E' vero che in una seduta spiritica fu rivelato dove era prigioniero Moro?

Aperto da Eutidemo, 10 Luglio 2021, 11:03:09 AM

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Eutidemo

Recentemente, si è tornato a parlare della famosa vicenda secondo la quale il nome della via in cui Aldo Moro era tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse, sarebbe stato rivelato durante una seduta spiritica a cui partecipò anche Romano Prodi; ma, nonostante questo, Moro non venne comunque salvato.
                                   I FATTI
I fatti possono essere così sintetizzati:
1)
Il 3 aprile 1978, un gruppo di professori universitari della  DC, tra cui l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, in un casolare di campagna, si dedicarono alla classica "seduta spiritica del bicchierino".
Come funziona tale (presunta) forma di evocazione degli spiriti, ormai, è noto (quasi) a tutti; si mettono le lettere dell'alfabeto in cerchio sul tavolo e, in mezzo, un bicchiere di vetro molto leggero, sul quale i partecipanti posano le dita.
Dopo un certo periodo di concentrazione, si evoca lo spirito di un defunto; il quale, se al momento non ha niente di meglio da fare, acconsente benevolmente a rispondere alle domande dei presenti, spingendo il bicchiere sulle lettere per comporre delle frasi di risposta.
Da ragazzo, è un gioco che ho fatto anch'io dozzine di volte!
2)
Poiché due settimane prima era stato rapito Aldo Moro, gli astanti chiesero allo spirito evocato: "Dov'è Moro? Come si chiama il paese, il luogo in cui è? E' vivo o morto?"
Lo "spirito" (resta ancora da accertare se appartenente a una persona viva o a una morta) spinse allora il bicchierino a formare, confusamente, le seguenti parole: "Bolsena, Viterbo, Gradoli".
3)
Prodi segnalò la vicenda al criminologo Balloni, che ne riferì al vicequestore Umberto Jovine; poi ne parlò anche con Umberto Cavina, segretario di Zaccagnini, e con il ministro Andreatta.
4)
Il 6 aprile, sulla base di tali segnalazioni, il capo della polizia ordinò di perquisire la località di Gradoli, in provincia di Viterbo;  ed infatti, poichè lo "spirito" aveva parlato sia di  "Gradoli" sia di "Viterbo", la polizia pensò che le due indicazioni fossero geograficamente correlate.
Un rastrellamento a tappeto dell'esercito in quella zona, però,  non ebbe alcun esito!
5)
Come si sa, poi, in "Via Gradoli" a Roma sarà ritrovato un rifugio delle BR; usato, "forse", anche come uno dei nascondigli provvisori per Moro.
            LE INTERPRETAZIONI DEI FATTI
I fatti possono essere così interpretati:
- secondo alcuni si tratta di una prova che le comunicazioni con l'aldilà funzionano e che gli spiriti veramente comunicarono un indirizzo che nessuno poteva conoscere;
- secondo altri, tra cui il senatore Giulio Andreotti, la storia della seduta spiritica era una "balla", e fu inventata solamente per coprire gli informatori di Prodi e dei suoi amici;
- secondo altri ancora, infine, Prodi e i suoi amici erano tutti in buona fede, meno uno, il quale, durante la seduta, indirizzò il bicchiere dove voleva lui.
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Nel caso in questione, dal Doc. XXIII, n. 64, volume primo, tomo VI, estratto dalle comunicazioni dei servizi segreti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia, troviamo che qualche giorno "prima" della "presunta" seduta spiritica,  alcuni informatori  accompagnarono Benito Cazora a fare un giro in macchina, e poi fermatisi in via Gradoli, e gli dissero: "Questo è il posto!".
A dire il vero, in realtà, Aldo Moro  non si trovava affatto recluso lì (o, almeno, non più), però vi alloggiava Mario Moretti; cioè il principale responsabile della pianificazione e dell'esecuzione del rapimento di Aldo Moro, nonchè l'esecutore materiale del suo assassinio.
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Inoltre, il capitano del SID (i Servizi Informazioni della Difesa di allora) Antonio Labruna rivelò più tardi che, prima della famosa seduta, un tale Mario Puccinelli, da Francoforte, gli telefonò per dirgli che "in via Gradoli, a Roma, c è chi ha rapito Moro".
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Pertanto, la prima teoria non può reggere, in quanto i presunti spiriti dei "morti" comunicarono a Prodi e compagnia un indirizzo che era già perfettamente a conoscenza di non pochi  "vivi"; i quali (almeno in teoria)  stavano anch'essi cercando la prigione di Moro!
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Però, sebbene le ricerche di Moro vennero dirette non già nella strada romana di Via Gradoli,  bensì nel paese di Gradoli, poichè esse vennero ampiamente pubblicizzate, Moretti apprese in TV che il suo covo stava per essere scoperto; ed infatti, anche se, per il momento, la polizia aveva preso "fischi per fiaschi", Moretti capì che, prima o poi, sarebbero venuti pure a casa sua.
Quindi "prese l'erba fumaria" e cambiò aria!
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                          CONCLUSIONE
Ormai Cazora, Puccinelli e Labruna sono  tutti morti; quindi, per sapere chi fu dei "vivi" di allora a tirar fuori gli indizi geografici sulla prigione di Moro durante la seduta di allora, bisognerebbe fare un'altra seduta spiritica per interrogarli, adesso, da "morti"!
::)

anthonyi

Ciao eutidemo, intanto bisogna dire che tutti quei docenti DC, quindi presumibilmente di religione cattolica, erano in peccato mortale perché la divinazione è considerato un peccato molto grave dalla chiesa.
La cosa più probabile è, comunque, che qualcuno di loro avesse carpito voci provenienti dai servizi segreti che appunto parlavano di via gradoli che, comunque, non mi risulta essere mai stata la prigione di Moro, bensi la tana di morucci (o moretti) in sostanza lo stesso che lo avrebbe ucciso, e che qualcuno sospetta essere in realtà un infiltrato dei servizi segreti nelle BR.
Comunque i misteri sul rapimento Moro sono tanti, ma sono molto, molto poco, soprannaturali

Eutidemo

Ciao Anthony.
Non so proprio come l'indirizzo di via Gradoli sia saltato fuori durante la seduta spiritica di Prodi e dei suoi amici; ma, come te, anche io sono assolutamente convinto che gli spiriti non c'entrassero assolutamente "niente"!
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Quanto al fatto che Mario Moretti fosse un "infiltrato dei servizi", il sospetto nacque per il fatto che alcuni membri del nucleo storico delle Br (Alberto Franceschini e Giorgio Semeria)  gli attribuirono la responsabilità dei loro arresti, chiedendo agli altri membri dell'Esecutivo esterno di aprire un'inchiesta nei suoi confronti.
Però, in effetti:
- Alberto Franceschini e Giorgio Semeria non insinuarono mai nemmeno lontanamente che Mario Moretti fosse un "infiltrato dei servizi".
- l' Esecutivo delle BR, comunque, lo assolse dall'accusa di aver provocato (per altri motivi) l'arresto di brigatisti.
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Ed in effetti, dai documenti dell'Aise (attuali servizi di controspionaggio estero), risulta che, nelle BR, c'erano sì, tre infiltrati dei servizi di allora, identificati con nome e cognome, ma nessuno di costoro era Mario Moretti.
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Inoltre, a parte il fatto che non esiste alcuna prova che Mario Moretti fosse un infiltrato dei nostri servizi, a scagionarlo da tale accusa basterebbe il fatto che, a 75 anni compiuti il 16 gennaio 2021, ha raggiunto il suo quarantesimo anno di esecuzione pena. In effetti è l'unico membro del nucleo storico e del comitato esecutivo delle Brigate rosse ad essere ancora in carcere; una circostanza che da sola dovrebbe fare giustizia dell'accusa che da più parti gli viene mossa di essere stato un infiltrato all'interno delle Brigate rosse.
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Semmai era un infiltrato del KGB; ma lasciamo perdere!
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Un saluto! :)
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