Perchè il 6/8/45 furono sganciate le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki?

Aperto da Eutidemo, 06 Agosto 2023, 11:48:50 AM

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Eutidemo

Al riguardo Churchill scrisse che le bombe atomiche, in fondo, furono sganciate anche per "fare un un favore ai Giapponesi", i quali, sennò, non si sarebbero mai arresi e sarebbero stati uccisi tutti quanti; ed infatti, secondo lui, "Il popolo giapponese poteva trovare nell'apparizione di quest'arma quasi soprannaturale una scusa tale da salvare il proprio onore e liberarlo dall'obbligo di farsi uccidere fino all'ultimo uomo".
Però, secondo me, Churchill  fu molto più sincero quando scrisse:  "In tempo di guerra la verità è così preziosa che deve essere protetta costantemente da un velo di bugie".
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Ed infatti, almeno a quanto mi risulta, non è assolutamente vero che i Giapponesi non volessero arrendersi a nessun costo!
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Tanto è vero che, il 20 giugno del 1945 l'imperatore del Giappone convocò un consiglio di ministri a cui chiese di porre fine alla guerra il più presto possibile; di conseguenza, ai primi di luglio, il principe Konoye fu inviato a Mosca con il mandato ufficiale dell'imperatore di cercare di ottenere la pace tramite la mediazione dell'URSS.
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Ma gli Americani, lo vennero a sapere; ed infatti, il progetto di crittografia americano "Magic" aveva decriptato molti dei codici giapponesi; incluso anche il codice "Purple", utilizzato dal Ministero degli Esteri giapponese per criptare ad alto livello la corrispondenza diplomatica.
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Pertanto i messaggi cifrati tra Tokyo e le ambasciate giapponesi in URSS poterono essere letti dagli Alleati quasi contemporaneamente a coloro cui erano diretti i messaggi; quindi gli Americani sapevano benissimo che, essendo "arrivati alla frutta", i Giapponesi ormai "cercavano un modo per arrendersi", in quanto non avevano alcuna intenzione "di farsi uccidere fino all'ultimo uomo"
Però, che il Giappone cercasse di arrendersi con la mediazione dell'URSS, non andava affatto a genio a Truman per svariate ragioni.
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Ed infatti:
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1)
Truman non era affatto interessato a mettere fine alla guerra il più presto possibile per il tramite dell'URSS, onde evitare che Stalin avanzasse poi rivendicazioni in Estremo Oriente; voleva, invece, che fossero gli USA a concludere per primi la guerra con la "forza bruta", per  affermare la loro egemonia sul Giappone e su tutta l'area estremorientale.
Ed infatti, due giorni dopo la bomba su Hiroshima, Stalin dichiarò guerra al Giappone per non restare indietro; e quindi Truman, nel giro di ventiquattro ore, ordinò di sganciare un'altra bomba su Nagasaki (tanto per non lasciare dubbi sul suo "diritto di prelazione").
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2)
Inoltre l'ammiraglio Leahy, capo di stato maggiore sotto il presidente Roosvelt, dichiarò espressamente: "Gli scienziati ed altri volevano sperimentare concretamente la bomba atomica, date le enormi somme di denaro che erano state investite nel progetto: due miliardi di dollari".
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3)
Ci fu anche qualcuno che avanzò timidamente l'idea che, forse, sarebbe stato sufficiente "sperimentare" le due bombe su zone disabitate del Giappone; ed infatti i Giapponesi avrebbero capito lo stesso l'antifona, e si sarebbero subito arresi egualmente.
Ma l'idea fu respinta per tre ragioni:
a)
Era bene che Stalin si rendesse conto che gli Americani non si sarebbero fatti scrupoli nell'usare "armi di distruzione di massa", se ciò si fosse rivelato necessario per evitare  che le sue eventuali mire espansionistiche travalicassero i limiti stabiliti a Yalta e Potsdam.
b)
Era bene che le "popolazioni gialle", sulle quali gli USA si ripromettevano di affermare in futuro la loro egemonia, si rendessero conto che gli Americani non si sarebbero fatti scrupoli nell'usare "armi di distruzione di massa", se ciò si fosse rivelato necessario per il raggiungimento dei propri fini (allora erano gli unici a possedere bombe atomiche).
Ed infatti Mac Arthur,  durante la guerra di Corea,  propose l'uso di circa cinquanta bombe atomiche, per chiudere la partita "in dieci giorni"; ma ciò non avvenne perchè ormai le bombe atomiche ce le aveva anche l'URSS (la prima venne fatta esplodere con successo il 29 agosto 1949), e perciò Truman "lo tirò per la giacchetta".
c)
Infine, sganciare le due bombe su zone disabitate del Giappone, non avrebbe compensato a sufficienza l'attacco a tradimento di Pearl Harbour; il sangue chiamava sangue!
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Ma questa è solo una mia opinabile interpretazione degli eventi; ed infatti, da parte di molti storici prevale tutt'ora la tesi della "finalità umanitaria" delle due bombe su Hiroshima e Nagasaki.
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anthonyi

La storia dei rapporti diplomatici tra Giappone e URSS non la sapevo, comunque sapevo che il problema Russia era uno degli elementi centrali nelle scelte americane. Il pericolo che la conquista del Giappone si rivelasse problematica e che la Russia volesse partecipare a tale conquista era reale. Stalin con estrema furbizia aveva già messo mano al dominio sull'Europa orientale, e non ci avrebbe sputato sopra a spartirsi un pezzo di Giappone. Per cui si, effettivamente possiamo dire che con le bombe atomiche gli USA hanno fatto due grossi favori ai giapponesi risparmiandogli i costi di una guerra combattuta in casa e salvandoli dal pericolo di essere orbitati nel mondo comunista, e quest'ultimo é certamente il favore più grosso. Basta guardare le condizioni in cui é ridotta la Corea del nord.
Il discorso, poi, sulla "umanitarieta" o meno delle scelte USA secondo me non ha molto senso, ha senso il ragionamento strategico per il quale in guerra devi annientare la capacità di reazione del nemico subendo il minimo costo dalla tua parte. E per farlo devi intimidire l'avversario, se gli fai vedere che ti fai scrupoli umanitari ad usare un'arma terribile come quella atomica su una città, secondo me l'effetto intimidatorio non c'é.

Jacopus

Neppure io conoscevo la trama Giappone/Unione Sovietica e la posizione da realpolitik degli USA. Penso però che potrebbero aver contribuito molte ragioni al lancio della bomba atomica e non solo i manéggi Giappone/URSS. I giapponesi avevano già dimostrato in più occasioni di tenere di più al loro onore in battaglia che alla loro vita. Una tradizione che affonda nella storia del Giappone, nella figura del Samurai, pronto ad uccidersi (Seppoku) se sconfitto o disonorato. Durante la battaglia di Iwo Jima, soprattutto, gli americani dovettero confrontarsi con quanto erano capaci i giapponesi se fosse stato invaso il loro paese (Iwo Jima faceva parte del territorio giapponese). A fronte di un esercito americano da sbarco di75000 uomini, il Giappone aveva una forza di 20000 uomini. Morirono in 19.000, mentre gli americani ebbero fra morti e feriti 25.000 perdite. Fu straordinario perché gli USA avevano il completo controllo di mare e aria, e potevano bombardare a piacimento l'isola con batterie da 380, che non sputano fiorellini. Penso che uno dei motivi, anche se non l'unico fu proprio la considerazione che in invasione del territorio giapponese avrebbe comportato una grande spesa di uomini ma anche di ricostruzione delle infrastrutture, cui avrebbe dovuto farsi carico la potenza vincitrice, come avvenne in Europa occidentale.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Eutidemo

Ciao Anthony :)
Per raggiungere egualmente tali scopi, secondo me, era sufficiente far esplodere le due bombe in una zona desertica del Giappone; in tal modo gli USA avrebbero potuto egualmente convincere i Giapponesi ad arrendersi, senza dover mettere di mezzo l'URSS.
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L'effetto intimidatorio ci sarebbe stato lo stesso: ed infatti, se qualcuno ti spara tra i piedi, e ti ingiunge di arrenderti, tu alzi subito le mani, senza alcun bisogno che ti debba sparare una pallottola su ciascun piede per convincerti.
Tanto più se sei già propenso ad arrenderti (come nel caso dei Giapponesi)!
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Inoltre bombardare Hiroshima e Nagasaki non serviva minimamente ad "annientare la capacità di reazione del nemico", in quanto non erano centri militari o industriali di una qualche importanza.
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Per cui, a parte il fatto che non sempre il fine giustifica i mezzi (quando i mezzi consistono nel genocidio), in questo caso, almeno secondo me, si sono usati mezzi disumani, criminali e brutali, assolutamente inutili e superflui per ottenere lo scopo di far arrendere il Giappone (che ormai non desiderava altro).
I veri scopi erano altri; i quali, comprensibili o meno che fossero, non giustificavano comunque la distruzione di due città, e la contaminazione atomica di due o tre generazioni di superstiti!
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Un saluto! :)
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Eutidemo

Ciao Jacopus :) .
E' assolutamente vero che i Giapponesi avevano già dimostrato in più occasioni di tenere di più al loro "onore" che alla loro "vita"; una tradizione che affonda nella storia del Giappone, e nella figura del Samurai, pronto ad uccidersi (seppuku) se sconfitto o disonorato per aver disobbedito al suo signore.
Praticando lo ZEN, è un tipo di cultura che conosco abbastanza bene, sia in pratica che in teoria.
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Oltre alla "katana", infatti,  possiedo anche il "wakizashi", (il "guardiano dell'onore"), la seconda lama - più corta della "katana" - che serviva per il "seppuku"; ma preferisco non realizzare "videoclip" mentre la uso! ;D
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E conosco benissimo anche l'episodio della battaglia di  battaglia di Iwo Jima (硫黄島の戦), nella quale i giapponesi si sacrificarono quasi fino all'ultimo uomo "per obbedire agli ordini del loro imperatore".
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Ed infatti tu non consideri che l'onore del samurai (o del giapponese in generale), consisteva principalmente nell'"obbedienza" al suo "signore" (che fosse il suo "daimyo" o l'"imperatore"); per cui, visto che già dal  20 giugno del 1945 l'imperatore del Giappone aveva convocato il consiglio di ministri a cui aveva chiesto di porre fine alla guerra, non sarebbe stato per nulla "disonorevole", per un giapponese, arrendersi per volere dell'imperatore.
Semmai sarebbe stato  "disonorevole" continuare a combattere contro la sua volontà.
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Il concetto di "patriottismo" dei Giapponesi è molto diverso dal nostro!.
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Hai ragione nel dire che un'"invasione del territorio giapponese avrebbe comportato una grande spesa di uomini ma anche di ricostruzione delle infrastrutture, cui avrebbe dovuto farsi carico la potenza vincitrice, come avvenne in Europa occidentale."
Ma questa è una colossale "BALLA" raccontata "a posteriori" dagli Americani per giustificare il loro orrendo crimine; ed infatti, sin da giugno, l'Imperatore era ben deciso ad ottenere la pace anche senza lo spauracchio della bomba atomica (di cui ignorava l'esistenza).
Per cui, se gli Americani avessero voluto, avrebbero potuto ottenere la pace anche senza dover conquistare palmo a palmo il Giappone, e senza dover commettere le stragi di Hiroshima e Nagasaki; nè sarebbe stato necessario mettere di mezzo i Russi, perchè l'Imperatore, a condizioni accettabili, si sarebbe arreso anche agli Angloamericani.
***
Gli Angloamericani, però, volevano "formalmente" una "resa senza condizioni"; mentre invece, poi, all'atto pratico, ottennero "sostanzialmente" una "pace condizionata", senza neanche pensare a destituire l'Imperatore (e nemmeno a far indire elezioni al riguardo, come qui in Italia col Re, che, pure, aveva combattuto al loro fianco).
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Un saluto! :)
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P.S.
E' vero che alcuni comandi militari e soldati isolati, appartenenti a delle remote forze giapponesi sparse su tutto il territorio asiatico e su alcune isole del Pacifico, rifiutarono di arrendersi per mesi e anni dopo la pace; ma, in genere, questo avvenne o per carenza di comunicazioni, oppure perchè pensavano ad un inganno del nemico.
In ogni caso, se ci fu qualcuno che, invece, continuò a combattere consapevole di farlo contro l'ordine espresso dell'Imperatore, di sicuro non seguì la "Via del Bushidō".





Ipazia

Tra le ottime argomentazioni di Eutidemo sull'uso delle atomiche in Giappone penso che le più convincenti siano la sperimentazione in vivo di due costosissimi risultati sperimentali diversi tra loro: uranio e plutonio e non secondariamente lo scontro in atto da sempre con l'URSS.

Le motivazioni limitate allo scontro bellico USA-Giappone mi sembrano assai pretestuose e l'unica valida, di natura psicologica (di massa) più che militare, è la punizione finale per Pearl Harbour, che benissimo si sposa con l'impunità storica per la sperimentazione in vivo dell'arma atomica.

L'atomica russa ha chiuso l'ipotesi di un mondo unipolare, permesso la rivoluzione cinese e dato respiro ai movimenti di liberazione nazionale contro l'ipercolonialismo occidentale. Insomma, anche Stalin, oltre a Stalingrado, ha fatto qualcosa di buono. Ora tocca a Putin portare avanti quel testimone, ma con una Nato ansimante e un mondo in silenziosa, ma abissale, rivolta, è tutto più facile.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Eutidemo, se fosse vero che bastano gli atti dimostrativi a vincere le guerre allora é difficile capire perché le armi vengono sempre utilizzate contro gli esseri umani.
E' facile dire ex post che non sarebbe stato necessario visto che non si avrà mai la controprova.
Da notare che non é bastata una singola città distrutta per convincere i giapponesi, che si sono arresi solo dopo la seconda, come si può pensare quindi che si sarebbero arresi per qualche km2 di foresta bruciata?
L'idea poi che vi fosse la necessità di una vendetta per Pearl harbor é priva di senso. Pearl harbor fu certamente un atto infame perché era un atto di guerra fatto senza dichiarare prima la guerra, e questo dovrebbe far riflettere sul concetto di onore che avevano i giapponesi, ma vincere la guerra, e togliere ai giapponesi qualsiasi pretesa egemonica sul pacifico, era compensazione assai piu che sufficiente.
Il problema, eutidemo, é che certi ragionamenti sballati fanno comodo a chi vuole vedere il mondo dalla sua parte ideologica marxista-leninista (per fortuna sempre di meno) che  rappresentano un mondo nel quale le colpe sono sempre da una parte, e tacciono sull'enormita dei crimini compiuti nel nome del marxismo-leninismo.

Jacopus

Anthonyi. La bomba di Nagasaki fu sganciata tre giorni dopo quella di Hiroshima. Anche la più veloce diplomazia non avrebbe fatto in tempo a chiedere la pace ed anche se avesse iniziato il 6 agosto, il 9 agosto non si sarebbe firmato granché. Quindi la seconda bomba fu sganciata non a causa della ritrosia giapponese a chiedere la pace. Detto questo, riportare anche qui la " reductio ad marxismus" mi sembra riduttivo. Gli USA non sono l'impero del bene, tanto quanto non lo è l'attuale Russia o la precedente URSS. Vi sono state motivazioni stringenti di realpolitik alla base del lancio delle bombe. Ma a mio parere, uno dei motivi, seppure probabilmente non quello più importante, fu proprio la possibile resistenza del Giappone. In Giappone l'imperatore non aveva il monopolio del potere ed era possibile in quella situazione anche che potesse essere deposto o comunque bypassato dalle frange oltranziste dell'esercito. Fermo restando che questa fu probabilmente una ragione molto meno stringente della necessità di mostrare in modo inequivocabile il potere militare degli USA anche al fine di delimitare le rispettive aree di influenza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Tecnologicamente con un telex la dichiarazione di resa la potevano fare, il tempo semmai é necessario per prendere coscienza del potere distruttivo che ha nelle mani il tuo avversario, si forse potevano aspettare più tempo dopo la prima bomba, il fatto é che avevano fretta di chiudere la partita perché in realtà c'era il serio rischio che Stalin agisse di fatto con uno sbarco in Giappone per andare a prendersene un pezzetto. 

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Circa le tue considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "Se fosse vero che bastano gli atti dimostrativi a vincere le guerre allora é difficile capire perché le armi vengono sempre utilizzate contro gli esseri umani."
Però io;
- non ho mai detto che bastano gli atti dimostrativi per vincere le guerre;
- ho detto, invece, che, contro un avversario ormai sconfitto con le "armi convenzionali", e che, quindi, è già manifestamente "in procinto di arrendersi" (come dimostrato dal pronunciamento dell'imperatore del 20 giugno), un atto soltanto dimostrativo con le "armi atomiche" sarebbe stato più che sufficiente.
Non era affatto necessario distruggere due città; che, tra l'altro, non costituivano un obiettivo bellico di particolare importanza!
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2)
Poi tu scrivi: "E' facile dire ex post che non sarebbe stato necessario visto che non si avrà mai la controprova."
Allo stesso modo si potrebbe anche dire: ""E' facile dire ex post che era necessario distruggere  Hiroshima e Nagasaki, visto che non si avrà mai la prova che, altrimenti, il Giappone non si sarebbe mai arreso!"
In ogni caso, prima di distruggere Hiroshima e Nagasaki, gli Americani avrebbero potuto lanciare una "bomba atomica di avvertimento"; e, poi, semmai, distruggere Hiroshima e Nagasaki solo se, dopo una decina di giorni, i Giapponesi non avessero colto l'avvertimento ed avessero insistito a combattere senza dare alcun segno di cedimento.
.
3)
Poi tu scrivi: "Da notare che non é bastata una singola città distrutta per convincere i giapponesi, che si sono arresi solo dopo la seconda, come si può pensare quindi che si sarebbero arresi per qualche km2 di foresta bruciata?"
Considerazione, questa, a cui ti ha già risposto Jacopus, risparmiandomi la fatica: "La bomba di Nagasaki fu sganciata tre giorni dopo quella di Hiroshima. Anche la più veloce diplomazia non avrebbe fatto in tempo a chiedere la pace ed anche se avesse iniziato il 6 agosto, il 9 agosto non si sarebbe firmato granché. Quindi la seconda bomba fu sganciata non a causa della ritrosia giapponese a chiedere la pace."
.
4)
Quanto poi, al fatto "che l'idea che vi fosse la necessità di una vendetta per Pearl harbor sia priva di senso!", secondo me tu non conosci molto bene il carattere degli Americani; ed infatti gli Americani, sono buoni e cari, ma se si "incazzano" sul serio perchè gli hai fatto una carognata, se la legano al dito, e ti ricambiano "occhio per dente" (10 a 1).
Credo che rientri un po' nell'origine "pionieristica" con cui si sono formati gli USA!
.
5)
Quanto all'enormità dei crimini compiuti nel nome del "marxismo-leninismo", e, in particolare, dello "stalinismo", sono invece perfettamente d'accordo con te.
Ed infatti, a mio parere, l'"Holodomor" staliniano degli anni '30 (in lingua ucraina e russa Голодомор) sta alla pari con l'"Olocausto" hitleriano degli anni '40; sebbene si tratti di "genocidi" compiuti in modi completamente diversi.
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Un saluto! :)
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flying dutchman

quando leggo che i giapponesi si sarebbero sacrificati fino all'ultimo uomo per difendere il loro territorio e avrebbero così causato gravissime perdite all'esercito avversario, rimango sempre perpluto.
mi chiedo: con quali armi?
dove avrebbero trovato le materie prime, il personale, gli strumenti per realizzarle? in che modo avrebbero potuto sostituire i soldati addestrati e caduti?
per fare un esempio, ogni aereo kamikaze era un aereo perduto e un pilota perduto: certamente il danno inflitto al nemico era superiore, ma nel 1945 il Giappone non era certo in grado di sostituire aerei e di addestrare piloti, mentre gli USA potevano sostituire le navi e addestrare nuovo personale di marina. 

anthonyi

I giapponesi avevano elaborato uno specifico progetto di resistenza estrema che avrebbe utilizzato al meglio le residue risorse belliche, e anche tutto ciò che era utilizzabile come arma, facendo partecipare anche un numero notevole di civili volontari.
Gli americani lo sapevano perché intercettavano le loro comunicazioni e stimavano una perdita che che sarebbe potuta arrivare a 2 milioni di uomini, prima di riuscire ad aver ragione di questa difesa le cui potenzialità avevano già sperimentato nella conquista dell'isola di iwogima dove I giapponesi erano riusciti ad infliggere agli americani più perdite di tutto il contingente giapponese sull'isola nonostante il dominio aereo americano.

flying dutchman

"utilizzare al meglio le residue risorse belliche", "tutto ciò che era utilizzabile come arma", "civili volontari".
mi stai dicendo che civili non addestrati armati, se tutto va bene, di katana, avrebbero causato 2 milioni di morti a delle forze armate che disponevano di cannoni, aerei e navi da bombardamento e truppe ben nutrite e addestrate?
come avrebbero potuto i giapponesi difendersi da bombardamenti a tappeto sulle loro città, sulla falsariga di quelli di Dresda? tieni conto che i B-29 che portavano le bombe sono arrivati su Hiroshima e Nagasaki praticamente indisturbati.
a Iwo Jima, sei mesi prima, i giapponesi disponevano di armamenti pesanti, di fortificazioni efficaci ed erano ancora in grado di rifornire i combattenti. sei mesi dopo i giapponesi non avevano nessuna possibilità di sostituire né gli uomini né i mezzi persi a Iwo Jima. 

InVerno

Citazione di: Eutidemo il 06 Agosto 2023, 11:48:50 AMTanto è vero che, il 20 giugno del 1945 l'imperatore del Giappone convocò un consiglio di ministri a cui chiese di porre fine alla guerra il più presto possibile; di conseguenza, ai primi di luglio, il principe Konoye fu inviato a Mosca con il mandato ufficiale dell'imperatore di cercare di ottenere la pace tramite la mediazione dell'URSS.
Penso che tu stia sovrastimando la capacità del governo giapponese. La storia del fascismo giapponese è quella di un gruppo di invasati che mescolando le tradizioni dei samurai con i manuali di Ludendorff crearono un culto militare esasperato ed irrazionale che ebbe la meglio sulla società civile, prima parassitandola poi schiacciandola. L'esercito giapponese invase la Manciuria con il parere contrario del parlamento giapponese, il governo di Tokyo non controllò mai i territori annessi, ministri e primo ministro furono assassinati.. intendo dire, la capacità politica del governo centrale era particolamente destituita di leggittimità, l'imperatore si trovava nella singolare situazione di essere adorato dall'esercito, ma allo stesso tempo di essere impossibilitato per tradizione di sporcarsi le mani con la politica, qualsiasi pensiero avesse sarebbe dovuto passare per il governo giapponese. La mia impressione è che gli ambiti militaristici avrebbero inteso solo la forza e niente di meno, questo era lo spirito di "guerra totale" che costrinse ad arrivare fino ai bunker di Berlino. Che poi le atomiche fossero o non fossero lo strumento giusto è un altro discorso, ma l'alternativa sarebbe stato il napalm, niente di umanitario o diplomatico....
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

In Giappone comunque le atomiche erano lo strumento migliore per mettere in crisi proprio l'esercito, che voleva l'onore di morire in battaglia, e invece con le atomiche avrebbe subito il disonore di vedere intere città scomparire senza poter far nulla per salvarle se non arrendersi. 

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