Oggi è il 10 Giugno: una data doppiamente nefasta per noi Italiani!

Aperto da Eutidemo, 10 Giugno 2021, 04:50:46 AM

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Eutidemo

Il 10 Giugno è stata una data doppiamente nefasta per noi Italiani.
Ed infatti:
- il 10 giugno del 1924 veniva assassinato Giacomo Matteotti, e, cioè, uno degli ultimi residui baluardi della democrazia italiana;
- il 10 giugno del 1940 veniva assassinata l'Italia, con una sciagurata dichiarazione di guerra, che ci avrebbe condotto alla più grande "duplice" tragedia della nostra storia (una guerra terribile, seguita da un'ancora più atroce guerra "civile").
***
Ma, in questo "topic", io intendo soffermarmi esclusivamente sulla prima data (la seconda richiederebbe un "topic" molto più lungo a parte), partendo da un'affermazione alquanto "enigmatica", che, a prima vista, potrebbe sembrarvi una "contraddizione in termini"; e, cioè, che l'omicidio di Matteotti non avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini, però esso avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini.
Può sembrare un paradosso o un indovinello, ma, in realtà non è così, come meglio cercherò di spiegare adesso!
***
1) MUSSOLINI A
Dopo l'omicidio di Matteotti, Benito Mussolini:
- il 5 settembre 1924 disse a D'Annunzio: "Mio caro, mi hanno gettato un cadavere tra i piedi: era pesante e mi ha fatto davvero barcollare!".
- il 3 Gennaio 1925 leggendo il resoconto degli atti parlamentari, troviamo che, a pag.29, Benito, tra le altre cose, dichiarò: "... come potevo pensare, senza essere colpito da morbosa follia di  far commettere un simile delitto?"
https://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed049.pdf
***
Ora, sebbene non ci sia dubbio alcuno che Benito Mussolini fosse un bugiardo di prima categoria, in quanto, anche nella dichiarazione sopra riportata, mentì spudoratamente su molte altre cose (ad esempio sull'(in)esistenza della "CEKA" fascista, che, invece, esisteva eccome), tuttavia, circa il fatto che la morte di Matteotti non gli avesse minimamente giovato sotto l'aspetto politico, non si può certo dire che avesse tutti i torti.
***
Ed infatti, a causa del delitto Matteotti, il regime fascista vacillò seriamente, rischiando davvero di cadere anzitempo.
Si salvò soltanto:
a)
Per la sciocca "ritirata sull'Aventino" delle opposizioni (meno i comunisti), al cui riguardo Giolitti, giustamente, osservò: "L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche; a me l'opposizione ha sempre dato fastidio e travagli, con lui se ne va e gli lascia libero il campo".
b)
Per la connivenza e l'appoggio del re, il quale non voleva assolutamente la caduta di Benito Mussolini (o, almeno, non voleva che inciampasse proprio sul cadavere di Matteotti), in quanto:
- essendo fondamentalmente un "re"azionario", un regime come quello fascista gli era senz'altro "congeniale" e gli faceva molto comodo;
- avendo degli scheletri dell'armadio in relazione all'omicidio Matteotti, essendo un "re"azionista" (grazie alle azioni regalategli da una "corporation" americana, di cui parleremo in seguito) non voleva che con la caduta di Benito Mussolini, che tali scheletri   rischiassero di saltare fuori.
***
Ora, visto che Benito Mussolini  era tutto meno che uno stupido, mi sembra davvero improbabile che non si rendesse conto di non avere il benchè minimo "interesse politico" a far uccidere Matteotti.
Ed infatti, sebbene Matteotti avesse da poco denunciato in parlamento le violenze fasciste sugli avversari politici, i brogli nelle ultime elezioni, si fosse opposto alla convalida di alcuni deputati, e, addirittura,  avesse sostenuto l'illegittimità dell'intera Camera, sopprimerlo "dopo" tale discorso avrebbe significato una sostanziale "conferma" della veridicità di tutte le sue affermazioni; come di fatto avvenne dopo il suo omicidio, che suscitò un enorme scandalo in tutto il Paese.
E persino il disfarsi delle mostrine del partito da parte di moltissimi fascisti;  come fece anche mio nonno, che pure era un fascista "antemarcia".
***
Ed invero, riflettendoci bene:
-  sopprimere Matteotti "prima" che potesse fare (e documentare) tali dichiarazioni alla Camera, forse, avrebbe potuto avere un certo senso;
- ma sopprimerlo "dopo" che le aveva già fatte, sarebbe stata davvero  una colossale castroneria.
Sarebbe stato come chiudere la stalla dopo che i buoi erano già scappati; e, per giunta, rendendo ancora più plausibili le ultime pubbliche denunce della vittima.
***
Senza considerare che "creare martiri" non è mai stata una buona mossa da parte delle dittature; o, almeno, da parte di quelle più "furbe".
Tanto è vero che, forse per il fatto che molti picchiatori fascisti erano anche abili avvocati (come Farinacci), quando dovevano sopprimere delle "vittime eccellenti" avevano quasi sempre l'accortezza di evitare che morissero loro tra le mani; cioè, le colpivano "chirurgicamente" in modo tale che la morte sopravvenisse più tardi, al fine di rendere meno (giudizialmente) accertabile il "nesso causale".
Come, ad esempio, avvenne nel caso di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti e di molti altri, dei quali si discute ancor oggi se morirono (più o meno direttamente) in conseguenza delle bastonature "fasciste" ricevute, ovvero per cause indipendenti da esse; ed infatti la loro morte intervenne qualche tempo dopo l'aggressione.
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Non potendo giocare su tale argomento, gli avvocati degli assassini di Matteotti (tra i quali l'avvocato Farinacci, anche lui, a suo tempo, "picchiatore" in prima persona) cercarono di farlo passare come un "omicidio preterintenzionale"; il che, in effetti, almeno secondo me, è poco credibile, perchè Matteotti fu ucciso "a coltellate", e non a a seguito della solita bastonatura col "manganello".
***
Detto questo circa il "cui prodest", che, nel caso di Matteotti, molto difficilmente (almeno dal punto di vista logico) sembra poter condurre a Benito Mussolini, resta però il fatto che, almeno secondo una delle ricostruzioni più attendibili, accreditata anche  dagli archivi del Ministero dell'Interno italiano e da Silvio Bertoldi, Benito Mussolini, rivolgendosi a Giovanni Marinelli (a capo, insieme a Cesare Rossi, della "polizia segreta" fascista, detta "CEKA", per imitazione di quella sovietica), gli gridò infuriato: "Cosa fa questa CEKA? Cosa fa Dumini? Quell'uomo dopo quel discorso non dovrebbe più circolare!"
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Circa il significato di tale "istigazione", si è poi innescata una accesa "querelle" tra storici di diverso orientamento:
- secondo parte dei quali si sarebbe trattato di un esplicito ordine di far fuori Matteotti;
- secondo altri, invece, si sarebbe trattato di un fraintendimento da parte degli scagnozzi di Benito Mussolini (il quale si sarebbe limitato a sfogare soltanto la sua stizza, ovvero intendeva solo spingerli a dargli una lezione).
Secondo altri storici ancora, invece, gli scherani del dittatore avevano compreso benissimo che dovevano limitarsi a dargli soltanto una "lezione"; ma, poichè Matteotti oppose resistenza, senza volerlo, finirono per ucciderlo (cioè, commisero una sorta di "omicidio preterintenzionale").
Il che, come ho accennato sopra, secondo me non è molto credibile, perchè le "lezioni" si danno col "bastone", e non con il "coltello"; ed anche considerando che i componenti della "ceka" fascista erano abbastanza "esperti" in materia.
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In ogni caso, comunque siano andate le cose, mi sembra di aver argomentato a sufficienza come l'omicidio di Matteotti, quantomeno con quelle modalità e in quel contesto, non era "oggettivamente" nell'"interesse politico" di Mussolini; questo, a prescindere dal fatto che lui "soggettivamente" se ne rendesse  o meno conto (ma, come lui stesso disse, pare proprio di sì).
Ma allora perchè ho scritto che l'omicidio di Matteotti "sicuramente", non avvenne nell'interesse di Mussolini, però avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini?
Adesso vi spiego perchè!

SEGUE

Eutidemo

2) MUSSOLINI B
Nel processo agli assassini confessi del deputato socialista, venne fuori: "Lo abbiamo ucciso per ordine di Mussolini... perché non rivelasse la storia della tangente!".
Già, ma "quale Mussolini" (e quale tangente)?
Non venne mai indicato per "nome e cognome" (come previsto per legge negli interrogatori), e nemmeno con l'appellativo "duce", che gli interrogati usavano sempre per riferirsi a "Lui".
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Quanto, invece, alla faccenda della "tangente", in effetti, tale riferimento non poteva che riguardare MUSSOLINI B; e cioè Arnaldo Mussolini.
Ed infatti, poche settimane prima della morte di Matteotti, il 29 aprile del '24 -e poi con il R.D. n. 677, in data 4 maggio 1924-, l'Italia, grazie soprattutto all'intervento di Arnaldo Mussolini (che, anche in altri casi, si era dimostrato un abile "traffichino"),  aveva concesso alla "Sinclair Oil" un'esclusiva, della durata di 50 anni, per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti nel territorio italiano, in Emilia e in Sicilia, ed anche per dei  "carotaggi" di ricerca in Libia; tale "affaire" interessava i principali gruppi finanziari di New York, tra cui la banca Rockefeller, presidente e fondatore della Standard Oil, la società per cui operava in Italia la Sinclair, che aveva ottenuto condizioni di esclusivo vantaggio (tra cui anche l'esenzione da imposte).
Sempre in cambio di cospicue "mazzette", la compagnia ottenne anche la garanzia che nessun altro ente petrolifero di altre nazioni (neanche dell'Italia) avrebbe potuto intraprendere trivellazioni di ricerca nel deserto libico; l'area era riservata alla sola Sinclair.
Per cui, secondo lo storico Canali, il governo inglese che era anch'esso interessato ad effettuare tali trivellazioni di ricerca, e che era era anch'esso in trattativa con noi,  "ci andò in puzza", e  reagì a modo suo; cioè,  rivelando, a Matteotti, tramite politici laburisti con i quali era a convegno a Londra, i veri termini dell'accordo e le relative mazzette (scoperte dal SIS inglese, più comunemente noto come MI6)
Secondo lo storico Carpeoro, invece, sembra che Matteotti, che era massone del 33° grado del Rito Scozzese, venne a sapere della scabrosa faccenda (sempre a Londra), tramite le sue conoscenze nella loggia inglese "The Unicorn and the Lion"; da cui seppe pure che, oltre alle tangenti ad Arnaldo,  la Sinclair Oil si era sdebitata anche "regalando" delle consistenti quote azionarie al re Vittorio Emanuele III (tanto che lo storico G.F. Carpeoro ritiene che lo stesso re si rese complice dell'omicidio di Matteotti).
Le tesi dei due storici non sono necessariamente in conflitto:
- sia perchè Matteotti potrebbe avere attinto le notizie da due diverse fonti londinesi;
- sia perchè la fonte poteva essere la stessa, cioè un deputato laburista iscritto alla massoneria.
***
Fatto sta che Matteotti, che era stato a Londra il dal 22 aprile al 26 aprile 1924, tornò in Italia con della documentazione molto "scottante", che voleva mostrare in parlamento a tempo opportuno, dopo averla debitamente integrata e studiata.
Nel suo primo intervento di denuncia in Parlamento, infatti, non vi accennò affatto; ovvero, almeno, secondo alcuni storici, lo fece solo molto vagamente (tra le righe di alcune sue affermazioni).
Però, forse, qualcuno "mangiò comunque la foglia", oppure Matteotti fu imprudente, e ne parlò privatamente con qualcuno.
Con chi, non si sa!
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Ai primi di giugno, Matteotti aveva ormai elaborato e integrato il materiale, e si accingeva a mostrarlo in parlamento; coinvolgendo nel colossale scandalo ulteriori importanti rappresentanti del regime fascista.
Tra costoro, lo storico Canali documenta come a intascare una maxi-rata dell'affare Sinclair c'era anche Filippo Filippelli, che era un personaggio molto influente, legato ad Arnaldo Mussolini (di cui era stato segretario personale nel '22);   ora, sempre molto legato al fratello del duce, era direttore del "Corriere Italiano", giornale a cui – guarda caso – era stato intestato il noleggio dell'auto con cui venne prelevato e poi ucciso Matteotti.
Inoltre, al processo risultò che, dopo l'omicidio, gli assassini parcheggiarono tale  vettura (una Lancia Kappa) in un garage privato, e subito dopo informarono per primo dell'accaduto proprio Filippo Filippelli; che, come ho detto, era soggetto molto legato ad Arnaldo Mussolini.
***
Giacomo Matteotti, al momento dell'aggressione, aveva con sé una borsa di cui si impossessò Amerigo Dumini (uno dei suoi assassini); quando costui venne arrestato, la borsa cadde però nelle mani del capo della Polizia, il quadrumviro fascista Emilio De Bono, che la conservò gelosamente per vent'anni, guardandosi bene dall'esibirla al processo.
In effetti, avrebbe dovuto distruggere i documenti in essa contenuti; ma, evidentemente (e non ha torto), pensò bene di conservarseli come una personale "assicurazione sulla vita".
Ed infatti, così come autorevolmente  sostenuto da Renzo De Felice, tale borsa conteneva preziosi documenti sui rapporti tra re Vittorio Emanuele III e la compagnia petrolifera statunitense Sinclair Oil; e, probabilmente anche la documentazione della tangente di 30 milioni di lire intascata da Arnaldo Mussolini (poco meno di 30 milioni di euro di oggi, se non ho sbagliato i conti).
Se Matteotti fosse riuscito ad esibire tali documenti in parlamento, sarebbe stato peggio dell'esplosione di una bomba; ma, purtroppo, non fu così!
Al processo di Verona, avvenuto nel gennaio 1944, De Bono venne condannato alla pena capitale per alto tradimento; quindi, per cercare di evitare l'esecuzione della condanna, il vecchio generale consegnò a Benito Mussolini le carte di Matteotti, sperando che, così, il suo vecchio amico gli avrebbe salvato la pelle (vanamente, perchè subito dopo venne fucilato alla schiena) .
Ed infatti, il capo della RSI, con tali documenti, avrebbe potuto "sputtanare" il "re del sud"; il quale, una volta, disse: "Io non ho particolari meriti, però mi accontento che nessuno possa mai accusarmi di essere fuggito o di aver rubato!"
Della prima cosa, ormai, potevano accusarlo un po' tutti (a cominciare dai cittadini romani); ma adesso , probabilmente, della seconda cosa potevano accusarlo anche i documenti di Matteotti.
Però Mussolini non se ne avvalse; appunto perchè, probabilmente, tali carte contenevano anche la documentazione della tangente di 30 milioni di lire intascata dal fratello (ormai defunto) Arnaldo Mussolini.
Infine, secondo le ricostruzioni di Renzo De Felice, Marcello Staglieno, Fabio Andriola e Matteo Matteotti, i documenti del dossier Matteotti che erano stati custoditi da Mussolini, furono "inventariati" fra quelli sequestratigli dai partigiani al momento della cattura di quest'ultimo il 27 aprile 1945 .
Però, caso strano, tra i documenti sequestrati, e consegnati nel 1945 al Ministero dell'Interno del regno d'Italia,  quelli di Matteotti si sono misteriosamente  "volatilizzati"; per cui ogni sforzo di De Felice di recuperarli presso gli archivi o il Ministero dell'interno risultò vano.
Ed invero, probabilmente, così come a Mussolini non faceva comodo che si venisse a sapere delle marachelle del fratello, al re non faceva comodo che si venisse a sapere delle marachelle sue; cioè, delle azioni regalategli dalla SINCLAIR, e, peggio ancora, di poter essere accusato di essere uno dei mandanti dell'omicidio di Matteotti.
***
                                         CONCLUSIONE
Da quanto sopra esposto, ciascuno può trarre le conclusioni che ritiene più plausibili.
Però si tenga conto del fatto che;
- alcune delle notizie da me sopra riportate non sono storicamente sicure;
- altre sono sicure, ma molto controverse per quanto concerne la loro interpretazione;
- altre ancora non le ho neanche riportate, perchè troppo numerose, e, in buona parte, per me, assolutamente non attendibili.
Comunque ricordatevi che io non vi avevo affatto "promesso" di rivelarvi chi fu  il "vero mandante" dell'omicidio Matteotti; storicamente, infatti, è una cosa che ancora non si può sapere con "assoluta" certezza.
Io vi avevo solo "premesso" che l'omicidio di Matteotti , non avvenne "sicuramente" nell'interesse personale di Mussolini (Benito), però avvenne "sicuramente" nell'interesse personale di Mussolini (Arnaldo); ed infatti, mentre il primo non correva alcun rischio di finire il galera per il reato di corruzione, non essendo direttamente implicato nella vicenda delle tangenti, il secondo sicuramente correva davvero il rischio di finirci.
***
Il che, però, non vuol dire affatto che il mandante dell'omicidio sia stato necessariamente Arnaldo Mussolini; in quanto, sebbene il "cui prodest" conduca certamente a lui, tuttavia non ci sono "prove" di un suo collegamento diretto con gli assassini.
L'unico indizio circostanziale a suo carico è che l'automobile usata per l'omicidio, era stata noleggiata da Filippo Filippelli (a nome del giornale da lui diretto), il quale, nel '22, era stato il suo segretario personale e con il quale era ancora in strettissimi rapporti; ed è Filippelli che per primo fu informato, direttamente dai "killer", dell'avvenuto omicidio di Matteotti.
Secondo altri storici, peraltro, la vettura sarebbe stata noleggiata direttamente da un certo Naldi.
***
Nè si può escludere che il mandante dell'omicidio sia stato davvero Benito Mussolini; ciò, in quanto, pur non essendo coinvolto personalmente nella vicenda, era comunque il fratello del "tangentaro"!
Per cui "potrebbe" essere stato lui ad aver fatto uccidere Matteotti :
- per proteggere il fratello;
- per evitare che un simile colossale scandalo corruttivo minasse la credibilità del regime (il quale si vantava soprattutto della sua "falsissima" nomea di "incorruttibilità").
Inoltre alcune testimonianze degli assassini, conducevano direttamente a lui.
***
Quanto al re, Gianfranco Carpeoro, nel suo saggio "Il compasso, il fascio e la mitra", sostiene che il mandante dell'omicidio fu Vittorio Emanuele III;  ciò in base ad elementi più o meno plausibili, sui quali non ho però qui il tempo e lo spazio di soffermarmi .
***
Infine non è da escludere che i "tre porcellini" fossero tutti e tre d'accordo nel far fuori il povero deputato socialista, che, per loro, rappresentava davvero il "lupo cattivo".
https://www.youtube.com/watch?v=wvCtJ0T58tQ
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Ma questo temo che, forse, non lo sapremo mai!
***
P.S.
Arnaldo Mussolini, insegnante e giornalista, all'epoca (ed anche oggi), veniva considerato un fascista "moderato", ed un saggio e pacato "consigliori" del fratello maggiore, il quale era molto più irruento e violento di lui; Benito, infatti, da ragazzo ferì un suo compagno di scuola con un coltello, e da giovane, sempre con un coltello, ferì  pure una sua amante, a Gualtieri, in Emilia (e della prima cosa, da adulto, ogni tanto se ne vantava pure).
Però Benito Mussolini, a parte qualche "scherzo di coltello"  da giovanotto, e qualche omicidio su commissione "da grande", nel suo complesso non può certo essere definito un dittatore "sanguinario"; quantomeno a confronto degli altri due dittatori della sua epoca, Hitler e Stalin (ed anche a confronto di alcuni dittatori della nostra epoca).

anthonyi

Ciao eutidemo, conoscevo già gran parte della storia, con l'esclusione del ruolo del Re. Devo dire che questa evoluzione del "caso Matteotti" rende molto più coerenti tanti comportamenti. Perché Mussolini porta con sé il suo dossier? É evidente che ne ha bisogno per ricattare qualcuno che sta dalla parte dei vinti.
D'altronde non dimentichiamo che Mussolini è un dittatore sui generis, messo al governo e destituito dal Re d'Italia, più che un autocrate potrebbe essere definito una marionetta.

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 10 Giugno 2021, 07:18:26 AM
Ciao eutidemo, conoscevo già gran parte della storia, con l'esclusione del ruolo del Re. Devo dire che questa evoluzione del "caso Matteotti" rende molto più coerenti tanti comportamenti. Perché Mussolini porta con sé il suo dossier? É evidente che ne ha bisogno per ricattare qualcuno che sta dalla parte dei vinti.
D'altronde non dimentichiamo che Mussolini è un dittatore sui generis, messo al governo e destituito dal Re d'Italia, più che un autocrate potrebbe essere definito una marionetta.
Già.
Ormai si era ridotto ad essere il Gauleiter della Lombardia. :)

daniele22

Ciao Eutidemo, ho letto con interesse il tuo discorso, tanto più in quanto non conosco nemmeno cosa abbia detto Mussolini addebitandosi l'omicidio di Matteotti. Due osservazioni in merito alla faccenda
1) Avrebbero ammazzato comunque Matteotti anche se non recava una borsa? (Quasi impossibile a dirsi)
2) Cosa intendi quando dici: come "sostiene autorevolmente" De Felice nella borsa etc. ?


Questa storia delle borse sembra quasi un fil rouge che tiene unito anche stragi come quella di Borsellino e la casa di Totò Riina. Anche lì robe strane. Naturalmente sono un tipo fantasioso. Non avete visto il procuratore Gratteri dalla Gruber? L'ultimo intervento è stato quasi inquietante. Penso che Gratteri sia un uomo fedele allo Stato italiano. Penso pure che le persone presenti avrebbero anche potuto chiedergli cosa ne pensasse di legalizzare le sostanze stupefacenti e investire semmai le nuove entrate anche per rafforzare i servizi dedicati alle persone che vogliano disintossicarsi

iano

Grazie Eutidemo. Interessante come ogni tuo post.
Mi rimane un dubbio però.
Perché non si sono messi a fare ricerche di petrolio in Libia in proprio, da padroni, arricchendosi così molto di più che accettando  l'elemosina di una tangente o una compartecipazione ?
Non avevano le tecnologie per farlo e sono stati costretti a quelle condizioni?
O forse non credevano nell'affare?
Io, nella mia ignoranza, condividevo ancora la vulgata secondo cui avevamo il petrolio sotto i piedi e non lo sapevamo.
Abbiamo conquistato la Libia perché ambivamo al suo petrolio?
Non mi risulta, però...
Certo dipende dall'entità della compatercipazione.
Se consistente, non è certo l'elemosina incassata dalla famiglia Mussolini ad essere significativa, ma il favore del re ottenuto col silenzio.
Così il re concedeva al contempo agli americani il diritto di governare il sottosuolo patrio e a Mussolini di governare la patria superficie.
Allora i conti tornano.
Però anche così, insiste nella mia mente l'immagine del re nei panni del principe De Curtis,  mentre vende la fontana di Trevi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Daniel 22 :)
Alle prime due domande ti rispondo come segue:
1)
Non lo so se avrebbero ammazzato lo stesso Matteotti anche se non recava una borsa; secondo qualcuno l'obiettivo dell'aggressione non era lui, ma la borsa, e lo hanno ucciso solo perchè non la voleva mollare e oppose resistenza.
Io, però, penso che lo avrebbero ucciso lo stesso, perchè sapeva troppe cose; ed era un tipo che non poteva essere convinto a tenere la bocca chiusa, nè col bastone, nè con la carota!
2)
Quando dico come "sostiene autorevolmente De Felice", mi riferisco al fatto che Renzo De Felice è stato senz'altro il più "autorevole" storico del fascismo e di Mussolini; e, questo, nonostante che qualcuno lo abbia definito un "storico filofascista" (il che non è assolutamente vero).
***
Quanto a Gratteri, non ho sentito il suo intervento dalla Gruber, quindi non saprei cosa dirti al riguardo.
Nè saprei cosa dirti cosa avrebbe risposto se gli avessero chiesto cosa ne pensasse di legalizzare le sostanze stupefacenti e investire semmai le nuove entrate anche per rafforzare i servizi dedicati alle persone che vogliano disintossicarsi.
***
Un saluto! :)

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Nel 1924, noi non avevamo le tecnologie adeguate; e, comunque, quei tizi, per quanto riguardava i quattrini, si muovevano all'insegna del "meglio un uovo (molto grosso) oggi che una gallina domani".
;)
***
Quanto alla tua tesi, per la quale non era tanto l'elemosina incassata dalla famiglia Mussolini ad essere significativa, quanto, piuttosto, il favore del re ottenuto col silenzio, direi che si tratta di un'ipotesi tutt'altro che da scartate; ed infatti, così, il re concedeva al contempo agli americani il diritto di governare il sottosuolo patrio e a Mussolini di governare la patria superficie.
;)
***
Come sia finita la vicenda della Sinclair, però, non ti saprei dire; ma, probabilmente, venne bloccato e insabbiato tutto per evitare altri rischi di divulgazione dello scandalo.
8)
***
Quel che è noto, invece, è che il nostro geologo Ardito Desio, nel 1926,  scoprì in Libia importanti "riserve d'acqua" indispensabili per realizzare, in particolare nella provincia di Misurata, i progetti di colonizzazione e di trasformazione agraria.
;D
***
Nel 1936 , però, Desio scoprì giacimenti di magnesio e potassio nell'oasi di Marada, che gli permisero di constatare anche, casualmente, la presenza di idrocarburi; e poichè essi erano un chiaro indizio di possibili giacimenti di petrolio, ne informò subito Mussolini, che gli chiese di continuare l'esplorazione, per conto dell'Agip.
Pertanto, nel 1938, furono scavati diciotto pozzi dai quali vennero estratti i primi pochi litri di oro nero; però il petrolio trovato da Desio era al di sotto dei duemila metri e, con le tecnologie di allora, era difficilmente utilizzabile da un Paese (relativamente) arretrato come il nostro.
Pertanto Desio aveva insistito con Italo Balbo, da poco divenuto Governatore della Libia, affinchè ottenesse dagli Stati Uniti una sonda più grande per scendere a profondità maggiori nel terreno.
Sarebbe stata un ottima occasione per incassare altre tangenti, ma poi scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, per cui andò tutto a "carte e quarantotto!".
:'(
***
Un saluto! :)
***

Ipazia

Vicenda interessante che mostra come il sovranismo italico sia sempre stato straccione anche nel breve momento storico in cui sovrani i lo fummo davvero. E con Matteotti si inaugura la serie di omicidi eccellenti (Mattei, Saddam Hussein, Gheddafi) e guerre al seguito dimostrando che l'oro nero si coniuga con coscienze nere che anneriscono i mari, i territori e il verde non più protetto della Val d'Agri.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Citazione di: Ipazia il 11 Giugno 2021, 08:21:37 AM
Vicenda interessante che mostra come il sovranismo italico sia sempre stato straccione anche nel breve momento storico in cui sovrani i lo fummo davvero. E con Matteotti si inaugura la serie di omicidi eccellenti (Mattei, Saddam Hussein, Gheddafi) e guerre al seguito dimostrando che l'oro nero si coniuga con coscienze nere che anneriscono i mari, i territori e il verde non più protetto della Val d'Agri.
Hai ragione!
"Quid non mortalia pectora cogis, auri (nigri) sacra fames!" (Eneide, 3. 56-57); cioè, aggiornando un po' i famosi vesi di Virgilio,  "A che cosa non spingi i petti mortali, esacranda fame dell'oro nero!".

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