Perchè i treni "tengono la sinistra", ed hanno lo stesso "scartamento romano"

Aperto da Eutidemo, 18 Agosto 2024, 14:01:48 PM

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Eutidemo

Riguardo alle ferrovie moderne, le scelte in questione le fecero gli anglosassoni: ed infatti furono loro ad inventare le prime ferrovie a lunga percorrenza.
Peraltro, circa le (controverse) motivazioni di tali scelte, si può osservare quanto segue:
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1) LA MANO SINISTRA
Ormai, salvo qualche eccezione, quasi tutti i treni "tengono la mano sinistra"; la quale è ormai divenuta una modalità "standard" in tutto il mondo.
E tale, fino a circa un secolo fa,  era, in tutto il mondo, anche la modalità di marcia "standard",  di tutte le vetture private:
e di quella pubbliche:
Ormai, invece, solo in U.K.
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Tale uso della "mano sinistra", tutt'ora in vigore per i treni (e ancora per le auto in Gran Bretagna), secondo la maggior parte degli storici, fu dovuta all'inveterata abitudine di cavalcare lungo "il muro di sinistra" nelle strade medievali e rinascimentali, per poter meglio snudare e difendersi con la spada in caso di aggressione.
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Di qui il modo di dire "tenere la mano sinistra"; ossia il lato sinistro della strada, con "la mano destra" pronta a difendersi!
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Inoltre, per un destrimano, era più facile montare a cavallo salendo dalla sinistra dell'animale; quindi, per questioni di comodità e di sicurezza, si saliva e scendeva dal proprio cavallo, e successivamente dalle carrozze, accostandosi al lato sinistro della strada, così da non intralciare il traffico.
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Tale modalità del senso di marcia, per tradizione, è stato tramandata fino al senso di marcia dei primi treni delle miniere inglesi, ed a quelli di trasporto merci e persone, e, infine, anche a quello delle prime automobili.
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2) LO SCARTAMENTO
Lo "scartamento ferroviario" è costituito dalla distanza tra i lembi interni del fungo delle due rotaie di un binario ferroviario o tranviario, misurata fino a 14 mm sotto il piano di rotolamento.
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Al riguardo, si tenga presente che:
a)
Lo "scartamento" di gran lunga più usato è quello di 1.435 mm, definito come "scartamento normale"; che, nei Paesi anglosassoni, corrisponde a 4 piedi (1219,2 mm) più  8,5  pollici (216 mm) = 1.435 mm.
b)
Gli altri "scartamenti", molto meno utilizzati, sono i seguenti:
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Personalmente, io ho quasi sempre viaggiato su treni a "scartamento normale" (1.435 mm), salvo in due casi:
- in Perù, sul "trenino delle Ande" (914 mm), trattandosi di un "treno d'alta montagna";
- in Russia (1.520 mm), trattandosi di una "precauzione strategica" per rendere più difficoltoso l'approvviggionamento logistico di un eventuale invasore.
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Ma la cosa davvero singolare, è che lo "scartamento normale" è pressochè identico a quello dei "solchi" lasciati dai carri su tutte le strade consolari dell'antica Roma.
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Circostanza, questa, confermata dalla distanza tra i varchi lasciati per il passaggio delle ruote dei carri, nei "passaggi pedonali" romani (le "strisce bianche" dell'epoca).
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In un certo senso, le strade romane erano un MIX delle nostre attuali ferrovie e delle nostre attuali autostrade; ma come si spiega tale sorprendente circostanza?
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Eutidemo

IPOTESI
Al riguardo esistono varie ipotesi (vedi Tom O'Hare, della University of Texas, F.Lanese ed altri), riassumendo ed integrando le quali, ritengo di poter esporre quanto segue:
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a)
La distanza tra le ruote delle carrozze (e poi dei treni) di 4 piedi (1219,2 mm) e  8,5  pollici (216 mm) = 1.435 mm, fu principalmente dovuta al fatto che, per tutto il medioevo e fino al 1820, quando l'ingegnere britannico John Loudon McAdam non realizzò una  pavimentazione stradale più moderna, per le lunghe percorrenze le carrozze continuavano ancora a percorrere le vie consolari romane; e quindi, considerati gli antichi solchi lasciati nella pietra dalle carrozze romane, se una carrozza medievale o rinascimentale o moderna avesse percorso tali strade con un diverso scartamento tra le ruote, avrebbe rischiato di spaccarsi gli "assali".
Cosa che, puntualmente, accadde anche a mio zio; il quale, nel 1938, percorrendo con la sua Balilla una antica strada romana, ne spaccò il "semiasse"!
Per cui i costruttori dei treni e delle prime automobili, si attennero a tale antichissimo STANDARD tradizionale riguardante la distanza tra le ruote!
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b)
E' tuttavia comprovato che i romani usavano diverse tipologie di carri, e non un solo genere; per cui sembra logico supporre che, così come le nostre automobili, furgoni, camion ecc. hanno ruote distanziate in modo diverso, a seconda del tipo, dell'uso  e della marca, così dovesse essere anche nell'antica Roma.
Ma non è esattamente così!
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Ed infatti le nostre automobili, furgoni, camion ecc., facendo tutti uso di pneumatici, non lasciano certo i solchi delle loro ruote sulle autostrade; per cui non si pone affatto, al riguardo, il problema di uno "standard" uniforme nella distanza tra le ruote.
I carri romani, invece, di qualunque genere fossero, non usavano certo pneumatici; per cui, la circostanza che, alla lunga, tutti lasciavano profondi solchi nelle strade, impose uno "standard" uniforme nella distanza tra le ruote.
Come ho detto, infatti, in un certo senso, le strade romane erano un MIX delle nostre attuali ferrovie e delle nostre attuali autostrade
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Al riguardo giova ricordare le seguenti principali tipologie di carriaggio antico:
a)
Il "plaustrum", per il trasporto di merci, era caratterizzato da ruote piene anziché con raggi; ed era trainato da buoi, muli o asini.
b)
Il "serracum", per il trasporto di carichi pesanti, era caratterizzato da  ruote piene, ma più basse e resistenti.
c)
Il "carrus", un carro da trasporto militare di origine celtica, veniva utilizzato per il trasporto di persone ammalate o anziane.
d)
Il "cisium", un leggero e veloce calessino a due ruote, era usato per viaggi rapidi e senza bagagli; veniva quasi sempre noleggiato dai "cisarii", i vetturini ed i tassisti che operavano alle porte della città.
e)
L'"essedum", ispirato ai carri da guerra galli e britanni a due ruote, era un tipo intermedio tra il "cisium" e la più robusta "raeda" a quattro ruote.
f)
Il "carpentum", un elegante carro a due ruote di design italico, tirato da due mule e utilizzato esclusivamente dalle donne della famiglia imperiale nelle città; il quale è ben rappresentato su monete imperiali femminili.
g)
La "raeda" era il carro più comune per il trasporto di persone o merci.
h)
Il "petorritum", di origine gallica simile alla raeda, in origine era probabilmente un carro di parata, che divenne comune verso la fine dell'Impero.
i)
Il "pilentum", simile al "carpentum" ma più grande, era inizialmente riservato alle sacerdotesse e alle matrone durante le feste, ma col tempo divenne di uso generale.
l)
La "carruca", nota per il suo comfort, permetteva addirittura di dormirci dentro, oltre a essere ornata finemente e relativamente veloce, rendendola un vero e proprio lusso su ruote.
ecc. ecc.
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Ebbene, nonostante tale varietà, sia di dimensione che di tipologia di ruote, lo scartamento di queste ultime era pressochè STANDARD; e, cioè, poco più o poco meno, di 1435 mm, come lo STANDARD dei treni moderni.
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Ed infatti le ruote dei carri erano in "legno" e quasi sempre cerchiate in "metallo", per cui applicavano carichi elevati "concentrati" ed "incidenti" sulla pavimentazione stradale; per quanto robusta essa fosse, come quella romana, che continuò ad essere comunemente usata per circa duemila anni.
Per cui, in tutti i paesi dell'Impero Romano, dai confini della Scozia a quelli del Sahara e dall'Atlantico al Mar Nero, su quasi tutte le strade appare una coppia di tracce dove scorrevano le ruote, simili a due rotaie; pressochè quasi tutte con lo stesso identico "scartamento".
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Quando si erano formate le tracce, infatti, chiunque transitasse con un carro avente distanza tra la coppia di ruote diversa da quella STANDARD, rischiava seriamente di non poterle percorrere; ed infatti, essendo la ruota da un lato nel solco creato, mentre l'altra non può essere nel proprio, il carro alla minima asperità rischiava di rovesciarsi.
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Apparve quindi evidente ai Romani (che erano tipi molto pratici, come gli Inglesi), che le distanza tra le ruote di tutti i carri dovesse essere sempre uguale.
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Ma a "che cosa" corrispondeva tale distanza?
Anche questo è controverso, in quanto:
- secondo alcuni corrispondeva alla larghezza di "due glutei di bue da tiro" affiancati o poco più (i glutei o natiche del bue sono le parti trasversalmente più ingombranti dell'animale);
- secondo altri, invece, corrispondeva alla larghezza di "due glutei di cavallo da tiro" affiancati o poco più (anche i glutei o natiche del cavallo da tiro sono le parti trasversalmente più ingombranti dell'animale).
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Tali ipotesi non sono però sperimentalmente verificabili, poichè i buoi ed i cavalli odierni hanno dimensioni diverse da quelli che erano allevati ai tempi dell'antica Roma.
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Tuttavia, sia oggi che allora, si trattava di uno scartamento STANDARD; il quale, in determinate situazioni ambientali, poteva, ovviamente, subire delle variazioni.
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Ed infatti, anche i carri romani potevano utilizzare diversi "scartamenti", in funzione delle strade situate in zone particolari: ad esempio, dalle parti di Villach, in Austria, ci sono parecchi sentieri nel bosco di Warmbad, nei quali i solchi dei carri, ancora ben visibili, sono piu' stretti di 1435mm (circa un metro),  in quanto la strada è situata  in una zona montuosa.
Vale a dire, che, così come nel caso del "Trenino delle Ande" (su cui ho viaggiato personalmente), anche i romani, per le linee difficili, ricorrevano allo "scartamento ridotto".
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