LA STORIA SIAMO (ANCHE) NOI - SCARNE CONSIDERAZIONI NON ESAUSTIVE SULLA STORIA

Aperto da Visechi, 05 Settembre 2024, 21:59:00 PM

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iano

Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 11:29:41 AMMarx, Le Goff, Baudrel
Quindi se questi personaggi non fossero esistiti la storia avrebbe preso un altro corso?
Sono convinto che se non fossero esistiti, oggi parleremmo in modo equivaente di Tizio, Caio, e Sempronio.
Non solo si tratta di un onda secondo me, ma sono diversi i surfisti a cavalcarla, però di questi si ricorda solo il vincitore, che per ''sfortuna'' della medaglia d'argento Caio, alla gara ha  partecipato.
E' storia poco conosciuta che alle grandi scoperte scientifiche arrivino più d'uno in contemporanea.
Le mele cadono insieme quando sono mature, ma un cadrà sempre appena prima delle altre.
Se Newton non fosse esistito oggi glorificheremmo Leibnitz, la cui notazione matematica si è preferita comunque a quella equivalente inventa da Newton, e se non fosse esistito Darwin oggi glorificheremmo Wallace, le cui notazioni descrittive coincidevano con quelle di Darwin.
A quanto pare anche la nostra memoria storica è soggetta a una necessaria selezione , non potendosi tutto ricordare, cosicché alcune cose sembreranno brillare di più per contrasto con ciò che viene oscurato.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

baylham

Citazione di: iano il 12 Settembre 2024, 12:15:43 PMQuindi se questi personaggi non fossero esistiti la storia avrebbe preso un altro corso?
Sono convinto che se non fossero esistiti, oggi parleremmo in modo equivaente di Tizio, Caio, e Sempronio.
Non reputo così importanti dal punto di vista storico gli storici, ma sicuramente non è indifferente per la storia che il più influente politico comunista sia stato Marx, nel bene e nel male, invece di altri.

Comunque, ripensando il mio precedente intervento, è proprio l'allegoria del surf che non è pertinente, adatta. Il surfista è una categoria completamente diversa da quella dell'onda.


iano

Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 15:13:21 PMComunque, ripensando il mio precedente intervento, è proprio l'allegoria del surf che non è pertinente, adatta. Il surfista è una categoria completamente diversa da quella dell'onda.


Infatti è di una categoria  diversa, e l'analogia può calzare se l'umanità non è l'uomo, per quanto possa valere un analogia.
Al posto del surfista avrei dovuto metter la goccia d'acqua forse, ma le gocce d'acqua sono gli individui che costituiscono la massa, siamo io e te, non Marx.

Ma fuori dall'analogia non è veramente importante cosa dice Marx o Newton, ma il fatto che le loro teorie siano sufficientemente condivise, secondo me.
E' questa condivisione che fa la storia, e al di là del loro valore intrinseco o della oratoria affascinante dell'autore, le teorie non hanno effetto se non vengono recepite, e per essere recepite di vuole una massa che a quelle teorie sia nel frattempo divenuta ricettiva.
Che effetto avrebbe avuto Marx durante l'impero romano, e che effetto avrebbe Gesù oggi?
Detto in altre parole non credo alla favola del piffero magico, e comunque suonando la stessa musica di allora  il pifferaio avrebbe  lo stesso  successo oggi?

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

Questo è un post di "filosofia della storia", la cui domanda è: la storia ha una direzione e se ha una direzione, chi o cosa decide quella direzione e non un'altra?

Come premessa occorre dire che la storia è il racconto di "mutamenti culturali". L'uomo di natura, quello che viveva prima di aver assaggiato dall'albero della conoscenza del bene e del male non è un soggetto storico ma un soggetto biologico, vivente in un eterno presente.

La cultura invece ci ha resi avezzi al mutamento, mutamento indirizzato al miglioramento della condizione umana, sia di una minoranza, sia di una maggioranza, sia di tutti, sia di uno.
Una volta che la ruota della storia si è attivata, non è più stato possibile fermarla. E subito (quasi subito) si è inserito il pensiero che la storia era un cammino verso il bene, la gloria, l'immortalità, la conoscenza. È il nostro stesso cervello a costruire narrazioni di senso continuamente e lo fa anche a proposito della storia.
Ora resta da capire qual'è il motore o i motori della storia. Come ho già scritto, la storia avvenuta condiziona il presente e il futuro. Ad esempio, facendo un paragone biologico, noi siamo primati, ma nell'essere primati, abbiamo dovuto adeguarci alla condizione di mammiferi e prima ancora di vertebrati. Nessuna specie di primate è stata in grado di sviluppare delle branchie o di ottenere dei denti velenosi.
Nietzsche ha parlato di questa onda lunga della storia quando affronta il tema dell'eterno ritorno, proprio nel senso che per costruire l'uomo nuovo occorre superare la pesantezza della storia precedente. Per Marx e per il pensiero positivista nelle sue varie scuole, invece non servono scorciatoie da Ubermensch. La storia si definirà da sola, nella dialettica delle classi che sfocerà nella società degli "uomini buoni".
A me sembra più appropriato il messaggio dato da Sartre, che tiene presente il condizionamento storico (determinismo) ma anche la libertà dei singoli (libero arbitrio), scrivendo: l'uomo è ciò che sa fare di ciò che la storia ha fatto di lui. E in questo fattore "libertà" ha il suo peso estremo la capacità auto riflessiva e critica dell'uomo. Che vi sia un fattore libertà è evidente. Se non vi fosse, tutte le società umane sarebbero uguali, mentre sappiamo che sono estremamente differenti nel tempo e nello spazio.
Infine, accanto alla dialettica soggetto (libertà), oggetto (determinismo), è sempre seduto il convitato di pietra, il caso, che a sua volta danza la danza della storia con i due tipi più noti.
Sulla questione eroi, è innegabile che qualcuno abbia inciso più di altri nella storia, ma credo anche che le società più armoniose siano quelle che non hanno bisogno di eroi, come vaticinava Brecht.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Visechi

Citazione di: Jacopus il 12 Settembre 2024, 17:10:24 PMQuesto è un post di "filosofia della storia", la cui domanda è: la storia ha una direzione e se ha una direzione, chi o cosa decide quella direzione e non un'altra?

Come premessa occorre dire che la storia è il racconto di "mutamenti culturali". L'uomo di natura, quello che viveva prima di aver assaggiato dall'albero della conoscenza del bene e del male non è un soggetto storico ma un soggetto biologico, vivente in un eterno presente.

La cultura invece ci ha resi avezzi al mutamento, mutamento indirizzato al miglioramento della condizione umana, sia di una minoranza, sia di una maggioranza, sia di tutti, sia di uno.
Una volta che la ruota della storia si è attivata, non è più stato possibile fermarla. E subito (quasi subito) si è inserito il pensiero che la storia era un cammino verso il bene, la gloria, l'immortalità, la conoscenza. È il nostro stesso cervello a costruire narrazioni di senso continuamente e lo fa anche a proposito della storia.
...
Sulla questione eroi, è innegabile che qualcuno abbia inciso più di altri nella storia, ma credo anche che le società più armoniose siano quelle che non hanno bisogno di eroi, come vaticinava Brecht.
Quale direzione ha la storia?

 Io, invece, sosterrei che la storia sia la narrazione di "mutamenti sociali" che si distendono nel tempo, in un continuum senza soluzione di continuità (perciò è più corretto parlare di processi storici, non di eventi storici), e dipende, nel suo esplicarsi, da molteplici fattori, uno dei quali è senza dubbio la progressiva "maturazione culturale.

La storia, abbiamo detto, è la narrazione di una serie di eventi che si dispongono nel tempo in maniera cronologica. Per cui gli eventi sono percepiti in sequenza temporale. 
Ma non sempre è stato così. 
Per disporre gli accadimenti umani lungo un segmento intriso di temporalità avente una precisa direzione, è necessario un ingrediente imprescindibile: un telos, un fine - che è anche la sua fine -; la storia d'impregna di soteriologia perché si proietta sul futuro in attesa che si compia una promessa, oppure che si realizzi una speranza. Solo così il tempo storico si riempie di senso e si dispiega nella sua linearità. Diversamente, la storia non esiste, non si percepisce, e gli accadimenti sono narrazioni prive di telos e disposte su un tempo ciclico, ove l'inizio è anche la fine e il suo ricominciare, in un eterno riproporsi sempre uguale (i greci percepivano gli eventi in questo modo, così pure le civiltà primordiali). Non è dunque corretto sostenere che da "...subito si è inserito il pensiero..." storico. Come non è giusto ritenere che l'agire umano sia sempre volto al bene... più spesso al male. Ma questa è un'altra storia che esula dalla presente trattazione.

bobmax

Se poi non si ha una chiara idea di cosa l'etica sia, allora non resta che cercare la Verità.
Il che vuol dire una lotta continua alla contraddizione, soprattutto la propria.
Senza cioè mai adagiarsi sul proprio pressappochismo.

Pure la lettura dell'Etica di Spinoza può essere d'aiuto.
Così come i dialoghi di Platone o i sermoni di Meister Eckhart. Insomma la filosofia. Poiché la Storia è soprattutto quella del pensiero umano.

Se viceversa proprio non si vede la profonda relazione tra Etica e Storia, nell'attesa che chissà qualcosa cambi... buona chiacchierata.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

Grazie Bob. Visechi@. Hai perfettamente ragione. La storia come cerchio ciclico o la storia come freccia. La storia come freccia è una invenzione più recente. C'è chi la intende come freccia ineludibile perché programmata da Dio, l'uomo, il fato, l' algoritmo ecc. e c'è chi la intende come freccia che indirizziamo noi e non sempre nel giusto modo (etico direbbe Bob). Ma già in realtà nel pensiero greco si annidava la storia come freccia. Edipo Re o Antigone o Prometeo incatenato o Ulisse ne sono una chiara prova.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Sarebbe vero che quando i tempi sono maturi avvengono delle cose, ma per un mio conto tutto personale sarebbe già dal tempo di una vita intera, la nostra attuale, che i tempi sarebbero maturi e solo oggi sembra, e rimarco sembra, che si muova finalmente qualcosa. Fermo restando quanto già detto (post nr.1), per quel che riguarda invece la storia così come la raccontiamo, il termine "caso" potrebbe essere assimilato alla volontà. In ogni modo sarebbe per me istintivo e sensato pensare che la nostra volontà di azione sia mossa da una necessità qualunque essa sia. Vale a dire, la volontà, o meglio il momento in cui si esprime, sia essa quella di Tizio, Caio, Napoleone, o addirittura quella del singolo atomo radioattivo che decadrà (giusto per fare un bel mucchio), non sarebbe cosa nota a colui che osserva. Restando ora tra noi forumisti, chiaro sarebbe che se mentre navigo in una nave e faccio un certo gesto conforme al navigare il nesso causale tra il fatto di navigare e il gesto particolare potrebbe essere più che evidente, ma non sarebbe nota la necessità che mi fa navigare, ovvero non sarebbe nota la mia volontà di navigare.
Volontà e necessità producono sempre cause, si tratterebbe in fondo della stessa cosa, proprio così come anche gli effetti sono a loro volta delle cause; ma noi distinguiamo. E così distinguendole non teniamo conto che nelle sequenze del divenire le due opzioni coesistono; una sottende alla volontà di navigare e l'altra alla necessità di operare all'interno della nave. Infatti, il soggetto, il navigante, a chi gli chieda conto di un atto dirà che ha pensato di agire assecondando una necessità o una volontà, ma non si perderà certo a mettere in discussione la sua volontà di navigare. Nel caso di cui sopra ¿a prescindere dal gesto dentro la navigazione, era necessario o era volontario il voler/dover navigare? (Il navigare è l'insieme, il resto sottoinsieme).
- Eheeeeee! Ma allora, come hai detto inizialmente, bisognerebbe proprio chiederlo alla necessità qualunque essa sia, quella cioè che fa muovere l'azione ... e c'è poco da stare allegri ... il tempo di una vita hai detto! -
Eh già, il tempo. Detto questo, secondo me, la storia l'hanno fatta le pietre miliari poste lungo il suo fluire, poste tanto da eroi buoni o cattivi quanto da eventi naturali. Si potrebbe anche sostenere che la prima fu Dio; e per costui non mi è noto se sia trascorso del tempo prima che gli mettessero in bocca delle parole (eventuale pietra miliare successiva). Dopo, ci sono tutte le altre fino all'ultima, forse la bomba atomica ... robe queste, la seconda e l'ultima, che hanno molta attinenza con una morte pressoché certa. Ora c'è il clima, ma permane comunque il nostro navigare, o meglio, dato che la navigazione è ineluttabile, permangono la volontà circa il modo con cui si naviga e la necessità di cui abbisogna la navigazione. Ma il modo in cui si vuole navigare, da quale necessità qualunque essa sia è mosso?, chiedo ... giacché è l'insieme che determina il sottoinsieme
Comunque, essendo che per me la conoscenza, anche individuale, sarebbe eterodiretta, nel senso che noi saremmo in pratica costretti da "altro da me" a conoscere, la varietà delle culture mondiali prodotte sarebbe la testimonianza di come eventi naturali ed eroi buoni o cattivi possano aver impresso una direzione precisa a quella che si narra essere una cultura propria di un determinato gruppo; pura fantasia umana supportata come sempre da buoni indizi che nulla dimostrano; di fatto il fatto è che il gruppo sarebbe uno, quello umano.
Circa le masse infine, che di sicuro non sono sceme, queste, a differenza degli eroi buoni o cattivi seguono pedissequamente tali eroi, alcune benvoglienti, ma altre nolenti!!, e sarà probabilmente da queste ultime che potrà eventualmente nascere il nuovo eroe buono o cattivo ... ma dico io, ce n'è ancora bisogno di questi eroi? Non sarebbe invece che ciascuno di noi è quello che è senza infamia e senza lode, ma comunque responsabile di ciò che fa?

Ipazia

Citazione di: iano il 12 Settembre 2024, 09:46:40 AMInfatti il caso non giustifica l'accaduto secondo me.
Prima però bisogna mettersi d'accordo di quale accaduto parliamo.
L' accaduto secondo me è che prima tutti si fidavano dei vaccini, e adesso non tutti si fidano.
Qual'è la causa che oggi agisce e che non agiva ieri, posto che non si possa additare il caso?

Anche qui giocarono virù e fortuna. La virtù di comprendere che si stava giocando una partita mercantile sulla pelle di umani ridotti a cavie di sperimentazioni potenzialmente pericolose e la fortuna di potersi sottrarre al ricatto covaccinale e di avere avuto accesso a fonti dissuasive affidabili.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 17 Settembre 2024, 17:45:20 PMdi avere avuto accesso a fonti dissuasive affidabili.
Questa appunto è la causa, che io preciserei meglio come l'aver avuto accesso a un dibattito che prima era tutto interno all'ambito scientifico per i limiti tecnici dei mezzi di comunicazione.
Prima di allora avevamo accesso solo al risultato finale di questo dibattito.
Il normale conflitto accademico quindi si è allargato, come avremmo dovuto prevedere.
E' una situazione che storicamente si ripete,  la cui causa è l'evoluzione dei media di comunicazione, ma che sistematicamente manchiamo di prevedere.

Direi che l'affidabilità delle fonti però è mediamente scesa, essendosi allargata la platea dei dibattenti, mentre è aumentata la resilienza alle manovre interessate delle industrie farmaceutiche.
Essendo convinto che la scienza sia un impresa umana considero comunque la cosa positivamente, e mi aspetto che tale acceso dibattito spinga molti giovani che vi partecipano ad aumentare la loro competenza in materia, riportando in alto l'affidabilità media delle fonti.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Visechi


iano

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Visechi

Citazione di: iano il 17 Settembre 2024, 23:29:27 PMCosa diceva l'Umberto?
Internet ho dato accesso al confronto scientifico anche alle massaie e tanti disturbati.

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