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Roma, "città aperta"!

Aperto da Eutidemo, 28 Maggio 2023, 07:11:22 AM

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Eutidemo

Secondo le convenzioni internazionali di guerra, la "città aperta" è un territorio urbano che non può essere sottoposto a bombardamenti o attacchi armati dell'una o dell'altra parte.
Tale qualifica può essere attribuita in ragione del patrimonio storico culturale ed artistico della città, ed è riconosciuto in base ai seguenti requisiti:
a) "neutralizzazione" della città , ovvero l'assenza nel suo perimetro di forze o installazioni militari, salvo le sole forze di polizia dell'esercito occupante;
b) controllabilità di un effettiva "neutralizzazione" del perimetro urbano;
c) riconoscimento, mediante accordi o dichiarazioni unilaterali, di tale qualifica da parte degli Stati belligeranti.
Esempi si sono avuti durante la II Guerra mondiale quando furono dichiarate città aperte: Roma, Parigi, Atene ed il Cairo.
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Il Polizeiregiment "Bozen", era un reparto militare della "Ordnungspolizei" ("polizia d'ordine"), per cui la sua presenza all'interno della città di Roma, non violava lo "status" di "città aperta" della Capitale.
Ne consegue che l'attacco armato contro tale reparto di polizia, risultò, almeno "giuridicamente", illegittimo in base alla condizione di Roma "città aperta" .
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La reazione dei Tedeschi, però, risultò ancora più  illegittima, per i seguenti motivi:
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a)
Ai tempi della seconda guerra mondiale, in casi del genere, la potenza occupante aveva il cosiddetto "diritto di rappreseglia"; ma solo come "ultima ratio".
Cioè:
- in primo luogo il Comando tedesco avrebbe dovuto pubblicamente invitare i responsabili dell'attentato a presentarsi, onde evitare la rappresaglia (come ben illustrato nel bellissimo film "Legge di guerra", di  Bruno Paolinelli);
- in secondo luogo il Comando tedesco, se nessuno si presentava, avrebbe dovuto ricercare i colpevoli con proprie indagini di polizia (sebbene per un tempo limitato, in considerazione delle esigenze belliche).
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b)
Invece non venne fatto nulla di tutto questo, bensì si procedette "in segreto" ed in "fretta e furia" alla "orrenda" strage delle Fosse Ardeatine; per giunta eccedendo anche il previsto numero delle vittime designate.
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AVVERTENZA
Questo topic esamina (molto sommariamente) la vicenda delle Fosse Ardeatine soltanto sotto il profilo del "diritto internazionale di guerra vigente all'epoca", astenendosi da qualsiasi altra considerazione di carattere ideologico politico e/o morale.
Come cortesemente prego di fare anche a chi volesse intervenire nel "thread".
Grazie!
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Eutidemo

P.S.
Peraltro giova ricordare che non è vero, come molti sostengono, che ai sensi dell'art. 43 della Convenzione dell'Aja fosse "espressamente" consentita la fucilazione di ostaggi per rappresaglia; la quale, invece, divenne poi una prassi interpretativa diffusa.
Ed infatti tale norma stabilisce soltanto quanto segue "L'autorità del potere legale essendo passata di fatto nelle mani dell'occupante, questi prenderà tutte le misure che dipendano da lui per ristabilire ed assicurare, quanto è possibile, l'ordine pubblico e la vita pubblica, rispettando, salvo impedimento assoluto, le leggi vigenti nel paese."
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Ed invero, secondo la prevalente attuale giurisprudenza: "L'ambigua formulazione dell'art. 43 del regolamento sulle leggi e gli usi della guerra terrestre, approvato all'Aja nel 1907, vigente all'epoca dei fatti, consentiva, secondo talune interpretazioni ancora proposte (ma non più accettabili) nel periodo della II Guerra mondiale, la "fucilazione" di ostaggi (e dunque il sacrificio di vite umane innocenti) al fine di "mantenere l'ordine" nei territori occupati. In ogni caso, se correttamente interpretato, il predetto regolamento escludeva in radice la legittimità di "rappresaglie" in danno della vita dei cittadini dello Stato occupato (cfr. Corte mil. app. 24.11.2005, Langer)."

Pensarbene

la pace è già di per sé stessa un insieme di conflitti in parte ignorati in parte risolti in parte lasciati"maturare"...
La guerra  fa esplodere i conflitti "maturati" e ne crea degli altri.
Quindi l'alternativa tra pace e guerra è quanto mai relativa,le due sono legate da un "filo rosso " che diventa sangue e poi ridiventa "rosso"...

PS è un ot tangenziale e allusivo ai fatti

flying dutchman

Roma è stata dichiarata "città aperta" il 14 agosto 1943 dalle autorità italiane.
ma le truppe tedesche non hanno mai rispettato questa dichiarazione, occupando militarmente la città a seguito di combattimenti, nei quali hanno trovato la morte oltre mille militari italiani. 
la resa concordata con il comando tedesco prevedeva il mantenimento per Roma dello status di "Città Aperta", tuttavia la città viene comunque occupata da truppe della Wehrmacht, non solo da un reparto di polizia militare. 
lo status di "città aperta" risultava quindi apertamente violato, sia dalle modalità con cui era stata attuata l'occupazione sia dalla presenza di truppe combattenti all'interno della città.

Eutidemo

Ciao Flying Dutchman. :)
Il governo Badoglio proclamò "unilateralmente" Roma "città aperta" quando eravamo ancora alleati con i Tedeschi, e combattevamo contro gli Angloamericani.
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Ma mentre l'Italia smilitarizzava effettivamente Roma, la Germania, invece, che non era stata fatta partecipe della "dichiarazione unilaterale" di Badoglio,  non si sentì minimamente vincolata al riguardo; pertanto i governi alleati ignorarono la dichiarazione unilaterale e si riservano "piena libertà di azione nei riguardi di Roma", e continuarono a bombardarla.
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Dopo l'8 settembre, le truppe tedesche occuparono militarmente Roma, in conseguenza del fatto che l'Italia si era arresa agli Angloamericani; nei confronti soltanto dei quali Badoglio aveva proclamato "unilateralmente" Roma "città aperta", essendo fino ad allora l'Italia alleata della Germania.
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Solo successivamente all'occupazione di Roma, la resa concordata con il comando tedesco previde il mantenimento per Roma dello "status" di "Città Aperta"; tuttavia a me non risulta affatto che la città sia stata occupata da truppe della Wehrmacht, oltre che dalle forze della polizia militare.
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Tanto è vero che l'OKW aveva sede a Frascati, e non a Roma, dove alloggiavano soltanto forze di polizia militare, e cioè:
- la I./SS-Polizei-Regiment 20
- la Polizeigruppe Rom
- Außenkommando der Sicherheitspolizei und des SD Rom
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E' vero che, in alcune occasioni, delle truppe combattenti della Wehrmacht transitarono per le vie consolari di Roma, il che costituiva una violazione del regime di "Città Aperta"; però non mi risulta affatto che truppe della Wehrmacht occupassero stabilmente la città.
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D'altronde, se fosse stato vero che anche truppe combattenti della Wehrmacht occupavano stabilmente Roma, non si capisce per quale ragione la "Resistenza" abbia attaccato proprio il Polizeiregiment "Bozen", che era un reparto della "Ordnungspolizei" (polizia d'ordine), e non invece un reparto combattente della Wehrmacht.
Non avrebbe avuto alcun senso!
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Un saluto :)
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P.S.
In ogni caso ritengo "disumana", "illegittima" e "arbitraria" la reazione tedesca all'attentato di via Rasella; cioè la strage delle Fosse Ardeatine.
Ed infatti non è vero, come molti sostengono, che ai sensi dell'art. 43 della Convenzione dell'Aja fosse "espressamente" consentita la fucilazione di ostaggi per rappresaglia; la quale, invece, divenne poi una prassi interpretativa diffusa.
Ed infatti tale norma stabilisce soltanto quanto segue "L'autorità del potere legale essendo passata di fatto nelle mani dell'occupante, questi prenderà tutte le misure che dipendano da lui per ristabilire ed assicurare, quanto è possibile, l'ordine pubblico e la vita pubblica, rispettando, salvo impedimento assoluto, le leggi vigenti nel paese."
Ed invero, secondo la prevalente attuale giurisprudenza: "L'ambigua formulazione dell'art. 43 del regolamento sulle leggi e gli usi della guerra terrestre, approvato all'Aja nel 1907, vigente all'epoca dei fatti, consentiva, secondo talune interpretazioni ancora proposte (ma non più accettabili) nel periodo della II Guerra mondiale, la "fucilazione" di ostaggi (e dunque il sacrificio di vite umane innocenti) al fine di "mantenere l'ordine" nei territori occupati. In ogni caso, se correttamente interpretato, il predetto regolamento escludeva in radice la legittimità di "rappresaglie" in danno della vita dei cittadini dello Stato occupato (cfr. Corte mil. app. 24.11.2005, Langer)."
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flying dutchman

#5
in realtà però le forze armate tedesche non si limitavano ad azioni di polizia. a meno che non si voglia considerare operazione di polizia il rastrellamento degli ebrei il 16 ottobre 1943 e la conseguente deportazione nei campi di sterminio.
per quanto riguarda la presenza di truppe naziste a Roma, il sito del Deutsches Historisches Institut di Roma fornisce altri dati, tra cui la presenza di Fallschirm Artillerie Regiment, Panzer Grenadier Regiment, 362 Infanterie Division

Eutidemo

Ciao Flying Dutchman.
In ordine al tuo gradito intervento, osservo quanto segue:
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1)
L'operazione di rastrellamento degli ebrei il 16 ottobre 1943 e la conseguente deportazione nei campi di sterminio, fu sicuramente una "operazione di polizia" e non certo una  "operazione di combattimento"; fermo restando che si trattò di una delle più vergognose e disumane "operazioni di polizia" compiute a Roma dai nazisti .
Tra l'altro Kappler aveva promesso la liberazione dei prigionieri, se gli Ebrei di Roma gli avessero consegnato 50 chilogrammi d'oro; in cambio dell'oro, Kappler promise agli ebrei l'incolumità.
Gli ebrei gli consegnarono 50 chilogrammi d'oro (più tre etti in eccesso), che Kappler spedì immediatamente a Berlino, al capo dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich, generale Ernst Kaltenbrunner; il quale, però, si tenne l'oro e dette l'ordine di deportare lo stesso gli ebrei nei campi di sterminio!
Che brucino entrambi all'inferno!
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2)
Quanto al "Fallschirm Artillerie Regiment, Panzer Grenadier Regiment, 362 Infanterie Division", ad essere sincero, non ne sapevo assolutamente niente; ma, indubbiamente, anche qualora si fosse trattato soltanto di un reggimento della FLAK, se era acquartierato effettivamente a Roma, questo avrebbe comunque comportato una violazione della condizione di "Roma Città aperta".
Però, se questo è vero, non si capisce per quale ragione la "Resistenza" abbia attaccato proprio il Polizeiregiment "Bozen", che era un reparto della "Ordnungspolizei" (polizia d'ordine), e non invece un reparto della "Fallschirm Artillerie Regiment, Panzer Grenadier Regiment, 362 Infanterie Division" (che, invece, era un reparto combattente).
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Un saluto! :)
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flying dutchman

è una discussione estremamente interessante da cui si imparano diverse cose.
una di queste è la difficoltà di trovare documentazione sull'effettiva consistenza dell'occupazione tedesca di Roma tra il settembre 1943 e il giugno 1944. prima di imbarcarmi in questa discussione ero convinto che Rome fosse stata occupata in forze dai nazisti, e invece non era affatto così: c'erano sì dei reparti armati, ma per la maggior parte con funzioni di polizia militare. e quindi grazie a Eutidemo che mi ha fatto scoprire cose che ignoravo.
spero che quello che ho citato sia un sito attendibile, uno dei pochissimi che riporta l'effettiva consistenza delle forze armate tedesche in Italia dopo l'8 settembre. a me sembra di sì, ma fidarsi è bene con il resto che segue.

il rastrellamento degli ebrei era un'operazione di polizia ... non è che sono proprio d'accordo, ma ammettiamo per un momento che sia effettivamente così.
ora, se le operazioni di polizia consistono nella deportazione di ebrei, nelle torture di via Tasso e nell'uccisione per strada di oppositori, io non mi meraviglio per niente del fatto che l'attentato sia stato rivolto contro i "poliziotti" invece che contro i "combattenti". in città erano stati proprio i poliziotti a suscitare avversione, mentre i combattenti erano stati generalmente impiegati altrove e tenuti a Roma per garantire un minimo di difesa. 

Eutidemo

Ciao Flying Dutchman :) .
In effetti non è facile trovare documentazione sull'effettiva consistenza dell'occupazione tedesca di Roma tra il settembre 1943 e il giugno 1944; però, a parte l'eccezione da te ricordata (che io ignoravo), a me risulta che Roma fosse occupata principalmente da "forze di polizia militare" tedesca.
***
Comunque il rastrellamento degli ebrei di Roma, tecnicamente, fu senz'altro un'"operazione di polizia"  e non un'"operazione di combattimento".
***
Però, secondo me, tu hai perfettamente ragione quando scrivi che: "...se le operazioni di polizia consistevano nella deportazione di ebrei, nelle torture di via Tasso e nell'uccisione per strada di oppositori, non mi meraviglio per niente del fatto che l'attentato sia stato rivolto contro i "poliziotti" invece che contro i "combattenti".
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Anzi, nel 2023 lo storico Lutz Klinkhammer, in una intervista, ha osservato che gli uomini del Polizeiregiment "Bozen" (che furono attaccati a via Rasella), "indossavano la stessa divisa della polizia d'ordine nazista ("Ordnungspolizei") che era quella indossata dai rastrellatori degli ebrei"; e sebbene non sia storicamente comprovato che tale reggimento abbia materialmente partecipato a tale "rastrellamento" (Lorenzo Baratter, per esempio, lo nega), la cosa è però possibile.
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Un saluto! :)
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