La perizia della polizia scientifica del 2015 sull'agguato a Moro

Aperto da Eutidemo, 10 Dicembre 2022, 12:33:57 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Secondo la relazione della polizia scientifica del giugno 2015, relativa all'agguato al convoglio di Moro del 16 marzo 1978 (N.224/SCA DIV. 1 A /Sez. 3/9306/15 Roma, 12 giugno 2015), si può dividere l'agguato in due fasi distinte:
PRIMA FASE
Una prima fase in cui vengono esplosi colpi da sinistra verso destra, anche a raffica, come dall'immagine a pag.59:
SECONDA FASE
Una seconda fase in cui alcuni colpi vengono esplosi anche da destra verso sinistra, come dall'immagine a pag.60:
***
.
INTERPRETAZIONE DEGLI EVENTI
.
PRIMA FASE
La prima fase in cui vengono esplosi colpi da sinistra verso destra, è senz'altro attribuibile ai brigatisti in divisa di piloti dell'Alitalia; i quali, all'inizio dell'attacco, hanno utilizzato esclusivamente dei fucili mitragliatori.
I mitra erano:
- un Fna (Morucci);
- un M12 (Fiore);
-una TZ45 (Gallinari);
- un altro Fna (Bonisoli)
- un Mab 38/42 (Moretti)
Quest'ultimo non appare nella ricostruzione della sparatoria, perchè il suo Mab 38/42, si è inceppato subito e quindi non ha sparato neanche un colpo; anche tre degli altri mitra si sono inceppati quasi subito, e solo uno ha sparato regolarmente senza mai incepparsi.
***
Il che, secondo me, si spiega per il fatto che nessuno dei cinque brigatisti in questione aveva mai usato in vita sua un fucile mitragliatore, per cui quattro su cinque hanno commesso il classico errore che commette chi usa un mitra per la prima volta; cioè, per evitare il rinculo ed il rilevamento dell'arma, mentre sparavano con la mano destra, hanno afferrato il "caricatore" dell'arma con la mano sinistra (come si vede fare spesso, erroneamente, nei film).
Ma non è certo così che si impugna un fucile mitragliatore, perchè in questo modo è sicuro che lo si fa inceppare; così come ci dimostra un "campione mondiale" di incompetenza in tutti i campi!
***
Va bene che non si può pretendere che impugni correttamente un fucile mitragliatore, chi non sa impugnare nemmeno una forchetta!
:D :D :D
Però dai brigatisti che hanno sequestrato Moro, ci si sarebbe attesi una competenza un tantino migliore.
***
Va bene che, mentre il mitra di Salvini aveva ben visibile la "manopola" da impugnare, diversamente, dei quattro tipi di mitra usati dai brigatisti, soltanto uno aveva l'apposita "manopola" (la "pistole machine" M12), mentre gli altri tre "fucili mitragliatori" ne erano sprovvisti e andavano quindi afferrati per il fusto; per cui, chi non conosce bene come funziona un'"arma a raffica", anche per imitazione dei film, era istintivamente portato ad afferrare erroneamente il caricatore con la mano sinistra.
***
Il che, nel sequestro Moro, ha avuto effetti tragicomici; ed infatti Gallinari e Bonisoli, ad un certo punto, hanno buttato via bestemmiando i loro mitra inceppati, ed hanno continuato a sparare con le loro pistole:  una S&W  39 e una Beretta 51 cal. 7,65.
.
SECONDA FASE
Dopo la prima confusa (e difettosa) prima fase dell'agguato, dal lato sinistro della strada, che era stata effettuata ad opera di "dilettanti" , la "polizia scientifica" ha però accertato che, dal lato destro della strada, l'operazione fu conclusa da uno (o due) "professionisti"; come si vede dall'immagine a pag.60 della perizia.
***
Ed infatti, durante la prima fase dell'agguato, l'agente Iozzino aveva cominciato a sparare ai terroristi, in quanto si trovarono in terra, vicino al suo corpo due bossoli inequivocabilmente sparati dalla sua Beretta 92 S; per cui, evidentemente, mentre sparava ai terroristi sul lato sinistro della strada, doveva necessariamente dare le spalle al lato destro della strada.
Lato dal quale, sino ad allora, non era provenuta alcuna aggressione, e che sembrava deserto; a parte una Austin Morris parcheggiata dove di solito si trovava il furgone di un fioraio (che quella mattina non era potuto venire, perchè gli avevano squarciato tutte e quattro gli pneumatici del furgone).
***
Però, ad un certo punto, qualcuno (forse sbucato fuori proprio dalla Austin Morris parcheggiata sul lato destro della strada)  cominciò a sparargli alle spalle per interrompere la sua reazione armata; cioè, anche dal lato destro della strada.
Ed infatti, dalla perizia autoptica risultò quanto segue (pag.35).
"Un proiettile penetrò in prossimità della spina iliaca postero-superiore sinistra, raggiunse l'addome...per arrestarsi nel cavo pleurico di destra...(ritenuto)"
"Un proiettile penetrò nella regione sacrale...fu rinvenuto nel contesto dei muscoli lombari."
"Un proiettile penetrò anch'esso nella regione sacrale...fu rinvenuto in regione sub-frenica (ritenuto) (tra diaframma e fegato)"
"Due proiettili attinsero il gluteo di sinistra...raggiungendo la regione lombare controlaterale (ritenuti)."
***
La mattina dell'imboscata, come detto, sul lato destro della strada, al posto del furgone del fioraio, al quale era stato impedito di parcheggiare al suo solito posto, si trovava invece parcheggiata una Austin Morris targata Roma T53054, di proprietà della SRL "Poggio delle Rose"; la quale, come pure risultò dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2", collaborava con i nostri servizi segreti.
Ed è ancora più singolare la coincidenza,  che tale società avesse la sede  in Piazza della Libertà 10, allo stesso primo piano dove, di fronte, c'era la sede della SRL "Gradoli Immobiliare".
***
Sul lato sinistro della strada, davanti al bar Olivetti era stata parcheggiata una "Mini Minor" di proprietà di un certo Tullio Moscardi, milite della Decima MAS di Valerio Borghese; il quale, poi, dagli atti della "Commissione di inchiesta sul sequestro Moro 2",  risultò essere, un consulente  dei nostri Servizi Segreti.
***
CONCLUSIONE
Da quanto sopra, una sola cosa emerge chiaramente; e, cioè, che il convoglio delle auto di Moro, quel giorno, è stato "pilotato" appositamente nella trappola di via Fani dalla "centrale percorsi" della polizia; altrimenti i brigatisti (ed i loro "ignoti" alleati) non avrebbero potuto sapere in anticipo, con sicurezza, che lui sarebbe passato di lì.
E' evidente, per una mera questione di logica, che qualcuno lo aveva fatto sapere loro con un preavviso di giorni!
Ed infatti solo dei mentecatti con tendenze suicide avrebbero ripetuto abitualmente tutti i giorni lo stesso percorso, per giunta con automobili prive di blindatura; ed il capo scorta ed i suoi collaboratori, non potevano assolutamente ignorare tale elementare cautela, per cui, secondo me, è ovvio che, quel giorno, seguirono il percorso ordinatogli via radio  dalla "centrale percorsi" della polizia.
Altre ipotesi non mi sembrano assolutamente plausibili!
***
P.S.
A pag.56 della perizia, viene evidenziato come "E' possibile osservare immediatamente una discrepanza tra la posizione dei gruppi di bossoli B, Z e K e le posizioni delle origini degli spari nel caso le autovetture fossero state attinte nella posizione in cui sono state rinvenute."

Ed infatti, come da me sostenuto nel mio post Geometria topografica dell'"imboscata" ad Aldo Moro, la "mini morris", al momento dell'attentato, doveva essere parcheggiata quasi parallellamente all'altra vettura, per consentire l'"effetto tappo" della trappola.

Discussioni simili (5)