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Le "foibe" e la "causa causae"!

Aperto da Eutidemo, 18 Settembre 2021, 14:55:28 PM

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Eutidemo

Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano -più che "giustamente"- ha deciso di dedicare una giornata destinata a commemorare le vittime delle foibe, denominandola "Giorno del Ricordo"; ed infatti, secondo le stime più recenti, le vittime italiane dell'orrendo eccidio delle Foibe furono tra le cinquemila e le quindicimila, e, quindi,  meritano senz'altro di essere ricordate.
Almeno una volta all'anno!
:(
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Si tratta di un massacro che ci riguarda più da vicino, essendo noi Italiani; ma, se vogliamo parlare di "massacri comunisti", quello delle "Fosse di Katyn" (in polacco "Zbrodnia katyńska"), fu ancora peggiore.
In    tale occasione, infatti, i comunisti russi, dopo aver invaso la Polonia insieme a Hitler,  trucidarono a sangue freddo circa 22.000 tra ufficiali, politici, giornalisti, professori e industriali polacchi; decapitando, così, la cosiddetta "Intelligencija" della nazione polacca.
A provvedere, furono gli sgherri dell'NKVD (precedessore del KGB), nei pressi della foresta di Katyn', vicino al villaggio di Gnëzdovo, a circa 20 km ad ovest della città di Smolensk.
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La differenza, sempre che si possa parlare di "differenza" tra un orrore e un altro, consiste precipuamente nel fatto che:
- i "comunisti sovietici" compirono l'eccidio dei polacchi non per "vendetta" (visto che erano stati loro a invadere la Polonia, e non viceversa), bensì semplicemente per evitare che "Intelligencija" polacca potesse dar luogo ad una qualche forma di "resistenza" alla loro brutale occupazione;
- i "comunisti titini", invece, compirono l'eccidio degli italiani soprattutto per "vendetta" (visto che erano stati gli Italiani  a occupare la Jugoslavia, e non viceversa).
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Stranamente, infatti, a differenza che in Russia, dove i soldati italiani si comportarono con estremo rispetto verso la popolazione, e, spesso, fraternizzarono con essa, in Grecia e in Jugoslavia, invece, si comportarono con una brutalità estrema; resta da accertare, storicamente, il perchè (sebbene io abbia una mia ipotesi al riguardo, che qui sarebbe troppo lungo, e O.T., esporre)
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Ciò premesso, non volendo "neanche lontanamente" giustificare la  tragedia delle foibe (per non parlare dell'esodo forzato di circa 300.000 italiani), occorre tuttavia considerare che la "ragione" della brutale "rappresaglia" degli jugoslavi contro la popolazione italiana tra il 1943 e il 1945, trova la sua principale spiegazione (non certo la sua giustificazione) nei precedenti innumerevoli ed efferati massacri ferocemente perpetrati tra il 1941 e il 1943 dai militari italiani nei confronti della popolazione jugoslava.
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Ed infatti, in vista di una "Norimberga italiana" (che poi non c'è mai stata, per intercessione USA e UK), dalle indagini della Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Luigi Gasparotto, Ministro della difesa nel III° Governo De Gasperi nel 1947, che aveva lavorato con impegno ed equilibrio tra il 1946 e il 1947 alla raccolta e al vaglio delle numerose denunce di cittadini jugoslavi, risultarono innumerevoli "infamità" commesse dalle nostre truppe contro la popolazione jugoslava.
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Per dirne una sola, ad esempio, il generale Mario Roatta, comandante della II^ armata italiana in Jugoslavia,  nella circolare del 1° dicembre 1942 aveva ordinato tassativamente  di fucilare:
- non solo tutte i civili trovati con le armi in pugno (il che era consentito dalla Convenzione di Ginevra);
- ma anche chi si limitava semplicemente ad imbrattare le sue ordinanze affisse sui muri;
- persino chi sostava nei pressi di opere d'arte (questa non l'ho proprio capita).
Inoltre, anche questo in contrasto con la Convenzione di Ginevra, aveva deciso di considerare corresponsabili degli atti di sabotaggio, e, quindi, di fucilare, anche le persone abitanti nelle case vicine; e, questo, a prescindere da qualsiasi altro indizio a loro carico.
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Peraltro, la Commissione Gasparotto stigmatizzò ancora di più due militari fascisti:
- il generale Mario Robotti, comandante dell'XI° corpo d'armata, che aveva inasprito gli ordini del generale Roatta affermando pubblicamente, in relazione ai civili, che "Qui si ammazza troppo poco!";
- il governatore del Montenegro, Alessandro Pirzio Biroli, che fece fucilare circa 200 ostaggi inermi, senza alcuna valida ragione;
- il prefetto del Carnaro Temistocle Testa per l'eccidio perpetrato nel villaggio di Podhum, in cui il 12 luglio 1942 militari italiani, coadiuvati dai carabinieri e dalle camicie nere, fucilarono oltre cento uomini.
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Venne anche stigmatizzato il fatto che, in circa 30 mesi di occupazione italiana della sola Provincia di Lubiana :
- vennero fucilati circa 900 partigiani;
- vennero fucilati circa 5.000 civili "non partigiani";
- vennero bruciati circa 200 civili (non è ben chiaro perchè, se non per puro sadismo);
- infine, oltre 7.000 persone (su 33.000 deportati), in buona parte anziani, donne e bambini, morirono di stenti nei campi di concentramento.
In totale,  si trattò di circa 13.000 persone uccise sui 339.751 abitanti della sola Provincia di Lubiana in circa 30 mesi; se l'eccidio fosse proceduto a questo ritmo, si sarebbe avuta una vera e propria "pulizia etnica".
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Nel resto della Jugoslavia, si perpetrarono molte altre stragi dello stesso tipo, di solito radendo al suolo interi villaggi; per un tale di vittime ancora da stimare con precisione.
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Comunque, secondo la "Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite", complessivamente si stima che nei territori dei Balcani controllati dal regime fascista tra l'aprile del 1941 e il settembre 1943 almeno 350.000 persone siano morte per cause connesse all'attività delle forze d'occupazione; cioè,  nelle prigioni e nei  campi di concentramento gestiti dagli italiani, vittime di rastrellamenti, fucilazioni e rappresaglie. 
Più in dettaglio, nei territori occupati da noi Italiani "brava gente", ben 250.000 furono le vittime jugoslave,  mentre almeno 100.000 le vittime greche; sebbene, in questo secondo caso, non solo a causa della repressione diretta ma anche a causa di una tremenda carestia alimentare causata dalla disorganizzazione dell'amministrazione italiana.
Queste cifre, fornite già nell'immediato dopoguerra dalla documentazione ufficiale jugoslava, come detto, sono poi state confermate dai dossier della Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite.
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Un elenco più dettagliato e completo dei crimini italiani in Jugoslavia, è contenuto anche nell'accluso rapporto del nostro Ministero della Difesa.
http://www.esercito.difesa.it/storia/Ufficio-Storico-SME/Documents/150312/N1-11-Commissione-d-inchiesta-per-i-criminali-di-guerra-italiani-secondo-alcuni-stati-esteri-Gasparotto.pdf
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Nessuno dei nostri numerosi "criminali di guerra", però, venne processato a Norimberga; ed infatti, UK e USA non volevano irritare troppo il loro "bastione avanzato" di difesa contro il mondo comunista.
Per cui la passarono tutti liscia!
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Tuttavia buona parte della responsabilità di tali stragi (e del conseguente crescente desiderio di vendetta degli Jugoslavi), non va attribuita soltanto ai più o meno volenterosi esecutori, ma anche e soprattutto a Mussolini, il quale, il 31 luglio 1942 così incitò i nostri militari che occupavano la Jugoslavia: "Deve cessare il luogo comune che dipinge gli italiani come sentimentali incapaci di essere duri quando occorre; questa tradizione di leggiadria e tenerezza soverchia va interrotta".
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E, in effetti, lo fu!
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Ciò premesso, sono perfettamente d'accordo sul fatto che il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano abbia più che "giustamente" deciso di dedicare la giornata alle vittime delle foibe, denominandola "Giorno del Ricordo"; però, secondo me, tale "Giorno del Ricordo" andrebbe integrato ricordando anche la "causa concomitante", se non addirittura "determinante" che indusse i titini a perpetrare tale massacro.
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Ed infatti, se è vero che "causa causae est causa causati", è anche vero che se i fascisti italiani non fossero stati i primi ad effettuare così tanti e così efferati massacri di cittadini jugoslavi, molto probabilmente, i cittadini jugoslavi non si sarebbero poi vendicati così atrocemente e spietatamente, perpetrando l'efferato massacro delle Foibe.
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Per cui:
- senza voler minimamente diminuire "a valle" le responsabilità dei brutali partigiani titini, il cui feroce comportamento non è in alcun modo giustificabile;
- non si può però sottacere, "a monte", le responsabilità dei bestiali occupanti fascisti della Jugoslavia, le cui atrocità hanno, almeno in buona parte, provocato l'orrenda reazione titina.
Come dire che, parte della colpa delle foibe, è attribuibile proprio ai fascisti, per reazione diretta alle loro precedenti nefandezze!
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Per cui, i nostalgici del fascismo, invece di tirar fuori ogni volta la faccenda delle "foibe" titine per "controbilanciare" gli "errori" e gli "orrori" del fascismo italiano, visto che la tragedia delle "foibe" titine, invece, non fa altro che AGGRAVARE " gli "errori" e gli "orrori" provocati fascismo italiano, farebbero molto meglio:
- a tacere;
- a tornare nelle fogne dalle quali, ogni tanto, cercano di nuovo di fare capolino.


P.S.
Numerosissimi crimini, purtroppo, furono commessi anche da semplici soldati italiani (soprattutto furti e stupri), che le nostre autorità di polizia militare non si curararono pressochè mai di reprimere!