La "disinformazione", principale tecnica della "guerra fredda"

Aperto da Eutidemo, 02 Settembre 2021, 11:38:51 AM

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Eutidemo

PREMESSA
La "disinformazione" era, e tutt'ora è, una tecnica di "guerra fredda" tipica soprattutto (ma certo non solo) dei governi russi; sulla quale soltanto si concentrerà il presente topic.
Ma attenzione:
- non perchè i governi occidentali si astenessero dal cercare di inquinare la Russia con tecniche disinformative per elevati motivi di carattere etico-morale;
- bensì, semplicemente, in quanto il sistema informativo russo era (e tutt'ora in buona parte è) un "sistema chiuso", in cui molto più difficilmente le informazioni, vere o false che siano, potevano (e possono) liberamente circolare.
Per cui, visto che una strategia di attacco di tal genere risultava molto poco proficua, veniva molto scarsamente praticata contro la Russia; si può dire, quasi per niente.
I sistemi di informazione occidentale, invece, si prestavano (e tutt'ora si prestano) ad essere vittima di manipolazione esterne molto più facilmente dei sistemi di informazione orientale (Cina compresa); e, quindi, per tale motivo, i governi russi hanno sempre fatto ricorso,  in modo massiccio, ad una strategia di "aggressione" di tal genere.
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In ogni caso, a prescindere dalle "transeunti ideologie" (da sinistra a destra), sotto un profilo "geopolitico", noi siamo "di qua" e loro "di là"; per cui, una descrizione del fenomeno, almeno per quanto mi riguarda, non può che necessariamente essere "di parte occidentale"!
Ma sono sicuro che Putin (ex agente e direttore del KGB) lo descriverebbe in modo completamente diverso.
"Cuius regio, eius et religio!"
;)


C'ERA UNA VOLTA L'URSS
Ai tempi della Guerra Fredda il regime sovietico utilizzava sistematicamente la "disinformazione" non solo sul piano interno, ma anche come strumento di politica estera; e, questo, sia per mezzo della stampa,  sia per mezzo delle tecniche del Primo Direttorato del KGB. 
L'obiettivo di fondo della strategia globale sovietica era il logoramento progressivo  delle democrazie occidentali,  per mezzo delle cosiddette "misure attive" ("aktivnye meroprijatija"): la più importante delle quali era, appunto, la "disinformazione" ("dezinformacija").
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Di conseguenza, i servizi di "intelligence" occidentali, tra i quali il nostro, ravvisavano nella "dezinformacija" sovietica una minaccia alla propria sicurezza nazionale, e, quindi, dedicavano considerevoli risorse alle attività di controspionaggio e controinfluenza atte a contrastarla.
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Visto il passato (eccellente) approccio sovietico in questo campo, non stupisce che esso sia stato degnamente ereditato dall'attuale governo russo, soprattutto per mezzo dell'FSB, dell'SVR, del GRU e dello FSO;  e, soprattutto dall'SVR (Sluzhba Vneshney Razvedki), ovvero dal "Servizio di Intelligence Internazionale", che è l'agenzia russa che si occupa di spionaggio e interferenze all'estero, la quale, fondata nel dicembre 1991, ha ereditato le competenze e i metodi del "Primo Direttorato Centrale" del defunto KGB.
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Defunto -nominalmente- in Russia, ma ancora al servizio del "Quisiling" bielorusso (fantoccio di Putin) Aleksandr Lukashenko, con la denominazione di "Agenzia per la sicurezza dello Stato della Repubblica Bielorussa"; la quale denominazione, traslitterata in russo, suona come "Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti", cioè con il vecchio acronimo KGB.
Il KGB è morto, evviva il KGB!
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Quest'ultimo, ai tempi della vecchia  "guerra fredda" perfezionò una serie di tecniche operative di disinformazione che vengono ampiamente sfruttate anche oggi, ai tempi della nuova  "guerra fredda",  tra le quali:
- la falsificazione di documenti ufficiali di governi stranieri;
- la pubblicazione di articoli di stampa "pilotati" (spesso anche economicamente retribuiti);
- la creazione di organizzazioni propagandistiche di facciata;
- l'uso di "agenti di influenza".
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Gli obbiettivi della disinformazione sovietica perseguivano precipuamente le seguenti finalità strategiche:
1)
Diffondere nei Paesi non-comunisti un'immagine falsamente tranquillizzante della politica estera sovietica.
2)
Screditare e demonizzare determinati Paesi, governi, gruppi politici, leaders, o individui, considerati ostili agli interessi sovietici.
3)
Fomentare tensioni fra i Paesi NATO e fra Stati Uniti ed Europa Occidentale.
4)
Alimentare tensioni fra paesi occidentali e paesi del Terzo Mondo
5)
Aizzare le popolazioni contro le Istituzioni dello Stato nei paesi occidentali e provocare la crescente ingovernabilità di questi ultimi.
6) Delegittimare e destabilizzare i servizi informativi e di sicurezza occidentali.
7) Diffondere un senso di demoralizzazione, sfiducia e pessimismo tra le popolazioni dei paesi occidentali circa il le loro democrazie , sfruttando paure e sensi di colpa.
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Alla fine, però, a cadere fu il totalitarismo sovietico, il quale, nonostante le "balle" scientificamente, capillarmente e massivamente propalate all'interno e all'estero, crollò sotto il peso delle proprie stesse menzogne; essendosi reso ormai odioso e insopportabile sia ai popoli sottomessi (Baltici, Ucraini ecc.), sia allo stesso popolo russo.
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Gli anni '90 furono quindi caratterizzati da un diffuso ottimismo, in quanto "sembrava" che:
- la democrazia liberale (vera o presunta che fosse), fosse ormai destinata ad affermarsi sempre di più in tutto il mondo;
- i restanti regimi autoritari e totalitari si sarebbero tutti pian piano avviati verso la democrazia.
La qual cosa avrebbe facilitato la costruzione di un ordine internazionale più stabile e pacifico; per cui, in questo clima euforico si attenuò sempre di più la percezione della "disinformazione" come minaccia.
Ma, purtroppo, si trattava solo di una pia illusione!
:'(

ADESSO C'E PUTIN
A parte l'imprevisto fermento del terrorismo (islamico e non), a partire dal 2000 circa, sia la Russia sia la Cina tornarono all'"attacco disinformativo" dell'occidente; contrastato soltanto in parte, ed in modo assolutamente insufficiente e inadeguato.
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Ed infatti, tale "contrasto", in un primo tempo coinvolse solo alcuni analisti e studiosi specializzati, prevalentemente statunitensi (a anche italiani); mentre il tema continuò a suscitare scarso interesse in Europa, e, soprattutto, in Italia e in Ighilterra.
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Soprattutto si ignorò l'aspetto "cibernetico" della nuova "dezinformacija" postsovietica, che, almeno per ora, surclassa le capacità di difesa occidentale di parecchie lunghezze.
Ed infatti, se ci sono tre campi nei quali i Russi (estremamente intelligenti) eccellono, questi sono sono:
- il gioco degli scacchi;
- le tecniche di disinformazione;
- l'informatica.
E' molto difficile batterli in tali campi, e, soprattutto, negli ultimi due, quando essi vengono usati "sinergicamente" per attaccare un Paese estero; ovvero, anche più Paesi esteri contemporaneamente.
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La CW ("cyber-warfare"), cioè la "guerra cibernetica", prende corpo nei primi anni duemila e successivamente acquisisce una rilevanza geopolitica sempre crescente; e ovviamente, essa non si limita solo alla "dezinformacija", ma, talvolta, consiste anche in attacchi ben più brutali.
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Come, ad esempio:
a) L'attacco informatico all'Estonia.
L'attacco di tipo DDOS (Distributed Denial Of Service) contro l'Estonia, mai rivendicato in via ufficiale, ha causato il collasso del sistema sanitario, bancario, e di numerosi altri servizi governativi.
Il Paese baltico si è trovato di fronte alla prima "cyber aggressione" organizzata verso un'intera nazione (sebbene con un numero di abitanti cinque volte inferiore a quelli del Lazio), poi ribattezzata WWO (Web War One).
b) L'attacco informatico alla Georgia.
A differenza di quello contro l'Estonia, l'attacco cibernetico contro la Georgia è stato effettuato in concomitanza con un conflitto armato: per cui l'aggressione nel caso georgiano venne diretta soprattutto contro i sistemi di comando, di controllo e di armamento dell'esercito, ma non mancò anche un attacco di tipo DDOS (Distributed Denial Of Service) come nel caso dell'Estonia.
Secondo il Computer Emergency Response Team (CERT) georgiano, gli indirizzi IP e i DNS utilizzati per lanciare gli attacchi appartenevano a un gruppo della criminalità organizzata russa noto come "Russian Business Network" (RBN); la quale era (ed è tutt'ora) molto probabilmente -per non dire "certamente"- affiliata ai servizi segreti russi (GRU,  SVR , FSB).
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Ma, dopo questa breve digressione, torniamo all'uso dell'informatica ad usi "disinformativi".
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A differenza di quello occidentale, il pensiero strategico russo sul cyberspazio (e da qualche anno, anche quello cinese) attribuisce enorme importanza alle attività di:
- disinformazione;
- influenza;
- manipolazione psicologica.
Per gli esperti russi (e cinesi, che, però, meriterebbero un discorso a parte), infatti, lo scopo primario delle aggressioni cibernetiche è quello di "aggredire la mente" (in senso lato) dell'avversario.
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Occorre infatti tenere ben presente che il concetto russo  di "guerra delle informazioni" ("informacionnaja vojna"), ha un significato molto più ampio sia  dell'occidentale "information warfare", sia del termine occidentale di "cyber warfare".
Ed infatti, esso comprende:
- gli attacchi cibernetici;
- le attività di penetrazione informatica;
- le operazioni psicologiche di manipolazione online;
- la disinformazione in tutte le sue forme (di cui meglio appresso si dirà).
- le attività di "intelligence" e di "counterintelligence"  in senso stretto.
Tali attività, sono spiegata in dettaglio nel da V. I. Cymbal, nel report: "O koncepcii informacionnoj vojny"
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Dopo la crisi ucraina il governo russo, sia direttamente per mezzo dei citati servizi segreti, sia, per deviare i sospetti, per mezzo del gruppo della criminalità organizzata russa noto come "Russian Business Network" (RBN) collegato agli stessi servizi, ha fatto ricorso in maniera sempre più intensa alla disinformazione, sia all'interno del paese, sia all'estero.
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Al riguardo, è appena necessario rilevare che, ovviamente:
a)  la disinformazione verso l'interno é finalizzata a mantenere la stabilità del regime;
b) la disinformazione verso l'esterno è funzionale al perseguimento di due obiettivi
fondamentali della politica estera russa:
- ricostituire una sfera d'influenza nell'"Est(ero) Vicino";
- indebolire l'Occidente, e soprattutto l'UE, fomentando divisioni e diffondendo un senso di sfiducia e insicurezza al suo interno.
:(


LE TECNICHE DI DISINFORMAZIONE
Quanto ai contenuti della "disinformazione" (intendendo il termine in senso ampio), Claire Wardle distingue sette diversi tipi di "fake news" sulla base della motivazione dei creatori e del meccanismo di disseminazione: satira o parodia, contenuto fuorviante, "imposter content", contenuto inventato, falsa connessione, falso contesto e contenuto manipolato.
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Claire Wardle e Hossein Derakhshan, peraltro, usano anche il concetto di "information disorder" e, in base alla motivazione di chi lo produce, distinguono fra:
- "misinformation", cioè informazione falsa, ma senza l'intento di causare danno;
- "disinformation" (in senso stretto), cioè informazione falsa, con l'intento di causare danno;
- "malinformation", cioè, informazione autentica, ma con l'intento di causare danno.
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Nei casi 2 e 3, i servizi di spionaggio estero del governo russo, hanno fatto ricorso soprattutto (ma non solo), al cosiddetto "TROLLING".
Ed infatti, l'inchiesta giudiziaria mirata a verificare possibili influenze russe nelle presidenziali USA 2016, ha fatto chiara luce su tale meccanismo, accertando come l'IRA (Internet Research Agency),  ormai nota anche come "fabbrica russa dei troll", inviava alle proprie "reclute" un pagamento mensile di 1.400 dollari cadauno, affinchè operassero online a favore degli interessi del governo russo.
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Per chi non lo sapesse, il  "troll":
- nelle leggende scandinave, era un essere demoniaco che infestava i boschi, e le foreste
- nei "social network", è una persona reale che avvia intenzionalmente un conflitto online postando contenuti provocatori in una comunità online (la loro finalità, come spiega un'analisi del Digital Forensic Research Lab dell'Atlantic Counci è quella di provocare una risposta emotiva e far deragliare le discussioni).
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Evgenij Viktorovič Prigožin, un oligarca russo con stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin (definito lo "chef" di Putin), che controlla due compagnie finanziatrici dell'IRA (insieme ad altre 12 persone e tre organizzazioni russe), è stato accusato dal Dipartimento di Stato USA di aver partecipato ad un'ampia iniziativa per interferire nelle elezioni 2016 e sostenere la campagna di Trump, per mezzo di troll a pagamento; ed infatti, nel giugno 2018, la "House Intelligence Committee" ha rilevato una lista di ben 3.841 profili Twitter associati alle attività della "fabbrica dei troll" russa del detto  "chef" di Putin.
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Il messaggio dei TROLL, viene amplificato dai BOT (abbreviazione di "robot"), i quali, in sostanza, sono dei finti profili "social" operati da algoritmi che reagiscono automaticamente ai post manipolatori, creando attorno al contenuto un falso senso di popolarità.
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L'opera dei TROLL, amplificata dai BOT, viene peraltro  coadiuvata dal "FILTER BUBBLES ("bolle filtro"), termine creato  per indicare un'"acquisizione selettiva di informazioni" da parte degli algoritmi dei siti web, compresi motori di ricerca e post sui social media; tale acquisizione è strettamente legata alla personalizzazione di tali informazioni attraverso l'identificazione dei comportamenti "click" e "like", localizzazione, cronologia di ricerca ecc..
In parole povere, tale meccanismo porta alla creazione di "bolle" in cui gli utenti Internet ricevono solo informazioni di un certo tipo, mentre le altre fonti e informazioni vengono filtrate; il che è molto pericoloso, perchè  rafforza la polarizzazione della società creando le cosiddette "echo chambers" (camere dell'eco).
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Infine, alcuni siti, a volte reali a volte "fantoccio", oltre a propalare determinate  idee e opinioni (le quali, come è ovvio, sono tutte perfettamente lecite), propalano anche notizie "oggettivamente" false o manipolate; il che, invece, non è affatto lecito, perchè "le opinioni sono opinabili", ma i fatti NO!
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Grazie per l'attenzione, ed un saluto a tutti!
***
:)

P.S.
Il presente "topic", che è di carattere precipuamente "storico" e "tecnico", riguarda esclusivamente le strategie di "disinformazione", adottate dai governi russi durante la prima e la seconda guerra fredda; alcune delle quali, sia pure solo in minima parte al confronto, sono state messe in atto anche da governi di altri Paesi, da determinati partiti di altri Paesi, e, in una certa misura, anche da alcune "grosse" compagnie finanziarie ed economiche nazionali, sovranazionali e internazionali (sebbene con finalità e modalità completamente differenti).
Tuttavia non accetterò nessuna replica:
- che esuli dal tema specifico;
- che riguardi singoli episodi, sia pur attinenti al tema specifico;
- o che contenga giudizi circa la preferibilità o meno di certi sistemi politici, economici, ideologici e valoriali rispetto ad altri.
Al cui riguardo, ritengo che debbano aprirsi appositi topic a parte.



Phil

Ti segnalo che le immagini allegate sono troppo piccole per risultare adeguatamente leggibili e se ingrandite si "sgranano"; conviene usare un sito di image hosting che consenta di caricare immagini con dimensioni maggiori, come ad esempio questo.

Eutidemo

Citazione di: Phil il 02 Settembre 2021, 15:21:27 PM
Ti segnalo che le immagini allegate sono troppo piccole per risultare adeguatamente leggibili e se ingrandite si "sgranano"; conviene usare un sito di image hosting che consenta di caricare immagini con dimensioni maggiori, come ad esempio questo.

Grazie, adesso ci provo


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