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Gesù era omosessuale?

Aperto da Eutidemo, 03 Settembre 2024, 12:34:55 PM

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Eutidemo

Paul Oestreicher, un sacerdote  anglicano, professore di teologia nell'Università del Sussex, ha recentemente scritto sull'autorevole quotidiano britannico "The Guardian", che, secondo lui, "Gesù era un omosessuale".
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Al riguardo, Oestreicher si rifà al seguente passo evangelico: "Gesù allora, vedendo la madre e il <<discepolo che egli amava>> (Giovanni) lì accanto, disse alla madre: 'Donna ecco tuo figlio!' Poi disse al discepolo. 'Ecco tua madre!' E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" (GV 19 25-27).
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Secondo Paul Oestreicher, questo passo evidenzia il "legame speciale" che univa Gesù al discepolo Giovanni, rispetto al "legame" che lo univa agli altri apostoli; i quali, peraltro, non erano affatto, come lui, sotto la croce, perchè si erano andati tutti a nascondere.
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Inoltre, sempre secondo Oestreicher, la singolare circostanza che Gesù, pur esserendo un "Rabbi", non fosse sposato, cosa tenuta in massima considerazione dall'Ebraismo, farebbe pensare alla sua omosessualità
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A mio parere, però, tali argomentazioni non sono affatto convincenti.
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Ed infatti:
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1)
Ammesso e non concesso che Gesù fosse "davvero" un omosessuale, è assolutamente IMPENSABILE che in un vangelo si sarebbe mai accennato, neanche "tra le righe" a tale sua propensione sessuale; per cui, l'evangelista il quale ha messo in rilievo il "legame speciale" che univa Gesù al discepolo Giovanni, rispetto al "legame" che lo univa agli altri apostoli, non poteva neanche lontanamente immaginare che il suo passo si sarebbe potuto interpretare in tal senso.
Altrimenti si sarebbe ben guardato dallo scriverlo! :-X
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Ed invero sono presenti sei passaggi nella Bibbia che fanno in qualche modo riferimento all'"omosessualità", ed hanno tutti una valenza assolutamente "negativa":
a)
Nell'Antico Testamento, nel Levitico, le relazioni omosessuali maschili sono proibite e definite un "abominio".
b)
Nel Nuovo Testamento, nella Lettera ai Romani, Paolo parla di uomini che abbandonano "il rapporto naturale con la donna, ... commettendo atti ignominiosi uomini con uomini" (1:28).
Quindi sia l'Antico che il Nuovo Testamento sono concordi nel loro ripudio dell'"omosessualità".
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2)
In ogni caso in nessun vangelo si fa riferimento ad atti sessuali di qualsiasi genere compiuti da Gesù; quindi, dedurre che fosse un omosessuale "attivo" solo perchè non era sposato, a me sembra una illazione del tutto infondata.
Ed infatti, pur essendo un "Rabbi", Gesù era precipuamente un "asceta" (probabilmente un "Esseno"); e, quindi, è molto probabile che fosse del tutto alieno all'idea di rapporti sessuali, sia con il suo che con l'altro sesso.
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Il che non toglie, però, che, in quanto "uomo", secondo me Gesù avrà senz'altro provato delle "pulsioni sessuali", anche se, molto probabilmente, "non tradotte in atti".
Il cui "orientamento", tuttavia:
-    ci resterà per sempre "ignoto";
- risulterebbe comunque del tutto "irrilevante" (come le sue preferenze in materia culinaria)
***
.
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Ma questa è solo la mia opinione! :)
***

anthonyi

I ragionamenti ambigui riportati da Ostreicher dovrebbero farci riflettere sull'ambiguità del nostro linguaggio moderno che associa uno stato emotivo, come quello dell'amore, con un fatto fisico come quello della sessualità.
Nell'aramaico l'atto sessuale è riportato come "conoscenza", da cui il concetto usato oggi di "conoscenza biblica".
In aramaico, poi, il concetto di amore non esiste, Paolo usa il greco Agape, concetto assolutamente distante dall'idea di sessualità.
Come fai notare anche tu, Eutidemo, è impensabile che in un Vangelo venga riportato un riferimento ambiguo su un qualcosa che la legge ebraica condannava, e che quindi condannava anche il Cristianesimo delle origini. E' quindi evidente che per i primi narratori dei Vangeli, e per i successivi revisori, la cosa non era neanche ambigua, per loro era un amore fraterno e discepolare. Non dimentichiamo infatti che Gesù affida sua madre a Giovanni, e Giovanni a sua madre considerandolo un fratello minore.

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 03 Settembre 2024, 14:04:55 PMI ragionamenti ambigui riportati da Ostreicher dovrebbero farci riflettere sull'ambiguità del nostro linguaggio moderno che associa uno stato emotivo, come quello dell'amore, con un fatto fisico come quello della sessualità.
Nell'aramaico l'atto sessuale è riportato come "conoscenza", da cui il concetto usato oggi di "conoscenza biblica".
In aramaico, poi, il concetto di amore non esiste, Paolo usa il greco Agape, concetto assolutamente distante dall'idea di sessualità.
Come fai notare anche tu, Eutidemo, è impensabile che in un Vangelo venga riportato un riferimento ambiguo su un qualcosa che la legge ebraica condannava, e che quindi condannava anche il Cristianesimo delle origini. E' quindi evidente che per i primi narratori dei Vangeli, e per i successivi revisori, la cosa non era neanche ambigua, per loro era un amore fraterno e discepolare. Non dimentichiamo infatti che Gesù affida sua madre a Giovanni, e Giovanni a sua madre considerandolo un fratello minore.
Sono perfettamente d'accordo con te; anzi, ritengo che su alcuni punti tu sia stato molto più esauriente, incisivo e puntuale di me.
Un cordiale saluto! :)

InVerno

Citazione di: anthonyi il 03 Settembre 2024, 14:04:55 PMIn aramaico, poi, il concetto di amore non esiste,
Forse manca il vocabolo equivalente al nostro, ma questo non significa che non esista il "concetto", chi parla aramico è perfettamente in grado di nominare e comunicare riguardo gli affetti sessuali di sè stesso e di terzi, al massimo userà forme di difficile traduzione per noi, che è un problema diverso dal non poter concepire un aspetto fondamentale della vita come la sessualità.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 04 Settembre 2024, 10:05:33 AMForse manca il vocabolo equivalente al nostro, ma questo non significa che non esista il "concetto", chi parla aramico è perfettamente in grado di nominare e comunicare riguardo gli affetti sessuali di sè stesso e di terzi, al massimo userà forme di difficile traduzione per noi, che è un problema diverso dal non poter concepire un aspetto fondamentale della vita come la sessualità.
Mi sembra che anche tu cada nell'ambiguità del nostro linguaggio moderno, inverno. Io parlo di amore, e tu capisci sesso. 
E' il concetto di amore inteso nel significato evangelico, che poi é rappresentato in greco con agape, che manca.
Da cui la notazione che quando le parole di Gesú nel vangelo hanno la traduzione di amore-agape, noi non sappiamo, in realtà, lui cosa dicesse. 

InVerno

Cado semmai nella linguistica moderna che normalmente non contempla il relativismo linguistico, in molte lingue mancano molti vocaboli, questo non significa che chi le parla non riesce a concettualizzare quel significato, non ho idea di quale sia la combinazione che esprime l'amore erotico in aramaico, ma sono certo che esiste e permette agli aramaici di scambiare informazioni a riguardo. Questo non implica nulla della sessualità di Gesù, di cui non so niente, ma dalle descrizioni fornite appare più come una "asessualità". Qualsiasi fosse la sessualità di Gesù è completamente lasciata fuori dal quadro evangelico come fenomeno irrilevante, neanche in veste eterosessuale: infatti Gesù non mette su una "sacra famiglia" sua, muore scapolo e contornato da affetti platonici come un bambino perenne, la famiglia da cui proviene è asessuata a sua volta, essendo nato partenogeneticamente, il Cristo del mito è avulso da qualsiasi erotismo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Inverno, stai facendo una questione sul nulla secondo me. Il concetto di amore associato alla sessualità che è tanto importante nel nostro mondo si è evoluto lentamente. Nel mondo Ebreo antico oltretutto la donna era quasi concepita come una proprietà, l'atto sessuale era atto di possesso, ci si poneva il problema della sua legittimità, non certo della sua associazione con stati psichici come quello di essere innamorati.
Sono i greci, con il loro intellettualismo, che definiscono con una certa chiarezza la questione separando l'eros, cioè l'attrazione verso qualcuno di cui si ha bisogno per la propria felicità, e l'agape, cioè il desiderio che l'altra persona sia felice.
Nella sessualità sicuramente è presente l'eros, a volte c'è anche l'agape.
E naturalmente l'agape può essere presente in tanti contesti dove la sessualità non c'entra nulla, ogni volta che c'è qualcuno che desidera la felicità di un altro.
E' questo, e solo questo, il concetto di amore che trasmette il Vangelo, un concetto che necessariamente deve essere sganciato dalla sessualità umana per essere comprensibile all'umano.
La sessualità, infatti, è concetto fortemente attrattivo per l'umano, e quindi tende a spiazzare qualsiasi altro concetto ad esso associato.

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