Hitler, Bonhoeffer, le università, il gioco della roulette russa.

Aperto da PhyroSphera, 01 Maggio 2024, 15:11:21 PM

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PhyroSphera

Citazione di: Ipazia il 24 Luglio 2024, 15:13:24 PMTrovo sorprendente che i seguaci di un profeta che lasciò per testamento "il mio regno non è di questo mondo", si sentano offesi da la fatto che ci siano regimi politici che aborrono la teocrazia (memori di sfracelli millenari) e ricaccino il sanfedismo nell'ambito della coscienza individuale, preservando la cosa pubblica da diktat religiosi anche con legislazioni mirate ad evitare che ciò accada.
Le autentiche teocrazie cristiane non si fondano sul 'regno di questo mondo'.
Il confinamento della religione nell'àmbito privato fu del Secolo dei Lumi, non della Rivoluzione d'Ottobre in Russia. Le istanze positive di questo evento erano sindacali, l'attenzione era sul lavoro non sulle regole generali. Ma i poteri che prevalsero non avevano lo scopo di risolvere la questione operaia ma di costruire uno Stato totalitario ove comandasse la massa dei cittadini secondo la guida della materia. Una follia, perché senza valutare le disposizioni interiori non si può fare nessuna società, civiltà, politica.
L'appello della fede a Dio era una sveglia nel grande intontimento generale, non uno strumento alienante.

Mauro Pastore 

PhyroSphera

Citazione di: InVerno il 24 Luglio 2024, 17:26:31 PMAllargare il discorso allo stalinismo non va a favore di chiarezza. Il regime nazista era ostile al cristianesimo esistente, non al cristianesimo che immaginavano sarebbe sbocciato terminata la loro opera "purificatrice"'(Un giorno arriveremo davanti a Dio e avremo il diritto di dirgli "signore, come puoi vedere siamo cambiati"). Buone parti del Mein Kampf sono scoppiazzate da Houston Chamberlain, che fornisce le basi del ribaltamento: Gesù non era un ebreo, ma ariano, venuto per condannare il materialismo ebraico e ristabilire la fede ariana, in questo Hitler è perfettamente felice di dirsi cristiano, del suo Cristo, probabilmente figlio di qualche legionario gallico. Il cristianesimo "mainstream" che invece era stato corrotto dall'ebraismo, prototipo del bolscevismo, era considerato alla stregua della polio. Su questo doppio binario si muove la relazione tra nazismo e cristianesimo, in un mondo materialistico governato da un falso credo, la missione di riportare la trascendenza in salsa ariano-pagana. E più spicciolamente riguardo anche allo stalinismo: per le nuove religioni il nemico primario sono sempre le vecchie.
Non è così che si valuta la religione, neppure il cristianesimo. Le opinioni sul personaggio storico Gesù di Nazareth ovvero Yeshua non fanno testo, né quelle degli sciocchi che frequentano le chiese, né degli illusi che pensano di dominarle.
La vera fede è un rapporto con l'Assoluto.

Mauro Pastore 

InVerno

Dipende se interessa comprendere o giudicare, perché le due cose non stanno bene insieme, non era vera fede, non era vero socialismo, magari non era neanche un vero scozzese, le cose sono andate in un certo modo e le uniche cose non vere sono quelle che non sono accadute.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Citazione di: PhyroSphera il 25 Luglio 2024, 08:59:55 AMLe autentiche teocrazie cristiane non si fondano sul 'regno di questo mondo'.
Il confinamento della religione nell'àmbito privato fu del Secolo dei Lumi, non della Rivoluzione d'Ottobre in Russia. Le istanze positive di questo evento erano sindacali, l'attenzione era sul lavoro non sulle regole generali. Ma i poteri che prevalsero non avevano lo scopo di risolvere la questione operaia ma di costruire uno Stato totalitario ove comandasse la massa dei cittadini secondo la guida della materia. Una follia, perché senza valutare le disposizioni interiori non si può fare nessuna società, civiltà, politica.
L'appello della fede a Dio era una sveglia nel grande intontimento generale, non uno strumento alienante.

Mauro Pastore
La materia non guida mai nessuno. Basta leggere il giovane Marx per comprendere che quello che si spaccia per materia (divina o terrena, teologica o economica) è solo un bieco espediente umano per esercitare il dominio su altri umani.

Cosa contro cui si attua, al netto delle porcherie passate in giudicato storico, la rivoluzione comunista. Intrinsecamente umanistica. Chi rilegge il giovane Marx, incluso il Manifesto, con onestà intellettuale, non può che prenderne atto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: InVerno il 24 Luglio 2024, 23:18:29 PMNon ho detto le cose che mi attribuisci, che il cristianesimo e il nazismo si equivalgano ad esempio. Neanche che i riti siano inutili, semplicemente che la loro "correttezza" rispetto all'ortodossia (paganesimo/ereticismo) è questione prospettica..comunque mi hai fatto venire in mente l'idea per un topic riguardo alle origini del socialismo (o meglio, di alcuni socialisti) se ho tempo lo metto giù e la connessione col cristianesimo sarà più chiara..
Ma come, dici di non aver nulla da dire sulla liceita della proposta nazista, che dici di considerare una fazione degenerata del cristianesimo. Magari non coincidono, ma comunque metti molto vicini i due sistemi di pensiero, e nel contempo ci tieni a sottolineare la distanza del nazismo dall'ateismo, quando la gran parte dei gerarchi nazisti si dichiaravano atei. Quei gerarchi che avevano interessi mistici, poi, erano comunque interessati a culti nordici, esoterici, si interessavano di alcune reliquie cristiane ma solo per i loro presunti poteri magici. 

InVerno

Non mi interesso della liceità delle idee religiose naziste perché dal punto di vista antropologico che l'ostia si metta in bocca o nel naso è la stessa cosa, stesso vale per credere nella trinità o quadruplicità, sono forme diverse che possono offendere un credente quale io non sono, e anche se lo fossi dovrei mettere da parte per capire anziché giudicare..sono semplicemente contrario a bollare il nazismo come un regime ateo-materialista perché ci sono tonnellate di evidenze che così non fosse, che poi il loro credo, sviluppato in poco più di una decade, fosse pieno di contraddizioni e assurdità, sarà pure. Lo stesso accade con il socialismo eh, altro club da cui i nazi sono stati "espulsi' a Yalta ma dove io credo abbiano un posto d'onore, anche tu invece dici "nazismo E socialismo" . I nazisti hanno dato la loro versione di entrambe le ideologie, giusta o sbagliata che sia secondo l'ortodossia, mi interessa cosa credevano, non cosa pensano credessero quelli che li vogliono dipingere come la propria antitesi..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 26 Luglio 2024, 08:07:50 AMNon mi interesso della liceità delle idee religiose naziste perché dal punto di vista antropologico che l'ostia si metta in bocca o nel naso è la stessa cosa, stesso vale per credere nella trinità o quadruplicità, 
Dal punto di vista antropologico c'é una profonda differenza tra chi celebra un rito e chi lo dissacra, poi gli atti di dissacrazione possono essere differenti, ci sono i riti satanici con l'ostia che si miscela con lo sperma e il liquido vaginale, ci sono i nazisti che espongono gli ostensori senza ostia, e poi ci sei tu, che parli di un ostia che si mette nel naso, dimostrando così la tesi che io sostengo, cioè che non esistono atei neutrali rispetto al sacro. L'ateo afferma di non credere, ma non può essere indifferente al sacro, e quindi ci si trova contro, é un antiteo. 

Jacopus

La pericolosità delle religioni, di alcune religioni, in prima istanza quelle monoteistiche, consiste nella loro "idealistica" lotta fra bene e male. E' molto consolatorio pensare che il male stia là fuori, che non siamo noi il male e pertanto lo descriviamo come Satana, Lucifero e così via, oppure come Russia, prostituzione, nazismo, omosessualità, possessione demoniaca, etnia rom, ebrei, delinquenza, follia. Ovvero una entità aliena a noi, cattiva, imbruttita dalla menzogna e così via. Se pensiamo invece che il male è anche dentro di noi (come il bene, ovviamente), riscopriamo la possibilità di connetterci con gli altri e di comprenderli, anche nelle loro piccole e grandi cattiverie. E' per questo motivo che mi fido molto di più di chi dissacra rispetto a chi consacra. Almeno se chi dissacra non lo fa per consacrare un idolo in concorrenza con quello dissacrato. In questo caso il gioco della scissione si ripete, tale e quale. Di sacro dovrebbe esserci, ad esempio, la vita umana, qualsiasi vita umana. Principio troppo spesso (quasi sempre) non rispettato dalle religioni, sempre pronte a dividere tra buoni e malvagi (e i malvagi, si sà, prima di espiare all'inferno, possono essere maltrattati anche qui da noi, un pò come un anticipo della liquidazione).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Non ho mai sentito questa storia degli ostensori, non metto in dubbio sia accaduta perché è possibile, ma non so quanto potesse essere diffusa, quanto possa essere rappresentativa, e soprattutto quale fosse il significato che vi veniva impresso.. se effettivamente veniva fatto con un intento dissacrante è una cosa, se invece era un qualche alterazione del rito per "riportalo alle radici ariane" o cose del genere (il mio, non educato, sospetto) sarà dissacrante per te ma sacro per chi vi partecipava. Mi sembra in ogni caso un po' poco per trarre conclusioni riguardo al nazismo in generale..peraltro, se hai fatto attenzione, io più che collegare il nazismo al cristianesimo tout court, l'ho collegato allo gnosticismo, cioè all'idea di un realtà governata da forze malefiche trascendibile attraverso conoscenze esoteriche, certo se ci fermiamo alle differenze rituali anziché concettuali nulla è collegato con niente, neanche l'eucarestia cristiana che originariamente era un pasto non un biscotto, evoluzione che per quanto ne so, ironicamente, deve qualcosina alla compenetrazione con le tradizioni longobarde.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 26 Luglio 2024, 23:31:51 PMcerto se ci fermiamo alle differenze rituali anziché concettuali nulla è collegato con niente, neanche l'eucarestia cristiana che originariamente era un pasto non un biscotto, evoluzione che per quanto ne so, ironicamente, deve qualcosina alla compenetrazione con le tradizioni longobarde.
Infatti non é l'atto rituale, che poi ha una sua forma che può cambiare nel tempo, ma é il concetto, l'intenzione, il senso connesso all'atto quello che conta. 
Ci fu un tempo in cui l'Eucaristia era un pezzo di pane e un bicchiere di vino, solo che si resero conto che gli ubriaconi cercavano di far la fila più volte, e allora tolsero il vino, ma il senso rimase lo stesso. 

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 26 Luglio 2024, 22:56:47 PMLa pericolosità delle religioni, di alcune religioni, in prima istanza quelle monoteistiche, consiste nella loro "idealistica" lotta fra bene e male. E' molto consolatorio pensare che il male stia là fuori, che non siamo noi il male e pertanto lo descriviamo come Satana, Lucifero e così via, oppure come Russia, prostituzione, nazismo, omosessualità, possessione demoniaca, etnia rom, ebrei, delinquenza, follia. Ovvero una entità aliena a noi, cattiva, imbruttita dalla menzogna e così via. Se pensiamo invece che il male è anche dentro di noi (come il bene, ovviamente), riscopriamo la possibilità di connetterci con gli altri e di comprenderli, anche nelle loro piccole e grandi cattiverie. E' per questo motivo che mi fido molto di più di chi dissacra rispetto a chi consacra. Almeno se chi dissacra non lo fa per consacrare un idolo in concorrenza con quello dissacrato. In questo caso il gioco della scissione si ripete, tale e quale. Di sacro dovrebbe esserci, ad esempio, la vita umana, qualsiasi vita umana. Principio troppo spesso (quasi sempre) non rispettato dalle religioni, sempre pronte a dividere tra buoni e malvagi (e i malvagi, si sà, prima di espiare all'inferno, possono essere maltrattati anche qui da noi, un pò come un anticipo della liquidazione).
Il sacro costruisce la differenza fra bene e male nella mente del credente.
Da questa costruzione poi il credente può riconoscere il male nella realtà, sia esteriore che interiore.
Dissacrare vuol dire eliminare questa differenza, è quindi lasciare spazio ad un uomo che può indifferentemente fare tutto.
Storicamente le religioni monoteiste hanno costruito una sacralità della vita umana, che non a caso viene meno proprio con l'affermarsi di strutture ideologiche "antitee", come il nazismo e il comunismo, ma anche con una struttura ideologica laica progressista che accetta l'idea di aborto e di eutanasia volontaria.
Questo é quanto posso dire del tuo post, molto caotico visto che confonde simbologie astratte come "satana", con strutture ideologiche come "nazismo", con concetti politici come "Russia", con condizioni umane come l'omosessualità, la prostituzione è la possessione malefica ( condizione di cui ho esperienza).
Io credo che questa caoticita abbia lo stesso fine della dissacrazione, quello cioè di annullare le differenze, di annullare il senso del sacro.
L'effetto di questo non é certo quello di cui parli, cioè quello di connettersi con gli altri e comprenderli, al contrario é quello di risvegliare istinti violenti, aggressivi e di potenza che sono inibiti in noi proprio dall'azione del sacro.
Il tuo ragionare, jacopus, é condizionato dal mito del buon selvaggio di Rousseau, un mito che ha ben poco a che fare con la realtà antropologica

Jacopus

CitazioneIl tuo ragionare, jacopus, é condizionato dal mito del buon selvaggio di Rousseau, un mito che ha ben poco a che fare con la realtà antropologica
Il mio ragionare è condizionato dalle letture che faccio e cerco di aggiornarmi su questo argomento: la natura umana. Ebbene limitarsi a Rousseau è un grave errore ma anche considerare la natura umana come tendente ad una purezza che estromette il male (rinunci a Satana?). Tutta la letteratura di derivazione junghiana parte dal presupposto della necessità di riconoscere il male dentro di noi (l'ombra), così come l'esistenzialismo (L'inferno sono gli altri). Rispetto agli esempi che ho riferito, non si tratta di caoticità e neppure di dissacrazione ma l' esemplificazione di quanti modi e quanti obiettivi e quante forme può indossare la scissione bene/male. È anche possibile che detta scissione non sia il frutto delle religioni ma dipenda dalla struttura del nostro cervello. Diciamo che abbiamo in noi, a livello antropologico, delle potenzialità sia di interpretare il mondo come scisso fra buoni e cattivi che come non scisso, e quindi come popolato da individui la cui "bontà" e "cattiveria", non solo sono stati temporanei e reversibili ma anche che quegli stati sono condizionati proprio dalla presenza o meno di quella scissione. Infatti credere, ad esempio, che un nazista sia un essere spregevole è errato, in primo luogo perché oggettivamente falso ed in secondo luogo perché non lo si aiuta in questo modo ad essere qualcosa di diverso dall'essere un nazista.
Parlando in un modo un po' più esteso della religione cristiana, anche al suo interno coesistono messaggi scissi fra bene/male ma anche messaggi che comprendono la inevitabilità della presenza del male in ognuno di noi, basti pensare al "chi è senza peccato scagli la prima pietra" oppure alla parabola del buon samaritano. Ma soprattutto è lo stesso messaggio del sacrificio della crocifissione che sposta il discorso dalla scissione, alla comprensione del male presente in ognuno di noi. Ma quel messaggio è tuttavia debole, e ci turba perché non ci piace guardare il lato malvagio di noi stessi. Ed allora ha più presa il "Gott mit uns" scritto sulla cintura delle S.S., perché ci permette di scindere il bene dal male e rassicurarci sull'evidenza che noi stiamo dalla parte giusta. Invece a mio parere, ed è per questo che diffido da ogni religione (compreso il marxismo), non esiste una parte giusta ottenuta scegliendo un rito o una fede politica o (peggio) calcistica. La solidarietà senza distinzioni dovrebbe essere alla base delle nostre azioni e della nostra ideologia. Solo così potremmo salvare il mondo. Penso peró che questo non accadrà e il mondo dell'uomo, così come lo conosciamo, dall'XI secolo in poi, è destinato nuovamente ad una spettacolare regressione. Questione di tempo.  Ed uno dei motivi di questa regressione è proprio la scissione bene/male. Una scissione che per secoli è stato un grande motore per il successo tecnico dell'uomo, ma ora è diventato il suo veleno. Mi fermo qui.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

PhyroSphera

Citazione di: Jacopus il 27 Luglio 2024, 08:35:30 AMIl mio ragionare è condizionato dalle letture che faccio e cerco di aggiornarmi su questo argomento: la natura umana. Ebbene limitarsi a Rousseau è un grave errore ma anche considerare la natura umana come tendente ad una purezza che estromette il male (rinunci a Satana?). Tutta la letteratura di derivazione junghiana parte dal presupposto della necessità di riconoscere il male dentro di noi (l'ombra), così come l'esistenzialismo (L'inferno sono gli altri). Rispetto agli esempi che ho riferito, non si tratta di caoticità e neppure di dissacrazione ma l' esemplificazione di quanti modi e quanti obiettivi e quante forme può indossare la scissione bene/male. È anche possibile che detta scissione non sia il frutto delle religioni ma dipenda dalla struttura del nostro cervello.


Ti sei meritato quasi un sermone per risposta; e dati i contenuti, penso che ne userò per aprire una discussione apposita.

Lanciarsi in una riflessione su bene, male, religioni, politica, per poi designificare tutto in nome della struttura cerebrale dell'uomo... non ha senso.
Quanto al pensiero junghiano dell'Ombra, esso si riferisce scientificamente al negativo e questo può essere sottoposto ai giudizi di bene e male. Ma di per sé la psicologia non entra in tal merito. Nell'opera di Jung bisogna distinguere l'oggetto di studio dai vari corredi contingenti e culturali, in specie dei destinatari e referenti dei suoi scritti.
Non c'è dubbio che la integrazione della nostra parte negativa è un còmpito che abbiamo vivendo — e che lo psicoterapeuta può favorire ma mai lo realizza al posto del paziente, perché la 'via del Sé' si percorre... da sé! — ma è lo stesso vivere che mostra un lato negativo proprio del mondo. La psicologia non è solo studio della psiche umana o solo di ciò dicibile precisamente "psiche" e mostra chiaramente che non bisogna mai pensare il negativo in noi quello maggiore. È evidente che le peggiori sciagure dipendono dal caso cattivo, mai dalle scelte della vita.
Tu poni in causa la dottrina cristiana senza queste accortezze. Bisogna assolutamente evitare di imputare all'umanità il male dello stesso mondo e capire che le rappresentazioni cristiane e in genere monoteiste del negativo si fondano sulla distinzione uomo/mondo, che è necessaria indipendentemente da una fede oppure religione. Quindi valutare seriamente il significato della figura di Satana — come pure della satanicità nella (non: della!...) figura del crocifisso — sarebbe per te e per tanti altri una lezione... 
Psicologicamente e terapeuticamente ciò corrisponde ugualmente con una integrazione, a patto di considerare un Sé universale e un'Ombra che rappresenta uomo e mondo... evitando di fare ricadere sul nostro animo tutto il peso del peccato. Questo può indicare anche la mancanza di una situazione esterna a noi, di una circostanza mondana... Ed in tal senso il racconto della Caduta di Lucifero, della trasformazione angelo-demonio (è un dato biblico), rappresenta il vuoto che si può creare, che si crea negli eventi del mondo; e l'appello alla fede, l'Annuncio di Dio, indica la via per far fronte alla situazione. Verissimo che c'è l'altra Caduta, quella di Adamo, de "l'uomo" (che non significa davvero tutto l'uomo o tutti gli uomini, ma pur sempre un accadimento che coinvolge anche i non protagonisti, direttamente o indirettamente); un vuoto che un individuo o un gruppo possono creare, o meglio inventare, nella stessa umanità... ma questa possibilità-realtà accade solo per quell'altra circostanza, entro di essa. Nel racconto biblico si dice chiaramente di un uomo e una donna e un serpente che non avrebbero mai errato se non fosse nel frattempo accaduto qualcosa nel mondo. Non è mai la relazione della vita il problema originario. Difatti nella dottrina e Scrittura cristiana il Nemico di Dio non è il vivente, ma ciò che ha perduto la propria vita, che consisteva nell'essere tramite di Dio  ("angelo"), poi decaduto a inizio di divisione ("diavolo")... E ciò si spiega così: non solo l'umanità, anche il mondo è stato da Dio creato libero. Nel mondo c'è un impulso libero: Dio crea cielo e terra ma si ritrova anche un abisso: perché gli stessi cieli e terra non sono determinazioni (anche la scienza fisica aiuta a capirlo, col Principio di Indeterminazione). Quindi dal caos l'ordine; e per questo l'incognita, non solo dell'animo umano ma della stessa materia dell'universo. Da qui, la possibilità di un negativo imprevisto, cui dare giudizio di essere il "male". Il negativo più grande e originario è fuori di noi; solo quello originale in noi.

N.B.
Il celebre parere di Jung espresso nel mezzo di una labirintica controversia scientifica e filosofica su necessità e libertà, causalità e non causalità:
Dio gioca a dadi con l'universo, solo non sappiamo con quali regole
indicava chiaramente una direzione per gli studi psicologici e non solo... Ma tutta questa materia sfugge alla considerazione della psicologia del profondo e alla psicoanalisi, mentre se ne ritrova adatta quella della psicologia transpersonale e della psicosintesi, dato che si tratta di distinguere adeguatamente tra archetipo di Ombra e elemento archetipico di Persona... Comunque esemplari gli studi psicologici sul caos e l'ordine: il primo è originario, non il secondo.

P.S.
Tra i vari pesi attribuiti ingiustamente alla umanità, quello di essere stata responsabile, in una sua parte (la "borghesia"), della indigenza e povertà maggiormente diffuse; quello di aver impedito la manifestazione di Dio (gli ebrei accusati di aver ucciso Gesù di Nazareth, ma la Rivelazione accadde ugualmente proprio nel caso negativo ed ebreo non era solo Giuda anche lo stesso Gesù); quello di aver esagerato in esuberanza e di aver messo in difficoltà i deboli (i greci ne furono e ne sono accusati, dimenticando che il modo di tutti quanti essi di stare al mondo è necessario quanto quello opposto — non ho detto 'contrario', solo 'opposto'!)... In tutti questi casi si nota il prevalere di un incubo a discapito del senso di realtà.


Mauro Pastore

Jacopus

Mario Pastore sei la precisa dimostrazione di cosa voglia dire scissione del pensiero. In ogni caso non ho intenzione di parlare con uno che dà lezioni. I prossimi tuoi interventi saranno da me ignorati. Anche perché sono interventi che tendono a condizionare anche me in una dinamica scissa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 27 Luglio 2024, 08:35:30 AMIl mio ragionare è condizionato dalle letture che faccio e cerco di aggiornarmi su questo argomento: la natura umana. Ebbene limitarsi a Rousseau è un grave errore ma anche considerare la natura umana come tendente ad una purezza che estromette il male (rinunci a Satana?). Tutta la letteratura di derivazione junghiana parte dal presupposto della necessità di riconoscere il male dentro di noi (l'ombra), così come l'esistenzialismo (L'inferno sono gli altri). Rispetto agli esempi che ho riferito, non si tratta di caoticità e neppure di dissacrazione ma l' esemplificazione di quanti modi e quanti obiettivi e quante forme può indossare la scissione bene/male. È anche possibile che detta scissione non sia il frutto delle religioni ma dipenda dalla struttura del nostro cervello. Diciamo che abbiamo in noi, a livello antropologico, delle potenzialità sia di interpretare il mondo come scisso fra buoni e cattivi che come non scisso, e quindi come popolato da individui la cui "bontà" e "cattiveria", non solo sono stati temporanei e reversibili ma anche che quegli stati sono condizionati proprio dalla presenza o meno di quella scissione. Infatti credere, ad esempio, che un nazista sia un essere spregevole è errato, in primo luogo perché oggettivamente falso ed in secondo luogo perché non lo si aiuta in questo modo ad essere qualcosa di diverso dall'essere un nazista.
Parlando in un modo un po' più esteso della religione cristiana, anche al suo interno coesistono messaggi scissi fra bene/male ma anche messaggi che comprendono la inevitabilità della presenza del male in ognuno di noi, basti pensare al "chi è senza peccato scagli la prima pietra oppure alla parabola del buon samaritano. Ma quel messaggio è debole, e ci turba perché non ci piace guardare il lato malvagio di noi stessi. Ed allora ha più presa il "Gott mit uns" scritto sulla cintura delle S.S., perché ci permette di scindere il bene dal male e rassicurarci che noi stiamo dalla parte giusta. Invece a mio parere, ed è per questo che diffido da ogni religione (compreso il marxismo), non esiste una parte giusta ottenuta scegliendo un rito o una fede politica o (peggio) calcistica. La solidarietà senza distinzioni dovrebbe essere alla base delle nostre azioni e della nostra ideologia. Solo così potremmo salvare il mondo. Penso peró che questo non accadrà e il mondo dell'uomo, così come lo conosciamo, dall'XI secolo in poi, è destinato nuovamente ad una spettacolare regressione. Questione di tempo.  Ed uno dei motivi di questa regressione è proprio la scissione bene/male. Una scissione che per secoli è stato un grande motore per il successo tecnico dell'uomo, ma ora è diventato il suo veleno. Mi fermo qui.
Per riconoscere anche il male dentro di noi abbiamo bisogno di una rappresentazione del male, e questo é quello che da la religione. 
Questa rappresentazione ordina il mondo attorno e dentro di noi e non rappresenta una scissione patologica come quella dei nazisti che andavano con la scritta "gott mit uns". 
Naturalmente la scissione é un pericolo presente, e l'abbiamo osservata anche nella storia delle istituzioni religiose, ma si tratta di una deviazione rispetto ad un modello che non credo metta in discussione il valore dei principi religiosi, e della necessità delle istituzioni che li trasmettono. 
A tutt'oggi conosciamo una sola civiltà che sia arrivata ad adeguati livelli di sviluppo senza riferimenti istituzionali e culturali religiosi, cioè quella cinese. 
Naturalmente questo non vuol dire che questa civiltà abbia rinunciato a riferimenti simbolici e rituali, questi riferimenti esistono egualmente solo che sono di natura laica, come d'altronde riferimenti simbolici e rituali riguardano anche tutte le organizzazioni statali. 
La costruzione etica non é un fenomeno naturale, bisogna programmarlo. 
E bisogna programmarlo nelle sue specificità tenendo conto dei limiti dell'essere umano. 
 La solidarietà universale di cui parli é un limite ideale molto lontano, e soprattutto un qualcosa di puramente intellettuale e pretenzioso nell'idea di risolvere una molteplicità di situazioni complesse in un solo concetto, che oltretutto va implementato(vanno cioè convinti tutti gli esseri umani a porlo in essere). 
Erich fromm ci fa notare la particolarità del messaggio di gesu: "ama il prossimo tuo". 
Un messaggio particolare, riferito cioè a una sola persona, che spesso é un parente stretto. 
Un messaggio che appunto tiene conto dei limiti dell'essere umano. 


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