LA STORIA SIAMO (ANCHE) NOI - SCARNE CONSIDERAZIONI NON ESAUSTIVE SULLA STORIA

Aperto da Visechi, 05 Settembre 2024, 21:59:00 PM

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Ipazia

Citazione di: iano il 11 Settembre 2024, 15:31:31 PMLa falla apertasi assume invece rilevanza storica.
Non credo che il protagonismo di alcuni individui possa risultare decisivo alla storia, perchè sono semmai come surfisti che attendono l'onda da cavalcare.

Laddove l'abilità del surfista non è casuale, ma sagacemente costruita. E la virtù s'impone sempre.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Visechi

Citazione di: Ipazia il 11 Settembre 2024, 20:05:52 PMLaddove l'abilità del surfista non è casuale, ma sagacemente costruita. E la virtù s'impone sempre.
Laddove il caso è corso in soccorso della virtù del surfista offrendogli l'opportunità di cavalcare l'onda giusta per esaltare proprio le di lui virtù. E la virtù ringrazia.

bobmax

Poiché il libero arbitrio individuale non esiste, tutte le opere non sono che nulla.
Non nel senso che valgano poco, ma che sono puro nulla.
Così come nulla sono le creature che le originano.

Il figlio unigenito è stato gettato nel mondo. E il mondo è Dio.
Vi è infatti solo il figlio e il Padre.
Finché il figlio esiste.
Quando non esisterà più, tornerà a essere ciò che è sempre stato: il Padre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.


bobmax

La cripticità svanisce nel momento in cui si cambia prospettiva.
Cioè quando si usa come sistema di riferimento non più il mondo fisico, ma l'etica.

Se ciò che importa per davvero è solo il Bene, allora tutto vi si deve adeguare.
Cioè ogni "verità" del mondo deve essere intesa subalterna a ciò che davvero conta.
Persino la legge di causa-effetto deve essere messa in discussione. Perché non assoluta ed eterna ma semplice dono temporaneo del Caos.
Un dono che può essere negato in ogni istante.

Il mondo risulta perciò soltanto funzionale allo sviluppo dell'etica.
L'esistenza non ha una realtà in se stessa. Ma è l'occasione per sperimentare la metamorfosi dal non essere all'Essere.

Che il libero arbitrio individuale sia una illusione è infatti soprattutto un requisito etico.
Se fosse reale, saremmo perduti.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: Visechi il 11 Settembre 2024, 20:56:21 PMLaddove il caso è corso in soccorso della virtù del surfista offrendogli l'opportunità di cavalcare l'onda giusta per esaltare proprio le di lui virtù. E la virtù ringrazia.
Le pecore della covidemia non possono citare il caso e neppure quelle che votano partiti guerrafondai e corrotti. Il caso antropologico serve solo ad evidenziare dove c'è o non c'è virtù.  Troppo comodo farsene scudo della propria ignavia e incapacità di governare virtuosamente la propria tavola individuale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 12 Settembre 2024, 06:32:28 AMLe pecore della covidemia non possono citare il caso e neppure quelle che votano partiti guerrafondai e corrotti. Il caso antropologico serve solo ad evidenziare dove c'è o non c'è virtù.  Troppo comodo farsene scudo della propria ignavia e incapacità di governare virtuosamente la propria tavola individuale.
Infatti il caso non giustifica l'accaduto secondo me.
Prima però bisogna mettersi d'accordo di quale accaduto parliamo.
L' accaduto secondo me è che prima tutti si fidavano dei vaccini, e adesso non tutti si fidano.
Qual'è la causa che oggi agisce e che non agiva ieri, posto che non si possa additare il caso?




Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

baylham

Citazione di: Jacopus il 11 Settembre 2024, 12:40:08 PMÈ una visione molto semplicistica della storia Baylham. Che ci sia una componente di caso è ovvio ma qualunque individuo è a sua volta fatto della sua storia precedente, che è sempre una storia collettiva. La storia ha un respiro lungo come teorizzato dalla scuola storica francese classica (Braudel, le goff), per cui noi siamo ancora per molti aspetti il risultato della civilizzazione greco-romana,che condiziona tutta la direzione della nostra storia. I grandi cambiamenti storici avvengono infatti quando grandi strati della popolazione sono ricettivi rispetto ai possibili cambiamenti. La storia non si muove attraverso minoranze aristocratiche, neppure quando l'aristocrazia era al suo massimo apogeo.
Non considero affatto semplicistica la mia concezione della storia, semmai complessa, visto che la considero inconoscibile ed incontrollabile da chiunque.
La dinamica dei processi storici è simile a quella biologica: l'innovazione, i cambiamenti sono individuali, casuali, la loro diffusione di gruppo, collettiva è selettiva. La velocità e profondità dei processi dipende ovviamente dal tempo della prospettiva, sguardo storico.
Considero importante l'influenza di singoli individui sui processi storici. La mia non è affatto una concezione aristocratica, l'influenza individuale spesso è negativa, non positiva: moltissimi leader politici influenti erano e sono stupidi.


Jacopus

In realtà è proprio una concezione aristocratica, superata da circa un secolo e più specificamente dagli studi storici francesi e prima ancora dalla visione marxista della storia.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 10:11:53 AMl'innovazione, i cambiamenti sono individuali, casuali, la loro diffusione di gruppo, collettiva è selettiva.
La situazione non è complessa, ma semplice , come tu stesso l'hai esposta.
La natura risponde all'imprevedibile caso, cercando di disporre in modo preventivo di tutte le possibili soluzioni a qualunque caso si dovesse presentare, e maggiore è il numero di soluzioni, cioè maggiore è il numero di individui di una popolazione, maggiore è la probabilità che almeno uno di essi sia la soluzione al problema che si presenta di volta in volta.
La natura è come un generale incompetente, che disponendo però di un gran numero di soldati, anche mandandoli tutti allo sbaraglio senza una precisa strategia, riesce comunque a vincere la guerra.
Egli non ha bisogno di studiare il terreno di battaglia per decidere una strategia fidando sulla moltitudine dei suoi soldati.
Il generale più che essere incompetente non c'è proprio, stante l'impersonalità della natura.
Vero è che c'è stato un tempo in cui la natura era permeata di demoniache personificazioni,  i cui capricci potevano considerarsi causa di ogni accadimento,  il cui libero arbitrio aveva quindi ben altro effetto di quello degli uomini, e perciò gli uomini si riferivano al loro , considerando l'inconsistenza del proprio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

baylham

Citazione di: iano il 11 Settembre 2024, 15:31:31 PMIl libero arbitrio è in effetti un buon esempio di caso, per cui possiamo assimilare gli individui alle molecole di gas dentro un contenitore, le quali per quanto si agitino , sono mediamente ferme. Se perciò rivelassimo invece una tendenza a muoversi in una direzione, guardando in quella direzione troveremmo che si è aperta una falla nel recipiente, dalla quale le molecole defluiscono per differenza di pressione.
la componente casuale non è fondamentale quindi, non producendo alcun movimento medio, in una situazione in cui tutto cambia perchè nulla mediamente cambi.
La falla apertasi assume invece rilevanza storica.
Non credo che il protagonismo di alcuni individui possa risultare decisivo alla storia, perchè sono semmai come surfisti che attendono l'onda da cavalcare.
Le due allegorie, il processo fisico e il surf, non mi appaiono pertinenti, applicabili ai processi storici, umani.
Gli individui umani sono distinguibili l'uno dall'altro non soltanto per la loro posizione o aspetto fisico.
Nelle storie ci sono attori, protagonisti, che a differenza dei surfisti, creano e indirizzano l'onda.

iano

Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 11:02:08 AMLe due allegorie, il processo fisico e il surf, non mi appaiono pertinenti, applicabili ai processi storici, umani.
Gli individui umani sono distinguibili l'uno dall'altro non soltanto per la loro posizione o aspetto fisico.
Nelle storie ci sono attori, protagonisti, che a differenza dei surfisti, creano e indirizzano l'onda.
Credo che nelle storie ci siano necessariamente attori protagonisti  non potendosi prevedere nel loro copione una parte per ogni uomo.
Ci sono quindi realmente protagonisti solo se confondiamo la realtà con la sua rappresentazione, essendo una rappresentazione del passato il racconto storico.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Visechi

Al di là di alcune divagazioni poco attinenti, se non addirittura strampalate, mi pare fossimo giunti ad individuare alcuni elementi che, in concorso o in conflitto fra loro, partecipano fattivamente alla costruzione del processo storico:
Le masse, denominate così in modo spregiativo, meglio i popoli, le comunità umane. L'energia che la moltitudine umana è in grado di esprimere deve però sempre essere incanalata. A questo punto intervengono altri fattori che piegano gli eventi affinché prendano quella direzione anziché un'altra. L'individuo che riesce a coagulare intorno a sé la potenza espressa dalla moltitudine, se non addirittura a far esplodere questa energia. Per comodità l'abbiamo definito l'eroe. Ma né quest'ultimo né l'energia espressa dal popolo possono essere attivate se non intervenisse anche un fattore esogeno: la maturazione dei tempi... sempre per comodità: il climax. Come ultimo elemento abbiamo anche - finalmente - concesso cittadinanza al caso, all'imponderabile.
Il mix di tutti questi elementi determina gli eventi storici che rimarrebbero inauditi e quindi mai accaduti se non subentrasse, in ultima analisi, la narrazione. Ulisse non sarebbe mai esistito (posto che lo sia) se La tradizione omerica non ci avesse donato l'Odissea e l'Iliade. Gesù sarebbe un perfetto sconosciuto, quindi mai esistito, se non ci fossero le narrazioni gesuane.

baylham

Citazione di: Jacopus il 12 Settembre 2024, 10:18:06 AMIn realtà è proprio una concezione aristocratica, superata da circa un secolo e più specificamente dagli studi storici francesi e prima ancora dalla visione marxista della storia.

Dubito che sia superata visto che tu stesso hai citato singoli individui (Marx, Le Goff, Baudrel) a tuo sostegno, gli inventori di queste correnti politiche e storiografiche. Ancora oggi, anche in questo forum, molti dipendono strettamente da quello che ha scritto Marx (marxisti) o altri. 

La mia concezione non è affatto aristocratica, come non lo è la concezione di Darwin dell'evoluzione biologica a cui mi ispiro.

iano

Citazione di: Visechi il 12 Settembre 2024, 11:14:15 AMAl di là di alcune divagazioni poco attinenti, se non addirittura strampalate, mi pare fossimo giunti ad individuare alcuni elementi che, in concorso o in conflitto fra loro, partecipano fattivamente alla costruzione del processo storico:
Le masse, denominate così in modo spregiativo, meglio i popoli, le comunità umane. L'energia che la moltitudine umana è in grado di esprimere deve però sempre essere incanalata. A questo punto intervengono altri fattori che piegano gli eventi affinché prendano quella direzione anziché un'altra. L'individuo che riesce a coagulare intorno a sé la potenza espressa dalla moltitudine, se non addirittura a far esplodere questa energia. Per comodità l'abbiamo definito l'eroe. Ma né quest'ultimo né l'energia espressa dal popolo possono essere attivate se non intervenisse anche un fattore esogeno: la maturazione dei tempi... sempre per comodità: il climax. Come ultimo elemento abbiamo anche - finalmente - concesso cittadinanza al caso, all'imponderabile.
Il mix di tutti questi elementi determina gli eventi storici che rimarrebbero inauditi e quindi mai accaduti se non subentrasse, in ultima analisi, la narrazione. Ulisse non sarebbe mai esistito (posto che lo sia) se La tradizione omerica non ci avesse donato l'Odissea e l'Iliade. Gesù sarebbe un perfetto sconosciuto, quindi mai esistito, se non ci fossero le narrazioni gesuane.
Resta da dare un peso alle diverse cause, e se questa pesatura sia utile assumere come assioma, o se ogni caso merita una diversa pesatura.
Ma è vero che ciò che è inaudito non esiste, nel senso che non agendo è come se di fatto non fosse mai esistito?
Ciò equivale infatti ad assumere un uomo immutabile nella sua essenza, che non venga cioè modificato dai fatti, e che queste modifiche non si trasmettano per via genetica o culturale.
Certo essendo inaudite non potremmo addurle come cause, ma non perchè le ignoriamo esse non agiscono.
Quindi assumeremo la nostra ignoranza come concausa di quell'imprevedibilità, che convenzionalmente diciamo caso
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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