Le "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein

Aperto da Eutidemo, 20 Ottobre 2021, 06:10:06 AM

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Eutidemo

Come è noto, tali armi costituirono il "casus belli", addotto da Bush per giustificare l'invasione dell'Iraq nel 2003; però, una volta invaso l'Iraq, almeno sul momento, non se ne trovò alcuna traccia, per cui parve a tutti evidente che quello di Bush era stato soltanto un pretesto.
La qual cosa è vera soltanto in parte, perchè la faccenda è un po' più complicata (e sporca) di così; come cercherò di spiegare.
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Ed infatti, non molto dopo aver invaso l'IRAQ, la stessa amministrazione USA si affrettò ad ammettere che, purtroppo, in Iraq non era stata trovata alcuna traccia delle presunte "armi chimiche" di Saddam; le quali sono tutte classificate "armi di distruzione di massa" dalla "Convenzione di Parigi" del 13 gennaio 1993.
Il che, in verità, sorprese un po' tutte le "agenzie di intelligence" del pianeta.
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Ed invero, a parte -forse- San Marino e lo Stato del Vaticano, non esiste "nessuna" nazione al mondo che, in maggiore o minor misura, non disponga di un arsenale più o meno consistente di armi chimiche (di produzione propria, o acquistate al "mercato nero"); per cui il fatto che Saddam non ne avesse neanche una, non solo sembrava "improbabile", ma, oggettivamente, pressochè "impossibile"!
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Ed infatti, dopo alcuni anni, sia dalle indagini delle agenzie di intelligence, sia da alcune interviste del New York Time, sia da alcuni documenti desecretati, è emerso che dal 2004 al 2011, l'esercito americano e i soldati iracheni hanno ripetutamente trovato numerosi arsenali di armi chimiche appartenuti a Saddam Hussein;  complessivamente, infatti, le truppe americane hanno rintracciato circa 5.000 testate chimiche, proiettili o bombe dell'aviazione (solo nel 2006 l'esercito trovò 2.400 missili caricati con un micidiale gas nervino).
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Tali ritrovamenti sono stati tenuti nascosti per circa un decennio e, sebbene ormai tutte le "agenzie di intelligence" del mondo ne fossero più o meno al corrente, tuttavia, almeno ufficialmente, le informazioni non circolavano neppure all'interno dell'esercito USA.
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Alla fine, però, una inchiesta del New York Time,  rivelò che c'era stata una mancanza di cure mediche fornite ai soldati stanziati in Iraq, i quali erano rimasti contagiati dalle fuoriuscite di liquido dalle armi chimiche di Saddam.
In tale occasione, il giornale  accusò apertamente il Governo di "non aver fatto nulla per fornire cure mediche e assistenza adeguata ai militari lesionati dalle armi chimiche ritrovate in Iraq"; e, questo, pur di mantenere il segreto sul gigantesco arsenale di armi chimiche che erano state in possesso di Saddam.
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Al riguardo, intervistato dal New York Time, Jarrod Taylor, un ex sergente dell'esercito, che si era occupato della distruzione di alcune bombe all'Yprite, che avevano "bruciato" due soldati della sua compagnia di fanteria, ha ironizzato sulle "...lesioni che non ci sono mai state, prodotte da roba che non esiste. Mi diverte sentire chi dice non c'erano armi chimiche in Iraq, perché invece ce n'erano un sacco".
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Si tenga presente che le "armi chimiche", come sopra accennato, sono considerate "armi di distruzione di massa", perchè il loro effetto è molto più devastante delle cosiddette "armi convenzionali" (per quanto potenti esse siano); ad esempio a Ypres, tra le 17.30 e le 17,40 del 22 aprile 1915, i tedeschi, rilasciando  gas di cloro su un fronte di circa sei chilometri, causarono circa 5.000 morti nello schieramento alleato nel giro di soli dieci minuti.
Ovviamente, le armi chimiche più moderne, sono molto più concentrate e più potenti.
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Ma, allora, come si spiega tutta la "sceneggiata"?
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Si spiega con il fatto che, quando Saddam era alleato degli USA in medio oriente, le armi dell'arsenale chimico iracheno, per la maggior parte, erano state prodotte negli Stati Uniti, assemblate in Europa e riempite di agenti chimici in Iraq da compagnie occidentali; di produzione irachena c'erano soltanto dei vecchi Borak-100, dalla gittata di 45 km, che il governo baathista di Saddam Hussein aveva fabbricato negli anni '80, ma che non vennero prese in considerazione dalle ispezioni delle Nazioni Unite imposte dopo la guerra del Golfo Persico del 1991.
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Per cui è abbastanza naturale che, dopo aver invaso l'Iraq con il pretesto che Saddam produceva "armi di distruzione di massa" (quali sono le armi chimiche), gli Americani non potevano certo proclamare che le avevano, sì, ritrovate...ma che la maggior parte gliele avevano date loro!
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Stando così le cose, però, perchè mai Bush avrebbe dovuto inventarsi un "casus belli" così stupido, ben sapendo che Saddam le armi chimiche ce l'aveva, sì, sul serio, ma che una volta vinta la guerra lui non le avrebbe potute mostrare al mondo, visto che, sulla maggior parte di esse, c'era scritto sopra "MADE IN USA" (cioè, che ne era facilmente riconoscibile la provenienza).
Questo è un aspetto poco chiaro della vicenda, in quanto, a parte il fatto che Bush un po' stupido lo era sul serio, le spiegazioni possono essere le più svariate.
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Ad esempio, tanto per fare qualche congettura:
a)
Visto che gli USA avevano ceduto le armi chimiche a Saddam "prima" della sua presidenza, forse Bush non ne sapeva niente; quindi, essendo stato informato che attualmente l'Iraq ce l'aveva, pensò che esse fossero tutte di produzione loro.
Tuttavia l'ipotesi è poco plausibile, perchè se Bush venne informato che l'Iraq deteneva armi chimiche, questo non può averglielo rivelato se non la CIA; e la CIA sapeva benissimo chi gliele aveva date.
A meno che la CIA non lo abbia volutamente tenuto all'oscuro, per una serie di motivi che qui sarebbe troppo arduo indagare.
b)
Oppure Bush era perfettamente informato che gli USA avevano ceduto armi chimiche a Saddam "prima" della sua presidenza, ma riteneva (non è ben chiaro come), di tenere nascosta la cosa pur mostrando i magazzini di armi chimiche trovati dopo la guerra; poi, invece, si rese conto che la cosa non era possibile (anche perchè Saddam le aveva in buona parte nascoste).
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Ed infatti, la CIA, che lavorava con le truppe americane durante l'occupazione dell'Iraq, riacquistò ripetutamente razzi nervini da un "rivenditore iracheno" (di identità ignota); il che faceva parte di uno piano precedentemente non divulgato per garantire che le armi chimiche nascoste in Iraq non cadessero nelle mani dei terroristi (anche se poi, in effetti, alcune sono finite nelle mani dell'ISIS).
Tale piano di "riacquisto di armi", noto come "Operation Avarice", resosi necessario dal fatto che Saddam aveva nascosto molto bene i suoi magazzioni di armi chimiche, iniziò nel 2005 ed è proseguito negli anni successivi.
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Più in dettaglio, l'"Operation Avarice" venne condotta dalla  stazione della CIA di Baghdad in collaborazione con il 203° battaglione di intelligence militare; da tali ricerche è risultato che molti missili erano in cattive condizioni e alcuni erano vuoti o contenevano un liquido non più letale, ma altri contenevano integro l'agente nervino Sarin, che l'analisi ha dimostrato essere più puro di quanto la comunità dell'intelligence mondiale si fosse aspettata.
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Il Sarin è un gas nervino della famiglia degli organofosfati classificato come "arma chimica di distruzione di massa", ed è letale anche in concentrazioni minime se non viene tempestivamente praticata la somministrazione di atropina; come ben sanno le migliaia di vittime curde,  la maggior parte delle quali civili, causate dall'attacco con i gas nervini da parte di Saddam.
Si trattò di un vero e proprio genocidio, per il quale il comandante militare delle operazioni, Ali Hassan Abd al-Majid al-Tikritieh venne condannato a morte, sentenza eseguita il 25 gennaio 2010.

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"Quis fuit horrendos primus qui protulit (chemicos) enses?" ("Chi fu il primo a produrre le orrende armi chimiche?")
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