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L'origine di S.P.Q.R.

Aperto da Eutidemo, 14 Gennaio 2023, 12:41:36 PM

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Eutidemo

Esistono svariate ipotesi sul significato originario di tale acronimo -vedi nota-; anche se poi ha assunto quello, ormai comunemente noto, di "Senatus Populusque Romanus" (Senato e Popolo di Roma).
Ma, almeno stando alle ipotesi storiograficamente più attendibili, il significato originario era ben diverso; e, per comprenderlo meglio, occorre avere sott'occhio una mappa del territorio, così com'era prima della nascita di Roma (che però già esisteva come villaggio, prima ancora di chiamarsi così).
***
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Nella zona, come si vede nella mappa, convergevano "tre diverse etnie":
- Sabini, i quali avevano un loro villaggio sul monte Quirinale;
- Latini, i quali avevano un loro villaggio sul monte Palatino;
- Etruschi,  i quali avevano numerose progredite città al di là del fiume Tevere.
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Tra il monte Palatino, abitato dai Latini "pre-romani" ed il disabitato monte Aventino, si stendeva la "Valle Murcia"; dove in seguito venne costruito il Circo Massimo.
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Tra il monte Palatino, abitato dai Latini "pre-romani"  ed il monte Quirinale, si trovava una valle paludosa, dove poi venne costruito il Foro.
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Al di là di tale valle paludosa, sul monte Quirinale, si trovava un villaggio di Sabini; i quali si chiamavano "Quiriti".
Tale nome derivava dalla corruzione di "Curites"; cioè abitanti dell'antico villaggio sabino di "Cures", stanziato sul "Quirinale",  dove veniva adorato il dio "Quirino".
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I Sabini del Quirinale e i Latini del Palatino:
- si incontravano spesso nella valle che si stendeva tra i due colli per commerciare;
- si scontravano spesso nella valle che si stendeva tra i due colli per combattere acerrime battaglie.
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L'ultima delle quali fu combattuta a causa del mitico "ratto delle Sabine"; dopo il quale, alla fine, i due popoli decisero di fondersi in un'unica città, chiamata Roma, e che comprendeva sia il Quirinale che il Palatino; ed il cui centro divenne il Foro, e la cui rocca divenne il Campidoglio.
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Ed infatti, dopo l'unione dei due popoli, la città venne governata contemporaneamente:
- da un re latino di nome Romolo;
- da un re sabino di nome Tito Tazio.
E poi, a turno, da un re sabino (Numa Pompilio), da un re latino (Tullo Ostilio) e così via; fino a che il potere regale fu assunto dai Tarquinii etruschi.
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Ovviamente, ho sintetizzato al massimo, per spiegare come l'originario acronimo S.P.Q.R. non voleva dire "Senatus Populusque Romanus" (Senato e Popolo di Roma), bensì "Senatus Populus Quiritium  Romanorum" (Senato e Popolo dei Quiriti e dei Romani).
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Qualcuno eccepirà, ma che fine ha fatto la congiunzione "e" (cioe, il "que")?
Non avrebbe dovuto essere "Senatus Populusque Quiritium  Romanorumque"?
La risposta è che, all'epoca, nelle sigle e negli acronimi era molto comune l'"asindeto"; cioè la coordinazione dei membri di una proposizione o di un periodo fatta senza l'ordinario ausilio della congiunzione copulativa e o altre forme di congiunzione coordinativa.
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Anzi, semmai, nell'acronimo S.P.Q.R., è il "que" ad essere "abusivo", essendo incoporato in "Populusque", e non avendo quindi una valenza di parola autonoma  nella frase; ed anche se ce l'avesse avuta, non era necessario aggiungerlo nell'acronimo (noi, infatti, diciamo O.N.U. e non O.D.N.U., Organizzazione Delle Nazioni Unite).
Ma anche questo è opinabile!
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Ad ogni modo, secoli dopo, prevalse il "Senatus Populusque Romanus" (Senato e Popolo di Roma), essendosi persa la diversa origine etnica di una popolazione, che, ormai, era diventata unitaria; assorbendo, peraltro, anche altre etnie, oltre a quelle originarie Sabine e Latine.
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NOTA
La "sigla" è l'insieme, generalmente in sequenza, delle sole lettere iniziali, mentre, in generale, l'"acronimo" è suscettibile di essere pronunciato come un qualsiasi altro vocabolo della lingua (la sigla, invece, no).
Poichè questo sembra essere il tratto maggiormente distintivo fra sigla e acronimo, in effetti S.P.Q.R. dovrebbe forse considerarsi più una "sigla" che non un "acronimo"; però, poichè sui libri di Storia, in genere, io lo trovo citato come "acronimo", anche io mi sono adattato a tale terminologia.
Tanto la sostanza non cambia!
AVVERTENZA
Si prega di evitare le ben note ed abusate interpretazioni "pecorecce" di S.P.Q.R.; del tipo "Sono Porci Questi Romani" ed altre amenità del genere!
Ma ritengo che i partecipanti a questo FORUM siano troppo maturi ed evoluti per fare battute di così bassa "lega".

anthonyi

#1
E' un'interessante interpretazione, eutidemo. Mi sovviene alla memoria la nota che il dio Quirino sia una divinizzazione della figura di Romolo, mentre invece tu lo consideri preesistente allo stesso.
Certo la rappresentazione successiva a Romolo dello stesso Dio sarebbe in linea con la revisione storica data ad SPQR che farebbe scomparire i quiriti, evidentemente politicamente sottomessi dai romani.

PS: comunque a me l'interpretazione più attendibile risulta " siamo proprio quasi romani" come storicamente riportato da un cinepanettone con Anna falchi nel ruolo di Poppea😅🎉🤣.

niko

#2
Pero' :

S.olo i P.reti Q.ui R.egnano.

Da parte mia non vuole essere una battuta, ma una amara riflessione sull'evoluzione cattolico ecclesiale dell'occidente, che fu romano.

Dalla falsa donazione di Costantino fino all'abominio dello Stato Pontificio.

Penso anche nelle intenzioni del Belli, che tale "battuta" l'ha fatta per primo.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Eutidemo

Ciao Niko. :)
Io stesso avevo premesso che esistono svariate ipotesi sul significato "originario" dei termini in questione; tra le quali io, in base ai libri che ho letto sull'argomento, ho scelto quella che, secondo me, è la più accreditata e plausibile.
***
Però, secondo me tali svariate ipotesi non sono necessariamente in contrasto tra di loro, in quanto possono riferirsi alle diverse epoche storiche a cui corrispondeva il culto del dio Quirino.
***
Ed infatti:
a)
Quirino era "in origine" il dio di Curi (o Cures), sul Quirinale, dove era insediata la tribù sabina dei Curites-Quiriti, che si fuse poi con gli abitanti latini del Palatino; il che avvenne in tempi "protostorici", essendo Quirino, all'epoca,  un dio arcaico della "lancia" (quiris o curis) tipico dei sabini e dei sabelli.
b)
Col tempo, però, prevalendo nella Roma unificata l'etnia latina e del suo primo re Romolo (il quale, in realtà, aveva regnato, per un certo tempo, assieme al re sabino Tito Tazio), i Romani identificarono fittiziamente se stessi nei "Quirites" e "Romolo" col dio "Quirino".
c)
In tempi ancora successivi, secondo alcuni almeno dal 3° sec. a.C., Quirino venne identificato anche con Marte; visto che anche l'originario dio Quirino dei Sabini, era un dio guerriero.
d)
Secondo la tesi prevalente degli archeologi, però, anche in epoca imperiale il tempio del dio Quirino continuò ad essere ricostruito sul monte Quirinale; laddove era la sua sede originaria, in qualità di dio dei Quirites (da Curites) di stirpe Sabina.*
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Un saluto! :)
***
*
Questa ipotesi è controversa, perchè, secondo altri, il tempio del Dio Quirino (o, almeno, un altro tempio del Dio Quirino di epoca imperiale), si troverebbe anche sotto Palazzo Barberini.

Eutidemo

#4
Ciao Niko :)
Quanto alle tue successive ironiche interpretazioni di S.P.Q.R., sono senz'altro "amene", ma entrambe del tutto "condivisibili" anche sotto il profilo storico!
 .
***
Ed infatti:
.
1)
L'interpretazione "Siamo Proprio Quasi Romani", come riportato da un cinepanettone con Anna falchi nel ruolo di Poppea, è assolutamente corretta anche dal punto di vista storico, in quanto:
a)
Di "Romani di sangue puro", in effetti, non ce ne sono mai stati, datosi che il Palatino sembra che fosse abitato da un miscuglio di avventurieri di diversa provenienza (prevalentemente Latini), aggregatisi lì per sfruttare le risorse commerciali del fiume; specie per il transito delle merci da e per l'Etruria.
Ed infatti, probabilmente, il termine Romani (arcaicamente "Ramnes"), sembra derivasse dalla vicinanza al Tevere, il cui antico nome era "Rumon", di origine etrusca, da molti collegato al nome di Roma; per cui "Romani", forse voleva dire semplicemente "quella gentaglia accampata vicino al fiume" (ovvero "quei fiumaroli")!
b)
Trattandosi di un miscuglio di avventurieri di diversa provenienza, per lo più privi di mogli, per procurarsele hanno dovuto rapire le figlie dei Sabini; con i quali, poi, dopo qualche battaglia, si sono alla fine imparentati.
c)
Successivamente, già gli eruditi romani avevano contato 136 le genti patrizie al principio della repubblica (con parecchie centinaia di famiglie), ridottesi  negli ultimi anni della repubblica soltanto a 14 (con circa 30 famiglie); questo, soprattutto grazie alle "stragi" perpetrate da Silla con le "liste di proscrizione", ed a quelle delle successive guerre civili.
d)
Dopo le guerre gotiche del sesto secolo, di romani originari -ed anche acquisiti- a Roma non ne restò quasi più nessuno; nè patrizio nè plebeo.
e)
Dei successivi abitanti medievali di Roma, invece, non ne restò quasi più nessuno dopo il sacco dei Lanzi del 1527; tanto che, per l'afflusso a a Roma di Toscani, Marchigiani ed altri, cambiò perfino il dialetto che si era parlato fino ad allora, trasformandosi nel "romanesco" del Belli.
f)
Infine, dal 1870 ad oggi, i residenti a Roma sono passati da meno di 200.000 a circa 2,900 milioni; per cui la gran massa della popolazione è di recente acquisizione.
2)
L'interpretazione "S.olo i P.reti Q.ui R.egnano.", è altrettanto vera, almeno storicamente; come quella, che aggiungo io, "S.olo P.uttane Q.ui R.isiedono".
Ed infatti:
a)
Fino al 1870, la maggior parte della popolazione romana era costituita da preti e da frati; che, per giunta, governavano la città a tutti i livelli (cosa che, purtroppo, sebbene in minore misura, continuano a fare anche adesso)
b)
Fino all'XI secolo ai preti era regolarmente permesso di sposarsi, ma poi Papa Gregorio VII, per evitare che le proprietà dei preti finissero in eredità ai loro figli, vietò loro di sposarsi; ovviamente, per lasciarle acquisite al tesoro vaticano.
Di conseguenza, in una città di preti celibi, le puttane non potevano che prosperare e pullulare!
Il Rinascimento coincise, probabilmente, con il "momento d'oro" della prostituzione nella capitale, che su un complessivo numero di abitanti intorno alle 50.000 unità, giunse a contare circa 7000 meretrici "in attività";  le quali, sommate alla "classe" dei "magnaccia", finiva per costituire circa il 20% della popolazione.
Credo che si tratti del più alto rapporto "popolazione-mignotte" della storia mondiale (senza contare le concubine e le mantenute)!
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Un saluto! :)
***