su misura e di relativa sicurezza di SUA SPONTANEA E NATURALE VOLONTÀ,a meno che sia obbligata a farlo.
Su questo,ragazzi,non ho dubbi,forse dovrei averne ma non ne ho e, di solito, quando non ho dubbi circa qualcuno e qualcosa non mi sbaglio.
Adesso vi voglio parlare delle tre età metallurgiche: rame,bronzo e ferro
Leggete questo PDF:

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.cultura.trentino.it/content/download/639433/24430909/file/La%2520metallurgia%2520nell%27antichita%25CC%2580.pdf&ved=2ahUKEwjvkZ-ylbb9AhWzh_0HHaXYAwAQFnoECCUQAQ&usg=AOvVaw3sV7EJksvzTNm7mqxyGWzO

Sono stupito di quanto siano semplicistiche le spiegazioni del COME i nostri antenati siano riusciti a scoprire i minerali giusti, abbiamo proceduto all'estrazione dei tre e lì abbiano potuti lavorare e forgiare costruendo utensili niente affatto disprezzabili.
Immagino che uno di essi, avendo trovato una malachite, avendola guardata ed essendone incuriosito,l'abbia esaminata per un po' e, quindi, buttata nel fuoco del campo che, come sapete, ha una temperatura molto limitata e una concentrazione instabile e labile
Come per magia,dalla malachite esce un liquido pastoso che, al contrario di quello che si potrebbe pensare,NON VIENE BUTTATO FUORI DAL FUOCO PERCHÉ LO POTREBBE  SPEGNERE O DISTURBARE.AL CONTRARIO, ESSO VIENE RACCOLTO,SI SPERA CON PRUDENZA...OSSERVATO,STUDIATO,CAPITE LE SUE OPPORTUNITÀ, VIENE RIOTTENUTO, RAFFINATO E FORGIATO, FINO A PRODURRE GLI UTENSILI RITROVATI.
Scusate ragazzi,ma a me pare di leggere una favola per bambini, non posso credere che scienziati e esperti in metallurgia possano mancare di spiegazioni convincenti e ripetibili
sulle tre età in questione.
L' uomo  di quelle epoche viene praticamente considerato un genio intuitivo dotato di una fortuna della m....a e di una creatività tecnica,non dico artistica,dico tecnica dell'altro mondo.
Buona serata





Ho letto altri articoli accreditati su questo argomento e posso dire che quello che ho letto conferma i miei dubbi e quello che ho scritto circa l'arresto e la stanzialità precedente queste tre età.
Poi sono andato a leggere i testi storici di alcuni popoli centro americani, mesopotamici,
asiatici e ho notato che, a differenza delle spiegazioni accreditate, essi dicono esplicitamente di aver imparato quello che sapevano da fonti esterne a loro.
Adesso non sto qui a disquisire sulle fonti chiamate da essi in vari modi, ma constato che,perlomeno, quei popoli non peccano di immodestia e di pressapochismo.