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Storia della "chiocciola"@

Aperto da Eutidemo, 27 Dicembre 2022, 11:31:57 AM

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Eutidemo

L'icona, in origine, derivava dalla prima lettera della parola "αμφορέας" (in greco) e poi  "amphora" (in latino), che era il simbolo usato come unità di misura utilizzata in epoca prima greca e poi romana, per indicare il numero delle anfore commerciate; però, allora, si indicava come una "A" maiuscola cerchiata a forma di anfora (con la punta in basso, perchè le anfore venivano tenute dritte conficcandole nella sabbia).
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Successivamente:
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a)
Nel testo di una missiva, l'"A" maiuscola cerchiata, divenne il "corsivo" "a" minuscolo cerchiato all'inizio di una parola (e non necessariamente di un'intera frase); ma sempre mantenendo l'originaria  "circonvoluzione" a forma di chiocciola intorno alla "a" diventata minuscola.
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b)
In alcuni testi, mantenne il significato abbreviato di "anfora", come in questa lettera spedita da Siviglia il 04 maggio 1536 da parte del mercante toscano Francesco Lapi e destinata al toscano Filippo Strozzi.
Ecco la trascrizione del testo nella parte che ci interessa:
"...perché là (cioè in America Latina) una @ di vino (cioè un'anfora di vino), che è 1/30 di una botte, vale 70 o 80 ducati."
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c)
Però tale significato era divenuto sempre più residuale, in quanto la @ era ormai utilizzata persino come iniziale della parola "amen"; come in questo testo tratto dalla Cronaca di Manasse del 1345.
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d)
Infine, assunse il significato di lettera "a" singola, per distinguerla dalle altre "a" del testo; e, questo, in particolare in Inghilterra, col il significato di "at", ben diverso dall'articolo indeterminativo "a".
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e)
Con la stesura dei primi testi commerciali e l'industrializzazione, infatti,  il simbolo assunse il significato di "at price of" (al prezzo di), abbreviato in "at".
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f)
Ma con l'introduzione di questo carattere nelle macchine da scrivere nel 1884, sempre in area anglosassone,  il valore del simbolo assunse anche il significato di "destinazione postale"; nel senso che si scriveva una lettera a Mr.Smith, domiciliato presso (at @) la stazione postale di York, dove lui si sarebbe poi preso la briga di andarsela a ritirare.
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g)
Il carattere venne conservato nel passaggio dalla macchina da scrivere alla tastiera; fino alla storica svolta nel 1972, quando il programmatore americano Ray Tomlinson scelse proprio la @ negli indirizzi di posta elettronica ARPANET, la rete informatica militare antenata di Internet.
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h)
Tomlinson, infatti, cercava un simbolo che separasse il nome e cognome, cioè la prima parte personale dell'"indirizzo mail" del "destinatario", dal "server" di destinazione; il quale è un computer diverso da quello appartenente al destinatario della missiva.
La scelta cadde sulla @ perché:
- era un carattere allora in disuso che non poteva essere confuso facilmente;
- aveva tuttavia conservato nel linguaggio commerciale il significato di "at", cioè "presso", in questo caso riferito al "server" (considerato come se fosse una stazione postale).
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Il che consente facili intercettazioni, ma anche metodi più o meno complicati per evitarle; come mi riservo di spiegare in un apposito "topic" denominato "Come evitare le intercettazioni di e-mail", in "TEMATICHE CULTURALI E SOCIALI.
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doxa

Buonasera Eutidemo, 

se ti può essere utile integro quanto hai scritto riguardo la lettera A. 

Tutti i sistemi di scrittura di tipo alfabetico cominciano con la lettera A, dal suo nome greco "alpha", ma la denominazione è di origine semitica (ancora in uso: 'alef in ebraico, 'alif in arabo) e anticamente aveva il significato della nostra parola "bue", che si ottiene in forma stilizzata rovesciando la lettera di 180 gradi, e si può riconoscere la testa di un bovino con le corna vista di fronte.
 
Quando i Greci ricevettero l'alfabeto dai Fenici, la prima lettera era adagiata con le corna verso destra. Furono i Greci a ruotarla portando le corna verso il basso.

Si ignora il motivo di queste rotazioni. Comunque la connessione con la figura che la lettera rappresentava in origine non era più rilevante. Infatti adagiata o completamente rovesciata, la lettera A non rappresentava più il bue, ma utilizzata per rappresentare un fonema, un particolare suono della voce.
Questo segno il valore di bue/toro o bestiame lo aveva avuto  da un geroglifico egizio.
 
La lettera "Alpha" essendo la prima dell'alfabeto era anche usata come cifra per indicare il numero 1 in uno dei due sistemi di numerazione che i Greci utilizzarono nell'antichità.
 
L'alfabeto latino è rimasto immutato dall'epoca della Roma imperiale ai giorni nostri, ma, come detto, ha origini e legami che lo collegano con altri sistemi di scrittura.
 
I Latini, mutuando le lettere dall'alfabeto greco (attorno all'VIII sec. a.C.,  forse tramite gli Etruschi), presero solo quelle necessarie a rappresentare i suoni in uso nella loro lingua corrente.
 
Per esempio la lettera G  fu aggiunta nel III sec. a.C., mentre Y e Z vennero introdotte in epoca repubblicana, in concomitanza con l'aumento dell'influenza culturale greca su Roma, e dunque per la necessità di trascrivere alcune parole greche nel sistema di scrittura latino.
 
La W e la J sono introduzioni medievali atte alla trascrizione di altre lingue (ad esempio quelle anglo-sassoni).
 
Una curiosità riguarda le lettere U e V: esse non vennero distinte fino all'epoca rinascimentale.
I Latini infatti non distinguevano graficamente i due suoni, ed anche la loro pronuncia, nel latino classico, era molto più simile di quanto sia in italiano. In scrittura il segno V rappresentava entrambi i suoni, e in ambito epigrafico la lettera V è stata preferita alla U fino al XXI secolo.

Non  è chiaro come si pronunciasse la V (alcuni glottologi ritengono che stesse a indicare semplicemente il suono della U breve, come in uomo. Il fonema V non esisteva neanche nella lingua greca. 

Dalle epigrafi  si desume che il dittongo vu veniva pronunciato uo. VULT = Uolt.

Cicerone (si pronunciava KIKERO) se ci sentisse leggere oggi un suo testo, stenterebbe a capire che stiamo leggendo un brano in latino.

Recentemente  Alessandro Magrini  ha pubblicato un suo saggio titolato  "Il dono di Cadmo. L'incredibile storia dell'alfabeto", edito da "Ponte alle Grazie". In questo libro ci sono notizie interessanti riguardo ad ogni lettera dell'alfabeto. 

iano

La storia del bue che si trasforma in chiocciola, dunque?  ;D
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

#3
Ciao Iano
Il tuo intervento è interessantissimo e del tutto veritiero; o, almeno, corrisponde a quello che sapevo anch'io.
Ed infatti, in origine, la lettera A (maiuscola) era figurativamente rappresentata da una testa di un bue in posizione eretta.
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Poi, pian piano, è ruotata diventando una A.
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Il percorso, probabilmente, è stato il seguente, dettato dalla necessità di velocizzare la scrittura; ed infatti l'A arcaica, a differenza delle precedenti, poteva essere scritta con un unico tratto.
Per cui, in effetti, le originarie corna del bue sarebbero costituite dalla "zampetta" destra della A, e non dai sue due "piedini"; come invece verrebbe spontaneo immaginare, pensando a un diretto capovolgimento di una testa di bue stilizzata.
Ma sono soltanto ipotesi!
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E' invece indubbio che i Latini non distinguevano nè graficamente, nè come pronuncia, la "U" e la "V".
Ed infatti, quando i romani, nei film, stendono il braccio dicendo "AVE", probabilmente, in realtà,  lo pronunciavano "AUE'"; che poi è diventato il nosto "UE'", che anche noi, di solito, pronunciamo alzando il braccio.
Ma anche questa è soltanto un'ipotesi!
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E ce ne sarebbero tante altre, di curiosità, da raccontare!
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Un saluto, UE'!
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