Kierkegaard, le folle del nostro tempo e il diavolo.

Aperto da PhyroSphera, 01 Maggio 2024, 09:05:02 AM

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PhyroSphera

Esistenzialismo o filosofia dell'esistenza? Quest'ultima la si ritrova già in Platone. Propriamente l'esistenzialismo inizia con Kierkegaard, non senza l'ambivalenza che poi lo caratterizzerà. Dall'analisi del negativo contenuta ne "La malattia mortale", alla descrizione religiosa di "Timore e tremore", dalle apologie del cristianesimo alle oscurità del Diario: un quadro assai variegato dove si possono individuare due tendenze: una verso l'affermazione della singolarità, l'altra verso il confinamento nei particolarismi.
Sicché troviamo accanto alla descrizione universale degli stadi dell'esistenza (estetico, etico, religioso), la concentrazione su una spiritualità che non sa badare più all'essenziale e che si aggrappa disperatamente ai fatti storici (Gesù di Nazareth e Ponzio Pilato) per non ammettere la propria crisi... Così l'affermazione del Singolo che in mezzo alla Folla è in rapporto assoluto con l'Assoluto, la giusta smentita del razionalismo hegeliano, sono assieme — e senza motivo — alla caduta nell'ossessione del dolore, che si fa muto (sempre nel Diario) fino all'afasia.
Personalmente sarei propenso a ritenere che se il pensiero di Kierkegaard non avesse oscillato tra questi due poli, l'uno salvifico per il futuro non solo del pensiero occidentale, l'altro espressione di una grave crisi in Europa, lo stesso suo autore non sarebbe morto anzitempo e accanto alla grande opera di "Max Stirner" "L'unico e la sua proprietà", avremmo avuto l'altra "Il singolo e la folla"; e il totalitarismo, sia di destra che di sinistra, non si sarebbe impadronito delle strutture politiche.
Ma le contraddizioni della vicenda, non solo culturale, di S. Kierkegaard non vanno intese semplicemente pensando al già noto e al risaputo. Proprio all'inizio del suo Diario si trova un riferimento demonologico, a segnare l'ombra che aveva da sempre accompagnato le sue meditazioni... Non quindi nella sua biografia, ma nel caso sfavorevole che non solo lui aveva dovuto affrontare senza tutta l'accortezza, si può trovare la causa dell'impedimento; che non deve diventare un ostacolo.

Mauro Pastore

Ipazia

Kierkegaard risolve nel singolo le contraddizioni che non sa capire nel sociale. Intende l'estetica come edonismo e l'etica come conformismo. Da bravo prete metafisico, svaluta tutto ciò per cui vale la pena di vivere in questo mondo, per dare una prospettiva ad un mondo dietro il mondo sempre più in affanno. A causa di chi ? Di Satana, ovviamente. 
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

baylham

Citazione di: PhyroSphera il 01 Maggio 2024, 09:05:02 AMPersonalmente sarei propenso a ritenere che se il pensiero di Kierkegaard non avesse oscillato tra questi due poli, l'uno salvifico per il futuro non solo del pensiero occidentale, l'altro espressione di una grave crisi in Europa, lo stesso suo autore non sarebbe morto anzitempo e accanto alla grande opera di "Max Stirner" "L'unico e la sua proprietà", avremmo avuto l'altra "Il singolo e la folla"; e il totalitarismo, sia di destra che di sinistra, non si sarebbe impadronito delle strutture politiche.

Economicamente, socialmente e politicamente la filosofia non conta quasi nulla, per fortuna.

Ipazia

Citazione di: baylham il 02 Maggio 2024, 16:39:53 PMEconomicamente, socialmente e politicamente la filosofia non conta quasi nulla, per fortuna.
Direi piuttosto per sfortuna, anche se concordo che non conta nulla: "Povera e nuda vai filosofia, dice la turba al vil guadagno intesa...".
Oggi più vile che mai. Storia nota da sempre.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

PhyroSphera

Citazione di: Ipazia il 02 Maggio 2024, 16:00:20 PMKierkegaard risolve nel singolo le contraddizioni che non sa capire nel sociale. Intende l'estetica come edonismo e l'etica come conformismo. Da bravo prete metafisico, svaluta tutto ciò per cui vale la pena di vivere in questo mondo, per dare una prospettiva ad un mondo dietro il mondo sempre più in affanno. A causa di chi ? Di Satana, ovviamente.
La definizione di prete metafisico non sta in piedi. Kierkegaard alla estetica e all'etica non aggiungeva la metafisica. Certo, gli stadi estetico ed etico erano considerati da lui negativamente, in base al principio che Dio è necessario per la vita. Filosoficamente possiamo chiederci: in che senso? In che senso la fede in Dio? Nel definire lo stadio religioso della vita, si incontra l'uomo quale animale religioso... E in definitiva lo stesso Kierkegaard si era alla fine staccato dalle istituzioni religiose. Non si deve pensare quindi necessariamente a una fede positiva. In tal senso dobbiamo distinguere il semplice ateo dal negatore di Dio. Se vogliamo passare a un piano più alto di quello religioso, cosa che però Kierkegaard non aveva fatto, allora ci troviamo non più davanti ai tre stadi, ma al cammino attraverso la fisica e la metafisica. Ma in che senso? Nel senso che vivendo non si può restare fermi alla sola materialità. Si scopre in qualunque destino qualcosa di metafisico. Voialtri questo in fin dei conti lo sapete ma non tollerate la stessa cultura nella quale siete immersi. Cercate di porre fine all'Occidente. Se un pensiero è buono ma chi lo fa è della classe sociale che voi avversate, quel pensiero per voi diventa cattivo. Siete malamente interessati.

Mauro Pastore 

Ipazia

L'Occidente è nato predicando il diritto a perseguire la felicità mentre si faceva servire nei campi, stalle, a tavola e a letto da schiavi africani. Ipocrisia insopportabile che prosegue anche oggi esportando totalitarismi, guerre e sfruttamento su scala planetaria. Indifendibile malgrado tutte le balle metafisiche, cristianeggianti, con cui occulta l'infamia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

PhyroSphera

Citazione di: Ipazia il 03 Maggio 2024, 11:49:05 AML'Occidente è nato predicando il diritto a perseguire la felicità mentre si faceva servire nei campi, stalle, a tavola e a letto da schiavi africani. Ipocrisia insopportabile che prosegue anche oggi esportando totalitarismi, guerre e sfruttamento su scala planetaria. Indifendibile malgrado tutte le balle metafisiche, cristianeggianti, con cui occulta l'infamia.
Per raccontare una vicenda umana bisogna valutare lo spirito oltre che la materia: non solo la distribuzione delle cose, anche le disposizioni dei pensieri.
Il sistema filosofico che voi usate è adatto solo a punire i distratti, quelli che per pensare allo spirito si dimenticano della materia; e voi volete punire assieme anche gli altri.

La storia generale dell'umanità e la storia dell'Occidente non sono inquadrabili secondo il vostro cànone e tante storie particolari sono radicalmente differenti da quel che voi credete.
C'è innanzitutto la storia di chi doveva rimettersi alla volontà altrui perché era incapace di fare altrimenti; e parte di questa vicenda degenerò (la Bibbia lo racconta a proposito degli ebrei in Egitto).
C'è la storia di chi non poteva altro che còmpiti limitati; e parte di questa vicenda degenerò... ma non risulta che il fattaccio sia caratteristico dell'Occidente. Da noi infatti il servizio fu istituito nel Medio Evo dai barbari per evitare il ritorno della schiavitù, abolita dai romani in forza della nuova convivenza cristiana; e già negli ambienti medioevali dei Comuni esso non era più un regime. Il comunismo di Marx ed Engels è nato non solo disconoscendo i meriti della borghesia medioevale (anima dei Comuni) ma attribuendo ingiustamente ad essa ruolo decisivo nello sfruttamento degli operai delle fabbriche. Questi ambienti non erano dominati dai borghesi. All'origine, si trattò di situazioni confuse e di bisogno che dipendevano innanzitutto da condizioni non volute da alcuno. L'Europa non si formò nel benessere ma molti nel secolo XIX presupponevano facoltà sociali e politiche inesistenti e ciò non li poneva in condizioni delle dovute distinzioni. Gli sfruttatori, che pure ci sono stati e ci sono, non hanno fatto la storia dell'Occidente e se voi continuate con l'odio e la confusione non aiutate proprio nessuno e combinerete soltanto guai. La filosofia vi potrebbe aiutare a smettere, ma voi precipitate nei sofismi. Senza Marx ed Engels saremmo finiti peggio? Il nemico che fa da moderatore resta un nemico e in tal caso anche ingiusto. E voi che continuate fuori tempo massimo non siete un'opposizione filosofica, ma ormai un'antifilosofia.

Mauro Pastore 

Ipazia

Citazione di: PhyroSphera il 04 Maggio 2024, 09:00:05 AM...Senza Marx ed Engels saremmo finiti peggio? Il nemico che fa da moderatore resta un nemico e in tal caso anche ingiusto. E voi che continuate fuori tempo massimo non siete un'opposizione filosofica, ma ormai un'antifilosofia.

Mauro Pastore
E' bastata la fine dell'Unione Sovietica, che non era certo un paradiso comunista, per finire peggio. Miseria della filosofia che non sappia andare oltre la filosofia della miseria. Che è quella della filosofia sociodarwinistica vigente, meritando del tutto un'antifilosofia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: Ipazia il 04 Maggio 2024, 15:00:32 PME' bastata la fine dell'Unione Sovietica, che non era certo un paradiso comunista, per finire peggio. Miseria della filosofia che non sappia andare oltre la filosofia della miseria. Che è quella della filosofia sociodarwinistica vigente, meritando del tutto un'antifilosofia.


Qui sei ingiusta pero', e' tutto il tread che il tuo interlocutore ti da' del Voi.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

PhyroSphera

Citazione di: PhyroSphera il 01 Maggio 2024, 09:05:02 AMEsistenzialismo o filosofia dell'esistenza? Quest'ultima la si ritrova già in Platone. Propriamente l'esistenzialismo inizia con Kierkegaard, non senza l'ambivalenza che poi lo caratterizzerà. Dall'analisi del negativo contenuta ne "La malattia mortale", alla descrizione religiosa di "Timore e tremore", dalle apologie del cristianesimo alle oscurità del Diario: un quadro assai variegato dove si possono individuare due tendenze: una verso l'affermazione della singolarità, l'altra verso il confinamento nei particolarismi.
Sicché troviamo accanto alla descrizione universale degli stadi dell'esistenza (estetico, etico, religioso), la concentrazione su una spiritualità che non sa badare più all'essenziale e che si aggrappa disperatamente ai fatti storici (Gesù di Nazareth e Ponzio Pilato) per non ammettere la propria crisi... Così l'affermazione del Singolo che in mezzo alla Folla è in rapporto assoluto con l'Assoluto, la giusta smentita del razionalismo hegeliano, sono assieme — e senza motivo — alla caduta nell'ossessione del dolore, che si fa muto (sempre nel Diario) fino all'afasia.
Personalmente sarei propenso a ritenere che se il pensiero di Kierkegaard non avesse oscillato tra questi due poli, l'uno salvifico per il futuro non solo del pensiero occidentale, l'altro espressione di una grave crisi in Europa, lo stesso suo autore non sarebbe morto anzitempo e accanto alla grande opera di "Max Stirner" "L'unico e la sua proprietà", avremmo avuto l'altra "Il singolo e la folla"; e il totalitarismo, sia di destra che di sinistra, non si sarebbe impadronito delle strutture politiche.
Ma le contraddizioni della vicenda, non solo culturale, di S. Kierkegaard non vanno intese semplicemente pensando al già noto e al risaputo. Proprio all'inizio del suo Diario si trova un riferimento demonologico, a segnare l'ombra che aveva da sempre accompagnato le sue meditazioni... Non quindi nella sua biografia, ma nel caso sfavorevole che non solo lui aveva dovuto affrontare senza tutta l'accortezza, si può trovare la causa dell'impedimento; che non deve diventare un ostacolo.

Mauro Pastore
Nel frammento 1355 del Diario l'autore è sulla via giusta: "Chi veramente crede nella divinità di Cristo [...] saprà ben regolarsi con le difficoltà della storia. [...] E' un assurdo pensare che il particolare storico sia decisivo per credere in Colui che si ha presente in sé, con il quale si parla ed a cui ci si rivolge tutti i giorni. [...] 'In rapporto a Lui il particolare storico non ha affatto l'importanza che ha per Socrate', perché Cristo è il Cristo, un presente eterno, essendo vero Dio."
Nel frammento 3109, si trova invece: "Cristo è il Modello: la Sua vita è l'esame dell'eternità. [/] Per il fatto ch'Egli è vissuto 1800 anni fa, l'esame non è affatto mutato". Certo, non c'è dubbio che in Gesù Cristo i rapporti tra eternità e tempo sono paradossali. ma perché dire direttamente di Cristo, della figura teologica, collocarla nella storia dopo aver definito il suo eterno presente? Che senso ha per un filosofo che aveva intuito tutta la novità e sorpresa dello smarrimento e tradimento nella società danese del suo Secolo, sprofondare nei fatti della Palestina di Ponzio Pilato e di Yeshua ovvero Gesù di Nazareth, come se il suo titolo, il suo nome (Cristo, appunto), fossero ancorati a un luogo e un tempo?
Il medico che lo assistette negli ultimi tempi della vita disse che S. Kierkegaard affermava di essersi ridotto male a causa dello sforzo mentale, dovendo assolutamente svolgere un còmpito che lui solo poteva. Il paziente stesso si lamentava dell'assistenza medica ricevuta, giudicandola antiquata e non commisurata, perché si insisteva sul fisico e non sulla mente. Non mancò chi si convinse che gli sarebbe bastato riavere fiducia nella vita, per riprendere tutte le forze come nulla fosse stato.
Nell'ultima pagina dello stesso Diario, l'Autore annotò: "Lo scopo di questa vita è di essere portati al più alto grado di noia della vita".
Penso che il venir meno dell'energia psichica corrispondesse anche all'ossessione e dissipazione nei particolari. L'individuo storico Gesù di Nazareth resta un particolare della storia, entro un 'Evento' più grande e indeterminabile che non dipende da nessun uomo singolo.

MAURO PASTORE

Phil

Citazione di: PhyroSphera il 20 Agosto 2024, 15:15:35 PMChe senso ha per un filosofo che aveva intuito tutta la novità e sorpresa dello smarrimento e tradimento nella società danese del suo Secolo, sprofondare nei fatti della Palestina di Ponzio Pilato e di Yeshua ovvero Gesù di Nazareth, come se il suo titolo, il suo nome (Cristo, appunto), fossero ancorati a un luogo e un tempo?
Plausibilmente l'incarnazione è la forma di rivelazione che rende para-dossale il cristianesimo, è ciò che quindi dà un senso alla fede, come antitesi del ragionamento e dello storicismo in cui tutto ha (o tende ad avere) una sua logica umanamente trasparente e coerente. Quell'ancoraggio è in realtà il "punto temporale e secolare" in cui il cristianesimo ha tolto l'ancora per salpare oltre l'alveo ebraico; senza il sollevamento di quell'ancora fino al Cielo, non ci sarebbe cristianesimo.
Il (momentaneo) collasso della storia nel "vortice" dell'incarnazione umana dell'eternità divina, è la pietra angolare della fede (cristiana); non deve essere evento com-prensibile per la ragione, ma avvenimento, anzi "scandalo", misterioso (altrimenti la fede non sarebbe tale). Senza la convergenza storica di Gesù e Cristo, il cristianesimo resterebbe un "messianismo vergine".

PhyroSphera

Citazione di: Phil il 20 Agosto 2024, 16:39:54 PMPlausibilmente l'incarnazione è la forma di rivelazione che rende para-dossale il cristianesimo, è ciò che quindi dà un senso alla fede, come antitesi del ragionamento e dello storicismo in cui tutto ha (o tende ad avere) una sua logica umanamente trasparente e coerente. Quell'ancoraggio è in realtà il "punto temporale e secolare" in cui il cristianesimo ha tolto l'ancora per salpare oltre l'alveo ebraico; senza il sollevamento di quell'ancora fino al Cielo, non ci sarebbe cristianesimo.
Il (momentaneo) collasso della storia nel "vortice" dell'incarnazione umana dell'eternità divina, è la pietra angolare della fede (cristiana); non deve essere evento com-prensibile per la ragione, ma avvenimento, anzi "scandalo", misterioso (altrimenti la fede non sarebbe tale). Senza la convergenza storica di Gesù e Cristo, il cristianesimo resterebbe un "messianismo vergine".
Non è possibile limitare l'evento-Cristo a un solo episodio storico. Si tratta di un evento più grande, altrimenti il cristianesimo non sarebbe una religione universale.
Concordo sul fatto che in Cristo Dio entra nel tempo. Irrompe nella storia.

Mauro Pastore

anthonyi

Citazione di: PhyroSphera il 27 Agosto 2024, 07:25:51 AMNon è possibile limitare l'evento-Cristo a un solo episodio storico. Si tratta di un evento più grande, altrimenti il cristianesimo non sarebbe una religione universale.
Concordo sul fatto che in Cristo Dio entra nel tempo. Irrompe nella storia.

Mauro Pastore
Questo è un pò tautologico. Per definire il Cristianesimo come religione universale bisognerebbe allargare l'analisi ad eventi extra cristiani. Sarebbe interessante discutere della profezia di Virgilio, che parla di un bimbo divino nato da una vergine, o anche delle narrazioni della religione induista sulla figura di Khrisna, che propongono molteplici simmetrie con la storia di Cristo narrata dai Vangeli.

PhyroSphera

Citazione di: anthonyi il 27 Agosto 2024, 09:15:15 AMQuesto è un pò tautologico. Per definire il Cristianesimo come religione universale bisognerebbe allargare l'analisi ad eventi extra cristiani. Sarebbe interessante discutere della profezia di Virgilio, che parla di un bimbo divino nato da una vergine, o anche delle narrazioni della religione induista sulla figura di Khrisna, che propongono molteplici simmetrie con la storia di Cristo narrata dai Vangeli.
Se è tautologico, perché non pensare a ciò che muove alla tautologia?
Comunque la universalità di una religione non è la sua unicità. E' lo stesso cristianesimo che deve essere scoperto universale.

Mauro Pastore

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