Il "delitto più imperfetto della storia"

Aperto da Eutidemo, 27 Settembre 2022, 12:55:01 PM

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Eutidemo

Quello attribuito ad Arnaldo Graziosi, noto musicista radiofonico dell'immediato dopoguerra, secondo me può definirsi il "delitto più imperfetto della storia"; ed infatti, se davvero quello di sua moglie fu un "omicidio" e non un "suicidio", come sancito da sentenza passata in giudicato, l'assassino doveva essere:
- o del tutto "pazzo" (cosa esclusa dai periti psichiatrici);
- o del tutto "imbecille"(cosa che si sarebbe potuta appurare con un test del suo Q.I., che, però, non venne mai fatto).
Oppure, magari, Graziosi era davvero "innocente", come proclamò di essere sino alla sua morte (per suicidio).
Vediamo perchè, sintetizzando al massimo l'intera vicenda e trascurando, per brevità. molti dettagli (che pure sarebbero interessanti da commentare).
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Arnaldo Graziosi, musicista affermato, nella notte del 21 ottobre 1945 dormiva accanto alla moglie Maria Cappa nella stanza della pensione Villa Igea a Fiuggi; ma durante la notte la moglie morì per un colpo sparatole alla tempia con una Beretta calibro 9 "corto".
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Fu solo la mattina successiva che Graziosi, dopo essersi sbarbato e vestito di tutto punto, in giacca e cravatta, corse in corridoio  gridando aiuto e chiamando soccorso al portiere dell'albergo, perchè a suo dire, aveva trovato la moglie morta nel letto.
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La spiegazione "rilasciata a verbale" da Graziosi al Commissario di PS di Fiuggi per spiegargli come mai sua moglie giacesse esanime sul letto, con una pallottola nel cervello, è davvero sorprendente (per non dire "esilarante").
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GRAZIOSI
"Di sicuro s'è sparata stanotte. Vede, ieri sera siamo venuti tranquilli a dormire, e stamane quando mi sono svegliato ho trovato lei morta e, sul comodino, un suo biglietto col quale si è scusata del suo gesto".
COMMISSARIO
"Mi perdoni, ma lei, che era lì accanto, nello stesso letto, non ha sentito il rumore dello sparo?"
GRAZIOSI
"No, per niente. O forse...Ecco, ho fatto un brutto sogno, nel quale c'era in effetti un rumore, come quello di un treno. Forse è accaduto in quel momento. Comunque, come dicevo, dormivo".
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Quanto agli indizi circostanziali, sul comodino della moglie venne effettivamente trovato il seguente biglietto, non firmato:
"Quando leggerete queste righe il mio martirio sarà finito. Troppo a caro prezzo sto pagando la sola leggerezza della mia vita. Per mia figlia, per quelli che mi amano io debbo andarmene. Ora sono stanca mortalmente: basta con tutto. Desidero che tutti quelli che mi conoscono non sappiano di questo e abbiano sempre un buon ricordo di Maria".
Ed infatti risultò che era malata di sifilide, il che le provocava un persistente senso di colpa nei confronti della famiglia.
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Nel corso delle indagini venne appurato da una perizia calligrafica che la lettera di "addio" della Cappa era stata scritta di suo pugno; ma il PM contestò tale perizia con una controperizia.
Non si è mai saputo con certezza chi avesse ragione!
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Quanto alla pistola non era nella mano della donna, come di solito accade quando ci si suicida, ma poco distante; però il portiere dell'albergo, Filetici, affermò di aver tolto lui l'arma dalle mani della donna esanime, nel tentativo di rianimarla quando era accorso nella stanza.
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La perizia balistica però non trovò traccia dell'alone di pelle bruciata che un colpo sparato a bruciapelo inevitabilmente lascia intorno al foro d'entrata, quando ci si suicida con la pistola posata sulla tempia; però, poichè la pistola usata era una BERETTA calibro 9 "corto", di dimensioni ridotte, il colpo alla tempia era possibile spararselo anche non tenendo la pistola posata sulla tempia, ma ad una certa distanza da essa.
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Dai resoconti del caso che ho cercato su INTERNET, benchè all'epoca già esistessero, non mi risulta che vennero effettuati:
- nè il rilevo delle "impronte digitali" sulla pistola, che avrebbe potuto rilevare se sull'arma, oltre a quelle del marito (che ne era proprietario), ci fossero anche quelle della moglie (che avrebbero dovuto necessariamente esserci, se si fosse suicidata) ;
- nè il "test del guanto di paraffina", che si sarebbe dovuto eseguire sia sulla mano del marito che su quella della moglie, al fine di accertare, tramite il riscontro delle tracce di polvere da sparo, chi avesse usato l'arma.
Trovo inspiegabile che non si sia fatto nessuno dei due esami; i quali, sia singolarmente che, a maggior ragione,  congiuntamente, avrebbero potuto rivelare la verità in modo inequivocabile!
Fatemi sapere se, invece, voi riuscite a trovare su INTERNET qualcosa al riguardo.
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In ogni caso, per farla breve, Graziosi venne condannato, perchè la Corte ritenne impossibile:
- che il rumore dello sparo non lo avesse svegliato;
- che non fosse corso subito a chiedere aiuto in pigiama, non appena accortosi che la moglie si era suicidata.
Inoltre risultò che aveva un'amante, il che poteva costituire un possibile "movente".
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Dopo qualche anno, però, venne graziato, si risposò (anche se non con la presunta amante), e, alla fine, da vecchio, si suicidò buttandosi da una finestra.
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MIE CONSIDERAZIONI
Un calibro 9, anche se "corto", in una stanza chiusa produce un rumore terribile; per cui, in effetti, è davvero estremamente improbabile che chi dormiva accanto al suicida non abbia sentito il "botto" e non si sia svegliato.
Si consideri che un colpo calibro 9x21 produce un livello sonoro di circa 159 dB (decibel), ben oltre il limite del danno uditivo; per cui, anche se "corto", il rumore non poteva essere inferiore ai 150 dB.
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Però, ad onor del vero, ricordo che, quando ero giovane, in campeggio, mi fecero esplodere per scherzo un petardo rumorosissimo dentro la tenda; ma io non mi svegliai per niente, trovandomi nella fase di sonno profondo.
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In ogni caso, se trovo estremamente improbabile che chi dormiva accanto al suicida non abbia sentito il "botto" e non si sia svegliato, trovo ancora più improbabile che Graziosi abbia ucciso sua moglie, e poi si sia rimesso tranquillamente a dormire al suo fianco.
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Sarebbe dovuto correre subito fuori della stanza in pigiama fingendo di essere sconvolto per l'evento, no?
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Se poi ha scritto lui stesso il biglietto, imitando la scrittura della moglie, perchè mai non ne ha imitato anche la firma, lasciandolo privo di sottoscrizione; mi sembra una cosa ovvia, se si vuole simulare un suicidio!
Di solito, infatti, sono solo i "veri" suicidi che lasciano biglietti di addio senza firmarli, dando per scontato che li hanno scritti loro!
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In ogni caso, lavarsi, sbarbarsi e vestirsi di tutto punto, con tanto di cravatta, la mattina dopo, risulta plausibile solo se Graziosi pensava "effettivamente" che la moglie stesse ancora tranquillamente dormendo nel suo letto; e, magari, si è accorto che aveva un buco nella testa solo all'ultimo momento, quando voleva svegliarla prima di uscire dalla stanza.
Mi sembra molto strano, invece, un comportamento del genere in un assassino che intende simulare il suicidio del coniuge!
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Con tutto questo non intendo affatto sostenere che Graziosi fosse innocente; dico solo che, se davvero è stato lui ad uccidere la moglie, doveva essere davvero un perfetto cretino!
Ed infatti, in tal caso, il "suicidio simulato" di sua moglie, sembrava studiato apposta per far ricadere tutti i sospetti su di lui!
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Socrate78

#1
Azzardo un'ipotesi: è possibile che in realtà la donna non sia morta immediatamente, ma solo qualche tempo dopo il colpo e quindi è questo il motivo per cui Graziosi non avrebbe dato subito l'allarme? Avrebbe quindi vegliato la donna morente e soltanto dopo, a decesso sopraggiunto, abbia segnalato la cosa? Oppure in realtà non sarebbe un perfetto cretino ma potrebbe aver organizzato il tutto proprio per finire davvero in carcere incentrando i sospetti su di lui, alcuni assassini (è noto in criminologia) infatti non reggono psicologicamente l'idea di dover sostenere il peso e lo stress mentale della finzione, dell'essere indagati e braccati dalla polizia,  e quindi preferiscono piuttosto "farla finita" consegnandosi in un modo o nell'altro alla giustizia. Che cosa ne pensi di questo?

Eutidemo

Ciao Socrate78 :)
E' senz'altro possibile che in realtà la donna non sia morta immediatamente, ma solo qualche tempo dopo il colpo; ma perchè mai Graziosi non avrebbe dato subito l'allarme,  vegliando la donna morente, e soltanto dopo, a decesso sopraggiunto, avrebbe segnalato la cosa?
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Al riguardo, ci sono solo due possibili ipotesi :
a)
Se la moglie si fosse sparata da sola, però sopravvivendo al colpo,  sarebbe stato logico che il marito (se desto) avrebbe chiamato subito soccorso per portarla in ospedale e cercare di salvarle la vita; perchè mai avrebbe dovuto attendere che morisse?
b)
Se, invece, le avesse sparato il marito, e la moglie fosse sopravvissuta al colpo, è chiaro che, volendo simularne il suicidio, Graziosi non poteva di certo spararle un secondo colpo alla tempia per finirla; ed infatti i suicidi si sparano una volta sola.
Nè poteva sopprimerla soffocandola o in un altro modo, perchè dall'autopsia la cosa sarebbe risultata evidente.
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Pertanto, in effetti, in questa seconda ipotesi, sarebbe stato spiegabile il suo ritardo nel chiamare aiuto; ed infatti il marito doveva aspettare che la moglie morisse, per evitare che rivelasse ai soccorritori di essere stata uccisa da lui.
Il che spiegherebbe anche la sua bizzarra storia, per spiegare tale ritardo!
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Per cui la tua prima tesi mi sembra senz'altro  molto plausibile; io non ci avevo pensato per niente! ;)
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La seconda, invece, non mi convince troppo!
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Ed infatti, se Graziosi non avesse retto psicologicamente l'idea di dover sostenere il peso e lo stress mentale della finzione, avrebbe fatto molto prima a confessare subito l'omicidio, invece di insistere per tutta la vita a dichiararsi innocente; tra l'altro, confessando, avrebbe anche potuto fruire di un consistente sconto di pena.
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Un saluto! ;)
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